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INTRODUZIONE Le moderne conoscenze mediche, oggi hanno fornito prove scientifiche in merito a questi argomenti: - l’attivita’ fisica svolge un ruolo importante nel garantire una buona salute psico- fisica; - una vita fisicamente attiva induce modificazioni ed adattamenti organici che hanno conseguenze positive sulla funzionalita’di organi ed apparati: - gli adattamenti indotti dall’attivita’ fisica sono relativamente stabili nel tempo; - i benefici di una vita fisicamente attiva portano vantaggi anche all’eta’anziana; - con l’esercizio fisico migliorano anche le capacita’ cognitive, la gestione dello stress, l’autostima e il rapporto con gli altri. La popolazione che decide di intraprendere una qualsiasi attivita’ motoria e’ sempre maggiore e sempre piu’ informat a ed esigente. Il primo passo che si compie e’ quello di scegliersi una palestra idonea con istruttori e personale professionalmente validi per iniziare una serie di allenamenti. La cultura sportiva e’ notevolmente cresciuta negli ultimi anni grazie ai continui e incessanti messaggi mediatici; . Paradossalmente ” l’uomo occidentale”, invece, ha notevolmente ridotto la propria attivita’ fisica grazie (o per colpa?) alle innovazioni tecniche degli ultimi decenni. Oggi le nuove generazioni sono “orfane dell’Educazione Fisica scolastica”, sostituita dall’apprendimento di varie discipline sportive, in una sede come la scuola che invece dovrebbe essere deputata all’educazione e non all’addestramento o all’avviamento allo sport.

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  • INTRODUZIONE

    Le moderne conoscenze mediche, oggi hanno fornito prove

    scientifiche in merito a questi argomenti:

    - l’attivita’ fisica svolge un ruolo importante nel garantire una buona salute psico- fisica;

    - una vita fisicamente attiva induce modificazioni ed adattamenti organici che hanno conseguenze positive sulla

    funzionalita’di organi ed apparati:

    - gli adattamenti indotti dall’attivita’ fisica sono relativamente stabili nel tempo;

    - i benefici di una vita fisicamente attiva portano vantaggi anche all’eta’anziana;

    - con l’esercizio fisico migliorano anche le capacita’ cognitive, la gestione dello stress, l’autostima e il rapporto con gli altri.

    La popolazione che decide di intraprendere una qualsiasi attivita’

    motoria e’ sempre maggiore e sempre piu’ informata ed esigente.

    Il primo passo che si compie e’ quello di scegliersi una palestra

    idonea con istruttori e personale professionalmente validi per

    iniziare una serie di allenamenti.

    La cultura sportiva e’ notevolmente cresciuta negli ultimi anni

    grazie ai continui e incessanti messaggi mediatici; .

    Paradossalmente ” l’uomo occidentale”, invece, ha notevolmente

    ridotto la propria attivita’ fisica grazie (o per colpa?) alle

    innovazioni tecniche degli ultimi decenni.

    Oggi le nuove generazioni sono “orfane dell’Educazione Fisica

    scolastica”, sostituita dall’apprendimento di varie discipline

    sportive, in una sede come la scuola che invece dovrebbe essere

    deputata all’educazione e non all’addestramento o all’avviamento

    allo sport.

  • Apparentemente istruiti ma a tutti gli effetti ignoranti, siamo

    oppressi da modelli fuorvianti che enfatizzano l’immagine piu’

    che il benessere, accogliamo a braccia aperte qualsiasi “nuova

    moda” incuranti dei danni che spesso si celano dietro di esse.

    Da questo quadro ne scaturisce che l’istruttore che per primo

    raccoglie queste esigenze deve essere molto preparato nel valutare

    il soggetto che si ha davanti.

    La mancanza della motricita’ spontanea in eta’ giovanile unita alla

    sedentarieta’ della maggior parte delle attivita’ lavorative e non

    ultima da uno stile di vita imperniato sulla moda delle “happy

    hours” fanno si’ che si ha davanti un soggetto giovane ma con

    problemi posturali da anziano, con dorso curvo o con mal di

    schiena.

    ATTEGGIAMENTI VIZIATI – PARAMORFISMI –

    DISMORFISMI

    Le alterazioni morfologiche sono delle situazioni abnormi che si

    ripercuotono sulla statica e sulla dinamica dell’organismo e si

    verificano allorquando un qualsiasi fattore di disturbo interviene

    su un soggetto con stati costituzionali predisposti.

    La maggior parte delle alterazioni dell’eta’ evolutiva si vogliono

    non conseguenti a carenze o a debolezze muscolari, ma dipendenti

    da acquisizioni di schemi motori errati, fissati nel S.N.C. cui

    consegue una mancata strutturazione dei meccanismi di controllo

    neuromuscolare.

  • Le alterazioni morfologiche generalmente si distinguono in:

    atteggiamenti viziati: sono vizi estetici dell’adolescenza che

    alterano la statica e la dinamica del corpo.

    Paramorfismi: il significato etimologico del termine e’ “al di la’ “

    (para) della forma (morfe). I paramorfismi sono caratterizzati da

    modificazioni funzionali che comportano quasi sempre uno

    squilibrio muscolare non irreversibile. Una razionale

    chinesiterapia fornisce una reale possibilita’ di intervento.

    Dismorfismi: sono alterazioni morfologiche in cui risulta

    interessata la componente scheletrica, vanno trattati con

    chinesiterapia e ortesi.

    Le leggi dello sviluppo osseo

    Lo scheletro e’ tanto piu’ malleabile quanto meno e’ ossificato,

    cioe’ quanto piu’ il soggetto e’ giovane.

    Facendo eccezione per le deformazioni di origine traumatica,

    senile o infettiva, possiamo dire che ogni deformazione ossea ha

    un’origine piu’ o meno diretta fra la nascita e il ventesimo anno, e

    molto spesso fra i 7 e i 14 anni, sembrando questa eta’ essere l’eta’

    morfologica per eccellenza, quella in cui la morfologia e

    l’atteggiamento si determinano per l’avvenire.

    Ma se la plasticita’ dello scheletro favorisce a questa eta’ le

    malformazioni, tuttavia proprio grazie ad essa e’ piu’ facile

    correggerle.

  • Tutte le parti dello scheletro non si ossificano con la stessa

    rapidita’:

    - le costole si ossificano assai rapidamente ma restano malleabili grazie alle cartilagini costali.

    - Il piede si ossifica piu’ velocemente della mano (i trattamenti del piede torto e del piede piatto devono essere molto

    precoci)

    - le epifisi e le metafisi fertili (vale a dire quelle che si ossificano in modo piu’ tardivo) sono situate vicino al

    ginocchio e lontano dal gomito; sono la sede dei dolori della

    crescita;

    - Il bacino e’ interamente ossificato prima dei 20 anni;

    - I corpi vertebrale hanno una crescita molto prolungata (25 anni);

    - I due ultimi punti di ossificazione sono la clavicola nell’uomo e la zona pubica nella donna (26 – 27 anni)

    Nel rachide ogni vertebra e’ sottoposta ad una pressione di una

    certa entita’ costituita dal peso di tutta la porzione del corpo

    superiore (metameri superiori).

    Questo peso e’suddiviso in modo disuguale sulle due facce del

    corpo vertebrale, corrispondente alla convessita’ ed alla concavita’.

    La pressione diminuisce dal lato della convessita’, aumenta dal

    lato della concavita’.

  • AtteggiamentoParamorfismo Dismorfismo

    Si verifica quindi una crescita asimmetrica della vertebra che

    aumenta di piu’ dal lato convesso (vertebra cuneiforme), questo

    fenomeno prende il nome di Legge di Delpech : dove maggiore e’

    il carico, minore e’ l’osteogenesi.

    Tale malformazione prende il nome di abbassamento romboidale

    di Delpech.

    Questo processo fissa la curvatura che non puo’, a fine crescita,

    piu’ modificarsi e diventa allora una deformazione ossea.

    Ogni volta che un osso e’ posto in una posizione abituale

    anormale, la sua crescita diventa anormale e tende a deformarlo.

    Questa deformazione, tuttavia non e’ irriducibile, a condizione che

    venga trattata sufficientemente presto.

    In palestra possono arrivare soggetti adulti con tale deformazione

    ormai fissata da anni, in ottima salute e mediamente in forma, e’

    opportuno che questi non svolgano esercitazioni tendenti a

    sovraccaricare i corpi vertebrali dal lato sbagliato.

  • Piu’ frequentemente tale situazione si ripete con soggetti di terza

    eta’ che oggi sono sempre piu’ disposti alla pratica dell’attivita’

    motoria.

    Quando si parla di alterazioni posturali di solito facciamo

    riferimento alle variazioni dell’allineamento dei vari segmenti

    corporei ed alle alterazioni dell’equilibrio totale del corpo che

    scaturisce da questo cattivo allineamento segmentario.

    Tutti sappiamo che il perdurare di posizioni errate puo’creare, in

    uno o piu’ distretti corporei, modificazioni della normo –

    morfologia somatica.

    Che cosa si intende per alterazione morfologica? Prendiamo un

    segmento del nostro corpo, arto inf. o sup., colonna vertebrale,

    mano,

    ebbene ognuno di questi elementi prospetta un proprio asse

    fisiologico; su tale asse si esprime la struttura anatomo –

    fisiologica del segmento; su tale asse si esplicano i movimenti

    propri del segmento stesso.

    Se per una causa qualsiasi questo segmento o una parte di esso

    fuoriesce da tale asse si ha una modificazione della forma naturale

    del segmento, una alterazione morfologica.

    Cio’ accade perche’intervengono leggi biomeccaniche che

    avvicinano sempre piu’ quel segmento alla patologia

    allontanandolo di conseguenza dal modello fisiologico.

    Una posizione errata prolungata varia anche la normale postura e

    mette in crisi le capacita’ di riequilibrio delle strutture posturali.

    Ne derva che l’anomalo funzionamento dei meccanismi posturali

    faciliterebbe l’aggravamento delle deviazioni primitive.

  • Le posture scorrette comprendono tutte quelle posizioni difettose

    che il corpo tende ad assumere quando e’ costretto per lungo

    tempo all’immobilita’, e quelle anomalie di portamento che

    conseguono ad una non corretta deambulazione.

    Molto spesso queste, piu’ che fattori determinanti, altro non sono

    se non le cause occasionali che tradiscono il manifestarsi di una

    predisposizione latente.

    Tali atteggiamenti, che non sono quindi alterazioni vere e proprie

    dello scheletro osseo e del sistema muscolo – legamentoso, sono

    contraddistinti dalla relativa facilita’con la quale il soggetto,

    sollecitato a modificarli mediante semplici contrazioni muscolari,

    riesce ad ottenere con piccolo sforzo di volonta’una quasi perfetta

    autocorrezione temporanea.

    Fin che tali alterazioni rimarranno allo stadio di atteggiamenti

    viziati, il cui substrato risiede principalmente nell’espressione di

    schemi motori e posture scorrette e nel permanere di uno squilibrio

    neuro-muscolare, possono regredire e scomparire per azione delle

    sole forze naturali insite nell’organismo soprattutto in fase

    evolutiva, specialmente se stimolate in forma adeguata.(educazione

    propriocettiva).

    Al vizio di atteggiamento, quando non vengono prese in tempo

    adeguate contromisure, segue un secondo periodo caratterizzato da

    un graduale e progressivo irrigidimento muscolo-legamentoso,

  • cosicche’ il soggetto, per quanto tenti, non riesce a rettificare in

    modo soddisfacente il proprio portamento.

    Si tratta dei paradismorfismi, che il Sorrentino defini’ un

    “complesso di abiti morfologici paranormali, compresi tra i confini

    della normalita’, cioe’ della fisiologia, e quelli della patologia,

    cioe’della malattia propriamente detta”.

    I paramorfismi formano dunque un capitolo di fisiologia

    paranormale; cioe’ non e’ piu’ normale, ma non ancora

    irrimediabilmente patologica.

    Non sono altro che atteggiamenti viziati assunti di frequente e

    mantenuti a lungo tempo per cui possono dar luogo a tensioni

    muscolo-tendinee e a retrazioni capsulo-legamentose le quali

    renderanno poi problematica la correzione, caratteristici dell’eta’

    scolare, del periodo cioe’della piccola puberta’ e della crisi

    puberale vera e propria.

    E’ logicamente in questo periodo, in cui le resistenze organiche

    vengono gradatamente diminuite dallo stato critico di quella che e’

    stata definita la piu’ grave crisi organica di tutta la vita dell’uomo

    (fase disorganica del Matthias), che trovano il terreno piu’ propizio

    per instaurarsi.

    La maggior parte di questi paramorfismi si preannunciano infatti

    come atteggiamenti viziati, come vizi posturali che i giovani

    assumono e mantengono perche’ stanno comodi in quella

    posizione e perche’ alla prolungata permanenza nel banco della

    scuola durante le lezioni e a casa davanti al computer o a studiare

    non fa riscontro una adeguata attivita’ fisica compensativa.

    Un altro fattore puo’ causare alterazione all’apparato muscolare ed

    osteo-articolare : lo sviluppo esagerato di alcuni muscoli, che

    divenuti ipertonici, (ipermorfismi del Lambertini), traggono a se’

  • alcuni segmenti che invece dovrebbero rimanere in una

    determinata posizione. L’ipertrofia esagerata dei muscoli pettorali,

    per esempio, causata dall’esagerata pratica di uno sport quale i

    grandi attrezzi (parallele, sbarra, anelli..) o causata da una

    eccessiva attivita’ di potenziamento muscolare fatta in eta’troppo

    giovane, determina sollecitazioni a livello muscolare ed articolare

    che la struttura di un giovane in crescita non puo’ sopportare.

    Sottovalutare l’importanza di un paramorfismo puo’ essere

    imprudente per le gravi conseguenze che possono derivare da una

    trascuratezza, a prima vista banale, e da una diagnosi troppo

    superficiale.

    Siamo, certo, di fronte ad alterazioni di grado modesto, a volte

    apparentemente quasi insignificanti ma, appunto perche’ insorte

    nel periodo delicatissimo della crescita, pericoloso campanello

    d’allarme da non lasciare inascoltato.

    Vediamo adesso come poter riconoscere con sicurezza un

    atteggiamento da un’alterazione paramorfica .

    Nel soggetto iperlasso, ipotonico, la presenza di vizi posturali, e

    quindi l’assenza di deviazioni vertebrali vere e proprie, viene

    posta in evidenza dall’adattamento delle curve alle diverse

    posizioni e dalla loro estrema variabilita’.

    Quando e’in piedi le curve si accentuano, quando e’ seduto si

    invertono parzialmente.

    Le flessioni del busto avanti e indietro consentono una grande

    ampiezza di movimenti. Da un giorno all’altro, il soggetto muta il

  • proprio atteggiamento: ora sta curvo, ora si raddrizza, anteriorizza

    le spalle, le porta indietro, fa sporgere il ventre, lo fa rientrare.

    Nel soggetto paramorfico, la zona interessata dalla alterazione

    conserva le proprie caratteristiche e non subisce modificazioni di

    rilievo: la cifosi si riduce ma non si corregge del tutto, la lordosi

    tende sempre a riformarsi, anche in quelle bambine che flettono il

    busto in avanti o mettendosi a sedere invertono talmente la curva

    lombare da assumere, apparentemente, e temporaneamente, un

    atteggiamento cifotico.

    Le forme paramorfiche non trattate possono costituire il

    presupposto perche’, secondo la legge del carico di Delpech, in

    relazione a un’ anomala distribuzione del carico stesso, si alteri

    l’osteogenesi nelle zone di accrescimento dello scheletro: ne segue

    l’insorgenza di quelle gravi alterazioni delle forme corporee

    definite “dismorfismi” per le quali, pur essendo di aiuto la

    cinesiterapia, e’quasi sempre necessario ricorrere ai trattamenti

    ortopedici.

    Un semplice vizio di portamento, trascurato, puo’ diventare quindi

    una vera e propria deformita’ con danno non solamente estetico,

    ma con modifiche di struttura non limitate all’apparato osteo-

    articolare.

    Infine tutte le deformita’ idiopatiche in cui il vizio di postura

    potrebbe risultare ininfluente, possono essere amplificate nelle

    loro manifestazioni estetiche proprio dal perdurare di posture

    scorrette.

    Cio’ che differenzia l’atteggiamento dal paramorfismo e

    quest’ultimo dal dismorfismo, sono le sue caratteristiche

    strutturali.

  • Il vizio posturale, l’atteggiamento cadente, e’ una perturbazione

    percettivo-motoria; siamo di fronte cioe’ ad una insufficienza o

    anomalia delle percezioni cinestesiche che portano ad una

    anomalia dello schema corporeo. Vizio posturale correggibile

    quindi volontariamente a livello psicomotorio.

    Nella cifosi paramorfica non sono ancora compromessi i metameri

    vertebrali, ma i legamenti possono causare un certo grado di

    rigidita’; molto spesso inoltre l’interessato lamenta un deficit della

    muscolatura dorsale che non e’ piu’ sufficiente a sorreggerlo: in

    tale caso l’autocontrollo posturale risulta inefficace, se non viene

    integrato da una serie di esercizi rieducativi volti, a seconda del

    caso, a mobilizzare i segmenti rigidi o ad aumentare il trofismo

    degli erettori del rachide.

    Nel dismorfismo cifotico e’ in atto una vera e propria deviazione

    dalla norma che :

    - quando compromette in prevalenza i muscoli e i legamenti puo’ essere combattuta con una certa efficacia

    (paradismorfismo).

    - quando coinvolge preminentemente elementi ossei diventa difficile da trattare perche’ ha quasi sempre caratteristiche di

    irreversibilita’

    E’ la legge di Delpech prima citata:

    nel rachide ogni vertebra e’ sottoposta ad una pressione di una

    certa entita’costituita dal peso di tutta la porzione del corpo

    superiore.

  • Questo peso e’ suddiviso in modo disuguale sulle due facce del

    corpo vertebrale, corrispondente alla concavita’ ed alla

    convessita’: la pressione diminuisce dal lato della

    convessita’,aumenta dal lato della concavita’ per cui si verifica

    una crescita asimmetrica della vertebra che cresce maggiormente

    dal lato convesso (vertebra cuneiforme) o che prende una forma

    romboidale.

    Si puo’ aggiungere: ogni qualvolta che un osso e’ posto in una

    posizione abituale anormale, la sua crescita diventa anormale e

    tende a deformarlo.questa deformazione, tuttavia, non e’

    irriducibile, a condizione che venga trattata sufficientemente

    presto.

  • Scapole alate:

    i monconi delle spalle si orientano all’interno e le scapole si

    scollano.

    Tale difetto e’ dovuto alla perdita di equilibrio fra i muscoli

    pettorali e i m. trapezio , romboidi, gran dentato, predominano i

    muscoli anteriori: pettorali, bicipiti omerali

  • Atteggiamento lordotico

    Puo’ essere a largo – medio- piccolo raggio, non esistono danni

    anatomici e proprio perche’ atteggiamento puo’ essere reversibile

    con una buona ginnastica

    addominale. Le conseguenze dell’ A.L. sono :

    distenzione eccessiva dei m.addominali

    cifosi di compenso

    algie vertebrali

    la muscolatura spinale e’ ovviamente accorciata.

  • Atteggiamento cifotico

    E’l’aumento della cifosi fisiologica. E’ causata da comode

    posture, se si interviene subito rimane un semplice vizio posturale

    altrimenti puo’ sfociare in vere deformita’.

  • Atteggiamento scoliotico

    E’ definito anche scoliosi posturale o scoliosi funzionale. In questi

    soggetti non si riscontra ne’ rotazione, ne’ curva ma una

    instabilita’ posturale, se in carico compare una curva, essa in

    scarico si annulla.

    Triangoli

    della

    taglia

  • Nelle foto precedenti sono rappresentate le scoliosi piu’ comuni e

    le loro caratteristiche morfologiche nelle varie posizioni.

  • LA SCOLIOSI

    E’ UNA

    DEFORMAZIONE

    ANTERO POSTERIORE

    IN LORDOSI

    GENERATA

    DA UN

    MOVIMENTO DI

    TORSIONE

    Essa si sviluppa nello spazio, e’ dovuta ad un movimento di

    torsione generalizzato su tutta la colonna vertebrale.

    Questo movimento e’generato da una perturbazione localizzata

    che provoca rottura dell’equilibrio del rachide.

    Il movimento di torsione crea un dorso cavo che lo fa sembrare

    una deformazione laterale.

    In un secondo momento questo dorso cavo sara’ proiettato

    posteriormente a seconda dell’aggravamento della curva, creando

    una cifosi paradossa.

  • LE DEFORMAZIONI TORACICHE

    VIENE MODIFICATO L’ORIENTAMENTO DELLE

    ARTICOLAZIONI COSTO-VERTEBRALI A CAUSA DEGLI

    SPOSTAMENTI SUL PIANO ASSIALE.

    •GIBBO POSTERIORE ED ANTERIORE

    •LE COSTE SI VERTICALIZZANO

    IRRIDUCIBILITA’

    E DOVUTA ALLA MODIFICAZIONE DELLA MORFOLOGIA

    DELLE VERTEBRE.

    LE SCOLIOSI IDIOPATICHE SINO ALLA FINE DELLA

    CRESCITA OSSEA HANNO UNA MOBILITA’

    INTERVERTEBRALE FISIOLOGICA.

    SONO MOBILI.

    LA IRRIDUCIBILITA’ E DOVUTA ALLA MODIFICAZIONE

    DELLA FORMA DELLE VERTEBRE.

    L’EFFETTO DELLA

    TORSIONE SULLE COSTE

  • I muscoli antiversori:

    - posteriormente: i muscoli

    lombari

    - anteriormente: il retto

    femorale e lo psoas-iliaco.

    I muscoli retroversori:

    - posteriormente: il grande

    gluteo, gli estensori della

    coscia

    - anteriormente: il retto

    addominale.

    La posizione del bacino e’ il fattore determinante per

    l’allineamento posturale, sia corretto che scorretto, infatti: la

    cintura pelvica trasmette l’azione gravitaria dal rachide agli arti

    inf. Il carico proveniente dalla parte superiore si divide in due parti

    e tramite le faccette art. sacroiliache, si scarica sulle teste femorali.

    La forza gravante sul sacro, da in piedi, determina una leggera

    anteroversione del bacino che a sua volta genera la lordosi

    lombare fisiologica.

    Angolo lombosacrale o sacrale (ALS) fisiologico, descritto

    dall’intersezione di una linea parallela all’orizzonte con una

    linea tracciata tangenzialmente e parallelamente alla base del

    sacro. L’angolo lombo-sacrale ottimale è di circa 30°

    30°

  • Ginocchio valgo – varo – recurvato

    Il ginocchio valgo

    E’ una deviazione sul piano frontale, in cui i condili femorali

    hanno la tendenza a toccarsi e i malleoli invece tendono ad

    allontanarsi (generalmente quando questa distanza supera i 4-5cm)

    Nell’adulto puo’ portare a fenomeni artrosici e con l’avanzare

    dell’eta’ a usura della cartilagine articolare.

    Il ginocchio varo

    E’ una deviazione opposta a quella in valgo, sempre sul piano

    frontale, nei casi gravi e’ associata ad una rotazione interna della

    tibia. E’ un incurvamento a convessita’ esterna, non e’ una vera e

    propria angolazione, quindi piu’ difficile da trattare in modo non

    invasivo.

  • Il ginocchio recurvato

    E’ caratterizzato da una iper-estensione della gamba sulla coscia

    e’fisiologico fino a 5 – 10 gradi oltre va trattato con tutori e

    chirurgicamente.

    Anche il piede puo’ presentare anomalie morfologiche e

    strutturali: piede piatto, piede cavo, piede torto.

    Il trattamento chinesiterapico, se avviene entro i 6-8 anni, puo’

    dare ottimi risultati, dopo, per la precoce ossificazione, sara’ poco

    efficace.

    LE FUNZIONI DEL RACHIDE

    La colonna vertebrale svolge funzioni di sostegno del tronco, del

    capo e degli arti superiori e di protezione del midollo spinale, e,

    grazie alla sua particolare struttura si comporta come un

    sofisticatissimo ammortizzatore idraulico.

  • STRUTTURA DELLE VERTEBRE

    1, Corpo vertebrale; 2, arco posteriore; 3 - 4, apofisi

    articolari; 5 - 6, apofisi trasverse; 7, apofisi spinosa.

    SEZIONE DI DUE VERTEBRE SOVRAPPOSTE

    1, Corpo vertebrale;

    2, faccette articolari;

    3, apofisi spinosa;

    4, disco intervertebrale;

    5, legamenti;

    6, midollo spinale;

    7, radici nervose.

  • Il Gel del NUCLEO POLPOSO è un

    mucopolisaccaride dotato di speciali proprietà

    fisiche e chimiche.

    E’ in grado di mantenere in equilibrio un suo

    proprio bilancio idrico mediante l’assunzione

    diretta di liquidi dall’esterno.

    Mentre in un disco giovane ed integro il nucleo

    polposo è molto ricco di acqua (80% a vent'anni),

    con il progredire dell’età e con l’usura esso vede

    ridursi la componente mucopolisaccaride e,

    conseguentemente, la capacità del gel di assorbire i

    liquidi, esso cioè, va incontro ad una parziale

    disidratazione.

  • La posizione in cui la colonna conserva la lordosi fisiologica

    viene definita anche posizione neutra (B) perché costituisce la

    posizione intermedia di equilibrio tra la flessione e

    l’estensione. Il nucleo polposo del disco non viene spinto né

    posteriormente (come avviene nella flessione)(A) né

    anteriormente (come avviene nell’estensione)(C).

    A B C

  • Flessione negli

    esercizi

    Iperestensione negli esercizi

  • Conformazione del legamento

    longitudinale posteriore lungo il

    rachide lombare e possibili

    implicazioni di ordine

    patologico. Da L1 a L5

    l’ampiezza di questo importante

    legamento va riducendosi

    gradualmente, sì che –

    procedendo dall’alto verso il

    basso – risultano via via più

    estese le aree postero-laterali

    dell’interspazio non protette. Il

    rischio dell’erniazione discale

    lungo queste direttrici di minore

    resistenza (indicate dalle frecce

    rosse nello schema di destra)

    risulta pertanto più pesante nel

    tratto lombare che in quelli

    sovrastanti e, nell’ambito del

    tratto lombare stesso, ai livelli

    più bassi.

    La protrusione o l’ernia

    discale si verificano più

    frequentemente tra la

    quinta vertebra lombare e il

    sacro. Quest’ultimo disco è

    soggetto a maggiore usura

    sia perché sopporta il peso

    di tutta la parte superiore

    del corpo sia perché si trova

    a livello della cerniera

    lombosacrale, dove la parte

    mobile della colonna si

    unisce a quella rigida, l’osso

    sacro.

    In questo caso la lesione

    discale può provocare una

    lombosciatalgia; se, invece

    l’ernia si verifica a livello

    del 3° disco lombare, tra la

    3° e la 4° vertebra, si ha una

    lombocruralgia.