i f you can keep your head when all about you20friends/... · e piegarti a ricostruirle con i tuoi...
TRANSCRIPT
Associazione culturale “Franza” il portale di Stefanaconi - Cultural Association “Franza” the portal of Stefanaconi - Asociación cultural "Franza" el portal de Stefanaconi
S e saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa;
se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio;
se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
o essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
o essendo odiato, non dare spazio all'odio,
senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio.
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
e trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
o a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
e piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
e rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
e perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
e a tenere duro quando in te non c'è più nulla
se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
o passeggiare con i Re, rimanendo te stesso;
se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti;
se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
e, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio!
I f you can keep your head when all about you
are losing theirs and blaming it on you;
if you can trust yourself when all men doubt you,
but make allowance for their doubting too;
if you can wait and not be tired by waiting,
or being lied about, don't deal in lies,
or being hated, don't give way to hating,
and yet don't look too good, nor talk too wise.
If you can dream—and not make dreams your master;
if you can think—and not make thoughts your aim,
if you can meet with Triumph and Disaster
and treat those two impostors just the same.
If you can bear to hear the truth you've spoken
twisted by knaves to make a trap for fools,
or watch the things you gave your life to, broken,
and stoop and build 'em up with worn-out tools.
If you can make one heap of all your winnings
and risk it on one turn of pitch-and-toss,
and lose, and start again at your beginnings
and never breathe a word about your loss.
If you can force your heart and nerve and sinew
to serve your turn long after they are gone,
and so hold on when there is nothing in you
except the Will which says to them: "Hold on!"
If you can talk with crowds and keep your virtue,
or walk with Kings—nor lose the common touch;
if neither foes nor loving friends can hurt you;
if all men count with you, but none too much.
If you can fill the unforgiving minute
with sixty seconds' worth of distance run,
yours is the Earth and everything that's in it,
and, which is more, you'll be a Man, my son!
“Lettera al figlio” (“If”) di Rudyard Kipling
S i puedes conservar tu cabeza, cuando a tu rededor
todos la pierden y te cubren de reproches;
si puedes tener fe en ti mismo, cuando duden de ti
los demás hombres y ser igualmente indulgente para su duda.
Si puedes esperar, y no sentirte cansado con la espera;
si puedes, siendo blanco de falsedades, no caer en la mentira,
y si eres odiado, no devolver el odio; sin que te creas,
por eso, ni demasiado bueno, ni demasiado cuerdo.
Si puedes soñar sin que los sueños, imperiosamente te dominen;
si puedes pensar, sin que los pensamientos sean tu objeto único;
si puedes encararte con el triunfo y el desastre, y tratar
de la misma manera a esos dos impostores.
Si puedes aguantar que a la verdad por ti expuesta
la veas retorcida por los pícaros,
para convertirla en lazo de los tontos,
o contemplar que las cosas a que diste tu vida se han deshecho,
y agacharte y construirlas de nuevo,
aunque sea con gastados instrumentos!
Si eres capaz de juntar, en un solo haz, todos tus triunfos
y arriesgarlos, a cara o cruz, en una sola vuelta
y si perdieras, empezar otra vez como cuando empezaste
y nunca mas exhalar una palabra sobre la perdida sufrida!
Si puedes obligar a tu corazón, a tus fibras y a tus nervios,
a que te obedezcan aun después de haber desfallecido
y que así se mantengan, hasta que en ti no haya otra cosa
que la voluntad gritando: “Persistid, es la orden!”
Si puedes hablar con multitudes y conservar tu virtud,
o alternar con reyes y no perder tus comunes rasgos;
si nadie, ni enemigos, ni amantes amigos,
pueden causarte daño;
si todos los hombres pueden contar contigo,
pero ninguno demasiado.
Si eres capaz de llenar el inexorable minuto,
con el valor de los sesenta segundos de la distancia final;
tuya será la tierra y cuanto ella contenga
y -lo que vale más- serás un Hombre, hijo mío!
19 marzo 2014
Stefanaconi & Friends: Festa del papà!
“L'infermiere di Tata” dal libro “Cuore” di Edmondo de Amicis
I l racconto mensile di febbraio narra la storia di Cicillo, un ra-
gazzo campano, che vien mandato dalla madre in un ospedale
di Napoli per vegliare sul padre malato. Il giovane chiede informa-
zioni sul suo "tata", ovvero sul suo papà, e i medici lo mandano al
capezzale di un moribondo. Di lui, Cicillo si occupa amorevolmente
e piange calde lacrime quando apprende il giudizio del medico sulle
sue condizioni di salute. Quando ormai ha perso ogni speranza, il
piccolo sente la voce di un uomo che saluta la suora congedandosi.
Un urlo gli si strozza in gola: a quella voce, egli ha riconosciuto il
suo vero padre. I due si abbracciano, ma Cicillo non ha cuore di la-
sciar solo l'altro "tata" negli ultimi attimi della sua esistenza: così lo
assiste ancora per una notte e lo vede spirare.
Solo allora il ragazzo torna a casa sollevato, ma al contempo triste
perché il "tata" era diventato una parte di lui.
TATA - PATRI - PAPA’ Non conoscevo (o non ricordo?) di aver sentito mai pronunciare il
termine “tata” per indicare il proprio padre. Ero fermo a “patri”,
detto col “voi” per sottolineare il rispetto verso la figura del padre:
“A patri chi faciti?”. Ancora oggi qualcuno è in uso dare del “voi” al
proprio padre, anche se l’usanza va oramai estinguendosi.
Il termine “tata” al maschile significa padre, papà, ma oramai è
usato solo al femminile, indicando colei che si occupa del bambino.
La parola, di origine evidentemente onomatopeica, deriva dal latino
"tata" che ha lo stesso significato (il termine è in uso anche nelle
lingue spagnolo e rumeno). Al giorno d’oggi il termine “tata” è usa-
to solamente per indicare le diverse persone (la balia, il fratellino, la
sorellina, il nonno) che si occupano del bambino. Fino agli anni ‘50
il termine era esclusivo della società contadina, per poi essere
"ripudiato" come espressione di una civiltà e di uno status sociale
inferiori, e sostituito da "papà".
“Chjamu tata a cu mi duna pani” - “Chiamo papà chi mi dà pane”
Durante la mia “scoperta” del termine “tata”, con mia somma sor-
presa sono venuto a conoscenza del termine che indicava il nonno:
“pappù”; termine che è ancora in uso, anche se va scomparendo, in
molti paesi del nostro entroterra. E per indicare che si tratta del pro-
prio padre, nonno o bisnonno, i termini in uso sono:
- tàtama, pàtrima, mio padre;
- pappùma, nànnama, mio nonno;
- propappùma, pronnannu, il mio bisnonno.
Tanti auguri papà, patri o… tata :-)
Ho visto il mondo attraverso i tuoi occhi, ho
vissuto le emozioni attraverso il tuo cuore, ho
imparato ad amare camminandoti accanto.
Grazie papà!”
“Franza” il portale di Stefanaconi
A mio padre Paolo Procopio
Vibo Valentia, 15 settembre1966
S opra la bara il figlio tuo dolente
si china per baciarti, oh padre mio,
e piange la tua morte amaramente,
che tutto avvolge nel profondo oblio!
Schiantato nella notte dal dolore,
il tuo cuore per sempre s’è fermato,
che palpitò del più sincero amore,
anche per quelli che non t’hanno amato.
Nel triste vuoto, che per la mia vita
nessuno al mondo colmerà giammai,
t’invoco ancor con l’anima smarrita,
t’attendo invano… Tu non tornerai!
T’attende a braccia aperte la mia mamma
pei sentieri celesti della luce,
ove l’aurora porporina infiamma
ed all’Amore Eterno ti conduce.
Rocco Belsito
Andrea Barilaro
Giuseppe Barbalaco
Antonio Barbuto
Fiorillo Domenico
Ottavio Scrugli
“Stefanaconi & Friends”
Impaginazione e realizzazione grafica Giovanni Battista Bartalotta
19 marzo 2014
“Auguri a chi è papà e a chi si
sente padre. A quelli che hanno
figli e a quelli che li vorrebbero.
A quelli che hanno capito che es-
seri padri non è solo una questio-
ne di sangue ma un atto d’amore.
Auguri a quei papà che hanno una
famiglia, ma anche un cuore gran-
de per poter accogliere i figli degli
uomini che padri non sanno e non
vogliono essere.” (R. Berardi)
“Non mi ha detto come
vivere: ha semplicemente
vissuto e ha lasciato
che lo osservassi!”
(C. Budington Kelland)
Giuseppe Defina Domenico Lopreiato
G. B. Bartalotta
Giuseppe Virdò Vito Matina
Giuseppe
Lo Preiato
Vito Matina
Nicola Meddis
Fernando Sganga
Domenic Foti
Giuseppe
Defina
Francesco Barbuto Giuseppe
Cugliari
Nicola Bartalotta
Domenico Di Marti Paolo Procopio Nick Garcea
Domenico
Librandi
Vincente Natolo
Francesco
Febbraro
Frank Griffo
Mingo Comito
Josè Pablo Bartolotta
Vincenzo Lopreiato Nazzareno Lopreiato
Antonio Lopreiato Luigi Sganga
Giuseppe
Loschiavo
"A mio padre" di Lina Petrolo
E cco giungere la sera,
da lontano, stanca e affaticata,
spunta lentamente un'ombra,
è lui… è mio padre!
Tien con sé primule e viole,
raccolte sul crepuscolo
alla via del ritorno,
dopo un lungo e laborioso giorno
per donarle alle sue adorate,
sull'uscio ansiose soffermate;
aspettavan quell'ombra
per poi scherzare in compagnia,
accompagnate dal sorriso
di mamma mia!
La tenera età mi porta via
il festoso gioire in casa mia!
Oggi non sei più!!!
Incancellabili ricordi di fiori
portano l'ultima tua adorata
a porli a te,
Ombra tanto amata! Ciao papà.
Paolo Defina Stefano Calafati Giuseppe Cullia Domenico Staropoli Ferdinando Sganga
Francesco
Franzé
Angelo
Pezzo Antonino Pondaco
Armando
Franzé
Antonio M.
Piperno
Francesco
Cugliari
Domenico
Lococo
Nicola Garcea
Angelo
Primavera Emanuele
Virdò
Giovanni
Maida
Antonio
Maio
Saverio
Ciurria
Franco G.
Vitale
Pasquale Lopreiato
Antonino Foti
Giuseppe
Febbraro Bartolotta
Antonino
Rosario
Petrolo
Domenico
Meddis
Raffaele
Loschiavo
Salvatore Bartalotta Giovanni Sganga
Fortunato Comito
Domenicantonio Meddis Filippo
Lopreiato
Antonino
Loschiavo
Domenico Sgromo