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Research Collection
Doctoral Thesis
Nuovo sistema di modulazione per microonde
Author(s): Nobile, Guido
Publication Date: 1938
Permanent Link: https://doi.org/10.3929/ethz-a-000100037
Rights / License: In Copyright - Non-Commercial Use Permitted
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Nuovo sistema di modulazione
per microonde
Tesi di laurea
presentata
al Politecnico Federale di Zurigo
per il conseguimento
del titolo di dottore in scienze tecniche
da
Guido Nobile ing. diplomato
Relatore Prof. Dott. F. Tank
Correlatore Prof. Dott. J. Forrer
1938 - Arti Poligrafiche Editrici - TORINO, Via Menabrea 9
CURRICULUM VITAE
Nacqui ad Oggio, frazione di Lopagno, mio comune
di origine, il 26 agosto 1910.
Frequentai le scuole primarie e secondarie a Luganodove nell'anno 1929 ottenni la licenza tecnica del
Liceo Cantonale.
Proseguii i miei studi al Politecnico Federale di Zurigo
e nel 1933 conseguii il diploma di ingegnere elettro¬
tecnico.
Negli anni successivi mi occupai nell'Istituto di Alta
Frequenza dello stesso Politecnico sotto la direzione
del Prof. Dott. Tank, del problema delle microonde
dove portai a termine il presente lavoro.
Zurigo, settembre 1936.
GUIDO NOBILE
GUIDO NOBILE
NUOVO SISTEMA DI MODULAZIONE
PER MICROONDE
ElEstratto da
ALTA FREQUENZA
gennaio 1938, VII, 1, p. 29
3
NUOVO SISTEMA DI MODULAZIONE
PER MICROONDE
GUIDO NOBILE
Viene studiato un nuovo metodo di doppia modulazione, particolar¬
mente adatto per le microonde: un'oscillazione di frequenza intermedia è
modulata in ampiezza con le correnti telefoniche; la tensione così ottenuta,
applicata all'anodo dei tubi generatori, produce una modulazione delle
microonde puramente in frequenza. Il calcolo dimostra che, quando sono
rispettate opportune condizioni, questo sistema di modulazione non dà
luogo a distorsione ed è di ottimo rendimento. Prove di trasmissione e rice¬
zione, effettuate fino a io km di distanza con l'impiego di più dipoli irra¬
dianti e di riflettori parabolici, hanno confermato la perfetta efflcenza del
nuovo sistema di modulazione, mettendone in evidenza la semplicità e la
sicurezza di funzionamento.
PARTE TEORICA
1. - Generalità.
In un generatore di microonde (fig. i e 2) la lunghezza dell'onda
emessa dipende, com'è noto (*) (2) (3), oltre che dalle dimensioni dei vari
elementi costituenti il tubo, dalle tensioni applicate agli elettrodi; ciò
oltre che richiedere una stabilità assoluta del regime di alimentazione
del tubo, rappresenta una seria difficoltà per la modulazione in ampiezzadelle microonde. Infatti, se noi cerchiamo di variare l'intensità delle
oscillazioni, agendo sulla tensione di griglia Ug, o meglio sulla tensione
anodica, Ua, avremo sempre una variazione indesiderata della frequenzadell'onda fondamentale. Si ha così una modulazione mista in ampiezzaed in frequenza, che, normalmente, dà luogo ad inammissibili distorsioni.
È da notare che anche nel generatore a magnetron ritroviamo lo stesso
fenomeno, come d'altronde è prevedibile, data la stretta analogia fra
il comportamento del magnetron e quello del triodo a campo frenante.
(!) A. Scheibe: Ann. der Phys., 1924, I,XXIII, p. 54.
(2) N. Carrara: A. F., 1936, V, p. 691 e 773.
(3) N. Carrara: A. F., 1937, VI, p. 104 e 209.
4 G. NOBILE A.F.,VII, I
^Z—am—
Fig. i. — Tubo generatore con ondametro.
Molti sistemi sono stati escogitati per ottenere una buona modula¬
zione. Possiamo accennare al metodo indicato da Clavier (4), con il
quale, variando simultaneamente le tensioni di griglia e di placca, è
possibile, in determinate condizioni, ridurre le variazioni di frequenzaentro limiti accettabili. Un altro metodo assai radicale consiste nel far
passare le onde irradiate dal dipolo attraverso griglie di tubi nei quali
avvenga una scarica in gas rarefatto. A seconda dell'intensità di questascarica, le onde sono più o meno fortemente assorbite.
-Cb riè O
!
+ -
Fig. 2. — Generatore di microonde costituito con due tubi montati in opposizione.
I,a formula di Scheibe (x) dà la frequenza delle oscillazioni in funzione
delle tensioni di placca e di griglia; va però tenuto conto del fatto che
l'onda generata è un'armonica dell'onda fondamentale della carica spa-
(4) A. Clavier: Onde Él., 1934, XIII, p. 101.
Gennaio 1938 modulazione di microonde 5
*£/-
tqp-
tq?-
Ua = cast=-80 Volt
Je =: cast = ÒOmft
Z^OO ézo $40 2{60-£*>
Fig. 3. — Dipendenza della lunghezza d'onda dalla tensione di griglia,per tensione anodica e corrente d'emissione costanti.
•»**
'47-
— ^ov>g/7e*z& c'oriate
(J3=2ZOvolt
\\\\
~r-
70-(/.*<">
Fig. 4. — Dipendenza della lunghezza d'onda e dell'intensità dell'oscillazione
dalla tensione anodica.
6 G. NOBILE A.F..VII, i
*49-
tsa-
U^-SOvolt
Ug^ZZOllOtt
—rZo
I30
Fig- 5-
2530 /S.
Dipendenza della lunghezza d'onda dalla corrente di emissione.
ziale. Le variazioni della lunghezza d'onda in funzione delle tensioni
di alimentazione hanno sempre un andamento simile a quello riprodotto,
per alcuni casi speciali, nei diagrammi delle fig. 3, 4, 5.
2/- Modulazione in ampiezza di un gruppo di due tubi in opposizione.
Un generatore di microonde costituito con due tubi collegati in op¬
posizione si è dimostrato stabile e relativamente potente. Esso offre la
possibilità di una perfetta modulazione in ampiezza, ottenibile con l'im¬
piego di un circuito semplicissimo, graz'e al quale variano, nel ritmo
della corrente di modulazione, solo le tensioni anodiche dei tubi, mentre
le tensioni di griglia restano fisse. Ciò rappresenta una grande sempli¬ficazione sul metodo della variazione simultanea delle tensioni di grigliae di placca. La resistenza interna del tubo, nel tratto anodo-catodo
è grandissima. Quindi la potenza necessaria per la modulazione è molto
piccola ed è determinata dalle perdite di isolamento e dal piccolo carico
capacitivo costituito dagli elettrodi e dai collegamenti, ciò che non
avviene per l'altro sistema summenzionato. La frequenza dell'onda di
supporto è tenuta costante con il seguente artificio: la tensione di mo¬
dulazione è collegata in fase opposta ai due tubi (fig. 6) e i punti di fun¬
zionamento dei due tubi sono scelti in modo che la tendenza a variazioni
di frequenza in un senso in uno dei tubi venga perfettamente compensatada una opposta nell'altro. Essendo le tensioni anodiche differenti, cia¬
scun tubo genererebbe un'onda di frequenza diversa da quella generatadall'altro, ma i circuiti di griglia sono strettamente accoppiati, e viene
perciò sempre generata una oscillazione, la cui frequenza è costante.
Ciò è possibile quando si lavora con un tubo sul ramo ascendente e
con l'altro su quello discendente della curva della potenza.
Gennaio 1938 modulazione di microonde 7
Ir®F
t—msv^ Ubimi:
fC/g"
1
"pWV
r^?TOT>-,
Fig. 6. — Circuito per la modulazione in ampiezza di due tubi montati in opposizione.
La caratteristica di modulazione è rappresentata dal diagramma di
fig. 7 ove è riportato l'andamento dell'energia generata in funzione
della differenza A Ua delle due tensioni anodiche. I«a curva rappresenta
pure l'intensità della corrente raddrizzata nell'apparecchio ricevente;
essa ha un andamento quasi lineare, il che garantisce una modulazione
esente da distorsione. Appare inoltre la possibilità di una modulazione
molto profonda (r>^i 100%), cioè di un buonissimo rendimento della tra¬
smissione.
rks Ss éÉk!°"
Fig. 7. — Caratteristica di modulazione. Variazione dell'intensità dell'oscillazione
(corrispondente alla corrente di raddrizzamento del ricevitore) in funzione
della tensione agli anodi dei generatori.
I,a curva, che dà le variazioni di lunghezza d'onda in funzione delle
tensioni anodiche (fig. 8), è quasi parallela all'asse delle ascisse, perchè,
8 G. NOBILE A.F..VII, i
I) t/„'-sov <i-/faa,j
Fig. 8. — Dipendenza della lunghezza d'onda dalle tensioni anodiche.
anche con un sensibilissimo ondametro, è impossibile constatare qual¬siasi mutamento della frequenza, in funzione di A Ua. L'onda di supportoè quindi quasi costante. Data la sensibilità dell'ondametro, si può senza
altro concludere che le massime variazioni della lunghezza d'onda sono
inferiori a A X = o, i % per volt ed il calcolo dimostra, come più tardi
vedremo, che la modulazione in frequenza è, in questa condizione,
trascurabile.
3. - Doppia modulazione in ampiezza.
Le microonde si possono modulare con frequenze più elevate tanto
facilmente quanto con frequenze telefoniche. Non si riscontra, per esem¬
pio, nessuna difficoltà speciale a effettuare una modulazione con fre¬
quenze dell'ordine di io6 hertz. È anche possibile una doppia modula¬
zione, vale a dire una modulazione con una oscillazione pure modulata;
questo procedimento è da lungo tempo noto ed effettuato per comu¬
nicazioni su onde corte (6). Si possono anche fare due o più doppie mo¬
dulazioni simultanee e trasmettere su una sola microonda più comu¬
nicazioni contemporaneamente. Queste vengono separate nel ricevitore
per mezzo di amplificatori selettivi. Naturalmente la profondità di ogni
singola modulazione deve essere scelta in modo che, nel caso della mas¬
sima modulazione, si resti sempre nel campo privo di distorsioni.
La caratteristica di modulazione deve essere assolutamente retti¬
linea, altrimenti una modulazione d'incrocio è inevitabile e la separazionedelle comunicazioni diviene impossìbile. Esperienze, effettuate con due
doppie modulazioni simultanee, hanno confermato tutte queste consi-
(5) N. Carrara: A. F., 1932, I, p. 189.
Gennaio 1938 modulazione di microonde 9
derazioni. Con un'opportuna scelta dei gradi di modulazione e della
caratteristica di modulazione, è possibile una perfetta separazione delle
due comunicazioni, purché lo stadio rivelatore delle microonde presentiuna caratteristica rettilinea (o meglio: il prodotto della caratteristica
di modulazione per la caratteristica di rivelazione abbia un andamento
rettilineo), altrimenti la separazione diviene impossibile.Con lo studio della doppia modulazione è apparso possibile un nuovo
sistema di modulazione: cioè una modulazione mista in ampiezza e
in frequenza, che, rispetto ad altri sistemi, dà luogo a notevoli vantaggi.Essa è descritta nelle pagine seguenti.
4. - Modulazione mista in ampiezza e in frequenza.
Per dimostrare la possibilità di una modulazione in frequenza esente
da distorsioni è necessario ricorrere alla scomposizione in semplici oscil¬
lazioni armoniche dell'onda modulata. Diamo dapprima brevemente il
ben noto caso (8) di un'onda modulata in frequenza con un'oscillazione
di frequenza fissa. In seguito descriveremo il caso di una modulazione
con un'onda modulata in ampiezza e ne illustreremo i vantaggi.
Siano:
col la pulsazione della microonda cne sarebbe generata in con¬
dizioni statiche delle tensioni,
co la pulsazione della microonda di supporto,
com la pulsazione della tensione di modulazione,
Ua la tensione anodica del tubo generatore,A Ua la tensione anodica di modulazione (valore istantaneo),A l'ampiezza della tensione di modulazione,
a il grado di modulazione nel caso di modulazione in ampiezza,u la tensione della microonda (valore istantaneo),U l'ampiezza della tensione della microonda,
k Icoefficienti numerici definiti più avanti.
Consideriamo la pulsazione delle microonde generate da uno dei
nostri tubi. Essa è linearmente dipendente dalla tensione anodica. Ab¬
biamo quindi, per una piccola variazione A Ua dalle condizioni normali
di funzionamento,
[1] co =[co (Ua) = co1 + kAua ,
dove k è un coefficiente numerico, il cui valore è determinabile dal dia¬
gramma A = / (Ua) rappresentato in fig. 4.
(6) H. Roder: Telefunken Ztg., 1929, 1,111, p. 48; Proc. I. R. E., 1931, XIX,
P- 2145.
W. Runge: Telefunken Ztg., 1930, I,IV, p. 28.
B. van der Pol: Proc. I. R. E., 1930, XVIII, p. 1194.
E. H. Armstrong: Proc. I. R. E., 1936, XXIV, p. 689.
G. NOBILE A.F..VII, I
Sia ora A Ua rappresentato dalla funzione :
[2] A Ua = A sen com t ;
segue:
[3] co = Oh + k A sen co, t.
Un generatore, la cui frequenza di oscillazione è sottoposta a perio¬diche variazioni, produce un'onda, che si dimostra essere composta da
un'onda di supporto, accompagnata da infinite bande laterali aventi
ampiezza e frequenze determinate.
Al fine di poter rappresentare l'onda generata dal tubo per mezzo
delle sue componenti, scriviamo l'equazione della tensione dell'oscilla¬
zione (6).Abbiamo:
co dt[4] u=U sen / e
r
kA
i
[5J u= U seaìcoit coscomt\l com J
1rkA
i rkA -i
[6] u = U { sen co, t • cos — cos com t\ —cosco,/ -sen coscomt\Leo», J Leo J
kA
co,
rkA
.i [kA
Ricordando che:
[7] COS (* COS Cp) = /„ (x) — 2j2 (x) COS 2 Cp + 2 /4 (x) COS 4 cp
[8] sen (x cos cp) = 2/2 (x) sen cp — 2/3 (x) sen 3 cp + 2/6(#) sen 5 9?
la [6] si può trasformare nel modo seguente:
fkA\ (kA\[9] m= C7 seno),.* |/0 ( )— 2/2 ( ) cosicomt +
+ 2/4 ( ) cos4 comt— ..
.1— cosa>j. t [2 /i ( ) sen com i-
\comlJL\
com I
— ij3{ )sen3(»mi+
2/6( )sen5ct)m< —...1.
il»./ V co / J 1
) C0S4 eom*—... —cos to^h/i (—com I
JL\
co„
(kA\ [kAsen 3 com t
+
2 /6 (
ft>m / Vcom
Siccome è:
2 sen a cos /? = sen (a + /?) + sen (a— /?),la funzione u rappresenta una somma di oscillazioni armoniche di fre¬
quenze circolari
cox , co1±com , C01±2C0m , ... ,
ossia
co1±n com
(dove n rappresenta un numero intero qualsiasi).Le ampiezze delle singole oscillazioni sono determinate dalle funzioni
di Bessel
/.(^-).
jA^-).
jA±±). ...
\ coml \ com) \ com I
Gennaio 1938 modulazione di microonde 11
I/ampiezza delle singole componenti è quindi funzione del fattore
k A
.Il valore di questo fattore determina in modo decisivo la forma
•dello spettro dell'onda modulata in frequenza.k A
Si osserva che, per piccoli valori di,
le ampiezze delle onde
ài pulsazione lontana da a>! sono trascurabili.
L,o spettro dell'onda è in questo caso assai semplice. Esso diviene
tanto più complicato quanto più cresce detto fattore.
.te)
^.J,f>)
-J3M
-AAJ
~i—
4s j'
is *_ x
Flg. 9. — Andamento delle funzioni di Bessel di grado o, 1, 2, 3, 4in funzione dell'argomento.
I/andamento delle funzioni di Bessel in funzione dell'argomento è
riportato, per chiarezza di comprensione del problema, nel diagrammadi fig. 9. Nel diagramma di flg. io sono riprodotti, a titolo d'esempio,
kAalcuni spettri per diversi valori di
.
com
Da quanto è stato esposto risulta che la modulazione in frequenzarichiede una banda, la cui estensione è in tutti i casi superiore a 2 a>m.
kAH grado di modulazione è determinato dal fattore
,da cui dipende,
comsecondo un legame complicato e rappresentabile con funzioni di Bessel.
Sono quindi inevitabili delle distorsioni: primo, perchè il valore delle
bande laterali non è in generale proporzionale al fattore A ; secondo,perchè esso dipende da com.
Se supponiamo di modulare direttamente con correnti musicali, comkA
è variabile fra 2 n 20 sec-1 e 2 n 8000 sec-1. Il fattore è alloracom
sottoposto a variazioni nel rapporto 1: 400. È quindi ovvio che, in questo
12 G. NOBILE A.F..VII, I
caso, si presentano distorsioni inammissibili. Per queste ragioni la mo¬
dulazione in frequenza non ha avuto finora nessuna applicazione pratica.Vediamo ora come, per mezzo di una frequenza intermedia co2, sia
possibile ottenere uno spettro delle frequenze di struttura praticamentefissa e un'ampiezza delle bande laterali proporzionale alla tensione
di modulazione.
La tensione addizionale A Ua applicata alla placca del tubo gene¬
ratore sia ima tensione oscillante con pulsazione a>2. modulata in ampiezzacon le correnti telefoniche (di pulsazione a>m).
AA,
-2
kApie I0 — Spettri di un'onda modulata in frequenza per vari valori del fattore — .
&'
(Dm
Abbiamo:
[io] A Ua = A (i + a cos comt) sen co21,
[ii] A Ua = A [sen co21 H sen(co2— a>m)t-\ sen (co2 + <om) t\
Analogamente al caso precedentemente trattato, segue:
[12] (o = co1 + kA [senco2* H sen (a)2 —cuJH sen (co2 + com) t\,
e, per la tensione u = U sen / co d t, si ottiene :
Gennaio 1938 modulazione di microonde !3
[13] u = U seni ooit-kA
- COS ft)2 t -
kA a— cos (co2 — com) t
co*—com 2eu2
kA a
cos (co2 + a>m)ico2 + com 2
Il valore di co2 e a nostra scelta. Sia così grande, che si possa scrivere:
[14] C02 ^ C02 — C0m ^ C02 + COm , C02 » CDm •
L'equazione [13] diventa quindi:
kA a
[15] u=U sen co1tkA
co2
kA a
cos a>2 t -
co2
cos (a>2 — com) t —
cos (<y2 + com) t
COm 2
Per maggior semplicità delle formule scriviamo ora:
±±±= K
,
co2 2
e trasformiamo la funzione sen. . . j ricorrendo alla formula:
sen (fi — fi) = sen /} cos fi — sen fi cos /?
(fi = colt , fi = cosco21 + Kcos (co2— com) t + Kcos (eo2 + com) tj .
Abbiamo:
l raif[16] u=U\ sen o)x 2 • cos cos co2t + K cos (<y2 — com) t +
+ Kcos (eo2 + wm)< — cos co! * • sen — cosco2t + Kcos (co2— com)< +
+ tf cos (o)2 + com) t\ ì.
Trasformando i fattori
cos [ ... ] e sen [ ... ]
in prodotti di semplici funzioni trigonometriche, otteniamo finalmente:
( = UÌ sen <y11\ cos ( — cos co21 ) cos (K cos [co2 — com]t) cos (K cos [ou2+<wm] *)
— cos
— sen
— sen
-cosco^t — sen
+ sen
+ cos
+ cos
) sen (
) cos (
) sen (
) sen (
) cos (
)sen(
) cos (
) sen (
) sen (
) cos (
) sen (
) cos (
) cos (
) sen (
)
>]
>]
14 G. NOBILE A.R.VTI, I
Mediante le serie
COS {% COS <p) = /„ (x) — 2 /2 (*) COS (2 <p) + 2 /4 (#) COS (4 <p) — ...
sen (# cos qi) = 2 Jx (x) seti 93 — 2 /, (#) seti (3 cp) + 2 /6 (#) sen (595) ...
è ora possibile la trasformazione del secondo membro della [17] nella
somma di semplici oscillazioni armoniche. Se ci arrestiamo ai primitermini abbiamo:
u = U j senWl/[/0 (-^-) /„ (K) J, (K) ]
izK\— cos coi t [ 2 /j (^ J J0 (K) /„ (if) sen (w2 /)
+ 2/1 (#) /o (—) /o W sen (ai, — coj <
+ 2 A (^) /„ (—) /„ (K) sen (<u2 + com) f]
K^A/! 0
2a
^
~<"m'%~
—&
Fig. 11. — Spettro di un'onda modulata in frequenza con un'oscillazione
modulata in ampiezza.
Vedremo in seguito quali condizioni debbano essere soddisfatte af¬
finchè le ampiezze di tutti i termini trascurati possano assumere valori
piccolissimi.
Diamo ad esempio al coefficiente KkAa
-i ,I
il valore — e dise-2 a>2
Gennaio 1938 modulazione di microonde 15
gnatno lo spettro dell'onda risultante in tale caso. Questo è visibile nel
diagramma di fig. 11.
Osserviamo che l'oscillazione di pulsazione tw2 è riprodotta a destra
e a sinistra dell'onda portante con le sue bande laterali di modulazione.
L'ampiezza delle oscillazioni è ora determinata solo dal valore del coef¬
ficiente K, quindi, essendo <u2 fisso, solo da A ed a. Abbiamo così otte¬
nuto un'onda avente uno spettro la cui forma è determinata nelle sue
linee generali non da <x>m, ma da ct)2 ; (Om interviene naturalmente ancora
nella determinazione delle onde componenti, ma non in modo nocivo.
Inoltre il grado di modulazione non è più legato alla frequenza delle
correnti telefoniche da trasmettere e sotto questo punto di vista la solu¬
zione è teoricamente e praticamente perfetta.Vediamo ora quali condizioni sono necessarie affinchè non ci sia
distorsione di ampiezza (e di forma) e affinchè lo spettro si riduca vera¬
mente solo alle frequenze da noi considerate.
Si ottiene il primo risultato, quando l'ampiezza delle bande laterali
è proporzionale alla tensione di modulazione e ciò per qualsiasi profon¬dità di modulazione.
Ne segue che i fattori
/ 2.K \ 1 2K \
h (—) /o2 (K) e 2 J1 (K) /„ (——) /„ (K)
devono dipendere linearmente da K (ovvero da A ed a).L'andamento di questi due fattori, facilmente calcolabile mediante
le tavole delle funzioni di Bessel, è riprodotto nel diagramma di fig. 12.
Si nota che, mentre per K <, — le curve hanno una forma pressoché4
rettilinea, per valori di K maggiori, il valore dei detti coefficienti cresce
fino ad un massimo e poi diminuisce. Per avere una buona modulazione
è quindi necessario contentarsi di modulare assai leggermente. Per va¬
lori di K superiori ad — le distorsioni sono già molto grandi come si2
può calcolare. Le esperienze hanno dimostrato che il più conveniente
valore di K è compreso fra — ed —.
4 2
Vogliamo ora dimostrare che lo spettro si riduce veramente in pra¬tica solo alle onde da noi considerate.
La dimostrazione è assai facilmente effettuabile ricorrendo a consi¬
derazioni sull'energia delle oscillazioni. Essa è costante, tanto se l'onda
è modulata in frequenza, quanto senza modulazione. Nel caso di una
onda modulata in frequenza con un'oscillazione armonica semplice,quando l'energia totale sia uguale a uno, sommando le energie parzialidi ogni singola onda dello spettro, si ottiene:
/o2 + 2 /12 + 2 /22 + 2 /,» + . . .= 1
.
Si trova così una dimostrazione fisica del noto teorema sulle funzioni
di Bessel:
i6 G. NOBII.E A.F.,VII, I
/o2 + 2 2 /„2 = I.
m=l
valevole per qualsiasi argomento.Nel caso della doppia modulazione, facendo la differenza fra l'energia
dell'onda non modulata (supposta uguale a uno) e quella delle onde
dello spettro da noi considerato, abbiamo il valore totale dei termini
trascurati. L'energia delle onde dello spettro è:
[/o (~) /o2 (#)]2 + 2 [A ^-f) /o2 (*)]* + 4 [A (K) /o (K) /6 (^)]a(sempre supposto che l'energia totale sia uguale ad uno).
% ±~
Fig. 12. — Curve dei fattori: a) J* £—) /o2 (K) ; 6) 7! (K) J0 (K) J„ ^j.
Il valore della somma di questi termini è rappresentato nel dia¬
gramma di fig. 13. Si vede che per i valori di K < — quasi la totalità
dell'energia è concentrata nelle onde da noi considerate e ciò conferma
la possibilità delle omissioni effettuate. I<a piccola quantità d'energia
mancante si ritrova nelle onde di pulsazioni:
a)! ± n com ± l co2 (n, l numeri interi > 1).
Gennaio 1938 modulazione di microonde 17
Queste onde di piccolissima ampiezza che, data la loro frequenza,hanno un influsso minimo sul ricevitore, possono essere completamenteeliminate per mezzo di filtri nel trasmettitore stesso. Al fine di rendere
chiari i vantaggi della modulazione mista in ampiezza, è certo molto
istruttivo un paragone con la doppia modulazione in ampiezza.
o.S-
J<^ Ab/fo onc/a /ra/asc/afa
] | We/fe oncfe ripor/a/e ne/ cT/agro/n/na
&e//a f/g. ti.
Fig. 13. — Ripartizione dell'energia in funzione di K.
Vogliamo dapprima considerare un'oscillazione modulata doppia¬mente in ampiezza con la massima profondità possibile delle due modu¬
lazioni, ovverosia due volte il 100%. Abbiamo in tale caso la massima
ampiezza possibile delle bande laterali per questo metodo di modula¬
zione. Se scriviamo le equazioni delle tensioni abbiamo: per l'oscillazione
intermedia modulata con le correnti telefoniche:
u2 = A2 (1 + cos comt) sen co2t,
u2 = A2 \sena>2t H sen (co2 + com) t -\ sen (co2 — com) t\,
e per l'onda principale:
mx = Al 1 -\ — sen cox t.
„U2
I valore di p —— non deve superare l'unità in nessun momento,A2
18 G. NOBILE A.F./VTI, I
altrimenti il grado di modulazione sarebbe maggiore del 100% con in¬
tollerabili distorsioni.
Segue:
e quindi:
«i = ^i i H— senco21 + ~sen (eo2 + com) t -f — sen(tu2— com) A cosmxt
I i i
u, = AA cos coi t -\ sen (cox + co2) t —sen (eo2 — oy^ t
I 4 4
I I
+ — sen (ojj + com + coj) t + ~- sen (o>2 — <»i + com) to O
+ -^-sen(co2 —ft)m—cax)i + — sen (<y2—com + «i) <. ;
ordinando secondo o)x, si ha:
ul= A1\ cos a)! t +— sen (co1 + co2) t sen (a^ — a>2) t
( 4 4
+ — sen (co! + co2 + <om) t -sen (<«! — co2 — wm) <
a O
+-g-
sen (a)! + eo2 — o)J / sen (tox — co2 + com) t j .
Da quest'ultima equazione si ricavano senz'altro i valori massimi
delle bande laterali e si può quindi disegnare lo spettro dell'onda mo¬
dulata.
Osserviamo che l'ampiezza delle bande laterali di modulazione è
— di quella dell'onda portante per la frequenza ausiliare et)2 ed —-
4 S
per le frequenze telefoniche.
Nel caso di modulazione con il sistema ampiezza-frequenza, è ne¬
cessario fare una considerazione sull'ampiezza dell'onda portante. Essa
corrisponde, in assenza di modulazione, alla massima potenza che il
trasmettitore può generare, mentre nella modulazione in ampiezza (al
ioo%) essa è, com'è noto, solo il 25% della potenza massima; è quindi
per un dato trasmettitore di valore doppio dell'onda portante di un
sistema di modulazione ampiezza-ampiezza. Anzi se i tubi trasmittenti
lavorano sempre con la massima potenza, il riscaldamento della griglia(o della placca di magnetron) è meno forte. Anche i valori delle ampiezzedelle bande laterali, rappresentati dai fattori
/2 K\ 12K\Ji (—) /oa (K) e A (K) J0 {—-) /„ (K),
debbono, per un giusto paragone dei due sistemi, essere moltiplicati
per due.
Gennaio 1938 modulazione di microonde 19
I valori di questi fattori sono leggibili nel diagramma di fig. 12
e li riportiamo, per vari valori di K e raddoppiati, nella seguente tabella:
K
1
0,274
0,468
0,642
Jx (K) /o (^) /o (K)
0,116
0,228
0,300
Per chiarezza riportiamo gli spettri relativi a due di questi casi.
Essi sono visibili nella stessa figura in cui è tracciato lo spettro dell'onda
modulata doppiamente in ampiezza (fig. 14).
/;
V
-"uiX
JJ
Fig. 14. — Spettri: 1) di onda modulata doppiamente in ampiezza; 2) di onda mo¬
dulata in ampiezza ed in frequenza con a=ioo% e per K = — ; 3) di~ 8
2onda modulata in ampiezza ed in frequenza con a = 100% e per K = —.
Notiamo che per un valore di K —— abbiamo già, nelle bande8
portanti la modulazione, un'energia eguale per i due sistemi e che per
K = — il sistema di modulazione ampiezza-frequenza risulta di gran4
20 G. NOBH.E A.F.,VII, I
lunga più vantaggioso dell'altro. Per valori ancora più elevati del coef¬
ficiente K, l'energia concentrata nelle onde portanti la modulazione
cresce sempre più. Non è però permesso, come si è visto, aumentare
troppo questo coefficiente per le inevitabili distorsioni che ne derivano.
Esse sono prodotte dalle funzioni
i-zK\
Ji(—)j<?K = fx{K)
Jx (K) /„ (K) jj(~) = h (K)
Dal distaccarsi delle curve di queste (fig. 12) dalla loro tangente all'ori¬
gine si ha un valore relativo alla grandezza delle distorsioni. Si vede
che per K ^ — si ha ancora una buona modulazione. Concludendo ab-
4
biamo quindi, con il sistema di modulazione ampiezza-frequenza, un me¬
todo che ci permette di ottenere bande portanti le modulazioni di am¬
piezza maggiore che nel sistema di doppia modulazione in ampiezza,finora conosciuto; e le distorsioni sono in queste condizioni molto piccole.
Va infine notato che lo spettro delle onde nei due sistemi è assai
simile; grandi differenze però esistono nelle fasi delle varie onde compo¬
nenti e di ciò bisogna tener conto nella rivelazione.
Infatti un'onda modulata in ampiezza e in frequenza abbisogna,
per una buona rivelazione, di un ricevitore un po' diverso da quellonecessario per la rivelazione di un'oscillazione modulata doppiamentein ampiezza.
PARTE SPERIMENTALF
5. - Modelli praticamente costruiti e risultati ottenuti.
Allo scopo di verificare sperimentalmente le considerazioni anali¬
tiche svolte, sono stati successivamente costruiti alcuni complessi tra¬
smittenti e riceventi: nei primi, semplicissimi (fig. 15), funzionanti su
una lunghezza d'onda di 14 cm, il trasmettitore era costituito con un
solo tubo, il quale compiva le funzioni di generatore e modulatore delle
microonde; al suo circuito di griglia era direttamente collegato il dipoloirradiante che si trovava nel fuoco di un riflettore parabolico di 70 cm
di apertura. Per l'apparecchio ricevente, del tutto analogo nella costru¬
zione, col tubo montato come rivelatore a campo frenante, non fu pos¬
sibile una buona regolazione della reazione; né si ottenne col riflettore
una pronunciata amplificazione.La portata degli apparecchi risultò soltanto di alcune centinaia di
metri; tuttavia fu con essi possibile lo studio di tutti i fenomeni interes¬
santi le microonde; ciò fu di grande utilità per il progetto di altri appa¬
recchi.
Gennaio 1938 modulazione di microonde 21
Ottimi risultati diede la doppia modulazione. Fu persino possibileeffettuare due doppie modulazioni simultanee e trasmettere su una sola
onda portante due comunicazioni separate, e regolando opportuna¬mente le tensioni di alimentazione ed i gradi di modulazione, evitare
completamente qualsiasi modulazione d'incrocio e quindi il sovrapporsidelle comunicazioni.
7?ajrrìe////ore
/?///a#or/
&car/fort
<i ' 'O *£ocm1 A.
\\ At?&7?efast/?
O/aporeecfco
*
Omp/Zf/cafore
aaa/fc> eóassa
/sequenza a
r/ye/a/o/v
Fig. 15. — Apparecchi trasmittente e ricevente con un solo tubo:
modulazione mista in ampiezza e in freauenza.
Prove di ricezione in laboratorio furono da noi effettuate anche
con un apparecchio a supereterodina. Sorge in tal caso una difficoltà
derivante dall'impossibilità di mantenere sufficentemente costanti le
frequenze del trasmettitore e soprattutto dell'oscillatore locale.
Poniamo infatti che sia ammissibile una variazione della media fre¬
quenza di io 000 hertz dal suo valore normale. Ciò corrisponde ad una
variazione, per esempio, dell'oscillatore locale di 10 000 hertz; questa,
rispetto alla frequenza generata (2 • io9 hertz), rappresenta il 0,0005%
(una variazione di X di 7,5 • io*6 cm).
Vogliamo vedere quale variazione della tensione anodica è sufncente
per produrre quest'effetto. Dal diagramma di fig. 4 risulta che basta una
variazione di Ua di alcuni millesimi di volt (304). È con ciò senz'altro
evidente che è impossibile avere una media frequenza stabile. Per
ovviare a questo inconveniente sono possibili due metodi: uno stadio
a media frequenza quasi aperiodico o un comando automatico della
media frequenza. Il primo sistema rappresenta una soluzione incompleta,avente lo svantaggio di una grande amplificazione degli eventuali di¬
sturbi e di uno scarso rendimento. Esso può però eventualmente dare
dei risultati accettabili. Il secondo ci dà senza dubbio una soluzione
ideale. Lo schema completo di un apparecchio progettato su questi prin¬
cipi è rappresentato in fig. 16.
G. NOBILE A.F..VII, I
I<a frequenza dell'oscillazione locale è regolata per mezzo della sua
tensione anodica. Quest'ultima è determinata dal valore della inedia
frequenza per mezzo di due circuiti accordati leggermente al disoprae al disotto del valore normale e di tubi elettronici o di un qualsiasialtro dispositivo adatto, analogamente quindi a quanto si fa per gliapparecchi radiofonici a comando automatico dell' accordo. Mentre
questo dispositivo è per i comuni ricevitori quasi un lusso, è qui una
necessità, senza di che, al momento attuale, non sarebbe concepibileun apparecchio a supereterodina per microonde. Naturalmente nel caso
della ricezione con un apparecchio a cambiamento di frequenza la mo¬
dulazione del trasmettitore deve essere perfetta. È pure possibile la
ricezione di una trasmissione con modulazione mista in ampiezza e in
frequenza. In questo caso si può fare interferire l'oscillazione locale
con una sola delle bande laterali dell'onda ricevuta, così che la diffe¬
renza delle frequenze di queste due onde dia la media frequenza diret¬
tamente.
-<<•„
4eoto*
/refusa <*w*V«tMvrj
\ ^Sw/* i 9v<"*zo |
fgSJM, *S5tHz
2b'o&0 £f* comando
ou/ornat/co &aJta
Tuóo tt'rvouon*
Fig. 16. — Ricevitore a supereterodina per microonde con comando automatico
della inedia frequenza.
La frequenza ausiliare di modulazione co2 resta così automaticamente
eliminata ed una sola demodulazione ci dà direttamente la bassa fre¬
quenza.
Allo scopo di effettuare trasmissioni a grandi distanze si sono quindicostruiti, basandosi sui risultati ottenuti, apparecchi più potenti e per¬
fezionati.
Per aumentare la potenza del trasmettitore si sono impiegati quattrotubi generatori, collegati a coppie: ognuna di esse lavorava su un dipolo
Gennaio 1938 MODULAZIONE DI MICROONDE 23
e i due dipoli erano situati sulla linea focale di un riflettore parabolicodi 150 cm di apertura.
I diagrammi delle fig. 17 e 18 danno le caratteristiche di radiazione
nel piano della parabola e nel piano ad essa perpendicolare. In quest'ul¬timo vediamo assai bene l'effetto di interferenza provocato dai centri di
emissione. Questa caratteristica è assai aperta; essa può essere migliorataaumentando il numero dei dipoli irradianti e quindi delle coppie di
tubi che li alimentano.
Fig. 17. — Caratteristica di radiazione nel piano della, parabola.
Fig. 18. — Caratteristica di radiazione nel piano perpendicolarea quello della parabola.
Il sincronismo dei due gruppi è ottenuto dall'accoppiamento per
radiazione dei due dipoli ('). Esso si è dimostrato sufncente anche per
forti profondità di modulazione.
La fig. 19 dà l'aspetto del trasmettitore pronto al funzionamento
e la fig. 20 lo schema delle connessioni.
Il ricevitore comporta il gruppo di due tubi per la demodulazione e
la reazione. Fa seguito un amplificatore ad alta e a bassa frequenzacostituito da un comune apparecchio radiofonico.
Le microonde vengono concentrate sul dipolo ricevente da un ri¬
flettore parabolico di rotazione. Questo riflettore di 150 cm di aperturadà un'amplificazione il cui valore corrisponde assai bene al risultato
della formola indicata da Darbord (8). Essa ci dice che l'amplificazioneè uguale al raggio di apertura moltiplicato per n e diviso per la lunghezzad'onda. Con la lunghezza d'onda da noi comunemente impiegata di
(') H. Buehler: Comunicazione inedita.
(8) R. H. Darbord: Onde F,l., 1932, XI, p. 80.
Fig. 19. — Stazione trasmittente.
_bwr
-o»2POV I—*• 114PV
-• 0
^
apparecchio modulatore
<£* W'»=!•*
<.Q> é)/,.
I
L_ JL.
f- <?$1
J—*
-%V.\>/W
—vivwyw _rZI
yf/ru/ner}// a/ cos//ro//o
v,o/r
Fig. 20. — Schema del trasmettitore con modulazione mista in ampiezzaed in frequenza.
26 G. NOBILE A.F..VII, i
18,9 cm, abbiamo quindi75 n
= 12,5, risultato questo vicino a quello18,9
constatato sperimentalmente.Le fig. 21 e 22 danno l'aspetto del ricevitore e lo schema delle connes¬
sioni elettriche.
Gli schemi indicati nelle fig. 20 e 22 si riferiscono al-sistema di mo¬
dulazione mista in ampiezza e in frequenza. I/emissione fu costante¬
mente controllata per mezzo di un piccolo ricevitore a cristallo seguitodal suo relativo amplificatore, il cui uso si dimostrò in molti casi di grandeutilità. La lunghezza d'onda all'apparecchio trasmittente fu verificata
con un ondametro a fili paralleli direttamente accoppiato alle linee
di trasmissione dei dipoli.
V^
<fe//e microonde
. Omjobfica/ore i
1 (Normale apparti¬ci basso /r«outo-\
\zo 00frequenza i chio radiofonico)intermedia
4n>0
Fig. 22. Schema del ricevitore.
Le prove di trasmissione e ricezione furono sempre effettuate fra
punti trovantisi fra di loro direttamente in vista. Tanto l'apparecchiotrasmittente quanto il ricevente furono fatti funzionare quasi sempre
completamente all'aperto. Alcune esperienze eseguite trasmettendo e
ricevendo attraverso finestre chiuse diedero risultati assai buoni; si notò
soltanto un piccolo affievolimento dovuto alla riflessione provocata dalla
diversa costante dielettrica del vetro e del legno rispetto all'aria.
A partire da una certa distanza dal riflettore trasmittente l'intensità
di campo diminuisce in modo assai sensibile, proporzionalmente alla
distanza. L'andamento dell'intensità di campo in funzione della distanza
è rappresentato dal diagramma della fig. 23. In esso si vede pure la curva
rappresentante l'intensità di campo del trasmettitore senza riflettore;
Gennaio 1938 modulazione di microonde 27
essa ha un andamento uguale e ci dà visione dell'amplificazione prodottadal riflettore stesso.
Esperienze di trasmissione si fecero a distanze di 400, 2000, 7000 m.
Va notato che la potenza del trasmettitore era molto piccola: pochicentesimi di watt. La caratteristica di radiazione risultava assai aperta e
molto perfezionabile. I risultati ottenuti sono quindi da attribuire alla
estrema sensibilità dell'apparecchio ricevente dovuta alla reazione sepa¬
rata ed alla grande amplificazione che il sistema a modulazione mista
permette senz'altro di effettuare.
1
«1 — Co/j r*f/a//a/v.
volt/m
\\X
110
1ZO
130
1 1 140 < 30 60
1
7°
1 1* /,f
Fig. 23. — Intensità di campo in funzione della distanza.
La portata massima degli apparecchi è sicuramente parecchie de¬
cine di km. Va poi notato che, adoperando come amplificatore un ap¬
parecchio radiofonico più sensibile, essa può venire facilmente aumen¬
tata considerevolmente senza dover ricorrere a riflettori di dimensioni
maggiori. Questi ultimi devono essere diretti molto esattamente; ciò,se per stazioni fìsse può essere un vantaggio (aumento della segretezza),è, a partire da un certo grado, molto noioso per stazioni mobili. Con
i riflettori da noi usati, il loro orientamento fu sempre ottenuto al primotentativo, essendo esso poco critico.
Anche a 7 km la chiarezza e la potenza furono sempre molto buone.
Fu pure constatato un basso livello del rumo e di fondo, ciò che con¬
ferma l'ipotesi di una possibile maggiore amplificazione nell'apparecchioricevente, il che ci darebbe subito un forte aumento della portata.
Si fecero pure alcuni esperimenti di trasmissione, dirigendo le onde
su riflettori metanici e dimostrando così la possibilità di comunicare
fra luoghi che non si trovano direttamente in vista. La riflessione si
verifica senz' altro se le dimensioni del riflettore sono sufncentemente
grandi.
28 G. NOBII.E A.F..VII, I
Spostando l'apparecchio ricevente furono constatate zone in cui la
ricezione presentava massimi o minimi di intensità causati da inter¬
ferenze provocate da onde riflesse dal suolo o da case ed alberi.
6. - Possibili perfezionamenti.
L'esecuzione di questo lavoro ha dimostrato come sia possibile e
altresì relativamente facile costruire apparecchi per comunicazioni a
distanza con microonde. Anche la costruzione dei tubi non offre grandidifficoltà; i tipi progettati e costruiti prima nel nostro laboratorio
(fig. 24) furono poi ordinati alla ditta Telefunken (fig. 25). Tutti i tubi
funzionarono sempre perfettamente senza dar luogo a nessun difetto
o disturbo.
I
Fig. 24. — Tubo costruito in laboratorio.
La massima distanza di trasmissione possibile si dimostrò soddisfa¬
centemente elevata. Un aumento di sensibilità del ricevitore è, come
fu accennato, senz'altro attuabile, così che, anche con un trasmettitore
di piccola potenza, si può raggiungere l'orizzonte in qualsiasi caso.
Uno svantaggio di questi apparecchi risiede nelle dimensioni ancora
assai ingombranti dei riflettori. Essi devono avere, per produrre un
sufficente effetto direttivo alla stazione trasmittente ed una buona am¬
plificazione a quella ricevente, un'apertura di molte lunghezze d'onda.
Come fu notato, l'aumento delle dimensioni del riflettore all'appa¬recchio trasmittente può in certi casi essere seonsigliabile. Naturalmente
il rendimento cresce con le dimensioni dei riflettori. .Sembra che un buon
valore debba trovarsi per un'apertura di circa 20X; quindi, per una lun¬
ghezza d'onda di ij cm, occorre un diametro di 3 m, il che è evidente¬
mente possibile solo per stazioni fisse ("). Per piccole stazioni portabili è
(•) A. G. Clavier e I,. C. Gaixand: El. Comm., 1934, XII, p. 178.
Gennaio 1938 modulazione di microonde 29
necessario usare lunghezze d'onda molto più corte Solo con onde di
alcuni centimetri (1 -^5 cm) sarà possibile la costruzione di piccoli
apparecchi veramente interessanti.
La ricezione, data la proprietà direttiva del riflettore, è esente da
disturbi. Gli amplificatori a frequenza intermedia possono essere per¬
fettamente schermati. Esiste pure la possibilità di schermare comple¬
tamente anche il dipolo ricevente con una griglia di fili paralleli posti
nel piano d'apertura del riflettore hi direzione perpendicolare al dipolo
stesso. Si ottiene così una perfetta schermatura per tutte le onde di
normale lunghezza e per microonde il cui piano di polarizzazione è per¬
pendicolare al dipolo.
Fig. 25. — Disposizione degli elettrodi in un tubo costruito dalla Telefunken.
Adoperando il sistema a doppia modulazione è possibile applicare
la regolazione antievanescenza nell'amplificatore a frequenza intermedia.
Ciò è di utilità per le microonde, non perchè sia da temere l'evane¬
scenza comunemente nota nelle comunicazioni radiofoniche, ma perchè
si sono riscontrate, come fu accennato, interferenze prodotte da onde
riflesse che, in certe condizioni, possono portare ad intensità di rice¬
zione variabili. Il sistema a regolazione automatica dell'amplificazione
a frequenza intermedia elimina completamente questo inconveniente.
Va infine notato che la sicurezza di funzionamento e la facilità di
regolazione di un apparecchio per microonde sono per lo meno uguali,
se non superiori, a quelle di ini comune ricevitore per onde corte. Sa¬
rebbe molto probabilmente possibile, co1, gruppo di due tubi, la costiti-
3° G. NOBILE A.F.,VII, i
zione di un ricevitore a superreazione. Ciò sembra però di scarso interesse,
data l'ottima sensibilità raggiunta con gli altri tipi di ricevitori, ed es¬
sendo la superreazione molto critica.
Mi è oltremodo gradito poter qui esprimere la mia viva ricono¬
scenza al prof. Tank per il suo grande interessamento a questo lavoro
e per i molti e sapienti consigli prodigatimi durante l'esecuzione dello
stesso. È pure mio sommo piacere ringraziare il" Direttorio ed il Con¬
siglio di fondazione dell'« Aluminiumfonds Neuhausen» per il largocontributo finanziario a queste ricerche.
Zurigo - Istituto di alta frequenza del Politecnico Federale.
INDICE
Nuovo sistema di modulazione
per microonde
PARTE TEORICA.
1 Generalità Pag. 3
2 Modulazione in ampiezza di un gruppo
di due tubi in opposizione ... „6
3 Doppia modulazione in ampiezza . „8
4 Modulazione mista in ampiezza e frequenza „9
PARTE SPERIMENTALE.
5 Modelli praticamente costruiti e risultati
ottenuti„
20
6 Possibili perfezionamenti ... .,28