la toscana e la ricerca

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Page 1: La Toscana e La Ricerca
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&ARTIMERCATURE

Page 3: La Toscana e La Ricerca

Pag. 79Giovanni GentileUNA SFIDA PER LE IMPRESE FIORENTINEA CHALLENGE FOR FLORENTINE ENTERPRISES

AM& Arti e MercatureSemestrale della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di FirenzeAutorizzazione Tribunale di Firenze n.1915 del 29.3.1968

Anno 44- n.2, luglio/dicembre 2007

Direttore: Luca MantellassiDirettore Responsabile: Francesco BarbollaComitato di redazione: Luca Mantellassi, Francesco Barbolla, Cristina Bandinelli, Enrico Bocci, Maurizio Brogioni, GerriMartinuzzi, Cristina Ricciardi, Maria Gabriella Grilli, Fabrizio Vanni, Elio Piccini, Sonia Menaldi, Pasquale IeloSegreteria di redazione:Maria Gabriella Grilli (responsabile), Patrizia Boretti, Pasquale Ielo, Fabrizio Vanni, Elena ZaroneProgetto grafico, impaginazione, computergrafica: Pasquale IeloIconografia e redazione delle didascalie: Pasquale IeloTraduzioni in lingua inglese: Susan Fraser CesatiStampa: Nuova Grafica Fiorentina - FirenzeSede: Piazza dei Giudici, 3 - 50122 FirenzeTel. 055 27951 - Fax 055 2795259 - E-mail: [email protected]

SOMMARIOCONTENTS

Pag.4Luca MantellassiEDITORIALEEDITORIAL

Pag.30Ezio AndretaDA UNA ECONOMIA DELLE RISORSE A UN’ECONOMIADELLA CONOSCENZAFROM A RESOURCE TO A KNOWLEDGE ECONOMY

Pag.38Patrizio TancrediLA TOSCANA DAL VI AL VII PROGRAMMA QUADROTUSCANY FROM THE SIXTH TO THE SEVENTH FRAMEWORK PROGRAMME

Pag. 51Jacopo ChiostriFACILITATORI D’INNOVAZIONE(intervista ad Ambrogio Brenna, Assessore regionale alleAttività Produttive)INNOVATION FACILITATORS - INTERVIEW OF AMBROGIO BRENNA,REGIONAL MANUFACTURING CONCILLOR

Pag.6Teresa De Mare - Marinetta D’AgostinoCOME DIVENTARE UNA PMI D’AVANGUARDIAHOW TO BECOME AN AVANT-GARDE SME

Pag. 46Eugenio BarontiLE PROVINCE CON L’UNIVERSITÀ HANNOUNA MARCIA IN PIÙPROVINCIAL ADMINISTRATIONS WITH UNIVERSITIES HAVE THE EDGE

Pag. 57Ilaria CiutiTUTTI PER UNA (LA TOSCANA)ALL FOR ONE (TUSCANY)

Pag. 66Anna ManginiIL NOSTRO «AGENTE» A BRUXELLESOUR BRUSSELS“AGENT”

Pag. 77Antonella Rosanò - Veronica RovaiIL PRIVATO E LA RICERCAPRIVATE COMPANIES AND RESEARCH

Pag. 70Franco MarganiPROMOTORI DELLA FANTASIAIMAGINATIVE PROMOTERS

&ARTIMERCATUREÈ ANCHE SUL SITO DELLA CAMERADI COMMERCIO: www.fi.camcom.it

Pag. 61Claudio Leone - Gabriella ScozziCATENE STABILI DI GRUPPI DI RICERCASTABLE CHAINS OF RESEARCH GROUPS

Pag. 73Vasco GalganiPARTNER EUROPEI OFFRONSIEUROPEAN PARTNERS ON OFFER

Associato all’USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Page 4: La Toscana e La Ricerca

n. 2/2007

Fotografie:Pasquale Ielo: pag. 56, 113, 114, 126, 127, 128-129, 130, 131, 132, 134(a/b/c/d), 136(a/b), 141, 153, 154;Archivi iconografici dell’Unione Europea: copertina (elab. P. Ielo), pag. 48-49, 50, 55, 69, 71, 73, 76, 79(a), 83, 88;Unioncamere Toscana: pag. 66Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: pag. da 95 a 99;Grado Zero espace: pag. da 100 a 105Regione Toscana: pag. 108;Altre fonti:www.entertainment.webshots.com (pag. 61); www.iapc.iiq.csic.es (pag. 91); www.worldarchitecturenews.com (pag. 135);www.museoragazzi.it (pag. 138); www.lecantine.it (pag. 139); www.clubitalianoautogiro.it (pag.147).

Gli articoli possono non rispecchiare le posizioni della Camera di Commercio di Firenze, rappresentando un contributosul piano dell’informazione e dell’opinione. La riproduzione, anche parziale, di articoli, note o immagini è consentita, citando le fonti,esclusivamente dietro autorizzazione scritta della Camera di Commercio di Firenze.

© Camera di Commercio di Firenze. Tutti i diritti riservati.

Finito di stampare: aprile 2008Finito di stampare: aprile 2008Finito di stampare: aprile 2008Finito di stampare: aprile 2008Finito di stampare: aprile 2008

Pag. 89Claudio BianchiniLA BIOCOMPATIBILITÀ COME CHIAVE DI SVILUPPOUNDER ONE SINGLE BELL-TOWER

Pag. 83Alberto Del BimboOLTRE IL DEFICIT ORGANIZZATIVO, OLTRE I PICCOLIGRUPPI DI RICERCABEYOND THE LACK OF ORGANISATION, BEYOND SMALL RESEARCHGROUPS

Pag. 93Filippo MenzingerQUANDO L’ECCELLENZA SI FA... SPAZIOWHEN EXCELLENCE MAKES … HEADWAY

Pag. 126Daniele LiberanomeMATRIMONIO D’INTERESSEI rapporti possibili tra arte ed economiaMARRYING FOR MONEY

POSSIBLE RELATIONS BETWEEN ART AND ECONOMICS

Pag. 144Antonino PellicanòGALILEI E IL SUO TEMPOGALILEI AND HIS TIME

Pag. 100Filippo PagliaiCREATIVITÀ A TUTTO CAMPO, SENZA STECCATIALL-OUT CREATIVITY THAT KNOWS NO BOUNDS

ECO

NO

MIA

Pag. 108Sonia MenaldiLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA COMESTRUMENTO DI COESIONE TRA I VARI LIVELLIISTITUZIONALIECONOMIC PROGRAMMING TO CREATE INSTITUTIONALTEAMWORK

Pag. 115Marco BatazziFLESSIBILITÀ E OLTRE. Verso un orientamento flessibiledel nostro mercato del lavoro?FLEXIBILITY AND MORE: TOWARDS OUR LABOUR MARKET’SFLEXIBILITY?

CU

LTU

RA

Pag. 154Pasquale IeloIL TELESCOPIO DI GALILEOUna mostra che introduce le celebrazioni galileianedel 2009GALILEO’S TELESCOPE. AN EXHIBITION THAT INTRODUCESTHE 2009 GALILEAN CELEBRATION

STO

RIA

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EDITORIALE

ARTI & MERCATURE4

EDITORIAL

Gli imprenditori della Toscana sonoconsapevoli, ormai da tempo, didover puntare sulla sperimenta-zione e sull’innovazione continuaper mantenere e accrescere, nelconfronto globale, i livelli di mer-cato e gli standard qualitativi checonsentono di superare le sfide di oggi e di domani.L’Area Metropolitana Fiorentina, cui abbiamo dedicato unodei fascicoli recenti di questa rivista, sa di avere a disposi-zione, in uno spazio tutto sommato accessibile, un serbato-io di ricerca, teorica e applicata, di prim’ordine e sono staticompiuti, con azioni diversificate ma convergenti, tutti queipassi ritenuti necessari per mettere in contatto chi detienemetodiche e conoscenze con chi detiene le leve decisio-nali della produzione e del mercato.Perché allora un numero della rivista dedicato al SettimoProgramma Quadro della Comunità Europea che è, sì, unaspetto rilevante, ma non certo l’unico, per stimolare il tes-suto industriale e gli istituti di ricerca a gestire insieme pro-getti di innovazione, sviluppando una tradizione di contattie relazioni, anche umane, orientata al futuro?Perché è emblematico. Il Settimo Programma Quadro ci facapire che la prospettiva dell’economia della conoscenzanon è più soltanto uno slogan azzeccato, ma che questa stadiventando uno schema pianificato, e che proprio questisette anni – tanto dura il Programma europeo 2007-2013 –rappresenteranno una svolta decisiva nei rapporti di pro-duzione sia a livello comunitario che globale.Perché il Settimo Programma Quadro è emblematico an-che per quel che riguarda lo stimolo della politica versol’economia: esso racchiude e sintetizza gli ambiti strategicidell’Europa per almeno i prossimi trent’anni e le sue logi-che spingeranno gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina e l’In-dia a confrontarsi con le scelte europee, per affiancarle oper trovare priorità alternative.Firenze è nelle condizioni migliori per affrontare questasfida. Ha una Università attiva, ha un Polo Scientifico dieccellenza, ha una vocazione naturale all’internazionalizza-zione.

For some time, Tuscan entrepreneurs areaware that they have to focus onexperimentation and ongoing innovationto globally maintain and strengthen marketlevels and quality standards that enabletoday and tomorrow’s challenges to be met.The Florentine Metropolitan Area, towhich we dedicated a recent issue of thismagazine, knows that, in an all toldaccessible area, it can count on a first-ratetheoretical and applied research tank andthat all steps deemed necessary to putmethod- and knowledge-holders in touchwith manufacturing and market decision-makers have been taken.Why, therefore, a magazine issue featuringthe European Community’s SeventhFramework Programme, which is a majoraspect but definitely not the only one tourge the industrial fabric and researchinstitutes to handle innovation projects,developing a tradition of albeit humancontacts and relations that look to thefuture?Because it is emblematic. The SeventhFramework Programme leads us tounderstand that the knowledge economy’sperspective is no longer just a catchyslogan but is becoming a planned schemeand that these seven years – for the entireduration of the European Programme – willbe a turning point in manufacturingcommunity- and worldwide.Because the Seventh FrameworkProgramme emblematically urged politicstowards the economy: it contains andsummarises Europe’s strategic aims for atleast the next thirty years and its logics willforce the United States, Japan, China andIndia to be confronted with Europeanchoices, accompany them or find alternati-ve priorities.

Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Page 6: La Toscana e La Ricerca

ARTI & MERCATURE 5n. 2 luglio/dicembre 2007

Anche il limite dimensionale delle imprese, che nei mo-menti di bassa congiuntura è stato indicato come un puntodi debolezza del sistema imprenditoriale, potrebbe sovver-tire giudizi e aspettative nel momento in cui anchel’imprenditorialità delle PMI dimostrerà di sapersi relazio-nare con realtà omologhe, creando quelle reti di collabora-zione che surrogano in gran parte la forza organizzativadella grande impresa.L’indagine di Confindustria Firenze, di cui si parla in questonumero, dichiara che il 40% delle PMI fiorentine ha glistrumenti e la propensione sufficiente per l’internazionaliz-zazione e per relazionarsi con partner anche esteri. Que-sta è la precondizione per partecipare a un programmaeuropeo, che impone di relazionarsi coi partner almenoattraverso la lingua inglese.Sarebbe davvero strano se un ambiente così ricco e dispo-nibile, di ricercatori da un lato e di piccole imprese ambi-ziose dall’altro, non mettesse a frutto anche la prossimitàterritoriale, che non è più la rendita di posizione di un tem-po, ma che almeno nei rapporti umani concreti, conservaun suo importante valore aggiunto.Questi sono i motivi che hanno spinto a dar vita a questofascicolo della rivista, che si apre con un vademecum agilee completo, redatto da due collaboratrici di Firenze Tecno-logia e Promofirenze, con quel taglio informativo e praticoche dà almeno i rudimenti per entrare nell’ordine di ideedi un progetto comunitario.Segue una sezione che traccia una sintesi dell’interventopubblico, e della Toscana in particolare, per la ricerca, dacui si evince che la nostra regione è tra le prime per pro-getti comunitari presentati e accettati da Bruxelles e che ilsistema camerale, nel suo complesso, considera strategicoda tempo l’investimento in ricerca e sa rispondere alle ri-chieste delle PMI.La seconda parte del numero si riassume in un auspicioperché, dai dati dell’indagine di Confindustria Firenze, maancor più dai casi di eccellenza evidenziati, gli imprendi-tori fiorentini traggano spunto per tuffarsi in un campo,quello della ricerca, che richiede duttilità, confronto e in-tuito: ossia, il meglio delle qualità imprenditoriali.

Luca Mantellassi

Florence is in the best position to tacklethis challenge. It has an operativeUniversity, Scientific Centre ofexcellence and a natural vocationtowards internationalisation.Also the small size of enterprises thatwas described as a weakness in thebusiness system during recessions couldrevolutionise opinions and expectationsat a time in which even SMEenterprisers show that they can relate tohomologous realities, creating jointventure networks that largely replacelarge enterprises’ organisationalstrength.The Florentine branch of the NationalManufacturers’ Association’s surveyunder review states that 40% ofFlorentine SMEs are equipped andsufficiently inclined towardsinternationalisation and to relate toalbeit foreign partners. This is theprecondition to join in a Europeanprogramme, which makes partnersrelate to one another at least throughthe English language.It would be really strange if such a rich,available circle of researchers, on theone hand, and small ambitiousenterprises, on the other, were not toexploit proximity: position no longerpays but it still adds major value atleast in concrete human relations.Hence this magazine issue, which openswith a complete, streamlined practicalguide, drafted by two colleagues fromFirenze Tecnologia and Promofirenze,and provides the rudiments to enter intoa community project’s way of thinking.It is followed by a section that sums uppublic research, especially in Tuscany,proving that our region tops the bill interms of community projects presentedand accepted by Brussels. Moreover, onthe whole, our chamber system hasconsidered investment in research to bestrategic for some time and knows howto meet SMEs’ requests.The second part of the issue wraps up inthe wish that Florentine entrepreneurswill get clues to plunge into research -which requires ductility, comparisonand intuition: the best possiblecontracting qualities - from dataprovided by the Florentine branch ofthe National Manufacturers’Association’s survey, but even more sofrom highlighted cases of excellence

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ARTI & MERCATURE6Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Come diventareuna PMI d’avanguardia

TERESA DE MARE* - MARINETTA D’AGOSTINO*** Firenze Tecnologia - Sportello APRE

** Promofirenze

Vademecum di indicazioni e consigli alle imprese per la partecipazioneal Settimo Programma Quadro

Il 7° Programma Quadro (7PQ), è il principale strumento finanziariodell’Unione Europea a sostegno della ricerca e dello sviluppo tecno-logico.Il 7PQ è teso al rafforzamento delle basi scientifiche e tecnologichedell’Unione Europea e all’acquisizione di una maggiore competitivitàdel settore industriale europeo a livello internazionale, mediante larealizzazione di una serie d’interventi chiave, quali: l’aumento del-le risorse stanziate per la ricerca, la maggiore attenzione dedicataalla collaborazione internazionale, l’introduzione della ricerca di fron-tiera, la valutazione delle proposte esclusivamente sulla base dell’ec-cellenza, la stretta interazione tra mondo della ricerca ed industria,la promozione di nuovi partenariati pubblico-privati, fino ad arriva-re alla creazione dello Spazio Europeo della Ricerca.Il 7 PQ ha una dotazione finanziaria di oltre 50 milioni di euro esi articola in 4 programmi specifici (Cooperazione, Idee, Perso-ne e Capacità) che corrispondono ad altrettanti obiettivi fondamentalidella politica europea di ricerca.

Il programma COOPERAZIONE promuove la cooperazionetransnazionale incentivando la ricerca in collaborazione in Europa. Iprogetti devono avere una dimensione internazionale, possono es-sere realizzati in collaborazione con organizzazioni dei paesi terzi edevono riguardare le aree tematiche individuate dalla Commissio-ne: salute, prodotti alimentari, agricoltura pesca e biotecnologie,tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nanoscienze,nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione, ener-gia, ambiente (compresi i cambiamenti climatici), trasporti (compre-sa l’aeronautica), scienze socioeconomiche e discipline umanistiche,spazio e sicurezza.

HOW TO BECOME ANAVANT-GARDE SMEPractical guide to advise enterpriseshow to join in the SeventhFramework Programme.

By Maria Tersa De Mare (FirenzeTecnologia, APRE counter) andMarinetta D’Agostino (Promofirenze)

The Seventh Framework Programme(7th FP) is the European Union’smain financial instrument to backresearch and technologicaldevelopment.The 7th FP aims at strengthening theEuropean Union’s scientific andtechnological bases and stiffeningEuropean industry’s competitivenessworldwide by taking key action, suchas increasing resources allocated toresearch, focusing on internationaljoint ventures, introducing frontierresearch, evaluating proposals onlyin terms of their excellence and closeinteraction between research andindustry and promoting new public-private partnership to create theEuropean Research Area.The 7th FP is financially equippedwith over 50 million euros and splitinto 4 specific programmes(Cooperation, Ideas, People andCapacity) that correspond to thesame number of European researchpolicy’s fundamental aims.

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ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

7

7° Programma Quadro di ricerca e sviluppotecnologico

COOPERAZIONERicerca collaborativa - Budget: 32.365

1. Salute2. Prodotti alimentari, agricoltura e pesca e

biotecnologie3. Tecnologie dell’informazione e della

comunicazione4. Nanoscienze, nanotecnologie, materiali

e nuove tecnologie di produzione5. Energia6. Ambiente (compresi i cambiamenti climatici)7. Trasporti (compresa l’aeronautica)8. Scienze socioeconomiche e scienze umane9. Spazio

10. Sicurezza

IDEERicerca di frontiera - Budget: 7.460

1. Consiglio europeo della ricerca (CER)

PERSONEPotenziale umano - Budget: 4.728

1. Formazione iniziale dei ricercatori2. Formazione continua e evoluzione delle carriere3. Partenariati e passerelle tra industria e università4. Dimensione internazionale5. Azioni specifiche

CAPACITÀCapacità di ricerca - Budget: 4.217

1. Infrastrutture di ricerca2. Ricerca a favore delle PMI3. Regioni della conoscenza4. Potenziale di ricerca5. La scienza nella società6. Sostenere lo sviluppo coerente delle politiche

in materia di ricerca7. Attività di cooperazione internazionale

7th Research and DevelopmentFramework Programme

COOPERATIONJoint research - Budget: 32,365

1. Health2. Foodstuffs, agriculture and fishing and

biotechnologies3. Information and communication technologies4. Nanosciences, nanotechnologies, materials

and new production technologies5. Energy6. Environment (including climatic changes)7. Transport (including aviation)8. Socioeconomic and human sciences9. Space10. Safety

IDEAS

Frontier research - Budget: 7,460

1. European Research Council (ERC)

PEOPLE

Manpower - Budget: 4,728

1. Researchers’ initial training2. In-service training and career advancement3. Partnerships and gangways between industry

and universities4. International scale5. Specific action

CAPACITYResearch capacity - Budget: 4,217

1. Research infrastructures2. Research in favour of SMEs3. Knowledge regions4. Reserach potential5. Science in society6. Sustaining consistent policy development in

research7. International cooperation

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ARTI & MERCATURE8Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Il programma IDEE mira ad incentivare il dinamismo, la creatività el’eccellenza della ricerca europea alle “frontiere della conoscenza”.La ricerca può riguardare qualunque area della scienza e della tec-nologia, comprese ingegneria, scienze socioeconomiche e discipli-ne umanistiche. Sono considerati particolarmente importanti i setto-ri emergenti e in rapida crescita alle frontiere della conoscenza, cosìcome la ricerca trasversale e multidisciplinare. A differenza del pro-gramma Cooperazione, non c’è obbligo di partenariati transnazionali:l’attenzione è rivolta alle più promettenti e produttive aree di ricer-ca e alle migliori opportunità di progresso scientifico e tecnologico,inter e intradisciplinari, comprese le scienze ingegneristiche, socialie umanistiche

Il programma PERSONE si propone di rafforzare, quantitativamentee qualitativamente, il potenziale umano della ricerca e della tecno-logia in Europa. Incentiva la mobilità della ricerca e lo sviluppo dellacarriera dei ricercatori all’interno e al di fuori dell’Unione Europea.L’attuazione del programma avviene con una serie coerente di azio-ni Marie Curie finalizzate ad aiutare i ricercatori nel costruire leproprie abilità e competenze nel corso della carriera. Il programmacomprende attività come la formazione iniziale dei ricercatori, laformazione continua, lo sviluppo della carriera attraverso le borse diricerca europee transnazionali e altre azioni, come pure i partenariaticongiunti industria-università. La carriera dei ricercatori dell’UE po-trà essere ulteriormente promossa e potrà acquisire una dimensioneinternazionale con dei partner non comunitari, grazie alla creazio-ne di borse di ricerca in entrata e in uscita, finalizzate a favorire lacollaborazione con gruppi di ricerca extraeuropei.

Il programma CAPACITÀ ha lo scopo di contribuire a rafforzare eottimizzare le capacità di conoscenza di cui necessita l’Europa perdiventare un’economia prospera basata sulla conoscenza. Con il raf-forzamento delle abilità di ricerca, della capacità d’innovazione edella competitività europea, il programma punta a stimolare l’interopotenziale di ricerca europeo nonché le fonti di conoscenza. Il pro-gramma prevede le seguenti sei aree specifiche di conoscenza: leinfrastrutture di ricerca, la ricerca a vantaggio delle PMI, le regionidella conoscenza, il potenziale di ricerca, la scienza nella società ele attività di cooperazione internazionale.

Perché partecipare ad un progetto europeo?

La capacità di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico da-gli istituti di ricerca alle imprese, è fondamentale per la crescita e lacompetitività del sistema produttivo. Gli strumenti messi a disposi-zione dalla Commissione Europea possono considerarsi una buonabase per supportare le imprese nella loro crescita e nella soddisfa-zione dei propri bisogni tecnologici.Un’impresa può avere interesse a partecipare ad un progettoeuropeo quando: vuole investire in attività di ricerca e sviluppo

The COOPERATION programmepromotes cross-border cooperation byboosting joint research in Europe.Projects have to be international. Theycan be produced in collaboration withthird country organisations and must beon topics individuated by theCommission: health, foodstuffs, farming,fishing and biotechnologies, informationand communication technologies,nanosciences, nanotechnologies,materials and new productiontechnologies, energy, environment(including climatic changes), transport(including aviation), socio-economicsciences and humanities, space andsecurity.The IDEAS programme aims at boostingdynamism, creativity and Europeanresearch’s excellence in “knowledgefrontiers”. Research can be on any areaof science and technology, includingengineering, socioeconomic sciencesand humanities. Emphasis is placed onemerging sectors under rapid growth atknowledge frontiers such as transversaland multidisciplinary research. Unlikethe Cooperation programme, cross-border partnerships are not obligatory:attention is paid to the most promisingand productive research areas and thebest opportunities for scientific,technological inter- and intra-disciplinary progress includingengineering and social sciences andhumanities.The PEOPLES programme intends toquantitatively and qualitativelystrengthen researchers and experts inEurope. It boosts research mobility andresearchers’ career advancement insideand outside the European Union. Theprogramme is implemented with aconsistent series of Marie Curie actionsintended to help researchers to build uptheir skills and expertise during thecourse of their careers. The programmeincludes activities such as researchers’initial training, in-service training,career advancement through Europeanresearch scholarships and other action,such as industry-university jointpartnerships. EU researchers’ careerscould be promoted further and acquirean international dimension with non-community partners thanks to thecreation of incoming and outgoingresearch scholarships intended to fostercooperation with research groupsoutside Europe.The CAPACITY programme is intended tohelp to strengthen and optimize know-

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ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

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industriale; intende sviluppare e/o acquisire nuove tecnologie; vuo-le allargare la propria rete di fornitori di tecnologia; è interessata alavorare con altre imprese estere; è alla ricerca di nuove opportuni-tà commerciali; vuole modernizzare i propri sistemi di produzionee i propri prodotti al fine di affrontare una concorrenza dinamica nelsuo mercato interno.Un progetto europeo consente di ottenere: un supporto finan-ziario per l’attività di ricerca e sviluppo; l’accesso a nuovo “know-how” tecnologico, aumentando la capacità delle PMI di assorbire esviluppare nuove tecnologie; la possibilità di condividere i rischi e icosti della ricerca; la possibilità di accedere a nuovi business/merca-ti; la creazione di network di cooperazione con altre imprese edenti di ricerca all’estero e lo sviluppo di rapporti privilegiati; un ac-cresciuto prestigio e riconoscimento da clienti e partner finanziari;maggiore visibilità derivante dalla disseminazione dei risultati delprogetto su scala europea ed extraeuropea; la possibilità di formareil proprio personale su tecnologie chiave innovative; la possibilità diacquisire conoscenze/competenze avanzate anche in aree tecnolo-giche limitrofe alla propria specializzazione; lo sviluppo di tecnolo-gie adatte ai bisogni delle PMI (in particolare nei settori tradizionali).Partecipare ad un progetto di dimensione europea, per un’im-presa, presuppone: un impegno in termini di risorse umane e/ofinanziarie; la collaborazione con più partner internazionali; la vo-lontà di condividere i risultati della ricerca con gli altri partner delprogetto; un carico di lavoro “burocratico” per la rendicontazionedelle spese da sottoporre alla CE e per la gestione del progetto.Tutte le imprese possono partecipare al 7PQ, non solo quelle a“tecnologia avanzata”. Tutte, anche le piccole e piccolissime, nonsolo le grandi. In particolare, le seguenti categorie di imprese posso-no ricavare vantaggi:

a) Sviluppatrici di tecnologia: partecipano attivamente a pro-getti di ricerca quali esecutori delle attività, come partner, maanche come coordinatori

b) Utilizzatrici primarie di tecnologia: partecipano attivamen-te, soprattutto attraverso le misure dedicate alle piccole e me-die imprese, prevalentemente in qualità di utilizzatori “tester”,come partner di progetto

c) Consumatrici di tecnologia: interessate ad acquisire tecno-logia, possono essere interessate anch’esse a partecipare a pro-getti in qualità di utenti finali

Quali sono le PMI e a quali programmi possono partecipare?

La struttura produttiva italiana, come anche quella Europea, è basatasu una maggioranza di piccole e medie imprese. Secondo la nuovadefinizione europea di Piccola e Media Impresa (PMI) in vigore

how required by Europe to become aprosperous knowledge-based economy.By strengthening research proficiency,innovation capacity and Europeancompetitiveness, the programme aims atstimulating the entire Europeanresearch potential as well as sources ofknowledge. The programme envisagesthe following six specific areas ofknowledge: research infrastructures,research to the benefit of SMEs,knowledge regions, research potential,science in society and internationalcooperation.

Why join in a European project?Research, innovation andtechnological transfer capacity fromresearch institutes to enterprises isessential to production technology’sgrowth and competitiveness.Instruments made available by theEuropean Commission help enterprisesto grow and satisfy their owntechnological needs.It can be in an enterprise’s interest tojoin in a European project: when itwants to invest in industrial researchand development, intends to developand/or acquire new technologies,wants to extend its technology supplynetwork, is interested in working withother foreign companies, is searchingfor new business opportunities or wantsto modernize its production systems andits own products in order to stand up todynamic competition on its domesticmarket.European projects enable the followingto be obtained: financial support forresearch and development activities;access to new technological know-how,increasing SMEs’ capacity to absorband develop new technologies; thechance to spread research risks andcosts; the chance to access newbusinesses/markets; creation of coope-rative networks with other enterprisesand research institutes abroad and thedevelopment of preferentialrelationships; more prestige andacknowledgement from customers andfinancial partners; greater visibilityresulting from the circulation of projectfindings in- and outside Europe; thechance to train their own staff ininnovative key technologies; thechance to acquire advancedknowledge/expertise also intechnological areas bordering on theirspecialization and the development oftechnologies suited to SMEs’ needs

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ARTI & MERCATURE10Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

dal primo gennaio 2005, un soggetto che voglia definirsi tale devepresentare i seguenti requisiti:

- essere un’impresa o un’organizzazione impegnata in un’attivi-tà economica;

- avere meno di 250 dipendenti;

- avere un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro oun bilancio annuo non eccedente i 43 milioni di euro;

- essere un’impresa indipendente. Sono considerate “indipen-denti” le imprese che:

· non detengono dividendi in altre aziende;

· detengono meno del 25% del capitale di altre aziendepurché non siano ad essa collegate;

· detengono meno del 25% dei dividendi di un’aziendacollegata.

La partecipazione delle PMI al 7 PQ è, in effetti, molto incoraggiatadalla Commissione Europea, che ha aperto loro diverse possibilità intutti e quattro i programmi specifici. Ben il 15% del budget totale delprogramma Cooperazione è dedicato alle PMI che possono inserir-si su uno qualsiasi dei 10 temi che lo costituiscono. Nel programmaPersone, dedicato alla formazione ed alla mobilità del personale diricerca, sono previsti partenariati e collaborazioni tra università edindustria, con lo scopo di sostenere programmi di cooperazione dilungo termine tra istituti accademici ed organizzazioni industriali.All’interno del programma Idee, orientato verso la ricerca di frontie-ra, la Commissione Europea dà anche a gruppi di individui prove-nienti dalle PMI la possibilità di competere e crescere sul terrenodell’eccellenza.Nel programma Capacità, infine, è stata costituita un’area specifica,direttamente rivolta all’obiettivo di favorire la ricerca a vantaggiodelle PMI, che si propone di rafforzare la capacità di innovazionedelle PMI europee ed il loro contributo allo sviluppo di prodotti emercati basati sulle nuove tecnologie, di favorire l’esternalizzazionedella loro attività di ricerca, l’incremento del loro impegno di ricer-ca, l’estensione delle loro reti, la migliore valorizzazione dei risultatidella ricerca e l’acquisizione di know how tecnologico, colmando ildivario esistente tra ricerca e innovazione.Le azioni specifiche a sostegno delle PMI sono destinate a sostenerePMI o associazioni di PMI che hanno necessità di esternalizzare leloro attività di ricerca. Si tratta principalmente di piccole e medieimprese a bassa-media tecnologia che dispongono di poca o nessu-na capacità di ricerca. Le PMI ad alta intensità di ricerca possonoinvece partecipare in qualità di fornitori di servizi di ricerca oappaltare esternamente la ricerca ad integrazione della loro capaci-tà interna.

(especially in traditional sectors).For an enterprise, joining in a Europe-wide project presupposes a commitmentin terms of human and/or financialresources, joint ventures with severalinternational partners, the desire todivulge research findings to projectpartners and red tape to account forexpenditure to submit to the EC and runthe project.all enterprises can join in the 7th FP: notjust high tech enterprises but allenterprises, be they small and tiny andnot just large. in particular, all thefollowing categories of enterprises canbenefit:a) Technology developers: they take an

active interest in research projects asparticipants and partners but also ascoordinators.

b) Primary users of technology: theytake an active interest, especiallythrough measures dedicated to smalland medium enterprises, primarily astesters and project partners.

c) Technology consumers: interested inacquiring technology, they might alsobe interested in joining in first-rateprojects as end users.

What are SMEs and what programmescan they join?Italian industry, like European industry,is based on a majority of small andmedium enterprises. According to thenew European definition of Small andMedium Enterprises (SMEs) in forcefrom 1st January 2005, a subject thatwants to define itself as such must satisfythe following requirements:· be an enterprise or organisation

involved in a business;· have at least 250 employees;· have annual sales of no more than 50

million euros or an annual balancesheet of no more than 43 million euros;

· be a freestanding company.“Freestanding” companies:· do not hold shares in other

companies;· hold less than 25% of other

companies’ capital as long as theyare not associated with it;

· hold less than 25% of the dividendsof an associated company.

In point of fact, SMEs’ joining in the7PQ is greatly encouraged by theEuropean Commission, which hasopened up various possibilities to themin all 4 specific programmes. At least15% of the total budget of theCooperation programme is dedicated to

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ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

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Come partecipare al 7 PQ?

La Commissione Europea pubblica periodicamente dei bandi (Callfor proposal), all’interno dei quali vengono fornite tutte le informa-zioni specifiche per la presentazione di una proposta progettuale: iltema della ricerca, le scadenze, il finanziamento, le modalità di pre-sentazione ecc.Ogni bando è corredato da apposito pacchetto informativo conte-nente la documentazione necessaria per partecipare:

- call for proposal: che riassume i requisiti di partecipazione especifica le aree e le sottoaree tematiche alle quali si riferisceil bando e la data di scadenza;

- work programme: descrive in dettaglio gli obiettivi e i temi diricerca sui quali è possibile presentare le proposte progettuali;

- guide for proposers: è una guida sulle modalità per la pre-sentazione delle proposte progettuali, descrive lo schema fi-nanziario utilizzabile, descrive le modalità d’invio, il timetablesul bando, i criteri di valutazione, la modulistica da utilizzare ele indicazioni sulla compilazione.

Le condizioni minime di partecipazione prevedono la partecipa-zione di almeno tre soggetti giuridici indipendenti, stabiliti in trediversi Stati Membri/Stati Associati. Fanno eccezione alla regola ge-nerale le Azioni di supporto, i progetti di ricerca di frontiera gestitidal Consiglio Europeo della Ricerca, nonché le azioni per lo sviluppodella carriera dei ricercatori, per i quali è sufficiente la presenza diun solo soggetto giuridico.I progetti di ricerca del 7 PQ non possono essere presentati dasingole imprese e richiedono la costituzione di una partnershipinternazionale.

SMEs that can adhere to any one of its10 topics. In the Peoples programme,dedicated to researchers’ training andmobility, partnerships and joint venturesbetween universities and industry arestipulated to back long term cooperationprogrammes between academic institutesand industrial organisations. In theIdeas programme, oriented towardsfrontier research, the EuropeanCommission also gives groups ofindividuals from SMEs a chance tocompete and grow in terms of excellence.Lastly, the Capacity programmeincorporates a specific area directlyaimed at fostering research to the benefitof SMEs to strengthen European SMEs’innovation capacity and theircontribution to the development ofproducts and markets based on newtechnologies by fostering researchexternalisation, by increasing theirresearch commitment, by extending theirnetworks, by valorising researchfindings and know-how acquisition andby bridging the gap between researchand innovation.Specific action to support SMEs isintended to back SMEs or associationsof SMEs that need to externalise theirresearch activity. It is primarily aquestion of low-medium tech small andmedium enterprises with little or noresearch capacity. However, SMEs withgreat research intensity can participateas research service providers or contractresearch out to integrate their in-housecapacity.

RESEARCH FOR SMESThe aim is to help small groups of innovative SMEssolve common or complementary technologicalproblems. Projects must hinge on the innovationneeds of SMEs that assign research to Researchand Technological Development executors andmust denote clear valorisation potential on the partof SMEs concerned.

RESEARCH FOR SME ASSOCIATIONSThe aim is to help associations and groups of SMEsfind technical solutions to common problems in alarge number of SMEs in industrial sectors or specificconnected segments through the necessaryresearch, for instance developing Europeanstandards or conforming and complying with legi-slative requirements such as health, safety andsafeguarding of the environment. Projects must bepromoted by SME associations, which commissionResearch and Technological Development executorsto conduct research on behalf of member enterprisesand must also involve single SMEs.

RICERCA PER LE PMIL’obiettivo è sostenere piccoli gruppi di PMI innovative affinché risolvano problemi tecno-logici comuni o complementari. I progetti devono essere imperniati sulle esigenze d’inno-vazione delle PMI che affidano l’attività di ricerca ad esecutori di RST e debbono denotareun chiaro potenziale di valorizzazione da parte delle PMI interessate.

RICERCA PER LE ASSOCIAZIONI DI PMIL’obiettivo è sostenere le associazioni di PMI e i raggruppamenti di PMI per svilupparesoluzioni tecniche per problemi comuni a un grande numero di PMI in settori industriali osegmenti specifici della filiera, attraverso la ricerca necessaria, ad esempio, a svilupparenorme europee o per conformarvisi, e per rispettare requisiti normativi in settori quali lasanità, la sicurezza e la tutela dell’ambiente. I progetti devono essere promossi da associa-zioni di PMI, che commissionano attività di ricerca ad esecutori di RST per conto delleimprese aderenti, e devono coinvolgere anche le singole PMI.

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ARTI & MERCATURE12Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Quali sono le caratteristiche fondamentali di unpartenariato?La partnership del progetto deve essere equilibrata, ragionevole egiustificata rispetto al piano di lavoro: la dimensione europea, lacomplementarietà dei partner, la loro distribuzione geografica e lacongruità del loro ruolo nel progetto, sono fattori che vengono at-tentamente analizzati e portano valore aggiunto.È da precisare che all’interno dei progetti transnazionali, i valutatoridei singoli progetti danno una notevole importanza alla qualità delpartenariato, che il più delle volte determina una parte decisiva delpunteggio. In un processo ideale di gestione di un progetto, i part-ner dovrebbero saper rispondere positivamente alle molte doman-de cruciali relative alla motivazione, all’impegno, alla tecnologia, allerisorse finanziarie e la reputazione dei potenziali partner. Alcune diqueste domande sono:

- Le persone coinvolte sono sufficientemente motivate e qualifi-cate per portare avanti un progetto internazionale?

- C’è equilibrio tra competenze tecniche, conoscenze e risorsetra i partner?

- Gli approcci strategici d’affari e la tecnologia a disposizionedei diversi partner sono aspetti chiari e compatibili tra loro

- Sono finanziariamente affidabili?

- Hanno una buona reputazione?

- C’è un giusto equilibrio tra rischio e “guadagno” tra i partner?

- Le differenti culture aziendali o istituzionali sono compatibili?

- Le motivazioni che spingono questi partner a partecipare alprogetto sono pienamente comprensibili?

Quali sono gli strumenti per la Ricerca Partner?

Il 7 PQ prevede che i partner coinvolti nel progetto provengano dadiversi Stati membri o associati. Per favorire l’incontro fra i possibilipartecipanti, sono state create diverse reti:

- sul sito www.cordis.lu/fp7 nella sezione Find a partner è possi-bile pubblicare on-line la propria proposta, ovvero consultarequelle di altre aziende, centri di ricerca etc.;

- sullo stesso sito, nella maggior parte delle sezioni dedicate allesingole aree tematiche, vengono indicati altri siti o databaseche si occupano di ricerca partner per quelle specifiche prio-rità. Alcuni database offrono anche un servizio di aggiorna-mento automatico via e-mail sulle ricerche di partner; semprenelle sezioni dedicate alle singole priorità, vengono indicati iNational Contact Point (NCP), ai quali è possibile rivolgersianche per necessità relative alla ricerca di partner.

- APRE, l’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europeae la sua rete degli sportelli si offrono un servizio di assistenza

How to join the 7th FP?The European Commissionperiodically publishes calls forproposals, specifying researchthemes, expiry dates, financing,presentation procedures, etc. forproject proposals.Every call for proposals is equippedwith a special information packetcontaining indispensable joiningdocumentation.

- call for proposals, which sums upjoining requirements andspecifies areas and topical sub-areas to which the call forproposal and expiry date refer.

- Work programme: fundamentaldocument that specifies the aimsand research themes on which itis possible to present planningproposals.

- proposers’ guide: it is a guide toplanning proposal presentationprocedures, describing financialschemes, timetables of calls forproposals, assessment criteria,forms to fill in and how to fillthem in.

Minimal participation conditionsrequire at least three independentsubjects of law, established in threedifferent Member/Associated States.Back-up, frontier research projectshandled by the European ResearchCouncil and advancing researchers’careers, requiring one single subjectof law, are exceptions to the generalrule.Seventh FP research projects cannotbe presented by single enterprisesand require that an internationalpartnership be formed.What are a partnership’s fundamentalcharacteristics?Project partnerships must bebalanced, reasonable and justified interms of their action plan: theirEuropean dimension, their partners’complementarity, their geographicaldistribution and the congruity of theirrole in the project are carefullyanalysed and add to their value.In cross-border projects, singleprojects’ estimators place a great dealof importance on partnership quality,which more often than not accountsfor an overriding part of the score. Inan ideal project management process,partners must know how to answernumerous crucial questions about

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ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

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nella ricerca di partner. All’indirizzo http://www.apre.it sonodisponibili i recapiti di tutti gli Sportelli Regionali;

- infine, offrono assistenza nella ricerca di partner, sia la retedegli Innovation Relay Centre (IRC) http://irc.cordis.lu/whoswho/ che quella degli Euro Info Centre (EIC).

Quali attività possono essere realizzate all’internodi un progetto europeo?

Le principali attività di progetto finanziate dal 7 PQ riguardano:

- Attività di ricerca e sviluppo tecnologico. L’attività di ricercacomprende ogni attività volta a creare una nuova conoscenza,finalizzata a mettere a punto nuovi prodotti, processi, servizi oa migliorare quelli esistenti, fino ad arrivare alla ricerca di tipofondamentale, non connessa ad obiettivi immediati di tipo in-dustriale o commerciale. Le attività connesse all’innovazionecomprendono:

- protezione della proprietà intellettuale e della conoscenzaderivante dal progetto;

- diffusione a terzi dei risultati della ricerca attraverso pub-blicazioni, conferenze, workshop, utilizzo del Web, ecc.;

- studi su problematiche socio-economiche, ad esempio:valutazione dell’impatto sociale atteso dalla conoscenzae tecnologia prodotte, analisi dei fattori che influenzanoil suo sfruttamento (standardizzazione, aspetti etici eregolamentali ecc);

- attività per promuovere lo sfruttamento dei risultati: svi-luppo di un piano per l’uso e la diffusione delle cono-scenze, studi di fattibilità per la creazione di spin-off,attività di “take-up” per promuovere l’applicazione del-le tecnologie avanzate in maniera rapida o ampia. Nelleattività di take-up sono comprese la prova e la validazionedi tecnologie e soluzioni promettenti ma non ancoraconsolidate e la diffusione di “best practices” per unsollecito uso e sfruttamento delle tecnologie. Non sono,invece, in alcun modo finanziabili i meri acquisti di benistrumentali, anche innovativi, che rappresentano inve-stimenti di tipo tradizionale, agevolabili con strumentinon compresi all’interno del 7° P.Q.

- Attività di dimostrazione. Si tratta di attività finalizzate avalidare tecnologie a livello pre-industriale al fine di provare laloro applicabilità per utilizzazioni future e per lacommercializzazione, ad esempio: creazione ed assemblaggiodi un prototipo, omologazione del banco prova, uso di struttu-re per il test dei prototipi, precertificazione per i test ecc. Nonsono comprese modifiche periodiche a prodotti, processi eservizi, anche se migliorative.

motivation, commitment, technology,financial resources and potentialpartners’ reputation. Some of thesequestions are as follows:· Are people involved sufficiently

motivated and qualified to pursuean international project?

· Are expertise, knowledge andresources between partnersbalanced?

· Are strategic business approachesand technology available tovarious partners clear andcompatible?

· Are they financially reliable?· Are they reputable?· Are risks and “gain” properly

balanced between partners?· Are various company or

institutional cultures compatible?· Are partners’ grounds for joining

fully comprehensible?

What instruments are used to findpartners?The 7th FP stipulates that projectpartners must come from differentmember or associated States.Various networks have been createdto foster encounters among possibleparticipants:- on the www.cordis.lu/fp7 website

under Find a partner it is possibleto publish one’s own proposal online or consult proposals of othercompanies, research institutes, etc.;

- on the same site, the majority ofsections dedicated to single themesindicate other sites or databasesthat find partners for specificpriorities. Some databases alsooffer an automatic update via e-mail about finding partners. Stillunder sections dedicated toindividual priorities, indicationsare given about National ContactPoints (NCP), which can becontacted also to find partners.

- APRE, Agenzia per la Promozionedella Ricerca Europea, and itsnetwork of counters are ofassistance in finding partners. Thehttp://www.apre.it website providesall Regional Counters’ addresses.

- lastly, the Innovation Relay Centre(IRC) http://irc.cordis.lu/whoswho/and the Euro Info Centre (EIC)help to find partners.

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ARTI & MERCATURE14Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Percentuale massima di copertura finanziariadi un progetto europeo

- Attività di formazione legate alla ricerca. Le attività devonoessere rivolte a ricercatori, manager della ricerca, dirigenti in-dustriali e utilizzatori potenziali della tecnologia prodotta dalprogetto e possono essere portate avanti da organizzazionispecializzate che partecipano al progetto senza svolgere atti-vità di ricerca specifica. Non sono comprese in questa voce leattività formative nel campo della ricerca rivolte a dottorandio ricercatori post-dottorato.

- Attività di gestione del consorzio (Management). Questeattività, previste per qualsiasi strumento, comprendono nonsolo la gestione tecnico-amministrativa del proprio lavoro, maanche la gestione dei rapporti con i partner del progetto e conla Commissione Europea.

Financing percentages

What activities can be carried out ina European project?Major project activities financed bythe 7th FP concern:- Research and technological

development. Research includes allactivities that aim at creating newknowledge, intended to formulatenew products, processes andservices or to improve existingservices until fundamental research,dissociated from purely industrial orcommercial research, is achieved.Innovation activities include:- Protecting intellectual property

and knowledge resulting from theproject;

- divulging research findingsthrough publications, conferences,workshops, using the Web, etc.;

- studying socio-economicproblems, e.g. assessing the socialimpact expected from theknowledge and technologyproduced and analysis of factorsinfluencing its exploitation(standardisation, ethical andregulatory aspects, etc.);

- activities to promote exploitationof findings: development of a planto use and spread knowledge,feasibility studies to create spin-offs and take-up activities topromote the application ofadvanced technologies quickly orthoroughly. Take-up activitiesinclude testing and validation oftechnologies and promisingsolutions that have not yet beenestablished and the circulation ofbest practices to use and exploittechnologies promptly.

However, financing cannot begranted for the mere purchase ofalbeit innovative producer goods,which are traditional investmentsthat can be facilitated withinstruments not included in theSeventh Framework Programme.

- Demonstration activities. It is aquestion of activities intended tovalidate technologies pre-industrially in order to test theirapplicability for future use and formarketing, e.g. creation andassembly of a prototype, testbenching, use of facilities to testprototypes, pre-certification for testsetc. Periodic, changes to products,processes and services are excludedeven if they upgrade.

%

%Research andtechnologicaldevelopment

Demonstrations

Management

Frontier research actions

Researchers’ training anddevelopment for theircareer advancement

50% of eligible costs except for:· public authorities - 75%· high scools and highereducational institutes - 75%

· research organisations - 75%· SMEs - 75%

50% of eligible costs

100% of eligible costs

100%

100%

Attività di ricercae sviluppo tecnologico

Attività di dimostrazione

“Management”

“Frontier research actions”

Azioni per la formazionee lo sviluppo della carrieradei ricercatori

50% dei costi eleggibili ad eccezione di:· enti pubblici - 75%· istituti di istruz. secondari e superiori - 75%· organizzazioni di ricerca - 75%· PMI - 75%

50% dei costi eleggibili

100% dei costi eleggibili

100%

100%

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15

Cosa sono gli schemi di finanziamento?

Gli schemi di finanziamento sono i meccanismi attraverso i qualisono finanziate le attività che possono beneficiare del sostegno del 7PQ. Sono previsti i seguenti meccanismi di finanziamento:

PROGETTI IN COLLABORAZIONE: sostengono i progetti di ricercacondotti da consorzi composti da partecipanti provenienti da diversipaesi, finalizzati allo sviluppo di nuove conoscenze, nuove tecnolo-gie, prodotti, attività di dimostrazione o risorse comuni per la ricer-ca. Le dimensioni, la portata e l’organizzazione interna dei progettipossono variare a seconda del settore e dell’argomento trattato. Ledimensioni dei progetti possono variare dalle azioni di ricerca mira-te su piccola o media scala (Small and Medium-scale focused ResearchProjects) fino ai progetti di integrazione di grandi dimensioni (Large-scale Integrating Projects) in vista del conseguimento di un obiettivodefinito. I progetti sono destinati anche a gruppi specifici quali lePMI e altri soggetti più piccoli.

RETI DI ECCELLENZA: sostegno al programma congiunto di attivitàattuato da diversi organismi di ricerca, che mettono in comune leloro attività in un determinato settore, condotti da équipe di ricerca-tori nell’ambito di una cooperazione a lungo termine. La realizza-zione del programma congiunto di attività richiede un impegno for-male da parte degli organismi di ricerca, che mettono in comuneparte delle loro risorse e delle loro attività.

AZIONI DI COORDINAMENTO E DI SUPPORTO: sostegno ad azio-ni destinate al coordinamento o al sostegno di attività e politiche inmateria di ricerca (collegamento in rete, scambi, accessotransnazionale alle infrastrutture di ricerca, studi, conferenze, ecc.).Tali azioni possono essere attuate anche secondo modalità diversedagli inviti a presentare proposte.

RICERCA DI FRONTIERA: sostegno a progetti svolti da singole équi-pe di ricercatori nazionali o transnazionali. Questo meccanismo èapplicato per sostenere i progetti di ricerca di frontiera su iniziativadei ricercatori stessi, finanziati nell’ambito del Consiglio europeo dellaricerca.

FORMAZIONE E SVILUPPO PROFESSIONALE DEI RICERCATORI:l’obiettivo è sostenere la formazione e lo sviluppo professionale deiricercatori, da utilizzare principalmente ai fini dell’attuazione delleazioni Marie Curie, attraverso differenti modalità.

RICERCA A VANTAGGIO DI DETERMINATI GRUPPI (IN PARTICO-LARE LE PMI): sostegno a progetti di ricerca nei quali la maggiorparte della ricerca e dello sviluppo tecnologico è svolta da università,centri di ricerca o altri soggetti giuridici a favore di determinati grup-pi, in particolare PMI o associazioni di PMI.

- Training linked to research.Activities must be directed atresearchers, research mangers,industrial executives and potentialusers of the technology producedby the project and can beconducted by specializedorganisations that participate inthe project without carrying outspecific research. This itemexcludes research training directedat undergraduates or post-doctorate researchers.

- Consortium management. Theseactivities, envisaged for anyinstrument, include not just thetechnical-administrative manage-ment of their work but also thehandling of relations with projectpartners and the EuropeanCommission.

What are financing schemes?Financing schemes are mechanismsthat finance Seventh FrameworkProgramme back-up.The following financing mechanismsare specified:POOLED PROJECTS: they sustainresearch projects conducted byconsortiums consisting ofparticipants from various countriesintended to develop new knowledge,new technologies, products,demonstrations or common resourcesfor research. Projects’ dimensions,capacity and internal organisationcan vary depending on the sectorand subject under review. Projectdimensions vary from small andmedium-scale focused researchprojects to large-scale integratingprojects with a view to achieving anultimate aim. Projects are alsointended for specific groups such asSMEs and other minor participants.NETWORK OF EXCELLENCE:sustaining joint action plans ofresearch organisations, which pooltheir activities in a certain sector,conducted by teams of researchers aspart of long term cooperation. Thejoint programme’s achievementrequires formal commitment on thepart of research organisations thatpool part of their resources andactivities.COORDINATION ANDDEVELOPMENT: sustaining actionintended to coordinate or backresearch activities and policies

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ARTI & MERCATURE16Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

FP7 financing scheme

Network of excellence

SC: Large-scale integratingprojects

CP: Small or Medium-scalefocused research projects

Coordination and SupportActions

Characteristics/activities

Integration of research capacities andresourcesImplementation through Joint ProgrammeActivities (JPA)Main JPA activities:- participants’ integration- joint research- spreading of excellence- project management

Consistent set of integrated activitiesHigh degree of autonomy and evolution ofthe work plan and consortiumMain activities:- research and development- demonstration- training- project management

Specific aimsHighly focalised approach defined aswork planMain activities:- research and technological development,

and/or- demonstration- project management

Research and policy coordination andsupportCoordination or networking actions (CA):- event organisations- studies- staff exchanges- best practice exchange and spreading

Suppor Actions (SA)- monitoring and assessment of

activities- conferences e seminars- studiies, panels of experts- active support, spreading

Duration

48-60 months

36-60 months

18-36 months

18-36 months

9-18 months

Recommendednumber of partners

6-12

5-12

3-8

3-5

1-3

Budget

3-6 M •

3-6 M •

3 M •

1 M •

Financing schemes

NB. The table indicates general participating conditions that must be checked for specific project presentation calls.

••••

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17

••••

FP7 schema di finanziamento

Network of excellence

CP: Large-scale integratingprojects

CP: Small or Medium-scalefocused research projects

Coordination and Suppor tActions

Caratterisitiche/attività

Integrazione delle capacità e delle risorsedi ricercaimplementazione attraverso il JointProgramme Activities (JPA)Attività principali del JPA:- integrazione delle attività di ricerca dei

partecipanti- attività di ricerca congiunta- spreading of excellence- project management

Set coerente di attività integrateLargo grado di autonomia, evoluzione delworkplan e del consorzioAttività principali:- ricerca e sviluppo- attività di dimostrazione- attività di training- project management

Obiettivi specificiapproccio molto focalizzatoworkplan definitoAttività principali:- ricerca e sviluppo tecnologico; e/o- attività di dimostrazione- project management

Coordinamento e supporto della attivitàdi ricerca e delle politicheCoordination or networking actions (CA)- organizzazioni di eventi- studi- scambi di personale- scambio e disseminazione di best

practicesSuppor Actions (SA)- monitoraggio e assessment delle

attività- conferenze e seminari- studi, gruppi di esperti- supporto operativo, disseminazione

Durata

48-60 mesi

36-60 mesi

18-36 mesi

18-36 mesi

9-18 mesi

Numero consigliatodi partners

6-12

5-12

3-8

3-5

1-3

Schemi di finanziamento

NB. Nella tabella sono indicate le condizioni generali di partecipazione che devono essere verificate per la call specifica su cui si vuolepresentare un progetto

Budget

3-6 M di •

3-6 M di •

3 M di •

1 M di •

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ARTI & MERCATURE18Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Quali possono essere i ruoli dei partner all’internodei progetti?All’interno dei progetti esistono diversi ruoli per i partner. Il ruoloformale dei partner all’interno dei progetti può essere di due tipi:

1. contraente (coinvolti nel finanziamento e nella realizzazionedel progetto);

2. sub-contraente (non sono parti contraenti dell’accordo con laCommissione);

CONTRAENTE: è un partecipante al progetto che stipula il contrat-to con la Commissione Europea nel caso in cui il progetto sia valuta-to positivamente e la negoziazione vada a buon fine. I contraentisono responsabili dei risultati e possono sfruttare i risultati.Uno dei contraenti viene nominato Coordinatore del progetto. Sitratta del contraente designato dal consorzio e accettato dalla Com-missione, che agisce come interfaccia con la Commissione e coor-dina il consorzio nello svolgimento del progetto.I compiti del coordinatore sono: presentazione della proposta; con-segna dei documenti e dei rapporti sull’andamento del progetto;fare da tramite economico per i pagamenti; farsi carico di tutti gli

(networking, exchanges, cross-borderaccess to research infrastructures,studies, conferences, etc.). Thisaction can be also be takenaccording to procedures that differfrom invitations to present proposals.FRONTIER RESEARCH: sustainingprojects implemented by individualteams of national or cross-borderresearchers. This mechanism isapplied to sustain frontier researchprojects at the initiative ofresearchers themselves, which arefinanced in the European ResearchCouncil.RESEARCHERS’ TRAINING ANDPROFESSIONAL DEVELOPMENT: itis intended to sustain researchers’training and professionaldevelopment to primarily take MarieCurie action through variousprocedures.RESEARCH TO THE BENEFIT OFCERTAIN GROUPS (ESPECIALLYSMES): sustaining research projectsin which the majority of research andtechnological development is enacted

Research to the advantage ofSMEs (CRAFT)

DurationTotal budgetActivitiesParticipants

GrantNext calls

Research for (collective)SME Association

DurationTotal budgetActivitiesParticipants

GrantNext calls

Financing scheme that enables small groups of SMEs- with common or complementary technological problems- with limited research capacitiesto entrust third parties (Universities and albeit private research institutes) with conducting research1-2 years0,5-1,5 M di •Research, Management, Training, Demonstration, Spreading5-10 participants (approximately)- at least 3 SMEs in 3 MS/ACS- at least 2 RTD perf- other enterprises or end usersequal to the financial value commissioned to RTDs + 10%2008

Financing scheme that enables- 1 association or European group of SMEs- Various SME associations and national groups (SME – AGs)to contract out research on topics common to a majority of SMEs.2-3 years1,5-4,0 M •Research, Management, Training, Demonstration, Spreading10-15 participants- At least 3 SME-AGs in 3 MS/ACS (or 1 European Association)- At least 2 RTD perf- other enterprises or end users- 2 - 5 SMEsequal to the financial value commissioned to RTDs + 10%2008

Research to the advantage of SMEs (CRAFT) and for SME Associations

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aspetti pratici e legali che si possono presentare in fase di attuazionedel progetto. Gli altri contraenti sono i Partner che svolgono l’attivi-tà di “ricerca” come descritta nel progetto e curano le proprie attivi-tà burocratico-amministrative nel rispetto dei tempi e delle regolecontrattuali.Ciascun partecipante ha la responsabilità tecnica dell’attuazione delprogetto ed è responsabile della sua quota di finanziamento. La Com-missione a tutela del rischio ha istituito nel 7 PQ un Fondo di Ga-ranzia dei partecipanti. Il Fondo di Garanzia prevede l’accantona-mento diretto di una percentuale pari al 5% del contributo comuni-tario come copertura finanziaria in casi di rischi derivanti da ina-dempienze dei partecipanti al progetto e beneficiari del finanzia-mento comunitario. A fine progetto, se non c’è stata nessuna ina-dempienza, tale percentuale è restituita ai partecipanti.

SUBCONTRAENTE: è un soggetto terzo che svolge all’interno delprogetto alcuni attività minori necessarie alla realizzazione del pro-getto stesso. I rapporti fra subcontraente e contraente vengono disci-plinati da un contratto d’appalto. Ai subcontraenti non possono esse-re affidate le attività principali e fondamentali del progetto di ricer-ca.

by universities, research institutes orother subjects of law in favour ofcertain groups, especially SMES orassociations of SMEs.

What are partners’ roles in projects?Partners can play various roles inprojects. Partners’ formal roles inprojects is twofold:1. contracting (involved in the

project’s financing andachievement);

2. sub-contracting (they are notcontracting parties in theagreement with the Commission).

CONTRACTOR: a participant in theproject that enters into an agreementwith the European Commissionshould the project pass the test and ifnegotiations go through.Contractors are responsible forfindings and can exploit findings.One of the contractors is called theProject Coordinator: the contractorappointed by the consortium andaccepted by the Commission who

Ricerca a vantaggio delle PMI(CRAFT)

DurataBudget totaleAttivitàPartecipanti

ContributoProssime call

Ricerca per le Associazioni diPMI (Collective)

DurataBudget totaleAttivitàPartecipanti

ContributoProssime call

Schema di finanziamento che permette a piccoli gruppi di PMI- con problemi tecnologici comuni o complementari- con limitate capacità di ricercadi affidare a terzi (Università, centri di ricerca anche privati) la realizzazione di lavori di ricerca2 anni0,5-2,5 M di •Ricerca, Gestione, Formazione, Dimostrazione, Disseminazione5-10 partecipanti circa- almeno 3 PMI in 3 MS/ACS- almeno 2 RTD perf- altre imprese o utenti finaliuguale al valore economico commissionato agli RTDs + 10%2008

Schema di finanziamento che permette a- 1 associazione o gruppo europeo di PMI- diverse associazioni e gruppi nazionali di PMI (SME – AGs)di affidare a terzi la realizzazione di lavori di ricerca su temi comuni a una maggioranza di PMI2-3 anni1,5-4,0 M di •Ricerca, Gestione, Formazione, Dimostrazione, Disseminazione10-15 partecipanti- almeno 3 SME-AGs in 3 MS/ACS (oppure 1 Associazione europea)- almeno 2 RTD perf- altre imprese o utenti finali- 2 - 5 PMIuguale al valore economico commissionato agli RTDs + 10%2008

Ricerca a vantaggio delle PMI e per le associazioni di PMI

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ARTI & MERCATURE20Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Quali sono i criteri di valutazione delle proposte progettuali?Tutte le proposte presentate sul 7 PQ sono valutate in base ad unpreciso set di criteri definiti nei regolamenti del Parlamento Euro-peo e del Consiglio sulle Regole di Partecipazione.L’iter di valutazione dei progetti di ricerca inizia con la verifica di“eleggibilità” delle proposte. La Commissione, attraverso funzio-nari interni, verifica, in primo luogo, che le proposte pervenute sod-disfino i criteri di ammissibilità formale stabiliti nell’invito a presen-tare proposte.Tutte le proposte che soddisfano le condizioni di eleggibilità sonopoi valutate dal punto di vista tecnico-scientifico da gruppi di esperti,i valutatori, in base ai seguenti criteri di valutazione:

- eccellenza scientifica e tecnologica, nonché grado di inno-vazione;

- pertinenza rispetto agli obiettivi del programma specifico;

- impatto potenziale attraverso lo sviluppo, la diffusione e l’uti-lizzo dei risultati dei progetti;

- qualità ed efficienza dell’attuazione e della gestione;

- capacità di portare a termine con successo l’iniziativa e digarantire la sua gestione efficiente, valutata in termini di risor-se e competenze;

La proprietà intellettuale dei risultati di ricerca è tutelata?Nell’ambito del 7 P.Q. grande enfasi è attribuita alla Tutela della Pro-prietà Intellettuale. La Commissione Europea ha infatti creato l’IPR(Intellectual Property Rights) Helpdesk, che ha il compito di assisterei potenziali ed attuali contraenti di progetti finanziati dal 7 P.Q. sulletematiche legate alla Tutela della Proprietà Intellettuale, con partico-lare riferimento alla disseminazione a livello comunitario dei risultatidella ricerca e al rispetto della normativa sulla tutela dell’IPR nei pro-getti di ricerca europei.La Commissione Europea richiede che le problematiche relative allagestione della proprietà dei risultati e dell’utilizzo delle conoscenzepregresse siano regolamentate nel Consortium Agreement1 . Nell’am-bito del Consortium Agreement, la regolamentazione della proprie-tà e dello sfruttamento dei risultati dovrebbe essere articolata conparticolare riguardo ai seguenti punti:

Conoscenze acquisite (foreground)Ogni partecipante detiene la proprietà della conoscenze ac-quisite che derivano dal suo lavoro (comproprietà quando piùpartecipanti hanno collaborato per generare le conoscenzeacquisite). Il proprietario delle conoscenze acquisite può tra-sferirle a qualsiasi soggetto giuridico, previa notifica agli altripartecipanti. I partecipanti possono opporsi al trasferimenti sedimostrano che viene pregiudicato il loro diritto di accesso.

interfaces with the Commission andcoordinates the consortium in projectimplementation.The Coordinator’s tasks are asfollows: proposal presentation;delivery of documents and reports onproject progress; acting asmiddleman for payments and takingon responsibility for all practical andlegal aspects that could arise whilethe project is being implemented.Other contractors are Partners, whoconduct “research” activities asdescribed in the project and handlered tape in compliance withcontractual deadlines and rules.Each participant is technicallyresponsible for implementing theproject and for his share of financing.To guard against risks, theCommission instituted a participants’Guarantee Fund. The GuaranteeFund stipulates the direct allocationof 5% of the community’s grant tofinancially cover risks resulting fromdefaulting on the part of participantsand beneficiaries of communityfinancing. At the end of the project, ifno defaulting has occurred, thispercentage is returned toparticipants.SUBCONTRACTOR: a third partywho carries out minor activitiesrequired to implement the projectitself. Relations betweensubcontractors and contractors areregulated by a contract.Subcontractors cannot be assignedmajor activities essential to theresearch project.

What criteria apply to ratingplanning proposals?All proposals presented in the 7th FPare rated according to a precise set ofcriteria defined under EuropeanParliament and Council Rule-Joiningregulations.Research projects rating starts bychecking proposals’ “eligibility”.Through internal officials, theCommission primarily checks thatproposals satisfy admissibilitycriteria established in the proposalpresentation invitation.All proposals that satisfy eligibilityconditions are then rated technicallyand scientifically by panels ofexperts, estimators, according to thefollowing screening criteria:- scientific and technological

Page 22: La Toscana e La Ricerca

ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

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Protezione, utilizzo e diffusione/pubblicazione

- i risultati suscettibili di applicazione industriale e commercialevanno protetti (interesse legittimo del partecipante);

- se non intende proteggerli, il proprietario può trasferirli ad unaltro partecipante o alla Commissione;

- la conoscenza acquisita va utilizzata e diffusa;

- nell’ipotesi di diffusione/pubblicazione, è necessaria la previanotifica agli altri partecipanti (se non vi è protezione, anchealla Commissione);

- le pubblicazioni e le domande di brevetto dovranno citare ilsupporto finanziario ricevuto dalla Comunità.

Diritti di accesso

- i partecipanti definiscono il background di cui hanno bisognoe possono escluderne alcuni tramite accordo scritto (non ne-cessariamente prima della firma della convenzione di sovven-zione);

- la richiesta di accesso può essere effettuata entro 1 anno dallafine dell’azione indiretta o dal termine della partecipazionedel proprietario;

- possibilità di concedere licenze esclusive sulle conoscenzepreesistenti e sui risultati, qualora gli altri partecipanti rinunci-no ai loro diritti;

- nessuna necessità d’informare la Commissione sulla concessio-ne di diritti di accesso al background a terzi;

- previsioni specifiche per alcuni tipi di azioni (es. ricerca difrontiera, ricerca a beneficio di gruppi specifici, ricerca sullasicurezza).

Quali sono i fattori di successo e gli errori da evitare?Partecipare ad un progetto di ricerca, sia che si svolga il ruolo dicoordinatori sia quello di partner, può comportare uno sviluppo euna revisione delle proprie strategie. Inoltre, comporta la partecipa-zione ad un consorzio transnazionale e quindi la collaborazione conpartner di diversi Paesi. Pertanto, il conseguimento degli obiettivinon dipende solamente dal proprio impegno, ma anche da quellodegli altri partner.Prima di decidere di sviluppare o partecipare ad un progetto coordi-nato da un’altra organizzazione, è bene avere un quadro chiaro de-gli obiettivi della proposta, del proprio ruolo, delle modalità di parte-cipazione e dei benefici che ognuno trarrà dallo sfruttamento deirisultati.

excellence as well as degree ofinnovation;

- pertinence to specific programmeaims;

- potential impact through thedevelopment, diffusion and use ofproject findings;

- implementation and managerialquality and efficiency;

- capacity to successfully concludethe initiative and to guarantee itsefficient management, evaluated interms of resources and expertise.

Are research findings’ intellectualproperty rights safeguarded?In the Seventh FrameworkProgramme, the onus is onIntellectual Property. In fact, theEuropean Commission created anIntellectual Property RightsHelpdesk financed by the SeventhFramework Programme to assistpotential and actual projectcontractors on themes connected toIntellectual Property Rights withspecial reference to the circulationthroughout the community ofresearch findings and compliancewith legislation on IntellectualProperty Rights in Europeanresearch projects.The European Commission requiresthat issues raised by property rightsto findings and the use of formerknowledge are governed in theConsortium Agreement1. In theConsortium Agreement, the propertyand exploitation rights of findingsregulations should focus on thefollowing points:

Foreground.Every participant has foregroundproperty rights resulting from itswork (co-ownership when severalparticipants collaborated togenerate foreground). The ownerof foreground can transfer it toany subject of law having notifiedother participants. Participantscan oppose transfers if they canshow that their right of access isjeopardised.

Protection, use and circulation/publication· Findings to apply to industry and

business must be protected (theparticipant’s legitimate interest).

· If they do not intend to protect

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ARTI & MERCATURE22Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Fattori di successo

- avere risorse interne da allocare al progetto, sia in termini diqualità (personale esperto), sia in termini di quantità (mesi/uomo) o provvedere per le eventuali carenze;

- individuare un mutuo beneficio nella partecipazione al pro-getto;

- capire il reale scopo del progetto e del ruolo che i coordinatoriintendono attribuire all’azienda;

- verificare che il proprio ruolo all’interno del progetto sia coe-rente con le proprie capacità;

- avere chiaro e aver concordato con gli altri partner la naturadei risultati, la gestione della proprietà o lo sfruttamento deglistessi in termini tecnici/commerciali/ finanziari;

- avere chiaro tutte le implicazioni della partecipazione ad unprogetto (lavorare con partner stranieri, il finanziamento noncopre tutti i costi sostenuti, il mercato e i propri interessi po-trebbero cambiare nel corso delle attività).

Errori da evitare

- evitare di partecipare ad un progetto, se non si è pienamenteconvinti (non si ha fiducia nei partner, non si ha un interesseconcreto al conseguimento del risultato e/o non si hanno suffi-cienti informazioni sul progetto e sul proprio ruolo, si entrasolo perché si vogliono dei contributi finanziari);

- non essere disposti a collaborare con partner stranieri(sottostimare le differenze culturali e comportamentali tra idiversi partner);

- sottostimare la parte burocratica e manageriale della parteci-pazione al progetto;

- sottostimare le responsabilità tecniche e finanziarie che la par-tecipazione ad un progetto sottende;

- sottostimare la durata dell’impegno che un progetto richiede(dai 3 ai 5 anni).

A chi rivolgersi per la presentazione di un progettodi ricerca?Chi ha un’idea per un progetto di ricerca, ma non sa se esistonofinanziamenti; chi vuole sviluppare una nuova tecnologia e non sacome finanziarla; chi cerca un’impresa in Europa con cui collabora-re, può rivolgersi anche al “Sistema Camerale”.La Camera di Commercio di Firenze, infatti, attraverso le sue dueAziende Speciali - Promofirenze e Firenze Tecnologia - può aiu-tare le aziende ed i ricercatori a rendere più semplice l’accesso aifinanziamenti del 7 P.Q.

them, owners can transfer them toanother participant or to theCommission1.A Consortium Agreement is anagreement into which projectparticipants enter privately toregulate all relationshipsresulting from the partnership,especially exploitation of researchupshots. Consortium Agreementsare compulsory unless specifiedotherwise in the proposalpresentation invitation.

· Foreground must be used andcirculated.

· Should it be circulated/published,notice must be given to otherparticipants (if it is not protected,also to the Commission)

· Patent publications andapplications must quote financialbacking received from theCommunity.

Rights of access· participants define the

background they require and canexclude some by means of awritten agreement (not necessarilybefore the subsidy agreement hasbeen signed).

· the access application can bemade within one year from the endof indirect action or from theowner’s participating deadline.

· possibility to grant sole rights onpre-existing knowledge andfindings, whenever otherparticipants renounce their rights.

· there is no need to inform theCommission about grantingbackground-access rights to thirdparties.

· there are specific provisions forcertain types of action (e.g.frontier research, research to thebenefit of specific groups andsafety research).

What are success factors and whaterrors must be avoided?Joining in research projects both ascoordinators or partners can lead tothe development and revision ofstrategies. Furthermore, it entails thejoining of a cross-border consortiumand, therefore, cooperating withpartners from various Countries.Therefore, the achievement of aimsdoes not only depend on individualcommitment but also on that of other

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ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

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Firenze Tecnologia è sede dello Sportello APRE Toscana. Lo Spor-tello APRE Toscana svolge attività di informazione, assistenza e for-mazione sui programmi di ricerca e innovazione tecnologica. I ser-vizi di APRE Toscana sono rivolti a tutti gli organismi pubblici o priva-ti interessati a partecipare ai programmi comunitari di ricerca e svi-luppo tecnologico.Promofirenze e Firenze Tecnologia mettono a disposizione delleimprese e dei ricercatori:Informazione su programmi e bandi per la ricerca a livello euro-peo, nazionale e regionale, sulle scadenze e sulle modalità di parte-cipazione;Incontri personalizzati: orientamento sulle opportunità di finan-ziamento, analisi di progetti ed identificazione dei programmi piùadatti;Assistenza alla presentazione delle domande: verifica dei requisitiper la partecipazione, supporto tecnico/amministrativo alla redazio-ne della proposta; assistenza alla gestione del progetto: supporto nellagestione amministrativa e/o tecnica del progetto; assistenza alla ri-cerca di partner europeiFormazione rivolta ai potenziali partecipanti dei Programmi Euro-pei di Ricerca e Sviluppo Tecnologico

Nota:1) Il Consortium Agreement è un contratto che i partecipanti al progettostipulano privatamente per disciplinare tutti i rapporti derivanti dalla partnershiped in particolare quelli riguardanti lo sfruttamento dei risultati finali della ri-cerca. Il Consortium Agreement è obbligatorio, a meno che diversamentespecificato nell’invito a presentare proposte.

FIRENZE TECNOLOGIASportello Apre Toscana

Volta dei Mercanti, 1 - 50122 Firenze; Tel. 0552661051; fax. 0552661030http://www.firenzetecnologia.it

Maria Teresa De Maree-mail: [email protected]@firenzetecnologia.it

PROMOFIRENZEArea Finanziamenti

Via Por Santa Maria - Palazzo Borsa Merci 50122 FirenzeTel. 055/2671625; fax: 055/2671404www.promofirenze.com

Marinetta D’Agostinoe-mail: [email protected]@promofirenze.comi

n f

opartners. Before deciding whether todevelop or join in a projectcoordinated by anotherorganisation, it is advisable to havea clear picture of the proposal’s aims,of one’s own role, of joiningprocedures and of benefits to beenjoyed by exploiting findings.

Success factors· have in-house resources to allocate

to the project both in terms ofquality (export staff) and quantity(months/man) or make up for anylacks

· individuate a mutual benefit fromjoining in the project

· understand the project’s realpurpose and the role thatcoordinators intend to attribute tothe company

· check that one’s own role in theproject is consistent with one’s owncapacities

· have a clear idea and have agreedwith other partners about thenature of findings, property mana-gement or the exploitation offindings in technical, business andfinancial terms

· have a clear idea of all theimplications of joining in a project(when working with foreignpartners, financing does not coverall costs sustained; the market andyour own interests could changeduring the course of business)

Errors to avoid· avoid joining in a project unless

one is fully convinced (if one has noconfidence in partners, one has noreal interest in achieving resultsand/or one does not have enoughinformation about the project andone’s own role and one joins just toobtain grants)

· not being prepared to collaboratewith foreign partners(underestimating cultural andbehavioural differences betweenvarious partners)

· underestimating the red tapeinvolved in joining in the project

· underestimating technical andfinancial responsibilitiesunderlying project participation

· Underestimating the duration of thecommitment required by a project(from 3 to 5 years).

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ARTI & MERCATURE24Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

To whom must one turn to present aresearch project?SMEs, Universities, Research Institutes,Public Authorities and LargeEnterprises: those who have an idea fora research project but do not knowwhether financing is available, thosewho want to develop a new technologybut do not know how to finance it andthose who are looking for an enterprisein Europe with which to collaborate canapply to the “chamber system”. In fact,through its two Special Agencies -Promofirenze and Firenze Tecnologia -the Florentine Chamber of Commercesimplifies companies and researchers’access to Seventh FrameworkProgramme financing. Firenze Tecnolo-gia is the headquarters of Sportello ApreToscana. Sportello Apre Toscanaprovides information, assistance andtraining in research and technologicalinnovation programmes, especially inthe Research and Technologicalframework programme. APRE Toscanaservices are directed at all public orprivate organisations interested injoining community research andtechnological development programmes.Promofirenze and Firenze Tecnologiamake the following services available toenterprises and researchers:Information: general information aboutprogrammes and calls for researchproposals Europe-wide, nationally andregionally and about deadlines andjoining procedures.Customized meetings: guidance tofinancing, project analysis andidentification of the most suitableprogrammes.Assistance: assistance in presentingapplications: checking joiningrequirements; technical/administrativesupport in drafting proposals; assistancein handling projects; support in theproject’s administrative and/or technicalmanagement; assistance in the search forEuropean partners.Training: organisation of traininginitiatives directed at potentialparticipants in European Research andTechnological Department Programmes

1) A Consortium Agreement is an agreementinto which project participants enterprivately to regulate all relationshipsresulting from the partnership, especiallyexploitation of research upshots.Consortium Agreements are compulsoryunless specified otherwise in the proposalpresentation invitation.

Le imprese Alta Tecnologia in Toscana

La tecnologia e l’innovazione costituiscono nell’odierna economia gli elementipropulsori dello sviluppo. I governi dei paesi industrialmente avanzati attribuisconoalla capacità di innovare dei settori a maggior contenuto tecnologico un ruolo trainanteper migliorare produttività, occupazione e dare stabilità all’economia nazionale. Negliultimi decenni le tecnologie informatiche, le biotecnologie, la microelettronica, il la-ser, le fibre ottiche, la robotica hanno mutato il volto di molti settori. La tecnologia è lavariabile che più agisce sul cambiamento e quindi sui processi di innovazione.

Il cambiamento tecnologico può rendere rapidamente obsoleti prodotti di successo,ma può altrettanto velocemente creare opportunità e dare nuovo vigore a prodottiormai consolidati, attraverso l’impiego di tecnologie. L’interazione fra tecnologie e isettori tradizionali diventa quindi un elemento strategico per lo sviluppo competitivodelle imprese e per il progresso sociale.

Da queste considerazioni nasce l’interesse verso le imprese toscane di produzione edi servizio le cui competenze sono fondate sulla tecnologia. Sono imprese che com-petono sulla base vantaggi derivanti dalla tecnologia, i cui beni, servizi e tecnologieofferti hanno impatti positivi sul sistema produttivo con aumento di produttività ecapacità di innovazione dei processi, dei prodotti e dell’organizzazione aziendale. Nesono un esempio le aziende dei settori dell’informatica e delle telecomunicazioni chestanno cambiando l’organizzazione delle imprese nel mercato globale.

Il 7 Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico è un ottimo strumento persupportare le imprese nella loro crescita e nella soddisfazione dei propri bisognitecnologici.

Conoscere e valorizzare queste imprese è cruciale per comprendere gli orientamentidello sviluppo, per inserirle nei percorsi previsti dal 7 Programma Quadro favorendocosì le possibili connessioni con altre realtà imprenditoriali e scientifiche europeealimentando una cultura della ricerca e dell’innovazione.

Il Catalogo Alta Tecnologia realizzato dall’Azienda Speciale della Camera diCommercio, Firenze Tecnologia, è disponibile sul sito:http://www.tuscanytech.net.Il catalogo intende fornire una rappresentazione, sebbene non esaustiva, delleimprese toscane che operano in settori hightech. L’obiettivo non è semplice-mente censire, ma anche far conoscere le competenze esistenti sul territorionei settori a maggiore intensità tecnologica e potenziare le opportunità dicollaborazione e trasferimento tecnologico con altre aziende locali.Essere fonte e stimolo per l’innovazione: è il ruolo che affidiamo a ciascunaazienda presente in questo repertorio, affinché insieme ad altri attori di sup-porto all’innovazione costituiscano un motore di crescita del territorio e rap-presentino nel mondo - attraverso Internet - un elemento qualificante dellecompetenze in Toscana.

Sul sito www.tuscanytech.net è possibile consultare l’elenco delle aziendetoscane di Alta Tecnologia

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High tech enterprises in TuscanyIn modern-day economics, technology and innovation are the driving forces behind development. The governments of industrially advanced countries findthe capacity to innovate sectors with greater technological content crucial to improving productivity and employment and to giving stability to the nationaleconomy. In past decades, computer technologies, biotechnologies, microelectronics, laser, optical fibres and robotics have changed the face of manysectors. Technology is the variable that affects change most deeply and, therefore, innovation processes.Technological change can make successful products obsolete overnight yet it can equally quickly create opportunities and boost established productsthrough the use of technologies. Therefore, the interaction between technologies and traditional sectors becomes strategic to enterprises’ competitivedevelopment and to social progress.Hence the interest in Tuscan manufacturing and service enterprises whose expertise is based on technology. They are enterprises that compete thanks totheir cutting edge provided by technology, whose goods, services and technologies have positive impacts on the production system augmenting productivityand the capacity to innovate cycles, products and company organisation, for instance computer and telecommunications companies that are shaking upbusiness on the global market.The Seventh Research and Technological Development Programme is highly instrumental to boosting the growth of enterprises and satisfying theirtechnological needs.Knowing and valorising these enterprises is crucial to understanding development orientation and to introducing them into routes specified by the SeventhFramework Programme thus fostering possible connections with other European business and scientific circles fuelling a research and innovation culture.

The High Tech Catalogue produced by Firenze Tecnologia – one of the Florentine Chamber of Commerce’s Special Agencies – is available at htpp://www-tuscanytech.net. The catalogue intends to give a rough idea of Tuscan high tech enterprises. The aim is not to census but to point out existing districtexpertise in higher tech lines of business and strengthen joint venture and technological opportunities with other local companies.Sourcing and stimulating innovation is the role that we assign to each company in this repertoire so that, together with other innovation participants, theycan represent a driving force behind district growth and represent an accomplished element of Tuscan expertise in the eyes of the world.The list of High Tech Tuscan companies can be consulted at www.tuscanytech.it

LINK UTILI / USEFUL LINKS

CORDIS (Community Research & Development InformationService):http://www.cordis.lu/en/home.html

Commissione europea DG RicercaEuropean Commission Research head office:http://www.europa.eu.int/comm/research

Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo TecnologicoResearch and Technological Development Framework Programme:http://cordis.europa.eu/fp7/home_en.html

Informazioni sugli inviti a presentare proposteInformation about invitations to present proposals::http://cordis.europa.eu/fp7/dc/index.cfm

Documenti concernenti il Programma (inclusi i modelli del contrattoe del Consortium Agreement)Documents concerning the Programme (including examples of thecontract and Consortium Agreement):http://cordis.europa.eu/fp7/find-doc_en.html

Trasmissione elettronica delle proposte di progetto attraversol’Electronic Proposal and Submission System (EPSS)Electronic transmission of project proposals through the ElectronicProposal and Submission System (EPSS):http://cordis.europa.eu/fp7/dc/index.cfm?fuseaction=UserSite.FP7SubmitProposalPage

Servizio di Helpdesk relativo ai Diritti di Proprietà Intellettuales (IPR)Helpdesk Service concerning Intellectual Property Rights (IPR):http://www.ipr-helpdesk.org/index.htm

Servizio CORDIS di ricerca partner / CORDIS partner-finding service:http://partners-service.cordis.lu/

Direzione generale Società dell’informazione della CommissioneCommission’s Information Company’s head office:http://ec.europa.eu/dgs/information_society/index_en.htm

Direzione generale Imprese della CommissioneCommission’s enterprise head office:http://ec.europa.eu/dgs/enterprise/index_en.htm

Direzione generale Energia e trasporti della CommissioneCommission’s Energy and transport head office:http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/index_it.html

Centro comune di ricerca (CCR) / Common Research Institute (CRI):http://www.jrc.ec.europa.eu

Punti di Contatto Nazionali (NCP) / National Contact Points (NCP):http://cordis.europa.eu/fp7/get-support_en.html

Innovation Relay Centres:http://irc.cordis.lu/whoswho/

BIC:http://www.ebn.be/

Frequently Asked Questions:http://ec.europa.eu/research/index.cfm?pg=faq&lg=en

European Research Area:http://www.europa.eu.int/comm/research/area.html

Firenze Tecnologia - Azienda Speciale della Camera di Commercio -Sportello APRE ToscanaFirenze Tecnologia, Special Chamber of Commerce Agency -Desk APRE Toscanawww.firenzetecnonologia.it

Promofirenze - Azienda Speciale della Camera di CommercioPromofirenze, Special Chamber of Commerce Agencywww.promofirenze.com

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ARTI & MERCATURE26Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Glossary

To act as a guide to terminology used in the European Commission’svarious official documents

Action plan: plan concerning all participants’ action in an integrated project

Article 169 of the treaty: “In enacting the plurennial framework programme, the Community can stipulate – in agreementwith member States concerned – participation in research and development programmes commenced by several memberStates, as well as participating in facilities set up to implement these programmes.”

Article 171 of the treaty: “The Community can pool enterprises or any other facilities required for the best possibleperformance of research, technological development and community demonstration programmes.”

Associated candidate country: any associated State, acknowledged by the Community as a candidate to join the EuropeanUnion

Associated state: a State that entered into an international agreement with the Community whereby it wholly or partiallyfinances the sixth framework programme

Budget: a plan that estimates all resources and expenditure required to take indirect action

Call for proposal: call for the presentation of planning proposals. The text defines specifications required to prepare and sendthe proposal such as thematic priority, research aims, useable instruments, address and dispatch technical procedures,expiry etc. Calls for proposals are published in the European Union’s Gazette and on the Cordis website(http://cordis.europa.eu/fp7/home_en.html).

Call for tender: call for tender for the supply of goods/services for the Commission’s use; goods/services are purchased bythe Commission at the market price.

Circulation: the disclosure of knowledge through any adequate means, excluding publication to safeguard knowledge asrequired by formalities

Common action plan: scheduling all action commenced by participants to set up a network of excellence

Competitive call: call published as part of Integrated Projects and Networks of Excellence by the consortium to identify newpartners. Costs and businesses of partners to be identified while the project is in progress must be described beforehand inthe proposal.

Consortium: a group of participants in the same direct action

Consortium agreement: agreement into which participants enter to take indirect action and, in particular, to regulate themanagement of intellectual property rights and exploitation of findings. This agreement does not jeopardise participant’sreciprocal obligations nor their obligations towards the Community resulting from the Seventh Framework Programme’sjoining rules and from the contract stipulated between the Commission and consortium.

Contract: an agreement between the Community and participants about a subsidy intended to take indirect action, creatingrights and obligations between the Community and participants, on the one hand, and between indirect participants on theother

Coordinator: the participant appointed by participants in the same indirect action and accepted by the Commission withspecific additional obligations resulting from these regulations and from the contract

Direct action: RTD undertaken by one or more participants through a Seventh Framework Programme instrument

Electronic Proposal Submission System (EPSS): web-based system to send and/or prepare a proposal in the SeventhFramework Programme. It is possible to access the system through the website www.cordis.lu/fp6

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Glossario

Per orientarsi nella terminologia dei vari documenti ufficialidella Commissione Europea

Articolo 169 del trattato: “Nell’attuazione del programma quadro pluriennale la Comunità può prevedere, d’intesa con gli Stati membriinteressati, la partecipazione a programmi di ricerca e sviluppo avviati da più Stati membri, compresa la partecipazione alle struttureinstaurate per l’esecuzione di detti programmi.”

Articolo 171 del trattato: “La Comunità può creare imprese comuni o qualsiasi altra struttura necessaria alla migliore esecuzione deiprogrammi di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione comunitari.”

Attività di RST: le attività di ricerca e sviluppo tecnologico, comprese quelle di dimostrazione del VII programma quadro

Azione diretta: un’attività di RST intrapresa dal Centro comune di ricerca (CCR), in esecuzione dei compiti ad esso conferiti dal VIIprogramma quadro

Azione indiretta: un’attività di RST intrapresa da uno o più partecipanti mediante uno strumento del VII programma quadro

Bilancio: un piano previsionale dell’insieme delle risorse e delle spese necessarie per realizzare un’azione indiretta

Call for proposal: Bando per la presentazione di proposte progettuali. Il testo definisce le specifiche necessarie per preparare ed inviarela proposta quali la priorità tematica, gli obiettivi di ricerca, gli strumenti utilizzabili, l’indirizzo e le modalità tecniche di invio, scadenzaetc. I bandi sono pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e sul sito Cordis (http://cordis.europa.eu/fp7/home_en.html).

Call for tender: Gara di appalto per la fornitura di beni/servizi ad uso della Commissione; i beni/servizi vengono acquistati dallaCommissione a prezzo di mercato.

Competitive call: Bando pubblicato nell’ambito di Progetti Integrati e le Reti di Eccellenza dal consorzio per identificare nuovi partner.I costi e le attività dei partner da identificare in corso di progetto devono essere state previamente descritte nella proposta.

Consortium agreement: Accordo che i partecipanti ad un’azione indiretta concludono tra loro per l’attuazione di questa ed in particolareper disciplinare la gestione dei diritti di proprietà intellettuale e di sfruttamento dei risultati. Tale accordo non pregiudica gli obblighi deipartecipanti, sia reciproci che verso la Comunità, risultanti dalle regole di partecipazione al Settimo Programma Quadro dal contrattostipulato fra Commissione e consorzio.

Conoscenze: i risultati, comprese le informazioni, tutelabili o no, derivanti dalle azioni dirette e dalle azioni indirette così come i diritti diautore o i diritti connessi a tali risultati a seguito della domanda e del rilascio di brevetti, disegni e modelli, novità vegetali, certificati diprotezione complementari o altre forme simili di protezione

Conoscenze preesistenti: le informazioni detenute dai partecipanti prima della stipulazione del contratto o acquisite parallelamente aquest’ultimo, come pure i diritti di autore o i diritti connessi a dette informazioni in seguito alla domanda o al rilascio di brevetti, disegnie modelli, novità vegetali, certificati di protezione complementari o altre forme di protezione simili

Contratto: un accordo tra la Comunità e i partecipanti, concernente una sovvenzione avente l’obiettivo di realizzare un’azione indiretta eche crea diritti e obblighi tra la Comunità e i partecipanti, da un lato, e tra i partecipanti all’azione indiretta, dall’altro

Consorzio: l’insieme dei partecipanti ad una stessa azione indiretta

Coordinatore: il partecipante designato dai partecipanti alla stessa azione indiretta e accettato dalla Commissione, avente obblighispecifici addizionali derivanti dal presente regolamento e dal contratto

Diffusione: la divulgazione delle conoscenze tramite qualsiasi mezzo adeguato, esclusa la pubblicazione richiesta dalle formalità atutela delle conoscenze

Diritti d’accesso: licenze e diritti di utilizzazione in relazione a conoscenze o a conoscenze preesistenti

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ARTI & MERCATURE28Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Group of enterprises: any subject of law consisting mainly of SMEs and representing their interests

Instruments: the Community’s indirect action procedures stipulated by annex III of the Sixth Framework Programme, exceptfor the Community’s financial participation pursuant to article 169 of the treaty

International organisation: any subject of law consisting of an association of States, which differs from the Community,established according to a treaty or similar deed, equipped with common bodies and whose international legal authority differsfrom that of its European international organisation members: an international organisation whose majority of members aremembers of the Community or associated States and whose main aim is to promote European scientific and technologicalcooperation.

Irregularities: any breach of a community provision or any breach of a contract commitment resulting from a deed or anomission on the part of a subject of law who has or could jeopardise the European Union’s general balance sheet or balancesheets handled by it on account of any undue expense.

Knowledge: findings, including safe-guardable and non-safe-guardable information, resulting from direct and indirect actionsuch as copyright or rights connected to these findings following on an application and issue of patents, drawings andexamples, vegetable novelties, complementary protection certificates or other similar forms of protection

Legitimate interest: any type of interest, especially business interest, of a participant, which can be asserted in casesspecified in these regulations. For this purpose, the participant must show that, in actual fact, a lack of consideration of hisinterest would damage him enormously.

NCP: National Contact Point. In implementing the Seventh Framework Programme, the Commission asked Members Statesto proceed with establishing a national system for National Contact Points (NCP). Contact points are essentially intended toprovide technical assistance and circulate information about Framework Programme procedures and aims to all interestedparties.

Participant: a subject of law who helps indirect action and is entitled to rights and obligations towards the Community underthese regulations or contract

Pre-existing knowledge: information withheld by participants before entering into the agreement or acquired at the same timeas the latter, such as copyright or rights connected to this information following on the application or issue of patents, drawingsand patterns, vegetable novelties, complementary protection certificates or other forms of similar protection

Public organisation: an organisation in the public sector or a subject of private law that serves the public adequately

Rights of access: licences and rights to usage in relation to knowledge or pre-existing knowledge

RTD activity: research and technological development, as well as demonstrating the Seventh Framework Programme

Small and medium enterprises (SME): enterprises that satisfy criteria stated in the Commission’s Recommendation no. 03/361/EC. An SME is an enterprise with the following characteristics:

-less than 250 employees (50 for small enterprises and 10 for micro enterprises);-annual sales of no more than 50 million euros (10 for small enterprises and 2 for micro enterprises) or-an annual balance sheet of no more than 43 million euros (10 for small enterprises and 2 for micro enterprises).

Subject of law: any natural or juridical person - established under domestic law but whose place of establishment is subjectto community or international law – who is a subject of law and eligible to any kind of rights and commitments

Third country: a State that is neither a member State nor an associated State

Valorisation: direct or indirect use of knowledge in research or in order to design, create and market a product or process or tocreate and render a service

Work package: a project’s work stages

Work programme: a plan hatched by the Commission to implement a specific programme

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ARTI & MERCATUREn. 2 luglio/dicembre 2007

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Electronic Proposal Submission System (EPSS): Sistema basato su web per inviare e/o preparare una proposta nel Sesto ProgrammaQuadro. È possibile accedere al sistema attraverso il sito www.cordis.lu/fp6

Gruppo di imprese: qualsiasi soggetto giuridico composto in maggioranza da PMI e che rappresenta i loro interessi

Irregolarità: qualsiasi violazione di una disposizione del diritto comunitario o qualsiasi inadempimento di un obbligo contrattualederivante da un atto o conseguenza di un’omissione da parte di un soggetto giuridico che ha o potrebbe avere l’effetto di arrecarepregiudizio al bilancio generale dell’Unione europea o ai bilanci gestiti da quest’ultima a causa di una spesa indebita

Legittimo interesse: l’interesse di ogni tipo, in particolare commerciale, di un partecipante, che può essere fatto valere nei casispecificati nel presente regolamento. A tal fine il partecipante deve dimostrare che, in qualsiasi caso concreto, la mancata considerazio-ne del suo interesse gli farebbe subire un danno sproporzionato

NCP: National Contact Point. In attuazione del VI Programma Quadro, la Commissione ha richiesto agli Stati Membri di procedere allacostituzione del sistema nazionale dei Punti di Contatto Nazionale (National Contact Point – NCP). Compito essenziale ed importante deipunti di contatto è quello di fornire assistenza tecnica, oltre che diffondere informazioni sulle modalità, procedure ed obiettivi delProgramma Quadro a tutti coloro che ne facciano richiesta.

Organizzazione internazionale: qualsiasi soggetto giuridico costituito da un’associazione di Stati, diversa dalla Comunità, costituita sullabase di un trattato o di un atto simile, dotata di organi comuni e avente personalità giuridica internazionale distinta da quella dei suoimembri organizzazione internazionale di interesse europeo: un’organizzazione internazionale in cui la maggioranza dei membri sonoStati membri della Comunità o Stati associati, e il cui obiettivo principale è promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica europea

Organismo pubblico: un organismo del settore pubblico o un soggetto giuridico di diritto privato aventi funzioni di servizio pubblico cheoffre adeguate

Paese candidato associato: qualsiasi Stato associato, riconosciuto dalla Comunità come candidato all’adesione all’Unione europea

Paese terzo: uno Stato che non è né uno Stato membro, né uno Stato associato

Partecipante: un soggetto giuridico che contribuisce ad un’azione indiretta ed è titolare di diritti e di obblighi nei confronti della Comunità,ai termini del presente regolamento o del contratto

Piano di attuazione: il piano relativo a tutte le azioni dei partecipanti a un progetto integrato

Piccole e medie imprese (PMI): le imprese che soddisfano i criteri enunciati nella Raccomandazione n. 03/361/CE della Commissione.Una PMI è un’impresa che presenta le seguenti caratteristiche:

- meno di 250 persone occupate (50 per le piccole imprese e 10 per le microimprese);

- un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro (10 per le piccole imprese e 2 per le microimprese) oppure

- un bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro (10 per le piccole imprese e 2 per le microimprese).

Programma comune di attività: programma relativo a tutte le azioni avviate dai partecipanti necessarie per l’attuazione di una reted’eccellenza

Programma di lavoro: un piano elaborato dalla Commissione per l’attuazione di un programma specifico

Soggetto giuridico: qualsiasi persona fisica, o qualsiasi persona giuridica costituita in conformità al diritto nazionale applicabile nel suoluogo di stabilimento, al diritto comunitario o al diritto internazionale, dotata di personalità giuridica e della capacità di essere titolare didiritti e di obblighi di qualsiasi natura

Stato associato: uno Stato che è parte di un accordo internazionale concluso con la Comunità, nei termini o sulla base del qualecontribuisce finanziariamente in tutto o in parte al sesto programma quadro

Strumenti: le modalità indirette di intervento della Comunità previste dall’allegato III del VI programma quadro, ad eccezione dellapartecipazione finanziaria della Comunità ai sensi dell’articolo 169 del trattato

Valorizzazione: utilizzazione diretta o indiretta di conoscenze in attività di ricerca o al fine di progettare, creare e commercializzare unprodotto o un processo o per creare e prestare un servizio

Workpackage: Fasi di lavoro nelle quali si articola il progetto.

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ARTI & MERCATURE30Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Da un’economia delle risorsead un’economia della conoscenza

EZIO ANDRETAPresidente APRE - Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea

Il VII Programma Quadro è l’unico programma strategico a livello mondiale. Non è la qualità che mancaall’Italia. Se la percentuale della ricerca privata aumentasse nell’insieme dei progetti, potremmo raggiunge-re l’obiettivo del pareggio con l’Europa. Ai politici il compito di stimolare la domanda di conoscenza: unpremio fiscale ai prodotti che contengono altissimo know-how?

Vorrei fare qualche considerazione sul passaggio tra il 6° e il 7° Pro-gramma Quadro, sulla situazione italiana, in particolare sulla sfida arecuperare il “gap” storico del 3% (l’Italia versa nelle casse della Com-missione Europea un 12% e ne riprende mediamente il 9%), per ilquale il Ministro Mussi ha lanciato addirittura una sfida più ambizio-sa, arrivare a poter prendere il 14%.Mi sia permesso, intanto, di fare un salto nella memoria, risalendo al1990, quando il prof. Ruberti, Ministro della Ricerca, e un giovanefunzionario della Commissione Europea, Alessandro Damiani, det-tero vita all’APRE, Agenzia di cui adesso sono il Presidente.Essa fu creata esattamente con lo scopo di informare e assistere ilsistema della ricerca italiana nel partecipare al Programma Quadroaumentando il ritorno economico per l’Italia.APRE nel frattempo è cresciuta, è cresciuta molto, come visibilità,come credibilità, come qualità dei servizi forniti su quasi tutto il ter-ritorio nazionale, in modo capillare, tramite sportelli regionali.

FROM A RESOURCETO A KNOWLEDGEECONOMY

Ezio ANDRETA - President of APRE(Agency for the Promotion of EuropeanResearch)

Summary: The Seventh Frameworkprogramme is the only strategicprogramme. Italy is not short ofquality. If the percentage of privateresearch were to increase in the seriesof projects, we could put ourselves on apar with Europe. Politicians muststimulate the demand for knowledge:what about a tax award for productswith the highest know-how?

I wish to comment on the passage betweenthe Sixth and Seventh FrameworkProgramme, the Italian situation and aboveall the challenge to bridge the historic % gap(Italy pays 12% into the EuropeanCommission’s tills and takes back 9% onaverage), which is why Minister Mussilaunched a more ambitious challenge: to getback 14%.In the meantime, allow me to go back to1990 when Prof. Ruberti, Research Minister,and a young European Commission official,Alessandro Damiani, established APRE,over which I now preside.It was created specifically to inform andassist Italian research in joining in theFramework Programme to increase Italy’sfinancial return.

Verso il Mercato Comune Europeo della Ricerca

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Io credo che possa essere, effettivamente, la Rete sulla quale soste-nere la sfida che il Ministro Mussi ha lanciato.Comunque passare dal 9% al 12%, che sarebbe, più o meno, il pa-reggio – vuol dire essere capaci nel 7° Programma Quadro di recu-perare circa 1 miliardo e 600 milioni di Euro.Se, poi, dobbiamo passare al 14%, dobbiamo essere capaci di farassorbire al nostro sistema ricerca 2 miliardi e mezzo.In termini di partecipazione quantitativa l’Italia non è lontana dal suo12%, anzi, direi che addirittura, per alcuni settori, superiore. Il pro-blema si pone nei ritorni finanziari.È un approccio quantitativo che ha bisogno di essere stimolato o èun approccio qualitativo, quello che vogliamo perseguire?La risposta è evidente: è qualitativo, cioè bisogna migliorare la qua-lità ma questa qualità come possiamo ottenerla, e che cosa vuoldire qualità nella partecipazione?Se si procede con un’analisi della situazione della ricerca in Italia,emerge subito che l’Italia ha 71 mila ricercatori, quasi tutti pub-blici – credo che nell’industria privata, mettendoci gli ingegneri equelli che fanno sviluppo, potranno essere, massimo, 10 mila, e lacapacità di assorbimento a livello europeo dei 71 mila è quasi la piùelevata di tutti.Se noi facessimo una classifica di redditività per ricercatore, tro-veremmo che, a parte l’Olanda che ha il 100% ed i Belgi che supe-rano il 70%, al terzo posto ci sono gli italiani.Quindi se noi consideriamo i finanziamenti presi da Bruxelles pernumero di ricercatori, troviamo che l’Italia è al terzo posto. Il chesignifica che i nostri ricercatori stanno dando il massimo.Dove sta quindi il problema? Io credo che il problema sta all’internodelle cifre stesse, perché è un problema di ruolo, è un problema dicosti.È chiaro che il costo della ricerca italiana, almeno dei progettipresentati a Bruxelles, è più basso di tutti gli altri o, per lo meno,di quelli che sono i nostri diretti antagonisti, perché? Perché, in real-tà, partecipa più l’accademia, la ricerca pubblica, compreso il CNRe l’ENEA, molto meno l’industria e quando partecipa l’industria èquasi sempre la piccola e media impresa.A livello, quindi, di costo del progetto siamo a livelli più bassi.Il problema non è solo aumentare i costi, ma aumentare la compo-sizione del consorzio, cioè sono le grandi industrie che sono assen-ti e che devono partecipare di più. Allora potremmo avere costimaggiori ma ovviamente non per effetto inflazionistico.Il secondo punto è il problema del ruolo: se uno va ad analizzare ilruolo dei partecipanti italiani, si rende conto che spesso hanno unruolo marginale nel consorzio proponente.Diverse sono le ragioni: la lingua inglese può creare difficoltà, averedei rapporti preesistenti con partner stranieri, la mancanza di ammi-nistrazioni che abbiano la dovuta conoscenza dei programmi comu-

In the meanwhile, APRE has growntremendously in terms of visibility,credibility and the quality of servicesprovided nationwide through regionalcounters. I maintain that it could actually back thechallenge that Minister Mussi launched. Anyway, passing from 9% to 12% meansrecouping 1 billion 600 million euros inthe Seventh Framework Programme. If, we then have to achieve 14%, ourresearch system must be capable ofabsorbing 2 and a half billion euros. In terms of quantitative participation,Italy is not far off 12%; on the contrary, insome sectors it is superior. The problemarises with financial returns. Must we pursue a quantitative approachthat requires boosting or a qualitativeapproach? The answer is obvious: qualitative, i.e.quality must be improved but how can weobtain this quality and what doespartnership quality mean? An analysis of the research situation inItaly immediately reveals that Italy has 71thousand researchers, almost all of whomare public: I think that private industry,including engineers and developers,amounts to 10 thousand at best and the 71thousand’s absorption capacity is almostthe highest on a European scale.If we were to rate returns per researcher,we would find that after Holland with100% and Belgium with over 70%, Italycomes third.Therefore, if we consider financing fromBrussels according to the number ofresearchers, we would find that Italycomes third, meaning that ourresearchers are doing their utmost.Therefore, where does the problem lie? Imaintain that the problem lies within thefigures themselves because it is a role – acost – issue.It is clear that the cost of Italian research,at least of projects presented in Brussels,is lower than any other or, at least, thanthose of our direct antagonists. Why?Because, in actual fact, learned societyand public research, including theNational Council for Scientific Research,participate much more than industry,which almost always relies on small andmedium enterprises.Therefore, our projects are minimal.It is not just a question of increasing costsbut of enhancing the consortium’scomposition: major industries are absentand must participate more. We could thenhave greater costs but naturally not due toinflation.The second point is the role issue: if weanalyse the role of Italian participants, werealise that they often play a marginal rolein the proposing consortium.There are various reasons: English canbe a problem; pre-existing relations with

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nitari. Quasi sempre quindi gli italiani non sono i Leader di unprogetto, ma semplici partner.Il messaggio che voglio dare è questo: la situazione italiana è quellache noi conosciamo e che ho cercato molto sinteticamente di de-scrivere.E’ possibile recuperare un po’ di finanziamenti in più, non ci sonodubbi, ma dovremmo fare un’azione molto mirata sulla partecipa-zione industriale, meno progetti, ma più alto valore aggiunto, conpiù massa critica, cercare di avere più italiani coordinatori, leader diprogetti. Non è semplice, ma è possibile.In questa prospettiva APRE, per la prima volta, al di là delle azioni diinformazione, e assistenza nella ricerca di partner in Europa e nonsolo, ha lanciato al Ministro Mussi – che l’ha apprezzata – una nuovaidea che è quella di fare della formazione per valutatori, per valu-tare progetti a livello europeo.Perché? Perché c’è una doppia valenza: primo, nel formare deivalutatori italiani bravi, probabilmente, si aumenta il numero e laqualità dei valutatori italiani nei “panel” a Bruxelles, quindi è unaforma di leadership che emerge; secondo, chi è bravo a valutare èbravissimo nel redigere un progetto di ricerca.Questa iniziativa, che ha avuto il supporto del Ministro, non è stataancora avviata, perché le regole di partecipazione sono state appe-na approvate, penso che sarà la prossima iniziativa che si affianche-rà all’organizzazione delle giornate nazionali di lancio dei singolibandi.Qualche commento sul 7° Programma Quadro cercando di identifi-care i punti di continuità, di novità e di discontinuità, quelli più evi-denti.Primo punto: il 7° Programma Quadro è in perfetta continuità con il6°, creare lo Spazio Comune della Ricerca, trasformare l’Europada un’economia basata sulle risorse ad un’economia basata sulla co-noscenza.Questa trasformazione non è soltanto responsabilità dell’industria, èresponsabilità dell’insieme del Sistema Paese, dell’insieme del Siste-ma Europa, richiede una rivoluzione culturale, richiede un adatta-mento di tutte le nostre strutture, compreso il modo di pensare, altri-menti è un obiettivo difficilmente raggiungibile.Il 2010 è realmente troppo vicino per questa trasformazione, occor-re fare uno sforzo enorme per capire che cosa vuole dire un’eco-nomia basata sulla conoscenza. Ma appena si cita l’elemento “co-noscenza” occorre porsi alcune domande.La prima: di quale conoscenza parliamo?La seconda: la conoscenza da sola mette in moto il processo di inno-vazione?La terza: questa conoscenza e i cittadini, quale rapporto c’è?Si scopre immediatamente che la conoscenza da sola non crea ilmiracolo dell’innovazione, è come la parabola del seminatore:

foreign partners are required;administrations are not always familiarenough with community programmes.Almost always Italians are not projectLeaders but just partners.I wish to convey the following message: theItalian situation is as we know it and whatI endeavoured to describe in a nutshell.There is no doubt that it is possible torecoup more financing but we must focusnot only on industrial participation andfewer projects but also on more addedvalue, with more critical mass, andendeavour to have more Italiancoordinators and project leaders. This isnot simple yet possible.From this viewpoint APRE, for the firsttime – apart from divulging and primarilyassisting European partners in research –proposed to Minister Mussi, who greatlyappreciated it, a new idea to trainestimators to assess projects on aEuropean scale.Why? There are two reasons: firstly, intraining good Italian estimators, thenumbers and quality of Italian estimatorswould probably increase in the Brusselspanel. Therefore, leadership requiresgood estimators who know how to draft aresearch project.This initiative, backed by the Ministry, hasnot yet been put into practice becausepartnership rules have not yet beenapproved. I think that it will be the nextinitiative to back organisation on nationalday in launching individualannouncements.Comments on the Seventh FrameworkProgramme in an attempt to pinpointongoing points, novelties anddiscontinuities follow.First point: the Seventh FrameworkProgramme is perfectly in keeping with theSixth: creation of Common ResearchSpace, transforming Europe from aresource-based to a knowledge-basedeconomy.This transformation is not just industry’sresponsibility: it up to the whole CountrySystem and the entire European System todemand a cultural revolution and adapt allour facilities, including our way ofthinking. Otherwise it will be hard toachieve this goal.2010 is actually too close for thistransformation: we have to make a hugeeffort to understand the meaning of aknowledge-based economy. Yet the word“knowledge” raises questions.Firstly, what knowledge are we talkingabout?The second: is knowledge alone capable oftriggering off an innovation process?The third: what is the relationship betweenthis knowledge and citizens?The fact that knowledge alone does notperform the innovation miracle isimmediately revealed. It is like the parableof the sower: it is not the seed that, having

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non è il seme che, caduto in terra, produce il grano, è la capacità delterreno di accoglierlo e trasformarlo in grano, quindi senza questacapacità di accogliere la conoscenza non si crea nulla.La conoscenza è importantissima, ma ci vuole un insieme di misureche permettono alla conoscenza di essere accompagnata verso ilmercato e di diventare competitiva. Cambiamenti, condizioni am-bientali che devono facilitare tale passaggio, tale evoluzione cultura-le, tutte scelte ovviamente politiche.Di quale conoscenza parliamo? Parliamo di conoscenza che già ab-biamo, quindi parliamo soltanto di trasferirla in tecnologie o parlia-mo di nuova conoscenza per nuove tecnologie?La risposta è ovvia: nuova conoscenza per nuove tecnologie, per-ché tutte le tecnologie che oggi abbiamo sono, più o meno, tutte alcapolinea, non possono più risolvere i nostri problemi. Sembra quasiche ci sia l’incompatibilità, tra il modello sociale di sviluppo che l’Eu-ropa ha e il modello economico.La tentazione, allora, quale è? E’ sostenere il modello economico edabbattere il modello sociale pensando che sia possibile: è impossibi-le, perché? Perché prendiamo ad esempio il settore energetico, aparte la fusione e la fissione, le tecnologie sono al capolinea.Il fotovoltaico: io credo nel fotovoltaico, ma non nell’attuale. Con ilsolo 9% di efficienza non è possibile utilizzarlo, si tratta quindi diadottare nuove tecnologie che saranno generate da nuova cono-scenza. Questa è la sfida. È possibile, allora, certamente, anche perl’industria ridurre l’impatto ambientale, se l’industria cambia com-pletamente il modo di fare. Il passaggio, cioè, da un’economia basa-ta sulle risorse ad un’economia basata sulla conoscenza implica ilridisegnare da capo tutti i prodotti in un altro modo, ridisegnarei processi in un altro modo, il che significa affrontare tutte leproblematiche ex-novo.Si passa, cioè, dalla linearità alla complessità, questo è il vero proble-ma e queste sono le difficoltà.Terzo punto: se è necessaria una nuova conoscenza, quale è il rap-porto con i cittadini? È fondamentale, perché più si avanza nellaconoscenza, più si fanno prodotti a base di conoscenza e più il pro-blema dell’accettabilità sociale è fondamentale (non entro nel pro-blema dell’etica) perciò rinasce il bisogno di creare un dialogo per-manente tra la comunità scientifica, la comunità economica, la poli-tica e la società.Galileo aveva iniziato un percorso storico straordinario: non sono ioche lo chiudo, evidentemente, perché non ho questa ambizione,però dico che dopo 400 anni la convergenza tra filosofia, scienza,tutti i problemi della società e quelli della tecnologia, economia,quindi scienza dell’economia, devono, praticamente, convergere.È in questo senso che si parla di seconda opportunità di Rinascimen-to, perché tutte le discipline devono essere integrate e il cittadinonon solo è al centro delle preoccupazioni e dei fini dell’azione della

fallen to the ground, produces the wheat;it is the soil’s capacity to receive andtransform it into wheat; therefore, withoutthis capacity to absorb knowledge,nothing is created.Knowledge is of paramount importancebut it takes a series of measures to back itmarket-wise and make it competitive.Changes and environmental conditionshave to facilitate this step, this culturalevolution: they are naturally all politicalchoices.What knowledge are we talking about?We are talking about common knowledge.Therefore, is it just a question oftransforming it into technologies or arewe talking about new knowledge for newtechnologies?The answer is obvious: new knowledgefor new technologies because alltechnologies that we have nowadays havereached the end of the road. They can nolonger solve our problems. It almostseems that there is incompatibility betweenEurope’s welfare development pattern andthe economic pattern? Therefore, what is the temptation? Tosustain the economic pattern and destroythe welfare pattern thinking that it ispossible: it is impossible. Why? Let’stake the energy sector for example: apartfrom fusion and fission, technologies havereached the end of the road.Photovoltaic: I believe in photovoltaic butnot in current photovoltaic. Even if it isonly 9% efficient, it cannot be used.Therefore, it is a question of adopting newtechnologies generated by new knowledge.This is the challenge. Therefore, it ispossible also for industry to reduce itsenvironmental impact if it radicallychanges its behaviour, i.e. the passagefrom a resource-based economy to aneconomy based on implied knowledgeimplies redesigning all products fromscratch: redesigning processes differently,which means tackling all issues fromscratch.Namely, passing from linearity tocomplexity: this is the true crux and theseare the difficulties.Third point: if new knowledge isnecessary, what is its relationship withcitizens? It is fundamental because themore knowledge progresses, the moreknowledge-based products are createdand the greater social acceptabilitybecomes: it is fundamental (I am notgoing to go into the ethics) because theneed arises to create a permanentdialogue between the scientific community,the business community, politics andsociety. Galileo opened up new avenues inhistory: I am not the one to end them as itis not my intention. However, I must saythat after 400 years philosophy, science,all social and technological issues,business – and, therefore, business

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ricerca, ma è il cittadino che deve capire che la scienza e la cono-scenza sono quel prodotto sul quale si dovrebbe fondare l’ultimoTrattato o, per lo meno, la nuova Costituzione.Siccome Lisbona dice: “La conoscenza è il valore comune, il benecomune, assolutamente “intangibile”, sul quale costruire”, è chiaroche facciamo il mercato comune della conoscenza, lo avevamofatto cinquanta anni prima, reinventiamo il mercato comune.Il 6° Programma Quadro non avendo fatto esperienza di cosa vuoldire produrre conoscenza diceva: “Massa critica, eliminazione del-le barriere, mercato comune”, due strumenti: i Progetti Integrati e i“Network of Excellence”, tutto diretto a togliere quelle che erano le17-18 (oggi 27) frontiere, barriere di definizioni, di contenuti, etc.Questa era soltanto la prima tappa di un percorso che porta alla se-conda tappa che è quella di scoprire come si fa ad accompagnare laconoscenza, allora si scopre che per accompagnarla c’è bisogno diun fortissimo sistema che è composto di tre pilastri: formazione,infrastrutture e ricerca, che sono intimamente connesse, cioè nonsi può avere una conoscenza di alto livello senza che le altre duenon lo siano, allora lì bisogna cominciare ad investire in modo intel-ligente e utilizzare in modo ottimale quello che esiste in Europa,ecco perché le Reti hanno un certo senso, ecco perché le alleanzehanno un certo senso, perché si ottimizzano le infrastrutture, per-ché le debolezze degli uni sono equilibrate dalla forza degli altri.Nasce, quindi, proprio questo bisogno ed è quella la caratteristicache ha sottolineato il Commissario Potocnik accennando al triango-lo: educazione, formazione, infrastrutture.Per questo il nuovo Programma Quadro sottolinea di più le infra-strutture del precedente ed è anche per il bisogno di nuova cono-scenza che è stato creato il Consiglio Europeo della Ricerca, doveveramente si ha una ricerca non finalizzata a risolvere problemi, maad accumulare nuova conoscenza dalla quale derivare nuove tecno-logie nel futuro.Questa sarebbe la seconda tappa, ma c’è una terza che è la piùimportante, quella che dicevo prima: trasformare l’economia basatasulla conoscenza in una società basata sulla conoscenza, allora lì siscopre che i pilastri sono non soltanto tre, ma diventano almenocinque.Dopo questi tre c’è quello dell’innovazione, cioè in che modo leAutorità pubbliche – è un problema loro perché occorrono dellemisure da prendere – sono in grado di accompagnare questa cono-scenza che si è prodotta sul mercato e, allora, si scopre che la primae la più importante di tutte le chiavi è la domanda.Se un Paese non è capace di generare una domanda di beni ad altovalore aggiunto, non c’è il mercato adatto, è un problema moltoserio. Inoltre c’è il problema della fiscalità. A cosa serve la fiscalità senon premio i prodotti ad alto valore aggiunto e punisco quelli abasso valore aggiunto?

science – must converge.This is the meaning of the secondRenaissance opportunity because alldisciplines must be supplementary andconcerns and research aims do not onlyhinge on citizens but citizens have tounderstand that science and knowledge arethe product on which the last Treatise or, atleast, the new Constitution have to hinge.

As Lisbon maintains, “Knowledgeis the common value and the common“immaterial” foundation stone”, it is clearthat we are producing the commonknowledge market. We did this fifty yearsago. Let’s reinvent the common market.As it had no experience in producingknowledge, the Sixth FrameworkProgramme maintained that “Criticalmass, removal of barriers and commonmarket” involved two tools:Supplementary projects and the Network ofExcellence, all directed at removing the 17-18 (now 27) frontiers, definition andcontent barriers etc. This was just the firststep towards the second step: how to backknowledge. A strong system based on threepillars is required: training,infrastructures and research, which areclosely connected, i.e. it is impossible tohave in-depth knowledge without in-depthknowledge of the other two. Hence theneed to start to invest intelligently and usewhat exists in Europe to our bestadvantage. That is why Networks aremeaningful, why infrastructures areoptimised and why the weaknesses of theformer are balanced by the strength of theothers.Therefore, this need arises and it is typifiedby Commissioner Potocnik’s triangle:education, training and infrastructures.That is why the new FrameworkProgramme stresses the former’sinfrastructures and the demand for newknowledge also triggered off the EuropeanResearch Council, where research is notintended to solve problems but to accumu-late new knowledge triggering off newfuturistic technologies.This is the second step yet there is afurther, more important step that Imentioned before: transforming theknowledge-based economy into aknowledge-based society revealing thatthere are not only three, but at least five,pillars.After these three comes the innovationpillar, i.e. how public Authorities – it istheir problem because measures have to betaken – are capable of backing knowledgethat has been produced on the marketrevealing that the first and most importantof all keys is demand.If a Country is incapable of generating ademand for high added-value assets, thereis no suitable market and the problembecomes very serious. Furthermore,taxability creates a problem. What is thepurpose of taxability if it does not reward

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Ponetevi queste domande e guardate come funziona la tassazione,non credo che sia così lineare con quanto dico.Altro punto: le regole, le norme, gli strumenti finanziari, potremmocitarne altre, i brevetti. Guardate che i brevetti sono, come tutto ilresto che ho citato, strumenti del passato, non vanno bene perl’economia basata sulla conoscenza, perché vuol dire che il brevettodeve essere capace di recepire la conoscenza come il cuore delprodotto, essere capace di dire quello che è a breve termine e quel-lo che non è e, soprattutto, ci vuole un sistema di brevetti mon-diale, perché se il brevetto è nazionale o europeo, crea barriere.Possono essere interessanti queste barriere, ma non sono strumentoper la globalizzazione. C’è, quindi, in realtà, molto cammino da faresui brevetti.Le ultime sono le norme, le quali hanno la loro legittimità se sonoaccettate dai cittadini.Accettate dai cittadini vuol dire che il cittadino deve aver capito finoin fondo quale è il valore della conoscenza in termini positivi e intermini negativi, cioè significa: quale può essere l’impatto positivoper la sua salute, per la sua competitività, ma quale può essere ilrischio a livello di impatto negativo.Tutto questo è un percorso molto lungo che credo il 7° ProgrammaQuadro non risolverà, il 7° tenterà di risolvere qualcosa, mettere inmoto il sistema, sarà, forse, l’8° o il 9° che si faranno carico dell’insie-me. Detto questo la continuità sulla strategia esiste, è un passo più inlà, bisognerà farne un altro e, allora, capirete anche che l’aver creatoquesta nuova linea di ricerca fondamentale era cruciale, l’avere fat-to collegare, anzi, combaciare sette anni le prospettive finanziarie èmolto più importante di quanto è stato detto, perché vuol dire che inun solo negoziato tra Consiglio, Parlamento e Commissione si stabi-liscono tutte le priorità e, quello che non è stato ancora detto, è chesette anni danno una stabilità alla ricerca formidabile.Chi è abituato alle finanziarie annuali, ai programmi annuali si rendeconto di cosa vuol dire avere un programma di sette anni, quindi lapossibilità di programmare stabilmente qualcosa.Novità. E’ stato detto semplificazioni. Per me le due novità più im-portanti sulla semplificazione sono: una delle difficoltà che le picco-le e medie imprese hanno sempre avuto è quella della garanziabancaria.Si trattava di tirare fuori un pezzo di carta che costava dei soldi perpoter dire alla Commissione: “Sono garantito, puoi darmi i quattri-ni”.Il sistema di garanzia ha trovato due soluzioni, parlo della garanziainterna e della garanzia esterna.La garanzia interna vuol dire che si preleva sul costo del progettouna percentuale per coprire l’eventuale fallimento, “default”, chedà stabilità al consorzio e possibilità alle piccole di entrare nel giocoimmediatamente, ma c’è una seconda garanzia che chiamo “la ga-

high added-value products and punishlow added value products?Ask yourselves these questions and seehow taxation works. I do not think that itis in line with what I am saying.Another point: rules, regulations, financialtools and patents. Patents, like everythingelse I mentioned, are bygone tools: they donot apply to a knowledge-based economybecause it means that patents have to becapable of assimilating knowledge as thecore of products. They must be capable ofindicating short and long term productsand, above all, a world patenting systemis required because national or Europeanpatents create barriers. These barrierscan be of interest yet they are notinstrumental to globalisation. In point offact, a great deal still has to be done aboutpatents.Ultimately, we come to standards, whichare legitimised if they are accepted bycitizens.Accepted by citizens means that citizenshave to have fully understood the value ofknowledge in positive and in negativeterms, i.e. what are the positiverepercussions for their health andcompetitiveness but what risks areincurred in terms of negativerepercussions.The foregoing is lengthy and I do not thinkthat the Seventh Framework Programmeis capable of solving it. The SeventhFramework Programme will endeavourto solve something and put the system intooperation. Perhaps the Eighth or NinthFramework Programme will take care ofboth. Whereas strategy continuity exists:it is an extra step that has to be taken andyou will then understand that it wascrucial to create this new research line.Having joined and tallied financialprospects for seven years, the foregoing ismuch more important because it meansthat all priorities are established in onesingle negotiation between Council,Parliament and Commission. However,what has not been said is that seven yearsprovide stability for formidable research.Those who are used to financialstatements and annual budgets realise themeaning of a seven-year programme: thechance to establish something permanent.Novelty. We have mentionedsimplifications. To my mind, the twomajor simplification novelties are asfollows: one of the difficulties that smalland medium enterprises have alwaysencountered is bank guarantees.It was a question of bringing out a piece ofpaper that cost money to be able to say tothe Commission, “I am guaranteed. Youcan pay up”.The guarantee system found twosolutions: inside and outside guarantees.Inside guarantees means that apercentage is detracted from the cost ofthe project to cover any bankruptcies: a

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ranzia esterna”, sulla quale dovremo lavorare molto, ed è quella delcosiddetto “risk sharing financing and facility scheme”, cioè an-che la piccola e media impresa, quando partecipa a un progetto, puravendo oggi soltanto come suo scoperto il 25%, può non avere que-ste risorse, può avere bisogno di credito: con questo schema puòavere delle risorse importanti, non direttamente dalla BEI, perché laBEI fino a 12 milioni e mezzo lo lascia fare alle banche intermedia-rie, comunque è un meccanismo di garanzia che permette alla pic-cola e media impresa di trovare più facilmente credito agevolato.E dico agevolato perché, stando a Basilea 2, una piccola e mediaimpresa avrebbe un dramma a trovare credito sulla ricerca se non adei tassi elevatissimi, invece attraverso l’intermediario, la BEI, conquesto sistema di rischio condiviso, è possibile ritrovare credito adei tassi agevolati più bassi. È, quindi, certamente, una semplifica-zione o, se vogliamo, si tratta di strumenti addizionali.La seconda semplificazione, che, però, non sarà da tutti seguita, è lafacoltà di introdurre le due fasi nella presentazione dei progetti,alcune priorità, ad esempio quella che ho lasciato in eredità, va estesaa tutte le tipologie dei progetti, altre faranno esperienza, ma è moltoimportante, perché nella prima fase si chiedono soltanto 10 paginee su quelle 10 si fa il primo “screening”, poi la domanda vera è fattapiù tardi, quando si ha la certezza, per lo meno, di essere tra quelliche hanno espresso le idee migliori. Queste sono due grosse sempli-ficazioni.Voglio ancora sottolineare un’altra grande novità che fa del Program-ma Quadro l’unico programma strategico a livello mondiale, nonne esistono altri simili: nel bene o nel male, giapponesi, cinesi, ame-ricani si confrontano con il nostro Programma Quadro, e questo èstraordinario.Volevo anche dire delle discontinuità, ne cito solo due. La primadiscontinuità, che è positiva, è sul sistema di finanziamento.Si è sempre finanziata la ricerca europea, naturalmente a fondo per-duto, ma, soprattutto, era un finanziamento che andava fino al 50%del costo totale del progetto, questo per l’industria, in particolare perle piccole e medie imprese, per l’Università e gli Enti pubblici c’erala formula dei costi addizionali, per i progetti di dimostrazione era il35%. Oggi il 7° innova moltissimo, quindi c’è questa discontinuità,perché porta il finanziamento per le piccole e medie imprese al75% dei costi e per i progetti di dimostrazione è al 50% per tutti,anche per la grande industria.Detto in poche parole, sono genovese di nascita, quindi “lepalanche”, i quattrini sono importanti: se nel 6° a fronte di 1 eurola Commissione me ne dava un altro, oggi a fronte di 1 euro laCommissione me ne dà 3.Può essere che sono bravo a calcolare i miei “overheads”, perchého una contabilità analitica molto intelligente e ben fatta, e possoprendere ancora un quarto, un quinto ed un sesto.

default that stabilizes the consortium andsmall enterprises’ possibility to come intoplay immediately but there is a secondguarantee that I call an “outsideguarantee”, which still needs to be workedon considerably: “risk sharing financingand facility scheme”, i.e. even small andmedium enterprises, when they join in aproject despite an overdraft of only 25%,might not be able to come up with themoney and might require credit: with thisscheme, they might have major resources,not directly from the EIB because the EIBleaves up to 12 and a half million tobrokerage banks. Anyway, a guaranteemechanism is required to enable small andmedium enterprises to find easy credit.Easy credit because, in keeping with Basle2, a small and medium enterprise wouldfind it hard to find research credit at lowinterest rates. However, through the EIB,this risk sharing system enables credit atlower interest rates.Therefore, it simplifies matters or, shouldwe say, it is a question of additional tools.However, the second simplification that willnot be followed by everybody is the facultyto introduce the two stages in projectpresentation: certain priorities, forinstance the one that I left as a legacy, mustbe extended to all types of projects. Otherscan be put down to experience yet they areof the utmost importance because the firststage only requires 10 pages for screening.The application is then drafted later whenwe are at least sure of being amongst thosewho expressed the best ideas. These aretwo rough simplifications.I wish once again to stress another greatnovelty that makes the FrameworkProgramme the only strategic programmeworldwide. There is nothing similar: forbetter or worse, Japanese, Chinese andAmericans agree on our FrameworkProgramme and this is extraordinary.I also wished to speak about discontinuity.Let me cite two: firstly, the financing systemthat in itself is positive.We have always financed Europeanresearch, naturally as a sinking fund but,above all, it was back-up covering up to50% of the total project cost: for Industry,in particular for small and mediumenterprises; for Universities and publicAuthorities there was the additional costformula while for trial projects it costs35%. Nowadays the Seventh is highlyinnovative. Therefore, there isdiscontinuity because it brings financingfor small and medium enterprise ups to75% and for trial projects 50% applies toeverybody, also to branches of industry.In a nutshell, I am Genoese by birth.Therefore, money is important to me: if,during the Sixth, the Commission gave me1 euro in exchange for another, nowadaysit gives me 3.Perhaps I am good at calculating myoverheads because I am very

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Ci sono altri segni di convergenza sui fondi strutturali che vanno adessere utilizzati maggiormente per la ricerca e per la sostenibilità, edi questo è molto, molto importante tenerne conto. L’altra discontinuità(in questo senso la considero, personalmente, negativa, ma non èdetto, bisognerà farne esperienza) è che, diventando il ProgrammaQuadro così importante, così complesso nelle sue varie articolazionie forme, la Commissione da sola non poteva più gestirlo come lo hagestito fino a ieri, perciò c’è stata una decentralizzazione di gestio-ne.Il Consiglio Europeo della Ricerca è non soltanto autonomo nellelinee di priorità, nella sua strategia, ma anche dal punto di vistagestionale, perché è stata fatta un’Agenzia che è ancora in mano allaCommissione.Quello che non sa ancora il Consiglio è che, comunque, le regolesono sempre le stesse, i controlli sono sempre gli stessi, la Corte deiConti, però, in realtà, è una decentralizzazione, non è più la Com-missione, ma un’Agenzia.La stessa formula di Agenzia, che è in fase di montaggio, è per tuttal’attività che riguarda le piccole e medie imprese e la mobilità edanche la fase di valutazione di tutti i progetti.Perché dico che è una discontinuità? Perché da una parte rimane lagestione tradizionale, dall’altra ce ne è una nuova e ci sarà, certa-mente, un po’ di confusione – perché è chiaro che bisognerà capi-re il perché – e dall’altra parte, sopratutto quando si parlerà dellaricerca di base, quella a lungo termine, quella non finalizzata, chericeve il 100%, alla fine, si dovranno tirare le conclusioni: era megliola ricerca, quando era gestita direttamente dalla Commissione o èmeglio l’altra?Penso che il Parlamento dovrà, certamente, farsene carico e su que-sto c’è l’altra formula, sulla quale si è già parlato, e che sono le inizia-tive tecnologiche comuni, anche quelle sono una forma didecentralizzazione completa su un consorzio che si fa carico dell’in-sieme della gestione.I controlli saranno solo controlli esterni e non interni, fatti dalla Com-missione, esperienza che, ad oggi, la Commissione non ha.Bisognerà quindi vedere come funzionerà l’articolo 171 e come fun-zioneranno tutte le altre regole.Penso di avervi dato un po’ di elementi che permettono di capiremeglio il Programma Quadro. È un programma ricchissimo di oppor-tunità, ma bisogna essere dei botanici, nel senso che nessuno entrain un bosco senza avere una cultura botanica dovendo tagliare spe-cie particolari di piante, quindi chi vi può dare questa cultura dabotanici? Certamente Bruxelles, ma l’APRE ha un compito anche inquesto senso e vi annuncio che l’APRE ha deciso di aprire – almenoa titolo sperimentale – uno sportello in seno al CNR a Bruxelles, an-che questa è un’iniziativa per potervi aiutare ad identificare le pian-te da tagliare o, forse, meglio, da seminare.

knowledgeable about accounting andcould still get a fourth, a fifth and a sixtheuro.There are other signs of consensus thatstructural funds must be used more forresearch and sustainability and this is ofparamount importance. The otherdiscontinuity (that is how I personally seeit yet maybe it is not so: it still has to beexperimented) is that, as the FrameworkProgramme had become so important andcomplex in its various breakdowns andforms, the Commission alone could nolonger manage it. Therefore, its manage-ment was decentralised.The European Research Council is notjust independent in its priorities andstrategy but also managerially becausean Agency, which is still in theCommission’s hands, was created.What the Council does not know is that,anyway, rules are always the same and soare checks. However, the State AuditCourt means decentralisation: it is nolonger the Commission but an Agency.The Agency formula in progress coversall business concerning small and mediumenterprises, mobility and the projectevaluation stage.Why am I mentioning discontinuity?Because, on the one hand, traditionalmanagement remains yet there is newmanagement and it will be rathermisleading and, on the other hand,especially where basic, long-term,unspecific research that receives 100% isconcerned, conclusions have to be drawn:was research better when it was manageddirectly by the Commission or is thealternative better?I maintain that Parliament must takecharge and here we come to the otheraforementioned formula: commontechnological initiatives. These, too, are aform of complete decentralisation of aconsortium that takes charge of manage-ment in its entirety.The Commission’s checks will be externaland not internal. To date, it has not hadthis experience.Therefore, we must see how article 171works and how all the other rules willwork.I think that I have put you into theFramework Programme picture. It is aprogramme full of opportunities yet wemust act as botanists in the sense thatnobody goes to the woods withoutknowing what species of plants to fell.Therefore, who can give you thisbotanists’ culture? No doubt Brussels butAPRE is also responsible and I wish toannounce that it has decided to open – atleast experimentally – a counter at theNational Council for Scientific Research inBrussels: this, too, is an initiative to helpyou identify what plants to fell or, shouldwe say, to sow.

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ARTI & MERCATURE38Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

La Toscana dal VI al VIIProgramma Quadro

PATRIZIO TANCREDIDirigente Regione Toscana

Siamo la terza regione per numero di progetti,con un elevato tasso di progetti approvati

Il VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico,Framework Program 7 (in sigla FP7), allineandosi al periodo di pro-grammazione dei Fondi strutturali, copre tutto il periodo 2007 -2013,con una dotazione di oltre 50 miliardi di euro, articolandosi in quat-tro programmi specifici che corrispondono ad altrettanti obiettivifondamentali della politica europea di ricerca.Le diverse categorie di azioni realizzate tramite il Settimo Program-ma quadro saranno finanziate tramite una serie di “meccanismi difinanziamento”, utilizzati, da soli o in combinazione tra loro, daivari programmi. Le decisioni relative ai programmi specifici e gliinviti a presentare proposte preciseranno tipo o tipi di meccanismiutilizzati per finanziare le diverse categorie di azioni, categorie dipartecipanti e tipi di attività ammessi ai finanziamenti previsti.Il meccanismo di finanziamento più diffuso è la sovvenzione non rimbor-sabile concessa, su domanda, per progetti in collaborazione, reti dieccellenza, azioni di coordinamento e di sostegno, progetti indivi-duali di ricerca “di frontiera”, progetti di formazione e di qualifica-zione professionale dei ricercatori o progetti di ricerca a favore dideterminati gruppi (in particolare le PMI); la Commissione può pro-muovere azioni dirette attuate in forza delle decisioni del Consiglioe del Parlamento europeo (oppure del Consiglio in consultazionecon il Parlamento Europeo), per contribuire alla realizzazione in co-mune di programmi nazionali di ricerca, all’attuazione di iniziativetecnologiche congiunte o allo sviluppo di nuove infrastrutture di in-teresse europeo, anche le attività intraprese dalla Comunità e at-tuate dal Centro comune di ricerca sono definite “azioni dirette”.Le Università, gli altri organismi di ricerca e le imprese toscane han-no una notevole capacità di proporre progetti di ricerca di elevataqualità, riconosciuta dai valutatori comunitari, come evidenziato dai

TUSCANY FROM THESIXTH TO THE SEVENTHFRAMEWORKPROGRAMMEOur region comes third in terms ofnumbers of projects with a high rateof approved projects

by Patrizio Tancredi – TuscanRegional Administration executive

In keeping with the structural Fundprogramming period, the SeventhFramework Programme, FrameworkProgramme 7 (abbreviated withFP7), covers the whole 2007 to 2013period. It is equipped with over 50billion euros and split into fourspecific programmes that correspondto the same number of Europeanresearch policy’s fundamental aims.Various categories of action takenthrough the Seventh frameworkprogramme will be financed bymeans of a series of “financingmechanisms”, used alone or jointly,from various programmes. Decisionsabout specific programmes andproposal presentation invitationswill specify a type or types ofmechanisms used to finance variousaction categories, partnercategories and types of business forfinancing.The most widely diffused means offinancing are non-reimbursablesubsidies granted, by request, forpooled projects, networks ofexcellence, coordination andsupport, individual “frontier”programmes, researchers’ training

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risultati della partecipazione degli attori della ricerca toscana al SestoProgramma Quadro.Rispetto ad una partecipazione nazionale complessivamente insod-disfacente (si calcola che, a fronte di un contributo corrispondente al14 % del totale delle risorse messe a disposizione dal Sesto Program-ma Quadro, i finanziamenti a progetti di ricerca del sistema Italiasuperi di poco il 9% delle risorse, a tutto vantaggio della ricerca delRegno Unito, della Germania e della Francia), la Toscana si collocaal terzo posto nazionale, con una forte presenza come capofila diprogetti di cooperazione scientifica, oltre che come partecipazionead altri progetti di ricerca sia nazionali che comunitari.

and retraining projects or researchprojects in favour of certain groups(especially SMEs). However, theCommission can promote directaction by virtue of decisions of theCouncil and European Parliament(or of the Council in consultationwith the European Parliament) tohelp to achieve national researchprogrammes, the implementation ofjoint technological initiatives or todevelop new Europeaninfrastructures. Activities undertakenby the community and conducted by

AZIONI / ACTIONS

COOPERAZIONE / COOPERATIONRicerca collaborativa / Pooled researchSalute / HealthProdotti alimentari, agricoltura e biotecnologie / Foodstuffs, agriculture and biotechnologiesTecnologie dell’informazione e della comunicazione / Information and communication technologiesNanoscienze, nanotecnologie, materiali e nuove tecnologie di produzione / Nanosciences, nanotechnologies,materials and new production technologiesEnergia / EnergyAmbiente (compresi i cambiamenti climatici) / Environment (including climatic changes)Trasporti (compresa l’aeronautica) / Transport (including aviation)Scienze socioeconomiche e scienze umane / Socio-economic and human sciencesSicurezza e spazio / Safety and space

IDEE / IDEASRicerca di frontiera / Frontier researchConsiglio europeo della ricerca (in sigla ERC) / European Research Council (abbreviated with ERC)

PERSONE / PEOPLEPotenziale umano / ManpowerFormazione iniziale dei ricercatori / Researchers’ initial trainingFormazione continua e evoluzione delle carriere / In-service training and career advancementPartenariati e passerelle tra industria e università / Partnerships and gangways between industry and uiniversitiesDimensione internazionale / WorldwideAzioni specifiche / Specific action

CAPACITÀ / CAPACITYCapacità di ricerca / Capacity researchInfrastrutture di ricerca / Research infrastructuresRicerca a favore delle PMI / Research in favour of SMEsRegioni della conoscenza / Knowledge regionsPotenziale di ricerca / Research potentialScienza e società / Science and societyAttività di cooperazione internazionale / International cooperation

Azioni non nucleari del Centro Comune di Ricerca / Common Research Institute’s non-nuclear action

COSTO TOTALE (milioni di euro) / TOTAL COST (millions of euros) *

*) Compresa la sovvenzione di 1.000 milioni di euro alla B.E.I., le iniziative tecnologiche congiunte e la parte delle attività di coordinamentoe di cooperazione internazionale da finanziarie nell’ambito dei temi individuati / Including the 1,000 million euro subsidy to the E.I.B., jointtechnological initiatives and the part of coordination and international cooperation that has to be financed as part of individuated themes.

5.9841.9359.110

3.4672.2651.8864.180

6072.858

7.460

4.727

2.0081.266

126350359182

1.751

50.521

Dotazione finanziaria/ Funds

Tab. 1 - VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico

VII Research and technological development framework programme

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ARTI & MERCATURE40Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Abbiamo chiesto all’ufficio di collegamento della Regione Toscana aBruxelles di acquisire dagli uffici della Commissione Europea i datisulla partecipazione degli organismi di ricerca e delle imprese toscanee nazionali a FP6.Le tavole che seguono sono elaborazioni dei dati forniti, e che stia-mo puntualmente verificando presso i soggetti interessati : pur conla cautela dovuta, trattandosi di dati non ancora tutti verificati, dob-biamo riconoscere che essi indicano, oltre alla forte presenza dellaToscana, una forte prevalenza tematica dei progetti finanziati negliambiti scientifici delle Scienze della vita e delle biotecnologie, dellenanotecnologie, nuovi materiali e processi, e della mobilità, dovesoggetti operanti in Toscana riescono ad ottenere finanziamenti inmisura nettamente superiore alla percentuale media di partecipa-zione al Sesto Programma Quadro.

Tab. 2 - Partecipazione italiana per regione a FP6

Regione Partecipazione a progetti italiani

Partecipazione come capofila

Partecipazione a progetti stranieri

Totale partecipazioni

Lazio 216 135 553 769 Lombardia 209 96 452 661 Toscana 143 77 329 549 Piemonte 69 38 233 302 Emilia Romagna 72 26 173 245 Liguria 66 29 123 189 Veneto 41 11 127 168 Campania 34 15 114 148 Friuli 34 20 73 107 Trentino 29 13 75 104 Puglia 18 11 57 75 Sicilia 19 10 48 67 Marche 21 10 51 72 Altre regioni 53 18 133 186 Italia 1162 497 2.474 3.461

Tab. 2 - Italian regional participation in FP6

Region Participation in Italian projects

Participation as leader Participation in foreign projects

Total Partecipation

Latium 216 135 553 769 Lombardy 209 96 452 661 Tuscany 143 77 329 549 Piedmont 69 38 233 302 Emilia Romagna 72 26 173 245 Liguria 66 29 123 189 Veneto 41 11 127 168 Campania 34 15 114 148 Friuli 34 20 73 107 Trentino 29 13 75 104 Apulia 18 11 57 75 Sicily 19 10 48 67 The Marches 21 10 51 72 Other regions 53 18 133 186 Italy 1162 497 2.474 3.461

the Common Research Institute arealso defined as “direct action”.Universities, other researchorganisations and Tuscan enterprisesare very capable of proposing topquality research projects,acknowledged as such by communityestimators and stressed by thefindings of Tuscan research partnersin the Seventh FrameworkProgramme.Compared to generallydissatisfactory national participation(just calculate that faced with a 14%grant of total resources madeavailable by the Seventh Frameworkprogramme, the Italian system’sresearch project financing slightly

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Così i dati acquisiti indicano chiaramente una netta concentrazio-ne di finanziamenti di FP6 nelle sedi di atenei e delle Aree diricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sia considerandoi soli progetti di cui soggetti toscani risultano capofila (42,8 % deiprogetti in Provincia di Firenze, 41,5 % dei progetti in Provincia diPisa, 13 % in Provincia di Siena), sia considerando le partecipazioni(36,4 % di partecipazioni in Provincia di Firenze, 38,4 % di parteci-pazioni in Provincia di Pisa, 13,3 % in Provincia di Siena).

Tab. 4 - Partecipazione toscana per provincia a FP6

Provincia Partecipazione a progetti italiani

Partecipazione come capofila

Partecipazione a progetti stranieri

Totale

partecipazioni

Arezzo 1 0 5 6

Firenze 52 33 121 206

Grosseto 0 0 0 0

Livorno 3 0 13 16

Lucca 3 0 7 10

Massa Carrara 6 0 10 16

Pisa 55 32 140 227

Pistoia 0 0 0 0

Prato 4 2 16 22

Siena 19 10 27 56

Toscana 143 77 329 549

Tab. 3 - Partecipazione italiana per settore a FP6

Settore Progetti Toscana

Progetti Italia

Costo progetti Toscana

Costo progetti Italia

Finanz. progetti Toscana

Finanz. progetti Italia

Scienze della vita biotecnologie

8 34 32,3 168,3 26,4 132,0

Tecnologie dell’informazione e della comunicazione

18 139 90,7 732,6 65,2 463,5

Nanotecnologie, nuovi materiali e processi

12 36 41,2 171,7 34,5 117,2

Mobilità 19 85 10,6 37,9 10,6 37,9 Nuove scienze e tecnologie 3 14 2,8 20,0 2,7 17,9 Cittadini e governance 5 15 12,3 32,3 10,6 24,0 Cooperazione internazionale 5 22 6,6 23,5 5,0 11,5 Ricerca di supporto alle politiche 2 16 2,2 21,2 1,7 16,0 Piccole e medie imprese 1 34 1,6 43,8 0,9 32,8 Ricerca e innovazione 3 15 2,2 27,9 1,0 15,9 Infrastrutture di ricerca 1 17 1,2 286,7 1,0 91,5 Qualità del cibo - 16 - 57,4 - 44,1 Sviluppo sostenibile - 33 - 155,8 - 98,3 Scienza e società - 11 - 3,5 - 3,2 Aeronautica e spazio - 7 - 32,9 - 20,2 Altri - 3 - 11,3 - 7,1 Totale 77 497 199,9 1826,8 157,9 1123,1

exceeds 9% of resources, benefitingthe United Kingdom, Germany andFrance), Tuscany comes thirdnationally, heading scientificpooling projects as well as joining inother national and communityresearch projects.We asked the Tuscan RegionalAdministration’s liaison office inBrussels to retrieve data on research

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ARTI & MERCATURE42Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Tab. 3 - Italian participation in FP6 sector by sector

Sector Tuscan Projects

Italian Projects

Cost of Tuscan projects

Cost of Italian projects

Tuscan Project Financing

Italian Project Financing

Life sciences biotechnologies

8 34 32.3 168.3 26.4 132.0

Information and communication technologies

18 139 90.7 732.6 65.2 463.5

Nanotechnologies, new materials and processes

12 36 41.2 171.7 34.5 117.2

Mobility 19 85 10.6 37.9 10.6 37.9 New sciences and technologies 3 14 2.8 20.0 2,. 17.9 Citizens and governance 5 15 12.3 32.3 10.6 24.0 International cooperation 5 22 6.6 23.5 5.0 11.5 Policy-backing research 2 16 2.2 21.2 17 16.0 Small and medium enterprises 1 34 1.6 43.8 0.9 32.8 Research and innovation 3 15 2.2 27.9 1.0 15.9 Research infrastructures 1 17 1.2 286.7 1.0 91.5 Food quality - 16 - 57.4 - 44.1 Sustainable development - 33 - 155.8 - 98.3 Science and society - 11 - 3.5 - 3.2 Aviation and space - 7 - 32.9 - 20.2 Other - 3 - 11.3 - 7.1 Total 77 497 199.9 1826.8 157.9 1123.1

Il dato più significativo è l’elevato numero di progetti approvati fraquelli proposti dagli organismi di ricerca pubblici (complessivamen-te il 67,1 % dei progetti finanziati), ed in particolare dalla ScuolaSuperiore Sant’Anna, che con 10 progetti approvati sarebbe (usia-mo ancora il condizionale perché i dati relativi alle altre regioni nonabbiamo neppure tentato di verificarli) fra i primissimi soggetti na-zionali, alla pari del Politecnico di Milano, di Labor S.r.l. di Roma, eprima di Fiat Ricerche di Torino e D’Appolonia S.p.A. di Genova.

organisations and Tuscan enterprises’and national participation in FP6from European Commission offices.The following tables process datathat we are promptly checking atsource: despite our due caution, asdata has not yet been fully checked,we must admit that it indicates –apart from Tuscany’s sway – strongtopical prevalence of projects

Tab. 4 - Tuscan participation in FP6 province by province

Province Joining in Italian projects Joining in as leaders Participation in foreign projects

Total participation

Arezzo 1 0 5 6

Florence 52 33 121 206

Grosseto 0 0 0 0

Leghorn 3 0 13 16

Lucca 3 0 7 10

Massa Carrara 6 0 10 16

Pisa 55 32 140 227

Pistoia 0 0 0 0

Prato 4 2 16 22

Siena 19 10 27 56

Tuscany 143 77 329 549

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Non è certo questa la sede, né sono questi gli strumenti per elabora-re una sorta di graduatoria di valori; altri soggetti, con un numerominore di progetti, potranno aver ottenuto finanziamenti più consi-stenti, altri ancora, in Toscana o altrove, potranno aver fatto segnareun rapporto più elevato fra progetti finanziati e progetti proposti;oltre tutto abbiamo già segnalato che questi dati vanno guardati conmolta cautela, ma che le Università e gli organismi di ricerca toscani,alle prese con pesanti problemi di bilancio e di organizzazione, ab-biano trovato il modo, il tempo, la capacità di riuscire ad elaborare,e confinanziare progetti di cooperazione scientifica con altri sogget-ti europei in misura nettamente superiore ai valori medi nazionali,riuscendo ad intercettare circa l’1 % del volume finanziario com-plessivo di FP6, è un fatto sicuro e degno di nota.

Con un esito proporzionalmente identico, FP7 potrebbe far conflui-re in Toscana circa 500 milioni di euro da oggi al 2013 (valore quasicorrispondente alle somme programmate dalla Regione Toscana sulFondo Europeo di Sviluppo Regionale, sul Fondo per le AreeSottoutilizzate e sulle altre fonti di finanziamento del bilancio regio-nale per il medesimo periodo di programmazione), considerazionesufficiente per mettere a punto una strategia di promozione e soste-gno anche del Settimo P.Q. come strumento per la qualificazionedella rete della ricerca e dell’innovazione in Toscana.Così nel protocollo sottoscritto il 23 luglio 2007 fra il Presidente dellaRegione Toscana ed i Rettori e Direttori delle Istituzioni universita-rie della Toscana è stato concordato “La Giunta regionale e le Istitu-zioni universitarie intendono cooperare per l’istituzione in Toscanadi uno spazio regionale della ricerca, attraverso il coordinamentodei vari soggetti interessati (università, centri di ricerca, imprese edenti locali) e per favorire la partecipazione alle procedure del VIIprogramma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, princi-pale strumento finanziario della ricerca dell’Unione Europea, al finedi rafforzare le capacità di ciascun soggetto ed il potenziale di ricer-ca complessivo. A tal fine la Giunta regionale e le Istituzioni univer-sitarie attivano un comune punto di contatto con gli uffici della Com-missione Europea presso l’Ufficio di collegamento della Regione To-scana a Bruxelles, a sostegno della progettualità del sistema regiona-le.”Sempre per favorire la partecipazione alle procedure del VII P.Q.per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, nel Programma AttuativoRegionale del P.O.R. Obiettivo Competitività regionale e occupa-zione 2007 – 2013 è stata prevista la possibilità di finanziare nonsolo progetti di ricerca cooperativa in ambito regionale, per importianche rilevanti (massimo 7,5 milioni di euro), ma anche studi difattibilità di progetti di ricerca, proprio al fine di favorire l’elabora-zione di progetti di cooperazione scientifica da candidare in ambitoFP7. Forme di cofinanziamento dei progetti di ricerca potranno inoltreessere assicurate per colmare la differenza fra l’intensità dei cofinan-

financed in scientific circles on lifeSciences and biotechnologies,nanotechnologies, new materialsand processes and mobility whereTuscan participants manage toobtain financing far superior to theaverage participation percentage inthe Seventh Framework Programme.They clearly indicate a netconcentration of FP6 financing inuniversities and research Areas ofthe National Council for ScientificResearch in view of single projectsled by Tuscan participants (42.8 % ofprojects in the Florentine province,41.5 % of projects in the province ofPisa and 13% in the province ofSiena) and of participations (36.4%of participations in the Florentineprovince, 38.4% of participations inthe province of Pisa and 13.3% inthe province of Siena.The most significant datum is thehigh number of projects approvedamongst those proposed by publicresearch organisations (totalling67.1% of projects financed)especially Scuola Superiore San-t’Anna that, with 10 approvedprojects (we are still using theconditional because we did not evenattempt to check data on the otherthree regions) would be a first-ratenational participant, on a par withMilan’s Technical College, LaborS.r.l. in Rome and ahead of FiatRicerche in Turin and D’AppoloniaS.p.A. in Genoa. This is definitely notthe right occasion and we are notequipped to rate values: otherparticipants, with a smaller numberof projects, might have receivedlarger funds while others – inTuscany or elsewhere – could haveindicated a higher ratio betweenfinanced and proposed projects.Above all, we have already pointedout that this data must be consideredvery cautiously but also thatUniversities and Tuscan researchorganisations, faced with seriousbudget and organisational projects,have found a way, the time and thecapacity to process and co-financescientific cooperation projects withother European participants to a fargreater extent than national averagevalues. They definitely managed tointercept approximately 1.1% ofFP6’s overall financial volume,which is quite a feat.

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ARTI & MERCATURE44Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Tab. 5 - Progetti finanziati a soggetti toscani da FP6 (milioni di euro)

Ente o azienda N° progetti Costo dei progetti Contributo FP6 Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa 10 37,96 26,98 Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienza e Tecnologia dei Materiali I.N.S.T.M. - Firenze

7 31,85 30,66

Istituto Universitario Europeo 7 7,01 5,27 Università degli studi di Firenze 6 21,09 14,95 Università degli studi di Pisa 6 7,04 5,57 Chiron S.r.l. - Siena 5 20,53 17,30 Università degli studi di Siena 4 10,11 8,42 Ingegneria Dei Sistemi - Pisa 3 12,08 11,38 European Laboratory For Non-Linear Spectroscopy (Lens) - Firenze 3 2,38 2,38 Metaware S.p.A. - Pisa 3 15.60 10,43 Esaote S.p.A. Firenze 2 8,54 4,42 Consorzio Pisa Ricerche 2 2,50 1,28 Centro Risonanze Magnetiche – Cerm - Firenze 2 2,05 2,05 Siena Biotech S.p.A. 1 10,23 7,49 Boehringer Ingelheim – Reggello (FI) 1 7,68 4,40 Tecnotessile S.r.l. - Prato 1 3,00 1,96 PIN S.c.r.l. - Prato 1 2,20 2,20 Firenze Tecnologia (Azienda Speciale C.C.I.A.A.) - Firenze 1 1,53 1,30 Camera di Commercio di Firenze 1 0,71 0,63 Scuola Normale Superiore - Pisa 1 0,50 0,30 Istituto Laser Medicina - Firenze 1 0,15 0,15 Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astrofisico Arcetri - Firenze 1 0,14 0,14 Eta Consulting – S.r.l. - Firenze 1 0,11 0,08 Totale Progetti Toscani 77 193,76 157,87

Tab. 5 - FP6’s financing of Tuscan projects (millions of euros)

Authority or company No. of projects Cost of projects FP6 grant Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa 10 37.96 26.98 Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienza e Tecnologia dei Materiali I.N.S.T.M. - Florence

7 31,85 30,66

European University Institute 7 7.01 5.27 Florence University 6 21.09 14.95 Pisa University 6 7.04 5.57 Chiron S.r.l. - Siena 5 20.53 17.30 Siena University 4 10.l1 8.42 Ingegneria Dei Sistemi - Pisa 3 12.08 11.38 European Laboratory For Non-Linear Spectroscopy (Lens) - Florence 3 2.38 2.38 Metaware S.p.A. - Pisa 3 15.60 10.43 Esaote S.p.A. Florence 2 8.54 4.42 Consorzio Pisa Ricerche 2 2.50 1.28 Centro Risonanze Magnetiche – Cerm - Florence 2 2.05 2.05 Siena Biotech S.p.A. 1 10.23 7.49 Boehringer Ingelheim – Reggello (Florence 1 7.68 4.40 Tecnotessile S.r.l. - Prato 1 3.00 1.96 PIN S.c.r.l. - Prato 1 2.20 2.20 Firenze Tecnologia (Chamber of Commerce Special Agency) - Florence 1 1.53 1.30 Florentine Chamber of Commerce 1 0.71 0.63 Scuola Normale Superiore - Pisa 1 0.50 0.30 Istituto Laser Medicina - Florence 1 0.5 0.15 Istituto Nazionale di Astrofisica - Osservatorio Astrofisico Arcetri - Florence 1 0.14 0.14 Eta Consulting – S.r.l. - Florence 1 0.11 0.08 Total no. of Tuscan projects 77 193.76 157.87

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ziamenti assicurati da FP7 e quelli resi possibili dalle disposizionicomunitarie in materia di aiuti per la ricerca l’innovazione e lo svi-luppo.Se FP7 non è l’unico strumento di promozione della cooperazionescientifica (ricordiamo anche le azioni per l’internazionalizzazionepreviste dal P.O.R. F.S.E., ed i progetti di cooperazione finanziati dalF.E.S.R. sul Programma Cooperazione Territoriale), e seppure sia evi-dente che la politica a favore della ricerca rimane, a livello comuni-tario, infinitamente meno incisiva della Politica Agricola Comunita-ria, nonostante le affermazioni della strategia di Lisbona, siamo con-vinti che una maggiore attenzione alla qualità redazionale dei pro-getti di ricerca, un più stretto collegamento con gli uffici della Com-missione e con i National contact point pubblicati sul sito http://cordis.europa.eu/fp7/ncp_en.html, oltre che un maggiore e più in-cisivo impegno della Regione Toscana nel favorire la partecipazionea FP7, possano effettivamente assicurare risultati ancora più positiviche in passato, e determinanti per il sistema della ricerca in Toscana,anche migliorando la capacità dei vari soggetti (organismi di ricercapubblici ed imprese, in primo luogo) di cooperare ed interagire fraloro per conferire reale significato a nozioni come spazio regionaledella ricerca o rete della ricerca e dell’innovazione, che utilizziamonei documenti ufficiali, ma che sembrano ancora lontane dal realiz-zarsi nella nostra esperienza quotidiana.

With a proportionately identicaloutcome, FP7 could bringapproximately 500 million eurosbetween now and 2013 (almostequivalent to the amountsprogrammed by the TuscanRegional Administration out of theEuropean Regional DevelopmentFund, out of the Backwaters Fundand out of other regional budget-financing sources for the sameprogramming period): this isenough to formulate a promotionaland support strategy also for theSeventh Framework Programme asinstrumental to upgrading theresearch and innovation network inTuscany.That is why – in the memorandumundersigned on 23rd July 2007between the President of the TuscanRegional Administration and theDeans and Directors of TuscanUniversities – it was agreed that“The Regional Councils andUniversities intend to cooperate to

set up a regional research area inTuscany by coordinating variousparticipants (universities, researchinstitutes, enterprises and localauthorities) and to foster joining inSeventh Framework Programmeprocedures for research andtechnological development, theEuropean Union’s number-onefinancial tool, in order tostrengthen every participant’scapacity and overall researchpotential. For this purpose, theRegional Council and Universitiesare establishing contact with theEuropean Commission’s offices atthe Tuscan RegionalAdministration’s liaison office inBrussels to support the regionalsystem’s planning.”The possibility of financing not justregional joint research projects,also for large sums (maximum 7.5million euros), but also researchproject feasibility studies to fosterthe processing of joint scientific

projects to candidate as part of theFP7 was envisaged to fosterparticipation in the SeventhFramework Programme for researchand technological developmentprocedures and in the RegionalEnactive Programme of the RegionalOperating Plan for Regional andEmployment 2007 – 2013.Furthermore, forms of co-financingresearch projects can be ensured tobridge the gap between the intensityof co-financings ensured by 7FP andco-financings enabled by communityprovisions on research, innovationand development aid.If FP7 is not solely instrumental topromoting scientific cooperation (letus also rememberinternationalisation actionstipulated by the P.O.R., F.S.E., andjoint projects financed by the F.E.S.R.as part of the TerritorialCooperation Programme) and eventhough it is obvious that the policyin favour of research is still far lessincisive than the Community’sAgricultural Policy despite theLisbon strategy’s statements, we areconvinced that focusing on researchprojects’ editorial quality, closer tieswith the Commission’s offices andwith national contact pointspublished in the website http://cordis.europa.eu/fp7/ncp_en.htmland the Tuscan RegionalAdministration’s greater commitmentto foster joining in FP7, can actuallyensure that findings will be evenmore positive and overriding thanthey were in the past for the Tuscanresearch system, also improving thecooperation and interactioncapacity of various participants(public research organisations andenterprises primarily) to give realmeaning to notions like regionalresearch area or research andinnovation network used in officialdocuments but by no meanspracticed daily.

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Le province con l’universitàhanno una marcia in più

EUGENIO BARONTIAssessore alla casa, ricerca, università e politiche dei consumatori e utenti

Le idee e i progetti devono far convergere Piano Regionale di Sviluppoe VII Programma Quadro

L’umanità oggi è di fronte ad un bivio, ad un passaggio difficile edecisivo di portata storica che ci costringe a scegliere, qui ed ora,verso quale direzione proseguire. Dobbiamo farlo subito, prima chesi oltrepassi il punto critico di non ritorno. Decidere se continuarenella direzione dell’attuale modello di sviluppo che ci sta portandoalla rovina, che sta consumando il capitale naturale terrestre a ritmifrenetici, che modifica profondamente le caratteristiche fisiche ebiologiche della terra con conseguenze potenzialmente catastrofi-che, che continua irresponsabilmente a perseguire una crescita illi-mitata dentro un ecosistema finito e limitato com’è il pianeta terra, ocambiare direzione, percorrendo con decisione la strada dellariqualificazione e dell’innovazione perché vogliamo consegnarequesto pianeta, che non è nostro, alle future generazioni, da cui loabbiamo in prestito. La direzione non può che essere quella dellaconversione ecologica verso un nuovo modello di sviluppoqualitativo, per innovare il sistema produttivo - modificare i cicli dellaproduzione - ridurre la pressione e l’impatto sul territorio dei nostridistretti industriali - ridurre le emissioni in atmosfera, la produzionedei rifiuti - il consumo di energia e lo spreco di risorse – costruire unnuovo sistema energetico da fonti rinnovabili calibrato e autocentratosulle diverse specificità territoriali - promuovere la sicurezza, la salu-te e la qualità della vita – il dialogo interculturale, la coesione socia-le, la riqualificazione del patrimonio urbano secondo i criteri del-l’edilizia sostenibile - un nuovo sistema di mobilità delle merci edelle persone - l’ecoefficienza nel governo del territorio e nella ge-stione dei servizi. Una società evoluta ha il dovere di mobilitaretutte le energie disponibili, umane e finanziarie, le sue capacitàcreative, mettere in gioco e dispiegare tutte le potenzialità di quello

PROVINCIALADMINISTRATIONS WITHUNIVERSITIES HAVE THEEDGE

Eugenio Baronti councillor for homes,research, universities and consumerand user policies

Mankind has come to a crossroad:we have to reach a decision, vital toour history, as to which way to go.We must decide immediately beforewe reach the point of non-return. Wehave to decide whether or not tocontinue in the direction of thecurrent development pattern whichis ruining us, frenetically consumingnatural ground capital, radicallychanging the earth’s physical andbiological characteristics withpotentially catastrophicconsequences and that irresponsiblycontinues to pursue boundlessgrowth with the earth’s finished,limited ecosystem or changedirection, choosing the route ofupgrading and innovation becausewe wish to hand this borrowedplanet over to future generations.The only route to take is ecologicalconversion towards a newupgrading pattern to innovateproduction technology: changingwork cycles; reducing pressure andour industrial districts’ impactlocally; reducing emissions into theatmosphere and waste production,energy consumption and resourcewastage to build a new energysystem from gauged renewable

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che è il suo bene comune più prezioso: la conoscenza, l’Università,la ricerca, la formazione e l’innovazione, per cercare di vincere que-sta grande sfida epocale.La Regione Toscana ha già intrapreso questo cammino cercando difar convergere tutte queste energie e risorse, in modo coordinato eintegrato, verso questa direzione, verso quegli obiettivi strategici giàfissati nel Piano Regionale di Sviluppo per collocare la Toscana delfuturo nel segmento di alta innovazione nella divisione internazio-nale del lavoro. La forza per fare questo percorso non ci manca,possiamo contare su di una prestigiosa rete territoriale di istituzioniuniversitarie, di laboratori e centri di ricerca a cui guardano coninteresse comunità ed istituzioni locali, sistemi di imprese, compre-se le aziende di servizi pubblici, fondazioni, istituti di credito…La Toscana è terra di grandi tradizioni, di un sapere antico che hacontribuito a plasmare i nostri paesaggi rurali, i nostri centri storici, ècrocevia di pace e di civiltà e per questo è impegnata, con grandeconvinzione, per vincere questa sfida che non si gioca solo in casama anche nel campo dello spazio della ricerca europeo e in quellointernazionale, perché la collaborazione e la cooperazione europeae internazionale rompe il particolarismo e la frammentazione di atti-vità, di programmi e politiche di ricerca nonché la differenza e spes-so il divario crescente tra i diversi territori regionali. Lo spazio euro-peo della ricerca e dell’innovazione può assicurare la piena mobilitàdei ricercatori e migliori condizioni di insediamento e trattamentoeconomico, può integrare le infrastrutture della ricerca, può costru-ire una governance più integrata e partecipata e infine un’ampiaapertura dello spazio europeo al mondo. La centralità della coopera-zione scientifica è riconosciuta dalla Commissione Europea che in-veste oltre 32 miliardi di euro, attraverso il programma Cooperazio-ne del settimo programma quadro 2007-2013, nei settori prioritaridella salute, dei prodotti alimentari, dell’agricoltura e dellebiotecnologie, delle tecnologie della società dell’informazione e dellacomunicazione, delle nanoscienze, delle nanotecnologie, dei mate-riali e nuove tecnologie di produzione dell’energia, dell’ambiente edei cambiamenti climatici e dei trasporti, delle scienze umanistiche,socio economiche, della sicurezza e dello spazio.Dobbiamo iniziare a rimettere in discussione e modificare radical-mente l’attuale modello di governance regionale che, per rispon-dere ed essere all’altezza di questi obiettivi, dovrà essere menosettorializzato, meno separato e organizzato per compartimenti rigi-di; dovrà essere più flessibile e capace di coordinarsi in un grandeprogetto integrato che si propone di rendere operativo, entro il 2010,lo spazio regionale della ricerca e dell’innovazione con l’obietti-vo di favorire la competitività e l’internazionalizzazione del sistemapubblico e privato della ricerca nella nostra regione, per coordinarlae promuoverla, in stretta collaborazione con le Istituzioni universita-rie e i centri di eccellenza operativi nel settore.

sources self-centred around variouslocal specificities; promoting safety,health and the quality of life; theintercultural dialogue, socialcohesion, upgrading of our urbanheritage according to sustainablebuilding criteria – a new system ofmerchandise and peoples’ mobility;eco-efficiency in governing theterritory and in service management.An evolved society is pledged tomobilize all available human andfinancial energies and its creativecapacities to stake and deploy all itscapacities inherent to its mostprecious common asset - knowledge,Universities, research, training andinnovation - to try to win this greatepoch-making challenge.The Tuscan Regional Administrationhas already taken this route in anattempt to make all this energy andresources converge in this directiontowards strategic aims already fixedin the Regional Development Planplacing Tuscany in the highinnovation segment in theinternational work division in future.We do not lack the strength to takethis route: we can count on aprestigious local network ofuniversities, laboratories andresearch centres of interest tocommunity and local systems,business systems including publiccompanies, foundations and banks…Tuscany is steeped in tradition andage-old knowledge that has helpedto shape its rural landscapes andhistoric centres. It is a peaceful,civilized crossroads and that is whyit is determined to win thischallenge, which is not only playedon home ground but also in the fieldof European and internationalresearch because European andinternational collaboration andcooperation break down thepeculiarity and fragmentation ofbusinesses, programmes andresearch policies and differences andoften the widening gap betweenvarious regions. The Europeanresearch and innovation area canensure researchers’ full mobility andbetter settlement and paymentconditions. Moreover, it cansupplement research infrastructures,build better integrated, more sharedgovernance and, lastly, open Europeup to the world. Scientificcooperation’s centrality is

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Il nostro piano di azione immediato è quello di consolidare i rappor-ti tra i diversi soggetti di questa rete, per annullare la distanza tra ilnostro sistema di imprese e le punte avanzate di eccellenza scienti-fica e tecnologica, assicurando informazione, supporto e conoscen-za ad un sistema produttivo, quello toscano, caratterizzato dalla for-tissima presenza di piccole imprese che sono oggettivamente in gran-de difficoltà nell’identificare prima, e nel realizzare poi, significativiprogressi nel campo dell’innovazione anche per mancanza di cono-scenza dei traguardi innovativi raggiunti in tanti settori. Per questo ilfuturo si gioca anche sulla capacita di mettere in rete le conoscenze,i risultati raggiunti, far incontrare la domanda di innovazione delleimprese con l’offerta di trasferimento tecnologico dei risultati dellaricerca.Se si analizzano i risultati della partecipazione della Toscana al SestoProgramma Quadro, salta immediatamente agli occhi che le pro-vince che hanno l’università e centri importanti di ricerca han-no una marcia in più, un grande valore aggiunto, le altre perdonoterreno è hanno grandi difficoltà. Su 65 progetti finanziati con risor-se europee, le tre città universitarie fanno la parte del leone divi-

acknowledged by the EuropeanCommission that invests over 32billion, through the Cooperationprogramme of the Seventh FrameworkProgramme 2007-2013, in prioritysectors: health; foodstuffs; agricultureand biotechnologies; information andcommunication technologies;nanosciences; nanotechnologies;materials and new technologies toproduce energy, the environment andclimatic and transport changes;humanities; socio economics; safetyand space.We must start to query and radicallychange the current regionalgovernance pattern which, to meetand achieve these aims, must be lesssectorial and less separate andpigeon-holed. It should be moreflexible and capable of coordinatingitself in a major integrated project,which intends making the regionalresearch and innovation spaceoperative by 2010 to fostercompetitiveness and our regionalpublic and private research system’sinternationalisation to coordinateand promote it in close collaborationwith universities and centres ofexcellence that operate in the sector.Our immediate action plan is toestablish relations between varioussubjects in this network to cancel thedistance between our business systemand peaks of scientific andtechnological excellence, ensuringinformation, support and knowledgeto the Tuscan production system,typified by small enterprises that arefinding it hard to identify and makesignificant progress in the field ofinnovation also due to their lack ofknowledge about innovativeachievements in numerous sectors.That is why the future also dependson the capacity to networkknowledge and findings and makebusinesses’ innovation demandencounter the technological transferoffered by research findings.If we were to analyse Tuscan findingsin the Seventh FrameworkProgramme, the fact that provinceswith universities and major researchcentres have the edge, great addedvalue, immediately springs to mind.Other provinces are losing groundand finding it very hard. Out of 65projects financed with Europeanresources, the three university citiestake the lion’s share sharing 93% of

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dendosi il 93% dei progetti finanziati, alle altre 7 province rimango-no meno che le briciole, un 7%, cioè un solo progetto finanziato.Questi allarmanti risultati ci devono spingere a far presto, a fare siste-ma per impedire che cresca un divario tra le diverse aree del territo-rio della nostra regione.Come Regione Toscana porteremo in approvazione in tempi brevila proposta di legge regionale per la promozione della ricerca, del-l’innovazione e delle attività universitarie e di Alta formazione doveil punto qualificante sarà proprio l’istituzione della Rete regionaledella ricerca e dell’innovazione che sostanzierà funzioni, poteri,modalità organizzative, campo di azione e risorse finanziarie ne-cessarie. Introdurrà una metodologia certa e trasparente di valuta-zione, preliminare, in itinere e finale sui risultati conseguiti.Questo servirà per facilitare l’accesso degli organismi di ricerca edelle imprese toscane al Settimo Programma Quadro 2007-2013 in-tegrando queste opportunità in una cornice di interventi e di fontifinanziarie che consentano, congiuntamente, di valorizzare lepotenzialità della ricerca toscana.

financed projects amongstthemselves. The other sevenprovinces are left with the crumbs:7%, i.e. one single financed project.These alarming results must urge uson to set the rules to prevent the gapfrom widening between various localareas in our region.As the Tuscan RegionalAdministration, we shall shortlyapprove the regional bill to promoteresearch, innovation and universityand higher training peaking in theestablishment of the Regionalresearch and innovation networkthat will substantiate functions,powers, organisational procedures,fields of action and necessaryfinancial resources. It will introducea definite, transparent methodologyin assessing findings preliminarily,continually and finally.This will serve to facilitate researchorganisation and Tuscan businesses’access to the Seventh FrameworkProgramme 2007-2013supplementing these opportunitiesagainst a backdrop of action andfinancial sources that jointly enablethe valorisation of Tuscan researchpotential.An opportunity that must not begrasped wholeheartedly is joining inthe “Knowledge regions”Programme announcement -intended to build interregionalpartnership with the participation ofresearch, businesses and othersubjects - that expires on 4th March2008 and makes available 9.3million euros.Another weak point that must bedetected and overcome is theinadequate perception of research’srole in national and regionalpolicies. Contrary to common belief,it can easily be encountered in thescarcity of resources allocated to itin various countries and regions.The perception of research’swidespread role is equallyinadequate: in academic circles,which often allocate only minoramounts of the resources theyhandle; in businesses, which oftenconfine their demand for knowledgeto the need to introduce high techelements in the low tech sector or tooptimize work cycles, incapable oflooking to the future without raisingthe issues of environmentalsustainability, saving natural

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resources and recognising researchand innovation as a chance toradically improve our own livingconditions and our own environment.Lastly, we must work hard to promoteand strengthen ties between scienceand society, foster initiatives thatstrengthen European local andregional authorities’ action in thissector and encourage the exchangingof best practices and experiences. Itis necessary to inform public opinionabout research findings . In finalanalysis, it is necessary to change itsperception, giving it back its prestigeand acknowledging its strategicimportance in upgrading our future.It is strategically crucial to build astrong relationship between scienceand society and equally close tieswith the territory to find solutionscapable of responding to their needsand to organise the spreading ofknowledge and transferability ofresults.To conclude, the future is in ourhands. It is up to all of us to use andexploit the huge store of knowledgethat we have accumulated andlaboriously developed in recentdecades of major transformation andinnovation to move towards a newdevelopment pattern and sustainablelife styles. We must do so promptlybefore causing irreversible damage tothe natural ecosystem. The world ofscientific, classic, cultural and socialknowledge should make us move inthis direction, not just supplying uswith sustainable technologicalinnovation but also withsupplementary intercultural dialogueand social cohesion routes essentialto standing up to the shock wave ofmajor transformations that areinevitable in the near future.

Un’occasione da non perdere e da affrontare con spirito di sistema èla partecipazione al bando del Programma “Regioni della conoscen-za”, con scadenza 4 marzo 2008, che rende disponibili 9,3 milionidi euro, destinati a costruire un partenariato interregionale, con lapartecipazione degli attori della ricerca, delle imprese, e di altri sog-getti.Altra criticità da rilevare e da superare è l’inadeguata percezionedel ruolo della ricerca stessa nelle politiche nazionali e regio-nali. Contrariamente a quanto si afferma in linea di principio, la sipuò facilmente riscontrare nella scarsità delle risorse destinategli neivari paesi e nelle varie regioni. Altrettanto inadeguata è la percezio-ne del ruolo della ricerca anche a livello diffuso: nelle istituzioniaccademiche, che vi destinano spesso modeste quote delle risorsegestite; nelle imprese, che spesso limitano la propria domanda diconoscenza alla esigenza di introdurre elementi di tecnologia avan-zata in settori low tech, o di ottimizzare processi produttivi, incapacidi vedere oltre il presente, senza porsi problemi di sostenibilità am-bientale, di risparmio di risorse naturali, di vedere nella ricerca enella innovazione le possibilità di cambiamento radicale, in meglio,delle proprie condizioni di vita e del proprio ambiente.Dovremo, infine, lavorare molto per promuovere e rafforzare ilegami tra scienza e società, favorire le iniziative che permettanoalle autorità locali e regionali europee di rafforzare la loro azione inquesto settore, per incentivare lo scambio delle migliori pratiche edesperienze. È necessario informare, far conoscere e diffondere nel-l’opinione pubblica i risultati, gli effetti della ricerca. In definitiva, ènecessario cambiare la sua percezione, ridarle il prestigio e l’impor-tanza che merita come fattore strategico determinate per dare qua-lità al nostro futuro.Costruire un rapporto forte tra scienza e società è strategicamentedecisivo, così come costruire un legame altrettanto forte con il terri-torio per trovare soluzioni capaci di dare una risposta alle loro esi-genze e bisogni, per organizzare la diffusione della conoscenza e latrasferibilità dei risultati.Per concludere, il futuro è nelle nostre mani. Dipende da tutti noicome utilizzare e mettere a frutto l’immenso patrimonio di cono-scenze che abbiamo accumulato e poderosamente sviluppato inquesti ultimi decenni di grandi trasformazioni e innovazioni, andarenella direzione di un nuovo modello di sviluppo e stili di vita sostenibili.Dobbiamo farlo in tempi utili, prima di procurare danni irreversibiliall’ecosistema naturale. Il mondo della conoscenza, scientifica,umanistica, culturale e sociale dovrà condurci su questa strada, nonsolo fornendoci innovazione tecnologica sostenibile ma anche per-corsi di integrazione, di dialogo interculturale, di coesione socialeche diventano fondamentali per reggere l’onda d’urto di grandi tra-sformazioni inevitabili nel prossimo futuro.

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La politica regionale per le imprese

Facilitatorid’innovazione

JACOPO CHIOSTRIGiornalista

Assessore Brenna, come si posiziona la Toscana rispetto agliobiettivi di Ricerca e sviluppo (R&S) al quale è dedicato il Setti-mo Programma Quadro dell’Unione Europea?

Inizierei col dire che la Regione, con il Piano regionale di sviluppo(PRS), il Piano Regionale dello Sviluppo Economico (PRSE) ed il Pro-gramma Operativo Regionale (POR) ha rinnovato il proprio impe-gno verso gli obiettivi strategici indicati da Lisbona 2000 e daBarcellona 2002 per la creazione di una Società basata sulla Cono-scenza. Il Consiglio Europeo ha fissato un obiettivo chiaro per l’evo-luzione futura del sostegno finanziario a favore della ricerca, stabi-lendo che la spesa complessiva in Ricerca e Sviluppo e l’innovazio-ne all’interno dei Paesi membri dovrà crescere fino al 3% del PILentro il 2010. Ha inoltre precisato che due terzi di questi nuovi in-vestimenti dovranno provenire dal settore privato. In Toscana rispet-to al PIL la spesa in Ricerca e Sviluppo si attesta al 1,2%, lontanaquindi dagli obiettivi comunitari, e la parte pubblica incide per il70% a fronte del 30% della parte privata. Non c’è dubbio che dob-biamo fare i conti con il tessuto imprenditoriale toscano, che ha di-mensioni strutturali che rendono problematico sviluppare piani in-dustriali di investimento in R&S, che risultino sostenibili economica-mente nel medio lungo periodo; ma ritengo che dovremo ancheperfezionare il sistema regionale dell’innovazione, che si componedi un articolato complesso di strutture di trasferimento tecnologicoalle imprese (30 tra centri di trasferimento tecnologico pubblici eprivati ed incubatori tecnologici) che raccoglie la domanda di inno-vazione e veicola i processi di propagazione della conoscenza dalsistema della ricerca (regionale nazionale e comunitaria) al sistemaeconomico, ma che necessita di un momento di razionalizzazione,di sistematizzazione delle eccellenze e di maggior coordinamento.

INNOVATIONFACILITATORSRegional policy for enterprises

Interview of Ambrogio Angelo Brenna,regional manufacturing councillor, byJacopo Chiostri, journalist.

Councillor Brenna, how is Tuscanyplaced in terms of the Research andDevelopment (R&D) aims on which theEuropean Union’s Seventh FrameworkProgramme is based?

I would start off by saying that theRegional Administration - with theRegional Development Plan, theRegional Economic Development Planand the Regional OperatingProgramme – renewed its commitmenttowards the strategic aims indicatedin Lisbon 2000 and in Barcelona2002 to create a knowledge-basedSociety. The European Council set aclear target for the future developmentof financial support in favour ofresearch by establishing that totalexpenditure on research anddevelopment and innovation inmember countries has to grow up to3% of the GDP by 2010. Furthermore,it specified that two-thirds of thesenew investments should originate fromthe private sector. As for GDP inTuscany, expenditure on research anddevelopment is around 1.2% and,therefore, far off community targetsand the public sector accounts for70% versus 30% of the private sector.

Intervista ad Ambrogio Angelo Brenna,Assessore regionale alle attività produttive

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Quali sono le linee d’intervento con cui la Regione sosterrà isistemi locali associando competenze ed abilità territoriali alledinamiche sistemiche dei processi innovativi?

Le principali linee di azione articolate nei nostri strumenti di pro-grammazione sono il Distretto Integrato Regionale e Lo Spazio Re-gionale dell’Innovazione e della Ricerca con il Distretto Tecnologicodelle tecnologie abilitanti-ICT&Security.Con le attività a sostegno del Distretto Integrato Regionale sipromuovono azioni per creare e consolidare un sistema di relazionidei sistemi produttivi locali (distretti industriali, sistemi produttivi lo-cali, poli di produzione, cluster tecnologici) intesi come poli dicompetitività. Pensiamo ad un distretto costituito dalle eccellenzesettoriali integrate e aperto al coinvolgimento di altre realtà produt-tive economiche italiane, in cui le logiche territoriale non sono ab-bandonate bensì valorizzate secondo logiche translocali. Si tratta disostenere un processo di apertura dei distretti al mondo, come nuo-va e diversa capacità di inserirsi in forme innovative. Questo pre-suppone di far convivere gli storici e consolidati vantaggi delradicamento locale con il “nuovo circuito globale” sviluppando logi-che diverse e più articolate di funzionamento dei sistemi locali diproduzione.Con le attività del Distretto ICT & Security si punta invece a con-solidare le dinamiche dell’innovazione, della ricerca e del trasferi-mento tecnologico che il sistema regionale esprime.In particolare, alla luce delle eccellenze scientifiche ed in conside-razione delle competenze produttive presenti nel territorio regio-nale, sono stati individuati alcuni assi tecnologici che riconoscononelle ICT una tecnologia abilitante e trasversale per il sistema impre-sa, e nella “Security” un richiamo alla sicurezza di processo e diprodotto, sia per il sistema impresa, che per il consumatore finale. Aquesto si accompagnano altre tecnologie di carattere trasversale con-nesse alle specializzazioni produttive dei sistemi manifatturieri re-gionali. Le tecnologie chiave costituiscono le tecnologie prioritarieche devono consentire di agire strutturalmente sulla competitività esull’attrattività della Regione Toscana. La Regione intende sostenereil loro sviluppo, la loro utilizzazione e applicazione attraverso gli stru-menti di incentivazione alla domanda da parte delle imprese e altrasferimento.Successivamente, nel contesto dell’Economia della Conoscenza, sideve puntare sulla “propagazione della conoscenza” e le dinamichedi trasferimento tecnologico costituiscono le direttrici strategiche perl’innovazione di prodotto. Le componenti immateriali della catenadel valore assumono un rilievo strategico per il posizionamentocompetitivo dei sistemi territoriali e il trasferimento tecnologico di-venta un elemento di business, sulla base del quale articolare model-li organizzativi capaci di valorizzare le specificità produttive, non-ché le eccellenze tecnologiche che il territorio presenta.

No doubt we have to reckon withTuscan businesses, whose structuralsize curtails R&D investmentmanufacturing plans that arefinancially sustainable in the mediumto long period. However, I maintainthat we must also perfect the regionalinnovation system, which consists of asubdivided complex of private andpublic technological transfer facilitiesand technological incubators) thatretrieve innovation applications andconvey knowledge spreading processesfrom the (regional, national andcommunity) research system to theeconomic system but which alsorequires rationalization,systematisation of excellences andgreater coordination.

What are the action lines with which theRegional administration shall supportlocal systems by associating expertiseand territorial proficiency with theinnovative processes’ systematicdynamics?

The main lines of action split up in ourprogramming tools are RegionalIntegrated Districts and the RegionalInnovation and Research Area with theTechnological district of ICT &Security-enabling technologies.With activities supporting the RegionalIntegrated District, action is taken tocreate and consolidate a relationalsystem of local manufacturing systems(industrial districts, localmanufacturing systems, manufacturingcentres and technological clusters)intended as competitiveness centres.We have in mind a district consisting ofintegrated trade excellences open toinvolving other Italian manufacturingand economic realities where districtlogics have not been abandoned butare valorised according to cross-border logics. It is a question ofopening up districts to the world atlarge, as a new, different capacity offitting into innovative forms. Thisassumes the coexistence of the localestablishment’s historic andconsolidated advantages with the“new global circuit” developingdifferent, more articulate logics behindlocal manufacturing systems.ICT & Security District activities areintended to consolidate innovation,research and technological transferdynamics expressed by the regionalsystem.

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Dove è più forte il collegamento tra PRSE ed innovazione e ri-cerca?

In generale, sosteniamo lo sviluppo di segmenti tecnologici che ri-sultino abilitanti per il sistema impresa e che individuano nelle ICT ilproprio filone di riferimento e nelle tecnologie per la sicurezza diprocesso e di prodotto, altre articolazioni di sviluppo.La Regione Toscana punta a consolidare il proprio ruolo di facilitatored’innovazione, dando vita ad iniziative di sistema, che mirano alpotenziamento di “infrastrutture immateriali” dell’innovazione, come“piattaforme logistiche del trasferimento tecnologico” capaci dirazionalizzare la domanda di innovazione e proiettarla sulle direttri-ci locali ed internazionali dell’innovazione.Le attività reticolari che concorrono allo sviluppo dello Spazio Re-gionale della Ricerca e dell’Innovazione si esplicano mediantearticolazioni regionali, nazionali e soprattutto europee. A livello re-gionale si pone particolare attenzione ad attività di promozione esostegno delle dinamiche di Cluster, di filiera e di distretto. A livellonazionale si sottolinea l’importanza della partecipazione alle attivitàdi razionalizzazione e sistematizzazione promosse dall’Osservatorionazionale della Ricerca e dell’Innovazione. A livello europeo si con-ferma l’impegno profuso dalla Regione Toscana in seno ad attivitàreticolari e progettuali promosse nell’ambito delle varie iniziativecomunitarie, afferenti ai progetti derivati dai Programmi del VII° Pro-gramma Quadro della Ricerca.L’obiettivo strategico è quello di attivare interventi a sostegno dellacapacità della PMI, come della grande impresa, di posizionarsi piùsaldamente negli scenari competitivi globali; le leve delposizionamento sono il trasferimento tecnologico e la valorizzazionedel capitale umano in una logica che va necessariamente oltre i con-fini locali e regionali, attivando anche sinergie sistemiche a livellonazionale ed interregionale.

Quali sono gli impegni prossimi futuri del percorso iniziato conl’esperienza della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia di metàanni novanta?

L’attenzione all’offerta d’innovazione ed approccio topdown ha in-vestito sulla creazione dello Spazio Regionale dell’Innovazione e dellaRicerca attraverso politiche bottom up e ascolto alla domanda diinnovazione. Le politiche di sostegno territoriale sono state finaliz-zate alla creazione di infrastrutture materiali ed immateriali che fos-sero abilitanti per una crescita di sistema. Le esperienze progettualisviluppate, a volte di estrema eccellenza, complessivamente hannofatto crescere i sistemi locali proiettandoli all’interno dello spazio eu-ropeo della conoscenza, attraverso network interregionali della co-noscenza. Adesso si tratta di mettere a regime queste esperienze,potenziare la fase di mainstreaming e attuare percorsi di crescita

Specifically, scientific excellences andregional districts’ manufacturingexpertise revealed technologicalcrossroads that acknowledge ICT asan business system-enablingtechnology and security as a referenceto process and product safety both forthe business system and for ultimateconsumers. This is accompanied byother cross technologies linked toregional manufacturing systems’manufacturing specializations. Keytechnologies are the prioritytechnologies that must enablestructural action to be taken inTuscan Regional Administration’scompetitiveness and attractiveness.The Regional Administration intendsto support their development and theiruse and application by boosting thedemand on the part of enterprises andtransfer. Subsequently, in aKnowledge Economy context, we haveto aim at “dissemination ofknowledge” and technologicaltransfer dynamics are strategicproduct-innovation guidelines. Thevalue chain’s intangible componentsare strategically important to districtsystems’ competitive positioning andtechnological transfer becomes abusiness triggering off organisationalmodels capable of valorisingmanufacturing specificity as well asthe district’s technologicalexcellences.

Where is the link between RegionalEconomic Develop Programming andinnovation and research strongest?

Generally speaking, we support thedevelopment of technologicalsegments that enable the businesssystem and that individuate ICT astheir series of reference and process-and product-safety technologies asother development subdivisions.The Tuscan Regional Administrationaims at consolidating its role asinnovation facilitator, giving rise tosystem initiatives intended tostrengthen innovation’s “intangibleinfrastructures” such as “logisticsplatforms capable of rationalising theinnovation demand and projecting itonto innovation’s local andinternational guidelines”.Networking that fosters the RegionalResearch and Innovation Area isenacted through regional, nationaland above all European subdivisions.

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sistemica di tipo radicale. In questo scenario le politiche industriali,integrate costituiscono un ulteriore passo verso la “clusterizzazione”delle best practice regionali ed interregionali. Le politiche di soste-gno territoriale puntano, infatti, sul potenziamento di specifiche piat-taforme di trasferimento tecnologico – nell’ordine di 4-5 – raffor-zando così l’ossatura delle dinamiche d’intelligence territoriale deltrasferimento tecnologico.Parallelamente, le dinamiche di sviluppo interregionale saranno ul-teriormente sviluppate attraverso le varie esperienze di reti nazio-nali ed europee in cui la regione Toscana è già fortemente attiva eche saranno rilanciate in seno alle prossime opportunità di program-mazione integrata, a livello comunitario e nazionale.Razionalizzazione, sistematizzazione, focus sulla domanda d’inno-vazione e dinamiche traslocali e specificità territoriali divengonoelementi del “modus operandi” che nella prossima programmazio-ne sarà messo a regime, attraverso specifici interventi di facilitazio-ne e mainstreaming.In ultimo, un riferimento deve essere rivolto alla cultura della valuta-zione.Valutazione, coaching, benchmarking, foresight non possono essereescluse dalla programmazione che ci traghetterà verso gli obiettividi Lisbona: ai fini di una concreta cultura della valutazione è infattiimportante implementare veri e propri strumenti di intelligence del-la competitività dei sistemi territoriali e della sostenibilità delle dina-miche di trasferimento e tecnologico.La cultura della selettività e della sostenibilità degli interventi saran-no l’elemento portante per una politica industriale di ampio respiro,volta a valorizzare il capitale umano in ogni sua articolazione, ledinamiche innovative a più alto valore aggiunto e i percorsi di cre-scita sistemica sostenibili e duraturi del nostro territorio.

On a regional scale, attention isprimarily focused on promoting andsupporting Cluster, industry anddistrict dynamics. The importance ofjoining in rationalisation andsystematisation promoted by thenational Research and InnovationObservatory is emphasizednationwide. The Tuscan Regionaladministration’s commitment isconfirmed Europe-wise in networkingand planning promoted as part ofcommunity initiatives, referring todesigns from the Seventh ResearchFramework Programme.The strategic aim is to take action tosupport SME and large enterprises’capacity to position themselves moresoundly in global competitivescenarios. Positioning levers aretechnological transfer and thevalorisation of human capital in across-border, regional logic alsoactivating systematic teamworknationally and inter-regionally.

What are future commitments of theroute that commenced with theRegional High Tech Network’sexperience in the mid-nineties?

Focusing on the innovation supplyand top-down approach invested increating Regional Innovation andResearch Space through bottom uppolicies and listening to theinnovation demand. District supportpolices were intended to createtangible and intangibleinfrastructures to boost systematicgrowth. Somewhat excellentplanning experiences have boostedlocal systems, projecting them into aEurope of knowledge throughinterregional knowledge networks. Itis now a question of steadying theseexperiences, strengthening themainstreaming stage and takingradical systematic growth routes. Inthis scenario, integrated industrialpolicies are a further step towards“clustering” regional andinterregional best practice. In fact,district support policies aim atstrengthening 4-5 specifictechnological transfer platforms thusstrengthening technological transferdistrict intelligence’s backbone.Likewise, interregional developmentdynamics will be further developedthrough various national andEuropean network experiences in

which the Tuscan regionaladministration is already veryactive and which will be re-launched as part of newintegrated programmingopportunities community- andnationwide.Rationalization, systematisationand focusing on the innovationdemand, cross-border dynamicsand district specificities becomemodus operandi elements that willbe steadied in forthcomingprogramming through specificfostering and mainstreaming.Ultimately, reference must be madeto rating. Screening, coaching,

benchmarking and foresightcannot be excluded fromprogramming that will make usachieve Lisbon aims. In fact, forscreening culture to materialise, itis important to use real districtsystem competitiveness intelligencetools and technological dynamicsustainability.The culture of action selectivityand sustainability will be crucialto wide-ranging industrial policy,intended to valorise human capitalin all its subdivisions, high addedvalue innovative dynamics andlong-lasting sustainable systematicgrowth in our district.

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Scheda attività(Fonte Assessorato Regionale alle Attività produttive)

Sostegno al trasferimento tecnologico mediante qualificazione centri di competenze e reti di trasferimento tecnologicoGli interventi sono volti a sviluppare e potenziare attività di trasferimento tecnologico promossi dalle “infrastrutture regionalidell’innovazione” (centri di competenza: incubatori tecnologici, centri di trasferimento, laboratori di ricerca industriale); in talsenso si promuovono attività volte alla razionalizzazione, al coordinamento ed alla sistematizzazione delle specificità chequeste strutture presentano, in stretta connessione con le piattaforme produttive regionali e con i poli di competitività (distrettiindustriali, sistemi produttivi locali, clusters tecnologici)

Inoltre sono previste iniziative finalizzate al sostegno di attività reticolari che concorrono allo sviluppo dello Spazio regionaledella Ricerca e dell’Innovazione si esplicano mediante articolazioni regionali, nazionali e soprattutto europee. A livello regiona-le si pone particolare attenzione ad attività di promozione e sostegno delle dinamiche di Cluster, di filiera e di distretto. A livellonazionale si sottolinea l’importanza della partecipazione alle attività di razionalizzazione e sistematizzazione promosse dall’Os-servatorio nazionale della Ricerca e dell’Innovazione.

Oltre 8.000.000,00 euro

Sostegno alla qualificazione del sistema del trasferimento diretto a favorire processi di innovazione nel sistema delle impreseTale attività è diretta a rafforzare la domanda di servizi qualificati da parte delle imprese, sia favorendo la qualificazione delsistema delle competenze nei processi di trasferimento mediante forme integrate e complementari di incentivazione per attivitàdi “ricerca” (scouting) delle imprese; sia sostenendo direttamente le imprese per l’acquisizione diretta di servizi, ovvero per lasuccessiva attivazione di processi di innovazione.Tale intervento può realizzarsi anche attraverso la forma del sostegno ai poli di innovazione previsti dalla nuova disciplinacomunitaria in materia di regimi di aiuto alla R&S e innovazione oltre che con interventi finalizzati all’eventuale completamentodella componente infrastrutturale delle aree interessate.

Budget: oltre 5.000.000,00 euro

Aiuti alle imprese per la R&ST nelle tecnologie chiave abilitanti e nei settori ad alta tecnologiaTale linea di intervento si pone l’obiettivo di sostenere progetti di ricerca industriale e di ricerca sperimentale in tecnologiechiave dell’economia regionale, così come individuati nell’ambito del “Distretto tecnologico” definito dal protocollo di intesa trala Regione Toscana e il Ministero della Ricerca sottoscritto in data14/12/2005 e in settori ad alta tecnologia, nel settore dellafarmaceutica e della scienza della vita connessa nel quadro delle politiche diricerca in campo sanitario nonché ricerca nel settore ambientale.Si tratta di aiuti in materia di ricerca Industriale e precompetitiva sugli assi tecno-logici del Distretto Tecnologico ICT & Security:

- ICT per la modellistica, il design ed il manufactural processing;- applicazioni micrometriche e nanometriche;- nuovi materiali;- sistemi optoelettronici;- meccanica avanzata e robotica;- sistemi di navigazione ed infomobilità;- trasmissioni dati, Servizi ed Applicazioni Informatiche;- scienze della Vita;- chimica;- farmaceutica;

Budget: oltre 41.000.000,00 euro

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Assets sheet(Source: Regional Manufacturing Councillorship)

Technological transfer support by upgrading expertise centres and technological transfer networks.Action is intended to develop and strengthen technological transfer promoted by “regional innovation infrastructures” (expertisecentres, technological incubators, transfer centres and industrial research laboratories). In this sense, the onus is on thesefacilities’ rationalization, coordination and systematisation in close connection with regional manufacturing platforms and withcompetitiveness centres (industrial districts, local production systems and technological clusters).

Furthermore, initiatives are scheduled to support networking that helps to develop the Regional Research and Innovation Areaand are carried out through regional, national and above all European subdivisions. On a regional scale, special attention is paidto the importance of joining in rationalization and systematization promoted by the National Research and Innovation Observatory.

Over 8,000,000.00

Supporting the direct transfer system’s upgrading to foster the business system’s innovation processesThis activity is directed at strengthening enterprises’ demand for qualified services both by upgrading the expertise system intransfer processes by supplementing and complementing enterprises’ scouting and by directly supporting enterprises indirectly acquiring services or setting subsequent innovation promotion in motion.This action can also be taken by supporting innovation centres pursuant to the new community regulation on steadying R&D aidand innovation as well as through action intended to eventually complete infrastructures in areas concerned.

Budget: over 5,000,000.00

Aid to enterprises for Research and Technological Development in crucial qualifying technologies and in high tech sectorsThis line of action intends to support industrial and experimental research projects in the regional economy’s crucialtechnologies individuated in “technological districts” defined by the memorandum of understanding between the TuscanRegional Administration and the Ministry of Research undersigned on 14/12/2005 and in high tech sectors, pharmaceuticsand life science interlinked in health and environmental research policies.It is a question of aid in Industrial research and pre-competition along technological lines in the ICT & Security TechnologicalDistrict:

- ICT for the design and construction of models, design andmanufactural processing;

- Micrometric and nanometric applications;

- New materials;

- Optoelectronic systems;

- Advanced mechanics and robots;

- Navigation systems and info-mobility;

- Data transmission, Services and Computer Applications;

- Life sciences;

- Chemistry;

- Pharmaceuticals.

Budget: over 41,000,000.00

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Tutti per una (la Toscana)

ILARIA CIUTIGiornalista

“Non c’è tempo da perdere nella ricerca. L’avvio del ProgrammaQuadro di ricerca dell’UE nel 2007 ha funzionato correttamente mo-bilitando ricercatori di tutta l’Europa e fuori d’Europa affinché siconfrontino con le loro migliori idee e cooperino nell’affrontare nu-merose sfide. Oggi proseguiamo questo sforzo e invitiamo tutti iricercatori a partecipare”. Con queste parole il parlamentare euro-peo dello PSE, il toscano Guido Sacconi, cita e condivide l’ultimoappello, questo inizio di dicembre, del Commissario europeo re-sponsabile della scienza e della ricerca, Janez Potoènik.Anche gli altri due parlamentari toscani in Europa, Lapo Pistelli eCarlo Casini (ambedue PPE), sono convinti che l’occasione possaessere considerata ghiotta e che la Toscana, dall’Università ai varienti di ricerca, alle imprese, debba farsi sotto il prima possibile, conil maggiore impegno e con l’ansia di trovare partner adatti. Loro stes-si, pur non potendo intervenire in prima persona, saranno, lo pro-mettono, un punto importante di riferimento.Sacconi ricorda che proprio all’inizio di dicembre la Commissioneeuropea che gestisce il VII Programma Quadro della UE ha pubbli-cato gli inviti a presentare proposte in 32 settori di ricerca che po-tranno disporre di una dotazione di 1,75 miliardi di euro.“I settori comprendono tra l’altro le problematiche ambientaliquali l’innalzamento dei mari, l’incidenza dei cambiamenti clima-tici sugli ecosistemi dell’oceano Artico, l’impatto delle radiazioniultraviolette sulla salute umana e l’elaborazione di modelli deglieffetti futuri del consumo di energia sull’ambiente, lebiotecnologie e nanotecnologie”.Questi sono solo qualche esempio. “Il nuovo Programma Qua-dro” – continua Sacconi – “ha un indirizzo fortemente innovativorispetto ai precedenti e uno spettro di utilizzo talmente ampio chechiunque abbia esperienze interessanti da sviluppare e sia un po’vispo può cercare di parteciparvi. Oltretutto il programma preve-de la possibilità di cofinanziare progetti che vanno ben al di là del-la ricerca in senso stretto. Supera quello precedente che pure anti-

ALL FOR ONE (TUSCANY)Casini, Pistelli and Sacconi:European Parliament memberselected in Tuscany. Only threemusketeers defend Tuscan researchexpectations in Brussels. I fullyagree, even though I do not share thesame political leanings. It is no smallfeat. Even though they inviteresearchers and enterprises toprogress and go it alone.

Interview by Ilaria Ciuti – Journalist

“There is no time to waste onresearch. The EU frameworkprogramme got off to a good start in2007 mobilizing researchers from allover Europe and outside Europe tocompete with their best ideas andcooperate in tackling numerouschallenges. Nowadays we arepursuing these efforts and invite allresearchers to join in”. With thesewords, the PSE European Parliamentmember, Tuscan Guido Sacconi,quoted and agreed with the last appeal,made at the beginning of December bythe European Commissioner in chargeof science and research, JanezPotoènik.The other two Tuscan EuropeanParliament Members, Lapo Pistelli andCarlo Casini (both PPEs) areconvinced that the time is ripe and thatTuscany, from its Universities to its

Interviste ai tre europarlamentari eletti in Toscana

Casini, Pistelli e Sacconi. Gli europarlamentari eletti in Toscana.Tre soli moschettieri per difendere a Bruxelles le aspettative della ricerca toscana.Sono in piena sintonia, anche se appartengo ad aree politiche diverse. Non è poco.Anche se invitano ricercatori e imprese a farsi avanti e aiutarsi da soli.

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cipava scelte interessanti. Ricordo per esempio che l’Università diFirenze è stata partner insieme a diverse città europee del progettoLuda per la riqualificazione delle periferie urbane”.Se dunque Firenze già riuscì allora, tanto più può avere occasioniadesso: “Le quattro aree del programma, Capacità, Idee, Perso-ne, Cooperazione, coprono i settori più diversi” – ricordaSacconi – “dalla salute, compresa l’ottimizzazione dei servizi sani-tari, ai prodotti alimentari, all’agricoltura; dalle tecnologie dell’in-formazione e della comunicazione alle nanoscienze; dalle tecnolo-gie ambientali ai cambiamenti climatici e ai trasporti. Non sonotagliati fuori neanche gli ambiti più umanistici e socioeconomici:crescita e competitività nella società della conoscenza, principalitendenze della società e loro implicazioni, solo per fare qualcheesempio”.A Sacconi preme in particolare segnalare che “l’area Idee (7.500milioni di euro) è finalizzata a ricerche di frontiera a tutto campo,bottom up, e prevede il sostegno a singoli gruppi di ricercatori, ainizio carriera o a un livello professionale avanzato”.Ma eccoci al punto: “Naturalmente bisogna darsi da fare” – è laraccomandazione – “avere proposte valide, un minimo dibackground e soprattutto trovare partner (un aiuto lo si può averanche dal sito www.cordis.europa.eu)”. Trovare partner, mettersiin rete con centri di ricerca di altri paesi, agganciare i nuovi paesidella comunità, formare nuclei forti che possano competere e ri-cordarsi di seguire con attenzione i bandi tenendo ben presente“che quando il bando esce il grosso del lavoro deve essere giàfatto, in particolare la ricerca dei partner, altrimenti i tempi di pre-sentazione dei progetti sono troppo stretti”, ecco i consigli diSacconi a Firenze e alla Toscana. L’ultimo a chi si cimenta per laprima volta: “Partite con un bando semplice. Anche se non andrà abuon fine sarà sempre un ottimo rodaggio per il futuro”.Questo il ruolo dei parlamentari toscani rispetto al programmaquadro: indirizzare, sostenere, informare.

Dice Pistelli: “Il programma è promosso dalla Commissione Euro-pea e non rientra tra le competenze dirette dei parlamentari. Co-munque noi parlamentari toscani siamo a disposizione per fornirele indicazioni utili a favorire il contatto delle realtà della nostra re-gione con le nuove prospettive di sviluppo europeo”.Possiamo cominciare da subito? “Per esempio il settore Capacitàvuole favorire la competitività dell’economia della conoscenza eu-ropea in generale e promuove la creazione di poli regionali di ri-cerca a vantaggio delle piccole e medie imprese che sono l’ossatu-ra della Toscana. Il programma istituisce le «nuove regioni dellaconoscenza» che raccolgono vari partner di ricerca all’interno diuna stessa regione: università, centri di ricerca, istituzioni locali eimprese in rete per rafforzare la loro capacità e il loro potenziale diricerca. Questo in Toscana dovrebbe far rizzare le orecchie a moltisoggetti che possono ambire a esser protagonisti della sfida del-l’innovazione”.Il programma europeo, spiega Pistelli, ha un obiettivo: “La crescitae la buona occupazione”. Il programma è lo strumento che per-

various research institutes andenterprises, must get cracking as soonas possible to find suitable partners.Even though they cannot intervenepersonally, they themselves will be amajor point of reference.Sacconi recalls that, at the verybeginning of December, the EuropeanCommission dealing with the EU’sSeventh Framework Programmepublished invitations to presentproposals in 32 lines of research thatcould be equipped with 1.75 billioneuros, “Amongst other things, linesinclude all environmental issues suchas raising seas, the incidence ofclimatic changes on Artic Oceanecosystems, the impact of ultravioletradiations on human health and theprocessing of the effects of futureenergy consumption patterns on theenvironment, biotechnologies andnanotechnologies”. These are justexamples.Sacconi went on to say, The newframework programmes is much moreinnovative than previous frameworkprogrammes and so wide ranging thatanyone who has interestingexperiences to develop and is with itcan endeavour to join. Furthermore,the programme provides a chance toco-finance projects that go wellbeyond research in the strict sense. Itsupersedes the previous one that alsoforeshadowed interesting choices.For example, I recall that FlorenceUniversity was a partner, togetherwith various European cities, in theLuda project to upgrade outlyingdistricts”.If, therefore, Florence managed at thetime, it is now even better equipped todo so, “The four programme areas –Capacities, Ideas, People andCooperation – cover various sectors”,Sacconi recalls, “from health,including health service optimization,to foodstuffs and agriculture; frominformation technologies andcommunication to nanosciences andfrom environmental technologies toclimatic changes and transports.Even more classic and socio-economic fields are included: growthand competitiveness in learnedsociety, society’s major trends and

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mette di affrontare la sfida: “In uno scenario globale, in molti set-tori, ma in particolare in quello della ricerca, non siamo competi-tivi perché non si investe abbastanza. Ora, questo VII programmaha degli aspetti nuovi e interessanti: aumentano i fondi disponibilie il periodo in cui utilizzarli si allunga, le procedure diventano piùsemplici, ci sono nuovi criteri per premiare le idee migliori, oltreall’intenzione di incentivare la spesa nazionale per la ricerca”. Ilche, sottolinea il parlamentare, è come dire: “Non aspettiamo lamanna dal cielo, ma diamoci tutti da fare”. Tanto più, spiega, che“in Toscana abbiamo università importanti e centri di eccellenzache purtroppo soffrono di una cronica insufficienza di fondi per laricerca”. Se vogliamo superarla “ci vuole coraggio nella creazionedi circuiti virtuosi tra imprese e luoghi del sapere e nella promo-zione di idee”.Secondo Pistelli “proprio il programma Idee è un po’ il simbolodel cambiamento di mentalità: il nuovo Consiglio Europeo dellaricerca sosterrà i progetti più ambiziosi e innovativi, senza quote esenza criteri di selezione se non quello del merito e della qualità”.Chi ha filo da tessere non stia con le mani in mano. Tra i siti pertrovare partner c’è, oltre al portale Cordis, anchewww.ec.europa.eu/research/enquiries.

Casini precisa che di eccellenza si tratta e che sull’eccellenza van-no giocate le nostre carte. Dice anche: “L’iniziativa spetta a chivuole partecipare. Poi c’è il vaglio della Regione. Infine i progettivengono valutati dal gruppo speciale dentro la Commissione”.Dopodiché esamina uno a uno i quattro programmi. “Quello chia-mato Cooperazione sostiene e incoraggia la collaborazione tra leeccellenze dei vari paesi UE. Ha l’ambizione di trasformare l’Euro-pa comunitaria nello spazio di ricerca più importante del mondo.Il settore Idee premia i ricercatori che presentano progetti di ri-cerca avanzata. Persone ha il compito di facilitare la formazionedei ricercatori, evitare la fuga dei cervelli e, anzi, indurli a tornarein Europa. Capacità vuole sviluppare le capacità di ricerca di ciòche già esiste. Ecco, credo che quest’ultima area possa toccare laToscana da vicino perché mira a potenziare le capacità di sviluppoe di concorrenza delle piccole e medie imprese. La Toscana è la re-gione che ha il maggior peso in Italia quanto a PMI, ma è chiaroche le PMI non hanno nessuna possibilità di fronteggiare lo svilup-po cinese, indiano, giapponese, dei paesi a basso costo della pro-duzione, se non puntando sulla ricerca che però ognuna da solanon può realizzare. Penso al distretto tessile di Prato, a quello delcuoio di Santa Croce sull’Arno”.Casini pensa anche alle università: “Abbiamo tre centri di cui al-meno uno, la Normale di Pisa, può definirsi un centro di eccellen-za”. Pensa le imprese: “Alla ricerca spaziale della Galileo, ai tra-sporti della Piaggio”. C’è posto per loro in Europa.“Noi parlamentari” – dice Casini – “possiamo spiegare come acce-dere ai finanziamenti attraverso procedure questa volta moltosemplificate. Possiamo aiutare a scoprire l’ufficio cui rivolgersi,possiamo informare, appoggiare. Possiamo anche appoggiare la To-scana in commissione giudicante, ovviamente però solo se i pro-

their implications, just to given anexample”. Sacconi wishes to stressthat “the Ideas area (7.5 millioneuros) aims at all-round bottom-upfrontier research and envisagessupport to individual groups ofresearchers at the beginning of theircarriers or at a more advancedprofessional level”.Yet here we come to the point,“Naturally we have to get cracking”– is the recommendation – “to havesound proposals, minimalbackground and, above all, partners(aid from the websitewww.cordis.europa.eu is alsoacceptable). Finding partners,networking with research institutes inother countries, linking up with newcommunity countries, forming strongnuclei that can compete andremembering to followannouncements bearing in mind “thatwhen announcements come out mostof the work must already have beendone, in particular the search forpartners. Otherwise projectpresentation times are too tight”.This is Sacconi’s advice to Florenceand Tuscany. The last piece ofadvise to those who are testing theirstrength for the first time, “Start witha simple announcement. Eventhough it might not go through, it isan excellent running-in experiencefor the future”.This is the role of Tuscan members ofparliament in the frameworkprogramme: guiding, sustaining andinforming.Pistelli maintains, “The programme ispromoted by the EuropeanCommission and is not directly up tomembers of parliament. Anyway, weTuscan members of parliament areprepared to give advice to fostercontact between regional districtswith new European developmentprospects”. Can we start straightaway? “For instance, the Capacityline wants to foster Europeaneconomic competitiveness in generaland promotes the creation ofregional research centres to thebenefit of small and mediumenterprises, which are Tuscany’sbackbone. The programme

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getti lo meritano ma rischiano di finire nel mare magnum dei cor-ridoi. Vedo delle possibilità per noi interessanti anche nella ricercasull’ambiente, i diritti delle donne, la ricerca che punta allo svi-luppo dei paesi del terzo mondo, la collaborazione con altri paesieuropei, in qualche caso anche in posizione da leader se un nostrocentro di ricerca o un nostro progetto è capace di proporsi cometale. Per non dire dell’area sanità, le biotecnologie e soprattutto lenanotecnologie che oggi sono molto richieste e che hanno un’ap-plicazione pratica interessante perfino per il nostro distretto tessi-le di Prato nella creazione di tessuti dal caratteristiche straordina-rie e finora impensabili. Oppure la farmacologia, settore in cui lenostre aziende, a cominciare dalla Menarini, hanno un ruolo dipunta”.

establishes “new knowledge regions”that assemble various partners in thesame region - universities, researchinstitutes, local institutions and on-line businesses - to strengthen theirresearch capacity and potential. InTuscany this programme shouldtweak the ears of many participantswho could become leaders in theinnovation challenge”.Pistelli explained that the Europeanprogramme aims at “Growth and goodemployment”. The programme isinstrumental to tackling the challenge,“In a global scenario, in many linesbut especially in research, we are notcompetitive because we do not investenough. This Seventh programme hasinteresting new aspects: availablefunds have increased and the periodfor their implementation is longer;procedures are simpler; there are newcriteria to reward the best ideas aswell as the intention to boostnational expenditure on research”.The member of parliament stressedthat in other words, “We expect mannafrom the heavens but we must all getdown to work”. Especially as, heexplained, “In Tuscany we have majoruniversities and excellent institutesthat unfortunately suffer from achronic lack of research funds”. If wewant to overcome it “it will takecourage to create virtuous circuitsbetween enterprises and places ofknowledge and to promote ideas”.According to Pistelli “the Ideasprogram is slightly symbolic of achange in mentality: the newEuropean Research Council willback the most ambitious andinnovative projects on the grounds ofmerit and quality and without sharesand selection criteria”. Those whohave work to do must not hangaround. To find partners, there is notjust the Cordis portal but alsowww.ee.europa.eu/research/enquiries.Casini specifies that excellence is thename of the game and that is how wemust play our cards. He went on tosay, “It is up to participants to takethe initiative, which then has to bescreened by the RegionalAdministration. Lastly, projects mustbe assessed by the Commission’s task

force”. He then examined the fourprogrammes one by one, “TheCooperation programme backsand encourages joint venturesamong centres of specialexcellence in various EUcountries. He aims attransforming the EuropeanCommunity into the majorresearch area worldwide. TheIdeas line rewards researcherswho present advanced researchprojects. People is intended tofoster researchers’ training, avoida brain drain and induceresearchers to return to Europe.Capacity wants to develop existingresearch capacity. I maintain thatthe latter-mentioned area couldstrike the right note in Tuscanybecause it aims at strengtheningsmall and medium enterprises’development and competitioncapacity. Tuscany is the Italianregion with the most weight interms of SMES yet it is clear thatSMEs can only stand up toChinese, Indian and Japanesedevelopment – low productioncost countries – by aiming atresearch which, however, cannotbe conducted singly. Prato’stextile district and Santa Crocesull’Arno’s leather district springto mind”.Casini then commented onuniversities, “We have threeinstitutes at least one of which, the

Normale di Pisa, can be defined asa centre of special excellence”.He then thought of enterprises,Galileo’s spatial research andPiaggio’s transport”. There isroom for them in EuropeCasini went on to say, “Wemembers of parliament canexplain how to access financingthrough procedures that are lesssimplified this time. We can revealwhat department to approach.Moreover, we can provideinformation and support. We canalso back Tuscany in the panel ofjudges if projects are worthwhileyet we risk being swamped. In myopinion, there are interestingpossibilities for us also inenvironmental research, women’srights, research that aims atdeveloping third world countriesand joint ventures with otherEuropean countries sometimesalso as leaders if one of ourresearch institutes or projects iscapable of taking the lead. Not tomention the health area,biotechnologies and especiallynanotechnologies that are verymuch in demand nowadays andcould be applied even to Prato’stextile district to createextraordinary, breakthroughcharacteristics. Or pharmacology,a sector in which our companies –starting from Menarini – act asstrikers.

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Perché un Ufficio di Unioncamere a BruxellesLa Sede di Bruxelles di Unioncamere è fortemente coinvolta nellapromozione, attraverso il Sistema Italiano delle Camere di Commer-cio, delle opportunità di crescita offerte alle imprese dal VII Pro-gramma Quadro di Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Dimostrazione.Questo impegno è sotteso da una visione: il tessuto produttivo italia-no, che si è storicamente distinto per creatività e innovatività, ha ilpotenziale per eccellere e crescere anche grazie al VII ProgrammaQuadro, cogliendo con successo le sfide poste dalla globalizzazione,mettendo la conoscenza al servizio del dinamismo economico, delprogresso sociale e ambientale.

Catene stabilidi gruppi di ricerca

CLAUDIO LEONE * - GABRIELLA SCOZZI *** Direttore Unioncamere - Sede di Bruxelles

** Area Programmi Europei - Unioncamere - Sede di Bruxelles

Il ruolo svolto da Unioncamere Bruxelles, per il sistema e le imprese.L’importanza di un sistema camerale in grado di individuare all’istantechi fa e chi può fare.

STABLE CHAINS OFRESEARCH GROUPS

The role played by Unioncamerebrussels in the system andenterprises. The importance of achamber system capable ofpinpointing doers and potentialdoers

Claudio Leone, Director ofUnioncamere - Brussels Headquarters

Gabriella Scozzi, European ProgrammeArea, Unioncamere - BrusselsHeadquarters

The reason for opening aUnioncamere office in BrusselsThe Unioncamere BrusselsHeadquarters is very involved inpromoting, through the ItalianChamber of Commerce System,growth opportunities to enterprisesprovided by the Seventh Research,Know-how and DemonstrationFramework Programme.This commitment is underpinned by avision: Italian manufacture, whichhas distinguished itself in historythrough its creativity andinnovativeness, has the potential toexcel and grow also thanks to theSeventh Framework Programme,successfully meeting challengesraised by globalisation and makingknowledge subservient to economic

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I programmi pluriennali di ricerca e sviluppo tecnologico, lanciatiper la prima volta nel 1984, hanno avuto un ruolo guida nella ricercamultidisciplinare e nelle attività di cooperazione in Europa. Il VIIPQ, il secondo dall’avvio della strategia di Lisbona nel 2000, conti-nua a svolgere questa funzione, ma è più esteso e più completorispetto ai programmi quadro precedenti poiché la Commissioneeuropea intende sviluppare il “triangolo della conoscenza” costitui-to dalle politiche della ricerca, dell’istruzione e dell’innovazione.

Il ruolo di Unioncamere Bruxelles per l’accesso ai finanziamentiper le impreseÈ riconosciuto che il VII Programma Quadro abbia una struttura com-plessa: il programma 2007-2013 ha tuttavia introdotto elementi diflessibilità e razionalizzazione degli schemi di finanziamento, sem-plificazione amministrativa e creazione di nuovi strumenti dicondivisione del rischio finanziario, contenendo quindi elementi peruna partecipazione più incisiva delle PMI nel programma di ricerca.In questo contesto, il Sistema italiano delle Camere di Commerciooffre un contributo alla crescita del tessuto imprenditoriale italiano,per stimolare l’innovazione, il trasferimento di conoscenza e lacompetitività nella ricerca a livello europeo nonché, come portavo-ce delle realtà camerali italiane, valorizzare le attività delle Piccole eMedie Imprese, anche attraverso la rete europea delle Camere diCommercio, rappresentata a Bruxelles da Eurochambres.È noto che la chiave del successo per cogliere le opportunità consi-sta nel creare un sistema di rete, un percorso virtuoso di partnershipa livello nazionale ed europeo tra sistema pubblico, Camere di Com-mercio, imprese, università, centri di ricerca e sistema bancario. Perquesto, la Sede di Bruxelles dell’Unioncamere nel giugno 2006 hapromosso la creazione di una “Task Force”sul VII PQ come iniziati-va informale che è stata accolta e sostenuta sia dalla RappresentanzaPermanente d’Italia presso l’Unione Europea e dall’Ambasciata d’Italia,sia dalle organizzazioni che ne hanno condiviso gli obiettivi e lacomposizione. Vi partecipano enti pubblici, istituti di ricerca, il set-tore imprenditoriale e della finanza. La finalità è quella di promuo-vere una cultura di rete per incrementare la partecipazione ita-liana al 7°Programma Quadro di R&S attraverso un’azione di ap-profondimento e di stimolo alla progettualità del “Sistema Italia”.Percorrendo infatti quelli che sono stati nel passato i “problemi stori-ci” delle PMI a partecipare ai programmi di ricerca si può evidenziarela necessità di un approccio più proficuo, più stretto più collaborativotra gli attori interessati.La creazione della Task Force è stata motivata dalla considerazionedi dover capitalizzare l’esperienza passata del VI programma quadroper capirne i punti di forza e di debolezza, per avviare una strategiavincente nel VII PQ che veda un incremento della partecipazioneitaliana accompagnata, possibilmente, dal successo delle proposte;dalla necessità di colmare la distanza tra il mondo scientifico e uni-

dynamics and welfare andenvironmental progress.Plurennial research andtechnological developmentprogrammes, launched for the firsttime in 1984, have guidedmultidisciplinary research andcooperation in Europe. The SeventhFP, the second since the Lisbonstrategy was implemented in 2000,still serves this purpose yet it isfarther ranging and more completethan previous framework programmesas the European Commission intendsto develop a “knowledge triangle”consisting of research, education andinnovation policies.

How Unioncamere Brussels helpsenterprises to access financingIt is common knowledge that theSeventh Framework Programme has acomplex structure. However, the2007-2013 programme has madefinancing schemes flexible andrational, simplified administrationand created new tools to spreadfinancial risk. Therefore, it hashelped to make SMEs join in researchprogrammes more incisively. In thiscontext, the Italian Chamber ofCommerce System helps the Italianbusiness system to grow to stimulateinnovation, knowledge transfer andresearch competitiveness on aEuropean scale. Furthermore, asspokesman for Italian chambers, itvalorises Small and MediumEnterprises’ business, also throughthe European Chambers of Commercenetwork, represented byEurochambres.It is common knowledge thatopportunities can be grasped bycreating a networking system, avirtuous partnership route nation-and European-wide between thepublic system, Chambers ofCommerce, enterprises, universities,research institutes and the bankingsystem. That is why, in June 2006,Unioncamere’s Brussels headquarterspromoted the creation of a SeventhFP Task Force as an informalinitiative, heard and backed by theEuropean Union’s Permanent ItalianRepresentatives, by the ItalianEmbassy and by organisations whoshared its aims and composition.

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versitario e la realtà delle industrie italiane ed europee che fannoricerca; dalla volontà di informare e formare gli operatori italiani,soprattutto nelle PMI, delle opportunità per accrescere la partecipa-zione ai progetti del VII programma quadro di ricerca; dare maggio-re sostegno alla competitività europea attraverso la partecipazione aPiattaforme Tecnologiche Europee ed Iniziative Tecnologiche Con-giunte; fare progettazione europea, rafforzando i legami con il mon-do universitario, imprenditoriale, associativo e di rappresentanza eu-ropeo per poter vincere e non solo partecipare e favorire l’innova-zione, promuovere una valorizzare i risultati della ricerca, promuo-vere un’industria capace di produrre valore aggiunto.Il VII programma Quadro offre infatti numerose opportunità di svi-luppo per le PMI. Nell’ambito del sottoprogramma “Capacità”,beneficeranno di finanziamenti gli aspetti chiave delle capacità eu-ropee di ricerca e innovazione: infrastrutture di ricerca; ricerca avantaggio delle PMI; cluster regionali orientati alla ricerca;valorizzazione dell’intero potenziale di ricerca nelle regioni comu-nitarie della “convergenza”; questioni legate alla problematica “scien-za nella società”; attività “orizzontali” di cooperazione internazio-nale.L‘azione “Ricerca a beneficio delle PMI e associazioni di PMI” sipone l’obiettivo di potenziare le capacità di innovazione delle PMIe la loro capacità di beneficiare dalla ricerca attraverso strumentispecifici quali “ricerca per le PMI”, destinato a PMI con livello tec-nologico medio-basso, anche con scarse o inesistenti capacità diricerca costrette ad affidare a terzi attività di ricerca per completarele loro capacità di ricerca primarie, e “ricerca per le associazionidi PMI”, le quali sono solitamente meglio qualificate a conoscere edindicare i problemi tecnici comuni alle imprese loro aderenti o adoperare per conto di questi ed a promuovere la reale diffusione deirisultati acquisiti.È interessante notare che imprese e altri tipi di utilizzatori finali pos-sono avvalersi degli strumenti qualora ciò avvenga nell’interesse del-le PMI o associazioni di PMI e che, oltre ad attività di ricerca, i pro-getti devono comprendere azioni volte alla assimilazione ed effetti-va valorizzazione dei risultati ricerca, quali attività di dimostrazione,di formazione, ma anche il trasferimento di tecnologia, la gestionedelle conoscenze e la tutela diritti proprietà intellettuale. In partico-lare, nell’ambito della ricerca a favore di associazioni di PMI, i pro-getti devono includere attività volte alla reale diffusione dei risultatidella ricerca delle PMI aderenti all’associazione.

… e per il sistema italiano, in Italia e in EuropaLa presenza della Task Force Ricerca Europea a Bruxelles si poneinoltre l’obiettivo di contribuire alla creazione dello Spazio europeodella ricerca: l’80% della ricerca pubblica in Europa è realizzata alivello nazionale, principalmente nell’ambito di programmi di ricer-ca nazionali o regionali, in altre parole, la politica di ricerca degli

Public authorities, researchinstitutes and the business andfinancial sectors joined it. It isintended to promote networkingculture to encourage Italy to join inthe 7th R&D FrameworkProgramme by investigating andstimulating “Italian System”planning. In fact, retracing “historicproblems” encountered by SMEswhen joining in researchprogrammes reveals the need for amore fruitful, closer knit approachamong participants.The Task Force was created for thefollowing reasons: to capitalize onthe Sixth Framework Programme’sexperience in order to understand itsstrengths and weaknesses and tocommence a winning strategy in theSeventh FP to boost Italianparticipation possibly accompaniedby proposals’ success; to bridge thegap between scientific and universitycircles and Italian and Europeanresearch institutes; to inform andtrain Italian businessmen, especiallyin SMEs, about opportunities toboost Seventh FrameworkProgramme research projects; touphold European competitiveness byjoining in European TechnologicalPlatforms and Joint Technologicalinitiatives; to plan Europe-wide,strengthening ties with universityand business circles, associationsand European representatives toachieve and not just join in andfoster innovation; to enhanceresearch findings, and to promoteindustry capable of producing addedvalue.In fact, the Seventh FrameworkProgramme provides numerousdevelopment opportunities for SMEs.The “Capacity” sub-programme willfinance key aspects of Europeanresearch and innovation’s capacity:research infrastructures; research tothe benefit of SMEs; regionalclusters oriented towards research;valorisation of the research’s entirepotential in “converging”community regions and issues linkedto “science in society” and “side-by-side” international cooperation.“Research to the benefit of SMEsand SME associations” is intendedto strengthen SMEs’ innovation

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Stati membri e quella dell’UE si svolgono parallelamente, senza co-stituire un insieme coerente. Per questo la rete delle Camere diCommercio, grazie alla collaborazione con la rete europea che èsupportata da Eurochambres, rappresenta un ottimo strumento perpromuovere una ristrutturazione del tessuto europeo della ricerca eil trasferimento di conoscenza.Effettuare ricerca, ed eccellere nel campo, è solitamente un eserci-zio di squadra: i ricercatori condividono le proprie risorse intellet-tuali e infrastrutturali per creare nuova conoscenza. L’intero pro-cesso dello sviluppo di conoscenza, dall’invenzione all’applica-zione, necessita di una catena stabile di attori. Inoltre, nuove sfidee campi di ricerca sono spesso identificati grazie alla collaborazionetra attori della ricerca e imprese interessate a R&S: grazie alla capa-cità di fare network si possono definire gli orientamenti della ricercabasati sui bisogni del mondo delle imprese, che porteranno succes-sivamente ad un utilizzo “economicamente sostenibile” dei risultatidella ricerca.La Sede di Bruxelles di Unioncamere intende cogliere anche un’al-tra sfida a favore del Sistema camerale: favorire l’interazione tra lediverse fonti di finanziamento. L’impatto dei Programmi Specificideve essere rafforzato dalla complementarietà con altre politiche eprogrammi comunitari, in particolare dai finanziamenti concessi at-traverso i fondi strutturali, dai programmi in materia di istruzione edal programma CIP- Competitività ed Innovazione. La CommissioneEuropea vieta il doppio finanziamento per un’attività, favorendo in-vece l’interazione di diversi strumenti comunitari. PMI che si affac-ciano per la prima volta al mondo della ricerca potrebbero esseredestinatarie, grazie ai fondi strutturali, di un’azione di formazione dipersonale alla gestione di procedure amministrative legate alla rea-lizzazione di un progetto mentre il programma quadro finanziereb-be la ricerca.Inoltre, la Commissione Europea sostiene anche lo sviluppo di clusterregionali orientati alla ricerca attraverso la creazione di “Regionidella Conoscenza”. In questa linea si finanzia lo sviluppo di “aggre-gati di ricerca di portata regionale” che riuniscano autorità regiona-li, università, centri di ricerca, imprese e altre parti interessate, nel-l’ottica di miglioramento delle sinergie tra le politiche di ricerca e lepolitiche regionali, attraverso l’elaborazione di strategie integrate nellestrategie di sviluppo degli organi amministrativi regionali, (favoren-do anche un intervento più massiccio dei Fondi strutturali a favoredi investimenti in Ricerca e Sviluppo). I progetti dovrebbero coin-volgere autorità regionali, agenzie di sviluppo regionali, università,centri di ricerca, industria, le strutture per il trasferimento di tecno-logie, le organizzazioni finanziarie o della società civile. Le attivitàche possono essere svolte interessano analisi, sviluppo e attuazionepiani di ricerca degli aggregati regionali e loro cooperazione; tutoratoda parte delle regioni sviluppate alle meno sviluppate (mentoring) e

capacity and their capacity to benefitfrom research through specific toolssuch as “research for SMEs”,intended for medium-low tech SMESand SMEs with scarce or inexistentresearch capacities forced to contractresearch out to complete theirprimary research capacity and“research for SME associations”,who are usually more familiar withtechnical problems common to theirmember enterprises and can operateon their behalf and promote thecirculation of findings.It is interesting to note that it can beinstrumental to enterprises and othertypes of end users whenever it servesthe purpose of SMEs or associationsof SMEs and that, apart from researchactivities, projects can include thedriving home and actual valorisationof research findings, such asdemonstration and training but alsotechnological transfer, the handlingof knowledge and the safeguarding ofindustrial ownership rights. Inparticular, in research in favour ofSME associations, projects mustinclude activities that actuallydivulge the research findings of SMEswho belong to the association.

… and for the Italian system in Italyand EuropeThe European Research Task Force inBrussels is also intended to helpcreate a European Research Area:80% of European public research isconducted nationwide, primarily innational or regional researchprogrammes: member States and EUresearch policies are conducted side-by-side and not uniformly. That iswhy the Chambers of Commerce’snetwork, thanks to its collaborationwith the European network backedby Eurochambres, is highlyinstrumental in promoting Europeanresearch renovation and knowledgetransfer.Conducting research and excelling inthe field usually requires teamwork:researchers share their intellectualand infrastructure resources to createnew knowledge. The entireknowledge development process, fromits invention to its application,requires a stable chain of

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iniziative per migliorare l’integrazione nel tessuto economico regio-nale degli attori e istituzioni nel campo della ricerca.

ConclusioniRispetto alla prima tornata di bandi del VII Programma Quadro, sonostate presentate circa 18.500 proposte (con una rilevante partecipa-zione di soggetti italiani nei diversi consorzi proponenti) di cui 9.000circa nell’ambito del sottoprogramma “Idee”, 2.000 nel settore delleTecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, 1.000 circanell’area delle nanotecnologie, 900 nell’ambiente e altrettanti nu-merosi progetti di cooperazione internazionale. Inoltre, sulla base dialcuni dati elaborati dalla Regione Toscana, l’Italia si colloca al quartoposto nella classifica europea per la partecipazione aI VI PQ e laToscana (Firenze conta 52 partecipazioni in Italia di cui per 33 pro-getti è capofila, e 121 partecipazioni all’estero, la seconda è Pisa conrispettivamente 51, 21 e 110 partecipazioni) la terza in Italia: peroltre la metà dei progetti, è anche capofila. Questo è un dato indica-tivo di un crescente interesse verso i programmi di ricerca.L’Unione Europea ha individuato nello sviluppo del “triangolo dellaconoscenza”, costituito da istruzione, ricerca e innovazione, la stra-da per affrontare con successo le sfide poste dalla globalizzazione. Inquesto senso, lo sviluppo tecnologico, la crescita del capitale imma-teriale e delle competenze, supportata da un’azione di Sistema inqualità di facilitatori ed intermediari, può contribuire a rispondere aqueste sfide.

participants. Furthermore, newchallenges and research fields areoften pinpointed thanks to jointventures among R&D researchpartners and enterprises: due to theirnetworking capacity, researchguidelines based on business needswill then lead to the “economicallysustainable” use of researchfindings.Unioncamere’s BrusselsHeadquarters also intends to meetanother challenge in favour of theChamber System: to fosterinteraction among differentfinancing sources. SpecificProgrammes must gain more clout byspecifically complementing othercommunity policies and programmesthrough structural fund financingand educational programmes and

the Competitiveness andInnovation Programme. TheEuropean Commission bans dualbusiness financing but fostersinteraction among communitytools. Thanks to structural funds,SMEs approaching research forthe first time can benefit from stafftraining in handling project-achievement administrativeprocedures while the frameworkprogramme finances research.Furthermore, the EuropeanCommission also backs thedevelopment of regional research-oriented clusters through thecreation of “Knowledge Regions”.It finances the development of“regional research clusters”consisting of regional authorities,universities, research institutes,

enterprises and other parties toenhance research and regionalpolicies’ pooling by devisingstrategies brought up to strength byregional agencies (also encouragingstructural Funds to foster Researchand Development investments).Projects should involve regionalauthorities, regional developmentagencies, universities, researchinstitutes, industry, technologicaltransfer facilities, financialorganisations or civil contractors inanalysing, developing andimplementing regional clusters’research plans and cooperation aswell as regional administrations’mentoring and initiatives to bringresearch partners and institutes upto strength in terms of the regionaleconomy.

ConclusionsAnnouncements of the SeventhFramework Programme were met byapproximately 18,500 proposals(with a large share of Italiansjoining various proposingconsortiums): approximately 9,000in the “Ideas” sub-programme, 2,000in Information and CommunicationTechnologies, 1,000 innanotechnologies, 900 in theenvironment and an equivalentnumber of international cooperationprojects. Furthermore dataprocessed by the Tuscan RegionalAdministration rates Italy fourth inEurope for joining in the VI FP andTuscany (Florence accounts for 52partners in Italy, 33 of whom take thelead in projects and 121 partnersabroad, followed by Pisa with 51, 21and 110 partners respectively) thirdin Italy. It takes the lead in over halfthe number of projects indicatinggrowing interest in researchprogrammes.The European Union has found away to successfully tackle challengesraised by globalization bydeveloping a “knowledge triangle”consisting of education, researchand innovation. In this sense, know-how and the growth of intangiblecapital and expertise – boosted byin-between System action - can helpto meet these challenges.

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Il nostro «agente»a Bruxelles

ANNA MANGINIUnioncamere Toscana a Bruxelles

L’Ufficio di Unioncamere Toscana mediatore ideale per il VII Programma Quadroe per le altre iniziative comunitarie

OUR BRUSSELS“AGENT”Tuscan Unioncamere is an ideal linkfor the Seventh FrameworkProgramme and for other communityinitiatives

by Anna Mangini – TuscanUnioncamere Brussels

A privileged link between Europeand the Tuscan business systemSince it was opened in April 2000,Tuscan Unioncamere in Brusselscensure constant monitoring ofprogrammes and initiatives promotedand achieved by the European Union.In other words, it takes an activeinterest in the Tuscan economicsystem organised by EuropeanInstitutions. Furthermore, it promotesand follows the evolution of allcommunity themes of interest to the 10Tuscan Chambers of Commerce systemand to their Special Agencies, whichrepresent the interests of variousTuscan business sectors.The Tuscan Business System: 99.95%small and medium enterprisesTuscany boasts approximately410,000 enterprises. 99.95% of whichare Small and Medium Enterprises,especially Micro Enterprises(94.85%) with less than 10employees, 40% of which areconcentrated in so-called IndustrialDistricts or Clusters specialized inmanufacture. Therefore, it is obviousthat the Brussels office has to takethis Tuscan economic specificity into

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Un link privilegiato tra l’Europa ed il sistema ImpresetoscanoDa quando è stato aperto nell’aprile del 2000, l’ufficio di rappresen-tanza di Unioncamere Toscana a Bruxelles assicura un monitoraggiocostante dei programmi e delle iniziative promosse e realizzate dal-l’Unione europea. In altri termini, partecipa attivamente a tutte leattività di interesse per il sistema economico toscano organizzatedalle Istituzioni europee, promuove e segue l’evoluzione di tutte letematiche comunitarie che sono di interesse per il sistema delle 10Camere di Commercio toscane e delle loro Aziende Speciali, rap-presentanti gli interessi dei diversi settori economici toscani.

Il sistema Imprese toscano: il 99,95 % di piccole e medieimpreseLa Toscana conta circa 410.000 imprese. Il 99.95% sono Piccole eMedie Imprese, e più in particolare Micro-Imprese,(94.85%) conmeno di 10 addetti, il cui 40% si concentra nei cosiddetti DistrettiIndustriali o Clusters specializzati in manifattura. È evidente quindiche l’ufficio di Bruxelles deve tener conto di questa specificità del-l’economia “toscana” nelle proprie attività quotidiane e calibrareadeguatamente il tipo di informazione ‘europea’ da veicolare a li-vello territoriale.

Il VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo: una chiavefondamentale per la crescita e l’occupazione per i prossimi7 anniLa cosiddetta strategia di Lisbona, adottata dal Consiglio Europeo nel2000, si è fissata come obiettivo di far diventare l’Europa l’economiamondiale più competitiva e dinamica basata sulla conoscenza entroil 2010. Tra tutti i programmi europei, il VII Programma Quadro diRicerca e Sviluppo, insieme al Programma Quadro per la Competi-tività e l’Innovazione, rappresentano uno strumento essenziale perla realizzazione di quest’obiettivo ambiziosissimo, tramite provvedi-menti ed azioni volti a stimolare l’innovazione, la ricerca e lo svilup-po, l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione,lo sviluppo di tecnologie per l’ambiente e l’energia intelligente, alfine di incrementare la competitività imprenditoriale.Il livello di partecipazione delle PMI ai precedenti Programmi Qua-dro (V e VI) a livello europeo e, più in particolare, a livello italiano siè rivelata ben al di sotto delle aspettative della Commissione Euro-pea. Varie sono le ragioni di questo mancato coinvolgimento dellePMI, tra cui spicca la pesantezza delle procedure di risposta agli invi-ti a presentare proposte: le piccole e medie imprese ed, in partico-lare, le micro imprese non hanno né il tempo né le risorse umane efinanziarie per lanciarsi in attività di ricerca, trovano difficoltà a sta-bilire partenariati con enti di altri Paesi europei per elaborare unaproposta idonea, non hanno il know how per completare un bilan-cio convincente. Tutto ciò con la prospettiva di un tasso di successomolto basso tenuto conto della “oversubscription” che caratterizza i

account in its daily activities andgauge what type of ‘European’information must be conveyed locally.

The Seventh Research andDevelopment FrameworkProgramme: essential to growth andemployment over the next 7 yearsThe so-called Lisbon strategy adoptedby the European Council in 2000 aimsat making Europe the mostcompetitive, dynamic knowledge-based economy worldwide by 2010.Of all European programmes, theSeventh Research and DevelopmentFramework Programme, together withthe Competitiveness and InnovationFramework Programme, is essential toachieving this highly ambitious aimthrough provisions and actionsintended to stimulate innovation,research and development, the use ofinformation and communicationtechnologies and the development ofenvironment-friendly technologiesand intelligent energy to boostbusiness competitiveness.The number of SMEs who joined theprevious (Fifth and Sixth) FrameworkProgrammes in Europe is much lowerthan European expectationsespecially in Italy. There are variousreasons for this lack of SMEs’involvement, primarily the weight ofprocedures responding to invitationsto present proposals: small andmedium enterprises and especiallymicro enterprises have neither thetime nor the human and financialresources to launch into research.They find it hard to establishpartnerships with authorities fromother European countries to devise asuitable proposal. They do not havethe know how to complete aconvincing financial statement. Theforegoing with the prospect of a verylow success rate taking into accountoversubscription that typifiescommunity programmes in generaland research and developmentframework programme in particular.These difficulties are compounded bythe intellectual ownership of findingsproblem should projects be approved.

Improvements introduced in theSeventh Framework Programme fromthe SME viewpointEven though SMEs still find it hard tojoin the Framework Programme, ahuge effort has been made by the

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programmi comunitari in linea generale, ed il Programma Quadrodi Ricerca e Sviluppo in particolare. A queste difficoltà si aggiungeanche la problematica della proprietà intellettuale dei risultati in casodi progetti approvati.

I miglioramenti introdotti nel VII Programma Quadrodal punto di vista delle PMISebbene la partecipazione delle PMI al Programma Quadro conti-nui ad essere delicata, si deve comunque sottolineare l’importantesforzo intrapreso dalla Commissione Europea per facilitarne l’acces-so: si è attuata una semplificazione delle procedure di presentazio-ne delle proposte e c’è stato un incremento della percentuale dicofinanziamento a favore delle PMI.Costruito in base a quattro “blocchi” (cooperazione- idee- capacitàe persone), il VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo contieneun’area interamente dedicata alle PMI in seno all’iniziativa “capaci-tà”. In tale ambito, due sono le azioni che rivestono particolare inte-resse:

- la cosiddetta “ricerca cooperativa”, che permette alle PMI direperire le competenze necessarie per dedicarsi alla ricercascientifica e tecnologica. In altri termini, tale meccanismo per-mette a più PMI (almeno 3), raffrontate a problemi comuniche necessitano attività di ricerca (che non sono in grado diintraprendere da sole), di affidare la ricerca a un terzo ente(centro di ricerca, università, ecc.); questo tipo di progettoviene finanziato fino al 75 % del costo totale dalla Commissio-ne. Una volta conclusa la ricerca, le PMI rimangono proprieta-rie dei risultati e degli eventuali brevetti.

- la ricerca collettiva, che permette a laboratori di condurrericerche per conto di associazioni di industriali o raggruppa-menti di PMI. Anche per quest’azione si prevede uncofinanziamento fino al 75 % dei costi della ricerca da partedella CE.

È quindi su questi due tipi di azioni che si concentra l’attività dell’Uf-ficio di Bruxelles nell’ambito del VII Programma Quadro.

I servizi offerti dall’Ufficio Unioncamere Toscana di BruxellesI servizi sono vari:

- un monitoraggio accurato delle iniziative legislative e di pro-grammazione promosse dall’Unione Europea, evidenziandotutte le azioni che riguardano l’economia e la produzione del-la Toscana a fronte dei processi di internazionalizzazione, delmarketing geografico, di competitività, diinnovazione e ricer-ca, e di sviluppo tecnologico. I servizi di informazione, che lasede di Bruxelles attua a cadenza giornaliera (reperibili sul sitoweb www.tos.camcom.it nella finestra Notizie da Bruxelles),permettono a tutti gli interlocutori interessati di tenersi aggior-nati sulle varie iniziative inerenti alle tematiche europee che

European Commission to facilitatetheir access: proposals’ presentationprocedures have been simplified andthe percentage of co-financing infavour of SMEs has risen.Built according to four “blocks”(cooperation, ideas, capacities andpeople), the Seventh research anddevelopment Framework Programmecontains an area entirely dedicated toSMEs as part of the “capacity”initiative. In this connection, action ofinterest is twofold:- So-called “cooperative research”

that enables SMEs to find thenecessary expertise to dedicatethemselves to scientific andtechnological research. In otherwords, this mechanism enablesseveral SMEs (at least 3) to tacklecommon problems that requireresearch (which they cannot conductalone) and to assign research to athird authority (research institutes,universities, etc.). Up to 75% of thistype of project is financed b theCommission. Once research has beenconducted, SMEs are owners offinancings and any patents that theycan exploit.

- Collective research enableslaboratories to conduct research onbehalf of associations ofindustrialists or groups of SMEs. Co-financing of up to 75%% of costs isenvisaged by the EC also in thiscase..

Therefore, the Brussels office focuses onthese two types of action as part ofSeventh Framework Programme.

Services provided by the TuscanUnioncamere Office in BrusselsServices vary:- Thorough monitoring of legislative

and programming initiativespromoted by the European Union,highlighting all action that concernsthe economy and Tuscan productionversus internationalisation,geographical, competitiveness,innovation, research and know-howprocesses. Information services,which the Brussels headquartersperforms daily (and that can befound on the websitewww.tos.camcom.it in the BrusselsNews window) enable allcounterparts to update on varioustopical European initiatives:community policies, communityprogrammes, financing

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riguardano le politiche comunitarie, i programmi comunitari,le opportunità di finanziamento, le consultazioni lanciate, glieventi di interesse;

- la diffusione dell’informazione raccolta non solo tramite le fon-ti “ufficiali” dell’Unione europea, ma (e soprattutto) quellaraccolta tramite incontri diretti con funzionari comunitari (an-che su richiesta degli operatori locali), tramite partecipazionea convegni, conferenze, seminari, giornate di informazione,che permettono di avere l’informazione prima che sia ufficia-le, su argomenti di interesse per il territorio;

- l’organizzazione periodica di seminari di formazione rivolti aifunzionari camerali, al fine di permettere loro di diffonderedirettamente le notizie ed informazioni sul territorio (cf. il se-minario di formazione ed aggiornamento dello scorso febbra-io 2007, dedicato al lancio del VII PQ di RST, a cui si è dedica-ta un’intera sessione, con la partecipazione di circa 15 funzio-nari);

- l’assistenza tecnica nella ricerca di partner stranieri, grazie al-l’estesa rete di contatti italiani e soprattutto stranieri che l’uffi-cio si è creato negli anni, nell’identificazione e contatto congli appositi servizi della DG Ricerca tramite l’organizzazionedi eventuali incontri ad hoc, viene fornita in caso di stesuraprogettuale e quindi di partecipazione da parte di una Came-ra di Commercio o di una PMI ad un bando di gara;

Qualsiasi richiesta di informazione più approfondita o di assistenzatecnica, così come la domanda per l’organizzazione di sessioni in-formative e formative su argomenti o programmi comunitari, puòsempre essere rivolta all’Ufficio di Unioncamere Toscana di Bruxel-les tramite le Camere di Commercio locali.

opportunities, launchedconsultancy and events of interest;

- Divulging retrieved informationnot only through “official”European Union sources but(above all) information retrievedthrough direct meetings withcommunity officials (also at localoperators’ request) by attendingmeetings, conferences, seminarsand information days previewinginformation on topics of localinterest before it becomes official;

- The periodical organisation ofchamber officials’ trainingseminars enabling them to divulgelocal news and information (cf. thetraining and updating seminar lastFebruary on launching Researchand Know-How’s SeventhFramework Programme involvingan entire session, attended by 15officials;

- Technical assistance in the searchfor foreign partners - thanks to theextended network of Italian andprimarily foreign contacts that thedepartment created over the yearsto identify and contact special DGResearch services by organisingon-the-spot meetings - is providedin the event of drafting projectsand, therefore, Chamber ofCommerce or SME’s joining in acall for bids.

Any request for more in-depthinformation or technical assistance,as well as an application to organiseinformative and training sessions oncommunity topics or programmes,can always be made to the BrusselsUTC office through local chambers ofcommerce.

Presentazione ufficiale dell’evento FP7“Today is future”. Da sinistra: Angelika Niebler,Presidente dell’EPs Industry, Research and EnergyCommittee; il Commissario Janez Potoènik;il Presidente José Manuel Barroso, la CommissariaViviane Redding; Annette Schavan, Ministrotedesco dell’educazione e della ricerca.A pag. 66: la sede di Unioncamere Toscanaa Bruxelles

Official FP7 launch event “Today is future”From left to right: Angelika Niebler, Chairwomanof the EP’s Industry, Research and EnergyCommittee, Commissioner Janez Potoènik,President José Manuel Barroso, CommissionerViviane Redding and Annette Schavan, GermanFederal Minister for Education and Research.On page 66: Unioncamere Toscanain Brussels

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Promotori della creatività

FRANCO MARGANIPresidente di Firenze Tecnologia

Azienda Speciale della Camera di Commercio

Ricerca e innovazione: il ruolo di Firenze Tecnologianella creazione di un nuovo modello di sviluppo

La strategia di Firenze Tecnologia è lineare ed efficace: utilizza unsistema di intervento diretto sulla singola impresa per creare relazio-ni, individuare gli specifici bisogni e le competenze e sviluppareprogetti di collaborazione tra centri di ricerca e imprese. Questo è ilpercorso che intraprendono i Promotori dell’Innovazione, media-tori preziosi in grado di creare reti tra ricerca e impresa. Propriograzie al contatto diretto con Centri di ricerca e Università presentinel territorio, i Promotori si attivano per creare collaborazioni e pos-sibili sinergie. Molti dei progetti nati da questa collaborazione han-no portato a notevoli innovazioni di processo e di prodotto. In treanni i Promotori hanno visitato 1.146 aziende diverse, organizzati351 incontri impresa-ricerca, con la firma di 68 accordi di collabo-razione tra Centri di ricerca e impresa e 3milioni e 341mila dibudget investito. Si tratta di dati significativi che segnano un con-creto cambiamento di tendenza. Oggigiorno la competitività si basasempre più sulla creatività, sulla capacità di inventare nuovi bisogni,nuovi prodotti, nuovi processi. Questo patrimonio di valori intangi-bili contribuisce significativamente allo sviluppo economico delleimprese e dei distretti, alla produttività della ricerca e del settorepubblico e alla crescita regionale. L’impresa innovativa osa e creanuove opportunità di sviluppo. Parafrasando Albert Einstein “la fan-tasia è più importante del sapere”: l’impresa creativa, che utilizza leidee nuove, apre nuove strade nel mercato.Il nostro compito istituzionale è proprio quello di aprire nuove stra-de, per questo motivo svolgiamo il ruolo di trait d’union tra il mon-do della ricerca e quello imprenditoriale per la Camera di Commer-cio di Firenze. Firenze Tecnologia è una struttura di servizio no profit

CREATIVITY PROMOTERSResearch and Innovation Method:Firenze Tecnologia’s role in creating anew development pattern

by Franco Margani – President ofFirenze Tecnologia, Special Chamberof Commerce Agency Firenze Tecnologia’s strategy is linearand efficacious: it uses a direct actionsystem on individual enterprises tocreate relations, identify specific needsand expertise and develop jointventures between research institutesand enterprises. This is the route takenby Innovation Promoters, preciousmiddlemen capable of creatingnetworks between research andenterprises. Thanks to their directcontact with local research Institutesand Universities, Promoters get goingto create joint ventures and pooling.Numerous joint ventures have led toconsiderable product processinnovation. In three years, Promotershave visited 1,146 different businessesand organised 351 enterprise-researchmeetings, with 68 joint ventureagreements between research Institutesand enterprises and 3 million 341thousand in invested budgets:significant data indicating a turn-about. Nowadays competitiveness isbased more and more on creativity andon the capacity to invent new needs,new products and new processes. Thisheritage of intangible values helps tofinancially boost enterprises anddistricts, research profitability, thepublic sector and regional growth.Innovative enterprises dare to createnew know-how. To paraphrase AlbertEinstein “imagination is moreimportant than knowledge”: creative

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dedicata a promuovere l’innovazione tecnologica e organizzativanelle piccole e medie imprese e nel sistema economico fiorentino.L’abilità di fare il miglior uso possibile della conoscenza interna edesterna è di vitale importanza per le piccole e medie imprese: èimportante che le imprese e il territorio investano su questi elementistrategici per il futuro, come il Capitale Intellettuale, che è l’in-sieme del capitale umano, la capacità di fare ricerca, la proprietàintellettuale, la creatività, le capacità organizzative e d’innovazione.Per agevolare il contatto con i Promotori, abbiamo messo a disposi-zione dell’imprenditore il numero verde Calltech 800151328.Alcuni dati importanti riguardano propri i numeri del lavoro dei Pro-motori: il nostro metodo operativo affronta l’innovazione da più fronti,cercando di andare sempre incontro alle esigenze dell’impresa. Fi-renze Tecnologia mette a disposizione delle aziende conoscenze ecompetenze per la presentazione di progetti di ricerca e sviluppo,per accordi di cooperazione tecnologica nazionali e comunitari. Lanostra struttura è inserita nell’ambito del network dell’Agenzia dellaPromozione della Ricerca Europea: lo sportello APRE Toscana offreservizi di informazione e assistenza sui finanziamenti alla ricerca eall’innovazione. Nel corso del 2006, lo sportello Apre Toscana haregistrato 275 attività di assistenza, corrispondenti a 190 organizza-zioni (di cui il 62% aziende e il 38% centri di ricerca). Analizzandola tipologia risulta che il 90% delle aziende considerate sono PMI. Il25% dei servizi è stato erogato a Centri di Ricerca, il 9% a Universi-tà, l’1% è rappresentato dagli enti pubblici. Altro sportello dedicatoall’innovazione tecnologica è Recital, l’Innovation Relay Centre perla Toscana e l’Umbria: in questo caso Firenze Tecnologia promuove

enterprises, which use new ideas, openup new market avenues.Our institutional task is to open up newavenues. That is why we link upresearch to business on behalf of theFlorentine Chamber of Commerce.Firenze Tecnologia is a non-profitagency dedicated to promotingtechnological and organisationalinnovation in small and mediumenterprises and in the Florentineeconomic system.The ability to use internal and externalknowledge is vital to small and mediumenterprises: it is important thatenterprises and the territory invest inthese strategic elements for the future,as Intellectual Capital, which includeshuman capital, research capacity,intellectual ownership, creativity andorganisational and innovationcapacity. To facilitate contact withPromoters, we made the toll-freenumber Calltech 800/151328 availableto entrepreneurs.Significance lies in the amount of workdone by Promoters: we tackleinnovation from several fronts in anattempt to meet enterprises’ needs.Firenze Tecnologia makes research anddevelopment project presentationknowledge and expertise available fornational and community technologicalcooperation agreements. Our facilityforms part of the European ResearchPromotion Agency: the Apre Toscanacounter provides information servicesand assists with research andinnovation. During the course of 2006,the Apre Toscana counter registered275 accounts of assistance,corresponding to 190 organisations(62% of which are businesses and 38%research institutes). Type analysisreveals that 90% of businesses underreview are SMEs. 25% of services wereprovided to Research Institutes, 9% toUniversities, and 1% to publicauthorities. Another counter dedicatedto technological innovation is Recital,the Innovation Relay Centre forTuscany and Umbria: in this caseFirenze Tecnologia promotes thetransfer of innovative technologiesoriginating from European researchprojects to small and mediumenterprises.An economy based on more dynamic,competitive knowledge is the ambitiousaim that the European Union has set for2010, with the so-called Lisbonstrategy. The community has launchednumerous initiatives, programmes andbacking to promote knowledgeincluding the Framework Programmes,

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il trasferimento di tecnologie innovative provenienti da progetti diricerca europei verso le piccole e medie imprese.Un’economia basata sulla conoscenza più dinamica e competitiva èl’ambizioso obiettivo che l’Unione Europea si è prefissato per il 2010,con la cosiddetta strategia di Lisbona. Molte sono le iniziative, i pro-grammi e le misure di sostegno attuate a livello comunitario per pro-muovere la conoscenza. Tra queste, si inseriscono i Programmi Qua-dro, veri e propri piani pluriennali per finanziare la ricerca in Euro-pa, che vengono attuati dal 1984. Ultimo, in ordine di tempo, è ilSettimo Programma Quadro, operativo dal 1° gennaio 2007 con unadurata di sette anni. Questo programma quadro, costruito sulla basedei risultati conseguiti dai precedenti programmi, punta alla crea-zione di uno Spazio Europeo della Ricerca (SER), dedicato allo svi-luppo dell’economia della conoscenza e della società della cono-scenza in Europa. Firenze Tecnologia si occupa del 7° ProgrammaQuadro, attraverso i servizi offerti dallo sportello APRE Toscana, cheorganizza corsi, seminari e adesso ha pubblicato con Promofirenzeun vademecum dal titolo “Il 7° Programma Quadro di Ricerca e Svi-luppo Tecnologico: istruzioni per l’uso”. Si tratta di una guida praticaper consentire alle imprese un primo orientamento nella partecipa-zione a progetti europei. I Programmi Quadro sono rivolti principal-mente alle Università, ai Centri di Ricerca, alle imprese medio-grandio anche piccole, purché in grado di portare avanti un’attività di ri-cerca rilevante, anche sotto forma di consorzio o in comune conaltre imprese. Come sappiamo, nel sistema economico attuale, ilsuccesso di un’economia dipende sempre meno da politiche indu-striali e commerciali protezionistiche e sempre più dal saper crearereti di imprese, cooperazione interistituzionale e conoscenza.Un ruolo importante è svolto dalle istituzioni, come la Camera diCommercio, che, attraverso risorse pubbliche, incentivano e sosten-gono la ricerca e lo sviluppo. In particolare, il settore privato, forma-to da imprese ed istituzioni private no profit, svolge mediamente il48,7 % dell’attività nazionale di ricerca e sviluppo intra-muros; alsettore pubblico, che comprende università, enti pubblici di ricercaed altre istituzioni pubbliche, corrisponde il restante 51,3%.Proprio in conformità alle linee guida europee, Firenze Tecnologiacerca di dare un orizzonte più ampio a una serie di progetti nati alivello locale, creando network di imprese, che possano così acce-dere ai programmi di ricerca europei. Mi piace sottolineare il fattoche le idee nascono dalle piccole aziende, anche individuali, sutematiche di interesse internazionale. Lo scopo è far emergere leidee e la creatività dal territorio, cercando di coinvolgere concreta-mente le PMI e farle confluire in progetti di più ampio respiro. Pun-tare sul capitale intellettuale come risorsa strategica per il progressoe lo sviluppo sociale ed economico del territorio è alla base del lavo-ro di Firenze Tecnologia.

real plurennial plans to finance researchin Europe since 1984. The latest is theSeventh Framework programme, whichcame into effect on 1st January 2007 andis due to last seven years. Thisframework programme, built on the basisof results achieved by previousprogrammes, aims at creating aEuropean Research Space to developknowledge, the economy andknowledgeable society in Europe. Justlike Firenze Tecnologia, we deal withthe 7th Framework Programme throughservices provided by the Apre Toscanacounter, which organises courses andseminars and has now published withPromofirenze a vademecum entitled “TheSeventh Framework Programme onResearch and Know-how:directions foruse”. It is a practical guide to enableenterprises to get their bearings whenjoining in European projects.Framework Programmes are mainlydirected at Universities, ResearchCentres, medium to large but also smallenterprises as long as they are capableof pursuing relevant research, also in theform of consortiums or jointly with otherenterprises. It is common knowledgethat, in the current economic system, aneconomy’s success depends less and lesson protectionist industrial and tradepolicies and more and more on creatingnetworks of enterprises, inter-institutional cooperation andknowledge.A major role is played by institutions,such as the Chamber of Commerce that,through public resources, boost andsupport research and development. Inparticular the private sector, formed byenterprises and non-profit privateinstitutions, conducts on average 48.7%of national in-house research anddevelopment. The public sector, whichincludes universities, public researchinstitutes and other public institutes,accounts for the remaining 51.3%.In accordance with Europeanguidelines, Firenze Tecnologiaendeavours to broaden horizons for aseries of local projects by creatingnetworks of enterprises, which canaccess European research programmes. Iwish to stress the fact that ideas arisefrom small, albeit one-man, businesseson themes of international interest. Thepur pose i sto make ideas and creativitàarise locally in an attempt to involveSMEs and make them join fartherranging projects. Aiming at intellectualcapital as a strategic resource forprogress and local social and economicprogress is at the root of FirenzeTecnologia’s work.

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Promofirenze, punto strategico di assistenza per l’internazionalizzazionedella ricerca scientifica e tecnologica delle PMI

Partner europei offronsi

VASCO GALGANIPresidente di Promofirenze

Azienda Speciale della Camera di Commercio

EUROPEAN PARTNERSON OFFERPromofirenze, strategic assistancepoint for SMEs’ scientific andtechnological researchinternationalisation

Vasco Galgani – President ofPromofirenze, Special Chamber ofCommerce Agency

Globalization in progress andtechnological innovation’saccelerated rate are changingfactors that determine products,processes and business factors andentail, on the one hand, theincreasing input of immaterialresources in industries in traditionalsectors and, on the other, the movingof manufacturing to high tech sectorsspecializations in advancedcountries.The speed at which technologicalinnovation is generated and diffusedhas given rise to an economicscenario characterized by greaterdynamism and interdependence, inwhich enterprises must base theircompetitiveness more and more onthe production, circulation and useof new knowledge.For third millennium companies,forced to compete with newmanufacturing assets and new global

La globalizzazione in atto e il ritmo accelerato dell’innovazione tec-nologica stanno modificando i fattori che determinano la competitivitàdei prodotti, dei processi, delle imprese, e comportano, da un lato laimmissione crescente di risorse intangibili nelle filiere dei settoritradizionali, e dall’altro lato lo spostamento delle specializzazioni ma-nifatturiere nei paesi avanzati verso settori ad alto contenuto di tec-nologia.

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La rapidità con la quale l’innovazione tecnologica si genera e si dif-fonde ha dato luogo ad uno scenario economico caratterizzato damaggiore dinamismo e interdipendenza, in cui le imprese devonofondare sempre più la loro competitività sulla produzione, diffusio-ne e utilizzazione di nuove conoscenze.Per le aziende del terzo millennio, costrette a misurarsi con nuoviasset produttivi e nuove realtà del mercato globale, l’innovazionerimane il centro di gravità, una fondamentale leva di competitività.L’innovazione è infatti un processo che si innesta sulla creatività,sull’invenzione, sulla capacità di scorgere, nella catena meccanicadel divenire, una leva, e che porta all’elaborazione di una teoria,alla maturazione di un’idea, alla produzione di un “quid” capace diavere un effetto dirompente sulle dinamiche economiche.Di fatto il carattere destrutturato del nostro sistema industriale (carat-terizzato dal predominio di imprese manifatturiere la cui dimensio-ne media è inferiore ai 9 addetti), la prevalente specializzazione neisettori tradizionali, il predominante riferimento a un mercato locale,che spesso è privo di stimoli innovativi, e la scarsa dotazione di risor-se tecniche e finanziarie comportano una limitata propensionealla ricerca e alla innovazione tecnologica.In particolare, infatti, le imprese tendono a investire in due direzio-ni principali:

- in una innovazione che rifluisce nella routine produttiva, nellarivisitazione/aggiornamento del proprio prodotto e del pro-cesso, atteggiamento tipico in cui si esprime la tradizionaleattenzione al manufatto di una classe imprenditoriale per lopiù di origine artigiana;

- e un’innovazione che si sostanzia nell’acquisto di beni stru-mentali e non consente la crescita innovativa endogena.

L’impossibilità di prescindere dal progresso tecnologico fa emerge-re, oggi più che mai, tutta la necessità di ricucire lo strappo oramaicontroproducente tra mondo accademico e realtà economiche, diincoraggiare la nascita di sinergie tra soggetti tradizionalmente col-locati su fronti diversi.L’enfasi posta dalla Commissione Europea sul ruolo dell’innovazionetecnologica, in special modo per le PMI, sta a testimoniare tuttal’attenzione rivolta ai principali protagonisti del tessuto economicoeuropeo, chiamati a sostenere una sfida via via più complessa, in uncontesto in cui la ricerca si rivela sempre più fattore produttivo piut-tosto che semplice elemento aggiuntivo del ciclo di produzione.Strumento principe della politica europea nel campo della ricerca e,più in generale, dell’innovazione tecnologica, ad esso è stata attri-buita la funzione strategica di rafforzare le basi scientifiche e tecno-logiche dell’Unione Europea e di sostenere la competitività del set-tore industriale europeo a livello internazionale.

market situations, innovation is stillthe centre of gravity, fundamentalcompetitiveness leverage. In fact,innovation is a process that istriggered off by creativity, inventionand the capacity to glimpse futureleverage to the devise theories, hatchideas and produce a “quid” capableof revolutionizing economicdynamics.In fact, the unstructured nature of ourindustrial system (typified by the swayof manufacturing firms with less than9 employees), prevalentspecialization in traditional trades,predominant reference to a localmarket, which is often void ofinnovative stimulus, and the lack oftechnical and financial resourcesrestrict research and technologicalinnovation.In fact, enterprises tend to invest intwo main directions:

· in innovation that ebbs intomanufacturing routines and intoproduct and process reviewing/updating, expressing attentiontraditionally paid by businessmen,who are primarily craftsmen, tomanufactured articles;

· and innovation that materialisesin the acquisition of producergoods and does not enableendogenous innovative growth.

Technological progress’sindispensable nature reveals – nowmore than ever – the dire need tobridge the counterproductive gapbetween university staff andbusinessmen and encourage poolingamong participants traditionallypositioned on different fronts.Emphasis placed by the EuropeanCommission on technologicalinnovation’s role, especially forSMEs, testifies to all the attentiondirected at leading Europeanbusinessmen, who are required tomeet an increasingly complexchallenge in a context in whichresearch proves to be more anindustrial factor than a simpleaddition to work cycles.The European Union’s strategicnature in strengthening scientific andtechnological bases and sustainingEuropean industrial competitivenessworldwide is instrumental toEuropean politics in the field ofresearch.

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Si definiscono quindi nuovi traguardi, essenziali per consentire unapiù attiva presenza delle imprese sul mercato globale:

- stimolare il potenziamento dei settori tradizionali con l’utilizzodi tecnologie innovative;

- accelerare la transizione dalla competizione basata sui prezzi aquella basata sui contenuti innovativi dei prodotti;

- rafforzare e valorizzare le autonome capacità scientifiche etecnologiche;

- sviluppare e far emergere le capacità innovative delle piccolee medie imprese;

- incentivare il sorgere di forme di collaborazione e scambio alivello europeo ed internazionale;

- creare una più stretta connessione tra imprese ed università.

La nostra scommessa è quella di aiutare le PMI a valorizzare le lororisorse e a innescare il circolo virtuoso tra investimenti in ricerca eritorni: è proprio a partire dalla maggiore attenzione e accessibilitàper meccanismi di sostegno finanziario e per le forme più consi-stenti di incentivi specifici per le attività di ricerca industriale e diinnovazione tecnologica, che le PMI possono essere stimolate a gio-care la partita cruciale della crescita degli investimenti nella ricerca.In tale ottica si collocano sia l’attività di informazione, consulenza edassistenza relative alle opportunità di agevolazioni esistenti, sia losviluppo di reti e di partenariati tra soggetti diversi (imprese, univer-sità, agenzie di sviluppo, centri di trasferimento tecnologico), tesi astimolare l’acquisizione di comportamenti innovativi da parte delleimprese.L’attenzione che Promofirenze rivolge ai percorsi di evoluzione tec-nologica delle PMI si estrinseca in una offerta di servizi volta a:

- favorire l’accesso delle PMI ai processi di innovazione tecnolo-gica;

- incoraggiare la creazione di rapporti di collaborazione e svi-luppo di progetti di ricerca ed innovazione a livello interna-zionale;

- incentivare l’intensificarsi dei rapporti tra soggetti pubblici esoggetti privati, in vista di una più armonica crescita del siste-ma economico locale.

Data la sua vocazione Promofirenze si inserisce a pieno titolo inquesta fondamentale strategia di internazionalizzazione della ricer-ca scientifica e tecnologica, a beneficio delle imprese fiorentine etoscane.L’intento di base è fornire un servizio di assistenza, focalizzato sul VIIProgramma Quadro di R&ST, che punti a sensibilizzare e stimolarele imprese e i loro processi di innovazione tecnologica anticipando-

Therefore, essential new goals are setto make businesses more active onthe global market:

- strengthening traditional lines ofbusiness through innovativetechnologies;

- accelerating the transition ofcompetition based on prices andon products’ innovative contents;

- strengthening and revealingsmall and medium enterprises’innovative capacities;

- boosting joint ventures and tradeEurope- and worldwide;

- creating closer ties betweenenterprises and universities.

Our best bet is to help SMEs valorisetheir resources and trigger off avirtuous circle between investmentsin research and returns. SMEs arestimulated to play a crucial role inresearch investment growth thanksto financial backing’s greaterattention and accessibility and moreconsistent forms to specifically boostindustrial research andtechnological innovationThis applies to existing easy creditinformation, consultancy andassistance and the development ofnetworks and partnerships betweenvarious participants (enterprises,universities, development agencies,and technological transfer centres)intended to encourage innovation inenterprises.Promofirenze focuses on SME’stechnogical development byproviding a series of servicesintended to:

- foster SME’s access totechnological innovationprocesses;

- encourage the creation of jointventures and development ofresearch and innovation projectsworldwide;

- intensify relations between publicauthorities and privatecompanies to makethe localeconomic system grow moreharmoniously.

Given its vocation, Promofirenze fitsperfectly into this fundamentalscientific and technological researchinternationalisation strategy to the

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ne i bisogni e sollecitando lo sviluppo di idee innovative, anche sullascia delle possibilità di finanziamento che l’Europa mette a disposi-zione.In ambito europeo, in effetti, è lo stesso mondo imprenditoriale cheha attestato la necessità di collaborare su vari livelli, in uno scenarioeuropeo oramai imprescindibile, al fine di preservare e svilupparela competitività industriale, oltre che di compensare i gap che leimprese singolarmente possono presentare.La disponibilità di un canale di dialogo e di scambio tra ricercatoried imprese, a livello internazionale, può svolgere dunque un ruolochiave sia per l’espansione delle potenzialità del sistema imprendi-toriale regionale sia, al contempo, per attrarre imprese e investi-menti stranieri.Si possono così gettare le basi per un sistema di cooperazione inter-nazionale maggiormente strutturato, focalizzato su obiettivi di piùampio respiro e sospinto da interessanti opportunità di finanziamen-to.L’attività di collaborazione internazionale assume un ruolo strategi-co: è attraverso questa internazionalizzazione della ricerca che losviluppo di progetti e azioni concrete in ambito regionale, naziona-le ed europeo si traduce non solo in sviluppo economico e promo-zione delle eccellenze tecniche ma anche in percorsi di crescitacomplessiva del territorio.

benefit of Florentine and Tuscanenterprises.Its basic intention is to provideassistance focusing on the SeventhResearch and Know-How FrameworkProgramme, which aims at sensitizingenterprises and their cycles andboosting their technologicalinnovation processes byforeshadowing their needs andpromoting the hatching of innovativeideas also in view of the financingpossibilities that Europe makesavailable.In point of fact, Europe-wideentrepreneurs testified to the need forjoint ventures, in an unavoidableEuropean scenario, to preserve anddevelop industrial competitivenessand bridge gaps that businessescould reveal individually.Availability of a dialogue andexchange channel betweenresearchers and businessesworldwide could, therefore, becrucial to expanding the regionalbusiness system’s capacity andattracting foreign businesses andinvestments at the same time.The foundations can thus be cast for amore structured internationalcooperation system that focuses onfarther ranging aims provided byinteresting financing opportunities.International joint ventures play astrategic role: through researchinternationalisation, regional,national and European projects andaction not only develop the economyand promote expertise but also boostthe territory’s overall growth.

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Da una indagine di Confindustria Firenze almeno il 40 % delle imprese della provinciaha le carte in regola per l’internazionalizzazione e potrebbe quindi parteciparea programmi comunitari.

Il privato e la ricerca

ANTONELLA ROSANÒ - VERONICA ROVAIConfindustria Firenze

Le PMI e il VII PQL’Unione Europea presta una particolare attenzione alla presenza eall’incentivazione delle imprese di minori dimensioni. Il nostro terri-torio rappresenta quindi un bacino potenziale ampio e qualificato dipartecipanti in vari settori merceologici. Le piccole e medie impre-se (PMI) possono partecipare a tutte le attività previste dalle 9 areetematiche prioritarie del programma Cooperazione, al programmaPersone che dedica una misura particolare, fino ai sottoprogrammispecifici del programma Capacità.Per le piccole, medie e grandi imprese, l’attività Marie Curie Industry-Academia dell’asse Persone mette a disposizione finanziamenti perricercatori che imprese ed università si scambiano nello svolgimentodi un determinato progetto di ricerca. Il finanziamento comunitarioin questo caso copre il 100% dei costi eleggibili di progetto. L’obiet-tivo è quello di stimolare la mobilità tra i diversi settori e di incre-mentare la condivisione della conoscenza attraverso partenariati diricerca congiunti. Il reclutamento di ricercatori esperti al partenariatosarà rafforzato con distaccamenti di personale tra i settori e l’orga-nizzazione di eventi.Nell’asse Capacità è previsto un programma specifico di finanzia-mento per azioni di ricerca e sviluppo condotte da PMI. Tale pro-gramma finanzia progetti di ricerca e sviluppo in tutti i settori, attra-verso una cooperazione tra un gruppo di PMI di diversi Paesi Euro-pei (almeno tre PMI da due Paesi distinti) e Centri di Ricerca e/oUniversità. Le regole proposte per la partecipazione al 7PQ precisa-no un tasso di finanziamento del 75% per le attività di ricerca e disviluppo delle PMI, contro il 50% previsto dal precedente program-

PRIVATE COMPANIESAND RESEARCHA survey conducted by theFlorentine National ManufacturersAssociation reveals that at least 40%of Provincial enterprises are readyto internationalise and could,therefore, join in communityprogrammes.

By Antonella Rosanò and VeronicaRovai

SMEs and the Seventh FrameworkProgrammeThe European Union focuses on theexistence and boosting of smallerenterprises. Therefore, our territoryis potentially extensive and qualifiedin participants in various commoditysectors. Small and MediumEnterprises (SMEs) can join in allactivities scheduled by the top 9thematic areas of the Cooperationprogramme and in the Peoplesprogramme that takes special stepsas far as specific sub-programmes.For small, medium and largeenterprises, the Marie CurieIndustry-Academy, which forms partof the Peoples’ action plan, makesavailable to researchers financingthat enterprises and universitiesexchange in conducting a certainresearch project. In this case,

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ma di ricerca. Ciò dovrebbe rendere la partecipazione al Program-ma quadro più allettante per le PMI attraverso l’alleggerimento delproprio fardello finanziario. Inoltre il principio di “responsabilità fi-nanziaria collettiva” è sostituito nella proposta del 7PQ da un fondocomune di garanzia a copertura dei rischi finanziari nel caso di ina-dempienza da parte dei partecipanti al progetto.Anche l’asse Idee prevede forti vantaggi per le PMI finanziandoprogetti in base a proposte avanzate da ricercatori del settore siapubblico che privato, che verranno valutati in base all’unico criteriodell’eccellenza secondo la valutazione tra pari. La ricerca alla fron-tiera della conoscenza è una delle forze trainanti della ricchezza edel progresso sociale perché offre nuove opportunità per lo svilupposcientifico e tecnologico, ed è fondamentale per la produzione dinuove conoscenze che portino ad applicazioni e mercati futuri.Le PMI, che possiedono capacità interne di ricerca e sviluppo, pos-sono partecipare direttamente ai progetti nelle tematiche prioritarieentrando a far parte di consorzi di ricerca internazionali e offrendole loro competenze per la realizzazione di prodotti e servizi. In que-sti progetti le PMI costituiscono partnership con le università e i cen-tri di ricerca dei consorzi al fine di realizzare progetti di ricerca digrosse dimensioni (progetti in collaborazione). Le PMI possono par-teciparvi sia nelle fasi di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie o dinuovi prodotti sia in una fase di trasferimento dei risultati in applica-zioni concrete.Le PMI che, invece, non possiedono capacità interne di ricerca,possono beneficiare di programmi specifici. In questo caso il VII° PQprevede due azioni di ricerca specifiche riservate alle PMI:

· la ricerca cooperativa (programma CRAFT);

· la ricerca collettiva.

Si tratta di progetti presentati da almeno tre PMI europee (di duepaesi differenti1 ) nei quali una parte della ricerca viene commissio-nata all’esterno a centri di ricerca pubblici e privati, università, gran-di imprese. Le PMI definiscono la tematica e assegnano a un centrodi ricerca l’attuazione del progetto mantenendo la proprietà dei ri-sultati ottenuti. Il finanziamento comunitario copre in generale i co-sti esterni alle PMI, mentre queste ultime devono finanziare i propricosti. La ricerca collettiva sostiene i progetti europei di ricerca chesviluppano tecnologie e ampliano le conoscenze a favore delle co-munità di PMI (associazioni di PMI). L’obiettivo è offrire supporto adassociazioni e raggruppamenti di PMI al fine di sviluppare soluzionia problemi comuni affrontati da numerose PMI in settori specifici.La ricerca può essere condotta da altri organismi, ma il cuore delprogetto è gestito da un gruppo di PMI che potrà beneficiare delletecnologie sviluppate e da associazioni industriali che alla fine pos-siederanno la proprietà intellettuale. Le tematiche di questi tipi diprogetti sono scelte liberamente dalle PMI e possono coinvolgeretutti gli aspetti della scienza e della tecnologia. Lo scopo è di trasfor-

community financing covers 100% ofeligible project costs. It aims atstimulating mobility among varioussectors and enhancing the sharing ofknowledge through group researchpartnerships. Recruitment of expertpartnership researchers will bestrengthened with staff separatedbetween sectors and eventorganisation.The Capacity action plan envisages aspecific financing programme forresearch and development conductedby SMEs. This programme financesresearch and development projects inall sectors through cooperationbetween a group of SMEs from variousEuropean Countries (at least threeSMEs from two distinct Countries) andResearch Institutes and/or Universities.Rules proposed to join in the SeventhFramework Programme specify a 75%financing rate for SMEs’ research anddevelopment as opposed to 50% in theprevious research programme. Thisshould make participation in theFramework Programme more attractiveto SMEs by lightening their financialburden. Furthermore, the “jointfinancial responsibility” principle isreplaced in the Seventh FrameworkProgramme’s proposal by a commonfund to guarantee and cover financialrisks should project participants fail todo so.The Ideas action plan envisages SMEsbenefiting greatly from financingprojects according to proposals putforward by researchers in public andprivate sectors, which will be assessedonly according to their excellence on apar with the others. Knowledge frontierresearch is one of the driving forcesbehind wealth and social progressbecause it provides new scientific andtechnological developmentopportunities and is essential to theproduction of new knowledge thatleads to future uses and markets.SMEs with in-house research anddevelopment skills can participate inprioritised thematic projects by joininginternational research consortiumsand offering their expertise to createproducts and services. In theseprojects, SMEs form partnerships withuniversities and consortiums’ researchinstitutes in order to create large-scaleresearch projects (joint ventureprojects). SMEs can join in at researchand development stages of newtechnologies or new products or at the

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79UNA SFIDA PER LE IMPRESEFIORENTINE

La posizione del Presidente di Confindustria Firenze

Il percorso, che conduce l’azienda dall’idea progettuale alla presenta-zione della domanda presso le strutture della Commissione, è lungo ecomplesso. Per una positiva valutazione della domanda, al finedell’ottenimento del finanziamento, è necessario formulare ideeprogettuali valide ed innovative, supportate da una descrizione chiaraed esaustiva, in grado di cogliere la qualità del progetto e le tipicitàdelle aziende coinvolte.

Il ruolo di Confindustria e delle associazioni di categoria diventa stra-tegico, e il supporto alle aziende associate è fornito sia dalle struttureradicate sul territorio che dalla struttura di rappresentanza in sedecomunitaria.

Le azioni mirate degli uffici competenti devono fungere da “cinghia ditrasmissione” fra imprese, laboratori, centri di ricerca, strutture dedi-cate all’innovazione. Scopo ultimo è di favorire lo scambio di informa-zioni e competenze dei vari soggetti della rete sia nazionale che euro-pea e internazionale.

Fondamentale è il ruolo di raccordo che gli uffici garantiscono, comenel nostro caso, per mezzo di convenzioni con le aziende speciali dellaCamera di Commercio (Promofirenze e Firenze Tecnologia) e accordicon le università toscane (ad esempio l’accordo INUN con l’Universitàdi Firenze) e i centri di ricerca.

La ricerca si colloca al cuore della strategia di Lisbona nel “triangolodella conoscenza”, destinato a rafforzare la crescita e l’occupazionedell’Unione Europea in un’economia globalizzata. Il Settimo Program-ma Quadro (7°PQ) riunisce tutte le iniziative dell’UE collegate alla ri-cerca che hanno un ruolo fondamentale per raggiungere gli obiettivi dicrescita, competitività e occupazione, e rappresenta un’opportunitàper l’UE di consolidare lo Spazio Europeo della Ricerca.

Questa opportunità punta dritto al valore che l’azienda deve creare perla propria crescita, per i propri azionisti, per i propri collaboratori. Aquesto noi non vogliamo sottrarci, anzi, lo riteniamo centrale per ilnostro sistema economico. Mai come in questi casi si può dire che ilsuccesso di un progetto comunitario sia il successo di un territorio edi un sistema economico. Per questo la nostra Provincia ha tutti inumeri per avere successo!

Giovanni GentilePresidente Confindustria Firenze

A CHALLENGE FORFLORENTINE ENTERPRISES

The stance of the President of the Florentinebranch of the National Manufacturers’Association

Having hatched their ideas, companies take awhile to present their applications toCommission facilities. For the financingapplication to pass, it is necessary to formulatesound, innovative planning ideas, backed by agraphic description of the project’s quality andthe typicality of companies involved.The role of the National Manufacturers’Association and trade associations becomesstrategic and partnerships are backed by bothfacilities rooted in their territory and bycommunity offices.Competent offices’ focused action must linkenterprises, laboratories, research institutesand innovative facilities. Their ultimate aim is tofoster an exchange of information and expertiseamong various participants in the national,European and international network.Offices play a fundamental linkage role bymeans of agreements with the Chamber ofCommerce’s special agencies (Promo Firenzeand Firenze Tecnologia) and with Tuscanuniversities (for instance the INUN agreementwith Florence University) and researchinstitutes.Research is the Lisbon strategy’s core in its“knowledge triangle” intended to strengthen theEuropean Union’s growth and employment in aglobal economy. The Seventh FrameworkProgramme (7th FP) retrieves all EU research-linked initiatives that play a fundamental role inachieving growth, competitiveness andemployment and give the EU a chance toestablish its European Research Area.This opportunity revolves around the value thatthe company has to create for its growth,shareholders and colleagues. We wish tostress this as we consider it crucial to oureconomic system. In these cases, acommunity project’s success lies in thesuccess of a territory and an economic system.That is why our Provincial Administration haswhat it takes to be successful!

Giovanni GentilePresident of the Florentine branch of theNational Manufacturers’ Association

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mare le conoscenze in innovazione e sviluppo di nuovi prodotti enuovi mercati, creando legami duraturi tra imprese e università.La Commissione Europea, la Banca Europea per gli investimenti (BEI)ed il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI), in linea con la rinno-vata agenda di Lisbona, hanno lanciato un’iniziativa di particolareinteresse tesa a migliorare l’accesso delle piccole e medie impresecomunitarie agli strumenti finanziari.L’iniziativa, denominata Joint European Resources for Micro toMedium Enterprises, conosciuta con l’acronimo JEREMIE, consenti-rà agli Stati membri ed alle Regioni di usare parte dei fondi strutturaliper ottenere una serie di strumenti finanziari specificamente pro-gettati per supportare le micro, piccole e medie imprese.In particolare, si sottolinea l’esigenza di supportare le start-up e lemicroimprese attraverso assistenza tecnica e consulenziale, nonchéattraverso strumenti quali i prestiti, l’equity ed il venture capital, legaranzie per il microcredito e i prestiti alle PMI.I Fondi strutturali generalmente forniscono assistenza finanziaria sot-to forma di agevolazioni. Con JEREMIE sarà possibile trasformare partedi esse in prodotti finanziari. Le PMI useranno i prodotti finanziari epoi rimborseranno l’ammontare complessivo che sarà nuovamenteutilizzato, invece di essere concesso una sola volta. Ciò significa cheper ogni euro di budget, l’ammontare dei prodotti finanziari spazieràda 2 a 10 euro. L’effetto moltiplicatore comporterà un aumento deltotale dei prodotti finanziari disponibili, portando benefici ad un piùalto numero di imprese rispetto al sistema agevolativo tradizionale.

Focus sulle imprese industrialiAl fine di analizzare le opportunità che il VII PQ potrebbe offrire alleaziende del nostro territorio, è utile partire da alcuni dati che ben sicollegano con le caratteristiche richieste per partecipare ai bandieuropei. In particolare ci riferiamo a due variabili:

1. dimensione aziende (secondo la definizione comunitaria diPMI - fatturato e totale dipendenti2 );

2. quota export/fatturato (% ritenuta interessante per valutare ilgrado di interesse delle aziende a sviluppare partnership in-ternazionali)

Al fine di facilitare l’indagine, è stato individuato un campione rap-presentativo costituito da circa 400 aziende e associate a Confindu-stria Firenze.Dall’incrocio e dallo studio dei dati esaminati, siamo giunti ad alcu-ne considerazioni riassunte negli schemi a pagina seguente, che de-lineano, piuttosto fedelmente, la suddivisione del campione da unpunto di vista dimensionale e la tendenza all’internazionalizzazionedelle aziende.L’analisi condotta evidenzia una forte presenza sul nostro territoriodi aziende medio/piccole (il 93% delle aziende).

finding-transfer stage in the actualusage stage.However, SMEs without in-houseresearch skills can benefit from specificprogrammes. In this case, the SeventhFramework Programme specifies twospecific research actions reserved forSMEs.

· Cooperative research (CRAFTprogramme);

· Group research.It is a question of projects presented byat least three European SMEs (fromtwo different countries1) in which partof the research is contracted out topublic and private research institutes,universities and large enterprises.SMEs define the topic and assign theproject to a research institutemaintaining their ownership offindings. Generally speaking,community financing covers SMEs’external costs but they have to financetheir own internal costs. Jointresearch supports European researchprojects that develop technologies andextend knowledge in favour of SMEs(SME associations). The aim is to helpassociations and groups of SMEs solvecommon problems in specific sectors.Research can be conducted by otherorganisations but the project’s core ishandled by a group of SMEs, whobenefit from developed technologies,and industrial associations that areultimately entitled to intellectualproperty rights. SMEs are free tochoose topics for these types ofprojects, involving all aspects ofscience and technology. Their purposeis to transform knowledge intoinnovation and the development of newproducts and new markets, creatinglong-lasting ties between enterprisesand universities. In keeping withLisbon’s renewed agenda, theEuropean Commission, EuropeanInvestment Bank (EIB) and EuropeanInvestment Fund (EIF) launched a veryinteresting initiative to foster small andmedium enterprises’ access to financialinstruments.The initiative, called Joint EuropeanResources for Micro to MediumEnterprises and known by its acronymJEREMIE, will enable member Statesand Regional Administrations to usepart of structural funds to obtain aseries of financial instrumentsspecifically designed to back micro,small and medium enterprises.

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DIMENSIONE AZIENDALE / SIZE OF ENTERPRISESpecifically, the need arises tosupport start-up and microenterprises through technical andconsultancy assistance as well asthrough instruments such as loans,equity and venture capital, microcredit guarantees and loans toSMEs.Generally speaking, structural fundsprovide financial assistance in theform of easy credit. With JEREMIE itwill be possible to transform part ofit into financial instruments. SMEswill use financial instruments andthen reimburse the total amount thatwill be re-used instead of beinggranted on a one-off basis. Thismeans that, for every budgeted euro,financial instruments’ amounts willrange from 2 to 10 euros.Mushrooming will entail an increasein the total number of availablefinancial instruments, benefiting alarger number of enterprises than thetraditional easy-credit system.

Focus on industrial enterprisesIn order to survey the opportunitiesthat the Seventh FrameworkProgramme could offer to companiesin our territory, it is advisable tostart from characteristics requestedto join in European calls forproposals. Specifically, we arereferring to two variables:

1. company size (according to thecommunity’s definition of SMEs –sales and total number ofemployees2);

2. export/sales share (% essentialto assessing companies’ interestin developing internationalpartnerships)

Per raffinare la ricerca, abbiamo incrociato questi dati con quelli delleaziende che hanno una percentuale del loro fatturato derivante dalcommercio estero, più sensibili quindi alla ricerca di sbocchi epartnership internazionali.Il dato che emerge è di sicuro interesse: si evidenzia che un 36%delle micro aziende ha una predisposizione all’export, percentualeche aumenta al 49% per le piccole e arriva al 60 % per le medie.Incrociando tutti gli elementi finora raccolti, ne deriva che circa il40% delle PMI presenti sul nostro territorio ha un interesse all’interna-zionalizzazione e, quindi, la predisposizione a partecipare a un bandoeuropeo.Una prima considerazione di massima porta a constatare che circa il40% delle PMI presenti sul territorio ha una forte propensioneall’internazionalizzazione. Questo comporta una maggiore aperturaagli scambi e alle collaborazioni, che certamente trovano possibiliattuazioni non solo nelle dinamiche commerciali e di presenza neimercati esteri, ma anche nella collaborazione produttiva/di ricercache spinge verso la partecipazione ai bandi.Anche se superfluo, si rileva inoltre che elementi indispensabili perl’abbattimento delle barriere sonola conoscenza della lingua inglese,che nelle imprese esportatrici èparlata da almeno 1/2 persone, euna disponibilità a “muoversi” eviaggiare che spesso le imprese conmercati regionali hanno poco svi-luppato. Questi elementi fanno sìche la propensione e la partecipa-zione a un bando comunitario pos-sano aver maggior successo rispet-to alla parte restante del campio-ne.

% EXPORT

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ARTI & MERCATURE82Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

In order to facilitate the survey,approximately 300 companies andmembers of the FlorentineManufacturers’ Association weresampled.A cross-check and the study of dataunder review produced theunderlying flow charts true to thesample’s breakdown size-wise andcompanies’ internationalisationtrend.The survey shows the sway of medium/small companies in our territory(93% of companies).To perfect research, we crossed thisdata with data from companies thatalso export and, therefore, are keeneron finding international outlets andpartnerships.The outcome is most interesting: itshows that 36% of Micro Companiestend to export. This percentageincreases to 49% in the case of SmallCompanies and reaches 60% in theevent of Medium Companies.A crossover of all findings retrievedup until now reveals thatapproximately 40% of SMEs in ourterritory want to internationaliseand, therefore, tend to join inEuropean calls for proposals.What immediately springs to mind isthat approximately 40% of SMEs inour territory tend to internationalisemeaning that they are more open totrade and joint ventures that no doubtcan be enacted not just in businessdynamics and on foreign markets butalso in manufacturing/research jointventures that encourageparticipation in calls for proposals.Furthermore, even though it mightsound like stating the obvious,barriers can only be removed byknowing the English language, whichis spoken by at least half the peoplein export companies, and the will to“move” and travel that businesseswith regional markets have notdeveloped. This means that thepropensity to join in calls forproposals can achieve more successthan in the rest of the sample.

2) Raccomandazione 2003/361/CE del 6 maggio 2003. La tabella sottostanteriporta i nuovi parametri dimensionali (occupati, fatturato e attivo di bilancio) postia raffronto con la precedente disciplina.Per semplificare l’analisi, trascuriamo il requisito dell’indipendenza.

Raccomandazione UE 1996 Raccomandazione UE 2003

Medie < 250 dipendenti < 40 M euro di fatturato, oppure < 27 M euro di totale bilancio

< 250 dipendenti < 50 M euro di fatturato, oppure < 43 M euro di totale bilancio

Piccole

< 50 dipendenti < 7 M euro di fatturato, oppure < 5 M euro di totale bilancio

< 50 dipendenti < 10 M euro di fatturato, oppure < 10 M euro di totale bilancio

Micro

1. < 10 dipendenti < 10 dipendenti < 2 M euro di fatturato, oppure < 2 M euro di totale bilancio

1) Esistono dei siti dove sono raccolti database finalizzati alla ricerca di partnerwww.cordis-europa.eu, www.hagridproject.net, www.epistep.org.

Note:

2) Recommendation 2003/361/EC of 6th May 2003.The underlying table indicates changes in sizes (employees, sales and budget assets).To simplify the survey, we did not consider them singly.

EU 1996 recommendation EU 2003 recommendation

Medium - Small

< 250 employees < 40 M euros in sales, or < 27 M euros in the total budget

< 250 employees < 50 M euros in sales, or < 43 M euros in the total budget

Small

< 50 employees < 40 M euros in sales, or < 5 M euros in the total budget

< 50 employees < 10 M euros in sales, or < 10 M euros in the total budget

Micro

< 10 employees < 10 employees < 2 M euros in sales, or < 2 M euros in the total budget

1) There are websites featuring databases intended to find partners www.cordis-europa.eu, www.agridproject.net and www.epistep.org.

Notes:

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Una Fondazione per rendere competitivala proposta di innovazione dell’area metropolitana

Oltre il deficit organizzativo,oltre i piccoli gruppi di ricerca

ALBERTO DEL BIMBOPresidente della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione

Our work goes far beyond a research programme [...] So wehave to make sure we can make a difference in other waystoo. Which is why we have to focus on increasing knowledgetransfer in Europe [...] At the moment, far too little initiativeat the beginning of a project is turning into innovation at theend of it. There are barriers between universities and researchorganisations, research organisations and businesses and evenbetween different research disciplines. These have to bebroken down if we really want to help innovation […] Thechanges we need are not just better working practices. This isabout a change in attitude [...] In short, we need to recognisethat better innovation means changes on all sides.

Da: The public role in private innovation, Janez Potoènik,Commissario Europeo alla Ricerca, Trieste, Italy - 11 May, 2007.

”La partecipazione a progetti è oggi il principale strumento di finan-ziamento della ricerca universitaria. Le opportunità sono molteplici:promosse direttamente da soggetti di impresa, da enti territoriali, daistituzioni nazionali e da istituzioni sovranazionali. Ruolo estrema-mente importante rivestono i programmi comunitari per lo spettrodi intervento e le opportunità offerte, la continuità dei programmi ele risorse messe a disposizione. Non ultimo anche per la possibilitàdi consolidare relazioni internazionali tra gruppi di ricerca o tra mondodella ricerca e imprese, e di diffondere la cultura di lavoro per obiet-tivi anche in ambito universitario.

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ARTI & MERCATURE84Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

D’altra parte, la partecipazione ai programmi di ricerca comunitariappare spesso compito arduo e complesso per il ricercatore univer-sitario, per la molteplicità delle attività e degli impegni, non soloscientifici, necessari per completare con successo l’iniziativa.Per la definizione di una proposta di progetto sono certamente ele-menti importanti la qualità scientifica del soggetto proponente - checostituisce oggettivo elemento di valutazione - e il suo inserimentonel contesto scientifico internazionale - che rende più facile la for-mazione del consorzio, potendo far riferimento ad altri gruppi diricerca già conosciuti. Ma sono anche importanti la consistenzanumerica del gruppo di ricerca e la sua capacità di far fronte a unimpegno continuativo pluriennale. La definizione di una propostadi progetto richiede inoltre, preliminarmente, un’analisi delle op-portunità disponibili attraverso la verifica dell’insieme dei diversiprogrammi, dei vincoli di ammissibilità, e delle condizioni di parte-cipazione, compito assai spesso complesso e di non immediata in-terpretazione per chi vi si avvicina per la prima volta. La definizio-ne dei contenuti richiede infine un’ampia visione del settore diricerca e la capacità di individuare elementi di innovazione – ca-ratteristiche quasi sempre ritrovabili in un buon gruppo di ricerca –ma non è disgiunta da una definizione realistica dei costi associatialle attività – compito che spesso richiede conoscenze e compe-tenze di carattere amministrativo estranee al ricercatore e oppor-tune modalità di gestione dei costi da parte dell’Università.Nella fase di contrattazione, nel caso di accettazione della propo-sta, sono d’altra parte richiesti contatti continui con gli altri parteci-panti al progetto o con il capo progetto, nonché con i funzionari egli uffici presso la Commissione Europea. È richiesta quindi la cono-scenza di strumenti e la capacità di interazione con contesti nonlocali.Nella fase di svolgimento del progetto, infine, l’unità di ricerca devegarantire l’impegno tecnico-scientifico per l’intera durata del pro-getto e al tempo stesso attuare un’attenta gestione delle risorse di-sponibili in modo da rendicontare correttamente e compiutamentequelle usate, non incorrere in costi aggiuntivi o addirittura non po-ter giustificare gli importi attribuiti.Appare quindi chiaro che la partecipazione ai programmi di ricer-ca comunitari richiede, oltre alla qualità scientifica del proponente– che è e rimane prerequisito che l’Università deve assicurare (dacui la necessità di una continua incentivazione al miglioramento ealla comparazione internazionale) - anche un’adeguata struttura delgruppo di ricerca, e da parte dell’Università, una diversa organiz-zazione della ricerca e un supporto amministrativo che sia ade-guatamente preparato per gestire al meglio e con successo la com-plessità dell’iniziativa.In particolare, risulta necessaria un’organizzazione della ricerca uni-versitaria basata su laboratori tematici interdisciplinari che ag-greghino più ricercatori che condividono l’interesse su tematiche

BEYOND THE LACK OFORGANISATION, BEYONDSMALL RESEARCHGROUPSA Foundation to make themetropolitan area’s innovationproposal competitive

Alberto del Bimbo – President of‘Fondazione per la Ricerca e l’Innova-zione’

“Our work goes far beyond a researchprogramme [...] So we have to makesure we can make a difference in otherways too. Which is why we have tofocus on increasing knowledgetransfer in Europe [...] At the moment,far too little initiative at the beginningof a project is turning into innovationat the end of it. There are barriersbetween universities and researchorganisations, research organisationsand businesses and even betweendifferent research disciplines. Thesehave to be broken down if we reallywant to help innovation […] Thechanges we need are not just betterworking practices. This is about achange in attitude [...] In short, weneed to recognise that betterinnovation means changes on allsides.”From: The public role in privateinnovation, Janez Potoènik,European Research Commissioner,Trieste, Italy - 11 May, 2007.

Nowadays joining in projects isuniversity research’s main financialtool. There is no shortage ofopportunities directly promoted bycompany members, local authorities,national institutions andsupranational institutions.Community programmes play a vitalrole on account of their range ofaction and opportunities offered,programme continuity and resourcesmade available. Last but not least,also because international relationscan be established between groups ofresearchers or between research andbusinesses and to divulge workculture by also targeting in universitycircles.On the other hand, joining incommunity research programmes isoften very tricky and complex for

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affini. Le attività di progetto - che comprendono sia attività a conte-nuto prettamente scientifico, come lo studio di nuove soluzioni e laverifica di ipotesi, sia attività più propriamente tecniche di sviluppo,verifica e adeguamento di quanto progettato al problema – non po-tranno essere svolte integralmente dal personale strutturato dell’Uni-versità - potrebbero essere così importanti da compromettere leattività di didattica e ricerca del ricercatore universitario. Il progettodovrà essere piuttosto l’opportunità, per i giovani laureati, di con-frontarsi, sotto la guida di docenti e ricercatori, con la realizzazionedi problemi avanzati in un contesto internazionale, in un rapportocontrattuale temporaneo con l’Università. L’impegno amministrativonecessario richiede d’altra parte che i gruppi di ricerca siano affian-cati da personale interamente dedicato e preparato allo svolgimentodi queste attività. Il ricercatore non dovrà controllare lacontabilizzazione degli impegni del personale e dei costi sostenuti,né tantomeno farne la rendicontazione economica, né mantenere icontatti con le amministrazioni degli altri partecipanti o con gli ufficicomunitari di riferimento. Dovrà piuttosto interessarsi della stesuradelle relazioni periodiche e alla gestione dei rapporti tecnico-scien-tifici con gli altri partecipanti e mantenere uno stretto contatto con ilpersonale amministrativo che cura il progetto.Tutto ciò è in verità abbastanza lontano dalla realtà probabilmentenella quasi totalità delle Università italiane. Il modello di una ricercasvolta dal singolo ricercatore o da micro unità di ricerca – che per lefinalità sopra esposte è un modello inefficace e obsoleto - continua aessere dominante in molti settori disciplinari. Spesso i laboratori rag-gruppano piccole unità di ricercatori composte da un singolo docen-te e un ridottissimo numero di collaboratori e svolgono ricerche suuno spettro ristretto con ridotta capacità di impatto. L’interazionecon colleghi, anche interessati a temi similari o affini, è spesso mini-ma se non nulla. Il personale tecnico–amministrativo è quasi semprein numero insufficiente per poter fare fronte a una domanda signifi-cativa. La gestione delle risorse e il monitoraggio dell’andamento delprogetto è tipicamente in carico al ricercatore; al quale sono in cari-co anche le attività di monitoraggio dei bandi, di selezione delleopportunità di finanziamento, di ricerca di partnership, che quindivanno ad aggiungersi a quelle di sua specifica spettanza, di defini-zione dei contenuti della proposta e di realizzazione del progetto.Ho sempre pensato che sia questo deficit organizzativo il vero mo-tivo della incapacità, da parte della ricerca universitaria nazionale,di cogliere appieno le opportunità offerte dai programmi comunita-ri. Non certamente la qualità scientifica, dal momento che assai spessotroviamo gruppi di ricerca con importante visibilità e riconoscimen-to internazionale. La complessità del compito, il ridotto numero diricercatori nell’unità di ricerca e la precarietà del gruppo di ricerca,nonché la carenza di adeguato supporto amministrativo semplice-mente rendono sconsigliabile l’impegno del ricercatore su progetticomunitari e fanno ripiegare l’interesse su più facili obbiettivi.

university researchers due to the hostof primarily scientific activities andcommitments required to completethe initiative successfully.The definition of a project proposalno doubt hinges on major elements:the scientific quality of the proposingparty – under screening – and itsinsertion in the internationalscientific context – facilitating theformation of consortiums as it canrefer to other known groups ofresearchers. But numbers ofresearchers in groups and theircapacity to tackle an ongoingplurennial commitment are alsoimportant. Furthermore, projectproposal definition requires analysisof available opportunities bychecking the series of programmes,admittance constraints andmembership conditions: this task isvery complex and cannot beinterpreted at first sight. Lastly, thedefinition of contents requires anopen mind to research and thecapacity to pinpoint innovativeelements – which can almost alwaysbe found in a large group ofresearchers – yet it goes hand inglove with a realistic definition ofbusiness-associated costs – that oftenrequires knowledge andadministrative expertise that are newto researchers and suitable costmanagement procedures on the partof the University.On the other hand, during thebargaining stage, should theproposal be accepted, ongoingcontacts with other project partnersor with the project head arerequired, as well as with EuropeanCommission officials and offices.Therefore, knowledge of tools andtheir capacity to interact with non-local contexts is essential.Lastly, while the project is inprogress, the research departmentmust guarantee its technical-scientific commitment for the project’sentire duration and, at the same time,it must handle available resourcescarefully to fully and correctlyaccount for resources used to avoidincurring additional costs or beingput in a spot about allocatedamounts.Therefore, it is clear that joining incommunity research programmesrequires not only the proposingparty’s scientific qualification – that

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L’Università di Firenze non sfigura nel panorama della ricerca nazio-nale. La sua capacità di accesso ai fondi comunitari non è importan-te se comparata a quella di altri atenei in Europa, ma nel complessonon è disprezzabile. Esistono molti esempi di gruppi di ricerca qua-lificati che hanno continuativo accesso a risorse comunitarie. Non èperò un caso che la maggior parte di essi abbiano provveduto neltempo a darsi organizzazioni diverse da quelle tradizionali in mododa poter garantire, con il numero dei ricercatori strutturati e non, econ uno spettro ampio di competenze, la capacità di rispondere aprogetti complessi senza compromettere le attività istituzionali, efare dei progetti opportunità di nuove conoscenze e competenzeper il gruppo. Permane per la nostra Università, la difficoltà di orga-nizzare supporti amministrativi specializzati in grado di affrontare egestire la molteplicità dei compiti richiesti, e di interfacciare conti-nuativamente i ricercatori. Il problema non appare di facile soluzio-ne.Nel corso del 2007, l’Università di Firenze ha istituito, dopo un per-corso lungo e complesso, insieme alle Camere di Commercio di Fi-renze, Prato e Pistoia e alle Province di Firenze, Prato e Pistoia, laFondazione per la Ricerca e l’Innovazione. L’istituzione della Fon-dazione trova riferimento negli accordi sottoscritti tra l’Università ele parti sociali per far sì che la ricerca e il trasferimento dell’innova-zione dall’Università al tessuto sociale e produttivo siano il motoredello sviluppo economico e sociale del territorio. Alla base di questainiziativa è la consapevolezza, condivisa dai soci fondatori, del ruo-lo centrale dell’Università nel processo di innovazione, del fattoche la qualità della ricerca è momento essenziale e irrinunciabiledello sviluppo del territorio e che la capacità innovativa del territoriosi implementa attraverso la connessione tra l’Università e il sistemadelle imprese e delle istituzioni, sviluppando i processi di trasferi-mento dell’innovazione. Abbiamo previsto che i piani operativi sia-no definiti anche in collaborazione con le rappresentanze delle isti-tuzioni regionali, delle autonomie funzionali, delle associazioni im-prenditoriali e dei sindacati confederali dei lavoratori; e a questoscopo entrerà in funzione un organismo consultivo, la ConsultaGenerale dell’Area Metropolitana, che avrà ruolo chiave nelladiscussione sulle linee di azione e potrà formulare pareri sui pro-grammi della Fondazione e sulla loro realizzazione così da renderli ilpiù possibile coerenti con gli strumenti di programmazione locale.Conseguentemente, attraverso la Fondazione si potrà operare perrealizzare nuove strutture per la ricerca, come laboratori o centri sutemi che abbiano risonanza con le vocazioni del territorio; si po-tranno attivare progetti strategici interdisciplinari su risorse messe adisposizione dai soci e favorire l’accesso a opportunità di finanzia-mento della ricerca; si potranno organizzare eventi per la diffusionedella cultura dell’innovazione e del trasferimento dei risultati dellaricerca.

has to be ensured by the University(hence the need for ongoingupgrading and internationalcomparison) – but the group ofresearchers must also be adequatelystructured and the University mustorganise research differently andhave adequately trainedadministrative support to handle theinitiative’s complexity at best andsuccessfully.In particular, it needs universityresearch organisation based oninterdisciplinary thematiclaboratories that assemble severalresearchers who share an interest insimilar topics. Project activities –that include purely scientificactivities, such as studying newsolutions and checking hypothesis,and technically developing, checkingand adapting designs - cannot befully carried out by structuredUniversity staff yet they could be soimportant as to jeopardise universityresearchers’ teaching and research.The project must rather provide anopportunity for young graduates totackle, under the guidance oflecturers and researchers, issues thathave cropped up in an internationalcontext or in a temporary bargainingrelationship with the University. Onthe other hand, administrativecommitment requires that researchgroups be flanked by dedicated stafftrained to conduct these activities.Researchers must not check theaccounting of staff commitments andsustained costs, nor report on themfinancially. Furthermore, they mustnot keep in touch with other partners’administrations or with communityoffices of reference. They shouldrather deal with drafting periodicreports and handling technical-scientific relations with otherpartners and stay in close touch withthe administrative staff handling theproject.In actual fact, the foregoing is quiteunrealistic probably in almost allItalian Universities. The pattern ofresearch conducted by individualresearchers or by micro researchdepartments – that on account of theaforementioned aims is inefficaciousand obsolete – is still prevalent innumerous disciplinary sectors. Oftenlaboratories unitise small researchdepartments consisting of a singlelecturer and a very small number of

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Nei suoi primi passi, la Fondazione ha predisposto già nel 2007 unprogramma integrato di ricerche su temi di interesse prioritario peril territorio delle tre province. Il programma, finanziato sui fondimessi a disposizione dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia, pre-vede la selezione di progetti di ricerca proposti da ricercatoriuniversitari in congiunzione con imprese o istituzioni che presenti-no caratteristiche di innovatività, qualità scientifica, e chiaro interes-se sociale e territoriale. Gli ambiti suggeriti dalla Fondazione sono:

ottimizzazione del sistema di governance

razionalizzazione del sistema di trasporto pubblico locale

valorizzazione di iniziative nel campo delle arti figurative,dello spettacolo, della musica, dell’architettura e dell’urba-nistica

nuovi vettori energetici, ambiente e sviluppo sostenibile

sicurezza alimentare e tipicità dei prodotti regionali

nanotecnologie e loro sperimentazioni applicative in setto-ri strategici

soluzioni di ICT per la sicurezza, incluse la videosorveglianzae la domotica

Sono stati raccolti 55 progetti, attualmente in fase di valutazione,che verranno attivati nel corso del 2008.Ma la Fondazione ha anche l’obiettivo di farsi parte attiva per attiva-re e coordinare azioni che diano luogo a un insieme di elementiimmateriali, economici, contrattuali e relazionali, volti a facilitare lapartecipazione a iniziative complesse - come per esempio i progettieuropei - e la realizzazione di iniziative congiunte tra mondo dellaricerca e mondo della produzione. Potrà in altri termini, stimolareun processo di rinnovamento culturale della ricerca universitaria, chevalorizzi l’aggregazione dei ricercatori e l’interdisciplinarietà dellaricerca. Aggregazione, interdisciplinarietà, capacità di attivare altrifinanziamenti di origine regionale, nazionale o europea saranno ele-menti di valutazione positiva per la selezione dei progetti del bando2007.Nel prossimo anno la Fondazione si attiverà anche, agendo di con-certo con l’Università, per fornire un supporto organizzativo qualifi-cato per incrementare e aiutare la partecipazione dei ricercatori aiprogetti e più in generale alle iniziative promosse dall’Unione Euro-pea e dagli enti nazionali e territoriali. La Fondazione potrà aiutarei ricercatori nella fase di identificazione delle opportunità più ade-guate, e dare supporto per la definizione delle proposte e il mante-nimento dei contatti con l’istituzione comunitaria. L’interazione e ilcoordinamento con gli altri soggetti che a diverso titolo già operano

collaborators and conduct researchon a narrow spectrum reducingimpact capacity. Interaction withcolleagues, who are also interestedin similar themes, is often minimal oreven nil. Technical-administrativestaff are almost always too few totackle a significant demand.Handling of resources andmonitoring of the project’s progressis typically assigned to researchers,who are also in charge of monitoringannouncements and selectingfinancing and partnership-searchingopportunities that, therefore,compound their specific tasks:defining the proposal’s contents andproject achievement.I always thought that this lack oforganisation is the real reasonbehind the national universityresearch’s incapacity to fully graspopportunities offered by communityprogrammes. Definitely not scientificquality as we often come acrossgroups of first-ranking, world famousresearchers. The task’s complexity,the reduced number of researchers inresearch departments and theprecariousness of groups ofresearchers, as well as a lack ofadequate administrative support, putresearchers off committingthemselves to community projectsand make them turn to easier goals.Florence University cuts a fine figureon the national research panorama.Its capacity to access communityfunds is not great if compared to thatof other European universities yet,on the whole, it is not negligible.There are numerous examples ofqualified groups of researchers whohave ongoing access to communityresources. However, it is nocoincidence that, in time, themajority of them have undergoneshake-ups to guarantee, with thenumber of structured andunstructured researchers and with awide range of knowledge, theircapacity to respond to complexprojects without jeopardisinginstitutional activities and to turnprojects into opportunities for newgroup knowledge and expertise. OurUniversity still has to organisespecialized administrative back-upcapable of tackling and handling theseries of tasks required andcontinually interfacing researchers.There is no easy solution to the

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per favorire l’innovazione, permetterà di valorizzare il ruolo unico eimportante della Fondazione, come elemento di sintesi tra l’Univer-sità e il suo territorio.

problem.During the course of 2007, FlorenceUniversity laboriously established –together with the Florentine, Pratoand Pistoia Chambers of Commerceand Provincial Administrations –Fondazione per la Ricerca e l’Innova-zione. This Foundation wasestablished with reference toagreements undersigned by theUniversity and social partners toensure that University research andinnovation transfer to welfare andmanufacture are the driving forcebehind local economic and socialdevelopment. This initiative is basedon founder members’ awareness of theUniversity’s key role in theinnovation process, of the fact thatresearch quality is essential andindispensable to local developmentand that local innovative capacity isimplemented by linking the Universityto the business system andinstitutions, developing innovation’stransfer processes. We foresaw thataction plans are also defined incollaboration with representatives ofregional institutions, home rule,business associations and workers’trade union associations. Aconsultative body, Consulta Generaledell’Area Metropolitana - which willplay a key role in the discussionabout action lines and could giveopinions on the Foundation’sprogrammes and their achievement tomake them as consistent as possiblewith local programming tools – willcome into operation for this purpose.Consequently, through theFoundation, new facilities could becreated for research, such aslaboratories or institutes that dealwith locally topical themes.Interdisciplinary strategic projectscould be implemented and funded bypartners to foster access to researchfinancing opportunities. Events couldbe organised to diffuse innovationculture and transfer researchfindings.Right at the beginning in 2007, theFoundation planned a supplementaryresearch programme on top prioritythemes for the three provinces. Theprogramme - financed by theFlorentine, Prato and PistoiaProvincial Administrations -stipulates that research projectsproposed by university researchersmust be selected jointly with

businesses or institutions that areinnovative, scientifically up tostandard and that clearly show asocial and territorial interest. Thefoundation suggested the following:

- governance system optimisation

- rationalisation of the localpublic transport service

- valorisation of initiatives in thefield of figurative arts,performing arts, music,architecture and town-planning

- new energy, environmental andsustainable developmentcarriers

- food safety and regionalproducts’ typicality

- nanotechnologies and theirapplicative experimentation instrategic sectors

- ICT safety solutions, includingtelevision surveillance andbuilding automation

55 projects, currently underscreening, were retrieved. They willbe implemented during the courseof 2008.Yet the Foundation is also intendedto take and coordinate action thatgives rise to a series of intangible,economic, contractual andrelational elements to foster joining

in complex initiatives – such asEuropean projects for instance –and the achievement of jointinitiatives between research andmanufacturers. In other words, itcould stimulate a university-research cultural renewal process,which valorises the teaming up ofresearchers and researchregulations. Teaming up,regulations and the capacity toenact other regional, national orEuropean financing will bescreened when selecting projectsannounced in 2007.Next year the Foundation will comeinto operation also together withthe University to boost and helpresearchers join projects and, moregenerally speaking, initiativespromoted by the European Unionand by national and localauthorities. The Foundation couldhelp researchers to pinpoint themost suitable opportunities andhelp to define proposals and themaintenance of contacts with thecommunity institution. Interactionand coordination with otherparticipants who already fosterinnovation for various reasons willenable the Foundation’s single,major role to be pinpointed: a linkbetween Universities and theirterritory.

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Il network IDECAT e l’istituto europeo di catalisi ERIC

La biocompatibilitàcome chiave di sviluppo

CLAUDIO BIANCHINIDirettore dell’Istituto di Chimica dei Composti OrganoMetallici

del CNR (ICCOM-CNR) Area di Ricerca del CNR - Sesto Fiorentino

Con il lancio nel 2002 del Sesto Programma Quadro per la Ricerca elo Sviluppo Tecnologico (FP6), la Commissione Europea promosseper la prima volta la formazione dei Network di Eccellenza Europei(NoE). I Network sono concepiti come degli “Istituti virtuali” com-prendenti le Istituzioni Europee (centri di ricerca, università) che sisono maggiormente distinte in campi della ricerca scientifica ritenu-ti di interesse strategico per l’Unione Europea. L’azione dei NoE èprimariamente finalizzata alla promozione ed all’avanzamento dellaricerca scientifica, all’educazione e allo sviluppo tecnologico, non-ché alla deframmentazione della ricerca ed alla cooperazione scien-tifica Europea, attraverso la creazione di masse critiche di risorsee competenze. I NoE sono dunque considerati dalla Commissionedegli strumenti fondamentali per il rafforzamento della competitivitàEuropea nella ricerca a livello mondiale. L’accesso ai NoE, e ai relati-vi finanziamenti, è regolato da un processo molto competitivo checomprende due stadi successivi di valutazione della proposta pre-sentata. I Network, tuttavia, non sono semplicemente degli schemiper la coordinazione della ricerca e per la diffusione delle cono-scenze, né la ricerca scientifica in sé è il loro unico obbiettivo. LeIstituzioni partecipanti sono tenute a realizzare dei cambiamenti strut-turali sostanziali, tali da garantire una integrazione duratura delle lorocapacità di ricerca, di sviluppo tecnologico e di formazione di giova-ni ricercatori. Ciò include la creazione di organismi decisionaliautosufficienti, comprendenti top-management, supervisione, aspettifinanziari e giuridici.

BIOCOMPATIBILITYAS THE KEY TODEVELOPMENT

IDECAT network of excellence andERIC european catalytic institute

Claudio Bianchini – Director of theNational Council for ScientificResearch’s Istituto di Chimica deiComposti OrganoMetallici (ICCOM-CNR) Research Area -– Sesto Fioren-tino

With the launch of the SixthFramework Programme for Researchand Technological Development(FP6) in 2002, the EuropeanCommission promoted training of theNetwork of European Excellence(NoE). Networks are conceived as“Virtual Institutes” inclusive ofEuropean Institutions (researchinstitutes and universities) thatdistinguished themselves in scientificresearch fields considered strategicto the European Union. NoE isprimarily intended to promote andadvance scientific research and

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Uno di questi NoE, “Integrated Design of Catalytic Nanomaterialsfor a Sustainable Production” (IDECAT) ha forti radicamenti in To-scana essendone Coordinatore e vice-Coordinatore, rispettivamen-te, il Prof. Gabriele Centi del Consorzio Interuniversitario per la Scien-za e Tecnologia dei Materiali (INSTM) con sede a Firenze, ed il Dr.Claudio Bianchini dell’Istituto di Chimica dei CompostiOrganometallici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ICCOM-CNR), con sede nel Polo Scientifico di Sesto Fiorentino. IDECAT èstato concepito all’interno dell’area di interesse comunitaria“Nanotechnology and nanoscience, knowledge based multifunctionalmaterials, new production processes and devices” (Priorità 3), e hainiziato le proprie attività il 1 Aprile 2005 con durata prevista dicinque anni. Il contributo complessivo che IDECAT riceverà dallaComunità Europea per l’intera sua durata sarà di 9.500.000 euro,dei quali circa 2.500.000 euro verranno gestiti da INSTM e ICCOM-CNR. Il top-management di IDECAT comprende un Governing Board,un Executive Committee e, cosa molto importante, un IndustrialCouncil di cui fanno parte aziende leader nel settore della Chimica,e dell’Energia, tra le quali non solo grandi imprese come Asta Zeneca,Atofina, British Petroleum, Centro Ricerche Fiat, DOW, Enitecnologie,ExxonMobil, Johnson Matthey, Repsol YPF, Rhodia, Sasol, BASF, Bayer,Degussa, ma anche piccole e medie aziende come ACTA SpA consede a Lavoria (Pisa), attiva nel settore dei catalizzatori innovativiper l’energia e l’ambiente.IDECAT è l’unico Network Europeo che si occupa di catalisi e relati-vi processi di produzione, e raggruppa l’eccellenza dei laboratori

Consorzio Interuniversitario per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM)

Ghent UniversityKatholieke University Leuven

J. Heyrovsky Inst. of Physical ChemistryHelsinki University of Technology

Centre National de la Recherche ScientifiqueMax Planck Gesellshaft

Leibnitz Institute of Organic CatalysisTechnische University München

Consiglio Nazionale delle RicercheNRSC - Catalysis

Istitute of Catalysis and Surface ChemistryConsejo Sup. de Investigationes Cientificas

Stockholm UniversityUniversity St. Andrews

University of SouthamptonEcole Polytechnique Fed. de Lausanne

Italy

BelgiumBelgium

Czech Rep.Finland

FranceGermany

GermanyGermany

ItalyThe Netherlands

PolandSpain

SwedenU.K.

U.K.Switzerland

CONTRACTORS

educational and technologicaldevelopment, apart from fragmentingEuropean research and scientificcooperation by creating criticalmasses of resources and skills.Therefore, the Commission considersNoEs instrumental to strengtheningEuropean competitiveness inworldwide research. Access to NoEsand applicable financing is governedby a highly competitive process thatincludes two subsequent stages toscreen the presented proposal.However, Networks are not justschemes to coordinate research anddivulge knowledge nor is scientificresearch in itself their only target.Member institutions are pledged toimplement radical structural changesto guarantee long-lasting integrationof their research and know-how andtheir capacity to train youngresearchers. This includes thecreation of self-sufficient decision-making bodies, including top-management, supervision andfinancial and legal aspects.One of these NoEs, “Integrated Designof Catalytic Nanomaterials for aSustainable Production” (IDECAT) isdeeply rooted in Tuscany as itsCoordinator and deputy-Coordinatorare Prof. Gabriele Centi of ConsorzioInteruniversitario per la Scienza eTecnologia dei Materiali (INSTM)headquartered in Florence and Dr.Claudio Bianchini of the NationalCouncil for Scientific Research’sIstituto di Chimica dei CompostiOrganoMetallici (ICCOM-CNR)headquartered in the Sesto Fiorenti-no Science Centre. IDECAT wasconceived within the community asNanotechnology and nanoscience,knowledge-based multifunctionalmaterials, new production processesand devices (Priority 3). It started upon 1st April 2005 and is expected tolast for five years. IDECAT willreceive a total of 9,500,000 • from theEuropean Community, approximately2,500,000 • of which will be handledby INSTM and ICCOM-CNR.IDECAT’s top-management includes aGoverning Board, an ExecutiveCommittee and, what is of paramountimportance, an Industrial Councilthat will include leading Chemicaland Energy companies such as majorcompanies like Asta Zeneca, Atofina,British Petroleum, Centro RicercheFiat, DOW, Enitecnologie,

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con esperienze complementari e multidisciplinari nelle varie bran-che della catalisi: eterogenea, omogenea, biocatalisi. La catalisi co-stituisce l’elemento primario per la realizzazione di uno svilupposostenibile ed assume una particolare rilevanza economica in ambi-to europeo. La produzione di catalizzatori e prodotti della catalisinella UE copre infatti più del 30% del mercato mondiale, con mi-gliaia di imprese e centinaia di migliaia di addetti. Le nanotecnologieapplicate alla catalisi, il design di nuove strutture molecolari e lo svi-luppo di nuovi sistemi di fase hanno innescato una formidabile rivo-luzione in molti settori della catalisi, accrescendone enormementela capacità di coniugare la sostenibilità (in termini di costo e compa-tibilità ambientale) con l’efficienza (in termini di massa, selettività edenergia). È in questa direzione che si muovono tutte le attività diricerca e formazione di IDECAT.Fra gli obiettivi scientifici di IDECAT vi è lo sviluppo di materiali emetodologie catalitiche innovative per la trasformazione di risorserinnovabili sia in combustibili (biodiesel, bioetanolo, bio-oli) che inprodotti ad alto valore aggiunto. I progetti di ricerca sponsorizzati daIDECAT si concentrano inoltre sulle tecniche a basso impatto am-bientale per la produzione di intermedi della chimica fine e farma-ceutica, di polimeri ad alto contenuto tecnologico e di sistemi per laproduzione sostenibile di idrogeno ed energia. Fanno parte diIDECAT, 17 fra le più importanti Istituzioni di ricerca appartenenti a12 paesi Europei. Fra di esse spiccano per prestigio e dimensioni ilCNRS Francese, il Max Planck Institute Tedesco, l’NRSC Olandese, ilCSIC Spagnolo, il CNR ed il Consorzio INSTM Italiani. Ad oggi,IDECAT ha promosso lo sviluppo di una fitta rete di collaborazioniscientifiche, ivi incluso la redazione di un consistente numero diprogetti di ricerca, nonché ha contribuito alla realizzazione di più di35 fra congressi, scuole, workshop e di libri tematici. In particolare,ICCOM-CNR ha organizzato nel Novembre 2006, nella sua sede,un importante convegno intitolato “Catalysis for sustainable energyproduction” i cui atti saranno pubblicati ad inizio 2008 in un librocurato da Claudio Bianchini e Pierluigi Barbaro per conto della casaeditrice Wiley.L’esperienza di IDECAT, tuttavia, non terminerà nel 2010. IDECAT èinfatti il progenitore dell’Istituto Europeo di Catalisi (ERIC) che vedrà

la luce nel 2008. Fa-ranno parte di ERIC lamaggioranza dei par-tecipanti di IDECAT,realizzando, così, laprima e più prestigiosaentità legalmente rico-nosciuta a livello Euro-peo per lo sviluppo del-le tecnologie catali-

ExxonMobil, Johnson Matthey,Repsol YPF, Rhodia, Sasol, BASF,Bayer and Degussa but also smalland medium-sized companies such asACTA SpA headquartered in Lavoria(Pisa), which operates in the field ofinnovative catalysers for energy andthe environment.IDECAT is the only EuropeanNetwork that deals with catalysisand applicable work cycles andunitises the expertise of laboratorieswith complementary andmultidisciplinary experiences invarious catalytic branches:heterogeneous, homogenous andbio-catalysis. Catalysis is essentialto creating sustainable developmentand financially vital to Europe. Infact, the production of catalysers andcatalytic products in the EU coversover 30% of the world market withthousands of enterprises andhundreds of employees.Nanotechnologies applied tocatalysis, the design of newmolecular structures and thedevelopment of new phase systemstriggered off a formidable revolutionin many catalytic sectors, boostingits capacity to combinesustainability (in terms of cost andenvironmental compatibility) withefficiency (in terms of mass,selectivity and energy). All IDECAT’sresearch and training revolvesaround this.Scientifically, IDECAT is alsointended to develop materials andinnovative catalytic methodologiesto transform renewable resourcesboth into fuels (bio-diesel, bio-ethanol and bio-oils) and intoproducts with high added value.Furthermore, research projectssponsored by IDECAT focus onenvironmental-friendly techniquesfor the production of fine chemistryand pharmaceuticals intermediatesand of high-tech polymers andsystems for the sustainableproduction of hydrogen and energy.17 major research Institutes from 12European countries belong toIDECAT, epitomised by the FrenchCNRS, the Max Planck GermanInstitute, the Dutch NRSC, theSpanish CSIC, the Italian NationalCouncil for Scientific Research andthe CNR INSTM Consortium. To date,IDECAT has promoted thedevelopment of a close-knit network

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tiche dove l’Industria Europea troverà spazio e ascolto. ERIC assu-merà la forma di una A.I.S.B.L. (Association International Sans BoutLucratif: international non-profit organization - Associazione Inter-nazionale Senza Scopo di Lucro) e sarà istituito a Bruxelles sotto leg-ge belga. La sua sede sarà molto probabilmente ospitata presso localigentilmente messi a disposizione dalla Regione Toscana in quellacittà.È intenzione dei fondatori di ERIC fare di questa istituzione il puntodi incontro tra la Ricerca pubblica e l’Industria Europea, ed il centrodi riferimento di tutti gli scienziati, chimici e biochimici, fisici, biologied ingegneri, che sviluppano ed utilizzano le (nano)tecnologiecatalitiche nei più svariati campi di applicazione: dalla produzionedi energia e di idrogeno senza l’impiego di combustibili fossili allaproduzione di commodities e di farmaci, dai nuovi materiali conproprietà elettriche, magnetiche, optoelettriche ed ottiche a quellicapaci di veicolare molecole biologicamente attive nell’organismoumano. Lo sviluppo di sistemi catalitici per la produzione di energiada risorse rinnovabili (celle a combustibile alimentate con bioalcoli,celle fotovoltaiche e fotochimiche) sarà tema di ricerca prioritario diERIC.I partecipanti ad IDECAT ed ERIC stanno svolgendo un’intensa attivi-tà all’interno sia di FP6 che di FP7. Sono stati presentati progetti giànelle prime FP7 calls nel settore dell’energia (Energy.3.3: Biorefinery),della produzione sostenibile tramite catalisi (Area: 4.2.4 Advancesin chemical technologies and materials processing) e dell’ alta edu-cazione (Marie-Curie Actions).Tre di questi progetti, a partecipazione o coordinamento di ICCOM-CNR, hanno passato positivamente i vari gradi di valutazione o sonostati già approvati: Glyval centrato sulla valorizzazione della gliceri-na, importante sottoprodotto della produzione di biodiesel, Nano-reactor centrato sullo sviluppo di nuovi materiali catalitici a base dinanotubi ordinati di ossidi metallici con architetture 3D, e nano-HOST un progetto di training focalizzato sulla preparazione ed usodi catalizzatori molecolari ancorati su supporti per il loro uso in catalisieterogenea.

of scientific pooling, including thedrafting of a large number of researchprojects. Furthermore, it helped toproduce over 35 events: congresses,schools, workshops and thematicbooks. In particular, in November2006 ICCOM-CNR held a majorconference at its headquarters on“Catalysis for sustainable energyproduction” whose proceedings willbe published at the beginning of 2008in a book by Claudio Bianchini andPierluigi Barbaro on behalf of Wileypublishers.However, IDECAT’s experience didnot end in 2010. In fact, IDECAT isthe forerunner of the EuropeanCatalytic Institute (ERIC) that willstart up in 2008. The majority ofIDECAT’s participants will join ERIC,thus creating the number-one legallyacknowledged entity on a Europeanscale for the development of catalytictechnologies where EuropeanIndustry will find room and be heard.ERIC will take on the form of anA.I.S.B.L. (Association InternationalSans Bout Lucratif: international non-profit organization - AssociazioneInternazionale Senza Scopo di Lucro)and will be established in Brusselsunder Belgian law. It will probablybe headquartered on premisescourteously made available by theTuscan Regional Administration inthat city.ERIC’s founders intend this institutionto be Midway between publicResearch and European Industry anda point of reference for all scientists,chemists and biochemists, physicists,biologists and engineers, whodevelop and use catalytic(nano)technologies in a whole rangeof applications: from energy andhydrogen production without the useof fossil fuels to the production ofcommodities and rugs, from newmaterials with electrical, magnetic,opto-electrical and optical propertiesto products capable of conveyingmolecules that are biologically activein the human body. ERIC prioritisesresearch on the development ofcatalytic systems to produce energyfrom renewable resources (fuel cellsfuelled by bio-alcohols andphotovoltaic and photochemicalcells).Participants in IDECAT and ERIC arefeaturing in both FP6 and FP7.

Projects have already been presen-ted in the first FP7 calls in the fieldof energy (Energy.3.3: Biorefinery),sustainable production throughcatalysis (Area: 4.2.4 Advances inchemical technologies and materialsprocessing) and superior education(Marie-Curie Actions).Three of these projects, shared orcoordinated by ICCOM-CNR, havestood the test or already beenapproved: Glyval that hinges on the

valorisation of glycerine, a majorby-product of bio-dieselproduction, Nano-reactor thathinges on the development of newcatalytic materials based onregular metal oxide nano-tubeswith 3D architectures and nano-HOST, a training project thatfocuses on the preparation and useof molecular catalysers anchoredon supports used in heterogeneouscatalysis.

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L’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO):un consorzio privato tra due istituti pubblici

Quando l’eccellenza si fa... spazio

FILIPPO MENZINGERDirettore EGO

EGO- L’Osservatorio Gravitazionale Europeo.

L’Osservatorio Gravitazionale Europeo (in Inglese: EGO, EuropeanGravitational Observatory) è stato istituito nel dicembre 2000 perassicurare il completamento e poi lo sfruttamento scientifico a lungotermine del rivelatore per onde gravitazionali VIRGO nonché persostenere e promuovere in Europa ricerca e collaborazione in que-sto settore nascente.EGO, un consorzio formato da due Istituzioni scientifiche pubbli-che, il CNRS francese (Centre Nazionale de la RechercheScientifique) e l’INFN italiano (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare),è un laboratorio di nuove caratteristiche in quanto, pur essendo fi-nanziato da due enti pubblici di diversa nazionalità, opera comesocietà privata. Ciò assicura una flessibilità e capacità di gestionealtrimenti difficilmente ottenibili in un laboratorio pubblico.Assieme ai laboratori associati della collaborazione VIRGO, EGO as-sicura il funzionamento, lo sviluppo e la manutenzione del rivelatoreVIRGO. Ha creato e assicura il funzionamento di un centro di calco-lo per l’analisi dati in linea, promuove l’attività di Ricerca e Sviluppoutili per la rivelazione delle onde gravitazionali, promuove la coope-razione nel campo della ricerca sperimentale e teorica sulle ondegravitazionali in Europa, nonché contatti tra scienziati e ingegneri, ladisseminazione dell’informazione e la formazione avanzata di gio-vani ricercatori.EGO con VIRGO è situato in Italia nella valle dell’Arno a circa 15 kmda Pisa. Esso rappresenta ormai una delle principali installazioni rea-lizzate per la ricerca scientifica presenti sul territorio nazionale etoscano, in particolare.

WHEN EXCELLENCEMAKES … HEADWAY

The European GravitationalObservatory (EGO), a privateconsortium between two publicinstitutes

F. Menzinger – Director of EGO

EGO – The European GravitationalObservatory

The European GravitationalObservatory (EGO) was establishedin December 2000 to ensure theVIRGO gravitational wave detector’scompletion and long-term scientificexploitation and to back andpromote research and collaborationin this rising sector in Europe.EGO is a consortium consisting oftwo public scientific Institutions: theFrench CNRS – Centre Nazionale dela Recharche Scientifique – and theItalian INFN: Istituto Nazionale diFisica Nucleare.It is different because, despite beingfinanced by two public authoritiesbelonging to different nationalities,it operates as a private company,which gives it flexibility andmanagerial capacity that wouldhave been hard to obtain in a publiclaboratory.

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EGO, oltre che dai laboratori partecipanti a Virgo, trae beneficio daun ambiente scientifico unico: l’Università di Pisa, una delle più im-portanti per le Scienze e l’Ingegneria, il sistema di Scuole di Eccel-lenza con la Scuola Normale Superiore e la Scuola Sant’Anna, i labo-ratori dell’INFN e del CNR, e diversi altri centri di ricerca Toscaniquali il LENS e l’Osservatorio di Arcetri a Firenze.EGO è anche un centro di eccellenza per le alte tecnologie che visono state realizzate e applicate. A tal proposito se ne possono citarealcune di quelle presenti nel sito.

· Ultra-Alto vuoto: il tunnel di Virgo contiene il più grande reci-piente di (7 mila metri cubi) sotto ultra-alto vuoto d’Europa.

· Dispositivi ottici di altissima precisione, con superfici ottichelevigate a livello nanometrico.

· “Camere pulite “ a bassissimo livello di polveri.

· Laser operanti nell’infrarosso ad altissima stabilità.

· Misure di posizione su distanze chilometriche a GPS ad altissi-ma precisione.

· L’isolamento sismico più avanzato del mondo: con una ridu-zione dell’ampiezza delle vibrazioni entranti a meno di unmilli-miliardesimo.

· Un centro di calcolo, forte di una storage-farm di 170 TB e diuna computing-farm da 300 Gflops, e collegato a larga bandaalla rete scientifica internazionale.

Il rivelatore di onde gravitazionali VIRGO

Le onde gravitazionali sono previste dalla teoria della relatività ge-nerale, che Albert Einstein formulò negli Anni Venti dello scorso se-colo, ma non sono state finora ancora rivelate direttamente. Dellaloro esistenza si ebbe tuttavia conferma indiretta dall’osservazioneastronomica della variazione nel tempo del periodo di rivoluzionein un sistema binario in cui una coppia di stelle, delle quali una èuna pulsar, sono in orbita intorno al loro comune centro di massa. Lascoperta fatta da R.A. Hulse e J.H.Taylor nel 1974 valse loro il premioNobel del 1993.Le onde gravitazionali sono prodotte dal moto di masse e variazionidi massa dei corpi celesti. Più grandi sono queste variazioni e piùviolenti questi moti e più intense risultano le onde gravitazionaliemesse, secondo le previsioni teoriche. I processi più drammaticidel cosmo, come l’esplosione di una supernova, collisioni catastrofi-che, fusione di sistemi binari, rotazione di pulsar, interazione di bu-chi neri o ancora il big bang primordiale sono fonte di onde gravita-zionali.L’osservazione delle onde gravitazionali fornirà informazioni signifi-cative e complementari all’osservazione di onde elettromagnetiche

Together with VIRGO associatedlaboratories, EGO ensures theworking, development andmaintenance of VIRGO detectors. Itcreated and ensures the working of acomputation centre to analyse onlinedata, promote Research andDevelopment to detect gravitationalwaves and to promote cooperation inthe field of experimental andtheoretical research on gravitationalwaves in Europe, as well as contactsbetween scientists and engineers,information dissemination and theadvanced training of youngresearchers.EGO and VIRGO are located in Italy inthe Arno valley approximately 15 kmfrom Pisa. It is one of the majorscientific research installationsnationally and above all regionally.Apart from VIRGO laboratories, EGObenefits from a unique scientificenvironment: Pisa University,outstanding for Science andEngineering, the Schools of Excellencesystem with Scuola Normale Superioreand Scuola Sant’Anna, INFN andNational Council for ScientificResearch laboratories and otherTuscan research institutes such asLENS and Osservatorio di Arcetri inFlorence.EGO is also a centre of excellence onaccount of other technologiesproduced and applied there. In thisconnection, its website applicationscan be cited:

- Ultra-Alto vacuum: the Virgo tunnelcontains the largest (7 thousandcubic metre) vessel under ultra-high vacuum in Europe.

- Precision optical devices whoseoptical surfaces are smoothed tonanometric level.

- “Clean rooms” with very little dust.- Laser operating in very stable

infrared.- Precision GPS positioning along

kilometric distances.- The most advanced seismic

insulation worldwide reducing thewidth of incoming vibrations to lessthan one thousand of a billionth.

- A computation centre, equippedwith a 170 TB storage-farm and a300 Gflops computing-farm,connected to the internationalscientific network through wideband.

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(luce, onde radio, raggi X e gamma) e di particelle elementari (raggicosmici, neutrini) di origine astrofisica. Potranno svelare aspetti del-l’Universo inaccessibili ai mezzi tradizionali: si estenderà il dominioosservabile fin dentro quelle zone del cosmo oscurate dalla polvereo da altri fenomeni.

Veduta aerea dell’interferometroVIRGO nelle campagne di Cascina

a Sud-Est di Pisa.Sopra: alcuni tecnici in uno dei due

bracci di VIRGO e una parte dei“superattenuatori” con i filtri

antisismici.

Overview of VIRGO’s interferometerin the Cascina countryside south east

of Pisa.Above: experts in one of VIRGO’s two

arms and part of the “super-attenuators” with anti-seismic filters.

The VIRGO gravitational wavedetectorGravitational waves are envisagedin the general relativity theoryformulated by Albert Einstein in thenineteen twenties yet they have notyet been directly detected. However,their existence was indirectlyconfirmed by the astronomicobservation of a binary systemrevolution’ variation in timerevealing a pair of stars - one ofwhich is a pulsar - in orbit aroundtheir common centre of mass. Thediscovery made by R.A. Hulse andJ.H. Taylor in 1974 won them theNobel prize in 1993.Gravitational waves are produced bycelestial bodies’ mass motion andvariations. An increase in thesevariations and in the violence ofthese motions produces more intensegravitational waves, according to

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La teoria ci dice che le onde gravitazionali deformano lo spazio fa-cendo sì che la distanza tra due masse altrimenti libere, aumenta ediminuisce alternativamente al passaggio dell’onda. L’ampiezza del-le onde gravitazionali, è misurata della variazione relativa delle di-stanze tra due masse. Questa variazione è però estremamente pic-cola. Si pensi che le onde gravitazionali emesse da una di quellecolossali catastrofi stellari, possono produrre sulla Terra delledeformazioni tanto minuscole quanto potrebbe essere la dimensio-ne di un atomo rapportata alla distanza del Sole dalla Terra ed ècento milioni di volte più piccola per due punti separati da una di-stanza di pochi chilometri, quale è la dimensione del rivelatoreVIRGO.Queste minuscole variazioni di distanza possono essere rivelate sfrut-tando il fenomeno dell’interferenza.Virgo è un interferometro laser di tipo Michelson con due bracci di3 km disposti ad angolo retto.VIRGO è sensibile alle onde gravitazionali in un ampio spettro difrequenze, da 10 a 10,000 Hz. Questo dovrebbe consentire la rive-lazione di radiazione gravitazionale causata dalla coalescenza di si-stemi binari (stelle o buchi neri), pulsar, e quella prodotta dasupernovae nella Via Lattea e nelle galassie esterne, per esempiofino all’ammasso di galassie Virgo, che dà il nome a questo progetto.VIRGO funziona giorno e notte, ricevendo tutti i segnali che arriva-no a qualsiasi momento da qualunque parte dell’Universo. I segnalisono registrati e sottoposti a un’analisi preliminare per controllo diqualità e rivelazione veloce di segnali anomali potenzialmente inte-ressanti. I dati sono poi messi a disposizione della comunità scienti-fica per un’analisi più approfondita.VIRGO è stato realizzato da una collaborazione di alcuni laboratoridel CNRS in Francia e dell’INFN in Italia. La sua realizzazione correlungo un arco di quasi venti anni. Tanto ci è voluto dalla prima pro-posta fatta nel 1989, passando per l’approvazione del progetto daparte del CNRS e INFN nel 1992, l’inizio della sua costruzione nel1996, il completamento nel 2003 e infine quattro anni di messa apunto fino al maggio 2007 quando VIRGO è entrato in funzionecompiendo un primo periodo di osservazione scientifica.La realizzazione di VIRGO ha costituito e il suo sfruttamento costitu-iscono un impegno internazionale di prima grandezza.In effetti, il costo di costruzione è stato di 150 Milioni di euro di cui12 per l’acquisizione dei terreni nella piana del Comune di Cascinae circa 60 Milioni di euro per il costo del personale messo a disposi-zione da CNRS e INFN e dalle Università coinvolte.A questi si aggiungono i costi per il completamento, sviluppo e fun-zionamento, sostenuti da EGO nei suoi primi sette anni di funziona-mento per 54 Milioni di euro con una spesa media annua che oggi èpari a circa 9 Milioni di euro.EGO impiega attualmente 48 persone oltre a una decina di personecon contratto di consulenza oppure distaccate dalle due Istituzioni.

theoretical forecasts. The cosmos’smost dramatic processes, such as asupernova explosion, catastrophiccollisions, binary system fusion,pulsar rotation, interaction of holesin the ozone layer or the big bangcause gravitational waves.The observation of gravitationalwaves provides significantinformation complementary to theobservation of electromagnetic waves(light, radio waves, X-rays andgamma) and elementaryastrophysical particles (cosmic raysand neutrinos). They could revealaspects of the Universe inaccessibleto traditional equipment: theobservable dominion will stretch intoareas of the cosmos obscured by dustor other phenomena.Theory tells us that gravitationalwaves deform space meaning that thedistance between two otherwise freemasses increases and decreasesalternatively with the passing of thewave. The width of gravitationalwaves is measured by the variation ofdistances between two masses.However, this variation is very slight.Just think that the gravitationalwaves emitted by a star catastrophecan produce tiny deformations onEarth the size of an atom related tothe Sun’s distance from the Earth andone million times smaller two pointsat a distance of a few kilometres: theVIRGO detector’s dimension.These tiny variations in distance canbe detected by exploiting interferencephenomenon.Virgo is a Michelson laser-typeinterferometer with two 3-km armsplaced at right angles.VIRGO is sensitive to gravitationalwaves in a wide range of frequencies:from 10 to 10,000 Hz. This shouldenable the detection of gravitationalradiation caused by binary systems’coalescence (stars or holes in theozone layer), pulsars and whatsupernovae produce in the Milky Wayand in external galaxies, e.g. up tothe Virgo galaxy constellation, whichnames this project.VIRGO works day and night,receiving all signals arriving at anytime from any part of the Universe.Signals are recorded andpreliminarily analysed throughpotentially interesting anomaloussignals’ quality control and quickdetection. Data is then made

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A loro si aggiungono le circa 140 ricercatori e tecnologi della colla-borazione Virgo che appartengono ai 14 laboratori, ripartiti tra ilCNRS (6 laboratori), INFN (7 laboratori) e un NIKHEF, un laboratorioolandese.La rivelazione delle onde gravitazionali è una sfida che è stata rac-colta a livello mondiale e VIRGO rappresenta uno dei quattro stru-menti di classe mondiale attualmente operanti nel mondo: gli altritre, del progetto LIGO, si trovano negli Stati Uniti d’America in duedistinte località distanti tra loro migliaia di km, nello Stato diWashington e l’altro in quello della Virginia. Insieme a VIRGO costi-tuiscono una rete di osservazione mondiale. La loro disposizionesulla superficie del globo permetterà il giorno che saranno in gradodi rilevare le onde gravitazionali di individuare anche la posizionedella loro sorgente mediante triangolazione.Un interferometro di assai minori dimensioni e sensibilità ed ormaiusato soprattutto per prove tecnologiche è stato realizzato dalla col-laborazione tedesco-britannica GEO presso Hannover.Si è parlato del giorno in cui saranno in grado di rilevare le onde, inquanto pur essendo gli attuali interferometri in grado di osservarlequalora una delle suddette catastrofi celesti si producesse nella no-stra galassia o nei suoi immediati dintorni, l’eventualità che un feno-meno del genere si produca nell’arco di pochi anni è così bassa che,per rendere accettabile la probabilità di osservazione in un temporagionevole, occorre aumentare la sensibilità degli attualiinterferometri.In effetti, sia LIGO che VIRGO hanno un programma di successivimiglioramenti che è già in corso di realizzazione. Una prima faseavverrà nel corso del 2008-2009 e che produrrà un primo migliora-mento della sensibilità di misura. Una seconda fase è attualmente incorso di definizione. Ci si attende che, operando una notevoleristrutturazione dell’interferometro VIRGO, si realizzerà uno strumen-to di 2a generazione che produrrà un sostanziale miglioramento del-la sensibilità degli interferometri a partire dal 2012 circa.Un interferometro europeo di nuova generazione e da realizzarealla fine del prossimo decennio è l’oggetto di uno studio di concettoche è stato proposto al sostegno della Commissione Europea nel qua-dro del 7o Programma Quadro FP7.

La vocazione europea di EGOEGO fin dalla sua formazione si è affermato come centro di promo-zione della ricerca europea nel settore delle onde gravitazionali convarie iniziative.

Tra esse tre sono particolarmente da segnalare:

- I programmi di ricerca e sviluppo che EGO ha lanciato a livelloeuropeo a sostegno di nuove idee e nuove tecnologie nel cam-po della rivelazione delle onde gravitazionali dedicando adessi considerevoli risorse (3 Milioni di euro).

available to scientific circles formore in-depth analysis.VIRGO was produced by a pool ofCNRS laboratories in France and ofINFNs in Italy. It took almost twentyyears to produce from its initialproposal in 1989, its approval by theCNRS and INFN in 1992, thebeginning of its construction in1996, its completion in 2003 and,lastly, four years to set it up untilMay 2007 when VIRGO came intooperation for an initial scientificobservation period.VIRGO’s creation and exploitationare an international milestone.In point of fact, it cost 150 millioneuros, 12 of which served to buy landin the Cascina Municipal plain andapproximately 60 million euros ofwhich were spent on staff madeavailable by the CNRS, INFN andUniversities involved.Compounded by costs for itscompletion, development andfinancing, backed by EGO in its firstseven years amounting to 54 millioneuros with an average annualexpense equivalent to approximately9 million euros today.At present, EGO employs 48 peopleplus approximately ten outsideconsultants and about 140 Virgocollaborators in 14 laboratories: 6CNRS laboratories, 7 INFNlaboratories and one NIKHEF Dutchlaboratory.Gravitational wave detection is achallenge met internationally andVIRGO is one of the four world-classinstruments currently in operationworldwide: the other three in theLIGO project are to be found in theUnited States of America in twodistinct districts thousands ofkilometres apart: in Washing Stateand Virginia. Together with VIRGO,they form a world observationnetwork. Their layout on the earth’ssurface will one day enable them todetect gravitational waves andpinpoint their source’s positionthrough triangulation.A much smaller, less sensitiveinterferometer used primarily fortechnological tests was produced byGerman-British GEO collaborationnear Hannover.Mention was made about the day inwhich they will be capable ofdetecting waves as, even thoughcurrent interferometers are capable

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- Il lancio e sostegno alla creazione e funzionamento del VirgoEGO Scientific Forum, una rete di gruppi europei attivi nelcampo della ricerca soprattutto teorica intorno alla gravitazionee alle onde gravitazionali e forte ormai di una cinquantina digruppi e oltre trecento scienziati che operano in undici paesieuropei. EGO ha fornito al Forum il sostegno per i suoi con-gressi e ha elargito una quindicina di borse di studio per ricer-catori teorici nel suo primo triennio di attività.

- Il sostegno organizzativo e amministrativo a una rete di ricercaeuropea denominata ILIAS-GWA finanziata dalla Commissio-ne Europea nell’ambito del sesto programma quadro FP6 eche raccoglie i principali gruppi di ricerca europei operantinella ricerca sperimentale sulle onde gravitazionali.

EGO e il 7P.Q.Alla fine di Dicembre del 2006 la Commissione Europea ha lanciatoil programma specifico chiamato: ‘Capacities’ entro il “SeventhFramework Programme for research, technological development anddemonstration activities (2007 to 2013)”.In particolare, ha aperto un bando per proposte relative a progetticoncettuali di nuove infrastrutture di ricerca allo scopo di promuo-vere con un approccio dal basso mediante una chiamata di proposteper studi di fattibilità di nuove infrastrutture.Come risposta a questo bando è stata presentata lo scorso marzo unaproposta di realizzare un progetto di massima di un interferometrodi nuova generazione per la rivelazione delle onde gravitazionali.La proposta è stata presentata da una coalizione di laboratori ope-ranti in Europa e comprendente oltre a EGO, che ne costituisce l’or-ganizzazione di coordinamento, i laboratori facenti parte della col-laborazione VIRGO e operanti in Francia, in Italia e in Olanda equelli facenti parte della collaborazione tedesco-britannica GEO.Lo proposta prende il nome di ET –Einstein gravitational waveTelescope – e riguarda uno studio di progetto per la realizzazione inEuropa di un interferometro per le onde gravitazionali di terza ge-nerazione.Gli interferometri per onde gravitazionali operanti attualmente nelmondo sono considerati strumenti di prima generazione. Se essi nonsaranno in grado di rilevare per la prima volta direttamente le ondegravitazionali, ci si può attendere che ciò potrà avvenire con gli stru-menti di seconda generazione attualmente già previsti come evolu-zione di quelli attuali di prima generazione. Invece rivelatori di ter-za generazione saranno necessari per realizzare osservatori di ondegravitazionali in grado di essere a complemento degli osservatoriastronomici che utilizzano nello studio del cosmo le radiazioni elet-tromagnetiche.La proposta è stata accettata dalla Commissione Europea insiemecon un’altra dozzina di proposte di studi di progetto per nuove infra-strutture europee in altri campi dello scibile; mentre le proposte per-

of observing them whenever one of theaforementioned celestialcatastrophies occurs in our galaxy orin their vicinity, the likelihood that aphenomenon of the kind will occurwithin a few years is so low thatcurrent interferometers’ sensitivityhas to be increased to makeobservation probability acceptable ina reasonable time span.In point of fact, both LIGO and VIRGOare currently being upgraded. Thefirst phase will occur from 2008-2009and will initially enhance measuringsensitivity. A second stage is underdefinition. It is likely that, byrenovating the VIRGO interferometerconsiderably, a second generationinstrument will be producedconsiderably improvinginterferometers’ sensitivity from about2012 onwards.A latest generation Europeaninterferometer to be produced at theend of the next decade is underconceptual review to back theEuropean Commission in its FP7Seventh Framework Programme.

EGO’s European vocationRight from the very beginning, EGOestablished itself as the Europeanresearch promotion centre in the fieldof gravitational waves with variousinitiatives.It is worth mentioning the followinginitiatives:

- Research and developmentprogrammes that EGO launchedEurope-wide to back new ideasand technologies in the field ofgravitational wave detectionallocating considerable resourcesto them (3 million euros).

- Its launching and backing ofVirgo EGO’s Scientific Forumcreation, a network of Europeangroups who are active in the fieldof primarily theoretical researchon gravitation and gravitationalwaves involving approximatelyfifty groups and over threehundred scientists who operate ineleven different Europeancountries. EGO backed theForum’s congresses and madeavailable approximately fiftyscholarships for theoreticalresearchers in its first three yearsof activity.

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venute erano oltre cinquanta. La Commissione Europea ha invitatoEGO, come istituto coordinatore del progetto alla negoziazione diun accordo con la Commissione per la concessione del finanzia-mento. Tale processo è ormai giunto alla fase finale e ci si attende lafirma dell’accordo con la Commissione Europea nelle prossime setti-mane. Lo studio dovrebbe partire all’inizio del 2008 e durare pocopiù di tre anni con un finan-ziamento di 3 milioni di eurointeramente a carico dellaCommissione Europea.

- Its organisational andadministrative backing of aEuropean research networkcalled ILIAS-GWA financed bythe European Commission aspart of the FP6 sixthframework programme thatassembles major Europeanresearch groups who conductexperimental research ongravitational waves.

EGO and the EuropeanCommission’s Seventh FrameworkProgrammeAt the end of December 2006, theEuropean Commission launchedthe specific “Capacities”programme as part of the “Seventhframework Programme forresearch, technologicaldevelopment and demonstrationactivities (2007 to 2013)”.Specifically, it announced acompetition for new researchinfrastructure conceptualproposals in order to promote abottom-up approach through acall for proposals for newinfrastructure feasibility studies.

A proposal to create a preliminaryproject for a second generationinterferometer to detectgravitational waves was presentedin response to this announcement.The proposal was presented by acoalition of laboratories operativein Europe and inclusive of notonly EGO, which accounts for itscoordination organisation, butalso VIRGO joint-venturelaboratories that operate inFrance, Italy and Hollandtogether with laboratories formingpart of GEO German-Britishcollaboration.The proposal is named ET –Einstein gravitational waveTelescope – and concerns apreliminary study to produce aninterferometer for third generationgravitational waves.Gravitational waveinterferometers currently inoperation worldwide areconsidered first generationinstruments. If they are notcapable of detecting gravitationalwaves directly for the first time, it

is likely that this could occur withsecond generation instrumentsenvisaged as the evolution of currentfirst generation instruments. Thirdgeneration detectors are required toproduce gravitational waveobservatories capable of completingastronomical observatories that useelectromagnetic radiations in theirstudy of the cosmos.The proposal was accepted by theEuropean Commission together withanother dozen preliminary studyproposals for new Europeaninfrastructures in other fields ofknowledge out of over fiftyproposals. The EuropeanCommission invited EGO, as projectcoordinator, to negotiate a financingagreement with the Commission.This process has come to an end andwe are waiting for the agreementwith the European Commission to besigned over the next few weeks.The study should commence at thebeginning of 2008 and last just overthree years with 3 million eurosfinanced entirely by the EuropeanCommission.

Una ricercatrice mentre monta gliapparecchi di controllo su uno degli

specchi di Virgo.

A researcher assembles devicesto check a Virgo mirror.

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ARTI & MERCATURE100Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Creatività a tutto campo,senza steccati

FILIPPO PAGLIAIAmministratore delegato di Grado Zero Espace

Quando un’azienda mette al suo centro la ricerca, il prodotto diventa un evento collaterale,neanche troppo esclusivo; l’azienda stessa diventa un ambito di relazioni sperimentali,non riproducibili. Il personale? Una “setta” cosmopolita al servizio dell’innovazione.

Una grande acquisizione dell’ultimodecennio di riflessione economica è

il progressivo abbandono di una vi-sione per certi versi meccanicista.E, su un altro livello, la smitizza-zione dell’azienda intesa comeschema rigoroso ed anonimo,come somma di funzioni eincastro predefinito di ruoli.Ciò equivale, sia sul pianomacroscopico dei grandi si-stemi, sia su quello microdell’impresa, al parallelorecupero del fattore psico-logico, della componente

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umana, coi suoi retroterra motivazionali, i tratti di incancellabile in-dividualità. Sempre con maggiore frequenza, si ricorre a terminimutuati dalla sociologia, aprendo la strada – anche negli ambientiaccademici – ad approcci improntati alla multi disciplinarietà. Il con-cetto stesso di azienda inizia a mostrare significative consonanzecon quello di comunità. E persino la tendenza, a proposito di impre-sa, a parlare di distretti, di contesti e di reti non tradisce solo il biso-gno di fare i conti con le complessità crescenti del mercato(interconnesso, globalizzato, fortemente esigente) ma anche la ne-cessità di utilizzare categorie che possano cogliere quella sorta diirreplicabile e ormai ovvia singolarità che segna ogni esperienzad’azienda o di business. Tutto questo per togliere a un discorso rela-tivo a GZE ogni pretesa di esemplarietà. La sua storia, lungi da essereun paradigma, è al più un insieme di suggerimenti. La base, forse,per l’ennesima riflessione sul ruolo e sulle prospettive delle ricerca,in special modo di quella radicata nel terreno ordinario della produ-zione.L’esperienza e la storia della GZE si dipanano a partire da un piccolonucleo interamente dedito all’attività di ricerca, soprattutto nellemodalità del trasferimento tecnologico. La sua origine ha i connotatidi uno spin-off in cui il contesto originario - legato al settore tessile eall’abbigliamento – è stato progressivamente superato attraverso un’at-tività che ha preferito farsi guidare dai flussi centrifughi dell’inven-zione. Tale impostazione resta tutt’ora il tratto dominante dell’identi-tà aziendale. Oggi che al lavoro di ricerca, di sperimentazione eraccolta di informazioni, si è affiancata prima una rilevante attività diconsulenza e quindi anche quella di produzione, sebbene limitatanei quantitativi e rivolta a fasce di mercato molto selezionate. Laverità è che GZE continua a percepire come suo compito principalee primario quello dell’innovazione.Questa visione da un lato ha il limite di rallentare l’azienda sul cam-mino di un’eventuale (ma auspicabile?) specializzazione. Dall’altro,ha il merito di mettere GZE in una totale libertà di movimento e intotale assenza di pregiudizi. Il riconoscimento del valore della ricer-ca in quanto tale, a prescindere dai suoi esiti e dai suoi terreni diattività, si rende infatti possibile proprio per lo scarso peso di unamatrice settoriale. Al contrario, coltivare progettualità all’interno dicontesti aziendali più definiti regala certamente il beneficio non tra-scurabile della competenza (facilmente accessibile, a portata di mano)ma introduce uno sterile elemento di rigidità. Ogni apertura versonuovi terreni (o prodotti, o configurazioni) viene misurata sulla basedella pertinenza, valutata sulla base delle esperienze fatte e dei risul-tati – soprattutto economici – già conseguiti. L’azienda, in sostanza,rischia di rivelarsi un principio di conservazione non trascurabile. Aquesto riguardo potremmo citare storiche esperienze di creatività ecapacità innovativa che, pur maturate in contesti industriali rilevanti,hanno potuto raggiungere determinati obiettivi proprio in virtù diuna significativa indipendenza e libertà di movimento. Si possono

ALL-OUT CREATIVITYTHAT KNOWS NOBOUNDSWhen a company focuses onresearch, the product becomes atrivial sideshow; the company itselfbecomes a source of unrepeatableexperimental relations and the staffbecomes a cosmopolitan “sect” atthe service of innovation.

by Filippo Pagliai – ManagingDirector of Grado Zero Espace

The last decade of financialbrainstorming has graduallybrought about a somewhatmechanistic vision and, at a differentlevel, dispelled myths aboutcompanies in strict, anonymous termsas the sum of functions and a set ofpredefined roles equivalent – bothmacroscopically in terms of majorsystems and microscopically in termsof enterprises – to the parallelrecovery of the psychological andhuman factors with its motivationalbackground and traits ofuncancellable individuality. Withever increasing frequency, oneresorts to terms borrowed fromsociology, paving the way – also inacademic circles – tomultidisciplinary approaches. Thecompany concept itself is proving tobe more and more in harmony withthe community concept. And even thecompany tendency to speak aboutdistricts, contexts and networks doesnot only betray the need to reckonwith increasing (interconnected,overall and highly demanding)market needs but also the need to usecategories that can grasp that sort ofunrepeatable, blatantly obviouspeculiarity that distinguishes everycompany or business experience.The foregoing removes any GZEclaim of setting an example. Itshistory, long enough to be aparadigm, is at best a series ofsuggestions. Perhaps the basis forongoing brainstorming about therole and prospects of research,especially research rooted inordinary manufacture.GZE’s experience and history unfoldfrom a small nucleus entirelydedicated to research, especially intechnological transfer procedures.It started as a spin-off in which its

È UN CRETINO FIGLIO DI PAPÀ

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ricordare, tra le altre, le vicende dei centri studi di Porsche ed Olivetti.Questa profonda identificazione con l’attività di ricerca, nel caso diGZE ha avuto un impatto decisivo anche nella costruzione della suacompagine lavorativa. Per prima cosa, la generale e sottostante aper-tura alla novità ha favorito la valutazione del personale più a partiredalle potenzialità che sulla base delle reali necessità interne. Ovve-ro, di volta in volta GZE ha coinvolto figure che, grazie a capacità etalenti particolari, lasciavano intravedere la possibilità di aprire nuo-vi fronti di ricerca e dunque di business. In molte occasioni, i pro-getti sono stati costruiti proprio a partire dalle persone piuttosto cheil personale ricercato a partire dai progetti. Questo stesso criterio hafavorito la costruzione di una squadra fortemente variegata, dunquealtamente funzionale a un approccio multi disciplinare. Ciò che oggirappresenta un criterio di lavoro sempre più apprezzato, per GZEcostituisce una caratteristica strutturale, una sorta di essenza. La ca-pacità di controllare specialità diverse, e di integrare approcci appa-rentemente lontani, costituisce uno dei punti di forza di GZE. Nonsolo perché le ha consentito di ricorrere nella misura più ampia pos-sibile alla risorsa del trasferimento tecnologico. Ma anche perché haspinto questa forma di dialogo ben aldilà della discipline scientifi-che. Anzi, in un certo senso la peculiarità del lavoro di GZE risiedeproprio nella capacità di valutare un filone di ricerca, e la successivaattività, proprio a cominciare dalle componenti emozionali deglieventuali risultati. Raramente, l’azienda ha scelto di spendere il suotempo intorno a progetti che non avessero un interesse e un valorefacilmente percepibili e ampiamente condivisibili. Questa profondaunione tra le ragioni del laboratorio e quelle della comunicazionerappresenta un sorta di marchio aziendale. Per concludere, può es-sere utile sottolineare un’ulteriore caratteristica del percorso di re-clutamento: normalmente questo passaggio – ovvero l’ingresso inazienda come presenza organica – si presenta come l’esito di unrapporto precedente, in genere avviato attorno a quelli che sono isantuari dell’innovazione. Le connessioni di rete, le dinamiche in-ternazionali della ricerca accademica, i centri scientifici europei piùaccreditati: difficilmente un legame ha saputo svilupparsi fuori daquesti contesti. O senza alcuna relazione con essi. Ne consegue chela padronanza della lingua inglese - nonché un’implicita conoscenzadelle regole del grande gioco della ricerca - non si pone in termini disemplice requisito. Di competenza aggiuntiva. Ma è la base stessadel rapporto. Il terreno dove è nato. Ciò costituisce un indubbiovantaggio sul fronte del respiro internazionale che GZE continua adavere nonostante la sua collocazione un po’ periferica. Ed è la provadi come, nel contesto economico del terzo millennio, le coordinatevirtuali siano ben più importanti di quelle geografiche.GZE resta essenzialmente un’azienda di ricerca e di consulenza, anchelà dove scende sul terreno della produzione. Infatti il passaggio dalprototipo alla serie di solito avviene mediante il ricorso a struttureindustriali esterne. E dunque ogni sviluppo di business tende ad as-

original context – linked to textilesand clothing – was progressivelysuperseded by primarily inventivebusiness. This approach is stillcurrent company identity’s leitmotivwhereby research, trials andinformation retrieval are backed byconsultancy and, therefore, also bymanufacture, albeit limitedquantitatively and directed at veryselect market segments. The truth isthat GZE still perceives innovation asits number-one task.On the one hand, this vision limitscompany growth in view of aneventual (yet desirable?)specialization. On the other, it makesGZE completely free andunprejudiced. In fact, the value ofresearch is acknowledged as suchregardless of its findings and lines ofbusiness as no line of business carriesmuch weight. On the contrary,cultivating planning in better definedcompany contexts enhances (easilyaccessible, on-hand) expertise yet itmakes for sterile stiffness. Everyaperture to new realms (or productsor configurations) is measuredaccording to its pertinence andassessed according to experience andprimarily operating results. Basicallycompanies risk becoming over-conservative. On this matter, we couldcite historic experiences of creativityand innovative capacity that, albeitacquired in major industrial contexts,achieved certain goals by virtue oftheir significant independence andfreedom of movement. Amongstothers, the events of Porsche andOlivetti research institutes spring tomind.GZE’s profound identification withresearch also had a crucial impact onthe forming of its manpower. Firstly,its general underlying openness tonovelties fostered staff screeningbased more on capacity than onactual in-house needs, i.e. every timeGZE involved figures who, thanks totheir special skills and talents,expressed their potential to open upnew research frontiers and, therefore,business. On numerous occasions,projects were built around peoplerather than researchers aroundprojects. This same criterion fosteredthe growth of an all-round team. Whathas become an increasinglyappreciated work criterion is one ofGZE’s structural particulars, its very

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sumere i connotati di un reticolo di relazioni. Facilmente, GZE assu-me questo ruolo di collegamento tra settori e fasi diversi, tra i passiiniziali della progettazione e quelli terminali della replica, tra coloroche operano nella cornice di un laboratorio e quelli che vivono nellacomplessità di un’officina o di una catena. Facilmente GZE si calanella parte di interlocutore e partner. Più facilmente di un’aziendatradizionale, che ha più vivo il senso della competizione e di solito èmeno abituata a cercare all’esterno un certo tipo di competenze. Indefinitiva, anche sul fronte dell’articolazione di un progetto – quan-do si parla di mettere in piedi configurazioni complesse, trasversali esegnatamente internazionali – GZE rivela la forza che gli deriva dallasua leggerezza e versatilità.Per concludere, l’aspirazione di GZE – nonché la parte che di solitole viene assegnata dal copione della ricerca- è quella di farsi tessutoconnettivale, cemento tra aziende che portano il peso – e dunqueanche la forza – di una competenza specifica. La chance di GZE èquella di trasformare il concetto un po’ istituzionale di distretto, inuna realtà concreta e attuale: non solo come punto d’incontro trarealtà spazialmente prossime, ma come fertile crocevia tra la dimen-sione produttiva locale e i grandi fiumi della ricerca internazionale.

essence: its capacity to governvarious lines and to supplementapparently far-removed approachesis one of GZE’s strengths not justbecause it has enabled its fullresorting to know-how but alsobecause it has forced it to go wellbeyond scientific disciplines. In pointof fact, GZE’s peculiarity lies in itscapacity to assess a research seriesand subsequent business, startingfrom eventual findings’ emotionalcomponents. Rarely did the companychoose to spend its time on projectsthat were of no easily perceivableinterest and widely shareable value.This laboratory-advertising bondageis a sort of brand authority. Toconclude, it could be useful to stressanother recruitment characteristic:normally this step – i.e. staffadmittance – is the outcome of aprevious relationship and generallytriggered off by innovation. Networkconnections, the internationaldynamics of academic research and

A sinistra: HydroJacketIn alto: QuotaZeroJacket

To the left: HydroJacketAt the top: QuotaZeroJacket

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ARTI & MERCATURE104Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

the best accredited Europeanscience centres are essential tobondage. As a result, mastering theEnglish language and implicitknowledge of research rules are notjust simple expertise-enhancingrequisites but the relationship’s verybasis and cradle. This is no doubtadvantageous to GZE’s ongoingworld fame despite its peripheralpositioning. And it is proof of how,in the third millennium’s tradecontext, virtual coordinates aremuch more important thangeographic coordinates.GZE is still basically a research andconsultancy company also inmanufacture. In fact, prototypesusually pass to mass production byresorting to outside industrialfacilities and, therefore, anybusiness development tends to looklike a relational grid. GZE waltzedinto this role to link various lines ofbusiness to stages and repeatedearly and terminal planning steps tolaboratory staff and workshop orchain staff. GZE acts more easily asa counterpart or partner than as atraditional company, which is morecompetitive and usually lessaccustomed to searching for acertain type of expertise abroad.Ultimately, also in terms of projectbreakdown – when it is a question ofsetting up complex, transversal andmarkedly internationalconfigurations – GZE shows justhow streamlined and versatile itreally is.To conclude, GZE’s aspiration – alsoresearch-wise – is to become abackbone to companies that bearthe weight – and also the strength –of specific expertise. GZE has achance to put the slightlyinstitutional district concept intopractice not just as a meeting pointbetween close realities but as afertile crossroads between localmanufacture and internationalresearch.

GZE: structure and 7th Framework Programme

Design, innovation and technology: Grado Zero Espace arose in the late nineties at thecrossroads of there three as a spin-off of a clothing company opened decades ago. Thegrowing need to make products functional and the contemporaneous request for more awaremarket authenticity reveal a route capable of combining research and visibility. Right from thebeginning, GZE has dealt with projects linked to comfort – both by applying new materials andrecouping “forgotten” fibres – in order to achieve intuitive and emotional innovation.

Sructurally, Grado Zero Expace is nowadays focusing on a team of professionals with highstandards who have now enabled it to enter sectors such as boating, industrial design andcomputation engineering. Preference was given to graduates with top marks and a good/excellent knowledge of English, currently considered indispensable to working Europe-wide.

The average age is twenty-five to thirty-five years. All figures specialized out of sight yetcapable of pooling when various professions are required.

Consultancy areas are split into:

- Research & Development

- Industrial Design

- Engineering (implemented with the aid of computation programmes such as SolidWorks and Nastran)

- Textile–Clothing: design and prototypes as far as minor on-demand productions

- In-house laboratory with chemical and mechanical analysis equipment

- Applied nanotechnology (nanotubes for composites and plastics)

- The “Product” area is a separate issue commercially and structurally: the marketingof various technologies (accessible from Grado Zero Espace’s website) with correlatedtechnical support provided by GZE for the application and necessary after-sales maintenanceservice.

The administrative area, in which accountants specialize in European standards, is left tospecific expertise. This knowledge is essential when European Framework Programmeprojects come into play.

The consultancy and product sales area is instead run by experts with mixed training (three-year engineering degree/industrial designers) to immediately guarantee customers an albeitembryonic analysis of the problem that made them turn to GZE, thus guaranteeing answeringspeed and a better approach to problems and avoiding time wastage and pointless filters.

The capacity of offering consultancy to third companies with a market test, rapidly turningmaterials/complex technologies into prototypes and familiarity with strict European projectparameters, make GZE capable of interfacing European framework programmes.

Yet nowadays this capacity can also and above all be used by Tuscan companies that want totake a look at the European scenario and can do so through GZE which, in this case, acts asan executive services and partnership centre in order to direct and follow companies indrafting proposals and in the subsequent, more important operational stage.

Grado Zero Espace’s partners are scattered throughout almost all community countries butprimarily in France, Germany and the U.K.: primarily European universities of excellence andhighly specialized companies.

The Sixth Framework Programme has involved GZE in approximately nine European projectsfrom Wearable computer to the medical/health area. Special interest lies in wear it @ workand Safe & Cool projects: the former focuses on Wearable computers to include Zeiss andSkoda as partners while the latter aims at equipping latest generation European Firemen.

For the Seventh Framework Programme, GZE’s attention is focused on nanotechnologiesapplied to plastics in general, to composite areas (especially shipping) and to the medicaland public safety sectors with expertise ranging from chemistry to mechanical/air spaceengineering.

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105GZE: Struttura e VII programma quadro

Design, innovazione e tecnologia: Grado Zero Espace nasce al crocevia di queste tre componenti, sul finire degli anni Novanta, come spin-off di un’azienda attiva da vari decenni nel settore abbigliamento. Il bisogno crescente di rivestire il prodotto con contenuti di funzionalità,e la parallela richiesta di autenticità da parte di un mercato ormai più consapevole, lasciano intravedere una strada capace di coniugarericerca e visibilità. GZE, che fin dall’inizio si occupa di progetti legati al comfort – sia applicando materiali inediti, sia recuperando fibre“dimenticate” - si pone l’obiettivo di un’innovazione intuitiva ed emozionale.Strutturalmente la Grado Zero Espace è oggi organizzata puntando su un team formato da varie professionalità con elevati standardprofessionali che oggi gli permettono di essere attiva anche in settori come la nautica, il design industriale, l’ingegneria di calcolo. E’ statadata preferenza a laureati con voti elevati e con una buona/ottima conoscenza dell’inglese, oggi considerato un parametro irrinunciabile peroperare a carattere Europeo.L’età media è tra i venticinque e i trentacinque anni. Tutte figure con marcate specifiche di settore ma in grado di cooperare sinergicamentequando i progetti richiedono l’intervento di varie professionalità.Le aree di consulenza sono divise in:- Ricerca & Sviluppo- Design industriale- Ingegneria (implementato con l’ausilio di programmi di calcolo come Solid Works, Nastran)- Tessile – Clothing: progettazione e prototipia fino a piccole produzioni on demand- Laboratorio interno con attrezzature di analisi chimica e meccanica- Nanotecnologia applicata (nanotubi per compositi e materiali plastici)- Fa invece vita a se dal punto di vista commerciale e strutturale l’area “Prodotto”, che vede la commercializzazione di varietecnologie (accessibili dal sito Grado Zero Espace) con il correlato supporto tecnico offerto da GZE per l’applicazione e il necessarioservizio di manutenzione post vendita.Lasciata a competenze specifiche l’area amministrativa, ove operano figure specializzate anche nella contabilità secondo normativaeuropea. Conoscenza assolutamente necessaria quando si è coinvolti in progetti del programma quadro europeo.L’area commerciale sia divisione consulenza che prodotto è invece gestita da figure tecniche con formazione mista (ingegneria laureatriennale/professionalizzati design industriale). Questo per garantire al cliente fin da subito, un analisi, seppur embrionale del problema peril quale ha deciso di rivolgersi a GZE e garantire così la velocità della risposta e il miglior approccio al problema. Si evitano così perdite ditempo e inutili filtri.La capacità di offrire consulenza ad aziende terze con la conseguente prova mercato, concretizzare rapidamente in prototipi i materiali/tecnologie complesse e la dimestichezza con i rigidi parametri dei progetti europei rende la GZE un soggetto adeguato all’interfacciaprogramma quadro europeo.Ma oggi questa capacità è usufruibile anche e soprattutto dalle aziende Toscane che vogliono affacciarsi allo scenario Europeo e possonoscegliere di farlo attraverso la GZE che si comporta in questo caso come centro servizi e partner esecutivo con lo scopo di indirizzare eseguire le aziende nella redazione delle proposte e nella successiva e più importante fase operativa.I partners europei di Grado Zero Espace sono pressoché in tutti i paesi della comunità principalmente Francia, Germania e UK. In particolarecentri universitari europei di eccellenza e aziende altamente specializzate.Il VI programma quadro ha visto la GZE impegnata in circa nove progetti Europei dal Wearable computer all’area medico/sanitaria. Diparticolare interesse il progetto wear it @ work e il progetto Safe & Cool. Il primo mirato al Wearable computer tra i partners figuranoanche la Zeiss e la Skoda. Mentre il secondo finalizzato all’equipaggiamento di nuova generazione per i Pompieri Europei.Per il VII programma quadro l’attenzione di GZE si sta rivolgendo alle nanotecnologie applicate alle materie plastiche in genere, all’areacompositi (navali in particolar modo), al settore medico e della pubblica sicurezza. Con competenze che vanno dalla chimica all’ingegneriameccanica/aerospaziale.

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&AAMM 20012006

Scommettere sul sapere:la formazione manageriale

Artigianato oggi:tra memoriadel sapere produttivoe globalizzazione

FORMAZIONE ARTIGIANATO

2/20011/2001

INOLTRE:

INOLTRE:Ipotesi per una finanzaal servizio della cultura

Arte e tecnologia.Due prezioseiniziative editoriali dellaCamera di Commercio:- Grandi restauri a Firenze- Gualchiere. L'Arte della Lana

I luoghi dello scambio:le logge mercantilia Firenze e in Europa

Pubblico e privato:insieme per la ricercae lo sviluppo

La seconda etàdella moda.La Toscanaprotagonistanei nuovi scenari

RICERCA MODA

2/20021/2002

INOLTRE:

INOLTRE:La dinamica delle impresein provincia di Firenzenel 2001

Un gioiello da difendere:la Galleria del Costumedi Palazzo Pitti

La rivoluzionedelle infrastrutturenel territorio fiorentino

Opinioni a confrontosulle politichedel territorio

CANTIERE METROPOLI IL FATTORE CULTURA

2/20031/2003

INOLTRE: INOLTRE:

Una rivoluzione stradaledel XIII secolo

I problemi di una"stella" a otto punte:le radici storichedella viabilità a Firenze.

Tutti i numeri dei museiin Toscana

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INOLTRE: INOLTRE:

Quando nacque la Borsadi Firenze

Storia di un palazzo, anzi due.L-edificio della Cameradi Commercio

UN NUOVO CUORE FINANZIARIO OLTRE IL DISTRETTO

2/20051/2005

Quando

L'immaginee l'identità

OPPORTUNITÀ EUROPA FIRENZE

2/20041/2004

INOLTRE:

INOLTRE:

Quando Ner Picciolintornò di Francia.Alle origini degli orizzontieuropei dei mercanti toscani.

Creatività e occupazione

Teatri a Firenze e dintorni

INOLTRE:

INOLTRE:

2/20061/2006

Documentazione, designe bellezza al servizio dellasuggestione. Intervista allacostumista Anna Anni

Firenze prima di Arnolfo

Innovazione nel mond dello spettacolo: tecnologiae lavoro teatrale

Il caso di New Orleans:un’alluvione “post-moderna”

TRADIZIONE O INNOVAZIONE? IL FANGO, L’ORGOGLIO, IL RICORDO

Quarantennale Alluvionedi Firenze 1966 - 2006

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ARTI & MERCATURE108Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Il Programma Regionale di Sviluppo 2006-2010 (PRS) è lo strumentoprogrammatico strategico mediante il quale la Regione Toscana, in-sieme ad altri atti programmatici, attua la programmazione econo-mica sulla base dell’individuazione delle strategie di sviluppo territo-riale.Il PRS pertanto individua tali strategie, nel rispetto di quanto dispostodallo statuto del territorio del Piano di Indirizzo Territoriale dellaRegione (PIT), come previsto dalla legge sulla programmazione (L.R.49/1999 rivista dalla L.R. 61/2004). Il territorio, pertanto, deve in-tendersi quale patrimonio comune, punto di partenza e di arrivodelle scelte programmatiche, sull’asse trasversale di territori locali eregionali.

La programmazione economicacome strumento di coesionetra i vari livelli istituzionali

ECONOMICPROGRAMMING TOCREATE INSTITUTIONALTEAMWORK

by Sonia Menaldi

The Regional Development Plan isthe strategic planning tool throughwhich the Tuscan RegionalAdministration, together with otherprogramming deeds, enacts economicprogramming by individuatingdistrict development strategies.Therefore, the Regional DevelopmentPlan individuates these strategiespursuant to the regional districtguideline plan’s local statute underthe programming law (Regional Law49/1999 revised by Regional Law 61/2004). Therefore, districts as acommon point of departure andarrival in programming at the localand regional district crossroad.In the Regional Development Plan,the regional administration takesEuropean programmes into account.In fact, structural Fund programmingfor 2007-2013 coincides with

SONIA MENALDI

Servizio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Firenze

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Nella stesura del PRS la regione tiene conto dei programmi europeied, infatti, la programmazione dei Fondi strutturali per il periodo2007-2013 coincide con i tempi della programmazione regionale ene rappresenta l’attuazione, attraverso i Programmi Operativi Re-gionali (POR), che definiscono le modalità con le quali vengono pro-grammate le risorse comunitarie, gli obiettivi di competitività (FESR),quelli occupazionali (FSE) e della cooperazione (FESR). Inoltre, a questifondi si aggiunge il Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale(FEASR).Il PRS individua quattro programmi strategici che fanno riferimento:

1 - alla competitività del sistema integrato regionale e del terri-torio;

2 - alla cittadinanza, lavoro, coesione, cultura e qualità dellavita;

3 - alla sostenibilità ambientale dello sviluppo;

4 - alla governance, conoscenza, partecipazione sicurezza.

L’attuazione dei programmi strategici avviene attraverso i ProgettiIntegrati Regionali )PIR), che, se pur non esauriscono tutta l’attivitàprogrammatica regionale, ne rappresentano le priorità.

regional programming and enacts itas indicated in the regionaldevelopment plan through regionaloperating plans (POR) that definethe procedures with whichcommunity resources areprogrammed: competitiveness(FESR), employment (FSE) andcooperation aims, not to mention theEuropean agricultural ruraldevelopment fund (FEASR).The new 2006-2010 RegionalDevelopment Plan individuates fourstrategic programmes that refer tothe regional integrated system anddistrict competitiveness, citizenship,work, coherence, culture and qualityof life, development’s environmentalsustainability and, lastly,Governance, knowledge,participation and safety. Thesestrategic programmes are enacted byimplementing regional integratedprojects, individuated by theRegional Development Programmeand, even if they do not fulfilregional programming, they are itstop priority. As part of ourbrainstorming, we wish to dwell onthe first above-mentioned strategicprogramme in which the Chamber ofCommerce’s action can soundlysupport the Florentine district. Thecompetitive strategic programming’sintegrated regional and districtsystem consists of eight integratedregional projects:The integrated regional project forresearch and innovation’s regionalarea is intended to make researchand innovation’s regional areaoperative by 2010 through splittingaction into two sub-projects: theformer intends to foster the growth,competitiveness andinternationalisation of the publicresearch system in Tuscany, alsocollaborating with Universities andinstitutes of excellence while thelatter aims at promoting industrialresearch, innovation andtechnological transfer promotion.The integrated regional project forinternationalisation, cooperation,promotion and territorial marketingis directed at internationalisation,cooperation, promotion andterritorial marketing to bring theabove-mentioned activities fully upto strength. Action will be directedat fostering the presence of Tuscan

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ARTI & MERCATURE110Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Nell’ambito della nostra riflessione preme soffermarsi sul primo pro-gramma strategico “Competitività del sistema integrato regionale edel territorio”. Questo programma si compone di otto Progetti Inte-grati Regionali.

1) PIR - Lo spazio regionale della ricerca e dell’innovazioneIl progetto ha come obiettivo quello di rendere operativo entro il2010 lo spazio regionale della ricerca e dell’innovazione, suddivi-dendo gli interventi in due sottoprogetti: uno volto a favorire lacrescita, la competitività e l’internazionalizzazione del sistema pub-blico della ricerca in Toscana, collaborando anche con le istituzioniuniversitarie e con i centri di eccellenza; l’altro, indirizzato verso lapromozione della ricerca industriale, dell’innovazione e del trasferi-mento tecnologico.

2) PIR - Internazionalizzazione, cooperazione, promozione,marketing territoriale

Il progetto è rivolto alle tematiche dell’internazionalizzazione, coo-perazione, promozione e marketing territoriale, con l’obiettivo ge-nerale di ottenere la massima integrazione tra le attività sopra indi-cate. Gli interventi saranno diretti a facilitare la presenza delle azien-de toscane all’estero, cercando di aumentare la quota dei prodottiesportati e rendere sistematica la presenza delle imprese su tali mer-cati.

3) PIR - Distretto Integrato Regionale: il sistema delle politicheindustriali

Il progetto si concentra sullo sviluppo delle politiche industriali re-gionali. In tale contesto è necessario migliorare l’efficienza dei pro-cessi di produzione e, nel contempo, sviluppare forme di coopera-zione tra le imprese al fine di facilitare l’ingresso delle aziende neimercati internazionali. Pertanto, è necessario favorire forme di ag-gregazione tra le imprese per consentire la riorganizzazioneaziendale, sia sul piano dell’assetto dimensionale che sul fronte dellacapacità produttiva. La riorganizzazione aziendale e la condivisionedelle strategie organizzative consentiranno alle imprese di esseremaggiormente competitive sui mercati internazionali. In tale otticadovranno essere sostenuti gli investimenti ad alto contenuto tecno-logico.

4) PIR - Innovazione e sostenibilità offerta turistica e commer-ciale

Il progetto è rivolto all’innovazione e alla sostenibilità dell’offerta tu-ristica e commerciale, che si propone da un lato il sostegno alle atti-vità turistiche, valorizzando anche le aree meno conosciute; dall’al-tro, di sostenere le attività commerciali promuovendo il consolida-mento dell’esperienza dei centri commerciali naturali. L’analisi del

companies abroad in an attempt toincrease exports’ share and make thepresence of enterprises on thesemarkets systematic and not one-off.The integrated regional project forRegional Integrated Districts: theindustrial policy system focuses onthe development of regionalindustrial policies. In this context, itis necessary to improvemanufacturing process efficiency and,at the same time, develop forms ofcooperation between enterprises inorder to foster companies’ entry ontointernational markets. Therefore, it isnecessary to foster clustering betweenenterprises to enable company shake-ups in terms of size andmanufacturing capacity. Companyshake-ups and sharing oforganisation strategies will enableenterprises to be more competitive oninternational markets. High techinvestments must be sustained in thislight.The integrated regional project toinnovate and sustain the tourist andtrading supply is directed atinnovating and sustaining the touristand trading demand that, on the onehand, intends to support tourism alsoby valorising less known areas and,on the other, trading by enactingprinciples contained in the NewCommercial Code intended topromote trade by consolidatingnatural shopping centres’ experience.A tourist and trading system surveywill follow with Observatories’ workand will be given to the districtshopping settlements’ atlas stipulatedby the integrated regional project.The integrated regional project forthe rural, agricultural and forestrysystem’s innovation and qualityfocuses on the innovation and qualityof rural, agricultural and forestrysystems to re-launch the regionalproduction of farm produce and agro-industrial products. It is important todevelop inter-company clusteringalso in this line to enhancecompetitiveness on markets thanksalso to a higher vocational standard.The integrated regional project forthe financially important local publicservice system concerns thefinancially important local publicservices system whose development interms of efficiency does not justexpress better quality of life for thosewho use these services but also

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sistema turistico e di quello commerciale proseguirà con il lavorodegli Osservatori e verrà dato vita all’Atlante Territoriale degliInsediamenti Commerciali previsto dal PIT.

5) PIR - Innovazione e qualità del sistema rurale, agricolo, forestaleIl progetto è dedicato all’innovazione e qualità del sistema rurale,agricolo e forestale, con l’obiettivo di rilanciare la produzione regio-nale dei prodotti agricoli e agroindustriali. Scopo del progetto è an-che favorire forme di aggregazione tra le imprese, affinché si possaottenere maggiore competitività sui mercati.

6) PIR - Sistema dei servizi pubblici locali a rilevanza economicaIl progetto riguarda il sistema dei servizi pubblici locali a rilevanzaeconomica, il cui sviluppo in termini di efficienza non solo è espres-sione di una migliore qualità della vita per coloro che usufruisconodi tali servizi, ma anche motore di una maggiore competitività delleimprese che operano sul territorio. Il progetto si svilupperà attraver-so l’approvazione di una specifica legge regionale in materia di ser-vizi pubblici locali a rilevanza economica.

7) PIR - Accessibilità territoriale, mobilità integrataIl progetto si propone di migliorare l’accessibilità, la fruizione, l’inte-grazione del sistema dei trasporti. Rientrano negli obiettivi del pro-getto il completamento dell’Alta Velocità, il completamento della va-riante di valico dell’autostrada A1, la realizzazione della terza corsiaautostradale da Barberino di Mugello fino a Incisa, il completamentodell’autostrada tirrenica, il raccordo autostradale Prato-Signa e la rea-lizzazione del catasto delle strade di interesse regionale.

8) PIR - Sviluppo della piattaforma logistica costieraIl progetto è collegato al programma strategico sulla competitività delsistema integrato regionale del territorio ed è relativo allo sviluppodella piattaforma logistica costiera, che promuove il trasporto ferro-viario, portuale ed aereoportuale.

Gli enti locali dovranno raccordare la propria programmazione conquella regionale e saranno incentivati ad attivare programmi locali disviluppo sostenibile. I Programmi Locali di Sviluppo, approvati dalleProvince, sono promossi anche su iniziativa dei Comuni, delle auto-nomie funzionali o dalle parti sociali.Altro strumento di rilievo è raffigurato, infatti, dal Patto per lo Svilup-po Locale (PASL), che ha come riferimento territoriale, di norma, laprovincia. L’adesione al patto è volontaria e, oltre la Regione, vedetra i soggetti coinvolti gli enti locali, le parti sociali, le associazioniambientalistiche ed altri soggetti pubblici e privati. Il PASL si compo-ne di progetti, coerenti con la programmazione regionale e si artico-la al suo interno tra assi strategici e obiettivi.

competitiveness enhancement ofenterprises operating in the district.The project will develop through theapproval of a specific regional lawon financially important local publicservices.The integrated regional project forterritorial accessibility andintegrated mobility intends toimprove the transport system’saccessibility, fruition andintegration. Project aims includecompletion of high-speed trains andthe A1 motorway pass improvementroute, the building of the thirdmotorway lane from Barberino diMugello to Incisa, completion of theTyrrhenian motorway, the Prato-Signa motorway link and thecreation of a regional streetcadastre.The integrated regional project forthe development of the logisticsplatform along the coastline islinked to the strategic programme onthe competitiveness of the regionaland district integrated system andconcerns the development of thelogistic coastline platform bypromoting railway, harbour andairport traffic.Local authorities link up theirprogramming to regionalprogramming and are encouraged toenact local sustainable developmentprogrammes.Local development programmes,approved by provincialadministrations, are also promotedat the initiative of municipalities,home rule or social partners.In fact, another major tool consists ofthe local development agreement(PASL) which refers to districts,legislation and provincialadministration. Entering into theagreement is voluntary and involvesnot only the RegionalAdministration, local authorities,social partners, environmentalassociations and other public andprivate participants to coordinateand integrate respective programmesand designs. PASL consists ofdesigns, in keeping with regionalprogramming and forming part of itamong strategic lines and aims.In the memorandum of understandingthat triggered off the localdevelopment agreement between theTuscan Regional Administration,Florentine Provincial administration

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Nel protocollo d’intesa che ha dato avvio al patto per lo sviluppolocale tra Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Firen-ze, sono stati individuati sette assi strategici:

1) mobilità

2) attività espositive polo fieristico e congressuale

3) valorizzazione del fiume Arno

4) innovazione e ricerca

5) E-government

6) marketing territoriale

7) qualità urbana.

Accanto al PASL sopra citato, si affianca quello relativo all’area vastametropolitana, quale strumento di governance per l’individuazionedelle priorità attinenti al territorio delle province di Firenze, Prato ePistoia e il Circondario Empolese.Anche la programmazione camerale, sia pluriennale che annualetende ad essere sempre più in linea con quella regionale e con quel-la provinciale così da far confluire almeno in buona parte gli sforzidel sistema locale nella realizzazione degli obiettivi già enucleati alivello di enti territoriali in modo da rafforzare l’impegno istituziona-le nell’ambito dei singoli progetti strategici.Appare sempre più importante il concetto di fare sistema di con-frontarsi, di condividere i programmi ed i progetti per concentrarele risorse affinché i risultati siano quelli effettivamente attesi.Il sistema camerale partecipa al Piano Strategico Firenze 2010 ed èstato promotore della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione, inpartnership con le Camere di Commercio di Pisa, Prato e Pistoia el’Università di Firenze.È inoltre attiva Firenze Tecnologia, l’Azienda Speciale che la Cameradi Commercio di Firenze ha costituito nel 2001, proprio per rispon-dere alle esigenze di competitività del territorio provinciale. È unastruttura di servizio, che promuove l’innovazione attraverso la ricer-ca di uno stretto rapporto con le imprese del territorio, come sceltastrategica per promuovere l’innovazione e diffondere capillarmenteil know how.È infatti importante sostenere le imprese ad alto contenuto tecnolo-gico, sipportando il trasferimento delle conoscenze anche sulle im-prese a minore vocazione tecnologica. In questo ambito è impor-tante anche sostenere e diffondere la cultura brevettuale, quale van-taggio competitivo sulla concorrenza. Pertanto non solo “saper fare”,ma anche conoscere “come fare” per tutelare l’innovazione e l’ori-ginalità del proprio prodotto.Inoltre, la Camera di Commercio crede nella cultura come fattore disviluppo dell’economia provinciale e, in quest’ottica, è stata la

and the Florentine Municipality,seven strategic lines wereindividuated: mobility, showgroundand conference centre exhibitions, theArno River’s valorisation, innovationand research, E-government, districtmarketing and urban quality.Alongside the above-mentioned PASLis the vast metropolitan area’s localdevelopment agreement as agovernance tool to individuatepriorities pertaining to the provincialdistricts of Florence, Prato andPistoia whose contents were definedas from respective provincial PASLsthat include the ten Tuscan provincesplus the Empoli District. Plurennial and annual chamberplanning tends to be more and morein keeping with regional andprovincial programming to put alarge part of the local system’s effortsinto achieving aims alreadyexplained by district authorities tostrengthen institutional commitmentas part of individual strategicdesigns.More and more importance lies in theconcept of systematically meeting upand sharing programmes and designsto concentrate resources to achieveexpected results.The Florentine chamber system isalready heading in this directionthrough its current commitment tostrengthening and valorising thebusiness system, which is also enactedby promoting its participation inorganisations delegated to theachievement of strategic plans suchas Firenze 2010 per l’Area Metropolita-na Fiorentina and FlorenceUniversity’s Fondazione per la Ricercae l’Innovazione. This includes FirenzeTecnologia, the Special Agency thatthe Florentine Chamber of Commerceset up in 2001 to satisfy provincialcompetitive requirements. It is aservice facility that promotesinnovation through a constant searchfor a direct, close relationship withdistrict enterprises, as a strategicchoice to promote innovation andcirculate know how. In fact, it isimportant to support high techenterprises in order to transferknowledge also to lower techenterprises to make Florentinebusiness more competitive. In thisconnection, it is also important tosupport and spread patent culture in

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promotrice della Fondazione per la Cultura, ora Fondazione PalazzoStrozzi, che vede l’impegno diretto della Camera per aumentarel’offerta di progetti culturali di qualità, con l’obiettivo di incrementa-re le attività espositive ed attirare nel nostro territorio turismo di qua-lità.È per questo che gli sforzi fino ad oggi compiuti per rilanciare i poliespositivi e congressuali fiorentini e le azioni finalizzate a sostenereil potenziamento della mobilità, nodo centrale per accedere a qual-siasi iniziativa, devono essere ulteriormente sostenuti.Sul fronte dell’internazionalizzazione, la Camera di Commercio, at-traverso la propria Azienda Speciale Promofirenze, assume un ruolofondamentale nel fornire servizi volti a sostenere le imprese orienta-te ai mercati esteri, dove possono essere colte importanti opportuni-tà di business.Il sistema camerale si è poi sempre distinto per capacità e naturalevocazione nei confronti dell’utilizzo delle nuove tecnologie.Ad esempio, nel Registro delle Imprese ha da tempo introdotto l’uti-lizzo della firma digitale per la presentazione delle denunce da partedelle imprese. È questa la vera semplificazione perché consente digestire in via telematica ogni adempimento da parte delle imprese edei professionisti.

general to have the cutting edge overcompetition. Therefore, not just“savoir faire” but also “expertise” tosafeguard innovation and products’originality.Furthermore, the cultural aspect as adevelopment factor, with theChamber of Commerce’s directcommitment through itsparticipation in Fondazione per laCultura that is intended to guaranteeongoing attention to this factor thathas had positive repercussions onour economy both with regard tofirst-rate tourism and bystrengthening exhibitions where thechoice of our district can be linkedto major events. That is why effortsmade to date to re-launch Florentineshow grounds and conferencecentres and action intended tostrengthen mobility, crucial toaccessing any initiative, must receivefurther backing.As for internationalisation, it isnecessary to foster economicpromotion and District Marketing sothat our system can reposition itselfon global markets. In this context the Chamber ofCommerce, through its SpecialPromofirenze Agency, plays afundamental role in promoting itsdistrict to foster foreign investmentsand make new markets offering newbusiness opportunities available toenterprises. This organisationalcontext enables economicdevelopment to be enacted(agriculture, arts and crafts,commerce, industry, cooperation andtourism) thanks to taking preciseaction and joining in trade events.Lastly, enterprises must be supportedin their long-term strategic choicessuch as the use of new energy-savingsources whose adoption requires animmediate investment effort in orderto obtain economies with costs thatcan improve businesscompetitiveness on national andforeign markets.It is clear that behind this promotionintended to back and boostenterprises lies an indispensablefacility consisting of organs andoffices that, from another viewpoint,endeavour to sustain Florentinebusiness growth by developing e-government systems. From thisviewpoint, the chamber system has

Il Presidente della Camera di Commercio Luca Mantellassi introduce il convegno“Le politiche del Governo in relazione alle prospettive di sviluppo delle cittàe dei territori toscani”.The President of the Chamber of Commerce, Luca Mantellassi, introduces theconference on “Government policies on Tuscan cities and territories’ developmentprospects”.

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always stood out on account of itscapacity and natural vocation inusing new technologies.In fact, the Chamber BusinessRegister was the first to use digitalsignatures led by enterprises, thetrade association system andprofessionals. Nowadays we arecapable of conveying all economicand legal information on enterpriseson safe, punctual telecommunicationssystems in accordance with legislati-ve expectations.Therefore, simplification not only as aprogramming aim but as the activetendency of a system that managed tostreamline red tape by using digitalsignatures that enable all businessobligations to be fulfilled throughtelecommunications without wastingtime and cutting costs.In this connection, remember how intime digital signatures have beenreplaced by national service cardsinstrumental not only to signingcomputer documents with the samelegal value as a hand signature onpaper but also enabling free access toinformation about one’s ownenterprise free of charge thanks toCNS authentication.On the other hand, certifiedelectronic post boxes are beingcirculated among enterprisesenabling users to converse with thepublic administration placing thiscommunication method on a par withregistered mail legally. Certifiedelectronic mail is guaranteed. In fact,by advising receipt, certified postalmessages equal postal notificationand, therefore, in cases allowed bythe law, this service can be used toreplace paper post (art. 14, para. 3Presidential Decree 445/2000).2008 chamber programming is notjust consistent with choices made atthe beginning of the mandate andupdated on a yearly basis but alsoappears to be in keeping withregional and local programminggiven choices made up until now.Therefore, this administrationreconfirms the district’s key role as acommon asset in which economic,social and cultural interests areconcentrated and where everybody –regardless of their institutional aims– helps to achieve the same designsmaking a concerted effort to sharechoices and split tasks in localdevelopment programmatic choices.

Ma non ci si è fermati qui: ora c’è la Carta Nazionale dei Servizi,che serve non solo a firmare documenti informatici con lo stessovalore legale di una firma autografa, ma è anche uno strumento checonsente di ottenere gratuitamente l’accesso ad alcune informazio-ni relative alla propria impresa. Con la capillare diffusione alle im-prese della casella di Posta Elettronica Certificata (PEC) l’utente potràinviare comunicazioni alla pubblica amministrazione con valore le-gale pari alla raccomandata.La programmazione pluriennale ed annuale della Camera di Com-mercio di Firenze, pertanto, appare anche in linea con la program-mazione regionale e locale. L’azione del sistema camerale fiorenti-no tende a sottolineare, in particolare, il ruolo centrale del territorioquale bene comune dove si concretano tutti gli interessi economici,sociali e culturali e dove tutti, pur nelle diverse finalità, possono con-correre attraverso la concertazione e la condivisione degli obiettivialla realizzazione degli stessi programmi.

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Flessibilità e oltreVerso un orientamento flessibiledel nostro mercato del lavoro?

MARCO BATAZZI

Servizio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Firenze

“[…] Gli artigiani fiorentini traevanoorgoglio e sicurezza dall’essereradicati, spesso da generazioni, nellastessa bottega, nello stesso quartiere.Anche questo è cambiato nel corsodella vita e oggi anche da noi, parolecome mobilità e flessibilità vengonousate per mascherare la nuovasituazione economica in cui sempremeno giovani hanno un lavoro fissoo la possibilità di scegliersi l’arteo il mestiere a cui si sentono portati[…]”

(T. Terzani, 2004)

FLEXIBILITY AND MORE:TOWARDS OUR LABOURMARKET’S FLEXIBILITY?

by Marco Batazzi

“[…] Florentine craftsmen tookpride and gained confidence fromhaving been rooted in the sameworkshop and in the same districtoften for generations,. This, too,has changed in due course andnowadays words such as mobilityand flexibility are used to concealthe new economic situation inwhich fewer and fewer youngstershave a fixed job or the chance tochoose an art or trade […]”

(T. Terzani, 2004)

The labour market can be taken as a“virtual place” in which the(enterprises’) demand should meetthe (workers’) supply of “strangemerchandise” according to Becattini(1979) or “non merchandise” inSolow’s words (1994). Provisionsregulating this “virtual place” werepromulgated to correct its

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ARTI & MERCATURE116Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Il mercato del lavoro può essere inteso come “luogo virtuale” in cuidovrebbero incontrarsi la domanda (espressa dalle imprese) e l’of-ferta (relativa ai lavoratori) di quella “strana merce”, nell’accezionebecattiniana (1979) o “non merce” per dirla alla Solow (1994), che èil lavoro. I provvedimenti di regolazione di questo “luogo virtuale”sono stati emanati al fine di correggerne i difetti di funzionamento,che secondo il legislatore nazionale, si annidano soprattutto nellerigidità che tradizionalmente caratterizzano il mercato del lavoroitaliano. Tali rigidità rimandano al concetto di regime di protezionedell’impiego, il quale ha carattere multidimensionale e riguarda tut-te quelle garanzie attuate, come tutela dei diritti dei lavoratori di-pendenti nei confronti dell’imprenditore, attraverso la legislazione,la giurisprudenza, i sistemi contrattuali e di relazioni industriali. Nel-la maggior parte dei paesi industrializzati, i regimi di protezione del-l’impiego pongono, nei confronti di un generico datore di lavoro,vincoli e limitazioni alla possibilità di porre fine ai rapporti di lavoroa tempo indeterminato e introducono limitazioni all’opzione di ri-correre a forme di lavoro atipiche; in sostanza, rappresentano uninsieme eterogeneo di interventi legislativi volti a regolare l’interru-zione dei rapporti di lavoro.Inoltre, occorre anche considerare che per i sistemi economici na-zionali rientranti nell’Unione Monetaria Europea l’effettiva rinunciaall’utilizzo del tasso di cambio, come strumento per il rapido aggiu-stamento degli squilibri dipendenti dal ciclo economico o da shock,rappresenta sicuramente un costo e porta all’indisponibilità dellapolitica monetaria come strumento per il riequilibrio macroecono-mico. Ciò porta i responsabili delle politiche economiche ad agiresu leve di tipo microeconomico, rappresentate dal bilancio pubbli-co, dai redditi e anche dalla regolazione del mercato del lavoro; edè proprio su quest’ultimo ambito di manovra che il legislatore nazio-nale, negli ultimi dieci anni, ha agito cercando di incrementarne ilgrado di flessibilità.Il processo di riforma dei regimi di protezione dell’impiego, attual-mente portato avanti, a livello europeo e nazionale, ha come trattocomune l’introduzione della cosiddetta “flessibilità al margine”. Ciriferiamo al fatto che le riforme in atto, come l’introduzione dellalegge 30/2003 in Italia, sono finalizzate a rendere maggiormenteflessibili i lavoratori outsider, i quali agiscono da “cuscinetto” che siespande e si contrae, a fronte di shock della domanda di lavoro,tendendo tuttavia a mantenere inalterato, se non addirittura quasi arafforzare, il potere contrattuale dei lavoratori insider. Così il merca-to del lavoro risulta segmentato in modo tale che i contratti di lavoro“flessibili” coesistono accanto a quelli standard a tempo indetermi-nato, generando una situazione di “dualità”.Riforme “parziali” del mercato del lavoro, rivolte principalmente afacilitare l’impiego dei contratti a durata definita, rischiano solo diaggravare la separazione tra insider protetti e outsider meno tutelatie a rischio disoccupazione, dando luogo a situazioni di “dualità”. In

operational defects which nationallegislators maintain lie primarily inthe Italian labour market’straditional stiffness. This stiffnessrefers to the all-purpose steadyemployment protection concept,which fully guarantees employees’rights towards entrepreneurs throughlegislation, legal authority,contractual systems and industrialrelations. In the majority ofindustrialised countries,employment’s protection preventsemployers from dismissing temporaryworkers and resorting to atypicalforms of work. In actual fact, they area heterogeneous series of lawsintended to regulate dismissal.Furthermore, it is worth mentioningthat the refusal of national economicsystems - belonging to the EuropeanMonetary Union – to use exchangerates to rapidly adjust unbalancescaused by the trade cycle or shockhas cost money and made itimpossible for the monetary policy tostrike a macroeconomic balance.This made the heads of economicpolicies use microeconomic leverage:the trade balance, incomes andadjusting the labour market. In thepast ten years, national legislatorsworked on the latter-mentionedmanoeuvre to increase its degree offlexibility.The common denominator of theemployment-protecting reformprocess in progress is theintroduction of so-called “marginalflexibility” pursued on a Europeanand national scale. We are referringto the fact that reforms in progress,such as the introduction of law 30/2003 in Italy, are intended to increasethe flexibility of outsider workers,who cushion the labour demand’sshock. However, they tend to retain,or almost strengthen, inside workers’contracting power. Consequently, thelabour market is so segmented that“flexible” employment contractscoexist alongside standard temporarycontracts, generating a dualsituation.“Partial” reforms of the labourmarket, primarily intended to fosterthe use of permanent employmentcontracts, only risk widening the gapbetween protected insiders and lessprotected outsiders who riskunemployment, triggering off “dual”

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base a tali osservazioni viene espressa la raccomandazione di adot-tare un approccio “bilanciato” nel corso del processo di riforma delmercato del lavoro, rispetto alla tutela dei lavoratori insider e di quellioutsider.Un uso eccessivo della “flessibilità a margine” per certe categorie dilavoratori, come giovani, donne e soggetti aventi bassa qualifica, portaad una riduzione delle probabilità di ottenere un impiego perma-nente, rischiando di farli rimanere “intrappolati” in circoli viziosirappresentati dal palindromo “lavoro temporaneo – disoccupazione– lavoro temporaneo”. Il graduale aumento del “dualismo” dei mer-cati del lavoro europei (compreso quello italiano) determina un au-mento del turnover occupazionale1 e della corrispondente quotadei lavoratori temporanei interessati, generando rapporti di lavoro icui costi e rischi vengono sostanzialmente scaricati sui lavoratori esulla collettività.Sostanzialmente, la flessibilità ha riguardato le modalità di assunzio-ne del personale (flessibilità in entrata), piuttosto che le modalità didismissione (flessibilità in uscita). Ciò è reso evidente dall’aumentodella mole dei contratti di lavoro aventi durata temporale determi-nata, i quali riducono in maniera implicita i costi di licenziamento,attraverso la possibilità offerta alle imprese di non trasformare, allascadenza, il contratto in lavoro a tempo indeterminato. Sappiamoche ciò migliora le possibilità di accedere al mondo del lavoro daparte dei disoccupati, ma rischia anche di cristallizzare la loro posi-zione nel “limbo” dell’atipicità, rendendo difficoltoso l’ottenimentodi un posto di lavoro non precario. A questo si collegano effetti nega-tivi sulla produttività, la quale può essere negativamente influenzatadal proliferare dei contratti flessibili.

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1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Unione Europea a 15 Italia Toscana

Fonte: elaborazioni CCIAA su Istat (RCFL) ed EurostatSource: Chamber of Commerce of Florence processing, according to the Italian Statistics Institute and the European Statistics Institute

Evoluzione della quota % di occupati dipendenti a tempo determinato (UE, Italia, Toscana)Raising of the % share of permanent employees (EU, Italy, Tuscany)

situations. Consequentially, a“balanced” approach isrecommended during the course ofthe labour market’s reform process tosafeguard insider and outsiderworkers.Excessive use of “marginalflexibility” for certain categories ofworkers, such as youngsters, womenand menial workers reduces thelikelihood of permanent employment,“trapping them” in vicious“temporary work – unemployment –temporary work” circles. A gradualincrease in the “dualism” of theEuropean labour market (and also ofthe Italian labour market)determines an increase in theemployment turnover1 and thecorresponding share of temporaryworkers involved, generatingemployment relations whose costsand risks are substantially offloadedon workers and the community.Basically flexibility concerned staffhiring procedures (incomingflexibility) as opposed to dismissalprocedures (outgoing flexibility).This is highlighted by an increase inthe load of permanent employmentcontracts, which implicitly cutdismissal costs, through the chanceoffered to enterprises not to convertstandard temporary employmentcontracts when they expire. We knowthat this fosters unemployed workers’

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ARTI & MERCATURE118Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

La situazione attuale del mercato del lavoro nazionale è caratteriz-zata da una fase di transizione verso un nuovo assetto del sistemaoccupazionale, in dipendenza del crescente ruolo che stanno assu-mendo i rapporti di lavoro flessibili (considerando la flessibilità inentrata). L’aggregato costituito da lavoratori occupati con contrattiflessibili o atipici sta assumendo caratteri sempre più compositi ecomplessi, sia in termini quantitativi sia in relazione ai rapporti giu-ridici che in linea teorica possono essere attuati. Dal punto di vistaquantitativo, lo stock di occupati dipendenti a termine, sia in ambitoregionale che nazionale, ha ormai raggiunto una quota “consolida-ta” che va oltre il 10% (al 2006 la quota sull’occupazione dipenden-te totale è salita al 13,1%, rispetto al 12,3% del 2005). Il contrattostandard a tempo indeterminato risulterebbe giudiridicamente “svuo-tato” e manterrebbe solo una “rilevanza statistica”, non rappresen-tando più la figura contrattuale dominante.Il lavoro atipico è ormai diventato una componente permanentedell’economia e del mercato del lavoro nazionale; il fulcro della que-stione non è solo capire quanto potrà crescere ulteriormente e sediverrà sistematico il suo utilizzo da parte delle imprese, ma soprat-tutto sarà comprendere la necessità di “tutelarlo” e di indirizzarloalla creazione di posti di lavoro “veri” e “migliori”. I “nuovi lavori”dovrebbero rappresentare una tappa di passaggio nell’ambito dellacarriera lavorativa, costituendo un arricchimento professionale fina-lizzato ad approdare a lavori stabili.Il processo di riforma del mercato del lavoro italiano ha aumentato letipologie contrattuali, tramite le quali costituire rapporti di lavoro.Volendo valutarne l’impatto sull’occupazione complessiva, gli effettinon sono costituiti dalla semplice somma dei dati relativi ad ogniforma contrattuale modificata o introdotta. In realtà riteniamo chepotrebbe essere fuorviante considerare che una nuova tipologia con-trattuale sia in grado di accrescere il livello dell’occupazione, deter-minando ulteriore occupazione aggiuntiva, riferendosi semplicemen-te agli occupati coinvolti dalla stessa; in realtà la questione è alquan-to ambigua. Per esempio dire che in Toscana sono stati individuatinel 2004 circa 62.000 collaboratori puri2 , in base ai dati INPS, nonimplica che senza questa modalità di lavoro vi sarebbe stato un gapoccupazionale di 62.000 lavoratori. Molti dei soggetti coinvolti sa-rebbero stati ugualmente impiegati nelle imprese a svolgere lo stes-so lavoro, magari con tipologie contrattuali peggiori, oppure anchemigliori.Dall’altro lato, è anche vero che l’introduzione di nuove forme con-trattuali determinerà lo spiazzamento e la sostituzione di precedentimodalità di rapporto di lavoro, portando a posti di lavoro aggiuntivi.Questi posti di lavoro in più, generati dalle nuove forme di lavoro, aloro volta portano ad un probabile deterioramento delle condizionicontrattuali per quei lavoratori che sarebbero stati occupati indipen-dentemente dall’esistenza dei nuovi lavori flessibili.

access to the labour market but alsorisks throwing them and making ithard for them to find a steady jobcompounded by negative effects onproductivity, which can bejeopardised by the proliferation offlexible contracts.The current national labour market’ssituation is characterized by atransitional phase towards a newemployment system order, dependingon the increasing role played byflexible work relations (in view ofincoming flexibility). Clustersconsisting of workers employed withflexible or atypical contracts isbecoming more and more complexboth quantitatively and in relation tolegal relationships that can beestablished theoretically.Quantitatively, the regional andnational stock of fixed-termemployees has settled at over 10% (in2006 the percentage of employees’total employment rose to 13.1% ascompared to 12.3% in 2005).Standard fixed-term contracts arelegally “void” and are only ofstatistical relevance as they are nolonger prevail.Atypical work has become apermanent part of the economy andnational labour market. The crux ofthe issue is not just to understand howmuch it could grow further andwhether its use on the part ofenterprises will become systematicbut above all whether it is capable ofunderstanding the need to “safeguardit” and direct it towards creating“real” “better” jobs. “New jobs”should act as stepping-stones incareer advancement in findingpermanent jobs.The Italian labour market’s reformprocess increased employmentcontract typologies. In assessing itsimpact on overall employment, itsrepercussions are not just a simpleseries of data on every amended orintroduced contractual form. Inactual fact, we maintain that it couldbe misleading to think that a newcontractual typology is capable ofraising the employment standard andincreasing employment just withreference to employees involved. Inactual fact, it is a somewhatambiguous issue. For instance,saying that in Tuscany approximately62,000 pure assistants2 were

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La creazione di posti di lavoro aggiuntivi è comunque possibile, seconsideriamo che una maggiore flessibilità in entrata può aver de-terminato l’emersione di una serie di opzioni contrattuali, che inci-dono sulle forme di lavoro, precedentemente illecite o fortementelimitate dalla normativa. Quindi l’ulteriore introduzione di nuovemodalità contrattuali può andare a generare e a rendere così profit-tevoli, per il lato della domanda di lavoro, nuove opportunità di lavo-ro altrimenti inesistenti o che in precedenza trovavano limitazioninella normativa.L’impatto di una maggiore flessibilità in entrata, come prima appros-simazione, è senz’altro quantitativo, generando un “effetto lievita-zione” sulle statistiche del lavoro. Tuttavia il rovescio della medagliaevidenzia comunque che c’è il rischio di un consolidamento dellaprecarizzazione, con uno spostamento su posti di lavoro a basso va-lore aggiunto.L’evidenza empirica ha mostrato come il passaggio da un mercatodel lavoro completamente rigido ad uno articolato su due livelli(dualistico), caratterizzato da lavoratori protetti da contratto regolarecui si contrappone una quota crescente di lavoratori assunti con con-tratti a durata temporale definita, tende ad essere associato ad unaumento “temporaneo” dell’occupazione e ad una diminuzione dellaproduttività media.. Le riforme “marginali” determinano una ridu-zione del livello di protezione dell’impiego che a sua volta incidesulla volatilità ciclica dell’occupazione, ma senza dover generare ef-fetti sulla domanda media di lavoro; in altre parole la creazione dinuovi posti di lavoro si dissolve con il tempo, senza che si generi unconsolidamento.

Quota % assunzioni per tipo di contratto in base al sistema informativo Excelsiorper la Provincia di Firenze*% share hiring according to contract model based on the Excelsior information system for the Florentine Province**

A tempo indeterminato / Permanent

A tempo determinato / Temporary

Apprendistato / Apprenticeship

Altri contratti / Other contracts

Totale / Total

2001

57,6

31,2

10,0

1,2

100,0

2002

51,8

40,6

6,0

1,5

100,0

2003

46,4

43,8

8,7

1,1

100,0

2004

51,1

39,1

8,5

1,3

100,0

2005

40,0

47,6

9,8

2,6

100,0

2006

39,1

47,4

12,2

1,2

100,0

2007

38,4

50,3

10,5

0,8

100,0

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior* Quote percentuali calcolate su dati di flusso e riguardanti le previsioni di assunzione nel settore privato (non è compreso

ne il lavoro autonomo e ne quello pubblico)

Source: Unioncamere - Ministry of Labour, Excelsior Information System** Percentage shares calculated according to flow data and to hiring forecasts in the private sector (excluding freelancing and

civil service).

individuated in 2004, according toNational Social Security & PensionsInstitute, does not imply that withoutthis work procedure there wouldhave been an employment gap of62,000 workers. Many of thesubjects involved would have beenused in enterprises to do the samejob, perhaps with worse – or better –contractual typologies.On the other hand, it is likewise truethat the introduction of newcontractual forms will determine thedisplacement and replacement ofprevious employment procedures,leading to extra jobs. These extrajobs, generated by new work forms,in turn lead to a probabledeterioration in contractualconditions for workers who areemployed regardless of new flexiblejobs.The creation of extra jobs is possibleif we consider that greater incomingflexibility could have given rise to aseries of contractual options, whichaffect work forms that werepreviously illegal or restricted bylegislation. Therefore, the furtherintroduction of new contractualprocedures can generate new jobopportunities that would have beenrestricted by legislation in the past,making increasing jobs with lowadded value.Initially, the impact of greater

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L’impiego di contratti di lavoro flessibili ha fondamentalmente deter-minato un cambiamento sostanziale della “convenzione implicita”che da decenni ha regolato il mercato del lavoro. Riproponendo undiscorso che può ormai sembrare banale e scontato, è opportunosottolineare che prima, quando ancora non esisteva il lavoro a pro-getto, il lavoro era “realmente un progetto”, nel senso che rappre-sentava una prospettiva di carriera a lungo termine per il neoassunto,tale da farlo crescere professionalmente all’interno della stessa im-presa. Al momento dell’ingresso nel mercato del lavoro il lavoratoreera disposto ad accettare una minore retribuzione, avendo comecontropartita la quasi “garanzia” di rimanere a tempo indeterminatonel posto di lavoro e di aumentare la remunerazione nel corso deltempo. In altre parole i lavoratori erano disposti all’inizio di carrieraa ricevere un salario inferiore alla produttività del loro lavoro, al finedi poter averne uno più alto verso il termine, avendo come orizzon-te il graduale miglioramento del tenore di vita; i minori salari pagatiall’inizio della carriera consentivano alle imprese di disporre di mar-gini per l’investimento in formazione, sia formale che informale.Si trattava di una convenzione che, sebbene privilegiasse il criteriodell’anzianità, consentiva la costruzione di rapporti di lavoro basatisu motivazione, incentivo e lealtà.Allo stato attuale per la maggior parte dei nuovi ingressi sul mercatodel lavoro non è più così; dal lato dell’offerta i neoentranti sanno chein una prima fase della carriera lavorativa, tendenzialmente, potran-no essere assunti o con una delle varie forme contrattuali aventi du-rata temporale definita o, nella “peggiore” delle ipotesi con un rap-porto di lavoro a progetto.Nel corso del tempo, parallelamente all’avvento di una sempre mag-giore flessibilità, il legame fra lavoratore e impresa è divenuto sem-pre più debole; per i neoassunti si è accorciato l’orizzonte tempora-le di riferimento e non vi è sicurezza circa la durata del periodo dipermanenza all’interno di una determinata struttura aziendale. Diconseguenza gli assunti con contratti flessibili cercano le opportunitàdi inserimento che possono offrire la remunerazione più elevata e/omaggiori possibilità di permanenza a tempo indeterminato, non es-sendo “soddisfatti” di fermarsi al primo impiego, soprattutto se que-sto offre loro un livello salariale medio e limitate “speranze” di con-ferma.Dal lato della domanda di lavoro, per le imprese il periodo di ap-prendimento del neoassunto a termine rappresenta un costo la cuicopertura è sempre più aleatoria e quindi tenderà ad essere piùbreve che in passato, tendendo così a cercare personale con qualifi-che più elevate, in grado di essere produttivo in minor tempo. Ciò siriverbera su una minore propensione da parte delle imprese ad in-vestire in formazione sui neoassunti, non essendovi la “certezza”circa la loro permanenza e a selezionare personale maggiormentequalificato.

incoming flexibility is no doubtquantitative, rocketing workstatistics. Yet the other side of thecoin reveals that unstable jobs mighttake root relocating to jobs with lowadded value.Empirical evidence has shown howthe passage from a completely stifflabour market to a dualistic labourmarket, characterized by workersprotected by regular contractscounteracted by an increasingnumber of workers hired withtemporary employment contracts,tends to be associated with a“temporary” increase in employmentand a decrease in averageproductivity. “Marginal” reformsdetermined a reduction inemployment’s protection level in turnaffecting employment’s cyclicvolatility but without generatingeffects on the average work demand:in other words, the creation of newjobs dissolves in time without takingroot.The use of flexible employmentcontracts implemented a radicalchange in the “implicit agreement”that has regulated the labour marketfor decades. Without stating theobvious, it is wise to emphasize that,before project work existed, work was“really a project” in the sense that itrepresented long-term careerprospects for hirelings to such anextent that it made them growprofessionally in the same company.On entering the labour market,workers were prepared to accept alower pay, as their jobs were almostguaranteed indefinitely and so was asalary increase in time. In otherwords, at the beginning of theircareers, workers were willing toreceive a lower salary than theirwork productivity in order to earn ahigher salary towards the end withthe prospects of gradually raisingtheir quality of life. Payment ofsmaller salaries at the beginning ofcareers enabled enterprises to investmargins in formal and informaltraining.This agreement not only privilegedthe age criterion but also enabledemployment to be built aroundmotivation, incentives andallegiance. As matters stand, this isno longer the case for the majority ofnewcomers to the labour market.

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Da questo processo che abbiamo tentato di schematizzare ne derivaun’influenza negativa sulla sfera motivazionale del lavoratore che nonha solide ragioni per essere leale e sentirsi legato ad una determina-ta impresa, dando così luogo ad un atteggiamento maggiormenteindividualista. Ciò non influisce neanche positivamente sul livello di com-petenze specifiche, che difficilmente potranno consolidarsi se i lavo-ratori passano da un settore ad un altro e da un’impresa ad un’altra.Andando oltre questa visione eccessivamente negativa, possiamo certoaffermare che i nuovi lavori hanno una valenza maggiormente posi-tiva laddove consentono un arricchimento professionale ed umanodel lavoratore, permettendo la costruzione di un “capitale” sociale eprofessionale, tale da metterlo nelle condizioni di raggiungerel’agognato impiego stabile. È anche vero che comunque in un con-testo di riforma del mercato del lavoro che si snoda lungo la direttri-ce di una maggiore liberalizzazione, le piccole imprese operanti neisistemi locali toscani continuano ad usare modalità di lavoro flessibi-le che incidono maggiormente sui lavoratori standard (flessibilità con-trattuale di orario o lavoro straordinario). I piccoli imprenditori risul-tano essere maggiormente propensi all’attuazione di rapporti di la-voro fiduciari di lungo periodo, basati su un contratto standard a tem-po indeterminato, che spesso costituisce l’evoluzione dei contratti adurata determinata.Al fine di giungere ad una flessibilità realmente sostenibile un aspet-to di primaria importanza è rappresentato dalla necessità di creare,mantenere e sviluppare le competenze lavorative, le quali si alimen-tano con l’esercizio e l’esperienza. Tuttavia non si identificano ne-cessariamente con un elevato titolo di studio, ma si sviluppano acondizione che ne venga fatto uso; a tal fine è opportuno che ancheper i lavoratori flessibili si aprano, all’interno delle imprese, possibili-tà di apprendimento e di mobilità. In tale ottica l’obiettivo di unrecente orientamento teorico, noto come Transitional LabourMarkets (TLM), è quello di giungere ad una flessibilità che sia real-mente sostenibile in termini di sicurezza e di accrescimento di com-petenze che vengono create, mantenute e sviluppate con l’eserci-zio e l’esperienza lavorativa, in cui le istituzioni sociali e le politichedel lavoro sono in grado di garantire un’adeguata “rete” di tutele,rinnovando il contratto sociale sul lavoro ed attenuando la distinzio-ne tra insider e outsider. Questa linea teorica implica uno sforzomolto intenso da parte delle autorità pubbliche nell’erogazione diservizi altamente personalizzati e finalizzati all’integrazione sociale;si tratta di un approccio che cerca di individuare, in base alle mutatecondizioni di mercato, tutele precedentemente garantite dai “mer-cati interni del lavoro” delle imprese fordiste. Tale sostrato teorico,sebbene interessante, allo stato attuale appare difficilmenterealizzabile nella pratica, anche se può essere un utile strumento pervalutare il grado di sostenibilità della condizione di lavoratore flessi-bile rispetto a quella di occupato standard.

From the offer viewpoint, newcomersknow that, in the early stages of theircareers, they could be hired with oneof the various fixed-term contractualforms or, at worst, with a project job.In time, with the increasing offlexibility, the bond between workersand enterprises has weakenedsteadily: for newcomers, the timespan of reference has shortened andnobody knows for certain how longthey will stay in a certain company.Consequently, hirelings with flexiblecontracts search for jobs that canoffer them the highest salaries and/orgreater permanent job possibilitiesas they are not prepared to stop atthe first job, especially if it offersthem an average salary and onlyslight “hopes” of confirmation.From the job application side, forenterprises fixed-term newcomersapprenticeships’ costs are harderand harder to cover. Therefore, theytend to shorten them and search forbetter qualified staff who are capableof being productive in less time. Thismakes enterprises feel less inclinedto invest in training newcomers asthey are never certain how long theywill stay and more inclined to selectbetter qualified staff.The process that we haveendeavoured to schematize hasnegative repercussions on themotivational sphere of workers, wholose their sense of loyalty andallegiance for a company, thusmaking them more individualistic.This does not raise the standard ofspecific expertise that will find ithard to take root if workers passfrom one trade to another and fromone company to another.On a positive note, we can say thatnew jobs are more worthwhile wherethey enable workers’ professionaland human enhancement, enablingsuch share and professional“capital” to be built as to employthem permanently. It is likewise truethat in a labour market reformcontext where there is more and moreliberalisation, small enterprisesoperating in local Tuscan systemscontinue to use flexible workprocedures that affect standardworkers more (flexy time orovertime). Minor entrepreneurs aremore inclined to enter into long-termfiduciary employment, based on

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Intendiamo chiudere riprendendo quanto precisato da GiacomoBecattini in una comunicazione ad un convegno nel 1979; eglidifferenzia tra tipo di lavoro svolto, desiderato e adatto, evidenziandola presenza di scarti fra queste tre tipologie in ogni realtà collettiva.La terza categoria, quella del lavoro adatto, risente maggiormente diun certo grado di oggettività, essendo influenzata dal parere di altrisoggetti, i quali possono ritenere che per certi ruoli un determinatosoggetto può essere inadatto. Secondo Becattini gli scarti che esisto-no fra queste tre categorie esprimono “tensioni che costituiscono ilcombustibile del movimento sociale”; laddove le tensioni riguarda-no decisioni fondamentali come l’abbandono del vecchio lavoro, lascelta di un nuovo lavoro, l’emigrazione all’estero o lo spostamentoin città. Nel modello di Becattini il mercato del lavoro “regolare” ècomposto da soggetti che nella maggioranza si situano in mezzo ri-spetto agli estremi, costituiti da un lato dai lavoratori “bene occupa-ti” e dall’altro dai “disoccupati appagati”. Compresi tra questi duecasi limite vi sono “male – occupati” e disoccupati alla ricerca di undiverso tipo e/o luogo di lavoro.Se applichiamo il ragionamento di Becattini al lavoro atipico, do-vremmo trovare uno scarto notevole fra lavoro svolto e lavoro desi-derato; ciò vale particolarmente in quelle situazioni in cui il lavorosvolto non soddisfa dal punto di vista contrattuale, rendendo la posi-zione precaria, così come anche in quelle situazioni in cui l’attivitàsvolta non ha niente a che vedere con quella desiderata, ma è soloun modo per poter arrivare ad un impiego a tempo indeterminatoin un altro settore. Comunque quando l’impiego del lavoro atipico èfinalizzato ad una stabilizzazione all’interno dell’impresa vi può es-sere coincidenza fra lavoro svolto e desiderato da parte del lavorato-re, dal momento che pur di svolgere il lavoro che più piace si puòessere disposti anche ad un periodo di precariato.L’aspetto maggiormente preoccupante dell’attuale fase di transizio-ne verso un mercato del lavoro maggiormente flessibile riguarda lapossibilità di generare squilibri futuri tali da poter aumentare il pesodi un sistema “duale” all’interno del mercato del lavoro regionale edi quelli locali. In tal modo è prefigurabile una trasformazione dellacomposizione sociale del lavoro, secondo un indirizzo tendenzial-mente “dualistico”, la cui solidità è incerta, e che potrebbe determi-nare l’eventuale insorgere di aree di marginalità sociale connesse adun possibile peggioramento delle condizioni di lavoro. Comunquecon la finanziaria 2007 e l’approvazione del Protocollo di luglio 20073

su previdenza, lavoro e competitività emerge un orientamento, daparte dei responsabili delle politiche economiche, che lascia apertispiragli verso scenari meno preoccupanti, in quanto si è cercato diprivilegiare la stabilizzazione dei precari e il tempo indeterminato,nonché di introdurre un “leggero” miglioramento delle tutele deilavoratori precari, anche se l’impianto di base della legge 30 risultasostanzialmente inalterato.

standard temporary employmentcontracts that often turn intopermanent employment contracts.

In order to achieve really sustainableflexibility, it is essential to create,maintain and develop proficiency,which is fuelled by practice andexperience. However, it is notnecessarily identified by a higheducational qualification butdevelops on condition that they areused. For this purpose, flexibleworkers must have a chance to learnand move in companies. In this light,recent theory about TransitionalLabour Markets (TLM) aims atachieving flexibility that is actuallysustainable in terms of safety and thegrowth of proficiency that is created,maintained and developed withpractice and work experience, inwhich welfare institutions and workpolicies are capable of guaranteeingan adequate safety “network” byrenewing welfare labour contractsand decreasing the distinctionbetween insiders and outsiders. Thistheoretical line implies a huge efforton the part of public authorities torender highly customised servicesaimed at social integration. It is anapproach that strives to individuate,according to changed marketconditions, safety nets that werepreviously guaranteed by the“internal labour markets” of Ford-style up-to-standard companies.Albeit interesting, this theoreticalsubstratum appears to be hard to putinto practice, even though it could beinstrumental to assessing the degreeof sustainability of flexy-time workersas compared to standard employees.We intend to close by going back towhat Giacomo Becattini specified inhis speech at a meeting in 1979: hedifferentiates between the type ofwork done, desired and suitable,highlighting the existence of gapsbetween these three typologies in allcommunities. The third category,suitable work, is more objective as it isinfluenced by the opinion of otherparticipants, who can express theiropinions about an individual beingunsuited to certain roles. Accordingto Becattini, the gaps between thesethree categories express “tensionsthat fuel social movement”, wheretensions concern fundamental

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decisions such as abandoning an oldjob, choosing a new job, emigrationabroad or relocating to other towns.In Becattini’s model, the “regular”labour market consists of middle-of-the-road subjects: on the one hand“well employed” workers and, on theother, “the happily unemployed”. Inbetween these two borderline casesare the “ill-employed” and theunemployed in search of a differenttype and/or place of employment.If we apply Becattini’s reasoning toatypical work, we find a huge gapbetween work done and desiredwork. This applies in particular tosituations in which work done isdissatisfactory contractually, makingpositions precarious, just likesituations in which work done hasnothing to do with desired work butis just a way of achieving permanentemployment in another trade.Anyway, when atypical work is usedto stabilize a company internally,there can be coincidence betweenwork done and desired work on thepart of workers as, in order to dotheir favourite work, they are alsoprepared to tackle an unstable workperiod.The most worrying aspect of thecurrent transitional stage towards amore flexible labour market is thepossibility of generating such futureunbalances that the weight of a“dual” system in the regional labourmarket and in local markets isincreased. In this way,transformation of work’s socialcomposition can be prefigured,according to a “dualistic” guideline,whose soundness is uncertain, andthat could generate social drop-outareas jeopardised by workingconditions. Anyway, the 2007financial law and the approval of theJuly 2007 agreement3 on socialsecurity, work and competitivenesstrigger off an attitude in heads ofeconomic policies, which leave ussome hope as we tried to privilegethe stabilization of unstable jobbersand temporary workers and introdu-ce a “slight” improvement inunstable jobbers, even though thebasic plan of law 30 stays basicallythe same.

Alcuni riferimenti bibliografici

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ARTI & MERCATURE124Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Notes:1) Data from the Excelsior survey conductedby national Unioncamere and by theMinistry of Labour show a high rotationaldegree in national job opportunities, typifiedby a net increase of incoming flows(+20.7%) and in outgoing flows (+26.8%),thus generating a rather high employmentturnover (47.4%); this seems to be aconsequence of the increase in flexible workrelations that tend to be correlated to ahigher turnover.2) For which a coordinated, continuativejoint venture contract (that became projectwork in the private sector) is the main sourceof income because of its exclusiverelationship with customers.3) With the 2007 financial law, legislatorsendeavoured to foster temporary workthrough an incentives system that tries toreduce – or at least decrease – flexy-timeworkers’ degree of precariousness. Withreference to the labour market, the 2007agreement reorganised employmentincentives (fostering the hiring of women,youngsters and workers over 50), shook upapprenticeship, amended fixed-termcontracts (to avoid abuse), cancelled callwork and staff leasing and envisaged thepart time reform (devising a commonlegislative text between private individualsand the public administration). As forproject jobs, action is being taken to preventlegislation from eluding to contracting-outlegislation.

Note:

1) I dati dell’indagine Excelsior condotta da Unioncamere nazionale e dal Ministerodel Lavoro mostrano un maggior grado di rotazione sul mercato del lavoro nazionale, ilquale si è caratterizzato per un netto incremento tanto dei flussi in entrata (+20,7%)quanto di quelli in uscita (+26,8%), generando così un turnover occupazionale piuttostoelevato (47,4%); ciò sembrerebbe rappresentare proprio una conseguenzadell’incremento dei rapporti di lavoro flessibili che tendono ad essere correlati ad unturnover occupazionale maggiormente sostenuto.

2) Per i quali il contratto di collaborazione coordinata e continuativa (divenuto lavoroa progetto nel comparto privato) è la fonte principale di reddito, avendo con ilcommittente un rapporto sostanzialmente di esclusività.

3) Con la finanziaria 2007 il legislatore ha cercato di favorire il lavoro a tempoindeterminato tramite un sistema di incentivi che cerca di ridurre, o perlomeno diattenuare, il grado di precarietà dei lavoratori flessibili. Il protocollo di luglio 2007,con riferimento al mercato del lavoro, ha riguardato: la riorganizzazione degli incentivioccupazionali (favorire l’assunzione di donne, giovani e lavoratori over 50), il riordinodell’apprendistato, una serie di correttivi al contratto a termine (al fine di evitarne gliabusi), la cancellazione del lavoro a chiamata e dello staff leasing (affitto di manodoperaa tempo indeterminato), la previsione della riforma del part time (arrivando adelaborare un testo normativo comune tra privati e pubblica amministrazione), in temadi lavoro a progetto sono previste azioni di contrasto alla elusione della normativa sullavoro subordinato.

Bibliographical references

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Becattini G., “Sopra alcune difficoltà nell’applicazione del concetto di mercato alla fenomenologia del lavoro”, in Atti della ta-vola rotonda su il mercato del lavoro nel mezzogiorno d’Italia, Bari, 20-21 April 1979.

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Bortolotti F. (by), Indagine conoscitiva sul lavoro in Toscana: composizione ed organizzazione, Regione Toscana - ServizioLavoro, Florence, October 2006, under publication.

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I RAPPORTI POSSIBILI TRA ARTE ED ECONOMIA

Matrimoniod’interesse

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127Tutelare e preservare il patrimonio artistico, certo,ma anche valorizzarlo e promuoverlo:tanto si richiede oggi ai soprintendenti e ai direttori dei musei statali, dopo che una seriedi nuove norme (come la celebre legge Ronchey del 1994) ha ampliato i loro oneri e onori.Nel 2001 si è giunti perfino alla creazione di alcune “Soprintendenze speciali per i poli museali”(a Firenze, Roma, Venezia, Napoli) che hanno responsabilità sui principali musei del Paesee godono di “autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa e contabile” (mentre la gestionee i costi del personale sono ancora di competenza del Ministero a Roma);gli introiti, anche da biglietteria, rimangono a livello locale e vengono utilizzati dal “polo”per autofinanziarsi, e il “polo” stesso redige un suo bilancio, quasi fosse un’azienda autonoma.

DANIELE LIBERANOME

Giornalista

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A ben guardare, poi, i gestori del patrimonio pubblico sono caricatidi responsabilità ancora maggiori di un qualsiasi manager d’azienda,poiché la loro attività è centrale per lo sviluppo del settore turistico,il quale a sua volta costituisce un motore fondamentale per l’econo-mia di numerose e ampie aree del paese. E qui i segnali di allarme sivanno moltiplicando. L’Italia, nonostante un notevole 2006, è stataormai stabilmente superata dalla Cina negli arrivi di turisti (vedasi inproposito le inequivocabili statistiche del World Turism Organisation),e il 2007 non promette alcun scatto in avanti. L’intero settore paredipendere sempre più dal turismo d’arte, dove l’Italia, il Belpaese,può vantare ancora un’offerta unica, tanto è vero che gli ingressi neimusei statali sono cresciuti del 17% negli ultimi 5 anni. Molto, manon abbastanza. Con la sola eccezione dei Musei Vaticani (tecnica-mente non in Italia), il divario con le principali istituzioni a livellointernazionale è davvero notevole: nel 2006 il complesso con laCappella Sistina è stato ammirato da 4,2 milioni di visitatori, ma ilLouvre da ben 6,7 milioni, quasi 6 volte più degli Uffizi. Oltretutto,

MARRYING FOR MONEYPossible relations between artand economicsBy Daniele Liberanome

Safeguarding and preserving our artheritage is essential but it also needsvalorising and promoting: this iswhat is required nowadays of statemuseums’ superintendents anddirectors, after a series of new laws(like the famous Ronchey law in1994) extended their burdens andhonours. In 2001 “Special museumcentre services” were created (inFlorence, Rome, Venice and Naples)to take responsibility for the country’sleading museums and benefit from“scientific, financial, organisationaland accounting independence”(while staff management and costsstill lie within the competence of theMinistry in Rome). Receipts, also

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non va dimenticato che le visite si concentrano da noi in un numerolimitato di istituzioni, per cui 1 biglietto su 5 è staccato dai primi 15musei della graduatoria, mentre il resto è frammentato fra centinaiadi altre.Certo è che nel far fronte alle loro nuove, gravose responsabilità,Direttori e Soprintendenti si trovano ad affrontare numerosi ostacoli,a partire dalla storia, per quanto possa sembrare strano. I nostri mu-sei, specie i maggiori, sono figli di una concezione nata in periodorinascimentale e per quei tempi assolutamente avanzata, ma cheoggi può essere di peso. Il termine stesso di “museo”, di evidentereminescenza ellenistica, fu riutilizzato per primo in un senso vicinoa quello corrente, da Lorenzo il Magnifico per definire il luogo in cuiesporre, tutelare e mostrare agli ospiti la propria collezione di codicie di capolavori artistici. E la prima collezione d’arte aperta al pubbli-co venne pensata e realizzata da Sisto IV, che nel 1471 donò al po-polo romano tutte le opere d’arte contenute nel Campidoglio, per-ché divenissero tesoro della collettività. Fu certo grazie alla visione

from ticket offices, stay on the spotand are used by “centres” to financethemselves and “centres” themselvesdraws up their own balance sheets,almost as though they wereindependent companies. At a closerlook, the keepers of our publicheritage are loaded with evengreater responsibility than anycompany manager because theiractivity is essential to our touristdevelopment, which in turn drivesthe economy in numerous, extendedareas in the country. Here alarmsignals are mushrooming. Despite agood 2006, Italy has beensuperseded by China in touristarrivals (see undisputable WorldTourism Organisation statistics inthis connection) and 2007 is notpromising. The whole trade seems todepend more and more on arttourism where Italy can still boast aunique offer. In fact, state museum

La sala del David di Donatelloal Museo Nazionale del Bargello.

Nelle pagine precedenti:esterno ed interno della

Galleria degli Uffizi.

The David by Donatello roomin the National Bargello Museum.

On the previous pages: outsideand inside the Uffizi

Gallery.

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di alcune grandi famiglie italiane che il nostro patrimonio artistico,ormai musealizzato, non andò del tutto disperso soprattutto nell’Ot-tocento, negli anni dell’emarginazione e dell’impoverimento delnostro paese e dei suoi maggiori casati. Era il periodo in cui, adesempio, si costituì la grande pinacoteca di Monaco di Baviera ac-quisendo in toto le collezioni degli Albani, dei Braschi e dei Barberinio il Sig. Jacquemard, borghese benestante francese, fu in grado diportare nella propria villa di Parigi (oggi imperdibile attrazione turi-stica) tanti Botticelli, Paolo Uccello e capolavori di altri grandi mae-stri da riempirne il piano nobile.Numerosi musei italiani, insomma, sono nati attorno alla collezionedi una famiglia o piuttosto di un capostipite di particolare successo,per cui le opere esposte hanno una loro coerenza e un forte rappor-to con il luogo in cui sono collocate. Ma proprio per questo attraggo-no solamente il pubblico degli amanti di un ben definito genere diarte; non propongono, diremmo, un’offerta diversificata, tale da sod-disfare gli interessi più disparati. Gli Uffizi sono figli del gusto dellafamiglia dei Medici e non sono il Louvre, nato assai più tardi conl’idea di ospitare gli oggetti più disparati raccolti da una miriade dicollezionisti o dallo Stato stesso; i fatti ci dicono che oggi questaseconda scelta appare vincente.Esiste poi un’aggravante di non poco conto: il particolare genere diarte esposta in gran parte dei nostri musei pare attrarre sempre menoil pubblico. Difatti, sostiene Sonia Farsetti, che dirige l’omonima casad’aste e presiede l’organismo delle case d’asta nazionali, “il gustonegli ultimi decenni è cambiato. Dal punto di vista del mercato, l’ar-te moderna e contemporanea ha un gradimento decisamente mag-giore di quella pre-ottocentesca, una volta ben più quotata. Il pro-gressivo spostamento di interesse pare costante, non conoscere bat-tute d’arresto”. E come se non bastasse, aggiunge un’altra importan-te osservazione: “Una delle ragioni di questa flessione è che la mag-gior parte delle opere disponibili sono di soggetto religioso, che sulmercato è ben poco richiesto. Le tematiche “laiche” sono più ricer-cate, ma sono ben più rare”, perché, aggiungiamo, così si dipingevauna volta. E difatti, le sale dei nostri musei sono ricche di capolavoria tematica sacra che, dall’osservatorio del mercato dell’arte, paionosempre meno attraenti. Vi sono, e lo diciamo con dispiacere, datioggettivi che corroborano le parole di Sonia Farsetti. Confrontiamol’andamento del mercato dell’arte moderna con quello dell’arte an-tica, avvalendoci delle analisi di Art Investments, società milanesespecializzata nel settore che possiede una ampia banca dati di risul-tati delle aste d’arte. Ebbene, basta uno sguardo ai dati per rendersiconto che l’arte pre-ottocentesca è cresciuta di valore solo del 24%in 15 anni, ossia di un assai poco invitante 1,5% all’annuo, che sa-rebbe stato assai più basso, a livelli deprimenti, se non ci fosse statoun ottimo 2006, sospinto dall’andamento al galoppo del resto delmercato e da alcune vendite importanti. Senza considerare che laliquidità di questo settore, ossia il confronto fra opere offerte in asta

entries grew by 17% in the past 5years which is quite a feat but notenough. With the sole exception ofthe Vatican Museums (technically notin Italy), the gap with leadinginternational institutions isconsiderable: in 2006 the SistineChapel complex was admired by 4.2million visitors yet the Louvre by 6.7million, almost 6 times more than theUffizi. Above all, it must not beforgotten that visits are concentratedin Italy to a limited number ofinstitutions so that 1 ticket out of 5 issold by the top 15 museums while therest is split up amongst hundreds ofothers.In tackling their new, onerousresponsibilities, Directors andSuperintendents have to overcomenumerous obstacles, starting fromhistory, strange as it may seem. Ourmuseums, especially our major ones,are the offspring of Renaissanceconception, which was highlyadvanced for those times but could

Alla fine dell’800 l’antiquario Sergio Bardiniacquistò e ristrutturò un complesso di edificidegradati, fra i quali una chiesa del sec. XIII, aridosso del Lungarno Serristori, vicino al Ponte alleGrazie. Nel nuovo palazzo, la cui facciata in stiletardo-rinascimentale è essa stessa parzialmenterealizzata con elementi architettonici di recupero,Bardini ospitò una vastissima ed eterogenearaccolta di pezzi d’arte e d’antiquariato facendoneun museo. Alla sua morte, per sua volontà,l’edificio e tutto il suo contenuto furono donati alComune di Firenze.

At the end of the 19th century, the antique dealerSergio Bardini purchased and renovated a complexof deteriorated buildings, including a 13th centurychurch, at the back of Lungarno Serristori close toPonte alle Grazie. Bardini turned the new palace,whose late Renaissance-style façade is partiallybuilt with salvaged building constituents, into ahuge, heterogeneous museum featuring artworkand antiques. He left the building and its entirecontents to the Town of Florence.

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e poi effettivamente vendute, è di media al di sotto del 60%, comea dire che la platea dei collezionisti non è ampia, a maggior ragionese consideriamo che il numero di aste di arte pre-Ottocentesca è incontinua diminuzione. Aggiungiamo, infine, che nel 2006 il MuseoVan Gogh di Amsterdam ha superato in visitatori perfino gli Uffizi.Sono dati che non incoraggiano.Bisogna aggiungere che un gran numero di nostri musei (inclusi imaggiori) hanno sede in splendidi, antichi palazzi, talvolta coevi oquasi con il nocciolo duro delle opere esposte. Chi può mettere indubbio la bellezza del palazzo vasariano degli Uffizi e l’opportunitàdi mantenerlo come sede espositiva? Eppure, sappiamo altrettantobene, come una struttura agli antipodi di quella fiorentina, ilGuggenheim di Bilbao progettato da Foster, sia all’origine di un suc-cesso senza precedenti e funga da polo di attrazione apparentementepiù potente. Non solo, ma non soffre per tutti i vincoli in termini disicurezza come i nostri antichi palazzi, né per tutte le loro barrierearchitettoniche (scale, in primis) e può ospitare un numero assai piùvasto di visitatori, senza costringerli a estenuanti code all’esterno. InItalia si rendono spesso necessarie opere di ristrutturazione di vastaportata, ed è inutile qui aggiungersi al coro dei lamenti per le incre-dibili lentezze della macchina governativa italiana in merito. Le pren-diamo più o meno come un dato di fatto, contro cui però combatte-re.

carry weight today. The term“museum”, evidently reminiscent ofthe Hellenistic Age, was initiallyreused in a sense close to its currentmeaning by Lorenzo the Magnificentto define a venue in which to display,safeguard and show one’s owncollection of codes and masterpiecesof art to guests. The first artcollection open to the public wasconceived and created by Sixtus IVwho, in 1471, handed over all worksof art contained in the Capitol to theRomans so that they could becomethe community’s treasure. Thanks tothe vision of great Italian familiesour art heritage, now housed inmuseums, was not completelydispersed abroad when our countryand its leading families were cast outand impoverished. For instance, atthe time, the great picture gallery inMunich in Bavaria was formed byacquiring all the collections of theAlbani, Braschi and Barberini andMr. Jacquemard, a well-to-do Frenchbourgeois gentleman, was capable oftaking to his villa in Paris (now anumber-one tourist attraction)enough paintings by Botticelli,Paolo Uccello and great masters tofill his master floor.

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Come riuscire quindi a far quadrare i conti, ad attrarre l’interesse, ivisitatori italiani e stranieri che costituiscono carburante indispensa-bile per la nostra economia? Come reperire quelle risorse in più chepermettano di svolgere le necessarie attività di restauro e diammodernamento sempre procrastinate?La strada apparentemente più agevole è quella di organizzare mo-stre adeguatamente pubblicizzate. I benefici per il museo paionoconsiderevoli: tanto per cominciare un miglioramento dell’immagi-ne (più frizzante), quindi un forte polo di attrazione per nuovi visita-tori, che altrimenti avrebbero preso altre strade (ad esempio perchégià il museo l’hanno visto), e per finire la valorizzazione del propriopatrimonio, la riscoperta di nuovi capolavori, che costituisce unavera ricaduta positiva di lungo periodo.

In other words, numerous Italianmuseums were created around afamily’s collection or a particularlysuccessful family founder so thatdisplayed works are consistent andrelate strongly to their venues. Thatis why they only attract lovers of awell defined kind of art. Let us saythat they do not propose a diversifiedenough offer to satisfy a wide varietyof interests. The Uffizi are the Medicifamily’s offspring and not the Louvre,which came into being later to housea wide variety of items retrieved by amyriad of collectors or by the Stateitself. Facts speak for themselves andnowadays the latter choice seems tobe winning.There is a major aggravatingcircumstance: the particular kind ofart exhibited in a large number of our

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Ma le strade più brevi non sono necessariamente le più semplici.Innanzitutto le mostre richiedono di per sé un nuovo, gravoso, im-pegno economico che il museo spesso non è in grado di sopportare.Bisogna essere in grado di raccogliere proventi straordinari(sponsorizzazioni ad hoc ad esempio): un’attività lunga e complessache richiede conoscenze e know how che difficilmente troviamonelle nostre istituzioni. Senza dimenticare le problematiche logistichelegate, ad esempio, all’assicurazione delle opere. “Stiamo assistendoin campo assicurativo a una proliferazione di norme a livello inter-nazionale diverse fra un paese e l’altro”, fa presente RobertoBargnani, CEO di Axa-Art Italia, la maggiore compagnia di assicura-zione specializzata in arte che agisce nel nostro paese. “Sarebbequindi necessario che personale addetto non fosse solo in grado diconoscere approfonditamente una serie di lingue, ma anche di com-prendere e interpretare il testo normativo seguendone poi le conti-nue innovazioni”. Un’attività decisamente complessa che infatti Axa-Art svolge per conto dei musei che abbiano stipulato un’appositaconvenzione.E poi, si è davvero certi che, grazie alle mostre, il museo veda cre-scere il numero di visitatori? Perché quelle di maggior richiamo ven-gono spesso organizzate in ambienti espositivi esterni e talvolta di-stanti (scelta obbligata data le strutture a disposizione, belle ma pic-cole), e con una biglietteria separata, per cui il ritorno immediato èscarso per il museo seppur significativo per le città.Così, spesso si finisce per organizzare esposizioni di piccola entità,proprio nei locali stessi del museo o nelle immediate adiacenze, senzala necessità di massicci e costosi aiuti esterni. Pensiamo, ad esempio,alla serie di mostre dei capolavori degli scantinati degli Uffizi, orga-nizzate proprio nei locali di fronte all’entrata, o il viaggio alla scoper-ta delle origini di Piero della Francesca a Milano. Iniziative interes-santi, ma rivolte per lo più ai veri amanti e conoscitori dell’arte, nonal vasto pubblico.E allora? Le mostre temporanee rappresentano senza dubbio un tas-sello importante per una politica di rilancio, anzi ne possono costitu-ire il volano, ma vanno concepite in ottica innovativa, con strumentiinnovativi, avendo chiaramente presente la realtà del settore. Sonofunzionali particolarmente alla terza fase di sviluppo del museo, alsogno nel cassetto, su cui ci soffermeremo più tardi.

museums seems to attract the publicless and less. In fact, Sonia Farsetti,who directs the homonymous auctionhouse and presides over the nationalauction house organisation,maintains that “in recent years tastehas changed. From the marketviewpoint, modern andcontemporary art have far moreappeal than pre-nineteenth centuryart, which was once much morehighly valued. Interest isprogressively moving in thatdirection”. And, as though that werenot enough, she goes on to say, “Oneof the reasons for this downswing isthat the majority of available worksare religious and religious art haslittle market appeal. “Laic” themesare more sought after but they aremuch rarer”, because that was howpaintings were done once upon atime. In fact, our museum halls arerich in religious masterpieces which,from the art market viewpoint, seemto be less attractive. Unfortunately,objective data corroborates SoniaFarsetti’s words. We compare themodern art market’s trend to that ofold art, using the survey of ArtInvestments, a Milanese companyspecialized in the trade with a largedata bank containing art auctionresults. Just a glimpse at data makesus realize that pre-nineteenthcentury art has grown in value by24% in 15 years, i.e. a mere 1.5% perannum, which would be depressinglylow if we had not had an excellent2006, boosted by the rest of themarket’s galloping trend and bysome major sales.Without considering that liquidity inthis trade, i.e. the comparisonbetween auctioned works that werethen actually sold, is on averageunder 60%, as though there is not alarge number of collectors,especially considering that thenumber of pre-nineteenth centuryauctions is steadily declining.Lastly, in 2006 the Van GoghMuseum in Amsterdam had an evenlarge number of visitors than theUffizi, which is hardly encouraging.Moreover, a large number of ourmuseums (including leadingmuseums) are housed in magnificent,old palaces, sometimes contemporaryor almost contemporary with thecore of works on display. Who candoubt the beauty of the Uffizi’s

Nella pagina precedente:Il bellissimo ed elegante cortile di Palazzo Strozzi, una delle “location” fiorentinepiù prestigiose come sede di mostre ed importanti eventi culturali.

On the previous page:Palazzo Strozzi’s magnificent, elegant courtyard: one of Florence’s most prestigiousvenues for exhibitions and major cultural events.

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Per muovere i primi passi nel terreno di una gestione in nuovo stile,è necessario definire un piano di respiro pluriennale e integrato conaltre strutture italiane ed estere. Il punto di partenza è ciò che lospecifico museo è e ciò che vuole essere, soprattutto rispetto al pro-prio pubblico e all’immagine che vuole trasmettere. In questo sensobisogna insistere sui caratteri distintivi della singola istituzione (cosìcome richiede un interessante documento preparato dal Ministerodei Beni culturali nel 2001, i “Criteri tecnico-scientifici e standardper i musei”): gli Uffizi non possono e non devono essere concepiticome una Pinacoteca di Brera o come un Museo di Capodimonte,con la sola differenza di trovarsi a Firenze, soprattutto perché attual-mente il visitatore medio li considera intrinsecamente simili. Né imusei di minori dimensioni devono viversi come una specie di pa-rente povero di quelli più grandi, simili a loro ma con un numerominore di opere. L’elaborazione di una strategia propria del museodeve prendere avvio dalla realtà, non solo da ciò che si trova nellesale ma anche dal tipico profilo del visitatore, con l’obiettivo di rita-gliarsi uno spazio originale nel contesto cittadino, regionale e quan-to meno nazionale.Una volta completato questo esercizio, diventa più chiara ed effica-ce la politica da adottare per il fund raising, per la ricerca di sponsoriz-zazione e la raccolta di fondi da privati, linfa vitale di ogni attività disviluppo. Difatti, se da un lato l’interesse da parte di aziende medio-grandi a investire nell’arte come forma di promozione è in chiaroaumento, dall’altro è diffusa la convinzione che le sponsorizzazionidevono essere mirate al cliente target di riferimento, inserite in unapolitica di lungo periodo e supportate da servizi ad hoc (aperturespeciali per l’azienda, ad esempio).

Vasarian palace and the chance tokeep it as showrooms. Yet we are fullyaware how a facility completelyopposite to the Florentine museum,Guggenheim in Bilbao designed byFoster, is having unprecedentedsuccess and apparently acts as a morepowerful centre of attraction.Furthermore, it does not suffer fromall safety constraints like our oldpalaces nor from all architecturalbarriers (primarily stairs) and canhouse a much larger number ofvisitors, without forcing them toqueue up endlessly outside. In Italy,often large-scale renovation isrequired and it is futile complainingabout the Italian government’sincredible sluggishness but we knowwhat we are up against.Therefore, how are we going tobalance accounts and attract interestand Italian and foreign visitors to fuelour economy? How are we going tofind extra resources that enable us torestore and modernise instead ofprocrastinating?The easiest way is to organiseadequately publicized exhibitions.Museums benefit considerably: justfor a start, their image is enhancedand becomes more sparkling thusattracting new visitors, whootherwise would have gone elsewhere(because they had already seen themuseum perhaps) and, to conclude,

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La Fondazione Guggenheim, struttura guida in questo ambito, puòoggi contare su alcuni rapporti strettissimi a livello internazionale chele hanno portato benefici considerevoli, ma che sono nati svariatianni addietro ma: il nuovo Guggenheim di Berlino è frutto dellacollaborazione con Deutsche Bank, la quale mette a disposizione lasede e copre le spese di gestione, mentre il Guggenheim si occupadella gestione e dell’organizzazione di mostre. In Italia, ormai dadiversi anni è attivo l’Intrapresae Guggenheim, un “club” di aziendeche contribuiscono con una quota annuale alla gestione della colle-zione Peggy Guggenheim di Venezia e in cambio ricevono vantaggie benefici, il tutto in ottica pluriennale. Niente a che vedere con letradizionali formule delle sponsorizzazioni, ricercate evento perevento ed erogate da aziende legate al settore pubblico e quindi inqualche misura obbligate a contribuire, o comunque a fronte dellapubblicazione di un piccolo marchio a margine del materiale divul-gativo.In un’ottica di lavoro pluriennale è poi possibile sviluppare con effi-cacia i club degli amici del museo che esistono più o meno ovun-que, ma che in assenza di un rapporto serrato con la direzione del-l’istituzione e in assenza di attività mirate e continue, diventano cir-coli assai poco attivi, incapaci di ampliare il circuito degli iscritti e diportare risorse economiche al museo.Una volta definita poi la strategia del museo, è opportuno creare unarete di rapporti di collaborazione, stabili nel tempo, con istituzioninazionali e estere con vocazione simile. Non è un caso che nei giàcitati “Criteri tecnico-scientifici e standard per i musei” si sottolineala necessità di mettere a punto un sistema di valutazione dell’assettoeconomico che permetta di confrontare la gestione propria con quelladelle istituzioni estere.“I vantaggi garantiti dall’esistenza della rete toccano i campi più sva-riati inclusi quelli economici” afferma Alexia Boro, responsabile del-le Relazioni Esterne della Fondazione Peggy Guggenheim di Vene-zia. Va sottolineato che la Fondazione Guggenheim oggi costituisceun circuito di musei, conta su cinque strutture (New York, Venezia,Berlino, Bilbao, Las Vegas) e sta lavorando alla sesta, la più vasta ditutte, ad Abu Dhabi su un’isola riscattata dal mare. Un’espansionefrutto soprattutto dell’ultimo decennio. “Organizziamo talvolta gran-di mostre itineranti, i cui costi vengono suddivisi fra le varie sedi, eanche per il programma autonomo di ogni sede,alcuni servizi, specie nel settore degli acquisti, sonocentralizzati in modo da ridurre i costi dei fornitorie del personale”. Già, perché l’idea di base non èdi presentare in diversi sedi la stessa proposta cul-turale e quindi creare musei sostanzialmente iden-tici ma dislocati in paesi diversi. “Ciascuna dellerealtà deve invece essere ben legata al proprio ter-ritorio e contare quindi su una propria specificaidentità”.

Disegno per il Museo Guggenheim ad AbuDhabi, di Frank Gehry, lo stesso architettoche ha progettato il Guggenheim di Bilbao.

Design for the Guggenheim Museum in AbuDhabi, by Frank Gehry, the architect who alsoplanned the Guggenheim Museum in Bilbao.

valorising their own heritage andthe revival of new masterpieces,which is a very positive long-termrepercussion.Yet the shortest roads are notnecessarily the simplest. Firstly,exhibitions in themselvesrequire new funds that museums areoften incapable of granting. It isnecessary to be able to retrieveextraordinary proceeds (ad hocsponsorships for instance), which arelaborious and require knowledgeand know how that are hard to findin new institutions. Withoutforgetting logistic problems linked,for instance, to works’ insurance.“Insurance-wise, we are witnessingan international proliferation oflaws that differ from one country toanother”, says Roberto Bargnani,CEO of Axa-Art Italia, the largestinsurance company specialized in artin our country. “Therefore, staff mustnot just know a series of languagesin depth but must also understandand interpret laws and follow theircontinual amendments”. A verycomplex activity that Axa-Art carriedout on behalf of museums thatentered into a special agreement.Furthermore, are we certain thatexhibitions act as a draw card formuseums? Because the mostattractive exhibitions are oftenorganised in outside show groundsthat are sometimes distant (which iscompulsory as available facilitiesare stunning yet small) and with aseparate ticket-office so that theimmediate return is poor for the

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Ad esempio, nella costruzione della collezione di Bilbao, particolareattenzione è stata posta all’arte contemporanea spagnola e basca. Equindi un’altra importante ricaduta positiva: “Fra i direttori delGuggenheim esiste un continuo scambio di informazioni, che per-mette di consolidare un know how forte e orientato al mercato”.L’osmosi delle idee, se avviene a un livello profondo, può risultareinfatti un fattore critico di successo ovunque: si consideri che inparticolare la Peggy Guggenheim Foundation di Venezia, in praticasi autofinanzia quasi del tutto con il 50% quasi degli introiti prove-nienti dalla biglietteria, grazie ad approcci sviluppati in parte altro-ve. E poi, continua Alexia Boro “collaboriamo anche con altri musei,tanto è vero che a Las Vegas è stato inaugurato nel 2001 ilGuggenheim Hermitage Museum”. Una lezione interessante, spe-cie in vita del sogno del cassetto che vedremo in seguito.Sulla base di una chiara visione degli obiettivi del museo, è possibilecorrettamente strutturare i vari servizi collaterali, a partire da quellididattici (su cui, manco a dirlo, si insiste nei “Criteri tecnico-scienti-fici e standard per i musei”). Un caso interessante in proposito è ilCentro Pecci di Prato dove “Il Dipartimento Educazione ha inaugu-rato la propria attività nel giugno 1988, con un’animazione svolta daBruno Munari, che ha introdotto la sua originale metodologia “Gio-care con l’arte”, sottolinea Valdemaro Beccaglia, Presidente del Cen-tro. Era stato cioè invitato, pressochè in concomitanza con l’inaugu-razione del Centro, un artista-designer di notevole calibro il cui la-voro continua a caratterizzare fortemente i servizi educativi offerti aPrato e conferisce loro un importante spessore culturale. Con que-sto, particolare, approccio vengono sviluppate attività, che includo-no “visite guidate alle mostre e alle opere in collezione, cicli di con-ferenze e incontri d’approfondimento, una vasta gamma di labora-tori didattici” continua Beccaglia. Altro aspetto specifico del casopratese, figlio della scelta strategica iniziale e del forte coinvolgimentodel Comune nel Centro Pecci che pur resta un’azienda privata, èche i servizi educativi “fungono da trait d’union con il mondo dellascuola e con la città”.

museum yet significant for the city.Consequently, minor exhibitions areoften organised on the museum’spremises or in the vicinity withoutneeding huge, costly outside aid. Weare thinking, for instance, of theseries of exhibitions of masterpiecesin the Uffizi basements, organised onthe premises in front of the entrance,or the trip to discover Piero dellaFrancesca’s origins in Milan.Interesting initiatives yet targetingreal art lovers and connoisseurs andnot at the public at large.So what is the solution? Temporaryexhibitions are no doubt a mainstayin a relaunch policy. In fact, they canact as its driving force but they mustbe conceived innovatively with aclear idea of the trade. They areparticularly practical during themuseum’s third development stage,unfulfilled dreams, on which we shalldwell later.In order to approach a new stylemanagement, it is necessary to definea plurennial far-reaching planintegrated with other Italian andforeign facilities. The starting pointis that the specific museum exists andis what it wants to be, especially withregard to its public and to the imagethat it wants to transmit. In thissense, it is necessary to insist onsingle institutions’ peculiarities (asrequested by an interesting documentprepared by the cultural heritageministry in 2001, “Technical-scientific criteria and standards formuseums”): the Uffizi cannot andmust not be conceived as a BreraPicture Gallery or CapodimonteMuseum with the sole difference thatit is in Florence, especially as

Sotto: il Museo Pecci a Prato.A destra: una scolaresca in visita a Firenze

Below: the Pecci Museum in PratoTo the right: a schoolgirl visiting Florence

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Diverso è l’approccio alla Collezione Peggy Guggenheim: il Kid’sDay per ragazzi è organizzata di domenica, senza il coinvolgimentodelle scuole e puntando a rivolgersi direttamente alle famiglie so-prattutto quelle dei visitatori stranieri. Poi, visto che l’obiettivo è didiffondere la conoscenza dell’arte contemporanea, si lavora a unlivello più specializzato con la “A Scuola di Guggenheim”, pensatoper studenti e docenti, con l’obiettivo di creare con loro itinerarieducativi sull’arte del XX secolo. E poi esiste l’”Internship”, un siste-ma di stage internazionale (nuovo vantaggio della rete!) che porta aVenezia studenti desiderosi di apprendere da vicino il funzionamentodi un museo che si occupano a rotazione dei vari uffici e attività.Questi casi dimostrano, nella loro diversità, che i servizi educativi,ben integrati nella logica strategica del museo, portano a notevoliritorni perfino in campo meramente economico. A Prato, e sonoparole di Beccaglia, oltre ad autofinanziarsi (spese di personale esclu-se) i servizi suppliscono in parte “alla cronica carenza di risorse perla pubblicità e la promozione”, mentre a Venezia, gli stagisti permet-tono di contenere i costi del personale senza trascurare la qualità deiservizi.Se prendiamo il caso dei musei che mirano ad attrarre un numeroconsistente di visitatori stranieri senza poter contare sulla rete mon-diale del Guggenheim e sul suo forte radicamento negli USA, i per-corsi educativi vanno ideati avendo ben chiare le conoscenze e ilmondo dei riferimenti dei visitatori stessi. Ciò che si insegna a unostatunitense, ad esempio, non è quanto va proposto a un giappone-se: deve essere preparata una batteria di percorsi differenziati perlingua e per paese. D’altro canto si dovrebbe tener conto che lamaggior parte di quei turisti non ha il tempo di seguire un laborato-rio; portano, invece, con sé bambini e ragazzi da stimolare, per iquali si può creare una sorta di intrattenimento intelligente lasciandoi genitori ad ammirare tranquillamente le opere in sala o a seguireuna tradizionale visita guidata. Il concentrarsi sulla fascia d’età deibambini e dei giovani riduce le complessità organizzative che ri-mangono comunque notevoli poiché i nostri musei principali accol-gono turisti da ogni parte del mondo e sarebbe del tutto antieconomicotenere in stand-by un corpo docente specializzato, che parla linguee conosce sistemi educativi diversi. Bisogna quindi fare in modo diinformare a distanza i clienti potenziali dell’esistenza e dei contenu-ti dei servizi educativi, perché li prenotino per tempo.Un sito web ben attrezzato e attraente è certamente uno strumentoutile in questo senso, purchè sia vivo, con contenuti editoriali inte-ressanti e continuamente rinnovati; non focalizzato sulla vendita dibiglietti e arricchito da sole presentazioni schematiche dell’istituzio-ne e dei suoi servizi. Uno dei contenuti che richiamano interesse èla pubblicazione sul web di una visita virtuale del museo, in modoche il visitatore potenziale possa rendersi conto di ciò che andrà avisitare e si documenti in anticipo. “È un settore in piena espansio-ne”, afferma Andrea Jarach, amministratore di Moving Image, azien-

average visitors consider themintrinsically similar at present. Normust minor museums live like largermuseums’ poor relations, which theyresemble apart from their smallernumber of works. A museums’strategy must be processedrealistically and take into accountnot just what is on display but alsovisitors’ typical profiles to make itsown way in the urban, regional andat least national context.Once this exercise has beencompleted, the policy to adopt forfund raising, finding partners andretrieving funds from privateindividuals, which is vital to alldevelopment activities, becomesclearer and more efficacious.In fact, if on the one hand, medium-large companies’ interest to invest inart as a form of promotion isrocketing, on the other, it isgenerally believed that sponsorshipsmust focus on target customers ofreference, who form part of a longterm policy and benefit from ad hocservices (special company openings,for instance). The GuggenheimFoundation, a guiding light in thisfield, can nowadays count on veryclose beneficial international tiesestablished years ago yet the newGuggenheim in Berlin is part of ajoint venture with Deutsche Bank,which makes its premises availableand covers overheads whileGuggenheim runs and organisesexhibitions. Several years ago,Intrapresae Guggenheim wasopened: a club of companies thathelp by paying an annual fee to runthe Peggy Guggenheim collection inVenice; in exchange, they receiveadvantages and benefits on aplurennial basis. Nothing to do withtraditional sponsorship formulas,sought after event by event anddispensed by companies linked to thepublic sector and, therefore, to acertain extent forced to contribute orpublish a small hallmark in themargin of the material intelligible toall.From a plurennial work viewpoint, itis possible to efficaciously developmuseum friend clubs that exist moreor less everywhere but that - in theabsence of close ties with theinstitution’s management and offocused, ongoing activities - flop,incapable of extending the number of

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da che ha aperto una linea di business specifica per il settore, “unsuccesso certo legato anche alla crescente tendenza ad organizzaree prenotare i viaggi per conto proprio via Internet. Le ricostruzionivirtuali, costituiscono dei contenitori in cui vengono inserite infor-mazioni che possono essere anche dettagliate (interviste, giochi,immagini tradizionali ma inedite dell’opera ad esempio in fase direstauro, immagini in 3D etc.), in grado di arricchire persino la visitanelle sale e certamente fornire supporto ai servizi educativi. Per lemigliaia di musei di minori dimensioni, casomai posti in località pe-riferiche, sono poi una vera salvezza: ridanno loro vita, evitano chevengano dimenticati”. D’altro canto, aggiungiamo, mentre il visita-tore ammira le sale via web gli si può comunicare l’esistenza deiservizi educativi e invitarlo a prenotarli.Sono questi solo alcuni esempi di servizi e di idee utili a migliorarel’immagine del museo, renderlo più attivo e più attraente, e con-temporaneamente portare danaro nelle casse. Di cui c’è grande bi-sogno. È difatti interessante notare come le soprintendenze abbianoutilizzato i fondi messi a loro disposizione dalle compagnie assicura-tive per aver prestato le opere all’estero vincolandole alla stipula dispecifici coperture contro i rischi. “Oltre il 70% viene investito inrestauri di opere e un 25% a diminuzione di costi assicurativi che sitrovano a sostenere”, dice Bargnani di Axa-Art. Come a dire chesenza quegli introiti, il nostro patrimonio sarebbe stato in un maggio-re stato di decadenza.

their members and bringing fundsinto the museum.Once the museum’s strategy has beendefined, in time it is wise to create anetwork of stable joint ventures withnational and foreign institutions withsimilar vocations. It is nocoincidence that the aforementioned“Technical and scientific criteria andstandards for museum” stresses theneed to formulate a financial ratingsystem that enables one’s own mana-gement to be compared to that offoreign institutions.“Network-guaranteed benefits touchon a wide range of fields includingfinances” states Alexia Boro, incharge of the Peggy GuggenheimFoundations’s Public Relations inVenice. It is worth mentioning thatnowadays the GuggenheimFoundation is a circuit of museums,which relies on five facilities (NewYork, Venice, Berlin, Bilbao and LasVegas) and is working on its sixth, thelargest of all, in Abu Dhabi on anisland liberated from the sea. Thisexpansion mainly occurred in thepast decade. “Sometimes we organisemajor mobile exhibitions, whose costsare split amongst various museums

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Certo è che la valorizzazione del patrimonio di per sé, appare comeun obiettivo ambizioso eppure ancora non abbastanza. Il sogno nelcassetto della gestione museale è un altro, più alto e difficile: passarealla creazione di un know how manageriale in ambito storico-artisti-co talmente forte e di un brand talmente affermato da poter essereesportato. In altri termini, l’Italia, o una specifica istituzione, dopoessere giunta a livelli di eccellenza gestionale a livello mondiale, puòe deve candidarsi a fungere da consulente per altre simili istituzionidi qualsiasi parte del mondo che desiderino (ri)organizzare un mu-seo, o una mostra.Così, certo, si affronterebbe con ben altri strumenti i nodi economi-ci e di pubblico. Non siamo nella fantascienza, anzi, perché laGuggenheim Foundation, dopo essere stata chiamata dalla autoritàbasche e aver rilanciato il turismo locale grazie al museo di Bilbao,sta adesso lavorando a un nuovo, enorme progetto. L’obiettivo è lacreazione di un complesso museale e culturale negli Emirati Arabi,di vaste dimensioni, che faccia da ponte fra le culture occidentale earaba adesso così divise, senza che nessuna delle due pretenda diessere egemone.Insomma un progetto chiave, che si svilupperà in una struttura com-posta di 4 nuovi edifici, firmati da architetti del calibro di Frank Gehry,Radao Ando, Zaha Hadid, Jean Nouvel, con un budget complessivoa disposizione di 27 milioni di dollari. Sorgeranno un museo di artecontemporanea (affidato al Guggenheim), un museo del mare e uncentro teatrale. E, sorpresa delle sorprese, anche un museo di arteclassica, affidato a un partner inedito, che viene dallo Stato più cen-tralizzato dell’Occidente e che è il più statalizzato dei musei: il Louvre.E allora perché non gli Uffizi?

according to every venue’sindependent programme. Someservices are centralized in order tocut suppliers and staff costs”.Because the basic idea is not topresent the same cultural proposaland, therefore, create museums thatare basically identical but relocatedto various countries. “Each museummust instead be connected to its ownterritory and, therefore, count on itsown specific identity”. For instance,in building the Bilbao collection,special attention was paid toSpanish and Basque contemporaryart. Therefore, there is another majorrepercussion, “There is a continualexchange of information betweenGuggenheim managers that enablesstrong, market-oriented know how totake root”. If the ideas osmosisoccurs deep down, it can in fact haveresounding success: just think thatthe Peggy Guggenheim Foundationin Venice practically fully financesitself with 50% of ticket-officereceipts, thanks to approachespartially developed elsewhere.Alexia Boro goes on to say “we alsocollaborate with other museums, somuch so that the GuggenheimHermitage Museum was inauguratedin Las Vegas in 2001, teaching us aninteresting lesson, especially as anunfulfilled dream that we shall gointo later on.If museums’ aims are clear, it ispossible to structure various sideservices correctly, starting fromteaching (where the onus is on“Technological-scientific criteriaand standards for museums”). In thisconnection, an interesting case isCentro Pecci in Prato where “TheEducation Department opened inJune 1988, with animation by BrunoMunari, who introduced its originalmethodology ‘Play with art’,” saysValdemaro Beccaglia, the Centre’sPresident, i.e. he was invited more orless at the same time as the Centre’sinauguration, a high calibredesigner-artist whose work stilldistinguishes educational servicesoffered in Prato making them highlycultural. With this special approachactivities are developed, including“guided tours of exhibitions andcollector’s works, conference cyclesand brainstorming, and a wide rangeof teaching laboratories” Beccagliagoes on to say. Another specific

Home-page del sito del Museo del Vino di Greve in Chianti.Nella pagina precedente: il portale “Musei dei ragazzi di Firenze”, che fornisceun rapido accesso alle attività didattiche di alcuni musei cittadini.

Home-page of the Greve Wine Museum’s websiteOn the previous page: the “Musei dei ragazzi di Firenze” portal, providingquick access to downtown teaching activities.

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ARTI & MERCATURE140Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

aspect of the Prato case, triggered offby its initial strategic choice andMunicipal involvement in CentroPecci that still remains a privatecompany, is that educational services“link schools to the city”. Theapproach to the Peggy GuggenheimCollection differs: Kid’s Day isorganised on Sundays withoutinvolving schools and intended todirectly approach families especiallyforeign visitors’ families.Furthermore, as the aim is to spreadknowledge about contemporary art,standards are higher with “A Scuoladi Guggenheim”, conceived forstudents and lecturers in order tocreate 20th century art study curriculatogether with them. Not to mention“Internship”, a system ofinternational training courses (a newnetwork advantage!) that brings toVenice students who wish to learnhow a museum works from nearby andwho in turn attend to various officesand activities.In their diversity, these cases showthat educational services, which fitinto the museum’s strategic logic, leadto considerable returns even from thepurely financial viewpoint.According to Beccagli, in Pratoservices not only finance themselvesbut partially make up “for thechronic lack of resources for publicityand promotion”, whereas in Venice,trainees enable staff costs to becontained without neglecting servicequality.If we take the case of museumsintended to attract a large number offoreign visitors without counting onthe Guggenheim’s world network andon its deep rooting in the USA, studycurricula are conceived with a clearidea of knowledge and visitors’ worldof reference. What is taught in theUnited States, for instance, is notwhat is proposed to a Japanese: awhole series of curricula must beprepared according to languages andcountries. On the other hand, oneshould take into account that themajority of these tourists do not havethe time to follow a laboratory.

Instead, they are accompanied by their children and boys, for whomedutainment, a sort of intelligent entertainment, can be created leavingparents to tranquilly admire works in the room or follow a traditionalguided tour. Concentrating on children and youngsters’ age bracketsreduces organisational complexities that are still considerable because ourtop museums welcome tourists from all over the world and it would becompletely uneconomical to keep specialized teaching staff, who speaklanguages and know different educational systems, on standby. Therefore,potential customers must be informed at a distance about the existence andcontents of educational services to book them in time.A well equipped, attractive web site is instrumental in this sense, as long asit is kept alive with interesting, continually renewed editorial contents, doesnot focus on the sale of tickets and is enhanced by schematic presentationsof the institution and its services. One of the contents that arouses interest isthe publication on the web of a virtual visit to a museum so that prospective

Il plastico della discussa pensilinadell’architetto Arata Isozaki

per l’uscita degli Uffizi.

A model of the architect Arata Isozaki’sdebated canopy for the exit to the Uffizi.

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visitors can realise what they will visit and read up in advance. “It is anexpanding sector”, states Andrea Jaruch, director of Moving Image, acompany that opened a specific line of business for the trade, “that can onlyhave resounding success also due to the increasing tendency to organiseand book trips on one’s own via the Internet. Virtual reconstructions arecontainers that retrieve information that can also be detailed (interviews,games, traditional unpublished pictures of works for instance underrestoration, 3D pictures etc.) capable of even enhancing visits to rooms andsupporting educational services. For the thousands of smaller museums,eventually located on the outskirts, they are a real salvation: they breathelife back into them and keep them on the map”. On the other hand, whilevisitors admire rooms via web they can be informed about educationalservices and invited to book them.These are just some examples of services and ideas that can serve to enhancethe museum’s image, making it more active and attractive and at the same

time bringing much-needed moneyinto the tills. In fact, it is interestingto note how services used funds madeavailable to them by insurancecompanies for having lent worksabroad forcing them to stipulatespecific risk coverage. “Over 70% isinvested in restoring works and 25%in cutting insurance costs”, saysBargnani of Axa-Art. As if to say thatwithout these receipts, our heritagewould have been in a worse state ofrepair.No doubt heritage valorisation initself appears to be ambitious but notyet enough. The unfulfilled museummanagement dream is a trickier one:passing onto the creation of suchstrong managerial know howhistorically and artistically and abrand that is sufficientlyauthoritative to be exported. Inother words once Italy, or a specificinstitution, has reached topmanagerial standards worldwide, itmust candidate itself to act as aconsultant for other similarinstitutions in any part of the worldthat wish to (re)organise a museumor an exhibition. In this way,economic and public cruces wouldbe tackled with other tools. It is nota question of science fiction. On thecontrary, because the GuggenheimFoundation, having beenapproached by Basque authoritiesand having re-launched localtourism thanks to the Bilbaomuseum, is now working on a huge,new project. The aim is to create ahuge museum and cultural complexthat acts as a bridge betweenwestern and Arab cultures in theArab Emirates without either of thetwo claiming hegemony. In otherwords, it is a key project that willlead to a facility consisting of 4 newbuildings designed by architects ofthe calibre of Frank Gehry, RadaoAndo, Zaha Hadid and Jean Nouvel,with a total available budget of 27million dollars. A contemporary artmuseum (entrusted to Guggenheim),a marine museum and a civic theatrewill be built. And, surprise of allsurprises, also a classic art museum,assigned to a new partner, whichcomes from the most centralizedwestern state and is the most state-owned museum: the Louvre. And whynot the Uffizi?

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ARTI & MERCATURE2Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Visitatori musei top in Italia e Vaticano

0

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

3.500

4.000

4.500

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Musei Vaticani

Colosseo

Pompei

Uffizi

Accademia Fi

Castel Sant'Angelo

Entroiti Musei arte top Italia (in milioni Euro)

0

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25

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2001 2002 2003 2004 2005 2006

ColosseoPompeiUffiziAccademia FISant'Angelo

APPENDICESTATISTICA

Arrivi di turisti stranieri

Francia / FranceSpagna / SpainStati Uniti / United StatesCina / ChinaItalia / ItalyRegno Unito / United Kingdom

200575,955,949,246,836,528,0

200679,158,551,149,641,130,7

2004/051,06,66,8

12,1-1,59,2

2005/064,24,53,86,0

12,49,3

Milioni Variazione

Fonte / source: World Turism Organisation

1

2

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Indice Arte pre-ottocentescaFonte: Artinvestment

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Visitatori musei d'arte in Italia (in milioni)

272829303132333435

2001 2002 2003 2004 2005 2006

Entroiti musei d'arte in Italia (in milioni €)

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ARTI & MERCATURE144Le imprese fiorentine e il 7° Programma QuadroGALILEI

E IL SUO TEMPO

ANTONINO PELLICANÒ

Architetto, urbanista

“ Il vero atto della scopertanon consiste nel trovare nuovi territorima nel vedere con occhi nuovi ”

Marcel Proust

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tempo di Galilei è quello in cui cominciano ad affermarsi nuovimodi di acquisizione del sapere, che coinvolgono numerosi e diver-si elementi costituitivi il quadro complessivo delle conoscenze in cuisi sviluppavano le società dell’epoca.Questi elementi, ora, cominciano ad intrecciarsi tra loro e ad acqui-stare caratteri ancor più disciplinari, dalle regole per la pittura a quelleper l’architettura, dalla filosofia alla matematica, dalla lingua necessa-ria per la divulgazione alla conseguente necessità di fornire certezzeper sostenere ipotesi in grado di sostituirsi alle regole preesistenti,fino agli strumenti da utilizzare per dare fondamento a tutto questonuovo contesto.Entro questa complicata rete di relazioni tra le cose troviamo, fin dalsuo periodo giovanile, il lavoro di Galilei, che, già da ora, presentaun preciso e consapevole rispetto delle grandi lezioni del passato,specie di quello che a Firenze può essere documentato e conosciutoda lui stesso.In questo complesso di elementi che consentiranno all’intera culturaoccidentale di elaborare il modello di sviluppo che definiamo mo-dernità, forse stupirà affermare che vi siano ancora molte cose pococonosciute su Galilei. Può stupire, soprattutto, considerando che sonostate pubblicate tutte le sue opere, le quali peraltro, sono oggetto diuna nuova e mirata attenzione, anche in vista dell’imminente annogalileiano.Senza andare troppo lontano nel tempo, basta ricordare E. Micheli,il quale nella Storia d’Italia Einaudi (1980), sostiene che “Galileo fuammirato, esaltato, celebrato, ma poco letto e discusso, e soprattut-to poco usato e criticato”1 . Se questo è vero per i tratti fondamenta-li dell’opera del grande Pisano, in tempi ancora più recenti un auto-revole studioso americano, W. A. Wallace, sostiene che per quantoriguarda il “periodo giovanile” di Galileo, se ne è nuovamente av-vertita la carenza di studi, rilevando che “This period has beensingularly neglected by historians, and to their disadvantage, if theadage parvus error in inizio magnus in fine may applied to thehistory of ideas”2 .Wallace ha poi evidenziato come la sottovalutazione di questo peri-odo porti a gravi conseguenze per la comprensione del suo lavorocomplessivo3, criticando con ciò la scarsa considerazione che dallafine del secolo scorso ad oggi hanno avuto gli studiosi galileiani sulleopere giovanili del grande maestro.Se queste attente valutazioni, seppure svolte su tratti generali4 , han-no prodotto materiali critici anche recenti, oggi è l’intera questionegalileiana a porre la necessità di nuovi sviluppi e orientamenti. Lastessa proposta di legge istitutiva dell’anno galileiano contiene alcu-ne affermazioni nuove che però devono ancora superare il vaglio diipotesi per divenire concrete e documentate affermazioni. In esseinfatti si sostiene che “…la straordinaria modernità di Galilei secon-do alcuni consiste non tanto ‘…nell’aver scoperto questa o quellalegge fisica, ma quanto più nell’aver ideato il contesto culturale nelquale le stesse leggi andavano inserite.’ Secondo noi la sua grandez-za è nell’averci insegnato il rispetto della natura e delle sue leggi, unmodo di avvicinarsi ad essa senza pregiudizi, con umiltà e stupore;

IL

GALILEI AND HIS TIMEAntonino Pellicanò

A real act of discovery does notconsist of finding new territoriesbut of seeing through new eyesMarcel Proust

In Galilei’s time, new ways ofacquiring knowledge burgeonedinvolving numerous, diverseconstituents forming the culturalknowledge backdrop to companiesat the time.These elements started to intertwineand acquire more disciplinarycharacteristics, from painting toarchitectural rules, from philosophyto mathematics and from thelanguage required to spreadknowledge in order to corroboratehypotheses capable of replacing pre-existing rules up to tooling this newcontext.Right from his early youth, Galilei’swork fits into this complicatedrelational network. Even at the time,it reveals precise, aware respect forthe great lessons of the past,especially for what he himself coulddocument and discover in Florence.Against this background thatenabled Western culture at large to

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non con la pretesa di dominarla, ma per conoscerla e usare le op-portunità di conoscenza per migliorare le condizioni di vita di tuttinoi”5 . Sebbene si possa criticare il concetto di “ideare il contestoculturale” nel quale le stesse leggi andavano inserite, sostituendolocon “individuare il contesto culturale” per modificarne gli indirizzi,rimane da considerare che il suo lavoro appare anche a me indiriz-zato a trasformare sia il circuito della conoscenza quale era esistentesul finire del Cinquecento sia i rapporti che presiedevano a questostatuto.E le regole oggettive si pongono, qui, come fondamento di un sape-re condiviso e perciò comune. Questo problema, assai moderno,era già fortemente presente nella società del Seicento e non potevaessere ignorato dalla Nuova Scienza che Galilei portava avanti. Dun-que così ha fatto Galilei scrivendo il suo Saggiatore, nel 1623, conl’introdurre nel discorso scientifico un elemento di paragone checonsenta di stabilire la validità o meno di un’opinione o di un con-cetto, di una macchina o di un oggetto. Però, e qui sta forse la prin-cipale delle differenze rispetto al passato, in termini incontestabili.Così, costruendo l’oggettività nei vari periodi storici, in definitiva sigiunge a consentire alla scienza di interloquire adeguatamente nelprocesso costitutivo dei valori di una società. E che anche questaquestione sia ancora attualissima lo vediamo quotidianamente.In realtà Galilei era cosciente della mancanza di completezza delsuo lavoro di fondazione della Nuova Scienza. Questo ha portatouna parte della critica moderna a considerare soprattutto le operemature, evitando di cogliere appieno le complete radici galileiane eil grande lavoro di traghettatore delle tradizioni che sono viste inve-ce, nel quadro della critica moderna, come condizionamenti ogget-tivi6.Pochi anni dopo il suo incarico di insegnamento a Pisa, Galileo scri-ve due opere quasi sconosciute, la Breve Istruzione all’Architetturamilitare e il Trattato di Fortificazione, che forniscono nuovi impor-tanti elementi relativi alla consapevolezza che lo scienziato posse-deva già in età giovanile.Galilei giunge a Padova nel 1592 dopo aver provato, senza riuscirvi,a ottenere la cattedra di Bologna, vacante per la morte del Moletti7 ,messinese, che lui avrebbe dovuto sostituire nella cattedra di mate-matica.I suoi primi e ben documentati rapporti sono con il Pinelli e con ilContarini, (assai stretto collaboratore del generale Giulio Savorgnan)che gli chiede un parere sulla forza dei remi.Intanto a Venezia si sta già pensando di costruire la fortezza diPalmanova e il promotore di questa installazione è il generale GiulioSavorgnan, che con i suoi fratelli è tra i più potenti personaggi dellarepubblica veneta. Il Savorgnan non disdegnava, anzi favoriva il rap-porto tra i militari e gli studiosi e già aveva avviato un proficuo rap-porto con il Tartaglia, dai cui suggerimenti aveva elaborato undecalogo di norme che dovevano servire alla costruzione della for-tezza e che si basava su conoscenze sia militari che matematiche:misura delle distanze e delle portate, tipologie balistiche, strumentidi misura per il tiro (quadrangoli, compassi, ecc.).

process the development pattern thatwe define as the modern world, it mightsurprise you to hear that there is still agreat deal that we do not know aboutGalilei, especially with the publicationof all his work which, by the way, isattracting a great deal of attentionalso in view of the imminent Galileanyear.We do not have to delve too far into thepast to quote E. Michel’s Storia d’ItaliaEinaudi (1980), maintaining that“Galileo was admired, praised andcelebrated but not widely read anddebated and, above all, used andcriticized very little”1. If this applies tothe great Pisan’s basic traits, morerecently an authoritative Americanscholar, W. A. Wallace, maintains thatGalileo’s youth has been neglected byhistorians, “This period has beensingularly neglected by historians, andto their disadvantage, if the adageparvus error in inizio magnus in finemay be applied to the history of ideas”2.Wallace then stressed how theunderrating of this period seriouslyjeopardised the understanding of hisoverall work6, thus criticizing howGalilean scholars neglected the worksproduced by the great master in hisyouth.If this albeit general4 assessment wascriticized also recently, nowadays thewhole Galilean issue raises the needfor new development and guidelines.The bill establishing Galilean yearcontains new affirmations that,however, still have to stand the testbefore becoming concrete, documentedaffirmations. In fact, they state that “…it is believed that Galilei’s extraordinarymodernity does not derive so much ‘…from having discovered this or thatphysical law but, above all, from havingconceived a cultural context to containlaws.’ In our opinion his greatness liesin respecting nature and its laws and away of approaching it withoutprejudices but with humility andamazement without claiming to dominateit but to become familiar with it and useknowledge opportunities to improve allour living conditions”5.Even though the concept of “creating acultural context” to contain laws issubject to criticism, replacing it with“individuating the cultural context” tochange its guidelines, his work – alsoin my opinion – was directed attransforming both the knowledgecircuit as it was towards the end of the

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Pianta di Palmanova.Anonimo. “Disegno per la fortezza di Palma” (senza data, ma circa 1594-1600,

Padova, Biblioteca Capitolare Curia Vescovile). Questo disegno è stato redattoin corso d’opera e rappresenta un’idea progettuale successivamente trasformata.

Nella foto sotto: Palmanova vista dall’alto

Plan of PalmanovaAnonymous “Disegno per la fortezza di Palma” (undated but about 1594-1600,

Padua, ‘Biblioteca Capitolare Curia Vescovile’). It was designed while the fortresswas under construction and depicts a plan that was then converted.

In the photo below: an overview of Palmanova.

Da allora la relazione tra Urbino, dove viveva Tartaglia, e Venezianon si è mai interrotta. Anzi la validità delle scoperte di Tartagliagiunge anche a Firenze per mano del fiorentino Bernardo Puccini8che copia parte del trattato fatto a Urbino da G. B. Belluzzi, assainoto architetto di fortificazioni. Copia di questo è fatta anche daGalilei ed appare nella Breve Istruzione e nel Trattato di Fortificazione,che egli ha però adeguato ai suoi metodi.Delle due opere che Galileo scrisse all’inizio del suo insegnamento aPadova (le quali presentano ampi tratti comuni fra se stesse e con laproduzione corrente), la più importante è il Trattato di Fortificazione,che segue di poco la Breve Istruzione sull’Architettura Militare. IlTrattato ha avuto, nell’arco di un secolo, una conoscenza limitata9

solo a quanto scritto nell’Avvertimento dal Favaro, il quale, giustifi-

16th century and relationships thatpresided over this statute.Here objective rules form the basis forshared and, therefore, commonknowledge. This ultramodern issuealready existed in 17th century societyand could not be ignored by the NewSciences that Galilei pursued.Therefore, that is what Galilei did inwriting Saggiatore in 1623 byintroducing in his scientific speech acomparison that enables us toestablish the soundness orunsoundness of an opinion or aconcept, of a machine or an object.

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cando la pubblicazione dei Preliminari geometrici come parte del-l’opera stessa, sottolinea che: “…in maniera consimile incomincia-no alcuni dei più riputati libri dettati su tale materia all’incirca nelmedesimo tempo, come sono quelli del Cattaneo, del Lanteri, delLorini e del Fiammelli”10 , mancando però totalmente di confrontarei Trattati fra di loro e Galileo con gli altri autori da lui stesso citati.Evidentemente ritiene che l’opera abbia alcuna o poca importanza;non ne viene cioè dato un inquadramento di qualsivoglia generenel panorama della vastissima produzione trattatistica.Queste due opere sono state perciò equiparate dal Favaro a quantosi faceva in quel campo da altri e più rinomati architetti e ingegneri,destinando il lavoro di Galilei all’insegnamento senza altre applica-zioni. In realtà, il lavoro di Galilei su questi temi derivava dalla suarete di amici e conoscenti, che egli aveva già cominciato a tessere:personaggi come il Ricci, il Mazzoni, il Del Monte, il Pinelli e ilContarini11 , a Padova, ma non solo. Persone che concretamente la-voravano sul territorio in varie forme, come Del Monte, sovrinten-dente alle fortificazioni in Toscana e che viveva a Urbino, punto diinizio di un filo che unisce Urbino con Venezia passando ancheattraverso Firenze e Galilei. Ma Galilei fornisce qui una sua persona-le interpretazione delle funzioni delle fortificazioni, definendo altempo stesso12 una rappresentazione grafica dell’inefficacia dellaserialità delle fortificazioni ed inserendo il concetto del genius locicome decisivo per la validità delle realizzazioni militari. Egli introdu-ce così una problematica nuova, legata alle sempre crescentipotenzialità balistiche avanzate sia da studi come quelli sulla “forzadella percossa” sia da applicazioni concrete sulle polveri e sui metal-li o da rappresentazioni geometriche delle parabole e delle traietto-rie dei proiettili. Tuttavia, oltre a questo semplice aspetto, individua-to solo da poco, ve ne è un altro, anch’esso emerso solo di recente13,che contribuisce a dipanare il livello di complessità in cui operò Galileicon la stesura del suo Trattato di Fortificazione.Anzitutto, in coda a ben tre dei manoscritti rimasti, con la stessacalligrafia, sono contenute 16 pagine del testo del generale GiulioSavorgnan che dettano le “Venticinque regole sulle fortificazioni”,pagine che rappresentano il seguito del decalogo che il generaleaveva iniziato attivando rapporti con il matematico Tartaglia e cheerano stati raccolti nell’ambiente urbinate e poi trasportati a Vene-zia. Ma anche a Firenze, per mano del fiorentino Puccini, si cono-sceva il testo che in parte è stato copiato anche da Galilei. Per com-prendere appieno il valore di questo scritto dobbiamo considerareche il progresso della cultura, scientifica o meno, passa, all’epocaconsiderata, in modo soffice e diffuso e, soprattutto, in modo verba-le. Al tempo stesso lo scritto del Savorgnan si presenta come unoschema da cui non divagare e si pone come elemento di conoscen-za per la costruzione del rapporto tra generale e tecnico.Che questa problematica sia assai importante, si nota nel Trattato diFortificazioni di Buonaiuto Lorini, del 1597, che trascrive le indica-zioni di Savorgan in diversi punti del suo stesso lavoro. E nel 1600Lorini ottiene finalmente l’incarico per la progettazione di Palmanova,pur se la costruzione di questa fortezza va assai a rilento e ha diversi

However, and here lie major differencescompared to the past in undisputableterms. Therefore, by buildingobjectivity in various historic periods,science was finally enabled toadequately question the valuesconstituting a society. The topicality ofthis issue can be seen on a daily basis.In point of fact, Galilei was aware of alack in completion in his founding ofthe New Science. This brought a partof modern critics to consider his worksmature, without fully grasping hiscomplete roots and great work as theferrier of traditions that are insteadseen within the framework of moderncritics as objective conditionings6.A few years after his teachingappointment in Pisa, Galileo wrote twoalmost unknown works, Breve Istruzineall’Architettura militare and Trattato diFortificazione, which provide major newelements on awareness that thescientist had in his youth.Galilei came to Padua in 1592 havingunsuccessfully tried to obtain themathematics chair in Bologna, whichwas vacant due to the death of Moletti7

from Messina.He established his first, welldocumented relationships with Pinelliand Contarini (very close colleague ofGeneral Giulio Savorgnan) who askedhim his opinion about the strength ofoars.At the time, Venetians were thinking ofbuilding the fort of Palmanova and thepromoter of this installation wasGeneral Giulio Savorgnan who, withhis brothers, was one of the mostpowerful celebrities in the VenetianRepublic. Savorgnan did not disdain –as a matter of fact he fostered –relationships between military men andscholars and had already commenced aprofitable relationship with Tartaglia,who gave him clues to writing aDecalogue of laws to build the fortbased on military and mathematicalknowledge: measure of distances andflow rates, ballistic typologies andinstruments to measure shots(quadrangles, compasses, etc.).Since then, relations between Urbino,where Tartaglia lived, and Venice werenever interrupted. On the contrary, thesoundness of Tartaglia’s discoveriesalso reached Florence through theFlorentine Bernardo Puccini8 whocopied part of the treaty drawn up inUrbino by the architect G. B. Belluzzi,famous for his forts. A copy of this done

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progettisti - e diverse modifiche - anche più tardi. Questo è un Trat-tato che sarà assai conosciuto e studiato e che solo ora è associato aPalmanova, proprio grazie al testo del Savorgnan ritrovato in appen-dice al Trattato di Fortificazione di Galileo.Eppure, esaminando i due manoscritti padovani, già dalle parole deldiverso inizio un attento osservatore noterebbe come Galilei sia au-tore di due ben distinti Trattati, pur se sembra che molte cose sianosimili tra loro. La prima di queste differenze consiste nel fatto che laBreve Instruzione ha radici nella produzione cinquecentesca e sem-bra, anche per questo, tendere ancora verso regole proprie dellacostruzione architettonica piuttosto che verso nuove e innovativeconsiderazioni, da mettere in rapporto soprattutto al potenziale pro-dotto delle artiglierie, la vera devastante innovazione prodotta incampo bellico, paragonabile all’introduzione delle automobili neltessuto urbano dei centri storici.Un altro importante contrasto tra i due testi si trova nella dissimileimpostazione dei capitoli che inducono a diversi atteggiamenti siada parte di chi insegna sia da parte di chi deve apprendere le nozio-ni sulle fortificazioni. Né va dimenticato che questo è un campo incui i segreti vanno difesi e sono parte integrante della costruzionedelle fortezze. E necessitano di linguaggi solo in parte esplicabili periscritto.Nella Breve Istruzione si riprendono temi cinquecenteschi: “Usava-no anticamente, per difesa delle loro città, cingerle di muraglia attaa resistere a quelle offese…”14 e si illustrano soprattutto i caratteridifensivi, facendo emergere le modalità costruttive e le altre caratte-ristiche. Questo testo è diviso da Galilei in 4 parti, sostanzialmente.Nella prima si è “…ragionato quali sieno i più opportuni modi perassicurare le città e le fortezze dalle forze de nemici” mentre nellaseconda, proseguendo a fil di parola Galilei dice: “Ora in questaseconda parte, per l’opposito, dobbiamo ragionare de i modi d’of-fendere et di assalire le medesime fortezze”. La terza parte riguardale fortificazioni di terra e l’ultima consiste in varie piante per “…com-prendere quali fortificazioni sino da sfuggirsi, e quali si possino met-tere in uso”.Il Trattato di Fortificazione, invece, inizia dopo i Preliminari geome-trici, con l’affermazione del “…fine, per il quale sono state ordinatele fortificazioni: il quale altro non è che il fare che pochi possanodifendersi da molti…. Adunque bisogna che quelli della fortezza s‘in-gegnino di poter contrastare al nimico co‘l vantaggio del sito”. Comesi vede si tratta di testi di assai diverso contenuto che però Galileiriconduce alla sua volontà con una precisa dimensione espressiva,tramutando i caratteri comuni con trattati coevi15 in precise e diver-se considerazioni che ci indicano sia le questioni innovative da con-siderare per conoscere e contrastare gli effetti delle nuove artiglie-rie, sia i nuovi temi militari che di lì a poco, nell’intera Europa, saran-no trattati in modo più ampio. E questo avviene sia con la strutturadell’esposizione, sia con l’inserimento di disegni che documentanonuove modalità di vedere e progettare.Si manifestano in Galilei una diversa padronanza della materia e uninserimento di elementi che testimoniano la sua precisa volontà di

by Galilei appears in Breve Istruzioneand in Trattato di Fortificazione, whichhe then adopted to his own methods.Of the two works that Galileo wrote atthe beginning of his teaching inPadua (which have a great deal incommon with current production), themost important is Trattato diFortificazione, which followed shortlyafter Breve Istruzione sull’ArchitetturaMilitare. Over one century, theTreatise was confined9 to Favaro’swarning which - justifying publicationof geometric Preliminaries as part ofthe work itself, stresses that, “…in asimilar manner, we are starting some ofthe most reputable works dictated onthe topic at about the same time, likethose of Cattaneo, Lanteri, Lorini andFiammelli”10 - completely fails tocompare Treatises and Galileo toother authors he quoted. He evidentlymaintained that the work is of littleimportance, i.e. it was never includedamongst the vast production oftreatises.These two works were, therefore, puton a par by Favaro with what wasdone in that field by other, morefamous architects and engineers,allocating Galilei’s work solely toteaching. In point of fact, Galilei’swork on these themes originated fromhis network of friends andacquaintances that he had started toweave: personages such as Ricci,Mazzoni, Del Monte, Pinelli andContarini11 in Padua but not only.People who actually worked in theterritory in various ways, such as DelMonte, superintendent of fortificationsin Tuscany who lived in Urbino: thestarting point of a series that linkedUrbino to Venice also passing throughFlorence and Galilei. Yet here Galileigives his own personal interpretationof fortifications’ functions, at the sametime12 illustrating with a graph forts’sequential inefficacy and introducingthe genius loci concept as crucial tothe soundness of militaryconstructions. He, therefore, raised anew issue linked to ever increasingballistic potential put forward bystudies such as “blows’ strength” andby actual applications on powdersand on metals or by geometric designsof bullets’ rise and fall andtrajectories. However, apart from thissimple aspect, which has only justbeen individuated recently13, there isanother side that helps to unravel the

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andare in senso diverso dalle vie tradizionali. La cosa è di difficilissi-mo conseguimento soprattutto in considerazione dei mutati rappor-ti tra i tecnici e il Principe; e infatti già Galilei aveva sperimentato, adetta del Gherardini, suo biografo, uno scontro con un “…eminentesoggetto” identificato con Giovanni dei Medici16.Le novità che possiamo identificare in un primo momento sono quellerelative all’ordine con cui sono scritti i testi e all’inserimento di pre-cise notazioni balistiche che dimostrano la perfetta conoscenza de-gli argomenti da parte del Pisano. Vi è, in più, un preciso rifiuto dialcune imposizioni che confliggono con quanto egli aveva scritto eche sono le imposizioni esercitate dai Principi in relazione alle ope-re che essi volevano realizzare.Occorre ricordare che al tempo di Galileo, se le conoscenze eranodiffuse soprattutto oralmente, la stampa e i manoscritti svolgevanoun ruolo importante per l’informazione; e il disegno, nel caso dellefortezze, giunse ad essere un importante strumento di spionaggio,specie verso la fine del ‘500, ad esempio con il De Marchi. Ma ètutta una sovrapposizione di figure, competenze, saperi possedutida artigiani, architetti, soldati, militari di vario tipo, ad essere oggettodi rivisitazione profonda.Galileo quindi interpreta queste mutazioni e ne dà una sintesi sem-plificando sia le varie parti del trattato sia i capitoli che ora sono assaipiù ordinati. E 15 anni dopo, richiesto dall’Accademia Delia di Pado-va, fornisce un elenco delle competenze richieste.Il capitolo su Qual sia l’ofizio dell’architetto è delimitato nelle suecomponenti essenziali, e poi si parla dei diversi corpi di difesa, se-guiti dalla diversità dei tiri; solo dopo questi capitoli si giunge alladefinizione della pianta e del profilo della fortezza che sarannofunzionali al tipo di difesa cui sono destinati e, su queste basi, astabilire le misure particolari con cui si devono realizzare le varieparti della fortezza. Attraverso questo procedimento iniziamo da uncarattere generale e poi lo estendiamo a tutte le componenti neces-sarie delle fortificazioni e, infine, giungiamo a quello che può consi-derarsi un caposaldo del lavoro di Galileo, cioè l’importanza dataalla diversità dei siti e alle loro proprietà, in cui notiamo un partico-lare sfuggito agli studiosi: osservare che Galilei utilizza i disegni dellefortificazioni non in astratto e cioè basate sulle forme più o menogeometriche da cui poi calibrare le misure in base alla grandezza oalla distanza che si vuol dare alla fortezza, ma adattandone una par-ticolare forma a quel particolare territorio. Seguono i capitoli Delfare di terra e, infine, Dell’ordine da tenersi nell’edificare, che chiu-de il Trattato.

complexity in which Galilei workedwhen drafting his FortificationTreatise.First and foremost, three remainingmanuscripts, written by the same hand,end with 16 pages of General GiulioSavorgnan’s text dictating “Twenty-five rules about fortifications”, whichare the follow-up to the Decalogue thatthe general commenced by establishingrelations with the mathematicianTartaglia and that were retrieved inUrbino circles and then transported toVenice. Yet also in Florence, the textwas known through the FlorentinePuccini’s scripts and partially alsocopied by Galilei. To fully understandthe value of this script, we mustconsider that the progress of scientificand unscientific culture was spread –in the age under review – softly andthoroughly and primarily verbally. Atthe same time, Savorgnan’s scriptappears as a scheme to be dwelt on andan item of knowledge to build arelationship between the general whotargeted and the architectural designerwho was always on target.The importance of this problem comesthrough in the Fortress Treaty byBonaiuto Lorini dated 1597, whichtranscribes Savorgan’s indications invarious points of the same work. In1600 Lorini was finally appointed toplan Palmanova, even though this fort’sconstruction went very slowly andunderwent various planners – andvarious alterations – even later. This isa Treaty that will be very well knownand studied and that only now isassociated with Palmanova, thanks toSavorgnan’s text rediscovered inGalileo’s Fortification Treaty.Yet, on examining the two Paduanmanuscripts right from their unusualbeginning, a careful observer wouldnote how Galilei wrote two distinctTreatises, even though they mightresemble one another in many aspects.The first of these differences lies in thefact that Breve Instruzione is rooted in16th century production and, therefore,also seems to tend more towards itsown architectural building rules thantowards new, imaginative remarksrelated in particular to artillery’spotential, the really devastating warinnovation, comparable to introducingmotor cars into historic centres’downtown urban fabric.Another major contrast between thetwo texts is to be found in the dissimilar

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Nel considerare la diversità dei siti, Galileo usa disegni di fortezzegià conosciuti, probabilmente copiati da altre situazioni o testi checome abbiamo detto circolavano liberamente, e Venezia ne era granfornitrice. Quel che è leggermente diverso è proprio l’inserire leforme geometriche adeguandole ai luoghi e descrivendone i lavorinecessari, oltre che dando indicazione di privilegiare quelli dove siapiù conveniente installare la fortezza.Tutto il contrario di quanto si sosteneva al tempo in cui la forma più omeno regolare costituiva punto di partenza per demolire attorno, eper ampie distanze, tutto quanto ostacolasse la gestione della sicu-rezza.È la lezione, di radice ancora michelangiolesca e leonardesca, in cuiprevale la componente artistica che si manifesta con tutta la forzadella tradizione, ma priva delle necessarie conoscenze balistiche cheora sono già passibili di misurazione, cosa che rende diverso l’ap-proccio all’intera questione fortificatoria. Ed è proprio qui la cifradella capacità di Galilei di definire i nuovi termini del problema.Cioè tutto il contrario di come il Savorgnan pretendeva dovesse in-vece essere il corpus delle partecipazioni operanti sulle fortezze.In questo senso è abbastanza emblematico il piccolo diktat che ilgenerale Giulio Savorgnan pone, quasi come un test di assunzionedi uno specialista, come elemento cardine per orientarsi nella sceltadelle persone capaci di progettare una fortezza.Il testo del Savorgnan è perciò un esempio di come, in presenza dinuovi e sempre più approfonditi rapporti tra il Principe e i tecnici,sia necessario aggiornarsi per rispondere alla complessità introdottada sempre più precise capacità balistiche dell’artiglieria. Restano fuorida questo discorso, ancora, sia la scelta dei luoghi che le nuove poli-tiche di selezione che si pongono di volta in volta in relazione allanecessità di costruire le fortezze. Ma anche questo è un elementoche non può prescindere dall’oggettività cui devono sottostare lecostruzioni fortificate - siamo già alle esigenze moderne, anche seper riconoscerne, finalmente e con colpevole ritardo, alcuni segni“urbanistici” occorrerà giungere al Vauban.

approach to chapters inducingdifferent attitudes on the part ofteachers and students learning aboutfortress notions. Nor must we forgetthat this is a field in which secretsmust be defended and form an integralpart of the building of forts. And theyrequire languages that can only bepartially explained in writing.Breve Istruzione refers back to 16th

century themes, “In ancient times, inorder to defend their cities, they usedto enclose them with high wallscapable of resisting attacks…”14 andprimarily illustrates their defensivefeatures bringing building proceduresand other characteristics to the fore.Galilei split this text into 4 parts: theformer, “…we have reasoned aboutmajor ways of ensuring cities and fortsfrom enemy forces” while in thesecond Galilei says, “Now in thissecond part, the other way round, wehave to reason about ways ofassaulting and attacking the samefortresses”. The third part concernsground fortresses and the last consistsof various plans to “…understandwhich fortresses must be omitted andwhich can be put into use”.Trattato di Fortificazione insteadbegins after the geometricPreliminaries by stating that “…whyfortresses were ultimately ordered: sothat so few could be defended by somany…. Therefore, keepers of the fortmust contrive to keep the enemy at baythrough its advantageous site”. It isplain that Galilei wanted to leave hismark on these texts, whose contentsdiffer greatly, by changing theircommon characteristics withcontemporary treatises15 in precise yetdifferent considerations indicatinginnovative issues to get to know andcounter the effects of new artilleriesand new military themes that wereshortly to be treated more thoroughlyright throughout Europe. And thisoccurs both with the facing’s structureand by introducing drawings thatdocument new ways of seeing andplanning.Galilei prove that he had mastered thematter differently by introducingelements that testify to his precisedesire to break away from tradition,which was very hard to achieveespecially considering the changedrelations between technicians and thePrince. In fact, Galilei had clashed –according to Gherardini in his

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Ma, oltre al problema concreto della sicurezza, e come dimostra lostesso scritto del Savorgnan, occorre anche formare i nuovi tecnici eoccorre anche dotarli di un particolare approccio disciplinare che lostesso Galilei individuerà, richiesto dall’Accademia Delia, con la:“Raccolta di quelle cognizioni che a perfetto Cavaliero et soldato sirichieggono, le quali hanno dipendenza dalle scienze matemati-che”17 .Dunque dai Preliminari geometrici che anticipano ormai l’inizio diogni Trattato rinascimentale di architettura militare siamo giunti auna predominanza delle cognizioni matematiche che deve esserealla base del militare e, ovviamente, anche dell’architetto della for-tezza.La frattura concettuale formatasi nel ‘600 non è ancora dunque stataricomposta e neppure se ne avverte la necessità. Eppure anche ilmovimento marxista si è riconosciuto nell’opera che Brecht ha rea-lizzato su Galilei e che rappresenta, nell’ultimo secolo, uno dei mo-menti più alti di valorizzazione dell’opera e del lavoro di Galilei.Tuttavia oggi, anche in seguito all’esperienza di una nuova genera-zione di studiosi, i quali hanno sviluppato le loro conoscenze anchegrazie alle nuove tecnologie informatiche che hanno portato a unaconoscenza di manoscritti e opere altrimenti non consultabili e nonconfrontabili, Galileo è spesso oggetto di una rivisitazione sotto mol-ti punti di vista, a partire da quella che è stata (suo malgrado) il prin-cipale traino della sua figura, cioè il processo che la Chiesa gli hacostruito addosso. Su questo tema si è ormai pienamente ricono-sciuta, anche da parte della stessa Chiesa, l’enorme responsabilitàche ha portato a una conflittualità deleteria tra molte delle compo-nenti della società attuale, esasperando sia le problematiche impe-riali che quelle religiose. Ambedue i poteri sono apparsi più tesi alrafforzamento delle proprie volontà che non alle finalità in nome dicui operavano. Dunque la civiltà occidentale si è sviluppata entroqueste due dimensioni di potere, due cittadelle, tra cui si muoveva-no coloro che dovevano farne avanzare sia i concetti scientifici chele riflessioni su se stesse, a partire dagli scienziati e dagli artisti. NelSeicento questa dicotomia si ricompone anche se apparentementesi allontanano i fondamenti comuni dell’operare. La scienza possibi-le a partire dal metodo sperimentale di Galilei tende ad un’afferma-zione dei suoi assunti esprimendosi con tutti gli elementi consentiti.Tutto ciò porta ad un punto che costringe perfino Cartesio a nonnegare, anzi ad affermare esplicitamente, la sua preoccupazione perla reazione della Chiesa anche ai suoi scritti. Tuttavia il sostegno diColbert e di Luigi XIV hanno reso il suo pensiero più conosciuto delmetodo galileiano, anche per il supporto che l’Illuminismo ha datoalla cultura occidentale che oggi noi viviamo. Oggi, il PresidenteSarkozy celebra l’auspicio di una rinascita dell’Architettura in Fran-cia18 , auspicando proprio che si faccia architettura tenendo contodei luoghi e non imponendo soluzione standardizzate e al di fuoridelle realtà paesaggistiche locali. Questo discorso, tenuto in occasio-ne dell’inaugurazione della Cité de l’architecture a Parigi, ha comecapisaldi l’architettura come crocevia delle tecniche e dei saperi, lanecessità di superare, sviluppando la creatività, le strettoie dei vin-

biography – with an “…eminentindividual” identified as Giovanni deiMedici16.The novelties that we can initiallyidentify concern the order with whichhis texts are written and theintroduction of precise ballistic notesdemonstrating that the Pisan wasperfectly familiar with the subjects.Furthermore, he refused certainimpositions that conflict with what hehad written and that were exercised bythe Princes in relation to works thatthey wanted to produce.At the time of Galileo, if knowledgediffered especially orally, the press andmanuscripts played an important rolein information and drawing, in theevent of forts, became essential toespionage, especially towards the endof the 16th century. For instance withthe De Marchi. Yet an overlapping offigures, expertise and knowledgepossessed by craftsmen, architects,soldiers and all kinds of military menwas profoundly revised.Galileo than interpreted these changesand summarised them simplifying boththe various parts of the treatise andchapters that are far more orderly bynow. And 15 years later, at the requestof Accademia Delia in Padua, heprovided a list of requested expertise.The essential parts of the chapter onQad sia l’ofizio dell’architetto areencompassed. Mention is then made ofvarious defence bodies followed bydiverse shots. Only after therechapters comes the definition of theforts’ plan and profile that werefunctional to the type of defence forwhich they were intended and, on thesebases, to establishing special measureswith which various parts of the fort hadto be produced. Through theseproceedings, we commence withgeneralities to then go on to all forts’essential components and, ultimately,we come to a benchmark in Galileo’swork, namely the importance of sitediversities and their properties, in whichwe note a detail that escaped scholars:observe that Galilei does not use fortdrawings abstractly, i.e. based on moreor less geometric shapes on which togauge measures according to the sizeor distance to be given to the fort butshaping that particular territory in aspecial way. The chapters Del fare diterra and, lastly, Dell’ordine da tenersinell’edificare follow, ending theTreatise.

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coli economici che spingono verso la normalizzazione, la notazionedegli eccessi del funzionalismo (che nella patria di Le Corbusier suo-na come una fortissima critica), e l’analisi del reale per inserirvi unaforma, invece di calare sulla realtà uno schema prestabilito. Nonmancano i riferimenti alla necessità di rendere accessibili all’interapopolazione la stessa creatività e l’innovazione consentita dalle mo-derne tecnologie.Certo la retorica presente nell’intervento presidenziale richiama, aprima vista, orientamenti colbertiani e assolutisti, ma la realtà dell’in-tervento proposta, guardando oltre i semplici toni espressivi, è inve-ce assai più vicina a radici seicentesche, forse perché in Francia èpiù viva una tradizione adeguata ed è quindi più facile esprimereopinioni di questo genere.Dunque appare una critica profonda a concezioni culturali che inFrancia sono assai vive. Pur non essendo sconosciuti agli addetti ailavori, i temi sarkoziani hanno il carattere di impegno statale perrestituire all’architettura “…la possibilità di essere audace”. E conl’audacia anche la necessaria riconsiderazione della figura dell’ar-chitetto.

Particolare della facciata della casa diGalileo a Firenze, in Costa San Giorgio.La targa rievoca una visita al grandescienziato da parte del GranducaFerdinando II, ma più probabilmentel’incontro avvenne presso la Villail Gioiello, ad Arcetri, dove Galileo visseagli arresti domiciliari gli ultimi annidella sua vita.

Detail of the façade of Galileo’s housein Florence’s Costa San Giorgio.The plate commemorates Grand DukeFerdinand the Third’s visit to the greatscientist but they most probably metat ‘Villa il Gioiello’ in Arcetri, whereGalileo spent the last years of his lifeunder house arrest.

In considering site diversity, Galileoused drawings of know forts, probablycopied from other situations or textsthat, as we mentioned beforehand,circulated freely and Venice was amajor supplier of them. A minordifference lies in geometric shapes,adapting them to places anddescribing necessary work apart fromprivileging those best suited toinstalling forts.The exact opposite of what wasbelieved at the time when their moreor less regular shape was a startingpoint to demolish any obstacles tosafety around at a distance.The lesson – originating fromMichelangelo and Leonardo – inwhich the artistic component wassteeped in tradition yet void of thenecessary ballistic knowledge that ismeasurable nowadays byrevolutionising the entire approach tothe fort issue. And here lies Galilei’scapacity to define the problem’s newterms.This is the opposite to whatSavorgnan intended to be the corpusof workers building forts.In this sense, it is quite emblematicwhat Giulio Savorgnan’s short diktatraises, almost like a specialist’s hiringtest, as a benchmark for choosingpeople capable of designing a fort.Therefore, Savorgnan’s text sets anexample to how – in the presence ofnew, more and more developedrelationships between the Prince andtechnicians, it is necessary to update

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to solve the complexity introduced byartillery’s increasingly preciseballistic capacity. The choice of sitesand new selective policies that aroseeach time in relation to fort buildingneeds remain to be solved. Yet this,too, is an element that has to takeinto account the objectivityunderlying forts. Here we come tomodern needs, even though toacknowledge their landmarks,ultimately and in arrears, we have toget to Vauban.Yet, apart from the concrete safetyissue and, as Savorgnan’s scriptshows, new technicians had to betrained and equipped with a specialdisciplinary approach that Galileithen individuated, at AccademiaDelia’s request with the “Collection ofscientific and mathematical cognitionsrequired by a perfect Cavalier andsoldier”17.Therefore, from the geometricPreliminaries that by this stageinitiated every military architecturalRenaissance Treatise, we havereached a prevalence of mathematicalcognitions that military men ad,naturally, fortress architects simplyhad to know.Therefore, the conceptual gap thatoccurred in the 17th century had notyet been bridged and the need wasnot even felt. Yet the Marxistmovement also identified itself in thework that Brecht produced on Galileiand that represents, in the pastcentury, a peak in the valorisation ofGalilei’s work.However nowadays, also following onthe experience of a new generation ofscholars, who developed their

È tra l’estate e l’autunno del 1609 che si materializzò la primavisione moderna dell’universo. Fu allora infatti che GalileoGalilei, puntando verso il cielo il suo “cannocchiale”, compìquel gesto semplice e straordinario col quale spalancò unafinestra immensa. Galileo aveva “trovato” il cannocchiale perle strade di Venezia, venduto come giocattolo fabbricato inOlanda. Uno strumento “curioso” per divertire i bambini, chenessuno fino a quel momento aveva pensato di utilizzare peruno scopo diverso. Galileo lo fece. Migliorò il cannocchiale,e guardò… Luglio 1969, esattamente 360 anni dopo: «Questo è un piccolopasso per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità». È la storica frase pronunciata da NeilArmstrong, al momento di poggiare il piede sul suolo lunare. Un’impresa che, a ben vedere, eracominciata proprio in quella tarda estate del 1609. Con quel piccolo gesto, all’inizio forsepersino ingenuo, Galileo aveva aperto un’orizzonte infinito all’esperienza diretta, sensoriale,degli esseri umani e, allo stesso tempo, ne allargava gli orizzonti mentali e spirituali, ridefinivai confini della condizione umana, poneva interrogativi nuovi - che sono poi quelli di oggi, tuttorasostanzialmente irrisolti - sul significato stesso dell’esistenza.A questa straordinaria invenzione, e alle scoperte che essa permise di effettuare al grandescienziato pisano, è dedicata la mostra “Il telescopio di Galileo. Lo strumento che ha cambia-to il mondo”, inaugurata il 4 marzo presso l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze,ottimo preludio delle molte iniziative che il prossimo anno celebreranno in tutta Italia il quartocentenario dalle prime scoperte astronomiche di Galileo.La mostra, curata dallo storico dell’astronomia Giorgio Strano con l’assistenza di un comitatoscientifico di altissimo valore, è stata promossa dall’Istituto e Museo di Storia della Scienza,Dal Ministero dell’Università e Ricerca, dalla Regione Toscana e dall’Ente Cassa di Risparmiodi Firenze, con il patrocinio della Provincia di Firenze e del Comitato per le celebrazioni galileiane.Nell’allestimento è possibile vedere, oltre alla famosa “lente obbiettiva” e agli unici due can-nocchiali originali di Galileo esistenti al mondo, anche numerosi documenti e manoscrittidell’epoca e diverse dimostrazioni multimediali interattive. La mostra rimane aperta fino al 31dicembre. Costo del biglietto: 4 euro (ridotto per giovani, anziani e gruppi: 2 euro).Per informazioni: Tel. +39 055 265311; [email protected]; www.imss.fi.it.

PASQUALE IELO

Il telescopio di GalileoUna mostra che introduce le celebrazionigalileiane del 2009

The first modern vision of the universe materialized between the summer and autumn of 1609. In point of fact, on focusing his “binoculars” skywards, Galileo Galileimade a simple, extraordinary gesture that opened up whole new avenues. Galileo “found” the telescope on the streets of Venice, sold as a Dutch-made toy. An“unusual” instrument to amuse children that nobody up until them had thought of using for another purpose. Yet Galileo did. He improved the telescope andlooked…July 1969: “This is a minor step for a man but a huge leap forward for mankind”. Neil Armstrong repeated this sentence 360 years later as he stepped onto themoon. At a closer look, this undertaking started in the late summer of 1609. With this minor gesture, which was perhaps even naive initially, Galileo opened upendless horizons to human beings’ direct, sensorial experience and, at the same time, broadened their mental and spiritual horizons and threw a totally differentlight on human conditions, giving life new meaning.This great Pisan scientist’s extraordinary invention and his consequential major discoveries feature in the exhibition entitled “The Galilean telescope. Theinstrument that changed the world”, inaugurated on 4th March at the Science History Museum, foreshadowing numerous initiatives that will celebrate the fourthcentenary of Galileo’s astronomic discoveries throughout Italy.The exhibition, attended to by the astronomy historian Giorgio Strano assisted by a top-notch scientific committee, was promoted by the Science History Instituteand Museum, the Universities and Research Department, the Tuscan Regional Administration and ‘Cassa di Risparmio di Firenze’ under the patronage of theFlorentine Provincial Administration and Galilean Celebrations Committee.Not only his famous “telescope lens” and the only two original Galilean telescopes worldwide but also numerous contemporary documents and manuscripts andinteractive multimedia demonstrations are on display. The exhibition will be open until 31st December. Cost of a ticket: 4 euros (cheaper for youngsters, seniorsand groups: 2 euros). For your information: tel. +39 055 265311; [email protected]; www.imss.fi.it

PASQUALE IELO

Galileo’s telescope. An exhibition that introduces the 2009 Galilean celebration

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Note:1 Micheli U., Storia d’Italia Einaudi, L’assimilazione della Scienza greca. Galilei,Annali, 3, 1980, p.256.2 In Wallace W. A., Galileo’s Pisan studies in science and philosophy”, inMachamer P., The Cambridge companion to Galileo, Cambridge University Press,1998, p. 27. 3 Wallace W. A., Galileo’s Pisan studies in science and philosophy”, cit.4 Un quadro sintetico delle varie filosofie attraverso il cui filtro è stata affrontatal’opera di Galilei, dal 1800 ad oggi è in Rossi P., Immagini di Galileo, in Nuncius, IX,1994, vol. 1°, pp. 3 - 14.5 Camera dei Deputati, Proposta di Legge n. 5848, 17.05.2005, dei DeputatiRealacci, Colasio, Spini, Giacomelli, Tocci, Bimbi, Ruzzante, Filippeschi, p.1.6 Si veda Pellicanò A., “Del periodo giovanile di Galileo Galilei – Il Trattato diFortificazione”, Gangemi 2000, p. 78.7 Il Moletti conosceva già Galileo ed esaminando un testo del Nostro nel 1587, lochiama “…buono et esercitato Geometra” si veda in Pellicanò, 2000, p.44.8 Copia di questo trattato giunge in diverse mani ed è copiato da molti architetti, atestimonianza sia della validità della scuola urbinate (che molto doveva a Tartaglia)sia dei rapporti che univano Firenze e Venezia ad Urbino.9 Non è mai stato pubblicato a partire dall’opera del Favaro, pur essendo statooggetto di studio da parte di autori come Tafuri, Guidoni Marino e altri.10 Favaro A., Avvertimento, Opere Complete, Vol. II, p. 11, Barbera, 1932.11 Si veda Tafuri, M., Venezia e il Rinascimento, Einaudi, 1985, p. 205.12 Renn, Galileo in Context, Cambridge University Press, 200113 Renn J., a cura di, Galileo in context, Cambridge University Press, 2001. Inquesto testo si evidenzia come Galileo usi alcuni disegni per evidenziare l’inutilità dialcune forme di difesa.14 Pellicanò, 2000, p. 59.15 I trattati del tempo sono spesso copiati da altri perché ben poche innovazioni sifacevano e le principali riguardavano soprattutto le questioni delle artiglierie la cuipotenza e portata determinava la forma della fortezza e la sua funzione. Lo stessoGalilei non si sottrae a questa regola e i due Trattati sembra abbiano ampi braniquantomeno ispirati da altri autori precedenti. Certo le influenze del Del Monte edel Ricci, anche perché legati alle scoperte della scuola di Tartaglia, provengono daun retroterra di cui si hanno ampie tracce a Firenze, basti pensare a BernardoPuccini che copiò ampie parti del Trattato del Belluzzi (1554 circa) e che diffuse aFirenze facendone una copia per il Principe Francesco de Medici, alla cui corteoperavano anche personaggi del calibro del Buontalenti o del Lupicini, anche luiarchitetto militare. Anche i testi di Galilei sono in parte presi da questa copia, cheperaltro circolò anche a Venezia e, presumibilmente, anche a Padova dove Galileoinsegnava queste materie.16 Il Gherardini non ne dice le cause che sono fatte risalire a contrasti riguardanti“…una certa fabbrica, non so già se di fortificazione o d’altro edificio”, in Opere,XIX, p.638. Barbera, 1938 e anche Viviani ne conferma l’accaduto: “…macchinad’invenzione di un eminente soggetto per votar la darsina di Livorno, alla quale ilGalileo….aveva fatto pronostico di mal evento (come in effetto seguì) ”, Opere,XIX, p. 60617 Favaro,O.C.18 Repubblica, 15.9.2007: Sarkozy N.: Architetti, tocca a voi rifare il mondo, p.29, rubrica Idee.

Nota sull’Autore:Antonino Pellicanò è un noto studioso galileiano.Ha pubblicato sul tema:

- “Del periodo giovanile di Galileo Galilei” - Gangemi Editore, 2000(vincitore del Premio Anassilaos 2003 Arte Cultura Scienze, XV Edizione,per la sezione saggistica);

- “Da Galileo Galilei a Cosimo Noferi. Verso una nuova scienza” University press,Firenze 2005, in cui indaga l’opera di Galilei anche negli inesplorati campidell’architettura e dell’urbanistica.

Attualmente svolge attività di ricerca sulle politiche dell’Unione Europea riguardantii temi del Territorio, dell’Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile

knowledge also thanks to newcomputer technologies that led to aknowledge of manuscripts and worksthat would not have beenconsultable and comparableotherwise, Galileo is often revivedfrom many slants, starting from thehaulage of his figure, i.e. the processthat the Church built around him. Inthis connection, even the Church hasfully acknowledged the hugeresponsibility that led to harmfulconflict among many members of thecurrent society, exasperating bothimperial and religious problems.Both powers appeared keener tostrengthen their own will as opposedto aims in the name of workers.Therefore, western civilizationdeveloped within these two powerdimensions: two citadels, betweenwhich those who had to advancetheir scientific concepts andbrainstorming – starting fromscientists and artists – moved. In the17th century, this dichotomyreappears even though commonwork fundamentals distancethemselves. Science triggered off byGalilei’s experimental method tendsto affirm his assumptions byexpressing itself with all allowedelements. The foregoing led to apoint that even forced Descartes toexplicitly affirm his concern aboutthe Church’s reaction also to hisscripts. However, Colbert and LouisXIV’s support made his thoughtsabout Galileo’s method better knownalso due to the support thatEnlightenment gave to modern-daywestern culture. Nowadays,President Sarkozy celebrates thewish for the rebirth of Architecture inFrance18 in the hopes thatarchitecture will be produced takinglocations into account withoutenforcing standardised solutions andbeyond local landscapes. Thebenchmarks of this speech, held atthe inauguration of Cité de l’architec-ture in Paris, are architecture as thecrossroads between expertise andknowledge, the need to overcome –by developing creativity – thebottlenecks of financial constraintsthat press towards normalizationand the notation of excessivefunctionalism (that in Le Corbusier’shomeland sound like severecriticism) and a survey of reality tointroduce a shape instead of setting

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ARTI & MERCATURE156Le imprese fiorentine e il 7° Programma Quadro

Notes:

1Micheli U., Storia d’Italia Einaudi, L’assimilazione della Scienza greca. Galilei,Annals, 3, 1980, p. 256.2Wallace W.A., Galileo’s Pisan studies in sciences and philosophy”,in Machamer P., The Cambridge companion to Galileo, Cambridge UniversityPress, 1998, p. 27.3A synthesis of various philosophies filtering Galilei’s work from 1800 to date is to befound in Rossi P., Immagini di Galileo, in Nuncius, IX, 1994, 1st vol., pages 3 -14.4Chamber of Deputies, Bill of Law no. 5848, 17.0.2005 of the Deputies Reaacci,Colasio, Spini, Giacomelli, Toxxi, Bimbi, Ruzzante and Filippeschi, p. 1.5See Pellicanò A., “Dal periodo giovanile di Galileo Galilei – Il Trattato diFortificazione”, Gangemi 2000, p. 78.6 Wallace W. A., Galileo’s Pisan studies in science and philosophy”, cit.7 Moletti already knew Galileo and, on examining one of his texts in 1587, calledhim a “…good, experienced land-surveyor”. See Pellicanò, 2000, page 44.8 A copy of this treaty was circulated and copied by numerous architects, testifying tothe soundness of the Urbino school (that owed a great deal to Tartaglia) andrelationships between Florence and Venice and Urbino.9 It was never published starting from Favaro’s work, despite being reviewed byauthors such as Tafuri, Guidono Marino and others.10Favaro A., Avvertimento, Complete Works, Vol. II, p. 11, Barbera, 1932.11See Tafari, M., Venezia e il Rinascimento, Einaudi, 1985, p. 205.12Renn, Galileo in Context, Cambridge University Press, 2001.13Renn J., Galileo in Context, Cambridge University Press 2001. This text shws owGalileo uses drawings to highlight the futility of certain forms of defence.14 Pellicanò 2000, page 59.15At the time, treatises were often copied from others because there was very littleinnovation and major innovation primarily concerned artillery issues whose powerand capacity determined the shape of forts and their function. Even Galilei obeyedthis rule and the two Treatises seem to have large passages inspired by otherprevious authors. No doubt the influences of Del Monte and dei Ricci, also becausethey were linked to the discoveries of Tartaglia’s school, come from a backgroundwith major traces in Florence. Just think of Bernardo Puccini who copied lengthypassages of Belluzzi’s treatise (about 1554) and who circulated them in Florencecopying them for Prince Francis de Medici, whose court employed personages of thecalibre of Buontalanti or dei Lupicini, also a military man. Galilei’s texts are largelytaken from this copy that, by the way, also circulated in Venice and, presumablyalso in Padua where Galileo taught these subjects.16Gherardini does not reveal the causes that concerned clashes over, “..certainworks. I am not sure whether it was a fort or another building” in Opere, XIX,page 638 Barbera, 1938. Viviani also confirmed the event, “…a machineinvented by an eminent individual to empty Leghorn’s dry dock, which Galileoexpected to be afflicted (as in actual fact occurred)”, Opera, XIX, page 606.17Favaro. O.C.18 Repubblica, 15.9.2007, Sarkozy N.: Architectti, tocca a voi rifare il mondo, p. 29,Idee magazine.

a pattern. There is no lack ofreferences to the need to make thecreativity and innovation enabled bymodern technologies accessible to thepopulation at large.No doubt, at first sight, the rhetoric inthe president’s speech refers toColbert’s guidelines and absolutismyet the reality of proposed action,looking beyond simple expressivetones, is much closer to 17th centuryroots perhaps because an adequatetradition is more alive in France and,therefore, it is easier to expressopinions of the kind.Therefore, cultural conceptions thatare very much alive in France wereprofoundly criticized. Despite beingunknown to trade members, Sarkozy’sthemes are typified by statecommitment to give back toarchitecture “…a chance to beaudacious”. Hence the necessaryreconsideration of architects’ figures.

(*) Notes about the author

Antonino Pellicanò is a known Galileischolar.He wrote:

- “Del periodo giovanile di GalileoGalilei” - Gangemi 2001 (winner ofthe Anassilaos Prize 2003, 15th ArtCulture and Sciences Edition, for theessay section;

- “Da Galileo Galilei a Cosimo Noferi.Verso una nuova scienza” - UniversityPress, Florence 2005, in which heproposes the work of Galilei’s in theunexplored fields of architecture andtown-planning.

He is currently conducting EuropeanUnion research on the Territory,Environment and SustainableDevelopment.

Galileo illustra le proprietà delpiano inclinato

Galileo illustrates the tiltedplane’s properties.