liceo ginnasio statale · attenti al lupo! parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. accade...

12
Consulenza ed Consulenza ed Consulenza ed elaborazione grafica: elaborazione grafica: elaborazione grafica: Carullo Gregorio I D Carullo Gregorio I D Carullo Gregorio I D Crispino Elena II E Crispino Elena II E Crispino Elena II E Marchese Raffaele V E Marchese Raffaele V E Marchese Raffaele V E Matera Giuseppe IV A Matera Giuseppe IV A Matera Giuseppe IV A Parrone Francesco V E Parrone Francesco V E Parrone Francesco V E Articolisti di questo Articolisti di questo Articolisti di questo numero: numero: numero: Alicastro Antonio II B Alicastro Antonio II B Alicastro Antonio II B Carnovale Marica II D Carnovale Marica II D Carnovale Marica II D Chiera Martina III E Chiera Martina III E Chiera Martina III E Crispino Elena II E Crispino Elena II E Crispino Elena II E De Nardo Pasquale V D De Nardo Pasquale V D De Nardo Pasquale V D Ierardo Chiara II E Ierardo Chiara II E Ierardo Chiara II E Giofrè Antonio II E Giofrè Antonio II E Giofrè Antonio II E Marchese Raffaele V E Marchese Raffaele V E Marchese Raffaele V E Matera Giuseppe IV A Matera Giuseppe IV A Matera Giuseppe IV A Osso Federica V A Osso Federica V A Osso Federica V A Parisi Lavinia V D Parisi Lavinia V D Parisi Lavinia V D Parrone Francesco V E Parrone Francesco V E Parrone Francesco V E Pisani Matteo V C Pisani Matteo V C Pisani Matteo V C Ranieli Simone I D Ranieli Simone I D Ranieli Simone I D Riga Maria Giovanna II E Riga Maria Giovanna II E Riga Maria Giovanna II E Sorace Rocco II B Sorace Rocco II B Sorace Rocco II B Direttore responsabi- Direttore responsabi- Direttore responsabi- le: le: le: Ing. Raffaele Suppa Ing. Raffaele Suppa Ing. Raffaele Suppa Coordinamento: Coordinamento: Coordinamento: Vignettisti: Vignettisti: Vignettisti: Liceo Ginnasio Statale “M.Morelli” - Vibo Valentia Il giornale degli studenti del Liceo Il giornale degli studenti del Liceo- Ginnasio M. Morelli di Vibo Valentia Ginnasio M. Morelli di Vibo Valentia

Upload: others

Post on 25-Jun-2020

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Consulenza ed Consulenza ed Consulenza ed elaborazione grafica:elaborazione grafica:elaborazione grafica:

Carullo Gregorio I DCarullo Gregorio I DCarullo Gregorio I D Crispino Elena II ECrispino Elena II ECrispino Elena II E Marchese Raffaele V EMarchese Raffaele V EMarchese Raffaele V E Matera Giuseppe IV AMatera Giuseppe IV AMatera Giuseppe IV A Parrone Francesco V EParrone Francesco V EParrone Francesco V E

Articolisti di questo Articolisti di questo Articolisti di questo numero:numero:numero:

Alicastro Antonio II BAlicastro Antonio II BAlicastro Antonio II B

Carnovale Marica II DCarnovale Marica II DCarnovale Marica II D

Chiera Martina III EChiera Martina III EChiera Martina III E

Crispino Elena II ECrispino Elena II ECrispino Elena II E

De Nardo Pasquale V DDe Nardo Pasquale V DDe Nardo Pasquale V D

Ierardo Chiara II EIerardo Chiara II EIerardo Chiara II E

Giofrè Antonio II EGiofrè Antonio II EGiofrè Antonio II E

Marchese Raffaele V EMarchese Raffaele V EMarchese Raffaele V E

Matera Giuseppe IV AMatera Giuseppe IV AMatera Giuseppe IV A

Osso Federica V AOsso Federica V AOsso Federica V A

Parisi Lavinia V DParisi Lavinia V DParisi Lavinia V D

Parrone Francesco V EParrone Francesco V EParrone Francesco V E

Pisani Matteo V CPisani Matteo V CPisani Matteo V C

Ranieli Simone I DRanieli Simone I DRanieli Simone I D

Riga Maria Giovanna II ERiga Maria Giovanna II ERiga Maria Giovanna II E

Sorace Rocco II BSorace Rocco II BSorace Rocco II B

Direttore responsabi-Direttore responsabi-Direttore responsabi-le:le:le:

Ing. Raffaele SuppaIng. Raffaele SuppaIng. Raffaele Suppa

Coordinamento:Coordinamento:Coordinamento:

Vignettisti:Vignettisti:Vignettisti:

Liceo Ginnasio Statale

“M.Morelli” - Vibo Valentia

Il giornale degli studenti del LiceoIl giornale degli studenti del Liceo--Ginnasio M. Morelli di Vibo ValentiaGinnasio M. Morelli di Vibo Valentia

Page 2: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Sullo scandalo metallico/ di armi in uso e in disuso /a guidare la colonna /di dolore e di fumo /che lascia le infinite battaglie al calar della sera/ la maggioranza sta la maggioranza sta/ recitando un rosario/ di ambizioni meschine/ di millenarie paure /di inesauribili astuzie/ Coltivando tranquilla/ l'orribile varietà/ delle proprie superbie /la maggioranza sta/ come una malattia/ come una sfortuna/ come un'anestesia/ come un'abitudine/ per chi viaggia in direzione ostinata e contraria.

Il muro del dolore, le “ballate non pagate” di un amore cinico e baro; l’abisso della croce e i mille “fuochi”che bruciano la libertà soffocata di “servi” disob-bedienti alle leggi del branco. Tra la finzione di uomini “liberi” che coltivano l’orribile varietà delle loro superbie e il viaggio in direzione ostinata e contraria di chi muove i passi tra il “vomito” dei respinti in cerca di una verità da consegnare alla storia “grida”la sua smisurata preghiera un’umanità ferita dal crudele morso della diversità, che guada l’inferno per un filo di pane tra miseria e sfortuna ed un sollievo di lacrime.

Il Cristo patiens insorge e non risorge, inchiodato sul belletto di “croci di legno” che santificano la vuota liturgia di un’appartenenza e che, immobili, assistono al quotidiano spettacolo della reificazione di un Dio preso andando a dottrina…

…Il cuore nel fango, la libertà nel ghetto, il ghetto contro la libertà di essere e di pensare, il ghetto del socia-lismo contro la libertà del capitalismo, la libertà del socia-lismo contro il ghetto del capitalismo…il muro del dolore, il muro che divide vita e non vita, la speranza di “essere al mondo” e la scelta laica di una nuova vita, voluta, desi-derata e non subita sull’altare e in nome di un mistero divino che ci sorprende indifferenti e distanti… …Voci, ferite del tempo e della storia attraversano il cielo di Berlino, i cieli del mondo e ci dicono della “pena delle stelle” per noi, per il nostro disamore, per la nostra stanchezza delle cose, di tutte le cose, per la stanchezza dell’essere e del pensare. E il varco? Amare infinitamente il finito e appassionarsi delle ragioni del “cosmo” Il Comitato di redazione

Il Taglierino Pag. 2

Le opinioni del Grande Capo

12/12/1969: la strage di Piazza Fontana

Le mille voci di un’idea Pag. 4

Quando gli uomini fanno la storia

Cielo, Terra, Aria, Mare: Passi di Libertà

Specchio Pag. 6

Si può criticare il laicismo dello stato italiano?

L’amore ai tempi di amore 14

La leggerezza dell’essere, l’inconsistenza del non essere.

“la terra e la libertà” di Carla

Le carte cifrate dell’alchimia cosmica

La carne degli angeli e la pena delle stelle. Alda Merini e i suoi

“fiori” di poesia

Nei ghetti d ’Italia, questo non è un uomo.

I fatti di Rosarno: serve un serio impegno per la tutela della

dignità umana.

Natuzza: una vita donata

Opinioni a confronto Pag. 14

RU486 Volevo solo dormirle addosso

RU486 Volevo solo vivere

Comikosmos Pag. 16

Federico Moccia: Scusa ma mi devo sfogare!

La Bibliotecha di Sherazade Pag. 18

Attenti al lupo!

Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte.

Accade al Liceo Classico Pag. 20

Uno, mezzo, nessuno, centomila

Nicola Gratteri

Intercultura

Accade al Liceo Classico °News° Pag. 22

Giornata della solidarietà

Colloqui Fiorentini

La bellezza classica: guida al piacere dell’antico

Teoria della democrazia

Dalle Erinni alle Eumenidi

Giornata della memoria

Pagina 23

La tragedia ‚Dalle Erinni alle Eumenidi‛, tenutasi in data 12 dicembre 2009 alle ore 18.00 presso i locali del Valentianum di Vibo Valentia, è stata messa in scena dai ragazzi del Laboratorio Tea-trale del nostro liceo, con la regia curata dalle docenti referenti Periti, D’Angelo, Marino e Ga-gliardi. La tragedia non segue rigidamente il copione di Euripide, ma vengono inseriti, nell’intreccio della rappresentazione, elementi provenienti da altre opere (Amleto di Shakespeare). Il tema centrale è la giustizia: infatti alla giustizia antica e sanguinaria delle Erinni si contrappone la nuova giustizia equilibratrice degli dei Olimpi-ci. Tra questi due poli opposti si inserisce la sof-ferta figura di Ore- ste, allegoria di ogni uomo

che cerca il suo posto nella col-

lettività. D u - rante questa serata, i ragazzi del L a - boratorio Teatrale, già vinci-tori al concorso internazionale per il teatro scola-stico svoltosi ad Altomonte nel mese di maggio 2009, hanno avuto occasione di rappresentare la tragedia alla presenza di personaggi di fama na-zionale: si tratta di Arnaldo Ninchi, noto attore teatrale che ha lavorato anche al fianco di Vitto-rio Gassman, e Dario Costa, attore teatrale anch’egli nonché ex allievo del nostro istituto. I

due ospiti hanno dimostrato di gradire molto la rappresentazione, e lo stesso Dario Costa ha

prestato la sua interpretazione per introdurre la tragedia al pubblico

Per il Progetto "Teoria della democrazia", cura-to dalla prof.ssa Ingenito, si segnala Sabato 30 Gennaio 2010 ore 9:00 nella'aula Magna del Liceo, la conferenza che il prof. Silvio Gambino dell'Università della Calabria, terrà sul te-ma:Costituzione e politica.

Page 3: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 22

Venerdì 8 gennaio 2010 a Roma nella Sala della Protomoteca in Campidoglio è stato consegnato al Liceo Ginnasio ‚M. Morelli‛ di Vibo Valentia, nella persona della prof.ssa Maria Mattea Berlin-geri, il Premio Nazionale LIVIO TEMPESTA. Il bando di concorso, inviato lo scorso anno a tutte le scuole italiane dal Ministro dell’Istruzione con l’intento di diffondere ed esaltare nella scuola la cultura dei valori etici e sociali preveda la parte-cipazione delle istituzioni scolastiche che aveva-no compiuto significativi ed esemplari atti di bon-tà, solidarietà e volontariato sul territorio. IL no-stro Istituto ha partecipato con il Progetto, elabo-rato e proposto ormai da anni dalla prof.ssa Ber-lingeri ‚Educazione alla Solidarietà e alla fratel-

lanza‛. Tra quelli arrivati da tutta Italia, dopo aver letto

ed esaminato i documenti e le se-

gnalazioni, la Com- missione Giudicante ne ha s e - lezionati 12 che si so-no lodevol- mente distinti per l’alto valore for-

mativo e la sensibilità dimo-strata nel campo della soli-darietà nei confronti del terri-torio. A consegnare il pre-mio, durante una cerimonia solenne e alla presenza di autorità istituzionali, civili, militari e religiose, sono stati

il Presidente del Centro Nazionale per la Bontà e la Solidarietà nella Scuola Prof. Antonio Lerario e

gli Assessori capitolini alla Pubblica Istruzione Rosella Attento alle Politiche educative Laura Marsilio.

I ragazzi del Liceo Classico prenderanno parte in data 25-27 febbraio 2010 alla IX Edizione de ‚I Colloqui Fiorentini – Nihil Alie-num‛ che avrà luogo a Firenze presso il Pa-lazzo dei Congressi.‚ Desideri infiniti, visioni altere, pensieri im-mensi‛ è il titolo del convegno di quest’anno, che ha come soggetto Giacomo Leopardi. La parteci-pazione al coegno è parte integrante di un pro-

g e t t o P O N misura C ‚Saper per vola-re‛ e coinvolge a-

lunni delle classi liceali coordina-

t i dagli esperti professoresse Bian-

cA Ci- mato E caterina Scolieri e dal- la professoressa Carmen Galati in qualità di tutor. Gli allievi hanno elaborato tre proposte di ricerca centrate sullo riflessione filosofica e letteraria dell’infinito nella produzione letteraria di Leoaprdi ‚L’infinito e le

Le opinioni del Grande Capo.

1- Questione crocifissi, che cosa ne pensa?

La scuola è un’istituzione laica, non confessionale e tale deve rimanere come sancito dalla sentenza della Corte Europea. Ciò premesso non mi sembra il caso che si aprano all’interno della scuola conflitti, conside-rando che al momento non vi sono disposizioni di carattere ministeriale che prendono atto della senten-za medesima.

2-Caso “DUX MEA LUX” al liceo classico.

È un fatto grave quanto è successo, tuttavia ho avuto modo di constatare che numerosi ragazzi di questa scuola avevano aderito al gruppo inconsapevolmen-te. Ho apprezzato la decisione degli stessi di rimuove-re quanto era stato inserito. Saranno avviate all’interno della scuola una serie di iniziative di lettura della Costituzione insieme ad altri percorsi per una formazione completa dell’uomo e del cittadino.

3-Possibili scioperi ad oltranza degli studenti, come pensa di risolvere la questione?

L’iniziativa di protesta quando ha una motivazione deve essere messa in atto e deve produrre degli effet-ti a prescindere dalla durata. Sono fortemente contra-rio al pretesto dello sciopero con l’unico scopo di fare una giornata di vacanza. Il diritto allo sciopero non è l’espressione del libertinaggio, ma una conquista del-la democraziaed in quanto diritto va esercitato nei modi e nei termini corretti.

12\12\1969: la strage di

Piazza Fontana...

O ggi è importante ricordare e riflettere su una pagina tragica della storia del no-stro Paese che costò la vita a 17 perso-

ne, ne ferì oltre ottanta e segnò profondamente la vita

di tante famiglie, dando inizio a una stagione di lutti e di grave tensione che sconvolse a lungo l’Italia. Avevo 10 anni quando esplose la bomba di Piazza Fontana. Oggi ne ho 50 e, tuttavia, ancora non sappiamo chi sia il colpevole di quella strage. Nessun tribunale, do-po ben 10 processi, ha stabilito con una sentenza chi ha collocato la bomba e per ordine di chi l’abbia fatto. Nessuna persona è stata condannata per quegli at-tentati e i fatti di piazza Fontana possono oramai rite-nersi come episodi storici sui quali più forti sono risul-tate le pressioni perché non si arrivasse mai all’accertamento giudiziario della verità. La verità do-po 40 anni è ancora nascosta. Anche il Presidente della Repubblica in un recente intervento, ha afferma-to: ‚Non tutto quello che è avvenuto nella nostra so-cietà è chiaro e limpido.‛ Ha affermato di recente il giudice Guido Salvini, un magistrato che, negli anni Novanta, si è avvicinato più di altri ad una verità so-stenibile: «Io continuo a chiedermi, e non sono l’unico, perché per indagini vecchie e nuove, dall’omicidio Calabresi, alle Brigate rosse, ad Abu Omar, per non parlare di mafia e corruzione, si siano spese a Milano le forze e l’impegno migliori, si sia lavorato con intelli-genza, e perché piazza Fontana sia, invece, rimasta nell’armadio delle scope». In un recente intervento il nostro Presidente della Repubblica ha sottolineato che la strage di Piazza Fontana ci ha consegnato "una lezione che non dobbiamo mai dimenticare, ci insegna che dobbiamo evitare che in Italia i contrasti

Pa-

Page 4: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 4

Quando gli uomini fanno la storia

L a storia viene letta ed interpretata dallo storico, con gli ‚occhi‛ della cultura di cui lo stesso storico è portatore.

Ad esempio: non è vero che il muro di Berlino fu un’idea della DDR. Fu voluto, infatti, dagli Stati Uniti d’ America in-tenti a isolare il blocco o-rientale dalla G e r m a n i a dell’Ovest e a v v i a r e l ’ a t tuaz ione del piano ‚capitalismo‛ su scala mondiale. La costruzio-ne iniziò il 13 agosto 1961. Nato come ‚Barriera di p r o t e z i o n e antifascista‛ che separava la capitale della Repubblica Democratica Tedesca (Berlino Est) dall’exclave della Repubblica Federale di Germania (Berlino Ovest), durante gli anni della guer-ra fredda il Muro divenne il simbolo della Cortina di ferro. Anziché sedare gli animi inquieti della gente te-desca e europea provocò la reazione contraria, por-tando all’ esasperazione il conflitto tra la potenza sta-tunitense e quella sovietica. Il vero obiettivo che gli americani si ponevano con la costruzione del muro era, infatti, quello di creare uno ‚spazio capitalista‛ che impedisse contaminationes con l’altra Germania

e che scacciasse definitivamente lo spettro del comu-nismo che si aggirava minaccioso tra le nazioni euro-pee. Berlino fu il luogo della schiacciante vittoria dell’ Occidente sulle potenze comuniste e fra tutte sull’URSS. Infatti negli ultimi anni del XX secolo il Pre-sidente Mihail Gorbačëv dispose che la Russia risol-vesse la difficile situazione socio-economica attuando una politica di apertura alle culture occidentali. Fu un errore fatale, un vero e proprio suicidio programmato: l’ URSS aveva servito la vittoria al nemico su un piatto

d’ argento. I cittadini di Berlino Est si sentirono traditi. Così la propaganda capitalistica e la critica all’ ipocri-sia sovietica e socialista spinsero molti cittadini di Berlino Est a scavalcare il muro. Dall’inizio della Guer-ra Fredda l’obiettivo primario degli USA fu quello di condannare l’ esperienza comunista e imporre il mo-dello capitalista. Ma non è vero, come fu detto e co-me si dice ancora oggi, che esistessero disparità eco-nomiche tra Berlino Est e Berlino Ovest: Berlino Est, infatti, nonostante le difficili condizioni in cui versava, era ancora la capitale della DDR e garantiva il diritto

Pagina 21

Intercultura

Intervista a Chiara Vinci e Fiorenzo Polito

1-Da cosa è scaturito il desiderio di partire?

Chiara: Dalla voglia di ampliare le mie conoscenze.

Fiorenzo: Dalla volontà di fuga e di conoscenza.

2-Consiglieresti di vivere questa esperienza? Se si, ritieni che si debbano avere delle attitudini particolari per poter partire?

Chiara: Si, la consiglio a tutti. In quanto alle attitudini spirito di adattamento e un po' di pazzia.

Fiorenzo: La consiglio anch'io. L'importante è non a-vere troppe aspettative.

3-Un breve bilancio di questa esperienza: il momento di maggiore sconforto e quello di massima soddisfa-zione.

Chiara: Ovviamente ci sono alti e bassi. Il momento di maggiore sconforto è stato all'inizio nei problemi di adattamento nella famiglia. Quello di massima soddi-sfazione è stato quando ho visto "La Fabbrica di Cioc-colato" in francese, e ho capito tutto!

Fiorenzo: Esperienza indimenticabile! Soddisfazione massima quando camminando per le strade riuscivo a capire quello che la gente diceva. Maggiore scon-forto quando mi sono reso conto che dovevo risolvere tutto da me, che potevo contare solo sulle mie forze.

4-La cosa più importante che hai imparato?

Chiara: Sinceramente non saprei come risponde-re, ho appreso lati di me che mi erano sempre stati celati, ho imparato a contare sulle mie sole forze in ogni situazione, ho imparato a cogliere ogni singolo istante della mia vita perché davve-ro ogni momento è unico e irripetibile ma forse la cosa piu importante è stato imparare a non ar-rendermi, a battermi per ciò in cui credo, e per fare di ogni esperienza un ricordo indimenticabi-le.

Fiorenzo: Dare valore ad ogni cosa che faccio!

Maria Giovanna Riga II E

Martina Chiera III E

Progetto “Intercultura”

C ’è chi cresce rimanendo attaccato alla visione del mondo che gli hanno trasmesso la famiglia, la scuola, i giornali,

gli amici; c’è invece chi è realmente interessato a scorgere, con i propri occhi, tutto ciò che lo circonda. Questo è lo slogan proposto dal progetto ‚Intercultura‛, approvato nella nostra scuola. Intercultura nacque per iniziativa di un gruppo di volontari che avevano vissuto esperienze interculturali all'estero, apprezzandone in particolare il potenziale formativo e la carica innovativa rispetto ai programmi scolastici tradizionali.‚Intercultura‛ è una ONLUS che si dedica alla costruzione di un dialogo interculturale attraverso gli scambi scolastici. Inviando ogni anno molti ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accogliendo altrettanti giovani di nazioni differenti nelle nostre case. Si offre un’esperienza che tende a promuovere un percorso formativo che punta alla conoscenza degli usi e dei costumidi una cultura diversa dalla nostra e che si traduce poi in un avventura dal mio punto di vista piu umana che culturale.Assieme alle famiglie e alla scuola, Intercultura elabora programmi di studio all’estero, con lo scopo di inserire lo studente nel vivo

Page 5: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 20

Nicola Gratteri: Il dovere di informare e la frenesia della notiziabilità. Intercettare a

tutti i costi? No, grazie.

S i è svolto il 31 ot-tobre scorso un convegno su ini-

ziativa del Lions Club – sede di Vibo Valentia sul tema :‛ Inter-cettazioni tra i diritti dei cittadini e interessi della sicurezza‛. Pre-senti il sindaco di Vibo Valentia, F.Sammarco, il dirigente della Scuola di polizia, C. Maruccia, l’avv. A.Pontoriero, presidente dell’ordine, l’ avv. M. Roperto. Moderatore il presi-dente del Lions Club C.Laganà. Oltre gli interventi di Paolo Pollichieni, direttore del quotidiano Cala-bria ora e dell’ avv. Armando Veneto ex europarla-mentare, presidente della Camera Penale di Palmi, che hanno illustrato il tema e richiamato la regola-mentazione normativa di merito. Fondamentale sul piano dei contenuti e della discussione critica la relazione del Procuratore Aggiunto della Repubbli-ca presso il tribunale di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, uno dei magistrati più esposti della D.I.A. Il dott. Gratteri ha messo in rilievo che il metodo delle intercettazioni è il più certo al fine di una buona inchiesta giudiziaria, ed ha convalidato la propria tesi attraverso una divulgazione tecnica e della me-todologia e dei sistemi applicati nelle intercettazioni stesse. Il cervello operativo di indagine si trova in stanze appositamente predisposte e collegate con il centro Telecom tramite l’RT 8000, ultimo modello di generazione analogica di intercettazione digitale col quale la Procura di Reggio lavora a stretto con-tatto sin dagli anni ’80, ponendosi così fra le prime d’ Europa. Il contenuto delle intercettazioni telefoni-che è depositato in tre grandi server, al fine di ga-rantire la sicurezza dei dati evitando eventuali per-dite. A questo proposito il direttore Pollichieni inter-

viene sulla questione della sicurezza dei dati e la fuga di notizie, concernente anche i giornali, per sottoporre all’uditorio i termini di una problematica più ampia . Non va sottovalutata la difficoltà legata

ad una reale assenza di un sistema di controllo circa le intecettazioni che com-porta la manipolazione dei dati acquisiti, spesso è imputabile all’assenza di pro-fessionalità del personale impegnato nell’inchiesta, raramente qualificato, an-cor meno affidabile. Di qui, ha aggiunto Pollichieni, le pubblicazioni di notizie ri-servate sui giornali, certamente illecite; giornali i quali, però come ultimo anello della catena, finiscono sempre per esse-re i soli a pagare il prezzo della frenesia della notiziabilità. Il dott. Gratteri esprime

la sua concorde perplessità riguardo ai ‚collaboratori di giustizia‛, ma al contempo garanti-sce la sicurezza del personale tecnico coinvolto, se sottoposto di fatto al controllo del magistrato. Più

preoccupato è sembrato il magistato circa la nuo-va proposta di legge sulla privacy e l’intercettazione

Pagina 5

CIELO, TERRA, ARIA, MARE:

PASSI DI LIBERTA’

‚We don't need no education. We don't need no thought control. No dark sarcasm in the classroom. Teacher, leave those kids alone. Hey, Teacher, leave those kids alone! All in all it's just another brick in the wall‛

E ra la notte di un Giovedì. Le note di

‚The wall‛ scandivano il lento e incontrastato a-vanzare della sovrastante classe borghese sul terri-torio europeo. Il muro di Berlino, emblema di una dinamica contrapposizio-ne tra capitalismo liberale e socialismo reale, si al-lontanava dalla quotidia-nità Berlinese apprestan-dosi a divenire ciò che ancora oggi noi, con la legge-rezza di chi vive per sentito dire, definiamo gratuita privazione di libertà. Il muro è semplicemente visto come il frutto della perversione e della smania di po-tere di pochi politici. Senza neppure interrogarsi sugli obiettivi perseguiti da questi uomini che, forse solo ora scoprirete, consideravano l’uguaglianza tra ogni cittadino principio essenziale per la convivenza in una stessa società. Rifiutando, così, una società verticisti-ca composta da schiavi e padroni che conoscesse

come unico strumento di distinzione sociale lo squal-lido accumulo di capitale sulla schiena di gran parte della popolazione. Non sono bastati i cadaveri a sti-molare la curiosità di una massa troppo distratta dal gossip e dalla moda per porsi qualche punto interro-gativo su cosa abbia portato alla costruzione di un muro che senza preavviso entrava nella vita di mi-gliaia di persone tagliando abitudini, amori e sogni; quasi come se il male fosse normalità, come se una scelta non avesse motivazione o come se una lacri-ma non trascinasse una tempesta di emozioni. Un

muro, nato dalla volontà degli Stati Uniti di isolare, come se fosse un virus, il mondo socialista, cadeva tirando con sé la Repub-blica Democratica Tede-sca, pedina rilevante nel gioco-forza della Guerra Fredda. Con le armi della propaganda, del consu-mismo e della pubblicità la Repubblica Federale Tedesca attaccava la DDR ridicolizzando il so-cialismo in genere. Uno stato che nel post guerra garantiva il diritto allo studio gratuito, alla salute, al lavoro e alla ca-sa veniva marchiato co-

me ingiusto e illegale! La messa in scena di numerosi processi politici ai dirigenti e ai responsabili della DDR aveva come unico scopo discreditare totalmente il Socialismo in Germania e nel mondo. Testimonianza che la tendenza all’assolutismo e la persecuzione ai comunisti avviata dal Führer non era ancora termina-ta. Raggirato da una catena di menzogne, incantato dal mito del progresso e ossessionato dalla sete di potere, il docile popolo europeo si consegnava impru-dentemente tra le braccia del nuovo amico borghese.

Page 6: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 6

Si può criticare la laicità dello Stato italiano?

S trasburgo, 3 novembre 2009 - No

al crocifisso nelle aule sco-lastiche italia-ne. La Corte europea dei diritti dell'uo-mo con sede a Strasburgo, esaminando il ricorso pre-sentato dalla signora Soile Lautsi di Aba-no Terme, ha stabilito che l'esposizione del crocifisso in classe "è contraria al diritto dei genitori di educare i figli in linea con le loro convinzioni e con il diritto dei bambini alla libertà di religione". ‚La presenza del crocifisso, che è impossibile non notare nelle aule scolasti-che - si legge nella sentenza dei giudici di Stra-sburgo - potrebbe essere facilmente interpretata dagli studenti di tutte le età come un simbolo re-ligioso, che avvertirebbero così di essere educati in un ambiente scolastico che ha il marchio di una data religione". Tutto questo, proseguono, "potrebbe essere incoraggiante per gli studenti

religiosi, ma fastidioso per i ragazzi che pratica-no altre religioni, in particolare se appartengono a minoranze religiose, o che sono atei". Così la Corte di Strasburgo emette una sentenza impor-tantissima per lo stato Italiano, prende le parti della signora Lautsi, ed anche di tutte quelle mi-noranze religiose presenti nel nostro Paese. In

Italia ora si è aperto un enorme di-battito, il cui tema fonda-mentale è: tenere il c r o c i f i s s o nelle scuo-le? In que-sto caso non si parla s o l o d e l l ’ I t a l i a oggi, ma bisogna an-dare più nel

profondo, scavare, arrivare alle radici, e trovare così una delle colonne fondamentali, che regge la storia del Paese, la Religione Cristiana. L’orgoglio di ogni italiano è la sua origine, il pas-sato glorioso dei nostri avi, l’amore per la nostra terra che ci ha portato a combattere molte guer-re per difenderla; e accanto a tutto ciò c’è un ele-mento che non si può oscurare, che ha affianca-to la storia dell’Italia e che sicuramente per gua-dagnarsi questo posto d’onore ha dovuto affron-tare tra le più difficili peripezie. Ancora oggi la cit-tà del Vaticano si trova in Italia, come è sempre

Pagina 19

6. A quale grande dittatore della sto-

ria paragoneresti il Grande Capo?

M: Al duce.

G: Duce, duce!

R: Fantozzi.

S: Stalin.

7. Berlusconi, Tremonti, Di Pietro, Paperino: con

chi andresti su un’isola deserta?

M: Berlusconi. Mi paghe-

rebbe la vacanza e porte-

rebbe le escort.

G: Paperino, di certo è il

piu

credibile tra questi!

R: Tremonti e il suo

tesoretto.

S: Con Silvio, con

Silvio!

8. Mortadella o nu-tella?

M: Mortadella.

G: Nutella…non si vede?

R: Nutella a vita!

S: …anche dopo la mor-te.

9. Fusca, Rossi, Paglianiti o Colace?

M: Paglianiti

G: Colace

R: Rossi a vita!

S: Fusca.

10. Quelli che…(aggiungete un vostro slogan)

M:Quelli che il Poker.

G: Quelli che li spaccano.

R: Quelli che 100% presi bene!

S: Quelli che il Classico. (La sua inventiva ci stupisce ancora!)

11. Avete qualche dichiarazione da rilasciare?

M: Giulia dovrebbe mettersi a dieta.

Page 7: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 18

Uno mezzo nessuno centomila.

1.Come ci si sente ad essere rappresentanti?

M: Bisogna assumersi un maggior numero di

responsabilità.

G: Più o meno come prima, ma con un carico

maggiore di responsabilità. Comunque ci si

sente soddisfatti.

R: Un’emozione indescrivibile.

S: Tutto come prima.

2. A quale dei tuoi nuovi colleghi tireresti una sta-

tuetta del Duomo di Milano?

M: Giulia Lo schia-

vo.

G:

Manuel, ovvio!

R: E a questo punto..

Io a Simone!

S: Io a Renato.

3. E invece a quale

degli insegnanti?

M:Cavallaro perché

è da tre anni che mi

mette 7.

G: Cavallaro perché

mi costringe a met-

tere la tuta.

R: Cavallaro perché non mi fa giocare a ping

pong.

S: La Berlin-

gieri… perché

so che non

se la prenderà.

4.In tanti dicono che dopo essere stati eletti vi

siete montati la testa. Che cosa rispondete?

M:E’ vero!

G: Ero montata già da prima.

R: Io mi sono montato sulla testa di Manuel.

S: Io su quella di Giulia! (Che fantasia!)

con la consape-volezza che qual-siasi società o economia che

permette o lucra da una simile miseria commette un crimine. Ciò che avviene a Ro-sarno e in molti altri luoghi della nostra

Pagina 7

Laicismo e fanatismo religioso: gli “ismi”

che ci allontanano dalla verità

L ’articolo 19 della Co-stituzione

Italiana recita ‚Tutti hanno diritto di profes-sare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, indi-viduale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume‛. E’ stata anche emessa una sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo dell’UE. Essa ha imposto di togliere il crocifisso dalle aule, dai tribunali, dagli uffici. I credenti più fervidi hanno protestato contro questa sentenza invocando la tradizione e le radici cristiane dell’Europa. Questione contro-versa: siamo sicuri che il crocifisso trovi la sua ‚giusta‛ collocazione nei tribunali dove a volte viene amministrata una perversa giustizia e perciò condannati degli innocenti o nelle scuole, dove ancora ci sono dei professori che inneggiano alla Shoah e rimangono teatri di trasmissioni di una cultura violenta e che giustifica violenza. Il luogo, l’unico dove può stare degnamente un crocifisso, non è mate-

riale bensì spirituale. Nel cuore, nell’anima ec-co dove il crocifisso come un qualunque altro simbolo della fede e di un autentico sentimen-

to di appartenenza ad un credo deve trovare spazi di libertà e di espressione. A che cosa serve mantenere il crocifisso fuori e non ‚dentro‛? Quale la ragione di una ‚consacrazione estetica‛ del culto se non il suo paradossale immiserimento nella quoti-diana miseria di un mondo veloce, distratto, che esprime solo il bisogno di ‚avere‛ per po-ter ‚essere‛? Nelle scuole, cristi inchiodati alla croce dell’ ipocrisia, episodi di bullismo contro persone di colore e diversamente abili, sono la ferita aperta inferta ai Cristi inchiodati alla croce dell’esclusione dell’emarginazione. Non era quella persona raffigurata sulla croce a predicare l’amore fraterno? E se anche i ra-

Page 8: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 8

L’amore ai tempi di Amore 14

C i sono libri che leggi e rileggi tante di quelle volte che alla fine, ti sembra di aver vissuto una favola. Libri che ogni

volta è come la prima. Libri che tieni sul comodino, e al sol guardarli, ti mettono di buon umore. Detto ciò, a me i racconti di Moccia provocano l’effetto contrario. Dal primo all’ultimo. Ha iniziato con quel ‚3 Metri Sopra il Cielo‛, e da lì non si è più fermato. Di questo magnifico romanzo non possono passa-re inosservati i nome dei due innamorati. Step e Babi: la coppia perfetta! E non oso pensare a cosa gli passasse per la testa quando ha dato il nome di Pollo e Pallina all’amico e all’amica dei due pro-tagonisti. Oggi basta la scritta ‚Regia di Federico Moccia‛ a scatenare i giovani. Tutti al cinema a vedere l’ultimo film di Moccia: ‚Scusa ma ti voglio sposare‛, sequel di “Scusa ma ti chiamo amore”. Aspettando ‚Scusa ma ti voglio chiedere il divor-zio‛, ci gustiamo un altro capolavoro: ‚Amore 14‛. Storia di una ragazza che a 13 anni sembra avere tutti i problemi del mondo sulle spalle. Stavolta, per

dignità mia personale, ho deciso di non andare a vederlo. E da quanto si dice in giro, considero i 7 euro risparmiati, i soldi meglio investiti di tutta la mia vita. Sarà l’età, ma Moccia inizia a perdere col-pi. Qualche anno fa le ragazzine uscivano dal cine-ma piangendo. Avevano appena finito di guardare ‚Ho voglia di te‛. Vedendole così, veniva da pian-gere anche a me. Ma come fa quell’uomo, a incan-tare migliaia di adolescenti? Racconti, al limite dell’impossibile, che devastano le menti di noi gio-vani. ‚Scusa ma ti chiamo amore‛: spiegatemi dov’è tutto questo romanticismo. Mai vista una ra-gazza che chiama ‚amore‛ il proprio fidanzato? E quando poi il nostro eroe (Moccia, per intenderci) si impegna a metterci un pizzico di originalità, ec-co cosa ne viene fuori: ‚Ti amo‛ - ‚Idem‛. Dire che questa frase è orribile, è già di per sé un compli-mento. E finalmente, anche i fan iniziano a critica-re. Moccia perde popolarità? Ma anche no. Nono-stante la banalità e la ripetitività dei racconti, il ‚moccianesimo‛ vanta sempre più credenti. E sicu-ramente, ingredienti fondamentali del successo di Moccia, sono gli attori. Riccardo Scamarcio, due film e subito idolo di casa. Raoul Bova, alcuni lo conoscono solo come Alex. E ora, Giuseppe Mag-gio. Diamogli un po’ di tempo e diventerà un altro Riccardo Scamarcio. Certo, non siamo proprio in tanti a pensarla così. Non mi sento di considerare ‚Cinema Italiano‛ i film di Moccia. Comunque, cre-do che prima o poi si stancherà di scrivere sempre le stesse cose. A volte, provo ad immaginare un mondo senza Moccia. A me non dispiacerebbe affatto. Certo è, che a quest’ora, non sarei qui a scrivere. E che migliaia di adolescenti non sogne-rebbero ad occhi aperti. Perché Moccia fa proprio quest’effetto. Riesce a far immaginare una vita troppo sdolcinata. A quattordici anni c’è tutto il di-ritto di sognare. Ma entro certi limiti. E a proposito di un mondo senza Moccia... Scusa, mai pensato

Pagina 17

A causa della cattiva concezione del licantropo che si diffonde a partire dal medioevo la stessa imma-gine del lupo, purtroppo, viene distorta: nasce l’immagine del lupo cattivo,pericoloso per l’uomo. Immagine che però non corrisponde al vero poiché il lupo reale è un animale sociale, monogamo e affettuoso con la prole. Per la tendenza di scaricare i difetti ‚bestiali‛dell’uomo su questo splendido e incompreso animale, è stato perseguitato per seco-li, vittima di odio insensato e stupidi pregiudizi. La licantropia a partire dall’ottocento interessa la letteratura gotica dei tempi moderni,nella quale inizial-mente è presentato come figura buona(per esempio nel romanzo di Charles Maturin intitolato ‚Albigenses‛ del 1824), Il primo ro-manzo interamente dedicato a un licantropo è il romanzo vittoriano "Wagner the wher-wolf", che Georg William Reynolds pubblicò in ben 77 fascicoli a puntate tra il 1846 e il 1847. Nel 1912, l'eccentrico caccia-tore di fantasmi Elliot O'Donnell pub-blica "Werewolves " che come altri lavori di questo autore, è spacciato quale esperien-za vera, ma è in realtà una godibilissima opera di fantasia.

Antonio Giofrè II E

Nulla è per sempre, neanche la morte.

I n seguito ad una trepidante attesa, ap-proda finalmente nelle sale cinematogra-fiche ‚Parnassus. L’uomo che voleva in-

gannare il diavolo‛, pellicola diretta e realizzata dal regista Terry Gilliam in collaborazione con lo sce-neggiatore Charles McKeown. Inghilterra. Il Dottor Parnassus (Christopher Plummer meglio noto co-me il Prof. Albus Silente in Harry Potter), a capo del-

la compagnia teatrale ‚The Immaginarium‛, possie-de uno specchio magico che mette in comunica-zione mondi paralleli e gli consente di manovrare l’immaginazione altrui, offrendo al pubblico uno spettacolo eccezionale ed unico nel suo genere. Il suo potere scaturisce da un antico patto col diavo-lo (il beffardo Tom Waits) che esige in compenso l’anima della giovane Valentina Parnassus (la bel-lissima Lily Cole). Col sopraggiungere del suo sedi-cesimo compleanno si avvicina l’ora del riscatto,

Page 9: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 16

Attenti al lupo!

Q uella del lupo mannaro è una figu-ra presente nella nostra mente fin dall’infanzia: quante volte siamo

stati costretti a ‚fare i bravi‛ per paura di questo lupo sconosciuto? La figura del licantropo ha origini antichissime e appare in numerose culture: basti pensare all’antica cultura Greca dove, secondo la leg-genda, Zeus aveva la facoltà di trasformarsi in diversi animali, fra cui anche il lupo. In Grecia, inoltre, per la prima vol-ta abbiamo il particolare della maledizione: il re Licaone, secondo il mi-to, era noto per essere un cannibale e l’accusa di aver divorato i suoi stessi figli suscitò l’indignazione di Zeus che lo maledì trasformandolo in un lupo. Nella cultura latina il primo licantropo appare in un’ opera letteraria, infatti si racconta di questa cre-atura in un episodio del ‚Satyricon‛ di Petronio Arbitro, in cui viene denominato ‚versipillis‛ (rivolta pelle) in quanto si riteneva che sotto la pelle umana vi fosse la pelliccia del lupo. La ve-ra e propria epidemia scoppia, però, nel Medio-evo, infatti un numero sempre maggiore di per-sone verrà accusato di licantropia, anche senza

che questa trasformazione sia stata effettuata pubblicamente. Ciò indurrà ad atti di tremenda barbarie, infatti in molti saranno squartati per ricercare sotto la pelle la pelliccia. In questo pe-riodo, come sappiamo, l’uomo vive nell’incertezza e nel pregiudizio, l’uomo ha paura del buio e dunque tutto ciò che riguarda l’oscurità è collegato a Satana ed è per questo che il lupo mannaro viene associato alle streghe e agli eretici. Viene descritto in vari modi: come

semplice lupo che ac-quisisce una straordina-ria forza e ferocia o co-me un’enorme bestia assetata di sangue, de-forme, nera con lunghe zanne affilate e occhi brillanti, che risplendono vermigli nella notte, ma senza coda, poiché ogni creazione di Satana non può che essere imper-fetta! Inoltre alcuni pote-vano conservare le fa-coltà mentali e la capa-cità di parlare. La figura del licantropo è stata talmente temuta duran-

te gli anni medievali da portare a bruciare sul rogo anche numerosi lupi insieme a presunti licantropi, streghe ed eretici. Ma come si diventa licantropi? A differenza di quanto ci viene mostrato nel ci-nema horror, la licantropia non è trasmissibile attraverso il morso del mannaro, in quanto la sua vittima finisce quasi sempre per essere sbranata. La licantropia è una trasformazione

Pagina 9

L’altra metà della sua produ-zione si basa su un concetto ancora più superficiale: ‚l’amore è bello‛, che pur nella sua banalità fa presa su di una generazione rea di essere cresciuta non a pane e Saffo, bensì a pancarré e Jim Morrison. L’autore della celebre frase scritta oggi su muri, zainetti e blog degli uomini di domani: ‚Rifiutarsi di amare per paura di soffri-re è come rifiutarsi di vivere per paura di morire‛.Non è possibile un amore moccia-no. Non si può vivere un amore dove esista solo la gioia, poiché si tratterebbe di un amore a metà, in-completo. Il dolore serve all’uomo per cadere e rial-zarsi fortificato, aiuta a crescere. Non si può cercare di fuggirlo continuamente e vivere in un mondo di sogni situato chissà dove , forse tre metri sopra il cie-lo o molto più probabilmente nella mente dei disce-poli di Moccia. Il passato non va sempre dimenticato. Il passato può essere riattualizzato. Meglio leggere chi vede tutti come uomini, chi vede le persone co-me tali, anche se è vissuto migliaia di anni luce pri-ma. Che leggere chi oggi descrive noi adolescenti come scimmiette in calore smaniose di accoppiarsi.

Lavinia Parisi V D

“La terra e la libertà” di Carla

D iretto, ruvido e coinvol-gente. ‚Carla’s song‛ è un film concepito dal

genio del regista Ken Loach nel 1996 e premiato nello stesso anno con la Me-daglia del Senato alla Mostra di Vene-zia. ‚La canzone di Carla‛ non è la soli-ta e banale storia d’ amore, vista e rivi-sta nei lieti finali di certe favoleda discount o negli sguardi distratti di u-na soap televisiva. Confinati nella sciocca convinzione che un amore sia sempre ‚cosa buona e giusta‛, assopiti nei sogni d’amore e nelle ovattate uto-pie di principi azzurri e belle principes-

se, questo film azzera il melò e ci restituisce brutal-mente alla realtà, al cinismo e all’ironia di un amore beffardo o, come avviene nel film, alla lucida consa-pevolezza di un amore impossibile. La vicenda dimo-stra decisamente che a volte l’amore non risolve un bel niente, semmai, invece di semplificare la vita, la complica. E tuttavia, allo stesso tempo, improvviso e inevitabile, l’amore sopraggiunge. Inaspettato tra i sedili ingialliti di un autobus affollato, tra il rumore dei passeggeri e il solito girovagare di un controllore col-pisce gli occhi del protagonista condannandolo ad una felicità inafferrabile. Corrono su binari paralleli le vicende del ribelle George, un autista di autobus re-legato nell’ estraneità della tranquilla Scozia, e quelle di Carla, una fuggiasca nicaraguese vittima delle rappresaglie dei Contras e della loro volontà di di-struggere il socialismo di ispirazione marxista, una donna con un passato torbido e misterioso che si svela nella realtà sconvolta della guerriglia in Ameri-ca Latina e dal destino dell’amato Antonio. Una storia d’amore e morte in uno sfondo storico-politico pro-blematico: quello del Nicaragua di fine anni ’80, dila-niato dalle atroci verità della guerra civile tra i Con-

Page 10: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 10

Nei ghetti d’Italia, questo non è un uomo.

Di nuovo, considerate di nuovo Se questo è un uomo, Come un rospo a gennaio, Che si avvia quando è buio e nebbia E torna quando è nebbia e buio, Che stramazza a un ciglio di strada, Odora di kiwi e arance di Natale, Conosce tre lingue e non ne parla nessuna, Che contende ai topi la sua cena, Che ha due ciabatte di scorta, Una domanda d´asilo, Una laurea in ingegneria, una fotografia, E le nasconde sotto i cartoni, E dorme sui cartoni della Rognetta, Sotto un tetto d´amianto, O senza tetto, Fa il fuoco con la monnezza, Che se ne sta al posto suo, In nessun posto, E se ne sbuca, dopo il tiro a segno, ‚Ha sbagliato!‛, Certo che ha sbagliato, L´Uomo Nero Della miseria nera, Del lavoro nero, e da Milano, Per l´elemosina di un´attenuante Scrivono grande: NEGRO, Scartato da un caporale, Sputato da un povero cristo locale, Picchiato dai suoi padroni, Braccato dai loro cani, […] E quando muore, una colletta Dei suoi fratelli a un euro all´ora Lo rimanda oltre il mare, oltre il deserto Alla sua terra - ‚A quel paese!‛ Meditate che questo è stato, Che questo è ora, Che Stato è questo,

Rileggete i vostri saggetti sul Problema Voi che adottate a distanza Di sicurezza, in Congo, in Guatemala, E scrivete al calduccio, né di qua né di là, Né bontà, roba da Caritas, né Brutalità, roba da affari interni, Tiepidi, come una berretta da notte, E distogliete gli occhi da questa Che non è una donna Da questo che non è un uomo Che non ha una donna E i figli, se ha figli, sono distanti, E pregate di nuovo che i vostri nati Non torcano il viso da voi.

Adriano Sofri

I fatti di Rosarno: serve un serio impegno per la tutela della dignità umana

O ggi: Rosarno, ieri: Castel Volturno…e domani? Ciò che è accaduto a Rosarno l’8

gennaio del 2010 porta alla luce un mondo di sfrut-tamento, di degrado sociale, di mancanza di ri-spetto verso tutti i valori dei diritti umani e sociali su cui si fondano le Istituzioni di un paese civile. "Io sono uno degli ultimi” diceva qualche tempo fa Jean Renè Bilongo, un giovane africano di origini camerunesi, sottolineando come i lavoratori immi-grati possano diventare facilmente vittime di un sistema economico che è nelle mani della malavi-ta organizzata. Una vicenda, quella di Rosarno, che riguarda tutti noi, perché le mafie, come sappiamo, sono un pro-blema nazionale e perché in ogni città, compresa la nostra, esistono ghetti e persone "invisibili". I fatti di Rosarno denunciano un fallimento totale e generale, una vergogna che deve essere riscattata

Pagina 15

che li ingozzano di cibo, sperando di ottenere in cam-bio uova d’oro (quale persona sana di mente crede-rebbe ad una simile assurdità???). Sfortunatamente, il ‚Moccioso‛ verrà a sapere che le storie sugli animali non fanno più tendenza dai tempi di George Orwell, e sarà così costretto ad apportare nume-rose modifiche a quella che da lui vie-ne considerata: ‚La storia più avvincen-te ed entusiasmante di tutta la mia car-riera letteraria (AHAHAHAHAH!)‛, tra cui il titolo (che divenne ben presto ‚Tre metri sopra il cielo‛) e i protagoni-sti (in data corrente Step e Babi, due ragazzi con seri disturbi psichici e con dei genitori altrettanto squilibrati, visto che hanno deciso di appioppare un nome da detersivo per piatti ai propri figli), riservando a Pallina e Pollo -magicamente trasformati in due umani - il ruolo di inutili personaggi secondari. Andando avanti con il tempo, la sua fama arrivò a toc-care apici mai raggiunti prima nella storia dei più inu-tili scrittori mai venuti al mondo in circa 9 miliardi di anni, grazie anche alla pubblicazione di altri tre capo-lavori di inestimabile valore; per inciso: ‚Ho voglia di

te‛, ‚Amore14‛ e ‚Scusa, ma ti chiamo amore‛, grazie ai quali, ancora oggi, può godere di una certa notorie-tà tra gli psicolabili e i privi di qualsiasi qualità che in-cluda il possesso di un cervello, che gli consente di essere costantemente invitato a prendere parte a pro-

grammi televisivi, su canali di altissimo livello culturale (quali ‚Teletruzzo‛, ‚La voce dell’emo‛ e ‚O so io ‘ndo to metto er lucchetto!‛) e fa sì che la sua faccia venga spiaccicata un po’ ovunque, facendo ipotizzare che, di qui a qual-che giorno, ce la ritroveremo stampa-ta persino sui rotoli di carta igienica (e, visto il soggetto, direi che siamo per-fettamente in tema!). Per il momento, le sue tante ‚fans‛ si accontentano di attendere, trepidanti, la prossima usci-ta di ‚Scusa, ma ti voglio sposare‛ (che, personalmente, scaricherò da qualche sito illegale e poi userò per

evitare alla mia scrivania di continuare a traballare ) e delle tante frasi erudite e ricolme di saggezza, che il ‚buon‛ Federico continua a diffondere a destra e a manca, in una perfetta dimostrazione di generosità infinita, tra le quali regna sovrana: ‚L’amore è...quel

Page 11: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 14

Federico Moccia: scusa, ma mi devo sfogare!

C hiariamo, innanzitutto, i ‚presupposti ide-ologici‛ che stanno alla base di questo articolo. Tanto per dirla alla Alessandro

Manzoni: ‚Federico Moccia non è di certo un illustre scrittore‛. Tradotto per i comuni mortali ( e per i meno studiosi ): ‚Qualunque cosa partorita dalla mente in-sana di Federico Moccia fa letteralmente schifo!‛. Questo il mio pensiero passato, presente, futuro, piuc-cheperfetto e persino gerundivo su tale scrittore auto-re essere personaggio ‚coso‛. Passiamo ad esamina-re, fin nei dettagli, la storia del nostro ‚beneamato‛ trafficante di scrittura immonda. Federico Moccia, es-sere indefinito di età non meno indefinita (voci di cor-ridoio riferiscono che sia prossimo a compiere i cinquant’anni, ma allora...che diamine ci fa con un cappellino da scolaretto sempre in testa???), venne al mondo nella terra di mezzo ( che abbia legami di pa-rentela con l’infido Gollum?), quando questa ancora non era stata divisa. La leggenda narra che gli abitan-ti di tale sperduto paesino, siano stati così traumatiz-

zati dalla nascita (e soprattutto dalla vista!) di quello che oggi è un povero scribacchiatore incompreso, da decidere di suddividere il territorio della loro nazione in due parti, che rispecchiassero perfettamente la contesa venutasi a creare tra i sostenitori di due diver-se correnti di pensiero: i fautori dello ‚strappiamolo alle braccia materne e diamogli fuoco!‛ e gli amanti del ‚sacrifichiamolo agli dei pagani, resuscitiamolo, prendiamolo a randellate in faccia e poi uccidiamolo di nuovo!‛ (ho appena ricevuto la conferma ufficiale che i miei pro-pro-pro-pro-pro-pro-ecc...progenitori, avevano una forte simpatia per questa seconda ipote-si...). Con il passare degli anni, Federico crebbe e di-venne un ragazzo alto ( de panza ), magro ( nei peli delle gambe ), bello ( dentro...ops, pardon! Non era bello nemmeno lì:era proprio brutto!) e buono (a nul-la), dalla voce soave e melodiosa (pari a quella di un usignolo con la gola in cancrena e ormai prossimo alla morte) e con una grande, grande, GRANDISSIMA voglia di scrivere (AHINOI!) e di emergere grazie alle innumerevoli doti fisiche e intellettuali, generosamen-te concessegli da quella gran mattacchiona di madre natura - che, arrivati a questo punto della storia e visto come procedono le cose...non è che ci voglia poi così bene come tentavano di farci credere i Puffi!!!- . Fu

Pagina 11

La carne degli angeli e la pena delle stelle

Alda Merini e i suoi “fiori” di poesia

E ra sbocciata insieme ai suadenti pro-fumi della primavera, il 21 Marzo di settantotto anni fa e se n’è andata con

un breve e t e m p e s to so refolo autun-nale. Leggera come le foglie, il primo No-vembre la po-etessa Alda Merini è mor-ta, approdan-do nella sua a g o g n a t a ‚sfera di stel-le‛, morta do-po un ricovero per un tumore osseo durato una decina di giorni, presso l’ospedale San Paolo e dopo aver vissuto anni e anni nella sua, amata Mi-lano sui Navigli, con gli assegni della legge Bac-chelli. Morte imprevista, ma non altrettanto la quasi assoluta mancanza di considerazione a tale propo-sito: come è ormai consuetudine in Italia, tempio delle illustri conoscenze e arti umane, la morte del-la poetessa è stata accolta a stento come notizia di coda nei telegiornali che hanno liquidato la sua poetica esistenza con coccodrilli prefabbricati ad uso e consumo di una società distratta ed indiffe-

rente alle ragioni della poesia, così come è avvenu-to per il poeta Mario Luzi, scomparso pochi anni fa e per la recente morte della ‚scrittrice‛ Fernanda Pivano; i solenni funerali di stato voluti dalla città di Milano…sono una magra consolazione e sembrano essere piuttosto il goffo tentativo di lavarsi l’anima e la coscienza. Inebriata della candida essenza di Erato ma anche di Calliope ed Euterpe, vivendo ormai da un po’ di tempo in condizione di indigen-

za (una scelta di vita basata su un catartico e creativo stato di ‚noncuranza‛), tanto che i pasti quotidiani le ve-nivano portati dai servizi socia-li comunali, la poetessa è cre-sciuta trovando r i f u g i o nell’amore per la poesia, per la musica e il can-to, un amore questo, folle e

lungo tutta una vita che la fece esordire come scrittrice a soli quindici anni. La vita, l’ha trascorsa in incessante congiunzione con le oscure ‚ombre della mente‛, che l’ hanno costretta in manicomio per vent’anni, ma che hanno temprato un animo votato inesorabilmente all’amore, alla celebrazione degli esclusi e alla semplicità. La poesia fu per Alda Merini un mezzo diafano e radiante di liberazione che fugò le oscure nebbie del manicomio e che finalmente la fece guarire rendendola ‚sana‛ di po-

Page 12: Liceo Ginnasio Statale · Attenti al lupo! Parnassus: nulla è per sempre, neanche la morte. Accade al Liceo Classico Pag. 20 Uno, mezzo, nessuno, centomila Nicola Gratteri Intercultura

Pagina 12

RU486: “Volevo solo dormirle addosso”.

N el 2002 una Risoluzione del Parla-mento europeo sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi, assie-

me alla Food and Drugs Administration, ha reso legale la com-mercializzazione della ‚pillola RU486‛ nei pa-esi membri. L’ 1 ago-sto del 2009 il Consi-glio di amministrazio-ne dell’ Aifa ha appro-vato l’introduzione del-la pillola abortiva an-che in Italia. Oggi è disponibile in molti paesi dell’Unione eu-ropea, Francia, Spa-gna, Svizzera e Regno Unito, dove, in via sperimentale, è distribuita gra-tuitamente nelle scuole. Ma in una società in cui niente è al suo posto, in cui il prezzemolismo ci-nico delle “noiosissime caterve di saputelli‛ im-perversa, la manifestazione dell’opinione perso-nale non tarda ad arrivare. La Chiesa cattolica, infatti, ha sollevato numerose critiche all’uso de-gli anticoncezionali e dei metodi abortivi in difesa del valore della vita e propone palesemente di proibirli o quantomeno di farli rientrare nell’ am-bito della Legge n. 194 del 22 maggio 1978 che prevede di sottoporre le donne che richiedono di

ricorrere alla pillola a tutti i controlli e le procedu-re previsti. Anche in ambito legale, quindi, nume-rose sono le controversie suscitate. La stessa Legge n. 194 del 22 maggio 1978, prevede inoltre ‚l'obiezione di coscienza […] nei confronti dell'a-borto ”. Tuttavia questa legge è tutt’ oggi oggetto di polemica. Negare la prescrizione della pillola, infatti, significa commettere reato di omissione di

soccorso oppure abuso di ufficio. U-na situazione del genere si è verifica-ta a Genova all'O-spedale Galliera, sotto la guida del presidente della CEI, Cardinal Arci-vescovo Angelo Bagnasco, dove, alla richiesta di un anticoncezionale, una donna si è sen-tita rispondere: « Niente anticonce-

zionale per motivi religiosi...» Nel 2008 il Ministro della Salute Livia Turco ha dichiarato che « la pillola del giorno dopo e la contraccezione d’ e-mergenza vanno garantite in consultori, pronto soccorso e presidi di guardia medica» invitando «a segnalare tutti i casi nei quali nelle strutture del servizio sanitario nazionale si incontrino diffi-coltà per ottenere la prescrizione della ‚pillola abortiva‛ » . In Spagna nel frattempo è stata ap-provata la proposta che consente alle minorenni di interrompere la gravidanza senza avvertire la

Pagina 13

La questione della donna presenta delle con-troversie che, almeno per il momento, paiono inestinguibili. Questo avviene perché è avvolta da un vespaio di parole che impedisce di agi-re direttamente sul problema. In Italia sono troppo spesso espressi giudizi critici circa la condizione femminile nel mondo: la donna è oppressa, la donna è ghettizzata, la donna è disprezzata… ma quando si cerca di intervenire per un’equiparazione della donna all’ uomo c’è sempre qualcuno che dice NO. Negare la libertà di scelta è un attentato alla civiltà! La verità è che il concetto che oggi si ha circa la donna è quello di un oggetto da esporre in pubblico come simbolo celebrati-vo e meschinamente propagandi-stico di chissà quale conquiste u-mane e politiche. Oggi, infatti, forse in maniera esageratamente super-ficiale, alla condizione femminile di uno Stato si fa coincidere il suo livello di sviluppo. Ma siamo sicuri che le donne isla-miche siano meno libere di quelle Occidenta-li? Tanto per banalizzare: oggi non esistereb-be la pubblicità senza una figura femminile che metta in mostra le sue forme. Che cos’è questa se non la testimonianza cruda e nuda della schiavitù della donna del ‚moderno Oc-cidente‛ ? È proprio vero: ‚ L'uomo è nato libero, e dap-pertutto è in catene … ”

Raffaele Marchese VE

RU486.”Volevo solo vivere”

I l pesticida umano arriva in commercio

anche in Italia. Stiamo parlando della pillola abortiva RU486, che vie-ne considerata da molti un farmaco di salvezza, poiché rende le donne libere di uccidere il pro-prio figlio semplicemen-te assumendo una pillo-la, che, in realtà, non è solo una. L’aborto far-macologico, infatti, con questa pillola prevede l’assunzione prima della RU486, che interrompe

lo sviluppo della gravidanza, poi di un’altra compressa, la quale provoca le contrazioni uterine e l’espulsione dei tessuti embrionali. Possiamo dunque definire ‚farmaco di salvez-za‛ una pillola che, anziché avere effetti positi-vi per la vita, ha come unico scopo quello di uccidere un bambino? Si può definire piutto-sto ‚kill pill‛, ovvero ‚pillola assassina‛, oppure ‚pesticida umano‛ se pensiamo che, a causa dei numerosissimi aborti, sembra essere ritor-