l'imperatore de'francesi napoleone i e l'augusta sua ... · -'4--rare l'imperatore dei francesi...

84
iO ILLINO I S UNIVERSITY OF ILLINOIS AT URBANA-CHAMPAIGN PRODUCTION NOTE University of Illinois at Urbana-Champaign Library Brittle Books Project, 2011.

Upload: others

Post on 31-Jan-2021

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • iOILLINO I SUNIVERSITY OF ILLINOIS AT URBANA-CHAMPAIGN

    PRODUCTION NOTE

    University of Illinois atUrbana-Champaign LibraryBrittle Books Project, 2011.

  • COPYRIGHT NOTIFICATION

    In Public Domain.Published prior to 1923.

    This digital copy was made from the printed version heldby the University of Illinois at Urbana-Champaign.

    It was made in compliance with copyright law.

    Prepared for the Brittle Books Project, Main Library,University of Illinois at Urbana-Champaign

    byNorthern Micrographics

    Brookhaven BinderyLa Crosse, Wisconsin

    2011

  • CoMM. DOTT. CARLO DELL'ACQUA

    L'Imperatore de' francesi Napoleone IE L'AUGUSTA SUA CONSORTE GIUSEPPINA

    nel maggio 1805 in Pavia

    NARRAZIONE STORICA DOCUMENTATA

    nella ricorrenza del primo suo centenarioCON APPENDICE

    sulla morte e sepoltura

    DI NAPOLEONE I

    MILANO'TIPOGRAFIA EDITRICE L. F. COGLIATI

    Corso P. Romana, 17

    I9O5.

  • All'illustrissima nobile szgnora

    Donna Maria Letizia De Magistris ved. Franzini.

    VoI, che recate non solo il nome stessograziosissimo della Genitrice di Napo-leone il grande, l'uomo più potente e

    temuto in tutta Europa, ma ben anco possedetele preclare virtù religiose e civili di cui quellaesimia Donna era ornata, dedico riverentementequeste pagine che ricordano la venuta fra noinel 1805, colla più grande solennità, di quel ce-lebre Capitano e l'importante visita da lui fattaalla nostra antica e gloriosa Università degli studi,con immenso giubilo di tutta la cittadinanza.

    Siccome poi mi è ben noto che nella vostraCasa Paterna, mercè l'azione dell'illustre e com-pianto vostro Genitore nob. Agostino decessoaddì 4 gennaio 1862, si celebravano con partico-lare entusiasmo i fasti militari di Napoleone Bo-naparte, così penso che a Voi, più che ad altri,riuscirà caro apprendere, seguendo l'esempio delGenitore, tutto quanto si è fatto a Pavia per ono-

    $B837;_

  • -'4--

    rare l'imperatore dei francesi Napoleone I e l'au-gusta sua consorte Giuseppina Beauharnais nataTascher de la Pagerie dal giorno 6 all'8 maggiodi quell'anno in cui qui si trattennero, prima direcarsi a Milano, ove Napoleone si dirigeva perricevere in quella cospicua e rinomatissima Cat-tedrale la corona dei re d'Italia con quella pompastraordinaria voluta dalla ricca Metropoli Lom-barda.

    Nei cento anni che sono già decorsi da quelgrande avvenimento, Voi ben sapete come quinon sia mai stata pubblicata una relazione par-ticolareggiata ed aneddotica.

    Dalla somma vostra cortesia spero pertantoche mi sarà concesso di vedere accolto con pia-cere questo umile segno di rispetto che offro aVoi, tanto benemerita qui e dovunque per operedi illuminata pietà e carità, mentre con tutto l'os-sequio ho l'onore di professarmi

    Della S. V. Illustrissima

    Devotissimo serviloreDott. CARLO DELL'ACQUA.

    Pavia, 4 novembre I9o5.

    --- "--. " ®" 0- ýý

  • Quis hoc tempore major? Quzs dignior,ut Eius prceclara gesta memoriae tradantur?

    PERONDOLI STANISL. De Napoleone

    M. apud Insubres. Ticini, 18o8,alla pag. Io.

    La celebrità d'un uomo, qualunque sia il modo concui venne da lui raggiunta, eccita sempre la curiositàdel popolo, desideroso di conoscere quanto di buonoo di male in lui si sia potuto riscontrare. Ben naturalepertanto si presenta la cosa anche a chi scrive questepagine col pensiero rivolto a quell'uomo veramentestraordinario, a quel grande Capitano che fece tremare1'Europa per la sua potenza militare, quale fu Napo-leone I, del quale si può ripetere ciò che egli stessodiceva e che troviamo ricordato nel Memoriale diSant'Elena del conte di Las Cases: Les hommes ontleurs vertus et leurs vices, leur héroisme et leur per.versite' (i). Niuna meraviglia pertanto se essi praticanotutto ciò che avvi di buono e di cattivo quaggiù nellevarie vicende della vita. Applicando questa massima alvaloroso guerriero Còrso (n. 1769, m. 1821), emulo di

    (I) Mémorial de Sainte Helène. Paris, 1842, in-8, Tome I, p. 533.

  • -6-

    Alessandro il Grande, di Cesare, di Carlo Magno e chefu sovrano legislatore ad un tempo, avendo lasciato uncodice di leggi che servì di modello a tutte le nazionidivenute civili (i), ben volentieri offriamo un cenno ri-guardante quel punto solenne della sua vita in cui,divenuto imperatore de' francesi, godeva rammentarenuovamente quei progressi scientifici per cui tanto ri-fulgeva allora l'antica Università degli studi di Pavia,

    (i) Sulla giovinezza di Napoleone e de' suoi primi studi nell'Isti-tuto militare di Brienne diretto per l'educazione morale e religiosadai PP. appartenenti all'Ordine dei Minimi che riconosce per fon-datore fino dal 1433 S. Francesco di Paola, scrisse Arturo Chu-quet un interessante volume edito a Parigi nel i897 col titolo:Le jeunesse de Napoléon (Brienne). In quel volume è messo in ri-lievo dal P. Patrauld la particolare predilezione che Napoleoneaveva per la storia e per le scienze esatte, dando sempre provedi distinto progresso per la matematica. Da un Ms. pubblicato orora nella Revue de Paris, di Enrico Alessandro De Castres, anticocondiscepolo di Napoleone Bonaparte a Brienne, è detto che Bo-naparte era veramente bravo nella matematica, ma non già dadoversi ritenere un genio; non era ritenuto un fanciullo prodigiosoper gli studii, non dava segno di gustare ciò che leggeva, compren-dendone però bene il senso e facendo pur anco continue annotazioni,per cui quando parti da Brienne per frequentare la scuola militaredi Parigi, egli portò con sè molti grossi pacchi di appunti. ABrienne era stato inviato Bonaparte dai suoi genitori per la decisasua vocazione alla carriera delle armi, senza mai dimenticare ilsavio monito dell'Alighieri:

    Fatti non foste a viver come brutiMa per seguir virtute e conoscenza.

    (In f., XXVI, v. 119-120.

    Colà apprese i principii di questa Fede che tornano assai utili,quando come dice lo stesso Alighieri, sorviene l'ora

    Del buon dolor che a Dio ne rimarita(Purg., XXIV, v. 21).

    essendo sempre vero che - Nel pianto Iddio ritrovasi e la fede- Napoleone ben potè convincersene nei giorni della sua agoniaa Sant'Elena, come si vedrà meglio in fine di questa Memoria,ove si fa cenno della sua morte.

  • 7-

    ove uomini di genio, come già aveva proclamato DafniOrobiano (i) nello stupendo suo Invito poetico a LesbiaCidonia (2), stampato a Pavia nel 1793

    Parlano un suon, che attenta Europa ascolta (3).

    A Napoleone Bonaparte divenuto nel 1804 impera-tore dei Francesi, gli Amministratori Municipali diPavia avevano fatto tenere, fino dal 21 aprile 1805, amezzo del Ministro degli affari interni il seguente in-dirizzo:

    a Sire,

    a Degnatevi di accogliere benignamente le sincere* espressioni d' omaggio, giubilo e 'confidenza manife-a state dal popolo pavese pel fausto vostro avveni-, mento al trono d'Italia.

    , Voi, che avete offuscata la gloria de' più illustri, Capitani della storia antica e moderna, supereretea senza dubbio la fama di tutti i Sovrani, che per loa zelo del bene de' popoli hanno meritato il nome di, Padri della patria e di delizia del genere umano.,, L'Italia riacquisterà l'antico splendore e prosperitàa e la nostra Comune troverà in Voi un ristoratore, delle gravi perdite di territorio, di prerogative e d'al-,a tro, cui per la sua località va soffrendo già da più,, anni a sollievo e vantaggio del rimanente dello Stato.

    SDi V. I. R. M., Umilissimi e fedelissimi sudditi

    ,, Amministr.: BELLARDI, presid., - CAMPARI - CAPSON1 - BAR-

    a BIERI - BRAMBILLA - MAROZZI n.

    (I) Nome arcadico del matematico poeta bergamasco ab. profes-sore Lorenzo Mascheroni.

    (2) Nome arcadico della colta poetessa bergamasca Paolina SeccoSuardo, maritata al conte Grismondi di Bergamo.

    (3) L'Invito. Versi sciolti, Pavia, 1793, alla pag. I2.

  • - 8--

    Di lui che a quei giorni si avviava a Milano percingere la corona dei re d' Italia insieme alla sua con-sorte Giuseppina Tascher de la Pagerie ved. Beauhar-nais (n. 1763, m. 1814) di una famiglia delle più ricchedella Martinica, giova ricordare 1' ingresso solenne fatto

    Giuseppina Beauharnais de la Pagerie (n. 1763 - m. 1814)

    Imperatrice dei francesi.

    in Pavia, or conta un secolo preciso, e l' importantevisita che Napoleone I fece alla Università degli studiaddì 7 maggio 1805, illustrata com' era da tanti lumi-nari fra cui splendevano i nomi di Lazzaro Spallan-zani, di Antonio Scarpa e dell' immortale AlessandroVolta.

  • -9-

    Alla narrazione particolareggiata che siamo per in-traprendere interessantissima per la nostra città, è benepremettere, in via di episodio, un fatto che onora assai

    Napoleone I (n. 1769 - m. 1821)

    Imperatore dei francesi e Re d'Italia.

    la memoria dell' imperatore Napoleone I, perchè attestanel modo più evidente come egli, anche in mezzo alturbinio degli avvenimenti guerreschi, abbia saputoconservare quel sentimento religioso di cui fu nutritoalla scuola militare di Brienne, come s'è già accennato,e che tanto gli servì di conforto nell' ora del bisogno.

  • - IO -

    Era appena avvenuta nella Basilica Metropolitana diNostra Donna a Parigi il 2 dicembre 1804, la solennecerimonia della coronazione dei Sovrani GiuseppinaTascher Beauharnais e di Napoleone, stato elevato altrono di Francia per voto del popolo, del Senato edell'esercito, che già tutto si disponeva pel viaggio diquei Sovrani in Italia, ove Napoleone era chiamato acingere la corona ferrea dei re d' Italia nella insigneCattedrale di Milano.

    Il 2 aprile 1805 intrapresero a tale scopo il loroviaggio; e alla mente di Napoleone si ridestavano lecare rimembranze della sua giovinezza, ond'è chegiunti i Sovrani alla città di Troyes, Napoleone secon-dando ad un tratto l'impulso dell' animo suo, lasciòcolà moméntaneamente 1' imperatrice, avendo egli de-ciso di recarsi a Brienne, accompagnato dal suo grandescudiere e da due ufficiali. Colà rivide col massimotrasporto di gioia la culla della sua educazione e tuttoquanto gli rammentava i suoi primi anni, riconoscendoperfino i servi della scuola militare, come riferisce ilDe Norvins (i). Arturo Chuquet che nel 1897, comesi disse, pubblicò a Parigi un volume col titolo: Lajeunesse de Napoleon, si compiace di accennare cheNapoleone non dimenticò mai i maestri del collegio diBrienne, specie coloro che lo prepararono e lo ammi-sero a ricevere la prima Comunione. Napoleone ancheprima di divenire imperatore, non ommise mai di vi-sitare parecchie volte il P. Charles dell'Ordine de' Mi-nimi che alla scuola di Brienne lo aveva preparato allaprima Comunione. Narra il Chuquet (2), che Napoleone,mentre era ancora I.o Console, seppe dimostrargli la suariconoscenza coll'assegno di una pensione di L. ooo,

    (i) Storia di Napoleone e del grand'esercito. Milano, 1852, in-8(1.a vers.e ital.a sulla 2 t. ediz. francese), vol. I alla pag. 293.

    (2) La jeunesse de Napoléon alla pag. 152 del libro già citato.

  • -- 11 --

    accompagnando il brevetto di un suo autografo, ove sidiceva: Je n'ai point oublié que c'est à votres vertueuxexemples, et à vos sages lepons que je dois la hautefortune à laquelle je suis arrive. Sans la religion, iln'est point de bonheur, point d'avenir possible; je merecommande a vos prières. Quanto è bella questa nobileespressione d'affetto di Napoleone verso il P. Charles!

    Ma non è qui tutto, poichè narra ancora il Chuquet,che Napoleone nel 1805, poco prima che si portasse aPavia, ricordandosi ch' egli aveva ricevuto la primaComunione da Geoffroy, parroco di Brienne, dal qualeera stato invitato in quel giorno a lauta mensa, vollerivederlo. Il vecchio parroco cercò schermirsi, addu-cendo che nulla aveva a chiedere. Napoleone, informa-tosi del reddito ch'egli ritraeva dal suo ministero par-rocchiale dichiarato di 1ooo scudi, domandò se talereddito fosse ancora mantenuto in quella misura, edavendo saputo che per la sua conservazione, occorrevache la parrocchia fosse elevata al grado di primaclasse, Napoleone ordinò subito che tale fosse consi-derata durante la vita di quel parroco. Sono atti questisuperiori ad ogni elogio e veramente preclari, perchèofferti da un personaggio potentissimo, giunto all'apogeodella sua gloria a soli trent' anni di età, e in tempo incui molto numerosi erano coloro che sprezzavano ognipratica religiosa, perchè era di moda il farlo. Ma nonera certo Napoleone uomo da inchinarsi davanti a si-mili bassezze. Si comprende qual fascino esercitasseancora sopra di lui la cara memoria della sua primaComunione! (I).

    (i) Dalle persone di eletto sentimento, certo è che difficilmenteviene dimenticato il giorno della prima Comunione, perchè rie-sce non solo di dolce ricordo, ma di conforto nell'ora del dolore.Ben lo provò un valoroso pubblicista, letterato, archeologo ed ar-tista di Milano avv. Ambrogio BayZero, morto di soli anni 30o in

  • 1- 2 -

    Dopo la visita fatta al collegio di Brienne, Napo-leone si recò colla sua consorte a Lione; continuò poiil suo viaggio per Chambéry e Torino, indi ad Ales-sandria, ove stette fino alla vigilia del giorno destinatoper la visita alla città di Pavia.

    quella città il 7 agosto 1882. Giovane di grande intelligenza e dirara coltura, ebbe il compianto da parte di tutta la stampa. Gliultimi giorni di questo caro e simpatico giovane furono descrittiin modo insuperabile e con indicibile tenerezza di cuore dal di luifratello avv. Carlo, uomo che onora la città di Milano sua patria,per le preziose sue virtù di cui si giovano le opere pubbliche dibeneficenza. Dei ricordi del dotto defunto pubblicati a Milanonel 1882 dalla tipografia Lombardi, è commoventissimo il passo cheriguarda la memoria della sua prima Comunione, e che si leggealla pag. 16 di quel volume di ricordi. 1 bene che qui sia ripro-dotto il brano preciso, dal quale risulta come il colto avv. Am-brogio Bazzero nella rievocazione di quel fausto giorno, trovò ilconforto atto a rendergli meno amaro il sacrificio della vita chepur troppo stava per compiere. " Nei primi due giorni d'agosto" del 1882, ,, così narra il di lui fratello Carlo, " inquieto e tri-" ste cercava riposo l'Ambrogio, senza mai averne il refrigerio:" pareva che antivedesse il suo futuro destino, e la sua mente," scompigliata dalla febbre, ma fulgida ancora, abbandonò i dolori" del presente per cercare lontano, nei ricordi della fanciullezza," le caste ispirazioni di una fede sopita, per cercare nel tenebroso" avvenire qualche cosa che desse luce a quella fede, che gli fa-" cesse parer meno amaro il sacrificio che gli incombeva e sorridenti" almeno di speranza le torbide visioni che s'affollavano al cer-" vello. Ricordò che quando ricevette la sua 'prima Comunione," la mamma gli aveva dato una piccola immagine della Madonna," dal visino compunto, dal capo raggiante; -- quell' immagine," gualcita dal tocco di molti anni e dai baci d'allora che credeva" tanto, riposava, nascosta, ma non dimenticata, in un libriccino" di preghiere. La sua mente si posò là rasserenandosi, e allora" parve obliare la terra e i suoi'truci uragani, e chiamata la santa" sua madre, che si struggeva fissandolo, le disse: Mamma, dammi" la piccola immagine che è nel mio libro verde delle oraZioni, e" dammi uno spillo. Nostra madre senti nell'anima un sinistro ba-" leno, ma fidava e lo compiacque. Egli sorse ginocchioni sul" letto, e sulla tappezzeria al di sopra del capezzale fissò l'imma-" gine e la baciò; poi aggiunse tranquillissimo: Te, mamma e la

  • - 13 -

    L' arrivo dell' augusta Coppia imperiale a Pavia fupreannunciato, addi 22 aprile 1805, al presidente dellaMunicipalità Camillo Campari, intrepido uomo bene-merentissimo di Pavia, ove lasciò tanta cara ricor-danza di sè (I), con dispaccio pervenuto da Alessan-dria, ove Napoleone aveva voluto sostare per visitarele opere di fortificazione da lui prescritte e per rivederei gloriosi campi di Marengo, sia per rievocare la me-moria della famosa battaglia colà avvenuta il 14 giu-

    " Madonna! e in quelle parole, dimentico delle feroci e scettiche" battaglie combattute, si ricoverò nei puri ideali dell'affetto di" figlio, e la donna non vide più che nelle sue più immacolate" incarnazioni, nelle madri straziate, piangenti sovra i sepolcri. - Il" 4 agosto ei baciò tutti e chiese perdono, egli che non aveva" altra colpa che questa di abbandonarci. Dal sacerdote chiamato" nello stesso giorno ebbe l'assoluzione, mentre egli teneva le" mani in atto di pregare, accennò che moriva nella fede di sua" madre e poi soggiunse: jate di me quanto volete... desideravo la"cremaione del mio cadavere, ma non la chieggo più. Il 6 agosto" gli fu amministrata l'estrema unzione e nella mattina di lunedi" 7 agosto lo spirito suo abbandonò la terra! ,, Ambrogio Baz-zero fu in questa parte il più grande imitatore della fortezza d'animodi Napoleone I.

    (I) Pochi uomini, come il Campari, tanto bene operarono avantaggio di Pavia. Giustamente pertanto il suo nome fu inscrittoa titolo d'onore nel Famedio del nostro cimitero monumentale.Nella Guida per visitare il Famedio, stampata in Pavia nel 1897e dettata per cura del comm. dott. Carlo Dell'Acqua e del conteAntonio Cavagna Sangiuliani, leggesi alla pag. 154 un cenno bio-grafico di Camillo Campari, morto in Pavia d'anni 58 il 14 set-tembre dell'anno 1816. Tutto fa ritenere che a lui sia dovuto ilmerito di aver salvato dalla distruzione o mutilazione quel portentod'arte che si ammira alla nostra Certosa, nel sarcofago eretto allamemoria del duca Gian Galeazzo Visconti, fondatore della stessa,morto nel castello di Melegnano addi 3 settembre 1402. (Veggasiil mio opuscolo col titolo: Della morte e jfnerali del duca Gian

  • - 14 -

    gno 18oo (i), e sia anche per murare la prima pietranella base di sostegno della colonna che ivi dovevasorgere a testimonianza presso le genti future dellagrande vittoria da lui riportata colà (2). La figura di

    Galea«zo Visconti e della ricognitione delle sue spoglie nel 188'9.Pavia, 1903, in-8, fig.) Nel cimitero monumentale di questa cittàfu murata una pietra che reca la seguente iscrizione:

    CAMILLO CAMPARIRESSE VENT'ANNI SAVIAMENTE IL COMUNE

    DAL 1796 AL 1815NELLA VICENDA DI IMPERI

    POPOLARI TEMPERATI ASSOLUTI

    EGIDA A VOLTE ESEMPIO OGNORA

    ALLA CITTÀ

    L'ANIMO INTREPIDO LA PERSPICUA MENTE

    VOLSE A FARLA RISPETTATA PROSPERA GRANDE

    E PRECORRENDO I TEMPI

    DISEGNÒ FONDARE

    SCUOLA ISTRUTTIVA AI CITTADINI

    L'ARCHIVIO STORICO PAVESE

    INVANO ANCOR DESIDERATO (*)

    ALLA NOBILE FIGURA DELL'AVO

    MORTO XIV SETTEMBRE MDCCCXVI

    I NIPOTI RIVERENTI.

    (*) Alla fondazione dell'archivio storico pavese contribuì assai il nobiledott. Carlo Bonetta, morto nel I870 d'anni 50, avendo legato i suoi libri emanoscritti di storia patria a favore del Comune. La suppellettile libraria ac-crebbe di poi pel legato del compianto nostro concittadino nob. comm. Ca-millo Brambilla, e pel dono fatto dal dott. Carlo Dell'Acqua, di cui trovasicenno negli Atti del Consiglio Comunale di Pavia dalla tornata ordinaria diprimavera 1887, alla tornata di primavera 1888 (Pavia, i888, in-4 alle p. 218-219 adunanta 5 dicembre 1889). Dell'archivio storico pavese riordinato dal-l'erudito e intelligente conservatore del Museo civico di storia patria prof.dott. D. Rodolfo Majocchi, è direttore egli stesso e già pubblicò molte me-morie assai interessanti per la storia del nostro paese.

    (I) BOTTA CARLO. Storia d'Italia dal 1789 al 18z4. Parigi, 1824,in-4 alle pag. 164-165.

    (2) Nello splendido giornale col titolo: L' IllustraZione italianan. 28 dell'anno 1901, si trovano importanti disegni relativi allabattaglia di Marengo. Intorno a questo grande combattimento, speciepoi di quello che lo precedette perchè avvenuto il 9 giugno 18oo,

  • - 5

    questa colonna può vedersi nell' opera La Patria delprof. Gustavo Strafforello (prov. di Alessandria allapag. 3). Nello stesso volume, alla pag. 13, è riprodottoil disegno dell' arco trionfale di Porta Marengo inAlessandria, una delle quattro porte per cui si accedeal suo vasto suburbio esterno, ed alla pag 5, si rilevail disegno della statua rappresentante Napoleone primoConsole, scolpita dal valente artista Cacciatori per in-carico del sig. Giovanni Dellavo che su porzione dellapianura di Marengo costruì nel 1847, un' elegantevilla, nella quale si mostrano armi, proiettili, ed altrioggetti stati raccolti sul campo di battaglia.

    Si dava 1' annuncio collo stesso dispaccio che i So-vrani avrebbero passato il Po a Mezzana Corti, oracomunello della nostra provincia e che era allora luogodi confine fra l'impero francese e il regno d'Italia,per portarsi indi a Pavia, ove avrebbero fatto il lorosolenne ingresso nel giorno di lunedì 6 maggio 1805,ben degno oggi d'essere ricordato, ricorrendo il primocentenario da quella data.

    Parrà strano per verità che 1' imperatore Napoleone I,nel momento da lui ritenuto il più opportuno per re-carsi alla Metropoli Lombarda a cingere la corona dei

    conosciuto sotto il nome di battaglia di Montebello presso Casteg-gio, raccolse importanti notizie il cav. dott. CARLO GIULIETTI nelsuo libro pubblicato a Casteggìo nel 1902 col titolo: Montebellonel Vogherese, spigolature storiche. Ediz. 3 . con aggiunte. - Narrail barone CLAUDIO MÉNÉVAL nella recente sua opera intitolata:Mémoires pour servir à l'histoire de Napolon Ier che l'impera-tore Napoleone per la visita da lui fatta nel I8o5 a d Alessandria or-dinò che si dovesse tenere a Marengo una grande rivista sotto il co-mando del maresciallo Lannes incaricato delle manovre militari,eseguite sullo stesso campo in cui cinque anni innanzi avvenne ilcombattimento che prese il nome di Marengo. Riferisce lo stessoMénéval che l'imperatore Napoleone volle che gli si recasse daParigi il cappello e l'abito da lui indossato in quella memorabilee gloriosa giornata (Paris, 1894, in-8, tom. I.er, pag. 389-391).

  • 16 -

    re d'Italia in quella sontuosa Cattedrale con solennefunzione civile e religiosa, si fosse deciso di onorarecolla sua presenza per la prima fra tutte le nostrecittà questa di Pavia, onde visitarvi il celebre suo an-tico Ateneo. Naturale è la sorpresa, pensando ch' eglinon poteva certo aver dimenticato 1' immane scempioche nove anni prima aveva fatto della nostra città perpunirla della rivolta contro i suoi soldati, avvenuta nelmaggio 1796. I pur troppo ancora noto il sacco da luipermesso ai suoi soldati per vendicarsi della ribellePavia, e le stràgi che vi si commisero, senza riguardoa chicchessia, come risulta dalla narrazione di VincenzoRosa, testimonio oculare, stampata in Pavia il 16marzo 1797 (1). Fu gravissimo il castigo, eppure parvegià assai mitigato, di fronte al proposito che avevaespresso Napoleone di voler sterminare la città (2).

    (i) Sul tumulto di Pavia contro i francesi nel 1796 abbiamouna relazione pubblicata dal prof. PIETRO CARPANELLI nel Ma-nuale della provincia di Pavia per l'anno I856; un'altra relazionedel sacco dato dai francesi a Pavia nel 1796 si legge nel vol. I'(alle pag. I 56-159) dell'opera Memorie e documenti riguardanti1F4ancesco Meì d'Eril, duca di Lodi. Milano, I865. - Sull'insur-rezione di Pavia del 796 pubblicò una Memoria il prof. CARLOMAGENTA di Pavia, nella Rivista storica italiana. Torino, 1884,fasc. 2. dalla pag. 273 alla 293. - Anche il prof. SILIO MANFREDIpubblicò sull'insurrezione e sacco di Pavia del 1796 una Memo-ria storica documentata che uscì alla luce a Pavia nel i9oo, dedi-cata al nome del compianto Carlo Merkel professore di storia al-l'Università di Pavia. - Negli uffici della Curia vescovile di Pa-via .trovasi esposto in un quadro uno scritto colla firma autografadi Bonaparte, generale in capo dell'armata d'Italia, dettata dalQuartiere generale di Milano il 30 aprile dell'anno 5.0 della repub-blica una e indivisibile (a. 1797), col quale prega il vescovo diPavia di accordare al P. Gregorio Fontana, professore all'Univer-sità di Pavia, la sua secolarizzazione da prete regolare a prete se-colare.

    (2) MAGENTA prof. CARLO. I Visconti e gli Sfor

  • - 7 -Quali siano stati i moventi di Napoleone I, di quel

    Grande a cui si volsero sommessi, come aspettandoil fato

    . due secoliL'un contra l'altro armato (i),

    per voler fare una visita particolare a Pavia non si cono-scono, ma si possono presumere. Egli aveva già presoad amare, ammettendolo nel novero dei suoi più intimiamici, Il'insigne pensatore abate Lorenzo Mascheroni diCastagneta (prov. di Bergamo) professore di algebra egeometria all'Università di Pavia, che qui pubblicandonel J793 il famoso suo libretto: L' invito a Lesbia Cido-nia, fu da tutti ammirato come poeta classico. A Napo-leone, il più grande genio militare di quel tempo, dedicò,nel 1797, la rinomata sua opera col titolo: Geometria delcompasso (2), giudicata dai matematici un vero capo-lavoro. Tale dedica si compone di bellissimi versi, cheè pur bene qui riprodurre, perchè rivelano la nobiltàde' sentimenti patriottici di quell' illustre Autore, mortoa Parigi il 14 luglio I8oo0

    A BONAPARTE L' ITALICO.

    Io pur ti vidi con 1' invitta mano,Che parte i regni, e a Vienna intima paceMeco divider con attento guardoIl curvo giro del fedel compasso.E te pur vidi aprir le arcane cifreD'ardui problemi col valor d'antico

    (I) MANZONI A. Il y maggio. Ode.(2) Pavia, anno V della repubblica francese (1797). Un volume

    in-8, di pag. 264 con varie tavole. - Nella XV relazione del Re-gio Istituto tecnico Antonio Bordoni di Pavia, dettata dall'illustresuo preside cav. uff. prof. Celso Bonomi, fu da lui pubblicato unabella Memoria commemorativa di Lorenzo Mascheroni, nella ricor-renza del I. o centenario dalla sua morte (pag. 73 alla 86).

  • 18

    Geometra Maestro, e mi sovvenneQuando l'Alpi varcasti Annibal novoPer liberar tua cara Italia, e tuttoRapidamente mi passò davantiL'anno di tue vittorie, anno che splendeNell'abisso de' secoli qual sole.Segui 1' impresa, e con 1' invitta manoGuida all' Italia tua liberi i giorni.

    Ciò premesso, si comprende ben facilmente perchetanto interessasse a Napoleone di approfittare di unaoccasione propizia per dimostrare il suo attaccamentoalla rinomata sede lombarda delle scienze e delle let-tere illlustrata pur tanto dal Mascheroni (i), e dellaquale era astro fulgidissimo quell' Alessandro Voltach'egli conobbe ed ammirò a Parigi nel 18o0, avendoassistito il 7 e 12 novembre di quell' anno agli espe-rimenti fatti dal Volta all' Istituto di Francia colla piladi sua invenzione. Ne rimase così estatico il Bona-parte, che visitando un giorno la biblioteca dello stessoIstituto nella quale era stato eretto un trofeo di coroned' alloro in onore di Voltaire come rappresentante ilgenio francese, giunto dinanzi a quel trofeo che recavanel mezzo le parole:

    AU GRAND VOLTAIRE

    pensando quanto più fosse dovuto tale onore al genioitaliano ch'egli ben ravvisava in Alessandro Volta, ilGalileo dei nostri tempi, avvicinatosi al trofeo, raschiòcoll'unghia le tre ultime lettere, e lesse:

    AU GRAND VOLTA

    dando così un esempio preclaro della grandezza del-l'animo suo. Devesi al celebre scrittore francese Victor

    (i) Le poesie edite ed inedite di Lorenzo Mascheroni furonoraccolte e pubblicate per cura di DEFENDENTE SACCHI. Nel I82se ne fece una 2 .a edizione accresciuta di nuove poesie.

  • - 19

    Hugo la notizia di questo aneddoto, che onora la me-moria di Alessandro Volta e del suo encomiasta Napo.leone I ad un tempo, notizia che troviamo riferita allapagina 90 dell' importante libro edito a Milano nel 1879col titolo: Alessandro Volta a Parigi, dettato dall'il-lustre nob. avv. Zanino Volta, nipote di quell'insigneprofessore, con documenti inediti e facsimile.

    Animato com' era da tali sentimenti, non reca piùsorpresa se 1' imperatore Napoleone I, nel suo arrivoa Pavia, addì 6 maggio 1805, abbia voluto qui tratte-nersi ben due giorni, tanto egli desiderava di visitarequesta nostra celebre Università (I).

    Da Alessandria, come si disse, pervenne ' avvisoche la Coppia Reale sarebbe giunta a Pavia il 6 mag-gio 18o5, facendo sosta dapprima a Mezzana Corti.Napoleone aveva ordinato che sulla sinistra spondadel Po dovesse portarsi il 1.0 reggimento dei cacciatoria cavallo, destinato a scortarlo fino al palazzo delmarchese Luigi Botta in Pavia. Aveva questi allestitole sale della vasta sua abitazione colla maggior pompapossibile, tenendosi molto onorato di accogliere edospitare nel suo palazzo, dietro anche desiderio espressodal Municipio, le LL. MM. II. RR. al loro arrivo inquesta città (2).

    (i) Singolare contrasto delle vicende umane 1 Chi avrebbe maidetto che alla distanza di soli i6 anni da questa data, non solosarebbe stata annunciata la morte di quel celeberrimo capitano av-venuta addi 5 maggio 1821 nell' isola di Sant' Elena, ma ricordatoaltresì che la di lui salma stava esposta nei giorni 6 e 7 di mag-gio di quell'anno. Eppure fu proprio così!

    (2) Il Municipio così scriveva allora al marchese Botta Adorno:" Vi partecipo che S. M. 1' imperatore entrando in questo Regno" vuol degnarsi di onorare per la prima la nostra città, e che si" intende assegnare al Sovrano un palazzo conveniente alla sua di-" gnità ed unicamente riservato al medesimo ed al corteggio vi-" cino alla sua persona. Quanto alla scelta del palazzo, il vostro" è il più adatto per tutti i rapporti all' importanza di un tale ser-

  • -20 -

    Napoleone giunse a Mezzana Corti (ove ebbe i na-tali nel 1788 Antonio Bordoni che divenne celebreprofessore di matematica) alle ore 18 del 6 maggio, econformemente alle prescrizioni emanate dal sig. Longo,prefetto del dipartimento d' Olona, venne fatta unasalva di 6o colpi di cannone, stata ripetuta a Binasco,a Milano, non che in tutte le piazze forti del regnosino alle rive dell'Adige e dell'Adriatico. Nello stessotempo si dovettero suonare le campane in tutta l'estensione dello Stato (i). Acclamata la Coppia Imperialeda numeroso popolo festante (2), ed attraversato il Poin elegante buccintoro, ornato con drappi di damascorosso e bianco (i colori della nostra città) e condottoda barcaiuoli in costume di marinai, si toccò la spondasinistra del fiume, ove era stato costruito un padiglionea broccati, a fiori, a specchiere. Ivi seguì il primo

    " vizio, persuasi che animato voi pure, rispettabile signore, di quello" stesso zelo e decoro con cui si distinsero sempre in simili impegni" i chiarissimi vostri Maggiori, non lascerete di pareggiarli in si" propizia occasione, disponendo che il palazzo medesimo venga" allestito pel divisato alloggio ,,. Il marchese Luigi Adorno Bottacosì rispondeva: " Corrispondendo all' invito che cotesta Ammi-" nistrazione Municipale si è degnata farmi in data del 26 aprile" per l'allestimento della mia casa per l'alloggio di S. M. 1' im-" peratore e re nostro Sovrano nell' imminente fausta occasione" che viene a felicitare dell' augusta sua Presenza la nostra città," mi fo un dovere di rassegnarle, che mi recherò a somma gloria" di mettere tutti gli appartamenti nobili di detta mia casa a di-" sposizione della M. S. I. e R. per il giorno indicatomi. Mi lu-" singo però che codesta Amministrazione riconoscerà colla sua" saviezza indispensabile, che la mia famiglia di servizio possa" restare in casa, anche per prestarsi colla sua opera a tutto quello" che potrà esigere 1' I. R. servigio. Mi rassegno con distinto ri-" spetto - Luigi Adorno Botta ,.

    (I) Giornale italiano. Milano, 4 maggio 1805, num. 53, allapag. 218.

    (2) Giornale italiano. Milano, 8 maggio 1805, num. 55, allapag. 224.

  • -- 21 -

    ricevimento delle Autorità che colà si erano recateper presentare ai Sovrani 1' omaggio del loro osse-quio, alle quali stavano a capo il vice-presidente delregno d'Italia Francesco Melzi d' Eril, il Prefetto delDipartimento d'Olona sig. Longo, residente in Milano,e il Podestà di Pavia Camillo Campari, strenuo tutoredegli interessi della nostra città, che colà era giuntocogli assessori Flaminio Trovati e Camillo Capsoni.Furono questi i primi a felicitare la Coppia Imperialepel suo fausto arrivo. Al Podestà Campari presentatodal Prefetto, rivolse subito, con bel garbo, la parolaNapoleone, dicendo: a Oh siamo un'antica conoscenza! "Lo ricordava ancora in quel momento quando nel 1796perorava presso di lui a favore della nostra città, noncolpevole degli eccessi cui si era pur troppo lasciatatrascinare. Pronto il Campari rispondeva a Napoleone:,, Vorrei, Maestà, che dimenticaste quelle giornate n,ma egli subito soggiunse: a Fate animol I pavesi be-neficati dall'Austria fecero per lei una rivoluzione; viassicuro (mettendo la mano sulla spalla del Campari)che non trascorrerà molto tempo che essi, all'occasione,sapranno fare una rivoluzione anche per me n. Questeparole ricordava perfettamente il figlio avv. Giacomodi sempre cara memoria morto nonagenario il 22marzo 1883, all'operoso professore ed ottimo mio amicocomm. Carlo Magenta (i), e che lo stesso Campari

    (I) MAGENTA prof. CARLO. I Visconti e gli Sfor(a nel castelloli Pavia e loro attinente con la Certosa e la storia cittadina. Mi-lano, 1883, in-fol., vol. I (testo), alla pag. 785. Nel vol. II furonostampati i documenti, in gran parte inediti. - In memoria delcomm. prof. Carlo Magenta morto di soli anni 54 il 19 settembre1893 a S. Colombano al Lambro, scrisse e pubblicò il dott. CarloDell'Acqua suo intimo amico alcune pagine particolareggiate nellaMiscellanea di storia italiana. Torino, 1874, serie 3, II (XXXIII).- Sulla vita e sulle opere dello stesso pubblicò un' importantissimaAlemoria documentata e con molta competenza il prof. Pio Fer-

  • - 22 -

    sovente ripeteva nel circolo dei suoi intimi amici, fracui si è trovato chi scrive, che dallo stesso pure leudì e raccolse (i).

    Dal Municipio di Pavia era stato pubblicato il se-guente proclama:

    Regno d' Italia

    DIPARTIMENTO 1)' OLONA

    L'AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE DI PAVIAProclama

    « Pavesi,

    a Se avvi un momento in cui la propizia sorte ci, lascia un vasto campo alla esultanza del nostroa cuore egli è certamente quello dell' alto onore chea fra le altre tutte va a ricevere la nostra città, de-a gnandosi S. M. l'imperatore dei francesi e re d'Italia, di presceglierla pel suo primo ingresso nel regno, e, di fare in essa la sua dimora per qualche giorno con,, l'Augusta sua Consorte l'imperatrice Giuseppina.,a Una sì interessante combinazione di cose, che va

    ,, a stabilire la pubblica e la privata felicità, e la pre-a ferenza, della quale per somma bontà del Sovranoa viene a gioire la città nostra in questa fortunata oc-a casione devono essere segnate dal Popolo Pavese

    rieri, da lui premessa all' opera illustrativa della celebre nostraCertosa, scritta dal prof. Magenta e che vide la luce in Milanonel 1897. In onore di chi seppe dare alla sua patria queste duecolossali opere fu murata una bella iscrizione nel vestibolo delcastello o palazzo Visconti, nella ricorrenza del V centenario dellamorte di Gian Galeazzo Visconti fondatore della Certosa.

    (I) Di ciò che Napoleone disse al Campari e della rispostache questi a lui fece, è cenno particolareggiato anche nel vol. 6della Storia di Milano dall'origine a' nostri. giorni di FrancescoCusani, Milano, 1867, in-8, alla pag. 151.

  • 23 -

    a con tutte le dimostrazioni di perfetto omaggio, dia costante giubilo e di decisa riconoscenza.

    a La vostra Amministrazione Municipale, o Pavesi,a interprete del vostro spirito, non lascia di usare dia tutti i mezzi che sono in suo potere, per adempierea al dovere che le incombe e come Rappresentantea di voi medisimi, e come quel corpo, che è formatoa di invidui, che tutti hanno gloria di appartenere ada una Patria istessa.

    a Essa ha già divisato anche secondo le intenzioni« del Consiglio Comunale di far erigere un monumento,a che perpetui la memoria di quest'epoca felice, ea ha date le necessarie disposizioni per procurare dia manifestare al Sovrano i sentimenti dalla sincera vo-,, stra venerazione.

    ,, Questo però è poco, o Pavesi, in confronto dellaa magnanimità del Monarca e delle graziosità che cia comparte. Tocca a voi il dar compimento a questat opera, disponendo gli animi vostri a tutti quei trattia di vera gioja, di rispetto e di omaggio, che voi purea riconoscerete doverosi in si favorevole circostanza.

    , L'Amministrazione Municipale è intimamente per-, suasa, che oltre le continue acclamazioni di festosi, Evviva, tutti vorrete distinguervi coll'addobbare le,, finestre e, le botteghe nel giorno dell'arrivo, e dellaa dimora dei Sovrani, e segnatamente in tutte quellea strade, dove essi avranno a transitare, e che final-a mente renderete più brillanti queste vostre contrade,a con una straordinaria illuminazione a tutte le finestrea e poggiuoli delle rispettive vostre case nelle notti,

  • 24

    a seguenza nella nostra città seguirà nel giorno 6 del«, corrente mese. Essi entreranno per la Porta del ponte, Ticino passando al palazzo Botta Adorno destinatoa pel loro alloggio; l'arrivo poi, e la partenza dei me-« desimi verrà annunciato collo strepito dei bellici istro-,, menti, e col suono de' sacri bronzi.

    a L'amministrazione Municipale si ripromette di es-ta sere compiutamente assecondata da' suoi concittadini,a che amano la patria, e conoscono abbastanza l'impor-a tanza delle cose, e delle favorevoli conseguenze chea ne possono derivare.

    « Pavia dal Palazzo Civico li 2 maggio ]8o05." CAMPARI, presidente, MAROZZI, amministratore municipale

    a GALLARDI RIVOLTA, segretario ,,.

    Quasi contemporaneamente il Prefetto del Diparti-mento d'Olona faceva diramare alle AmministrazioniMunicipali del Dipartimento stesso la seguente circo-lare a stampa N. 4427, Sez. 2.":

    a L'ingresso di S. M. l'imperatore e re sul ter.a ritorio del regno accadrà lunedì 6 dell' entrantea maggio., All' imbarcarsi delle LL. MM. sul passaggio del

    a Po, si dovranno suonare le campane in tutta l'esten-a sione dello Stato.,, L'artiglieria della piazza annuncierà il fausto arrivo., Affido pertanto 1' incarico alla vostra attività, per-

    da chè in sì memorabile avvenimento al sentirsi lo sparoa dei cannoni, li sacri Bronzi di codesto Comune ea Distretto annuncino al popolo il momento, in cuia le LL. MM. II. e RR. giungeranno nel Regno., Ho il piacere di salutarvi.

    Sott. LONGO.

    Sott. CASATI, segr. agg.

  • - 25

    Nel solenne primo ricevimento delle Autorità conve-nute a Mezzana Corti per ossequiare i Sovrani, il Pre-fetto del Dipartimento d'Olona arringò le MM. LL.coi seguenti discorsi:

    A S. M. L'IMPERATORE.

    , Sire,

    , Ho l'onore di presentare a V. M. I. e R. le sincere« felicitazioni del Vostro Dipartimento d' Olona. AllaU gioja comune nel rivedere 1' Eroe, che più volte ci hau dato una esistenza politica, alla sorpresa generaleu nel rimirare fra noi il Sovrano, che ha ridonato, pace, leggi e religione alla Francia, in noi si unisce, anche la certezza che voi venite a compiere la no-Sstra felicità. Il voto unanime di tutti i buoni vi ha, chiamato al Regno d' Italia, ed accettando Voi que-a st'omaggio della Nazione Italiana, ci assicurate ab-,, bastanza che vorrete innalzarla a quegli alti destini, cui l' è dato di poter giungere. In ogni parte dello, Stato, e massimamente nella fedele Milano, Voi noní< troverete se non se uomini penetrati di ammirazione, per la Vostra grandezza e di gratitudine pei Vostri,, beneficii. Degnatevi, o Sire, di accettare 1' espres-a sione di questi veraci sentimenti, cui tanto più vo-,, lentieri v' offro, quanto sono certo che sono anchea quelli dell'intera Nazione n (i).

    (i) Vedi Giornale italiano. Milano, Ii maggio z8o0, n. 56alla pag. 231. S. M. si degnò rispondere: " Essere intimamentepersuasa del buon cuore e dell'affezione de' milanesi e degli altrisuoi popoli del Regno; che lasciando il suolo della Francia nonaveva cangiato condizione, essendo sicura di non essere menoamato di qua che al di là delle Alpi ,, (idem, id. pag. 2:5)).

  • - 26

    A S. M. L'IMPERATRICE.

    Sacra Maestà,

    , In un'epoca sì memorabile per la Nazione Italianaa è pur dolce di rivedere 1' Augusta Sposa di Napo-a leone, quella che il Cielo ha fornito di tanti doni, per raddolcire le più gravi cure del più grande fraa gli Eroi, e di vederla a parte della felicità di quei« popoli per i quali ha sempre mostrato tanto inte-, resse! Incaricato di presentarle le felicitazioni del« Dipartimento d'Olona, io son ben contento di tro-a varmi 1' interprete di quei sentimenti che 1' istessa, Nazione è impaziente di poter esprimere. V. M. sia degni di accettarli colla solita Sua clemenza, e piùa non ci resterà che abbandonarci a quella allegrezza,a cui tutto ci ispira in un momento così fortunato » (I).

    Compiuto il ricevimento a Mezzana Corti, la CoppiaImperiale e Reale si avviò diretta alla nostra città,preceduta da un Corpo di Dragoni, guardie d'onore acavallo, composto di giovani volontari pavesi apparte-nenti alle più distinte Casate di Pavia e che vestivanomarsine di panno bianco con mostre verdi per uni-forme, con cappello piumato e stivali all'inglese. Cosìfu concesso dal Ministro dell' Interno, dietro domandade' nostri Delegati Municipali (2). Offriamo qui sotto1' elenco alfabetico dei giovani che facevano parte diquel Corpo, destinato a scortare le LL. MM. nella vi-

    (I) Vedi Giornale italiano. Milano, II maggio I8o5, num. 56,alla pag. 231.

    (2) Nel Museo Napoleonico di proprietà dell'egregio dott. LuigiRatti di Milano (via Bigli, i), si conserva una marsina e un cap-pello con piuma dell' uniforme suaccennata, come graziosamentevenni da lui informato.

  • - 27 -

    sita della città di Pavia (i). Seguivano poi tre car-rozze a 6 cavalli ciascuna; indi la splendida carrozzaa 8 ,cavalli, entro la quale stavano le LL. MM. scortatada cavalleria, seguita da altre carrozze a 6 cavalli cia-scuna, in una delle quali vedevasi il Podestà di PaviaCamillo Campari, il quale recava le chiavi della cittàsopra un bacile da presentarsi al Sovrano. In altre 6carrozze a 4 cavalli presero posto i Municipalisti, edun altro corpo di cavalleria chiudeva il corteo.

    Da Mezzana Corti si giunse a S. Martino Siccomarioe al Gravellone; ivi per cura del Comune dei CorpiSanti di Pavia vedevasi eretta una bella porta trion-fale. Altro arco d' onore fece allestire il Municipio diPavia all' ingresso del Borgo Ticino, ove stavano schie-rati due battaglioni dell' artiglieria italiana a piedi, edun battaglione di pontieri francesi.

    (I) Capo Squadrone: - Bellisomi marchese Aurelio C- api-tano: nob. Pisani Dossi Carlo - Tenenti: Pertusi Giuseppe eVistarini conte Giuseppe. -- Guardie: Bellisomni march. Giuseppe,- Bellisomi march. Carlo Bonfanti Ambrogio - CaminadaGiovanni - Cattaneo Samuele di Pieve Porto Morone - Chiap-pori Pietro - Comi Giambattista, impiegato municipale - DeAntoni Gaetano - Ghislanzoni Giacomo - Grupelli Pietro diCosta S. Zenone magazziniere del Municipio, porta stendardo- Grupelli Serra Pietro - Imbaldi Angelo -- Majno marcheseGiasone - Martignoni Pietro - Moretti Pietro Antonio, di Villa-lunga - Orlandi ing. Vincenzo, d'Arena Po - Pasi avv. Angelo- Pasi Pio, imp. municip. - Passerini Siro, di S. Martino - Pic-cioni Luigi, di Carbonara - Pisani nob. Gaetano - Reina no-bile Antonio - Tacchini Giuseppe -. Tenca Antonio - TencaGiuseppe di Vidiguifo - Uslenghi Vincenzo.

    Queste notizie descrittive del corteo sono tratte da un Diarioms. del cittadino pavese Luigi Fenini che si conserva nella biblio-teca del Museo civico di storia patria in due grossi volumi, neiquali si accennano, giorno per giorno, i fatti più interessanti ac-caduti in Pavia a cominciare dall' 8 ottobre 17oo00 a tutto il 3idicembre 1831. Tale Diario ebbe principio nel 1700 per cura del-l'avo suo Giuseppe Fenini.

  • - 28 -

    Sotto l'atrio mantenutosi fino a questi ultimi annidinanzi alla porta della chiesa di S. Maria in Betlem,si presentava il Capitolo della Cattedrale con croce al-zata, ed otto ceri accesi, preceduto dal vicario capite-lare prevosto Angelo marchese Bellingeri, perchè va-cante la sede vescovile per la morte di mons. GiuseppeBertieri avvenuta il 25 luglio 1804 (I).

    (I) IIl Capitolo della Cattedrale era allora composto come segue:Bellingeri marchese Angelo, vicario capitolare prevosto della Cat-

    tedrale, morto il I5 novembre 1812, d'anni 77.Beccalli D. Luigi, can. morto il 21 settembre i836, d'anni 72.Berzio D. Domenico, can., morto 1' II maggio 1822, d'anni 77.Brambilla D. Giuseppe, can. arciprete, morto il 28 maggio 1843,

    d'anni 79.Calcagni D. Giuseppe, can. primicerio, morto il I8 febbraio 1822,

    d'anni 71.Carena nob. D. Antonio, can. dott. S. T., morto il 23 maggio 1838,

    d'anni 68.Conti D. Agostino Siro, can., morto il 26 novem. 1815, d'anni 84.Del Pero D. Gerolamo, can. dott. S. T., trasferito nel i8o6 alla

    Cattedrale di Como.Del Poggio nob. D. Giovanni, dott. in legge, morto il 4 aprile 1824,

    d'anni 64.Draghi D. Filippo, can. teologo, morto il I8 maggio 1814, di

    anni 77.Galli D. Giuseppe, can., morto il 12 ottobre I834, d'anni 75 (*).Magnaghi D. Giuseppe, penitenziere maggiore, dott. S. T., morto

    il io maggio i823.Manera D. Angelo, dott. S. T., morto il 20 ottobre 1805, d'anni 28.Piccotti D. Gio. Domenico, cancell. vesc., morto il Io febbraio 1820.Quattromi D. Ambrogio, arcid., morto il 24 dicembre 1820 (**).Robecchi nob. D. Gio. Battista, can., morto il 25 dicembre 1809,d'anni 68.

    Vitali D. Giovanni, can. decano, dott. S. T., morto il 6 febb. 1852,d'anni 85.

    (*) Insegnò all'Università ove fu eletto Decano della Facoltà filosofica nel-1' anno scolastico 1820-21. Nel seminario di Como fu professore di Storiaecclesiastica e di Teologia dogmatica. Nel i8o0 fu nominato dal GovernoCisalpino canonico della Cattedrale. Scrisse e pubblicò la Biografia delcard. Sigismondo de Gerdil, tanto stimata dagli intelligentì.

    (*) Pubblicò in Milano nel 1803 una sua Memoria col titolo: Notizie sin-cere e documentate sul trasporto alla Cattedrale di 'Pavia del sacro de-posito, altare ed urna di S. edgostino.

  • 29

    Il ponte sul Ticino era stato trasformato in una gal-leria a fiori ed a colonne listate di damasco.

    Accolta la Coppia Imperiale fra i più esultanti evvivadel popolo, salutata dallo sparo dei cannoni e dal suonodi tutte le campane della città, fece il suo solenne in-gresso in Pavia, della quale si vedevano tappezzati ingran parte i muri con arazzi e damaschi; le vie eranotutte sparse di fiori (I). I ricchi gareggiavano fra loro,desiderosi di accogliere nei loro palazzi gli illustripersonaggi che qui convennero per onorare la pre-senza degli Augusti Sovrani. S. A. R. il Principe Eu-genio Napoleone Beauharnais fu ricevuto dal marcheseCorti nel suo palazzo presso la basilica di S. Michele.

    La maestosa carrozza entro la quale stavano i So-vrani, era tratta da otto cavalli, ed a quella facevanoseguito molti altri cocchi pei Ministri, Consiglieri diStato ed Ufficiali di Corte scortati da mamalucchi (2)nel loro abito egiziano di gala. Alla porta Ticino leg-gevasi la seguente iscrizione:

    MAGNO ET INVICTO

    GALLORUM IMP. ITALIAE REGI

    NAPOLEONI IITALICO AEGYPTICO ELVETICO GERMANICO ITALICO ITERUM

    CIVITAS PAPIENSISPRESENTEM REGEM SUUM VENERATA

    ET AUG. EIUS CONJUGEM JOSEPHINAMOMN. VIRTUT. ILLUSTREM

    FIERI PONIQUE IUSSITNON. MAII AN. MDCCCV. REGN. ITAL. I.

    Dal ponte sul Ticino fino al palazzo Botta, guardatoda ioo studenti a piedi che facevano il servizio d'onore,come aveva espresso desiderio lo stesso Napoleone al

    (i) BOTTA CARLO. Storia d'Italia dal 1789 al 1814. Parigi, 1824,in-4, alla pag. 166.

    (2) Parola araba che vuol dire uomini posseduti in proprietà(schiavi).

  • - 30

    prefetto del Dipartimento d' Olona, debitamente adde-strati alle armi e comandati dai professori (I), le vieerano tutte sfarzosamente illuminate; a stento potevaprocedere la carrozza imperiale fra la immensa molti-tudine di popolo accorsa per assistere al grandioso edimponente spettacolo.

    Giunse il corteo imperiale dopo le ore 2o al palazzoBotta sulla porta del quale leggevasi: Palazzo impe-riale e reale. L' edificio riccamente addobbato presen-tava la sua fronte illuminata da grossi ceri forniti dalMunicipio.

    (1) Offriamo il discorso letto dal rettore dell' Università pro-fessore Tomaso Nani agli studenti che volonterosi si inscrisseroper essere guardia d'onore a S. M. 1' imperatore dei francesi e red'Italia, nel momento in cui ad essi consegnò la bandiera man-data a tale scopo dal Governo:

    « Ecco, studiosi e valorosi giovani, il vessillo sotto il qualedovete formare la guardia d'onore all'augusto imperatore de' Fran-cesi e re d' Italia, Napoleone.

    « A quest'onorata insegna, che il Governo per mio mezzo viaffida, voi siete riconosciuti per que' degni giovani, ne' quali ilbenefico nostro Monarca ha specialmente riposta la sua confidenza.« \ell' importante esecuzione di un dovere tanto per voi illustre

    ed onorevole, la vostra saviezza vi diriga, il vostro coraggio nonvi abbandoni. Sovvengavi, che Minerva, a cui avete consacrate levostre cure, uscì armata dal cervello di Giove, e prestò ad essoefficace soccorso non meno colla scorta della sapienza, che conquella del valore.

    « Io, ed i miei illustri colleghi, che vi fanno corona, siamonella dolce lusinga, che tutto sia per corrispondere alla nostraaspettazione, e che la vostra condotta debba rappresentarvi al So-vrano d' Italia giovani degni' della sua considerazione e de' bene-fici suoi riguardi ». (Veggasi il Giornale italiano. Milano, i mag-gio 18o5, n. 56, alla pag. 252).

    Il quartiere del battaglione degli studenti pel servizio d' onoredi Napoleone I in Pavia nel 18o5, stava nel gran cortile unicodel Leano all' UniVersità, che già serviva di piazza d'armi e cir-colo militare. (PAVESI prof. PIETRO. La strada delle catene. Pavia,1897, alla pag. 24. Veggasi anche 1' opuscolo dello stesso col ti-tolo: Date riguardanti gli Istituti Universitari di Pavia. Pavia,I905, alla pag. I1).

  • I Sovrani furono ricevuti colla maggiore esultanzadal popolo e colla più squisita gentilezza da sei Damed'onore scelte a tale nobilissimo ufficio nelle personedelle illustri signore:

    Marchesa Teresa Botta-Adorno nata Beccaria.Contessa Giuseppa Gambarana dei marchesi Corti.Contessa Eleonora Paleari de' conti Origoni.Marchesa Antonia Corti nata Locatelli.Marchesa Teresa Bellisomi de' conti Giorgi di Vi-

    starino.Marchesa Maria Belcredi nata marchesa Rosales Or-

    dogno.Entrati i Sovrani nella maggior sala, Camillo Cam-

    pari quale Podestà del Comune presentò 1' omaggiodel Municipio e le chiavi della città che l'Imperatoreappena toccò in segno di gradimento, rivolgendoglisubito parecchie domande, alle quali il Campari risposecon molto ordine e finezza ammirabile. Dall'Universitàvenne, a titolo di riverente devozione, presentato all'Im-peratore il seguente indirizzo:

    , Sire,

    « Voi assicuraste due volte colla vittoria la sorte« d'Italia, e due volte fra i travagli delle armi sten-, deste la mano generosa alle scienze profughe e mal" sicure. Allora fu che questo tempio sacro alla scienza" venne da Voi rialzato all'antico splendore. Chiamati« noi sotto l'ombra del vostro scudo all'onorato mini-a stero del suo culto, fummo ognora penetrati da pro-, fonda riconoscenza. Il popolo francese vi pose in,, capo la corona imperiale, ma gli italiani vi prepara-« rono quella degli antichi loro Re; essi ve la offer-a sero, voi l'accettaste, e la vostra fronte piena d'alti« pensieri si fregerà d'un duplice diadema. Questo èa l'istante, che apre libero il campo alla nostra grati-« tudine, e che ci guida a depositare a' vostri piedi

    3

  • S32

    «. l'omaggio solenne della nostra comune esultazione., Voi, cui circondano le pacifiche non meno che lea guerriere virtù, accogliete il rispettoso nostro indi-a rizzo e vogliate esserci Padre e Nume tutelare. Ap-a prenda da Voi la posterità, che il genio delle armi(i unito a quello delle scienze e delle arti forma la fe-a licità delle nazioni. Venite adunque fra noi, beneficoa e magnanimo Eroe; per Voi si diffonderanno viea più tutte le fonti del sapere. Già 1' Italia, I'illustrea patria dei Virgilii, dei Galilei, dei Raffaelli, ingran-a disce le sue speranze sotto i potenti Vostri auspicii.a Il cielo vi formò per le grandi cose, e poichè tuttoa vi diede, vi conceda- lunghi e sereni giorni, ondea compiere l'opera della vostra-beneficenza, e gli altia destini che ci avete preparati (x).

    , Di V. M. I. e R.a Umilissimi e fedelissimi sudditi

    , NANI, rettore (2)

    a BRUNACCI, decano della facoltà fisico-ma-tematica (3)

    ,, RAGGI, decano della facoltà medica (4)a REssI, decano della facoltà legale , (5).

    (i) Pubblicato nel Giornale italiano. Milano, 6 maggio i8o5,n. 54, alla pag. 222.

    (2) Nani Tomaso, da Morbegno, d' anni 44, professore di di-ritto criminale, morto in Milano il 19 agosto I813.

    (3) Brunacci Vincenzo, da Firenze, d'anni 37, professore di cal-colo sublime, morto in Pavia il 16 giugno 1818. Fu sepolto nelcimitero di Pavia, ove leggevasi la seguente modesta iscrizioneposta a suo ricordo:

    VINCENTIO BRUNACCIIN ATHENAEO TICINENSI MATHES. PROF.

    QUIETEM AETERNAMDEPRECAMINI

    OElIT XVI JUNII ANNO 1818.

    (4) Raggi Giuseppe, da Pavia, d'anni 53, professore di patologiae medicina legale, morto in Pavia il 19 gennaio 1816.

    () Ressi Adeodato, da Cervia, d'anni 37, professore di econo-mia pubblica, morto a Venezia nel gennaio 1822.

  • - 33 --

    Poco dopo i Sovrani sedettero a pranzo, insieme aiMinistri ed ai Consiglieri di Stato.

    Nella mattina del 7 maggio 1' Imperatore, alle ore4. 30, uscito a cavallo dal palazzo Botta, unitamente asette Magnati di Francia, pure a cavallo e scortati dasei giovani a cavallo della Guardia d' onore di Pavia,

    L'antico monastero di S. Paolo presso Pavia distrutto nel 1856.

    si recò a visitare il Castello, palazzo, dei Visconti edegli Sforza (i), e vi rimase un'ora. Indi si portò avedere il magazzino delle polveri collocato nell'anticasoppressa chiesa dello storico monastero di S. Paolo,che faceva tanta bella mostra di sè, elevandosi sopraun ampio rialzo di terra a guisa di collinetta in pros-

    (i) Una splendida illustrazione di questo castello fu pubblicatanel 1883, come già si disse, in due volumi in-fol., dal compiantoprof. commta. Carlo Magenta.

  • 34

    simità dell'antica Porta di S. Maria in pertica, sul-1' area della quale sorse nel I868 una nuova Portadedicata al nome della valorosa famiglia Cairoli. Talemonastero fu pur troppo distrutto nel 1856, e fu so-stituito da un nuovo fabbricato ad uso villa dal chi-mico sig. Augusto Iemoli di questa città. Divenne ancorpiù storico quel monastero dal giorno in cui dopo lasanguinosissima battaglia del 24 febbraio 1525, avve-nuta sotto le nostre mura fra 1' armata di Carlo V el'esercito francese comandato dal re Francesco I, rimasequesti prigioniero e condotto in quel monastero peressere curato della ferita da lui riportata in quel giorno,che fu per esso e per la sua armata tanto fatale (i). Fuin quel monastero che Francesco I scrivendo a suamadre Luigia di Savoja subito dopo la disastrosa bat-taglia, disse: De toutes choses ne m'est demeure quel'honneur et la vie sauve (2). Quali pensieri rivolgessealla mente Napoleone I visitando quello storico monu-mento, nessuno seppe dirlo (3).

    (i) La veduta di quel bellissimo monastero fu ritratta ad oliodal vero nel 1849 dal bravo pittore Francesco Trecourt (mortoa Pavia il 22 giugno 1887 d'anni 76) in un bel quadretto che siconserva nella civica scuola di pittura. Una copia di mano dellostesso è posseduta dall'autore di queste pagine.

    (2) Lettera di Gerolamo Morone gran cancelliere del ducaFrancesco Sforza di Milano indirizzata allo stesso in data 24 feb-braio 1525, con cui gli annuncia di aver visitato nel monastero diS. Paolo presso Pavia il re Francesco I di Francia rimasto pri-gioniero nella gran battaglia di Pavia avvenuta in quello stessogiorno. Fu pubblicata alla pag. CLVII del vol. 3.0 della Miscel-lanea di storia patria edita per cura della R. Deputazione di storiapatria di Torino. (Torino, 1865). 11 testo preciso di quella letterafu anche pubblicata dall'autore di queste pagine nel suo libro IlComune dei Corpi Santi di Pavia e Cà de' Tedioli (Pavia, 1877,in-8, con 24 tavole. Veggasi alla pag. 167).

    (3) Fu a questo monastero che fecero capo addi 20 ottobreI591, il Clero e i nobili di Pavia seguiti da immensa quantità dipopolo pel ricevimento di mons. Alessandro Sauli, vescovo di

  • - 35 -

    Di là passò l'Imperatore al Poligono per assistereagli esercizi militati di manovra del cannone.

    Ritornato di poi in città, ricevette a mezzodì nel pa-lazzo Botta l'ossequio del Capitolo della Cattedrale edei parroci della città stati presentati a S. M. da S. E.il Ministro pel culto. L'Imperatore strinse la mano alvicario capitolare marchese monsig. Angelo Bellingeri,dal quale pregato a voler dare alla Chiesa Pavese unpastore degno delle sue antiche tradizioni, rispose chea prese in esame le disposizioni relative al Concordatocolla Corte di Roma, saprà dare ai pavesi un vescovoche riuscirà loro ben accetto n. Egli si riferiva all' im-portante Concordato da lui conchiuso nel i80o col papaPio VII, seguendo le alte ispirazioni del suo genio chesi può davvero chiamare patriottico, dacchè aveva bencompreso che con questo suo atto avrebbe posto fineall'era della rivoluzione in Francia, come riferisce ilDe Norvins nella Storia, da lui scritta, intorno a Na-poleone ed al suo grand'esercito (Milano, trad. Barbierie Fabi, prima vers. ital. sulla 21i ediz. franc., a. 1852,vol. 1.0, alla pagina 242). Certo e che tale suo atto seppedestare il più vivo entusiasmo nella grande maggio-ranza della popolazione francese e più ancora nelclero, vedendo finalmente restituita la pace a quellagrande nazione, consacrata dall'alleanza conchiusa colromano pontificato. Da quella data memoranda è oratrascorso un secolo e ben pare che il Governo fran-cese, omai stanco anche della pace che allietò la nazionefrancese, voglia ritornare allo stato di violenza, calpe-

    Aleria, traslato alla sede vescovile di Pavia. Da quel monasteromosse lo straordinario corteo pel di lui solenne ingresso nellacittà di Pavia, ove egli era stato laureato e nel 1561 applicato adlecturam philosophiae ordinarianz. Rammentiamo volentieri questofatto ora che nel maggio 190o si celebrarono nella Cattedralegrandi feste religiose per l'avvenuta canonizzazione di quel celebreprofessore, stato inscritto nell'albo dei santi.

  • - 36 -

    stando affatto ogni principio di vera libertà ed egua-glianza, pur di nuocere alla religione, della quale orapur troppo si vogliono disconoscere gli immensi bene-ficii che continuamente reca alla prosperità sociale. Lainsistenza con cui il Governo francese chiede la sepa-razione della Chiesa dallo Stato, non può essere ap-provata che dalle persone amanti del disordine. Meritaquindi la più sincera lode 1' on. deputato francesePichon, il quale nella tornata del 28 marzo 1905 dellaCamera dei deputati di Francia fece assennatamenteosservare che, come uno Stato non può sussisteresenza morale, e non vi può essere vera moralità senzareligione, così si dichiarava contrario al proposto pro-getto di legge, ritenendolo disastroso per la Francia, men-tre rivolse parole di lode alla memoria di Napoleone ilgrande, quando primo Console della Repubblica fran-cese seppe, pel vero bene della Francia, addivenire adun concordato colla Santa Sede. La storia dovrebbeesserci maestra della vita, ma gli uomini sono semprepur troppo cattivi scolari.

    Nel 1807 Napoleone eleggeva pel governo della dio-cesi di Pavia monsignor Paolo Lamberto D'Allegre diTorino, canonico e vicario generale di Novara, che fuconsacrato vescovo di Pavia a Milano il I.o novembredi quell'anno col titolo di arcivescovo d'Amasia. Fupersonaggio intimo di Napoleone, dal quale fu elevatoal grado di Consigliere di Stato e Conte del regnod' Italia (I).

    (I) Questo prelato tanto favorito da Napoleone mori a S. Ze-none Po nella provincia di Pavia il 6 ottobre I821, come riferiscemons. Francesco Magani nella sua Cronotassi dei vescovi di Pavia(Pavia, 1894, in-8, alla pag. i20). La morte di mons. D'Allegreintimo di Napoleone, come si disse, avvenne alla distanza di soli5 mesi precisi da quella di Napoleone, seguita come è noto, aLongwood nell'isola di Sant' Elena addi 5 maggio 1821.

  • 37 -

    Non è cenno che i Sovrani si fossero recati a visi-tare la nostra Cattedrale, ma vi erano attesi. Sullaporta maggiore di essa stava appeso un grande car-tello ornato dell'aquila imperiale ad una sola testa edell'arma del regno d' Italia, sul quale leggevasi la se-guente iscrizione:

    NAPOLEONI

    GALLOR. IMP. ET ITAL. REGI

    P. F. A

    IN POSSESSIONEM REGNI ITAL. CUM AUGUSTA CONJUGE

    PROFICISCENTI

    ECCLESIA TICINENSIS

    AUSPICATISSIMO ADVENTU LAETISSIMA

    OCCURRENS

    ET ANTISTICUM SUORUM VESTIGIA LEGENS

    INVICTISSIMO PRINCIPT

    CATHOLICI NOMINIS AMPLIFICATORI ET PUB. PACIS

    CONCILIATORI

    INCOLUMITATEM REGNIQ. DIUTURNITATEM

    IN POPULORUM SALUTEM

    A

    D. O. M.

    PRECATUR (I).

    Alle ore 13 S. M. ricevette in udienza i membri delMunicipio, presentati dal Podestà Campari con un di-scorsetto col quale chiedeva più cose nell'interesse delComune e suo territorio, e specialmente perchè non

    (I) Da registro ms. che si conserva nell' archivio del Capitolodella Cattedrale abbiamo tratta questa iscrizione.

  • - 38 -

    fosse altrove trasferito il nostro Ateneo. Intorno a

    questo punto assai interessante, Napoleone rispose su-bito: , L' Università esiste da secoli a Pavia, nè co-

    nosco motivo perchè non abbia a rimanervi (i).

    L'Università degli studii a Pavia nell'anno 180o5.

    Della sua premura a vantaggio della stessa, avevagià dato prova fin d'allora che era Primo Console della

    (I) VIDARI avvv. GIOVANNI. Frammenti cronistorici dell' agroticinese (Pavia, 1892, in-8, ediz. 2.a, vol. 4, alla pag. 196). Ilnecrologio di questo operoso ed esimio nostro concittadino scrittodal dotto conservatore del Museo civico di storia patria prof. Ro-dolfo Majocchi, fu pubblicato nel Bollettino storico pavese dell'anno1894, dalla pag. 91 alla 115.

  • 39 -

    Repubblica Francese (i) col decreto emanato in Milanoil 4 messidoro, anno VIII della stessa Repubblica cor-rispondente alla data 23 giugno 18oo, col quale ordinòil riaprimento della celebre Università di Pavia, comeivi è detto, stata chiusa per la invasione degli austriaci,provvedendo in pari tempo alla sua riorganizzazione (2).Esprimendo ai municipalisti che gli presentarono omag-gio, il vivissimo suo desiderio di visitare 1' Universitàper prendere cognizione di quanto vi si operava a pro-fitto degli studii, decise all'istante di recarvisi, ancheper ringraziare dell'ossequioso indirizzo che al suo ar-rivo in Pavia gli era stato presentato dal Rettore edai Decani delle rispettive Facoltà (3).

    (I) Fu col I8 brumajo 1799, corrispondente al 9 novembrestesso anno, che Bonaparte sciolto il governo del Direttorio inFrancia, creò il Consolato, nominandosi egli stesso primo console.Fu il Io maggio 1804 che gli fu presentato 1' Editto senatorio chegli conferiva il titolo d' Imperatore creando ereditario nella famiglia di lui il trono imperiale. Il calendario repubblicano ebbe vitacol 22 settembre 1792 e rimase abolito col 3 I dicembre r8o5(CARRARESI G. CESARE Cronografia generale dell'era volgare dal-l'anno I al 2ooo. Firenze, 1874).

    (2) Memorie e documenti per la storia dell' Università di Pavia.Pavia, 1877, in-fol., parte I1 (documenti) alla pag. 44.

    (3) Siamo lieti di poter offrire la veduta dell' Università, comeera allora, alla quale era congiunta l'antica chiesa del monasterodel Leano, stata di poi soppressa e ridotta pei bisogni dell' Uni-versità, allorchè questa venne ingrandita. La veduta da noi datafu tratta da un disegno di Zaccaria Re, già pubblicato dal grandeufficiale della corona d'Italia prof. Pietro Pavesi in una interes-santissima Memoria storica col titolo: La strada delle catene, com-parsa nell'Annuario della R. Università di Pavia per l'anno scola-stico 1896-97. Le più vive grazie siano rese al suddetto professore,già sindaco di questa città, avendo permesso la riproduzione diquel disegno nella presente Relazione.

  • - 40 -

    All'ingresso dell'Università leggevasi sulla portamaggiore la seguente epigrafe:

    NAPOLEONIGALLORVM . IMPERATORI

    ITALIAE . REGI

    P. F. A

    BONO . LITERARVM . NATO

    ATHENAEVM . TICINENSE

    GESTIENS

    PRAESENTIA . RESTITVTORIS . SVI

    P.

    NONIS . MAIIS . ANNO . REGNI . ITAL. I (I).

    L' incarico di rivolgere un complimento in franceseall'augusto visitatore Napoleone I, fu dato al profes-sore d'eloquenza Luigi Cerretti, il quale così si espressecome viene qui letteralmente trascritto colla vecchiaortografia:

    a Sire,a Il y a déjà dix siècles que votre illustre modèle

    « et devancier Charles Magne honora comme vousí< cette Université et cette ville de son auguste pré-d sence; mais quelle diversité de son arriveé à la votre!,, Excellent dans la politique et dans la guerre, rude

  • - 41 -

    , pour besoin. C'est donc avec raison que nous devons,, plus de remerciments à Votre Majesté que nos ayeux, n'en ont témoigné à Charles Magne, et que les arts, et les sciences n'ayant autre à vous donner que leur,, reconnaissance travailleront à l'envi pour se rendre,, plus dignes de votre protection et pour perpétuer,, dans leurs fastes la célébrité de ce jour n (I).

    Si mostrò molto soddisfatto Napoleone pel graziososaluto e stava ringraziando tutti i professori pel loroomaggio, quando il Rettore Nani rivolgendosi a Na-poleone lesse all' augusta sua presenza il seguente in-dirizzo:

    a Sire,

    , Allorchè, superate per impervii sentieri le Alpi,a volaste con inaudita celerità (2) a fissare ne' vicini

    (I) La minuta dell'originale francese, tutta di pugno del Cer-retti con molte cancellature, si trova nell'archivio dell'Università,ed ivi pure si conserva in un nitido manoscritto un dramma ine-dito del prof. Cerretti col titolo: Il giudizio di Nunma che si ri-solve in un componimento adulatorio del primo Napoleone. In-torno a questo dramma si legge volentieri la Nota del nobileavv. Zanino Volta presentata al R. Istituto Lombardo di scienzee lettere dal membro effettivo Bernardino Biondelli nell'adunanzadel I.o marzo 1883 e stampata nei Rendiconti del suddetto R. Isti-tuto, vol. XVI, serie II, pagg. 261-268.

    (2) Chi avrebbe mai detto che alla distanza di un secolo gliimpervii sentieri delle Alpi sarebbero stati abbandonati per la ma-ravigliosa perforazione del Sempione lunga metri 19,770, compiutaalle 7.20 del 24 febbraio 19o5, come il telegrafo ci portò la lietan6vella in mezzo alla comune esultanza? Disse benissimo il sindacodi Losanna von Muyden nel suo telegramma inviato al Sindacodi Milano senatore Ettore Ponti: « Le Simplon est percé; à tra-« vers la roche des Alpes, Suisses et Italiens se tendent la main.« L'oeuvre de rapprochement entre les nations du nord et celles.« du midi commencée il y a un siècle par le premier Consul

  • - 42 -

    a campi di Marengo in un giorno solo per sempre i, destini d'Italia, uno dei primi vostri pensieri si fu ila richiamare in questa antichissima sede l'ingenue arti, e le scienze dalle vicende de' tempi allontanate.

    a Venuto ad assumere la corona di questo Regno,a per tanti titoli vostro, i primi passi pur vi degnate

  • - 43

    , nel dovere; che il più bello e più luminoso splen-, dore costituiscono de' Regni insieme e de' Regnanti.

    ,, Questa munifica protezione degnisi la V. M. di,, perpetuarci, come perpetua sarà la fama del Vostro

  • - 44 -

    Rese le dovute grazie al Rettore, ai decani ed aiprofessori, Napoleone espresse il desiderio di entrarein qualche aula d'insegnamento. Dalla Storia di Milanodel marchese Francesco Cusani (Milano, 1867, vol. 6.0,pag. 152), si rileva che Napoleone rivolse ad alcuniprofessori alcune curiose domande: al medico Carmi-nati domandò qual differenza trovasse tra la morte edil someglio. Confuso del vocabolo infrancesato dell'ita-liano sonno, il professore avviluppossi in ambagi, con-frontando la morte e il suo meglio !

    Al matematico Brunacci chiese in che conto tenesseil sistema del celebre astronomo Lalande di Parigi;l'arguto toscano rispose franco che lo paragonava alsistema medico di Brown, bello in apparenza, falso insostanza.

    Al criminalista Nani avrebbe chiesto qual fosse lasua opinione sulla pena di morte. Rispose che rispet-tando il Beccaria ed i giuristi, propugnatori dell'aboli-zione, era d' avviso essere la pena di morte, in daticasi e circostanze, non solo giusta, ma necessaria.

    Riferisce il Fenini nel suo Diario ms. già citato, chequell' illuminato Sovrano, seduto sui banchi della scuolacome qualsiasi altro studente, assistette alle lezioni deiprofessori Carminati, Nani, Butturini, Configliacchi,Fattori e del bravo matematico Brunacci, professore dicalcolo sublime. Agli studenti di matematica ivi rac-colti propose egli stesso un problema, del quale chiesela soluzione, quantunque lo ritenesse forse di gradosuperiore al loro studio. Si narra che nessuno infattisi presentava al cimento, di guisa che 1'Imperatorestava per dare qualche dilucidazione, come si trovaaccennato dal prof. Stanislao Perondoli in un opuscolostampato in Pavia nel 18o8 col titolo: De Napoleone M.apud Insubres scientiarum et bonarum artium vindiceatque statore. Adumbratio. In quell'opuscolo infatti allapag. 42, egli lasciò scritto che Napoleone: Brunaccium

  • - 45 -

    sublimioris mathesis perspicacissimum professorem do-centem audivit, et juniores ejusdem alumnos ad proble-mata resolvenda invitavit, quibus cum satisfacere cona-rentur dici nequit, quanta comitate illos ad solutioneminvenìendam adiuvaret. E noto che il Brunacci vista tantatitubanza nell' affrontare il quesito, invitò il giovanepiù distinto che aveva nella scuola, facendogli animo.Mirabilmente riuscito nella soluzione di esso, Napoleonesi congratulò con lui, ben augurando del suo avvenire.Era un giovanetto diciassettenne; due anni dopo lotroviamo già chiamato ad insegnare nella scuola militaredi Pavia per ordine di Napoleone I, scuola che era.stata qui da lui istituita. Quel giovanetto, nato a Mez-zana Corti il 19 luglio 1788, chiamavasi Antonio Bor-doni, nel quale il vaticinio di Napoleone si avveròperfettamente (i). Di quanto allora è avvenuto e chemolto onora la memoria della giovinezza del pro-fessore Antonio Bordoni, è rimasto naturalmente il piùcaro ricordo nella sua famiglia, e ne faceva ancoramenzione pochi anni sono a chi scrive questo cennostorico, una ben amata nipote dello stesso, la sig. Gio-vannina Bordoni, morta in Pavia il 29 aprile 19o0 dicirca 87 anni di età, già distinta insegnante nella I. R.scuola elementare femminile di S. Marino in questa

    (i) In soli 8 anni aveva percorso tutti gli studi, a cominciaredalle prime scuole fino al termine del corso matematico. Nel 1817'era già professore di matematica pura elementare all' Università.Morì in Pavia il 26 marzo I86o, col grado di senatore del Regno.In onore di lui fu eretta, nel 1864, una bella statua marmoreanella stessa Università dello scultore Antonio Tantardini che ritraefedelmente l'effigie di quell' insigne matematico. Sorse per nobilis-simo pensiero del chiaro ingegnere Achille Cavallini di Milano checostituì a tale scopo uno speciale Comitato, del quale fu segretarioil cav. ing. architetto Siro Dell'Acqua, già scolaro e parente del pro-fessore sen. Bordoni. P importante l'opuscolo di pag. 72 che fu pub-blicato in Pavia nel 1864, col titolo: A ricordanZa di cinque il-hlstri insegnanti nella Università degli studi in Pavia.

  • - 46 -

    città, ove meritò l'onore di essere premiata con unagrande medaglia d'argento. Benemerita fu pur tanto diquesta Università tale signora, nata in Pavia il 30 ago.sto 1814, avendo disposto un legato perpetuo di annueL. 500 pel miglior decoro degli studi matematici diquesta Università, come è detto nel suo testamentoolografo del 17 agosto 1899, depositato il 20 aprile 90oInegli atti del notaio di Pavia dott. Erniliano Ganassini (i).Vuol essere qui subito riferito che il fatto storico av-venuto, come si disse, nella scuola del prof. Brunacci,servi di tema nella civica scuola di pittura pel concorsoFrank del 900oo, di cui fu vinto il premio dal sig. Ro-meo Borgognoni. Il dipinto che meritò tale onore, staesposto nel salone della suddetta scuola.

    Non si può dire quanta compiacenza dimostrassel'Imperatore Napoleone I trovandosi fra tanti esimiiscienziati che rendevano celebre questa nostra Univer-sità, della quale fece conoscere la somma sua impor-tanza storica con singolare competenza I' illustre pro-fessore di legge Alessandro Nova nel discorso solenneinaugurale degli studi, letto nella grand'aula di questoAteneo addì 20 novembre 1859 alla presenza di S. E.il Ministro della pubblica istruzione senatore Gabrio

    (i) Con questo legato disposto nel suo testamento, la signoraGiovannina Bordoni dice di « interpretare le intenzioni e i sen-timenti del proprio zio e benefattore 1' illustre prof. Antonio Bor-doni, perché quantunque non abbia espresso personalmente questasua intenzione, mi fu assicurata - come essa soggiunge - dapersone stimabili che lo avvicinarono ». Di questa donna bene-merita anche dalla pubblica beneficenza cittadina, avendo legatoL. 2000o a favore del Pio Istituto dei sordo-muti ed altre L. 2000alla Pia Casa delle figlie derelitte, tessè l'elogio funebre 1' autoredi queste pagine. Il suo nome figura scolpito nella Cattedrale conquello di altre persone che favorirono la continuazione dell'im-ponente sua fabbrica.

  • - 47 -

    Casati .(I). Dolevasi però Napoleone che AlessandroVolta, il grande scopritore della pila,: già da lui cono-sciuto a Parigi nel 8oi ove si era recato dietro suoinvito (2) non si trovasse già più all' Università nel1805, perchè quiescente fino dall'anno 1802 (3). Ram-mentando egli il suo nome ai colleghi disse: Il lavorodei grandi ingegni non deve mai riposare (4). Ma nonera punto vero che il Volta avesse abbandonato glistudi. Ad intervalli continuò a rivedere Pavia e a darenuove lezioni all' Università, divenuta celeberrima alcospetto del mondo civile per le portentose scoperteda lui fatte sull'elettricità. Napoleone avrebbe godutose avesse potuto ammirare la bella statua marmorearizzata in onore di Alessandro Volta nella nostraUniversità; e quanto si sarebbe compiaciuto per la no-stra città, rilevando che così bel lavoro artistico, do-vuto allo scalpello del rinomato comm. Antonio Tan-tardini (5), sia stato eseguito a tutta spesa di un nostro

    (I) NOVA A. L'Unioersità. Prolusione per la solenne inaugu-razione degli studi nel 1859. Milano, 1862, in-8, dalla pag. 47alla 247. Egli è questo il più importante lavoro storico compiutosull'Università di Pavia, che merita sempre d' essere letto emeditato.

    (2) VOLTA nob. avv. ZANINo. Alessandro Volta a Parigi. Studiocronistorico con documenti inediti e facsimile. Milano, 1879.

    (3) Sulla coltura letteraria e gli scritti di Alessandro Voltatenne una bella conferenza lo stesso di lui nipote avv. ZaninoVolta al Circolo filologico di Como, stata pubblicata in quellacittà nel 1898 (opusc. di pag. 44). Ancora a Como nell'anno suc-cessivo addì I settembre, il valente prof. Rinaldo Ferrini di Mi-lano commemorò degnamente Alessandro Volta agli studenti cat-tolici, e il suo scritto fu pubblicato a Como nel 1899 (opuscolodi pag. 28).

    (4) VIDARI avv. comm. GIOVANNI. Frammenti cronistorici del-l'agro ticinese. Pavia, 1892, ediz. 2 .a vol. 4, alla pag. 195.

    (5) E' a deplorare che sorgendo nel centro d'un cortile dellaUniversità esposto alla pioggia ed alla neve, vada ogni anno per-

  • - 48 -

    concittadino, il cav. uff. Carlo.Francesco Nocca, comerisulta dalle seguenti parole scolpite nella parte me-diana e nella base del monumento.

    ALEXANDRO VOLTAECAROLVS FRANCISCVS NOCCA TICINENSIS

    DE SVO POSVIT ANNO MDCCCLXXVIII.

    Ben dovuto era questo onore al Volta, anche daparte di un pavese che ne fu grande ammiratore, certocom'era che pur ne' secoli futuri, non cesserà mai diessere glorioso il suo nome nel mondo (I).

    I professori fecero naturalmente eco a quanto disseNapoleone parlando del Volta passato a riposo, men-tre rispettosamente gli esprimevano i sentimenti delloro profondo ossequio, congiunti a quelli di una pro-fonda gratitudine. Ben rammentavano essi come a luifosse dovuta la restaurazione dell' Università Ticinese,avvenuta, come si disse, con suo decreto del giorno 4messidoro (23 giugno) 18oo, quando teneva l' alta ca-rica di Primo Console.

    Ma ben più solenne onore era riservato dall'impe-ratore Napoleone ad Alessandro Volta che colle sueimportanti scoperte contribuì alla maggior gloria dellanostra Università. Presso i nipoti di quell' insigne scien-ziato si conservava il diploma originale portante la firmaautografa di Napoleone e del cancelliere guardasigilliF. Melzi duca di Lodi, col quale, come ivi si leggeva,, il nostro caro ed amato Alessandro Volta, fu insi-

    dendo di bellezza il finissimo lavoro di quel bravo scultore. Quantosarebbe desiderabile che si provvedesse con una copertura di cri-stallo nella sua parte superiore, per sottrarre il monumento al-l'azione distruggitrice del tempo I

    (i) Monumento ad Alessandro Volta in Pavia. Memorie e docu-menti. Pavia, 1878, in-8o.

  • -~ 49 -

    gnito del titolo di conte, trasmissibile alla sua discen-Sdenza diretta, legittima o adottiva, di maschio in ma-« schio per ordine di progenitura ». Tale diploma collostemma finamente miniato e col gran sigillo appeso,recava la data dell'II ottobre i8io e la firma di Napo-leone apposta nel palazzo imperiale di Fontainebleau (i).

    Vedata esterna del R,. Collegio Ghislieri.

    Compiuta visita all'Università, l'imperatore col suoseguito si recò a cavallo a vedere il ponte di barchestato costruito sui Ticino dai pontieri francesi. Di poi

    (i) 1 testo del diploma trovasi nella sua parte principale ripro-dotto nell'opera già citata del nob. avv, Zanino Volta col titolo:Alessandro Volta a Parigi. Milano, 1879, alla pag. 262. DistruttonelPincendio toccato all'Esposizione di Corno 1'8 luglio 1899 furinnovato per moto proprio del Re,

  • passò volentieri a prendere cognizione del vasto no-stro Collegio Ghislieri, potentissima istituzione cheonora grandemente la memoria del pontefice Pio V(Michele Ghislieri) e che con alto intendimento fu dalui creata allo scopo di dare saldo ed efficace contri-buto all'incremento della scienza e al progresso dellaciviltà, offrendo in pari tempo la possibilità a giovaniricchi d'ingegno, ma privi di mezzi, di poter essipure applicarsi agli studi superiori universitari, mentreavrebbero dovuto essere sacrificati al servizio dell'of-ficina o della gleba, pel fatto solo di appartenere alleclassi diseredate. Beneficio veramente sommo e degnodi lode perenne!

    Nell'anno i9o, per la ricorrenza del IV centenariogenetliaco del papa Pio V, uscirono alla luce due in-teressanti memorie storiche intorno al Collegio Ghi-sliein di Pavia; Puna è del comm. dott. Carlo Dell'Ac-qua pubblicata nel periodico di Milano Il Buon Cuore,I altra del sig. Pier Luigi Bruzzone alla pag. 61 dellaRivista di storia, arte e archeologia della provincia diAlessandria.

    Fu accolto Napoleone al Collegio Ghislieri dal vice-presidente del regno d' Italia Melzi D' Eril e dagli am-ministratori di quell' Istituto sulla porta del quale leg-gevasi la seguente iscrizione:

    NAPOLEONIFRANCORUM IMPERATORI ITALIAE REGI

    TRIUMPHATORI PACIFERO P.P.

    R. HUIUS COLLEGII

    CURATORES MODERATORES ALUMNI

    IN COMUNI OMNIUM PLAUSU

    OPTIMI PRINCIPIS TUTELA AUCTI

    FAUSTA CUNCTA ADPRECANTUR.

    L'imperatore non potè a meno di ammirare l'operasapientedel mnunifico pontefice Pio V tutta rivolta a fa-

  • vore degli studi e degli studiosi (i); certo in quel mo-mento gli sovvenne che allo stesso era anche dovuta

    l'erezione di quel meraviglioso monumento dell' artecristiana che per -opera sua generosa sorse a Bosco,terricciuola in quel di Alessandria, ove Michele Ghi-

    Veduta interna del R. Collegio Ghislieri,

    slieri ebbe i natali nel 1504, e che fu da lui dedicatoa S. Croce con edificio annesso per convento dei PP. Do-

    (i) Eppure dopo tutto questo, Napoleone compreso della su-prema necessit di dare un'educazione militare alla gioventù ita-liana, con decreto dato da Milano addi 7 luglio I8o5, convertìin R. Scuola militare tale Collegio, del quale, chi scrive, tessè lastoria nel cap. III del libro da lui pubblicato in Milano, nel 1904,col titolo: i S. Pio' V Papa insigne fautore degli studi e deglistudiosi, dalIa pag. 53 alla 69 .

  • menicani, ordine religioso a cui egli stesso apparte-neva. Napoleone non poteva dimenticare che quandogiunse a Bosco nel 1796, quale comandante supremodell'armata d'Italia, venne ospitato nei giorni 2 e 3 mag-gio in cui egli fece soggiorno colà, dal Padre Priore diquei monaci che graziosamente volle assegnargli illibero uso della sua camera per tutto quanto avrebbepotuto occorrergli. Per questo doveva deplorare la sop-pressione fatta nel 1802 della Corporazione religiosache teneva con molta cura quell'insigne tempio artisticodi S. Croce, al quale convenivano da ogni parte lepersone più intelligenti per ammirare la preziosa col-lezione di lavori artistici d' ogni genere che esso pos-sedeva, oltre ad una ricca biblioteca di opere rare. Toltala Corporazione religiosa che con tanto amore custo-diva quei tesori, parve lecito a tutti di poterlo in qual-che modo spogliare de' suoi ornamenti, dacchè fu pur

    troppo lasciato nel più completo abbandono, dando cosìragione a quell'antico monito virgiliano che sgraziata-mente si avvera anche ai nostri giorni di vantata civiltà:

    Sic vos non vobis nidificatis avesSic v s non vobis eftra fertis owes.S. was non vois mnelA ficatis apes,Sic ve non vomis fertis aratra boves.

    Uscendo Napoleone dal Collegio Ghislieri manifestòla sua piena soddisfazione per ' eccellente condizionein cui ebbe a trovarlo sotto ogni rapporto. Nello stessotempo però parve preoccupato d'un pensiero che forseallora balenò alla sua mente, per rimediare possibil-mente al mal fatto. Certo è che appena giunto a Mi-lano, rievocando ancora così bella memoria, pensò su-bito al modo di sottrarre dalla minacciata distruzionequel magnifico tempio eretto da Pio V a Bosco, ordi-nando che ivi si stabilisse una Casa di invalidi.vete-

  • - 53 -

    rani col nome di Campo di Marengo. Il decreto fu dalui segnato il 21 maggio 1805, cinque giorni primadella sua incoronazione a Re d' Italia, avvenuta, comeè noto, nella cospicua cattedrale di Milano nel succes-sivo giorno 26, ove egli stesso colle sue proprie manipresa la corona che stava sull' altare, se la pose incapo dicendo ad alta voce: Dio me l'ha data, guai achi la toccai

    Della Chiesa e convento di S. Croce, l'autore di que-ste pagine, pubblicò una breve Memoria nel suo libro,edito a Milano nel 19o4, a ricordo del IV centenario,come già fu detto, della nascita di Pio V, ma ben mi-gliore e particolareggiata illustrazione seppe fornirci orora il chiaro prof. ing. architetto Lorenzo Mina di Ales-sandria, con una elegante monografia di pag. 56 ornatadi 5 clicMs e :4 tavole in celerefotografia, col titolo:Della Chiesa e convento di S. Croce a Bosco Marengo(Alessandria). Come monumento dichiarato nazionale,ben pare a tutti che il governo dovrebbe provvederealla sua conservazione e in modo integrale; è a de-plorare invece che all' azione del governo sia suben-trata quella sola del Comune a cui venne ceduto.Questo per quanto cerchi di provvedere alla sua con-servazione, non potrà mai fare quanto sarebbe purnecessario per ritornarlo all' antico suo splendore. In-tanto avviene, al dire dell'architetto prof. Mina, pag. 50,che la chiesa trovasi molto trasandata, e si lascianoasportare dalla loro sede naturale tanti lavori di nonpoca importanza che passarono al Museo e Pinacotecadi Alessandria con grave detrimento della splendidachiesa di S. Croce. o Non mi a stupirei - dice l'archi-tetto Mina - a che un a bel giorno si involassero (ov-vero deperissero a inesorabilmente) le poche opere raree di gran a pregio che si conservano tuttora nel tem-pio o. Ben giusto è l'allarme da lui sollevato con verospirito patriottico. Per carità, caveant consulesI

  • - 54 -

    Era stabilito che dopo il pranzo, seguito alle ore 19,i Sovrani sarebbero intervenuti al Teatro del nobilecondominio, che cosi chiamavasi quello che ora è dettoTeatro Fraschini, illuminato a giorno con 7 lampadari,ma I'imperatore sentendosi molto stanco, si astennedal recarsi alla rappresentazione musicale, alla qualeinvece assistette solo I' imperatrice Giuseppina nel palcoriservato di fronte alla scena, a cui sovrastava unacorona imperiale di rame argentato. Fu alle ore 22che essa giunse al teatro in quella sera, stato apertogratis a tutti, purchè vestiti decentemente. L' impera-trice fu ossequiata nell'atrio del teatro dalle sue damed'onore e dai municipalisti. La sua presenza allo spet-tacolo del dramma giocoso in musica di AlessandroGuglielmi col titolo: La fedeltà fra le selve, seguitodal ballo Armida abbandonata di Giambattista Checchi,tratto dal poema II Goffredo di Torquato Tasso, nonfu che di una mezz' ora, dopo di che fece ritorno alpalazzo Botta.

    Nel giorno successivo (8 maggio) alle ore io la Mu-nicipalità si recò in forma solenne ad augurare feliceviaggio alle LL MM, che avevano deciso di partireper Milano alle ore x , ciò che appunto avvenne. Perbenedire i Sovrani usciti dal palazzo Botta diretti allavolta di Milano, il Capitolo della Cattedrale si schieròdinanzi alla porta minore della chiesa del Carmineprossima alla piazzetta di S. Pantaleone, detta orapiazzetta di via Roma; funzionava in piviale il cano-nico arcidiacono giureconsulto Ambrogio Quattromi inrappresentanza del vicario capitolare marchese AngeloBellingeri indisposto. Gli evviva del popolo salutantii Sovrani erano incessanti e strepitosi. La splendidacarrozza in cui essi sedevano, era condotta da otto ca-valli e si vedeva seguita da tre altre carrozze, di cuidue. pure a tiro di otto cavalli, ed una a tiro di sei.

    L'augusta Coppia imperiale che durante iSiiuo sog-

  • - 55 -

    giorno in questa città era stata onorata con componi-menti poetici dettati e pubblicati da un Domenico Per-tusi (I), si diresse alla volta di Milano, ove era attesacon impazienza e colle maggiori dimostrazioni di giu-bilo, in preparazione alla solenne festa d'incoronazioneche si doveva compiere il 26 maggio nella Cattedraledi quella cospicua metropoli (2), della quale egli avevaordinato il compimento della sua facciata (3) stata pur

    (i) Nell'anno successivo I8o6, un tal G. B. Pacchiarotti di Co-devilla, presso Voghera, pubblicò un suo poema di VI canti coltitolo: Napoleone raggio della Divinità, titolo che a cominciaredal canto III fu mutato come segue: Il raggio della Divinità ossiaNapoleone.

    (2) L'imperatrice non fu coronata regina, ma fu spettatricedella solenne cerimonia compiutasi per 1' Augusto suo Consorteassistendo dalla tribuna alla destra dell'altare (MNEVAL. M Amoirespour servir lhi'stoire de Napolon I, Paris, 1894, tom. 1, pa-gina 389). Da una lettera colla firma autografa di Napoleone cu-stodita nella Curia vescovile di Pavia, si rileva che fino dal 24 feb-braio x8oS egli aveva scritto al pavese card. Carlo Bellisomi, ar-civescovo di Cesena, per ringraziarlo vivamente dell'attaccamentoche gli dimostrava e il 21 maggio di quell'annoinvitava lo stessocardinale a voler assistere alla solenne cerimonia della sua inco-ronazione nella Cattedrale di Milano, confidando che nessuna le-gittima scusa sarebbe sorta ad impedire il suo intervento. Vi si recòinfatti il card. Bellisomi, e 1' Imperatore, grato per l'ufficio da luiprestato, incaricò S. E. monsig. Codronchi, arcivescovo di Ra