il web 2.0 è entrato in biblioteca

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Il web 2.0 è entrato in biblioteca Modulo n.3 Esempi concreti in ambito bibliotecario Pistoia, 23-24 novembre 2009 dott. Barbara Fiorentini

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Presentazione relativa al terzo modulo del corso di formazione per bibliotecari 'Il web 2.0 è entrato in biblioteca' svoltosi presso la Biblioteca San Giorgio di Pistoia il 23 ed il 24 novembre 2009.

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Il web 2.0 è entrato in biblioteca

Modulo n.3

Esempi concreti

in ambito bibliotecario

Pistoia, 23-24 novembre 2009 dott. Barbara Fiorentini

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Il materiale per il corso è online:

sites.google.com/site/barbarafiorentini/library20

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Fonte: Alton Yeow Kuan Chua, Dion Hoe-Lian Goh, and Chei Sian Lee, The Prevalence and Use of Web 2.0 in Libraries, Springer Berlin / Heidelberg, 2008.

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Keywords

comunicazione documentazione

conservazione

partecipazione

leggere +

scrivere

spazio sociale

-cataloghi

-OPAC

-Flickr-SlideShare-Folksonomie

-digital preservation-Google Books

-Second Life-social bookmarking-social tagging-social cataloguing

il sito web

della biblioteca -open archives-university press-information literacy (informazioni e strumentazioni tecniche messe a disposizione)

-wiki ; - blog -Twitter -Facebook

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Keywords

2.0be social tecnologia

http://it.wikipedia.org/wiki/Library_2.0

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Alcuni problemi

molti contenuti,poco retrieval

troppa democrazia fa male

(la massa non ha sempre ragione!)

copyright(tutela del diritto d’autore) privacy

(tutela di identità, di dati e di informazioni)

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Come cambiano i servizi di reference

Sms – instant messaging – chatVedi:

Paola Gargiulo - Risorse di reference digitale

< www.aidaweb.it/reference/bibrefdig.html >

Daniela Peraldo – Reference online

< www.danielaperaldo.it/ricer.htm >

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www.asaplive.com/home/

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www.cultura.toscana.it/biblioteche/

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www.cib.unibo.it/portale/

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Folksonomy un sistema di categorizzazione sociale di tipo ‘bottom-up’, in cui

la scelta e la definizione dello schema classificatorio vengono create dagli utenti del sistema. Manca così un vocabolario prefissato e condiviso, non esiste controllo sui tags che vengono gestiti dagli utenti in totale spirito di collaborazione e condivisione.

La folksonomia si contrappone alla tassonomia[i], dove i termini della classificazione vengono decisi ‘dall’alto’, così come pure i legami gerarchici tra i tags e il loro rapporto con gli oggetti da classificare.

[i] Per approfondimenti: Voce ‘Tassonomia’ in Wikipedia, < http://it.wikipedia.org/wiki/Tassonomia > ; Alberto Marradi, Classificazioni, Tipologie, Tassonomie, “Enciclopedia delle Scienze Sociali”, vol. II. Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1993, pp. 22-30, < http://www.me-teor.it/marr_opere/italiano/articoli/Class/CLASSIT.pdf > ; Miquel Centelles, Taxonomies for categorisation and organisation in Web sites, “Hipertext.net”, 3 (2005), < http://www.hipertext.net/english/pag1011.htm >.

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www.connotea.org/user/sfogliaweb

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pregi I tag consentono un sistema di classificazione

semplice e semplificato I tags sono flessibili e si adattano alle necessità degli

utenti I tags riflettono il vocabolario degli utenti e nascono

dalla lingua viva L’utilizzo dei tags agevola la serendipity, cioè

scoperta di qualcosa di inaspettato mentre si sta cercando tutt’altro.

La comunicazione tra utenti della stessa community risulta più fluida e rende la community più coesa

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difetti Lo stesso tag può essere utilizzato in modi diversi Tags diversi possono essere utilizzati per esprimere

lo stesso concetto Lo stesso tag può essere utilizzato al plurale o al

singolare Possono essere o non essere utilizzati gli acronimi

per esprimere lo stesso tag L’inserimento o meno di spazi tra le parole (specie

nelle parole composte) può dare vita a tags di uguale significato ma trascritti in vari modi

Lo stesso tag può essere trascritto in lingue diverse

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Social Bookmarking

social reference management (SRM)

Gestione e organizzazione di qualsiasi tipo di risorsa on line, selezionata dal singolo utente e condivisa con una comunità virtuale. Si affianca ai tradizionali sistemi di gestione delle citazioni e dei riferimenti bibliografici e rappresenta una fonte di informazione potenzialmente rilevante.

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caratteristiche

I sistemi di SRM possono essere gratuiti o a pagamento, disponibili on line o scaricabili sul proprio server.

Nati per essere utilizzati da ricercatori e studenti e cultori di una materia, possono essere utilmente apprezzati anche da editori, agenzie di informazione, enti e operatori del settore della comunicazione e dell’informazione in generale.

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http://delicous.com

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www.citeulike.org

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caratteristiche I servizi di social bookmarking (SSB) utilizzano la

tecnologia del web per consentire l’archiviazione, l’utilizzo e la condivisione di elenchi di segnalibri creati dagli utenti. Siti, pagine web, documenti presenti on line: tutto può essere selezionati, archiviato, taggato, condiviso con altri, scaricato sul proprio pc.

L’accesso e l’utilizzo dei SSB sono gratuiti. Si tratta di strumenti di facile consultazione e utilizzo,

indirizzati ad un vasto pubblico, adatti a studenti, ricercatori, studiosi o anche ad appassionati cultori di una o più materie. Il risultato è un catalogo di risorse web, scelte direttamente dagli utenti, i quali provvedono a dividerle in categorie, attraverso parole chiave o tag.

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reference

I SSB possono essere utilizzati come supporto alla normale attività di reference in biblioteca. Attraverso la segnalazione di risorse on line ma anche di testi su carta facenti parte del patrimonio della biblioteca, il bibliotecario può servirsi dei SSB per raggiungere gli utenti remoti e supportarli nel lavoro di ricerca e di studio.

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bibliotecari Sono numerosi i singoli bibliotecari, o esperti nel campo

del trattamento dell’informazione, che hanno deciso di affidare alle piattaforme SSB la propria raccolta di bookmarks, per condividerli con altri colleghi e per arricchire anche il proprio bagaglio di conoscenze. Conoscenze che poi vengono utilizzate dagli stessi bibliotecari nella loro ordinaria attività lavorativa, quasi sempre nell’ambito del servizio di reference.

In questo caso i singoli si registrano sulle piattaforme on line e inseriscono le risorse preferite classificandole e associandole ai tags che ritengono più opportuni, in rapporto anche a quanto risulta già inserito in rete da altri colleghi.

Tra tutti, riporto un esempio che collega il lavoro dei singoli con quello istituzionale.

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Blog

Singoli professionisti, biblioteche, sistemi bibliotecari e gruppi di lettura: negli ultimi anni lo strumento del weblog è stato scoperto come utile per stabilire un collegamento tra operatori del settore e tra utenti e bibliotecari e tra gli utenti stessi di una biblioteca.

A questo proposito segnalo il documento redatto da Bonaria

Biancu pubblicato su LibWorld (http://infobib.de/blog/2007/12/24/libworld-italy/.

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Blog

Il web inteso come spazio sociale di condivisione e partecipazione propone nuovi strumenti per organizzare e offrire informazioni. Strumenti che possono risultare utili anche alle biblioteche, che hanno il compito anche di organizzare e divulgare informazioni.

Pensiamo così ai mashup, cioè alla possibilità di combinare in modo dinamico contenuti, dati o informazioni provenienti da fonti diverse.

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Il weblog resta comunque uno strumento duttile e adattabile alle diverse esigenze di una biblioteca o dei bibliotecari. Da strumento di marketing per la biblioteca a mezzo di formazione e di aggiornamento per il bibliotecario.

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http://sfogliaweb.splinder.com

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http://bonariabiancu.worpress.com

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Affiancare un blog al sito web di una biblioteca, può rappresentare un valore aggiunto e un motivo di modernità e di freschezza.

Può stimolare i visitatori a tornare di nuovo a visitare le pagine web della biblioteca stessa.

Inoltre un blog può trasformare una biblioteca in una comunità che diffonde conoscenza e che continua ad autoformarsi in modo permanente e dinamico ogniqualvolta vengano inviati post dai visitatori.

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Attraverso un blog, le biblioteche possono raggiungere varie tipologie di utenza.

Le biblioteche pubbliche, in particolare le singole sezioni (ad esempio Ragazzi, Adulti, Didattica, ecc.) possono inserire un blog nelle proprie pagine web per proporre spunti di discussione ai propri utenti, oltre naturalmente per suggerire nuove letture.

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Per offrire supporto a categorie particolari di utenza:

proporre le novità in materia di libri, audiovisivi, CD e DVD-Rom relative a vari temi (per le biblioteche pubbliche, ad esempio: mistero, horror, romanzi, ecc.). Le biblioteche universitarie possono preparare speciali promemoria da inserire nel blog o da inviare via e-mail relativi a nuove risorse e nuovi siti web utili per la ricerca e per la didattica.

All’estero è più frequente però trovare blog personali e non istituzionali dedicati

a particolari argomenti che non sia la biblioteconomia in senso stretto.

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Per creare e sviluppare il senso di comunità attorno alla biblioteca:

il weblog della biblioteca può servire per invitare gli utenti a lasciare commenti, suggerimenti, a partecipare a discussioni per commentare, ad esempio, alcune opere proposte di volta in volta dalla biblioteca stessa.

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Per ampliare il bacino di utenza:

il weblog, così come molti strumenti on line, rappresenta un valore aggiunto per i servizi offerti dalla biblioteca.

A sua volta il blog può creare ulteriori vantaggi, creando interesse in potenziali

utenti.

Inoltre con il blog sarebbe possibile raggiungere quegli utenti che, pur essendo vicini alla biblioteca, non utilizzano ancora o non dimostrano interesse per i servizi della bibliotecari. Attraverso il blog, ad esempio, è possibile inviare una newsletter con le novità, i suggerimenti e le proposte di lettura e di studio. La periodicità con cui le informazioni vengono inviate costantemente ai destinatari può aiutare a far sentire la biblioteca come una struttura ‘amica’ e utile ai fini della ricerca, della didattica, dello studio e anche dello svago.

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http://infobib.de/blog/2007/12/24/libworld-italy/

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Wiki

Tipici strumenti del web collaborativo.

Utilizzati con buoni risultati all’estero, ma ancora poco diffusi a casa nostra.

Il termine wiki deriva da una parola della lingua hawaiiana che significa "rapido" oppure "molto veloce”. Può fare riferimento o ad un sito che permette a ciascuno dei suoi utilizzatori di aggiungere e modificare i contenuti o anche al software collaborativi utilizzato per creare il sito web.

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Ormai in molti conoscono Wikipedia (www.wikipedia.org), la prima grande enciclopedia on line a cui tutti i naviganti possono contribuire scrivendo o correggendo anche intere pagine.

E’ disponibile in varie lingue: oltre che in italiano (il progetto è nato nel 2001 e conta più di 100.000 voci), anche in inglese, tedesco, francese, polacco, giapponese, olandese, portoghese, spagnolo, svedese, russo, cinese, finlandese, norvegese. E poi ancora in altre lingue minori, come, ad esempio, l’alemanno, il bavarese, il corso, il latino, il sloveno, oltre che in alcuni dialetti italiani: friulano, ligure, lombardo, napoletano, piemontese, sardo, siciliano, veneto.

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Dopo i blog, che sono diventati un fenomeno di portata mondiale, ora la nuova frontiera del web sembrano proprio i wiki. Mentre i primi sono più adatti per un diario personale o per un approfondimento giornalistico, i secondi si prestano ad aprire uno spazio (più o meno ampio) alla libera condivisione di idee.

E l’iniziativa, non solo da parte di enti e istituzioni ma anche di singoli naviganti, trova libertà d’espressione grazie alla possibilità di creare un proprio sito wiki in modo semplice e veloce. Ad esempio grazie a https://my.pbworks.com/ oppure wetpaint.com oppure www.wikispaces.com (sono tutti siti in lingua inglese) si scelgono nome, indirizzo web e categoria. E poi si può decidere se aprire il proprio wiki a tutti i naviganti della rete oppure ad una cerchia ristretta di amici, colleghi o anche parenti.

Vedere http://illinguaggiodellebibliotechedigitali.pbworks.com/

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www.wikispaces.com

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In principio …… era il Portland Pattern Repository (o PPR) (http://c2.com/ppr/), il

progetto di documentazione per cui fu usato il primo software mai esistito, Wiki Base. Era il 1995.

Da allora ad oggi il modello wiki si è moltiplicato in numerose varianti, con siti, repertori, motori di ricerca, che spaziano in tanti ambiti di interesse: documentazione di progetti informatici, progetti collaborativi (ad esempio Tela_Insecta (Network degli Entomologi Francofoni), le Journal International des Quartiers (Giornale Internazionale de Quartieri), Nasgaïa (distribuzione Linux)), enciclopedie generali o settoriali (ad esempio Enciclopedie e più generalmente knowledge based on line, Sensei's Library, QuestionsSurLAlimentation,Wikiartpedia), knowledge base d'impresa, wiki comunitarie (per consentire a persone che condividono gli stessi interessi di comunicare e interagire virtualmente tra di loro), wiki personali (cioè agende o block-notes personali utilizzabili esclusivamente on line).

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Il wiki più famoso è Wikipedia, ma il web pullula di altre piattaforme, di qualsiasi dimensione, che danno vita a vere e proprie comunità on line.

Wikipedia si presenta come un’enciclopedia online, ma i wiki sono più spesso monotematici e vengono creati (o anche creano a loro volta) da comunità di individui accomunati dal medesimo interesse.

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http://it.ekopedia.org/Pagina_principale

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Per avere una più ampia visione della complessità del mondo wiki può essere utile leggere la pagina creata da Wikipedia con una lista (incompleta) di alcune tra i principali wiki al mondo (URL: http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wikis). E’ interessante notare come lo strumento wiki venga adottato da studiosi o cultori di materie di ogni tipo, dalla letteratura all’educazione, dalla geografia alla politica, dalla religione alle scienze tecnologiche.

Se vogliamo, possiamo produrre noi stessi una comparazione tra più wikis a nostra scelta. Grazie a WikiMatrix (www.wikimatrix.org) basta scegliere da un discreto elenco di risorse e cliccare su ‘compare’ per avere un confronto ‘fatto in casa’.

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Perché in biblioteca? Un wiki è uno strumento facile da usare, non necessita di

particolari abilità informatiche. Molte piattaforme non sono a pagamento per aprire e gestire un wiki. La sua gestione è flessibile e ampliabile in base alla esigenze degli utenti.

Un wiki è di facile accesso perchè web based. Offre ottime opportunità di ricerca. Consente di organizzare e condividere idee, progetti, documenti, ottimizzando il cosiddetto knowledge management.

La partecipazione e la condivisione sono elementi che possono aiutare una comunità (come quella dei bibliotecari e degli addetti ai lavori ) a conoscersi meglio, a crescere, a supportarsi, ad apprendere da un rapporto più stretto tra colleghi.

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I contro

alcuni elementi a sfavore di un wiki: I wiki sono strumenti aperti, spesso ‘troppo’ aperti:

necessitano di controlli nell’introduzione dei contenuti da parte degli utenti per garantire l’affidabilità dei contenuti stessi.

Sono da sciogliere i nodi relativi alla proprietà intellettuale ed economica di quanto viene pubblicato.

Se la gestione non è attenta e precisa, un wiki rischia di essere e apparire disordinato, confuso e quindi inutile.

Spesso i wiki – proprio a causa della loro apertura - sono vittime di vandalismi informatici e di spamming.

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I wiki non rappresentano una panacea. Tale modello deve essere adottato solo se effettivamente può apportare benefici e se può contribuire alla realizzazione efficace ed efficiente di un progetto preciso.

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Una distinzione di tipologie di wiki bibliotecari è stata esposta da Bejune[nota] in un articolo che riporta i risultati di una sua analisi compiuta in USA. I trentatrè wikis rilevati sono stati divisi in quattro categorie afferenti a quattro scopi:

collaborazione tra biblioteche (45.7%) collaborazione tra colleghi appartenenti allo stesso staff di

biblioteca (31.4%) collaborazione tra bibliotecari e utenti di una stessa biblioteca

(14.3%) collaborazione tra gli utenti (8.6%). La maggior parte dei wikis rientra nelle prime due categorie

[nota] MATHEW BEJUNE, Wikis in libraries, “Information Technology and Libraries”, 26(2007), 3, p. 26-38.

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Melanie Farkas[nota] propone un’altra classificazione delle tipologie di wiki utilizzabili dalle biblioteche e dai bibliotecari:

per creare e supportare una comunità; per creare un soggettario; per creare un vero e proprio sito web; per capitalizzare l’insieme delle conoscenze di

cui si fanno portatori i singoli addetti ai lavori.

[nota] Relazione al congresso Computers in Libraries 2008 sul tema: “Wikis: basics, tools and strategies”.

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Collaborazione tra biblioteche

Library Success: a best practices wiki (www.libsuccess.org) – questo wiki raccoglie e organizza i progetti di successo riguardanti le biblioteche.

Creato da Meredith Farkas, una vera esperta del settore, il sito è di facile utilizzo e ricco di informazioni. Molti link riguardano la realtà statunitense e, più in generale, nord-americana, ma non mancano alcuni esempi provenienti dall’Europa.

Questo wiki è nato per fare uscire dall’anonimato e diffondere presso una più ampia platea molte iniziative di successo che, purtroppo troppo spesso, restano chiuse nello stretto ambito in cui sono nate.

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LIS Wiki

(http://liswiki.org/wiki/Main_Page)

Sono oltre 1,300 gli articoli raccolti da questo wiki, tutto dedicato ai temi della Library and Information

Science

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Collaborazione tra colleghi appartenenti allo stesso staff di biblioteca

University of Connecticut Libraries' Staff Wiki (http://wiki.lib.uconn.edu/index.php/Main_Page)

il sito raccoglie ed organizza documenti di vario genere relativi ai servizi di Information Technology e di interesse per il personale di biblioteca.

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Collaborazione tra bibliotecari e utenti di una stessa biblioteca

St. Joseph County Public Library's Subject Guides (South Bend, Indiana)

(www.libraryforlife.org/subjectguides/index.php/Main_Page) Interessante esempio del coinvolgimento degli utenti. E i

bibliotecari locali credono molto in questo strumento, così definito nell’home page: SJCPL Subject Guides: the best in local information and educational, cultural and community building resources.

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Collaborazione tra gli utenti Wiki WorldCat (WIKID) (http://alcme.oclc.org/wikid/FrontPage) – Si

tratta di un progetto pilota dell’OCLC che consentiva agli utenti di inserire I propri contribute ai records dell’Open WorldCat.

Butler Wikiref (http://www.wikiindex.org/Butler_Wikiref) – Creato da bibliotecari, personale docente e studenti della Butler University, il sito invita a discutere e valutare le risorse di reference messe a disposizione dal sistema bibliotecario.

The Biz Wiki (http://www.library.ohiou.edu/subjects/bizwiki/index.php/Main_Page) – Utilizzato come soggettario dalla e per la Ohio University, questo wiki è dedicato in particolare alle risorse afferenti alla business information.

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Alcuni esempi italiani

Wiki delle Biblioteche

a cura del Sistema Bibliotecario d’Ateneo dell’Università di

Bologna http://wiki.biblioteche.unibo.it/index.php/Pagina_principale

‘raccoglie e organizza informazioni, idee e buone pratiche delle biblioteche, dei gruppi di studio e di lavoro del Sistema bibliotecario e del CIB’

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Wiki sull’Open Access in Italiahttp://wiki.openarchives.it/index.php/Pagina_principale

ottimo sito finalizzato a fornire informazioni, approfondimenti e link utili in tema di accesso libero

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Il Bibliotecario http://it.wikisource.org/wiki/Wikisource:Il_Bibliotecario

è il primo “(a)periodico” di informazione di wikisource, nato nel giugno del 2007.

Wikisource è un’ampia biblioteca libera e gratuita a cui tutti possono collaborare, che raccoglie opere e documenti di dominio pubblico o rilasciati nei termini della licenza GNU Free Documentation License.

Questo sito, insieme a Wikipedia ed altri progetti, è gestito dalla Wikimedia Foundation.

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RSS (Really Simple Syndication ) Feeds

RSS è un formato per la distribuzione di contenuti sul Web.

L'RSS è un sistema per la distribuzione di contenuti che permette di ricevere in ogni momento sul computer le ultime notizie pubblicate dal sito desiderato.

Il servizio è gratuito e non richiede nessuna registrazione. I feed Rss di solito possono comprendere il titolo, il sommario e l'indirizzo internet (url) delle pagine pubblicate. In questo modo si può decidere di essere sempre aggiornato sulle notizie che più interessano in modo semplice e immediato.

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Cosa è un feed

Un feed, detto anche feed RSS, feed XML, contenuto diffuso su diversi canali o feed Web, è un tipo di contenuto frequentemente aggiornato pubblicato da un sito Web.

I feed vengono spesso utilizzati per i notiziari Web e i blog, ma anche per distribuire altri tipi di contenuti digitali, ad esempio immagini, contenuti audio o filmati. Possono inoltre essere utilizzati per fornire contenuti audio, generalmente in formato MP3, da ascoltare direttamente dal computer o tramite un lettore MP3. Questa funzionalità è denominata podcasting.

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Quando si visita una pagina Web, il pulsante Feed cambia colore, segnalando la disponibilità di feed. Fare clic sul pulsante Feed e quindi selezionare il feed che si desidera visualizzare. Per accedere automaticamente ai contenuti, è necessario sottoscrivere un feed

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RSS

RSS è l'acronimo di Really Simple Syndication e viene utilizzato per descrivere la tecnologia di creazione dei feed.

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I desktop aggregator sono lettori per feed da installare ed utilizzare localmente su un computer.

Ad esempio, Google Reader: www.google.it/reader/

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Google Reader. Un esempio:

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Social networks

Dialogo, amicizia, comunicazione, condivisione: sono le parole – chiave che caratterizzano gli strumenti del cosiddetto web 2.0.

E quando si parla di web 2.0 si pensa subito ai social network.

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SlideShare – www.slideshare.net

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CulturaItaliawww.slideshare.net/culturaitalia

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Scottish Library & Information Council (SLIC), CILIP in Scotland (CILIPS)

www.slideshare.net/scottishlibraries

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Facebook – www.facebook.com

Facebook è una piattaforma sociale che ti connette con i tuoi amici e con chiunque lavori, studi e viva vicino a te.

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Facebook: serve in biblioteca?

La biblioteca dell’Università americana di Valparaiso, un piccolo campus universitario di 4,000 studenti, ha deciso di promuovere un’indagine tra gli studenti del campus al fine di capire quale fosse il loro atteggiamento nei confronti delle biblioteche che utilizzano Facebook.

Ruth Sara Connell, Academic Libraries, Facebook and

MySpace and Student outreach: a survey of student opinion, Portal: libraries and the academy, vol. 9 (2009), n. 1 p. 25-36

(articolo disponibile in full-text per i sottoscrittori di Project Muse).

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Questi i risultati dell’indagine alla quale hanno risposto 366 studenti su 721 matricole:

- 338 hanno dichiarato di avere un profilo personale su Facebook che risulta in assoluto la piattaforma di social networking più popolare;

- alla domanda se le biblioteche debbano avere un profilo su Facebook il 17,2% degli studenti mostra di essere favorevole, ma il 52,7% dichiara di non avere intenzione di essere proattivo verso tale profilo, pur accettando l’invito della biblioteca a diventare amici. Il 25% invece dichiara l’intenzione di rifiutare l’invito;

 - il 42,6% degli studenti mostra di essere favorevole a ricevere comunicazioni relative alla biblioteca tramite Facebook mentre il 36.6% dichiara che non presterebbe attenzione a tali comunicazioni, ma la cosa non lo disturberebbe. Una quota pari al 12% degli intervistati dichiara che sarebbe infastidito se la biblioteca provasse ad utilizzare Facebook per diffondere comunicazioni e notizie.

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Facebook viene percepito come uno spazio privato e le biblioteche che si costruiscono un profilo devono valutare attentamente come utilizzarlo e chi contattare, lasciando ampia scelta e discrezionalità alla comunità di utenti.

In modo particolare gli studenti sottolineano che le

biblioteche dovrebbero evitare di inviare comunicazioni inutili o ridondanti, dato che anche per loro, così come per i docenti, uno dei problemi più pressanti resta la mancanza di tempo.

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www.facebook.com/group.php?gid=33417559420

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www.bibliotecasalaborsa.it/notizie/20211

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http://www.facebook.com/group.php?gid=105785760264

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Twitter – http://twitter.com

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L’esempio americanohttp://lis5313.ci.fsu.edu/wiki/index.php/Twittering_Libraries

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Unimi – Biblioteca di Scienze della Storia http://twitter.com/bibliostoria

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ALA Amercan Library Associationhttp://twitter.com/alanews

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Flickr – www.flickr.com

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www.flickr.com/photos/library_of_congress/

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CNR Bologna – Biblioteca d’Areahttp://www.flickr.com/photos/32707152@N00/

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Biblioteca Salaborsa

www.bibliotecasalaborsa.it/eventi/20588

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YouTube – www.youtube.com

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Università Cattolicawww.youtube.com/user/younicatt

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Biblioteca Metelli Padovawww.youtube.com/user/BiblioMetelliPadova

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Archivio RAIhttp://www.youtube.com/user/rai?blend=2&ob=1

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Scuola & territoriowww.youtube.com/user/partecipazio

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Biblioteca Medicea Laurenzianawww.youtube.com/user/MediceaLaurenziana

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Biblioteca Chelliana Grossetowww.youtube.com/user/BibliotecaChelliana

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… e poi c’è anche la‘non conferenza’ … http://illinguaggiodellebibliotechedigitali.pbworks.com

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Second Life – www.secondlife.com

Second Life is a free 3D virtual world where users can socialize, connect and create using free voice and text chat.

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è un mondo virtuale 3D online, di proprietà della LindenLab.Ci si accede via internet con un software scaricabile da web, e si interagisce con i contenuti e con gli altri residenti tramite una rappresentazione digitale di noi stessi, l’avatar.

Requisiti tecnici: sono principalmente 2: Banda larga (da ADSL in su) Scheda Grafica 3D (recente)

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Biblioteca Archimedica

Nel 2007 sull’isola Idearium ha aperto una nuova sede della Biblioteca Archimedica, un luogo dove è possibile trovare libri free in diversi formati: PDF , HTML e LIT.

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Isola Toscana

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Università di Torinowww.unito.it/second_life.htm

… per favorire interazione, integrazione, comunicazione e collaborazione fra studenti, docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo …

Miniprogetti http://www.unito.it/miniprogetti_sl.htm

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Public Library of Charlotte & Mecklenburg County PLCMC

http://www.plcmc.org/teens/secondlife.asp

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Alcuni tour virtuali

Tour of Info Island http://www.youtube.com/watch?v=jTQkzfz5osQ

Second Life reference http://www.youtube.com/watch?v=e8dWmxwK8Os

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Open archives

La Open Archives Initiative, nota anche con l'acronimo OAI, è un progetto nato per rendere facilmente fruibili gli archivi che contengono documenti prodotti in ambito accademico e mira a promuoverne la produzione in ambito scientifico/universitario. L'intento è di promuovere strumenti semplici per consentire di ricercare e creare servizi che, a costi non troppo elevati, rendano utilizzabili tutti i contenuti dell'attività di ricerca degli atenei.

Vedi Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Open_Archives_Initiative

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DSpace UniPR - http://dspace-unipr.cilea.it/

DSpaceUnipr è il deposito istituzionale dell'Università di Parma. Ha lo scopo di organizzare, preservare nel tempo e rendere accessibili lavori di ricerca, tesi, atti di congresso e materiali didattici

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Open Access

Accesso Aperto (in inglese Open Access, anche tradotto con Libero Accesso) è la libera disponibilità on-line di contenuti digitali. Esso viene principalmente utilizzato per gli articoli di riviste o di ricerche universitarie passate in rassegna da pari, pubblicate gratuitamente.

http://it.wikipedia.org/wiki/Accesso_aperto

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Open Access

http://wiki.openarchives.it/index.php/Pagina_principale

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E alla fine …. arriva il web 3.0 (?) Gli esperti parlano già di “web 3.0”, un’etichetta per identificare una nuova

evoluzione, quella basata sulla ricerca semantica. E così si progetta una Rete in cui è possibile cercare informazioni mettendo il significato delle parole in relazione tra loro. Già in passato abbiamo parlato dei motori di ricerca di nuova generazione, come ad esempio Vivissimo (www.vivisimo.com ), Teoma (www.teoma.com ), Wisenut (www.wisenut.com ), che utilizzano tecniche di visualizzazione dei risultati quali la cosiddetta document clustering e criteri di ranking completamente nuovi.

Ora si cerca di andare oltre. Ci ha già pensato la società italiana Expert System, lanciando il nuovo motore Cogito[i], una piattaforma software (con brevetto depositato) basata su una rete semantica, in grado di comprendere il linguaggio naturale in modo simile a quanto fatto dalle persone. Le applicazioni di Cogito sono molteplici: dal marketing alle ricerche in linguaggio naturale. Il suo punto di forza è la capacità di effettuare approfondite analisi linguistiche ed essere dotato "intelligenza" semantica per elaborare il linguaggio naturale.

[i] http://www.expertsystem.net/page.asp?id=1517

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Web 3.0 significa invece altra, nuova internet: grafica 3D, intelligenza artificiale ma dalle “sfaccettature umane”, consultazione del web come grande database e, ancora, introduzione della semanticità, ossia, detto in parole povere, lo sviluppo di sofisticati meccanismi di interrogazione ed elaborazione automatica dei progetti online.

CONNESSIONI VELOCI!

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Clusty.com

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Gli OPAC arricchiti

Sono OPAC dotati di funzionalità aggiuntive avanzate.

Esempi: Link a indici e TOC, abstract Elementi digitali aggiuntivi

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Alcuni esempi: BNCF

http://opac.bncf.firenze.sbn.it/opac/

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Sistema Bibliotecario Provinciale di Verona - http://sbp.provincia.verona.it/

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Social OPAC

Anobii – www.anobii.com Library Thing – www.librarything.com Revish – www.revish.com Shelfari – www.shelfari.com

Riscuotono ampio successo nel pubblico che diventa lui stesso bibliotecario dei propri testi preferiti.

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I BlOPAC

Blog + OPAC = massima interazione con l’utente

Esempio: AtipicheLetture - www.biblioatipici.it/letture/

Una comunità che interagisce; uno standard descrittivo, ISBD, le funzionalità del blog

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Il web 2.0 è entrato in biblioteca

sites.google.com/site/barbarafiorentini/library20

Grazie per l’attenzione!

Pistoia, 23-24 novembre 2009 dott. Barbara Fiorentini