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55 1. La richiesta ermeneutica nel cammino i ecumenico I Il tesoro nella fragilitàdella creta Il campo complesso, potenzialmente conflittuale e spesso fecondo dell' ermeneutica ecumenica di Sergio Gahurro La trasmissione della fede cristiana accade <<tra le ambi- guità, che caratterizzano la storia dell'uomo, e tra le sfide di cui è fatta la vita cristiana di ogni giorno. E per questa ragione che Paolo può affermare che noi “portiamo questo tesoro in vasi d”argilla” (2C0r 4,7). La fede si fonda quindi su forme umane di espressione e di interpretazione, di dia- logo e di comunicazione, tutte incarnazioni fragili e troppo spesso frammentarie, nessuna delle quali è adeguata fino in fondo al mistero che è stato rivelato>› (2).1 Dalla consa- pevolezza che «numerose divisioni all'interno del cristiane- simo hanno la loro origine nei conflitti di interpretazione dei testi, dei simboli e delle pratiche della fede cristiana›› (9) prende il via il contributo della Commissione teologica I ,Fede Se Costituzione (1998) del C.E.C. (Consiglio Ecumeni- co delle Chiese) dal titolo Un tesoro in vasi d'argilla. Tutta- via alla constatazione negativa, in cui si afferma che le dif- ferenze interpretative hanno portato alla divisione, il testo fa seguire anche una prospettiva positiva. Infatti, <<conside- rando l”eterogeneità delle culture e delle lingue, la varietà di strutture con cui le chiese prendono le loro decisioni, le numerose letture della Scrittura sorte nel corso dei secoli, considerando soprattutto l°insondabile mistero di Dio, che e al di di ogni formulazione umana, complessivamente non si può che gioire della diversità che si riscontra nell'in- terpretazione e nella pratica della fede apostolica>› (10). 1 A Treasure in Earthen Vessels: An Instrument for an Ecumenical Reflec- tion on Hermeneutics (= Faith and Order.Paper, 182), November 1998. Cf FEDE E COSTITUZIONE, Un tesoro in vasi d'argilla, in «Il Regno. Documenti›› 45/3 (2000) 117-126. _

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1. La richiestaermeneutica nelcammino iecumenico I

Il tesoro nella fragilitàdella cretaIl campo complesso, potenzialmente conflittualee spesso fecondo dell'ermeneutica ecumenicadi Sergio Gahurro

La trasmissione della fede cristiana accade <<tra le ambi-guità, che caratterizzano la storia dell'uomo, e tra le sfidedi cui è fatta la vita cristiana di ogni giorno. E per questaragione che Paolo può affermare che noi “portiamo questotesoro in vasi d”argilla” (2C0r 4,7). La fede si fonda quindisu forme umane di espressione e di interpretazione, di dia-logo e di comunicazione, tutte incarnazioni fragili e troppospesso frammentarie, nessuna delle quali è adeguata finoin fondo al mistero che è stato rivelato>› (2).1 Dalla consa-pevolezza che «numerose divisioni all'interno del cristiane-simo hanno la loro origine nei conflitti di interpretazionedei testi, dei simboli e delle pratiche della fede cristiana››(9) prende il via il contributo della Commissione teologica

I ,Fede Se Costituzione (1998) del C.E.C. (Consiglio Ecumeni-co delle Chiese) dal titolo Un tesoro in vasi d'argilla. Tutta-via alla constatazione negativa, in cui si afferma che le dif-ferenze interpretative hanno portato alla divisione, il testofa seguire anche una prospettiva positiva. Infatti, <<conside-rando l”eterogeneità delle culture e delle lingue, la varietàdi strutture con cui le chiese prendono le loro decisioni, lenumerose letture della Scrittura sorte nel corso dei secoli,considerando soprattutto l°insondabile mistero di Dio, chee al di là di ogni formulazione umana, complessivamentenon si può che gioire della diversità che si riscontra nell'in-terpretazione e nella pratica della fede apostolica>› (10).

1 A Treasure in Earthen Vessels: An Instrument for an Ecumenical Reflec-tion on Hermeneutics (= Faith and Order.Paper, 182), November 1998. CfFEDE E COSTITUZIONE, Un tesoro in vasi d'argilla, in «Il Regno. Documenti››45/3 (2000) 117-126. _

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Esperienza e Teologia 23(2007) 55-75

_ _ ___ _ _ ____ Il tesoro nellafragilitàdella creta

Già nella V Conferenza mondiale di Fede e Costituzione(Santiago de Compostela, 1993) era emersa la necessità diavviare uno studio sulle implicazioni ermeneutiche delcammino ecumenico? In questo scenario si prende attoche la «hoinonia reale e sempre più grande, seppure anco-ra imperfetta» (12) che esiste tra le comunità cristiane divi-se, convive con <<esitazioni è persino arretramenti, dovutialla mancanza di chiarezza, da parte delle chiese, circa ilsignificato da dare al lavoro, tuttora aperto, per l°unità vi-sibile della Chiesa» (11).

L'ermeneutica3 può essere descritta come un°attività cheha per scopo di far prendere coscienza dei processi cheentrano in gioco, quando un soggetto si espone al reale eciò può essere definito interpretazione, La storia dell'erme-neutica è insieme lontana e vicina. E lontana in quantoprende avvio dal legame che Platone istituisce nel Cratilotra “Eppñç e špunvsiuzt «si direbbe che questo nome“Epiuñçz debba avere una qualche affinità con la parola el'essere il dio špunveúç “interprete” e messaggero e ladroe ingannatore nei discorsi e mercante; è tutta una pratica,questa, che riguarda il potere della parola››.“ Se etimologi-camente la connessione è azzardata, sul piano teorico è il-luminante, poiché in poche battute sintetizza gli elementidell'ermeneutica: la parola, gli scambi, gli inviati o gli in-terpreti, i fraintendimenti, le falsità. Nel frattempo è ancheuna storia vicina in quanto Gadamer, sulla scorta di Hei-degger, ha permesso che l'ermeneutica fosse considerataun approccio generale al mondo e non un semplice aiuto

2 Cf IV Conferenza mondiale: Montréal 1963, in Enchiridion (Ecumeni-cum, 6, Dehoniane, Bologna 2005, Parte II: Documenti, nn. 2750-2757. [G.GASSMANN - T. BEST (edd.), On the Way to Fuller Koinonia. Ojficial Reportof the Fifth World Conference on Faith and Order, W/CC Publications, Ge-neva 1994, 241]. . _

3 Con il termine comprensione intendiamo il risultato conclusivo (perquanto provvisorio) della relazione che le persone stabiliscono con il reale,inteso nel suo senso più ampio; con interpretazione intendiamo il processoche tende alla comprensione; con ermeneutica ci riferiamo alla riflessionecritica sul processo interpretativo e sul suo risultato. -

- 4 PLATONE, Cratilo, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 20004, 407e1-408212. '

Il reso_ro nella fragilita della creta ___ _ __ _ _ 5 7_ _

metodico alla conoscenza. Con Gadamer Permeneutica fi-losofica da arte interpretativa di testi (i testi classici, la Bib-bia, i codici) diventa il carattere di ogni possibile esperien-za umana del mondo e se la filosofia diventa ermeneutica,riconoscendo il carattere interpretativo dell'esistenza uma-na, rinuncia ad ogni pensiero della fondazione e accetta lapropria finitezza. Lo stesso Heidegger si chiede: se l°eserci-zio fenomenologico è una continua lotta contro il frainten-dimento e se il senso dell°ente si offre sempre ricopertodalle nostre interpretazioni, non sarà necessario vedere inciò una condizione_strutturale del darsi dell°ente piuttostoche una disgrazia accidentale? Perché non riconoscere chel'ente e Finterpretazione dell°ente si danno sempre insieme,anziché considerare l'interpretazione come un rumore daeliminare? Perché non rendersi conto che il nascondimen-to e il fondamento del nostro incontro con le cose, il loroaccadere dentro un°interpretazione?5 Se oggi Fermeneuticafilosofica si presenta sempre più con i tratti di una hoine',di una sorta di idioma comune della ricerca, l'ermeneuticateologicaó può essere intesa come il contributo che i cri-stiani danno alla chiarificazione della dimensione esisten-ziale che chiamiamo processo interpretativo. In questoorizzonte Permeneutica ecumenica7 può essere compresacome un momento particolare dell'ermeneutica teologica e<<ha come compito specifico quello di analizzare come i te-sti, i simboli e le pratiche tipici delle diverse chiese possa-no essere interpretati, comunicati e recepiti, nel momentoin cui le chiese entrano in dialogo. In questo senso si trattadi un”ermeneutica a servizio dell'unità della Chiesa» (5).”

5 - - 17Cf M. I-IEIDEGGER, Essere e tempo, Longanesi, Milano 2003 , paragrafo7, 46-60.

6 Cf W.G. IEANROND, L'ermeneutica teologica. Sviluppo e significato ( =Giornale di teologia 227), Queriniana, Brescia 1994.

7 Cf D." TRACY, Al di là del fondazionalismo e relativismo: l'ermeneutica eil nuovo ecumenismo, in «Concilium›> 28/2 (1992) 148-159.

S FEDE E COSTITUZIONE, Un tesoro in vasi d"argilla, in «Il Regno. Docu-menti» 45/3 (2000) 118. '

58 _ _ _ _Il_tesoro nella fragilità della creta

2. Il contesto deldocumento

I cristiani dei tempi apostolici, impegnati nel processodel tradere, hanno narrato, proclamato, articolato e inter-pretato l'annuncio in un clima di comunione e da diverseangolature. In seguito, nel corso della storia della Chiesa,Fapproccio ermeneutico ai testi biblici, da diverso e com-plementare, e diventato sempre più divergente e conflittua-le. Da qui es emersa la necessità di ritrovare l”unità -attin-gendo al processo con cui la Tradizione è stata trasmessa.Fede e Costituzione nella IV Conferenza mondiale (Mon-tréal 1963) aveva dedicato l'attenzione al tema della «Tra-dizione» contribuendo in questo modo a superare l'annosaopposizione tra il principio della “sola Scrzptura” (tipicodella tradizione luterana e riformata) e quello relativo a “laScrittura e la Tradizione” (tipico della tradizione romana eortodossa). Alle chiese fu proposta una triplice distinzione:Tradizione, tradizione, tradizioni. 1. Con il termine «Tradi-zione» si fa riferimento non soltanto all'insieme dei conte-nuti, ma alla realtà vivente del Vangelo trasmesso nella vitadella Chiesa. 2. Per «tradizione» si intende il processo at-traverso il quale si realizza la trasmissione. 3. Con il termi-ne <<tradz'zz'oni>> ci si riferisce alle forme storiche particolarie diverse con cui si esprime l°unica verità e realtà che èCristo” A Montréal emergono sostanzialmente tre linee dipensiero: 1. Il carattere di evento della rivelazione e dellaTradizione come processo guidato dallo Spirito Santo nellastoria. 2. Il contesto della paradosis dell”intero processodella Tradizione. 3. Le Scritture come parte di questo p_ro-cesso, anche se in quanto tali non sono il vangelo. Questoampio orizzonte di Montréal che mostrava il processo dellatrasmissione del vangelo nella Chiesa per la forza delloSpirito Santo non indicò, tuttavia, la soluzione al problemadella relazione tra Scrittura e tradizioni ecclesiastiche auto-revoli o tra quelle tradizioni e la Tradizione. Lo stesso«Concilio Vaticano II pur avendo abbandonato la teoriadelle due fonti non avrebbe risposto alla questione circa lagerarchia di autorità tra la scrittura (letta nella liturgia, rilet-

” IV Conferenza mondiale: Montréal 1963, in Enchiridion Gcumenicum,6, Dehoniane, Bologna 2005, Parte II: Rapporto, nn. 1'909,19l5,1917,1918.

Il tesoro nella fragilità della cretafl _ _ g g 59

3. L'impianto deldocumento

3.1. L'um'caTradz'zz'orze ovveroZ'orz'zZorzte ncrz'stoZogz'co

ta nella teologia, esplicitata nella vita cristiana, che guida lapreghiera e la spiritualità) e le scritture interpretate dagliarticoli dogmatici della fede da parte del magistero eccle-siastico››.1° Il dibattito sull'epistemologia teologica che è se-guito al Vaticano II sul valore del Consensus fz'deZz°um (cfLG 12) prova la scarsa chiarezza e il deficit ermeneuticodel Vaticano II; 1

In questo solco segnato da Montréal si inserisce la pub-blicazione del documento Un tesoro in oasi d'argz'Zla affin-ché le chiese progrediscano nell°approfondire il rapportodi ciascuna tradizione con la Tradizione e il rapporto trale varie tradizionin Ifautocomprensione, infatti, che cia-scuna chiesa ha di queste relazioni determina l'incontro, ildialogo e il cammino delle chiese verso l'unità.

Il tema del rapporto con la Tradizione, già offerto daMontréal, viene sviluppato dal documento attraverso unafelice formulazione in chiave cristologica affermando che<<l'espressione “l°unica Tradizione" designa la presenza re-dentrice del Cristo risorto di generazione in generazione,nella comunità dei credenti, mentre “le diverse tradizioni”rappresentano i vari modi e le varie manifestazioni di que-sta presenza» (32). Rimane, tuttavia, da chiarire il proble-ma dei criteri con cui «distinguere fra tradizioni che incar-nano l'autentica Tradizione e tradizioni che sono invecemeramente umane›› (15).

Tutte le chiese riconoscono nelle Scritture il loro riferi-mento assoluto e pur essendo diversi i principi ermeneuticiadottati” questa sorgente comune e condivisa contiene tut-

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' 1

1° Cf V.A. HOUTEPEN, Herrrteneutzbs and Ecumem'sm`: T/se art of Under-standing a Commum'catz'oe God, 11, in P. BOUTENEFF - D. HELLER (edd.),Interpreting Togetber, WCC Publications, Geneva 2000.

Il Per un approfondimento dello sviluppo del progetto e della realizza-zione del documento cf P. BOUTENEFF - D. HELLER, Interpreting Togetber,vii-xi; R. VON SINNER, Eamzemeal Hermeneutz`cs.- .S`uspz°cz`on versus Coberen-ce?, in lord., 111-113. '

12 Cf IV Conferenza mondz'ale: Montréal 1963, in Ema/oz`rz'dz°on Gcumeni-cum, 6, Dehoniane, Bologna 2005, Parte II: Rapporto, n. 1923: «In alcune

_ __ _Il tesoro nella fragilità della creta

ta la sua complessità e la sua ricchezza ermeneutica. Il fat-to che la trasmissione della Scrittura sia avvenuta attraver-so molteplici metodi esegetici e scientifici, non ha indeboli-to la sua autorevolezza originaria. La stessa definizione diParola di Dio rimane complessa, in quanto <<si esprime inun linguaggio e attraverso testimonianze che prendono for-ma in situazioni umane molto diverse, cioè in situazioniche sono storicamente, culturalmente e socialmente deter-minate. Ciò equivale a dire che “la natura stessa dei testibiblici esige che, per interpretarli, si continui a usare il me-todo storico-critico, [...]. La Bibbia, infatti, non si presentacome una rivelazione diretta di verità atemporali, bensì co-me l'attestazione scritta di una serie di interventi attraversoi quali Dio si rivela nella storia umana”>› (21).13 Il metodostorico-critico rimane valido, tuttavia va coniugato con altritipi di approccio al testo (patristico, liturgico, omiletico,dogmatico, allegorico, sociologico, semiotico, reattivo)14 esoprattutto «con una lettura che sia in interazione criticacon l'esperienza vissuta, sia delle persone, sia delle comu-

tradizioni confessionali è prevalso il principio ermeneutico secondo cui unaqualsiasi parte della Scrittura deve essere interpretata alla luce dell'interaScrittura. Altre hanno cercato in quello che hanno considerato il centro del-la Sacra Scrittura e hanno posto l°.accento soprattutto sulfincarnazione osull'espiazione e redenzione, o sulla giustificazione per fede o sul messaggiodella prossima venuta del regno di Dio o sugli insegnamenti morali di Gesù.Altre ancora hanno posto l°accento unicamente su ciò che la Scrittura dicealla coscienza individuale, sotto la guida dello Spirito Santo. La Chiesa orto-dossa ha trovato la chiave ermeneutica nella mente della chiesa e nei conciliecumenici. La Chiesa cattolica romana ha trovato la chiave nel deposito del-la fede, custodito dal magzsterium della chiesa. In altre tradizioni si ritieneche le confessioni di fede, completate da altri documenti confessionali o dal-le definizioni dei concili ecumenici e dalle testimonianze dei padri, offranola giusta chiave per comprendere la Scrittura. In nessun caso, in cui si trovail principio di interpretazione al di fuori della Scrittura, si ritiene che l'auto-rità sia estranea al concetto centrale della Sacra Scrittura. Al contrario, essaviene considerata solo una chiave per comprendere ciò che si dice nellaScrittura». [The Fourtb World Conference of Fair/9 and Order, Montreal1-963, a cura di P.C.` Rodger e L. Vischer, Scrzpture, Tradz'tz'on and Tradi-tions, Paper n. 42, SCM'Press LTD, London 1964, n. 53I.

13 Cf PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L'z`nterpretazz'orze della Bz`bbz'a nellaCbiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano '1993, “Conclusione”,119-120; EV 13/3147.

14 Cf E. PARMENTIER, La Scrittura viva, Dehoniane, Bologna' 2007.

Il tesoro nella fragrlita dellacreta g _ 61

nità» (22). Da queste affermazioni emergono alcune pro-spettive.

Innanzi tutto si -afferma che «l°ermeneutica ecmnenicanon deve ridursi all'uso di strumenti e metodi esegetici,isolati dalla ricchezza dell”esperienza della comunità che in-terpreta la Scrittura. Questa ricchezza di esperienza com-prende [...] la tradizione orale, le narrazioni, le memorie,le liturgie, come pure la vita, gli insegnamenti e le decisio-ni di ordine etico della comunità dei credenti. [...] LaScrittura ha le proprie radici in episodi di vita [...] e di-venta nuovamente viva nel momento in cui entra a fareparte della vita›› (23).15 Il testo biblico, in quanto segno,testimonia liagire di Dio in Gesù Cristo come fatto previoche domanda di essere interpretato per accedere al nucleodell°e(E)vento. Per comprendere lo statuto del segno è ne-cessario partire non dai segni già costituiti, ma dalla rela-zione che li costituisce, dalla relazione segnica. Ogni segno,infatti, può essere definito come «qualcosa che sta al postodi qualcos”altro per qualcuno>›.16 L'esercizio di interpreta-zione del vissuto, offerto nel testo della Scrittura, 'ci per-mette di risalire alla fenomenologia (verità) della vita comemomento dinamico nel suo stesso movimento. Si tratta ditm processo regressivo. Chi conosce è il soggetto, con isuoi peculiari abiti di risposta, che riflettendo su un vissu-to nel suo farsi e mostrarsi originario risale alla cosa con-nettendo il segno al suo significato. I testi dati, infatti, sonoun documento del vissuto che, mentre si mostra, anche sinasconde. In tal modo le chiese facendo Pesperienza diquesto movimento sono provocate a porre domande al te-sto (quale e(E)vento vissuto) stabilendo con esso una sortadi dialogo e di ricerca mai finiti. Lfinterpretazione è unprocesso di coinvolgimento. dialogante e autoimplicante ilcredente e le comunità.

15 Cf PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, L'z`rzterpretazz'orze della Bzhhia nellaChiesa, 70: <<L'interpretazione deve essere guidata da alcuni presuppostiparticolari, quali la fede vissuta in cornunità ecclesiale e la luce dello Spiri-tO››.

16 Cf C.S. PEJRCE, Opere, a cura di M.A. Bonfantini, Bompiani, Milano2003, 21228, 147-148.

Il tesoro nella fragilità della creta.

Inoltre <<proprio perché i testi biblici sono nati in situa-zioni storiche concrete, essi testimoniano la presenza salvi-fica del Dio trinitario in quelle circostanze particolari. Mail testo supera questa particolarità ed entra a far parte del-l°universo del lettore di ogni generazione e della testimo-nianza che lacomunità rende nel corso del tempo fino alpresente» (24). Nel processo interpretativo <<la priorità er-meneutica appartiene alla parola di Dio, alla quale compe-te l'autorità critica _su tutte le tradizioni» (24). Le chiese,ponendosi sotto il giudizio delle Scritture, riconoscono alVangelo (a Cristo) il potere di distruggere ogni tentativodi autogiustificazione umana e in positivo di mantenerlediscepole mentre interpretano. L'ermeneutica opera ancheuna sorta di ricongiungimento tra il passato (vissuto di ie-ri), il presente (vissuto di oggi) e l'escatologia (25). La co-munità che interpreta diventa segno sulla terra del già enon ancora di Dio orientando i credenti a quel futuro diDio che nei segni dei tempi già si mostra.

In terzo luogo sisegnala che <<lo studio in comune dellaScrittura ha permesso di fare dei progressi sulla via dell”e-cumenismo, ma non è riuscito a realizzare l'unità visibiledella chiesa. [...] Tutti i cristiani sono unanimi nel dire chela Scrittura gioca un ruolo unico nella formazione della fe-de e della pratica cristiana. La maggior parte di loro con-corda sul fatto che Pespressione della fede apostolica nonsi limita ai termini con cui si trova nella Scrittura, ma lun-go i secoli anche nelle chiese sono state formulate delleregole di fede. La chiesa riceve i testi della Scrittura comeuna parte della paradoszs del Vangelo. [...] La Scritturastessa rinvia alla tradizione unica, vissuta sotto la guidadello Spirito. L°unica Tradizione è -dunque il quadro del-l°interpretazione della Scrittura» (27).

'Nel processo di interpretazione dei testi non possiamodimenticare che molte sono le variabili in gioco, che cia-scuna interpretazione è frutto di precise circostanze stori-che e che lenuove domande sorgono da contesti diversifi-cati. Per raggiungere tale risultato è importante «esaminarela posizione a partire dalla quale il testo è interpretato, lascelta operata per interpretare un testo particolare piutto-sto che un altro, gli influssi e i presupposti che influenzano

Il tesoro nella fragllita della creta _ 63

questo processo» (28). Il processo ermeneutico domandadi superare gli stereotipi, di guarire le memorie, di apprez-zarsi e di fidarsi reciprocamente, chiarendo l'importanzache le diverse chiese assegnano ai testi, ai simboli e allepratiche. Nell°ermeneutica ecumenica è decisivo prendersicura della coerenza interna, riconoscere la retta intenzionedell°altro e la complementarietà positiva delle diverse tradi-zioni. Preso atto delle differenze nelle interpretazioni e ri-conosciuta la possibilità di una complementarietà, comeparte integrante del metodo ecumenico, rimane da affron-tare la questione cruciale dell'autorità dell'interpretazione.Da qui l°esigenza di <<riprendere continuamente lo studiodelle relazioni tra la Scrittura, la Tradizione e le tradizioni,così come l'esperienza cristiana, fondata sulla liturgia e sul-Ale altre pratiche» (31). -

Nel processo interpretativo dei testi non possiamo di-menticare che Pautorivelazione di Dio trascende tutte leforme in cui essa può trovare. espressione. <<Il riconosci-mento dell”unica Tradizione" e il porsi in continuità rispettoad essa non devono tuttavia essere confusi con la sempliceripetizione del passato, che non tiene conto in alcun mododel presente. Lo Spirito Santo ispira le chiese e conduceciascuna di esse a ripensare e a reinterpretare le proprietradizioni dialogando con le altre, nella costante aspirazio-ne a incarnare l°unica Tradizione nell'unità della Chiesa diDio>> (32).17 Questo cammino, infatti, ha permesso allechiese una comprensione nuova delle diverse tradizioni,tanto che queste <<sono ora ingrado di passare dalla reci-proca comprensione al reciproco riconoscimento» (34).«L'unica Tradizione si rivela nella presenza vivente di Cri-sto nel mondo; tuttavia, essa non può essere né afferrabile,né controllabile dal discorso umano. E una realtà vivente,escatologica, che elude qualsiasi tentativo di codificarla in

17 Cf PoN'm=1c1a CoMMrss1oNE Branca, L'z'n:erpretazz'one della BibbzanellaChiesa, 74. La «vita nello spirito››, dono di Gesù risorto, diventa il nuovocontesto per rileggere le Scritture. Il «senso spirituale» può essere compresocome «il senso espresso dai testi biblici quando vengono letti sotto l'influssodello'Spirito Santo nel contesto del mistero pasquale di Cristo e della vitanuova che ne risulta››.

64 Il tesoro nella fragilità della creta

3.2. Un solo vangelo in'nolteplici contestz,ovvero Forzìzonteecclesiologico

una definizione linguistica o in una forma concettuale defi-nitiva›› (37). Decisiva è la comprensione dell'autentica Tra-dizione attraverso i modi con cui ciascuna chiesa riceve larivelazione. A questo proposito il documento indica treambiti di condivisione e di testimonianza comtmez l°ambitobiblico-esegetico condotto ecumenicamente, l'ambito litur-gico quale Zocus hernzenenticus, l'ambito artistico nel sensopiù ampio come attenzione contestuale e interculturale.

«L'unica Tradizione si rivela nella presenza vivente diCristo nel mondo>› (37). La profonda unione con Cristopermette alle singole comunità dei credenti di accoglierenelle diverse situazioni di vita la rivelazione dell”unz`ca Tra-dizione. «Gesù e il messaggio del vangelo non erano con-tro le altre religioni, ma contro la falsa religione»18 chenon riconosceva Yincondizionato amore di Dio per tutti ipopoli. La tradizione cristiana testimonia che è soprattuttonel contesto missionario che le chiese di diversa tradizioneprendono atto della molteplicità e della eterogeneità deicontesti in cui l'unico Vangelo è annunciato. L'incontrocon nuove condizioni culturali, infatti, ha costretto le chie-sea fare i conti con la ricchezza, ma anche con la com-plessità, Pambiguità e non raramente con gli errori deri-vanti dall”interazione tra Vangelo e contesto.19 L'interpreta-zione dei testi e gliaccenti dati sono spesso influenzati daidiversi contesti, tanto che nelle differenze contestuali sipossono rinvenire possibili fonti di divisioni confessionali(42). Se il contesto è di ingiustizia, il messaggio di speran-za potrà essere dato attraverso il Magnificat e la predica-zione inaugurale di Gesù a Nazareth, se il contesto è diminoranza etnica e religiosa, l”accento sarà sulla consape-volezza della comune umanità riprendendo i testi dellacreazione dell”uomo a immagine di Dio e il discorso di

18 Cf S. V(/ESLEY ARIARAJAI-I, Reading the Bihle in a Pluralistic Context, in«Ecurnenical Review» 51/1 (1999) 10. ' '

19 Cf K. KAISER, Beyond Tradition and Context: In Search of an Ecmneni-cai Framework of Hernzeneutics, in «International Review of Mission» 80(1991) 347-354.

Il tesoro nella fragilità della creta 65

Paolo ad Atene, di fronte a un contesto di nazionalismo,liaccento cadrà sull”amore verso i nemici, inun contesto dipluralismo postmoderno dove prevale il primato dell”indi-viduo, l'accento cadrà sul tema della comunione (38).

Le molte comunità cristiane nel mondo si percepisconocome incarnazioni dell'unica Chiesa cattolica e si sentonolegate a causa della loro relazione con Dio in Gesù Cristo.Per l”apostolo Paolo questa unità ha radice nella personadi Gesù che insieme alla diversità sono doni che scaturi-scono dallo Spirito Santo (43). Mentre le chiese sono im-pegnate a contestualizzare il Vangelo sono chiamate a te-nere insieme le due prospettive della contestuaiità e dellacattoizeità. <<La contestnaiitå si configura ovunque il Vange-lo agisca come il sale e il lievito, senza dominare il conte-sto, ma permeandolo e vivificandolo in modo specifico.[...] Laddove la fede è contestuale, vi è il riconoscimentoche il Vangelo parla ai cristiani nella loro lingua, si ponein rapporto con i loro simboli, tiene conto dei loro bisognie risveglia la loro energia creatrice» (44). Tuttavia non pos-siamo dimenticare che <<in ogni contesto c”è una potenzialeambiguità sul modo in cui il vangelo è proclamato›› (41).«Dove sono presenti sfide contestuali quelle confessionalinon spariscono» (42). Il termine cattolidtå, invece, «desi-gna la pienezza, Pintegralità e la totalità della vita in Cristo,e il carattere di inclusività e universalità della comunità cri-stiana>› (45). «L'interpretazione del Vangelo deve esserepertinente per ogni comunità nel suo contesto particolare,per rispondere a una funzione al tempo stesso pastorale eprofetica. Tuttavia, nessuna interpretazione può pretenderelfassolutezza. [...] La cattolicità permette alle comunità diliberarsi reciprocamente dal pericolo di lasciarsi accecare oimprigionare da un determinato contesto; essa permette lo-ro di incarnare, oltre la diversità dei contesti, la solidarietà,che costituisce ur1o dei tratti distintivi della hoinonia cri-stiana›› (48). Per ottenere un corretto modello ermeneuticoè importante coniugare costantemente il dinamismo dellafedeltà e della creatività, dell°annuncio e dell°ascolto, del-Yuniversalità e dell'individualità, coscienti che l”identità deicredenti, come quella della Chiesa, si delinea nell'equilibriotra le proprie radici e la propria esperienza, alla stregua di

66 g g Il tesoro nella fragilità della creta

3.3. La Chiesa come«comunità errneneutica»,ovvero l'oriZ2onteerrneneutico

una pianta che affonda le radici nel proprio passato edapre le foglie alla luce del presente. I q

L'esercizio di attenzione alla cattolicità e alla contestuali-tà rendono la Chiesa una «comunità ermeneutica›>. «LaChiesa [...] è chiamata a interpretare i testi, i simboli e lepratiche, al fine di discernere la parola di Dio come paroladi vita, in un quadro spazio-temporale in perpetuo muta-mento. [...] Parlare della Chiesa come comunità ermeneu-tica significa anche affermare che questa comunità è il luo-go appropriato di interpretazione e annuncio del vangelo»(49). La definizione della Chiesa come «comunità erme-neutica›› è nuova, ma da sempre essa vive in posizione er-meneutica. Il compito ermeneutico, però, non è affidato aisoli specialisti, ma sa tutto il popolo di credenti riunito neidiversi contesti (50). Questo comporta la formazione deifedeli all°ascolto er al discernimento comunitario, la valoriz-zazione degli insegnamenti conciliari e degli scritti dellaChiesa delle origini, insieme alla testimonianza dei santi edei martiri (51). Affinché il dialogo interpretativo dei testisia autentico i rappresentanti delle diverse chiese sonochiamati a considerarsi come interlocutori alla pari, muo-vendo dalla prospettiva delle loro tradizionali interpreta-zioni e con la disponibilità a guardare le proprie interpre-tazioni con gli occhi di coloro con i quali dialogano (53).

Quando le chiese accettano di confrontare le diversetradizioni dottrinali o di vita, inevitabilmente sono chiama-te in causa «le strutture ministeriali specifiche e differen-ziate che hanno permesso loro di conservare la propriaapostolicità, unità e missione» (54). Emerge quindi il pro-blema dei ministeri e in particolare il ministero di supervi-sione delfepzshopé. In una Chiesa intesa come comunitàermeneutica il ministero delfepzshopé va vissuto ed eserci-tato nella collegialità, ascoltando la voce dello Spirito cheparla e opera nelle diverse trad.izioni.«Una chiesa che nonsia pronta ad ascoltare le voci delle altre chiese corre ilrischio di perdere di vista la verità dello Spirito, che inesse si manifesta>> (58). Da qui emerge la necessità di in-tensificare i dialoghi e le collaborazioni in vista di far cre-

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Il tesoro nella fragilità della creta _ _g____Wg __" _ 67

Conclusione

scere la comprensione reciproca e far maturare una strut-tura collegiale decisionale. Il riconoscimento reciproco dialcuni criteri ermeneutici all”interno delle chiese è senzadubbio un contributo positivo, anche se rimane aperto ilcompito di trovare un fondamento comune per stabilire laqualità dell”autorità dottrinale del loro magistero (62). A

La complessità del dialogo tra le chiese e del confrontosui loro criteri decisionali e *magisteriali diventa ancora piùdifficile se si affronta il tema della recezione reciproca, co-me momento finale del processo ermeneutico. Tale rece-zione di formulazioni, tradizioni e simboli implica l”acco-glienza delle altre persone, una trasformazione della pro-pria vita e delle relazioni con gli altri (63). Si tratta di un«processo» (65) che si snoda nel tempo, che domanda ilcoinvolgimento dei diversi ambiti della vita ecclesiale (teo-logia, catechesi, liturgia...) e lo sforzo di offrire dei contri-buti redatti con un linguaggio che non richieda ulterioriinterpretazioni. Molti documenti ecumenici, infatti, siesprimono con un linguaggio e categorie che non tengonoconto dell°orizzonte delle diverse tradizioni e quindi le per-sone che non hanno partecipato al processo dei lavori leg-geranno quei testi alla luce della loro tradizione (66).

Il documento termina proponendo Pimmagine del panespezzato che nutre perché è dappertutto pane e perché di-viso in contesti diversi (67-68). La Parola, come il pane,nutre perché dappertutto è Parola e nutre in quanto spez-zata nei molteplici contesti. <<Per quanto la Parola interse-chi la storia, questa storicità non la imprigiona nei limiti diuna singola forma _o formulazione storica>› (68). Non sitratta di aprire leporte a una diversità senza limiti e nep-pure a un atteggiamento di sufficienza ecumenica, ma alcontrario la Chiesa, come «comunità ermeneutica>›, è chia-mata a crescere fino alla piena hoinonia, nel discernimentodella Tradizione vivente sotto la guida dello Spirito.

I

Al termine della presentazione di questo documento che,lungi dal voler offrire soluzioni, intende attivare e potenzia-re la riflessione ermeneutica nelle singole chiese mettendo

68 Il tesoro nella fragilità della creta

1. L'e(E)vento2°nella fragilità deiieinterpretazioni

sul tappeto una serie di problemi complessi, entro i limitievidenti che contiene, si propongono tre sottolineature.

Il nostro documento introduce il tema ermeneutico dellaparzialità di ogni interpretazione in quanto il testo biblicosipone come traccia che rimanda a un vissuto e per il suotramite all”e(E)vento di Dio che si rivela.

Che cosa accade quando l°e(E)vento si lascia dire dallaparola? La parola detta, che narra il vissuto del credente edi una comunità, si pone come possibilità e come attuazionedi un rapporto tra l°e(E)vento e l'uomo, proprio attraversoil distacco. Questa parola congiunge l'uomo all”e(E)vento enello stesso tempo crea e mantiene la distanza. E anche do-po che questa parola è stata detta la distanza non viene col-mata, poiché la parola è quell'espediente non reale che ha ilpotere di allontanare le cose facendole scomparire, sosti-tuendo il suo mondo con quello creato dal linguaggio. Laparola che collega separando, si presenta come mediazioneessenziale eppure non adatta a colmare la distanza. Le paro-le che narrano gli eventi, tuttavia, consentono di prendere ledistanze da noi e dal nostro mondo, rendono possibile unasosta e ci segnalano il nostro essere stranieri anche rispettoa ciò che ci appare più familiare. Nel linguaggio che dicel'e(E)vento c”è un esporsi che racconta e un tirarsi indietroche rimanda. Nell'esercizio del raccontare mediante la paro-la è compresa la consapevolezza della perdita e anche del

avanti provoca il ritrarsi di ciò che intende afferrare, anchese sembra possederlo davvero. Si tratta della realtà nomina-ta, trasformata in parola. E questo vale anche per la parolabiblica che si ritrae in se stessa, quando si tenta di definirlacon altre parole che la interpretano. .

Che cosa accade, poi, quando la parola che dice l°e(E)-

2° Con il termine e(E)vento (cf Tradizione maiuscola) indico che nell'au-torivelazione divina l°evento storico e l'Evento di Dio sono costantementeintersecati.

farsiavanti. La parola funziona da filtro perché nel suo farsi

Il tesoro nella fragilità della creta _ _ 69

vento si fa scrittura alfabetica? La parola che narra l”espe-rienza dell'incontro con l'e(E)vento entrando nella scritturabiblica non fa che registrare il nostro debito nei confrontidegli eventi vissuti e della vita.21 La nostra scrittura, infatti,non è venuta dal cielo, ma è sorta all'interno di contesti dipratiche di vita, di espressioni, di conoscenze e quindi ri-spetto all°e(E)vento è u.n fatto contingente, fragile. Non sidimentichi poi che la nostra scrittura è una conseguenza<<storica>› delle scritture che l”hanno preceduta. La scritturain generale, come quella biblica, segnala un rapporto nelladistanza. Forse che <<Dio›› sta nell”esperienza? <<Dio>› è unacategoria, un segno verbale parlato o scritto e come tale ilconcetto non si afferra con le mani. Ma rimane vero che nonpotrei incontrarmi con Dionella mia esperienza se non po-tessi appunto <<significarlo>›. In altre parole quello che dico escrivo non c”è mai nell”esperienza, tuttavia nulla può esserepresente nell°esperienza se non lo dico e non lo scrivo. Pur-troppo non raramente, anche nel caso della Bibbia, rischia-mo di trattare le parole alla stregua di «fotografie» della real-tà, quando invece, per esempio, sappiamo benissimo che laparola <<frutto>› (cf Gn 3,3) non si mangia. Un po” alla voltaaccade che, attraverso uno stacco, la «parola» fruita entrocontesti orali si <<trascrive>> su nuovi supporti mutando il suocontesto di senso. Questo «stacco» è il termine con il qualediciamo a noi stessi l'e(E)vento inteso come evento <<auto-bio-grafico›> (evento che ha a che fare con il pensiero dellepratiche della vita e dei loro stacchi). La scrittura non è altroche una particolare interpretazione e trascrizione dell'eventocomplesso delle pratiche di vita e di scrittura insieme allaconseguente responsabilità etica. La scrittura testimonia ildebito rispetto alla vita, un debito costitutivo che il puro sa-pere non può pagare e al quale non può corrispondere. Lascrittura registra un debito invisibile che nella scrittura stes-sa si fa visibile. Proprio ciò che ci permette di vedere, comenel caso dell°occhio, non si lascia vedere e quindi l°invisibileè parte del visibile in quanto l'invisibile prende dal visibile la

21 Cf C. SINI, La scrittura e il dehito. Conflitto tra culture e antropologia,Jaca Book, Milano 2002, 25-66.

_ 70 _ g 7 Il tesoro nella fragilità della creta

2. Le ernzeneutichedella “hoinonia”

sua misura. Il tentativo di elogiare il dualismo presentandol'invisibile come qualcosa d'altro dalvisibile, non è altro cheYinsensatezza di ogni superstizione. Non possiamo dimenti-care che noi siamo nella parola e nella scrittura e, per lorotramite, nella vita. Il mondo, quindi, è reale nell°evento dellesue pratiche, nella sinergia e nella solidarietà tra le diversepratiche che fanno catena. Tuttavia le «scritture» in quantosupporto che indica il mondo, non trascrivendo la materialeconsistenza delle emozioni e dei colori, in qualche modo sitirano indietro, si fanno invisibili, perché si renda visibile ciòdi cui recano traccia. Nell°orlo del supporto visibile che inquesto caso è la scrittura si fa trovare il supporto invisibile,inteso come il senso circoscritto nelle nostre parole, già in findi vita e tardive appena pronunciate, e tuttavia a loro modoidonee a «sopportare» il transito della vita e ad accogliernel”e(E)vento. .

Il processo interpretativo permette di superare la distan-za con l°e(E)vento ed è già presente nella Bibbia, in quantoi suoi scritti sono il prodotto di un lungo processo di inter-pretazione degli eventi fondatori. Le interpretazioni dellediverse tradizioni hanno come oggetto di riferimento l”e(E)-vento, la <<Tradizione>›, cioè <<gli eventi della salvezza e il lo-ro compimento nella persona di Gesù Cristo che danno sen-so a tutta la storia umana».22 Alle diverse tradizioni cristia-ne, quindi, è affidato il compito ermeneutico mai finito didare voce umana alla Voce dell'e(E)vento che si fa ascoltareanche nelle Scritture. E nel momento in cui le diverse tradi-zioni cristiane entrano nelle parole delle Scritture è impor-tante che si dispongano ad abbandonarle restituendole, cosiche non restino in debito della vita e della verità.

Una delle novità del documento è anche il trinomio: er-meneutica della <<coerenza››, «del sospetto›› e <<della fidu-Cia». _ '

La prima forma di ermeneutica proposta è quella <<della

22 PONTIEICIA COMMISSIONE BIBLICA, Uinterpretazione della Bihhia nellaChiesa, 70. '

Il tesoro nella fragihta della creta 71

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coerenza» per evidenziare «il positivo rapporto di comple-mentarietà fra le diverse tradizioni» (28). Tra gli obiettivisi pone quello <<di ricercare ur1a maggiore-coerenza nell'in-terpretazione della fede, di facilitare una (ri)appropriazionedelle fonti della fede cristiana che sia reciprocamente rico-noscibile e di preparare il terreno per una confessione euna preghiera comuni in spirito e verità» (6). Il documen-to evidenzia due forme di coerenzaorizzontale (sincronica)e verticale (diacronica) senza però armonizzarle. Le-chieseortodosse, infatti, hanno reagito temendo il moltiplicarsidelle ermeneutiche a scapito dell”unica ermeneutica neces-saria che è quella del depositana fidei dove Scrittura e Tra-dizione non possono essere riconosciuti come due processidiversi ma come un anicnrn.23 In realtà fa parte di quell°a-nz'carn della Rivelazione anche l”attenzione ai contesti e losforzo di incarnare l”unica Tradizione. -

La seconda forma di ermeneutica segnalata è quella«del sospetto», intesa non come atteggiamento di sfiducia,ma come applicazione a se stessi e ai propri interlocutoridi quanto «il potere, i punti di vista condizionati dall'iden-tità nazionale o etnica, dalla condizione sociale o dal sesso,possano influenzare la lettura dei testi e la comprensionedi simboli e pratiche» (28). Non possiamo pensare una pu-ra oggettività senza un soggetto che vive e in questo sensoil processo interpretativo non può che essere diverso. Lavita confessionale cristiana è un dato oggettivo in quantoproviene dall”esterno, è un dono e una grazia, ma l'oggetti-vità è vera quando è vissuta. In questo sensoil metodo diapproccio ai testi biblici, deve <<coniugarsi con una letturache sia interazione critica con l'esperienza vissuta, sia dellepersone, sia delle comunità» (22). L°ermeneutica «del so-spetto›› permette alle chiese di avvicinarsi al cuore dellarealtà disoccultandolo dalle coperture storiche, culturali esacrali che lo rivestono, evitando di perdere l'autentica cat-tolicità e coltivando il dialogo ecumenico come il reciproco

23 Cf METROPOLITAN GENNADIOS (LIMOURIS) OF Sassma, Hermeneutz'cs.- AnInstrarnent foran Ecwnenical Reƒlection on the Search for Church Unity, inP. BOUTENEFE - D. I-IELLER (edd.), Intezpreting Together, 123. 7

_ Il tesoro nella fragilità della creta

ascoltarsi e raccontarsi delle chiese. Il compito primo del-l”ermeneuta è di liberare la tradizione dalle sue incrostazio-ni, di quanto di derivato e inessenziale la storia porta conse. Non si tratta di raggiungere ciò che ha veramente dettoquesto o quell'autore, ma quanto in ciò che ha detto è ri-masto implicito, inespresso e che tuttavia è l'essenziale.L'esplicito, infatti, è solo la-traccia dell'origine che la tradi-zione trasmette e consegna al presente. Interpretare è allo-ra un decostruire l”esplicito in vista dell'implicito.24 L'erme-neutica «della coerenza» e <<del sospetto›› camminano in-sieme, in quanto le chiese possono verificare la loro coe-renza imparando a riconoscere che le proprie interpreta-zioni e formulazioni possono essere datate, fragili e biso-gnose di riformulazione, nel contempo il sospetto criticodeve sempre aspirare alla coerenza. -

Queste due ermeneutiche <<della coerenza» e «del so-spetto>›, tuttavia, perdono il loro significato ecumenico senon sono collocate in quella che il documento chiama l'er-meneutica <<della fiducia». Questo approccio prevede unprofondo atteggiamento di ascolto di altre chiese e di altretradizioni, dove <<ascoltare l'altro non significa necessaria-mente accettare ciò che le altre chiese affermano; significapiuttosto accettare la possibilità che lo Spirito parli a que-ste chiese o attraverso di esse» (8). <<La Chiesa è un corpovivente nel quale alcune cellule muoiono e altre nasconoogni giorno, con una trasformazione che la rende più ma-tura».25 Tra i frutti positivi recenti dell”aver applicato que-ste ermeneutiche della hoinonia va annoverata la Dichiara-zione congiunta sulla dottrina della giusti_ficazione, quale la-voro compiuto insieme da cattolici e protestanti sulla que-stione della giustificazione .oggetto di disputa durante laRiformafió Un altro esempio dell'applicazione di questo ap-

24 Cf G.. BERTOLOTTI (a cura), Errneneutica, Raffaello Cortina Editore, Mi-lano 2003, 137-153.

' 25 P.R. ANDINACH, Reflections on “A Treasure in Earthen Vessels: An In-strument for an Ecunzenical Reƒlection on Hernzeneutics”, in P. BOUTENEFF -D. I-IELLER (edd.), Interpreting Together, 131. '

26 Cf PONTIFICIO coNsIGLIo PER LA PROMOZIONE DELL*UNITa DEI CEISTIANI -FEDERAZIONE LUTERANA MONDIALE, Dichiarazione congiunta sulla dottrina del-

11 tesoro nella fragilità della creta _ 7 73

3. La Chiesa“conrunitaerrneneutica”

proccio ermeneutico può essere rinvenuto nella richiesta diGiovanni Paolo II, indicata nella lettera enciclica Ut unurnsint (96), dove esorta i responsahili ecclesiali e i loro teologia instaurare con lui un dialogo fraterno e paziente sul suoministero di unità.27

Il compito ermeneutico che la Chiesa intraprende sottola guida dello Spirito è una delle condizioni della missioneapostolica nel mondo e per il mondo. Tale compito non èriservato agli specialisti, ma è prima di tutto opera dell°in-tero popolo riunito che mentre interpreta la Parola a suavolta si lascia interpretare. L'esercizio ermeneutico segnalala fatica dell'interpretazione storica, che attinge a una rive-lazione divina e che giunge all'uomo per il tramite di per-sonaggi e di eventi storici. La fede cristiana, infatti, nontrova fondamento in una visione, ma si appoggia su fattistorici che si configurano come fenomeni alla stregua ditanti altri. Il significato autentico e profondo di questi fat-ti, tuttavia, trascende l”orizzonte della semplice verità stori-ca. Per questo motivo alla chiesa, in quanto comunità er-meneutica, è richiesta la luce proporzionata dello SpiritoSanto quale «ermeneuta» segnala-to e mandato da Gesù,affinché i significati contenuti nei fatti storici siano accoltinel loro valore di Parola di Dio.

La prospettiva ermeneutica della Chiesa, della teologiae della fede, tuttavia, non raramente suscita in molti cri-stiani un certo sospetto in quanto sembra relativizzare ilproblema della <<verità».28 In realtà queste reazioni, preoc-cupate' di un'apologetica ossessiva, sembrano dimenticarela dimensione fragile e provvisoria della fede, che ha il

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la giustificazione, 1999, in A. MAFFEIS (ed.), Dossier sulla giustz_'ficazione. Ladichiarazione congiunta cattolico-luterana, commento e dihattito teologico,Queriniana, Brescia 2000. '

27 Il simposio organizzato dal Centro Pro Unione (Roma) è un esempiodi studio interconfessionale sul tema. Il ministero petrino e l'unità dellaChiesa: “Verso un dialogo paziente e fraterno”, in <<Studi Ecumenici›› 17/1(1999), numero monografico.

28 Cf P. PNA, «Io sono la verita» (Gv 14,6). Verità e interpretazione, in<<Stucli Ecumerlici» 18 (2000) 339-350.

_ __._ Il tesoro nella fragilità della creta

compito di indicare la promessa e la pienezza dell”escaton.Questo timore emerge tutte le volte che si intende fondaree legittimare la fede cristiana nella sua dignità specifica di<<sapere›› e di <<sapere scientifico››. La Chiesa come cornuni-tà errneneutica non ha come scopo quello di mettere indubbio il nucleo essenziale delle verità di fede, ma piutto-sto di mantenere vivo l'impegno pastorale e missionario 'diannunciare Gesù Cristo, la fragilità della parola incarnata,29nell”oggi della storia e nei tempi che cambiano. S

La proposta che nasce dal documento ha come presup-posto un'idea di verità cristiana che prima ancora di esserepreoccupata di fare l°elenco dei concetti, riconosce allastessa Verità il carattere di trascendenza e di eccedenzache le appartiene, senza la pretesa di esaurirla o di farlacoincidere in forma esclusiva con qualche contesto cultura-le. Si apre così la possibilità di uno scambio continuo tratutti i credenti di diversa tradizione che vivono in moltepli-ci contesti, una «comunicazione reciproca della fede» doveciascuno riceve e offre le interpretazioni della Parola. Que-sto scambio, tuttavia, non potrà che accadere nell'ord_inesimbolico dove la Chiesa si autocomprende come provviso-ria e dove la libertà personale e di gruppo non possonoche realizzarsi solo nel modo della mancanza, di chi sa dinon possedere il Regno e di non poter mettere le mani suDio. Lo statuto della provvisorietà ecclesiale è richiestodalla stessa storicità in cui la Chiesa si trova e rinvia a unostatuto di continua~alterità verso cui incamminarsi, con lacoscienza di una pienezza mai pienamente raggiunta. Ilprovvisorio, infatti, definisce l'innovazione, la creazionecontinua, l'interpretazione non assoluta.

Il documento affermando che la Parola non può essereimprigionata «nei limiti di una singola forma o formulazio-ne storica›› (68), ribadisce che la Tradizione maiuscola, la«Verità che è Cristo», coincide col suo intero processo so-ciale e quindi che la «Verità» appartiene alla «comunità er-meneutica››, è pubblica. Nessuna tradizione, infatti, può

29 Cf KLEEMANN, Responsahilità e-fragilità della Parola: Ho creduto per-ciò ho parlato (2C0r 4,13), in <<Studi Ecumenici» 20 (2002) 309-321.

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Il tesoro nella fragilità della creta _ mi _ _ W T 75

SOMMARIO

sfuggire al confronto e all”influenza delle interpretazionidiverse dalla sua. La tentazione di evitare il confronto nonè solo del singolo individuo, ma anche delle grandi istitu-zioni storiche sovrapersonali, che ricorrono spesso al prin-cipio di autorità per difendere e mantenere le loro conce-zioni e la loro visione del mondo e di ciò che sarebbe dav-vero reale. Tuttavia anche l°autorità sperimenta l°impoten-za di fronte alla forza della <<Verità››, ospitata nella fragilitàdella storia, e ciò in quanto la «Verità» fa tutt°uno con larealtà: è la «Verità» incarnata che si nasconde nella fragili-tà di un vaso di terra, dietro apparenze che sembranosmentirla. ~

Dalla consapevolezza che «numerose divisioni all'internodel cristianesimo hanno la loro origine nei conflitti di inter-pretazione dei testi. dei simholi e delle pratiche della fedecristiana» prende il via il contrihuto ad una riflessione ecu-menica sull"ermeneutica dal titolo Un tesoro in vasi d°argil-la, della Com-missione Fede e costituzione del Consiglioecumenico delle Chiese (CEC). Tre sono le prospettive indi-cate. In primo luogo si afferma che un 'ermeneutica ecumeni-ca non si può limitare all'uso di strumenti e di metodi esege-tici isolandosi dalla ricchezza dell"esperienza della comunitàche interpreta la Scrittura e indicando lo spazio di un 'inter-pretazione comune (tradizioni) dell'unica Tradizione (Cristorisorto). In secondo luogo proprio perché i testi hihlici sononati in situazioni storiche concrete essi testimoniano la pre-senza salvzfica del Dio Trinità in quelle circostanze particola-rz, nella fragilità di un vaso di terra, die_tro apparenze chesemhrano smentirla. Infine si evidenzia che lo studio in co-mune della Scrittura ha giocato un ruolo unico nella forma-zione, nella pratica cristiana e nel cammino ecumenico.

The treasure in the clay’s frailty

From the awareness that «numerous divisions withinChristianity spring in the conflicts of texts interpre-tation, symbols and practices of the Christian faith»the contribution to ecumenical reflection about thehermeneutics comes to life with the title: treasure inearthen vessels, of the Ecumenic Council of Chur-ches, “Faith and Constitution” (ECC). There are th-ree prospectives. Firstly it affirms that an ecumeni-cal hermeneutic can’t use only exegetical instrumen-ts and methods isolating itself from the richness ofan experience in the community that interprets theScripture and indicating a common interpretation(traditions) of the unique Tradition (Jesus reborn).Secondly, precisely because the biblical texts areborn in concrete historical situations, they prove thesalvific presence of God the Trinity in those particu-lar circumstances, in the frailty of an earthen vessel,beyond appearances that seem to contradict it. Fi-nally we underline that the common study of theScripture played a unique role in the formation, inthe Christian practice and in the ecumenical jour-ney.

ABSTRACT