for leader magazine 12

51
LEADERSHIP PROFESSIONALE 5 principi chiave per il successo nel business MISSION IS POSSIBLE Il lungo viaggio di un marchio che diventò una marca IMAGE & LEADERHIP Se sei un leader allora sai anche che l’immagine conta! LEADERSHIP ONLINE Una Marca chiamata te! HUMAN LEADERSHIP Teoria delle forme -l’uomo giusto al posto giusto- FEMALE LEADERSHIP Leadership femminile - 3 ragioni per cui ancora non ci siamo seguici su NUOVA RUBRICA: “IMAGE & LEADERSHIP” scoprila a pag. 13 punto d’incontro tra esperienza, ispirazione, motivazione e crescita professionale Anno 3 Numero 12 Febbraio 2016

Upload: leadershiplab-srl

Post on 26-Jul-2016

228 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

 

TRANSCRIPT

Page 1: For leader magazine 12

Leadership professionaLe5 principi chiave per il successonel business

Mission is possibLeil lungo viaggio di un marchio che diventò una marca

iMage & LeaderhipSe sei un leader allora sai anche che l’immagine conta!

Leadership onLineUna Marca chiamata te!

huMan LeadershipTeoria delle forme -l’uomo giustoal posto giusto-

feMaLe LeadershipLeadership femminile - 3 ragioni per cui ancora non ci siamo

seguici su

NUOVA RUBRICA: “IMAGE & LEADERSHIP” scoprila a pag. 13

punto d’incontro tra esperienza, ispirazione, motivazione e crescita professionale

Anno 3 Numero 12 Febbraio 2016

Page 2: For leader magazine 12

Edizioni LeadershipLab

For Leader Magazine

LeadershipLab s.r.l.Via Monteleto 806024 Gubbio

N. Verde: 800-960-318e-mail: [email protected]

www.forleader.it

Direttore Responsabile: Marco Merangola

Direttore Editoriale: @ntonio Monizzi

Redazione: Luigina Sgarro,

Alessandro Bartolocci,Roberto Chessa@ntonio Monizzi,Gabriele Granato,

Monia ScariotGianluca Del Tito,Maria Rosa Neri,Marco Merangola,

Coordinamento EditorialeWeb Master:Sara Rossi

COPYRIGHT – 2016Tutti i diritti riservati. All rights reserved.

“La traduzione, l’adattamento, l’elaborazione, la riproduzione, la pubblicazione e la distribuzione totale o parziale dei contenuti è vietata in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, salvo autorizza-

zione scritta da parte dell’editore e degli autori”

IN QUESTO NUMEROEditorialE

O3 FORLEadER & La NaScITa dEL LEadER cO.cO.cO.

O4lEadErship profEssionalE

5 pRINcIpI chIavE pER IL SUccESSO NEL bUSINESS

O9Mission is possiblE

IL LUNGO vIaGGIO dI UN MaRchIO chE dIvENTÒ UNa MaRca!

13iMagE & lEadErship

SE SEI UN LEadER aLLORa SaI chE aNchE L’IMMaGINE cONTa!

16brand & lEadEr

LE dIScOTEchE, pLaTONE E IL MaRKETING

21onlinE lEadErhip

UNa MaRca chIaMaTa: TE!

25 foCUs on

dOSSIER: O MEGLIO O NIENTE di Jhim collins

32hUMan lEadErship

TEORIa dELLE FORME -L’UOMO GIUSTO, aL GIUSTO pOSTO-

37fEMalE lEadErship

LEadERShIp FEMMINILE: 3 (e piu’)RaGIONI pER cUI aNcORa NON cI SIaMO

41VEnditE da lEadEr

acQUISTERESTI QUaLcOSa da JaMES bONd?

46filM dEl lEadEr

IL dIScORSO dEL RE

48la bibliotECa dEl lEadEr

IL LEadER chE NON avEva TITOLI di Robin SharmaIMpRENdITORI cERcaSI di Sandro Trento e Flavia Faggioni

49lE storiE di Monia

bISOGNO dI TEMpO

23libri da lEadEr

FUORIcLaSSE di Malcolm Gladwell

50saVE thE datE

SavE ThE daTE Marzo/aprile

Page 3: For leader magazine 12

FOR LEADER MAG. 3

ForLeader & la nascita del Leader Co.Co.Co.

Editoriale www.forleader.it

Anno Domini 2016.

Per ForLeader il 2016 è un anno davvero significativo.

Un anno in cui vogliamo consolidare la nostra presenza e diffondere sempre di più quanto ab-biamo da raccontarvi.

Un anno in cui pensiamo e profondamente crediamo in tre parole chiave: Coerenza, Compe-tenza e Costanza.

Tre parole che incarnano la nostra visione di Leadership, un habitus che dovrebbe informare mente, anima e corpo del… Leader Co.Co.Co.

Co.Co.Co. evoca una forma contrattuale che caratterizza il tempo che viviamo, un tempo ed un mondo perennemente in equilibrio tra veloci-tà e instabilità, tra caos e complessità.

Coerenza è una delle mie pietre miliari, uno dei termini ai quali tengo in assoluto di più.

La coerenza è mia convinzione profonda… fa potenza.

Quando leghi il tuo agire a un obiettivo chiaro e ti comporti di conseguenza allora tutto diventa im-provvisamente più chiaro, semplice ed efficace.

Quando a un’intenzione fai seguire un’azione coerente pochi risultati sono davvero fuori dalla portata, è una verità potente per quanto pochi la mettano in pratica.

La competenza è alle fondamenta di questa ri-vista, il desiderio di essere il “punto di incon-tro tra esperienza, ispirazione, motivazione

e crescita professionale” ne è una Chiara ed incontrovertibile riprova.

Ogni parola che trovate tra queste pagine è sta-ta pensata e pesata per essere di sprono ad una profonda riflessione e comprensione di cosa voglia dire essere leader oggi e di che cosa sia l’intelligenza manageriale, la capacità di saper prendere le giuste decisioni al momento giusto.

La costanza, ovvero la capacità di crederci, per-ché le nostre idee e le azioni conseguenti sono basate su convinzioni potenti più che su graniti-che certezze.

Costanza e perseveranza allora, devono consen-tirci di non farci spaventare dalle difficoltà, dai piccoli fallimenti tattici.

Ciò che non funziona non deve mettere in discus-sione il motivo ed il senso del nostro agire.

Siamo in un paese in cui il fallimento è troppo spesso un tabù mortificante, un disincentivo al provare e sbagliare, misurare e poi riprovare che molto spesso è alla base di successi straordinari (se non ci credete… chiedete a Michal Jordan che racconta di aver sbagliato 9.000 canestri nella sua vita).

@ntonio MonizziDirettore Editoriale

IN QUESTO NUMERO

Page 4: For leader magazine 12

LEADERSHIP PROFESSIONALE DI MARCO MERANGOLA

5 pRINcIpI chIavE pER IL SUccESSONEL bUSINESS

Un dato è oramai noto in Italia – sappiamo che l’80% circa delle nuove imprese che nascono falli-scono entro i primi 2 anni e delle

rimanenti solo il 45% supera il quinto anno di attività.

La ragione principale del loro fallimento di Business è nell’incompetenza di varia na-tura da parte della persone e delle persone che avviano la nuova impresa.

Oggi il rischio di fallimento dovuto a man-canza di competenze si è esteso forte-mente anche alle aziende che fino ad oggi hanno prosperato felicemente. Come dire “siamo tutti sotto lo stesso cielo”.

Questa incompetenza da sempre si è ma-nifestata tendenzialmente nell’incapacità

da parte di Imprenditori e/o Manager di saper vendere adeguatamente il prodotto o servizio in quantità sufficienti al prezzo adeguato, oppure nella difficoltà di tenere sotto controllo i costi aziendali in genere.

Una differenza però! Se negli ultimi decen-ni comunque il mercato ha dato un minimo di spazio a chiunque si presentasse, oggi lo stesso è diventato spietato e crudele con chi non ha le idee chiare su cosa vuol vendere e a chi lo vuole vendere.

Questo è diventata una legge crudele non solo per le nuove idee di Business che si presentano ma anche per tutte le aziende esistenti.

Una realtà scomoda che poi pochi ti dicono, è questa:

FOR LEADER MAG. 4

Page 5: For leader magazine 12

lEadErship profEssionalE

FOR LEADER MAG. 5

Nel Mercato dei prossimi 10 anninon c’è più spazio per tutti!

Infatti statistiche in Italia ci dicono che ciò che stiamo vivendo dal 2008 oramai non è, e non è mai stata crisi, ma un lento e inesorabile assestamento al ribasso dei mercati da un 10% ad un 30%, secondo i settori.

Comprenderai velocemente che in que-sto mondo complesso attuale, avere un prodotto di sufficiente qualità, ma con un prezzo sbagliato e immesso nel mercato in modo sbagliato e certamente causa di fallimento imprenditoriale.

Nemmeno le più potenti tecniche di Mar-keting e il più efficiente controllo sui costi potrebbero farti avere successo.

Eppure, come se non fosse mai caduta una goccia d’acqua, ancora moltissimi im-prenditori e Manager commettono lo stes-so errore: investono ingenti quantità di denaro, di tempo e di risorse per lanciare nuovi prodotti senza nemmeno aver stabi-lito prima quali siano i criteri giusti per far funzionare il nuovo Business.

Ciò che segue è un mio elenco di 5 principi chiave per far funzionare bene e in modo

matematico un Business oggi – semplici, ma determinanti regole per non far fallire la tua idea imprenditoriale.

1- cOMpILa UN pROGETTO dI bUSINESS: Il Business è come una casa - Quando vuoi costruire la casa dei tuoi so-gni, prima chiedi ad un Ingegnere di farti un progetto della tua abitazione con tutto il necessario farti vivere il sogno e poi, ti rivolgi ad una Impresa di costruzione.

La stessa cosa è nel Business. Prima pro-getta come potrà funzionare il tuo Busi-ness, prendi tutte le decisioni che servono e poi lanciati nella sua realizzazione se-guendo ciò che hai pianificato di sviluppa-re.

Le aziende di successo sono quelle che hanno considerato attentamente ogni de-cisione ancor prima di aprire i battenti op-pure di lanciare nuove idee sul mercato. Questo per me è sempre stato il primo passo che suggerisco ad ogni imprendi-tore, a tal punto da creare un modello di sviluppo di Business che ho chiamato Me-todo bpS® - business project System.

2- aMa I TUOI cLIENTI, Ma ScEGLILI: Nelle aziende di successo, la preoccupazio-ne costante per il cliente è una costante.

Page 6: For leader magazine 12

lEadErship profEssionalE

Il mio suggerimento a tutti coloro che lavorano in un’azienda di successo è pen-sare per tutta la giornata ad acquisire, ser-vire e soddisfare clienti. Ma quelli giusti!

In un mercato complesso, difficile e social dove la regola è “il veloce mangia il len-to” non hai il tempo per acquisire qualsiasi cliente.

Devi iniziare a scegliere chi vuoi che sia-no i tuoi clienti ideali e focalizzare lì la tua attenzione e il tuo impegno di azienda.

Se acquisisci i clienti giusti per il tuo pro-dotto o servizio sarà molto più facile servirli al meglio e avere la loro piena soddisfazio-ne. Condizione necessaria per sopravvive-re oggi!

3- MASSIMIZZA IL TUO MARKETING: Ritengo che il principio più importante del successo imprenditoriale per una qualsiasi azienda sia la sua propensione alla vendi-ta.

Qual è lo scopo di un’azienda? Non è otte-nere un profitto, ma “acquisire e man-tenere clienti” e per farlo il segreto è

“vendere, vendere, e ancora vende-re”.

La ritengo l’abilità in assoluto da far ap-prendere ad ogni persona in Azienda, an-che se non il vero commerciale. Il segreto oggi è orientare alla vendita ogni persona dell’azienda.

Per farlo basta che ogni persona si appas-sioni al prodotto e all’azienda a tal punto di non riuscire a fare a meno di parlarne ad altre persone.

4- PRATICA LA SOBRIETA’: Il successo imprenditoriale richiede un severo control-lo economico e finanziario.

FOR LEADER MAG. 6

Page 7: For leader magazine 12

Marco Merangola

Leadership T rainer Bus iness — Executive Coach CEO LeadershipLab

Tra i più stimati e apprezzati Trainer e Business Coach nel nostro paese. E’ un punto di riferimento riconosciuto della LEadERShIp pROFESSIONa-LE in Italia. Master Trainer in PNL, Programmazione Neuro Linguistica (con R. Bandler), Coach certificato FIC (Federazione Italiana Coach) e membro attivo dell'AIF (Federazione Italiana Formatori). Oltre 30 anni di esperienza direttamente “sul campo azien-dale”, entra nel mondo del lavoro all’età di 20 anni come consulente commerciale e seguendo un percorso di crescita personale e professionale giun-ge a ricoprire il ruolo di Responsabile Commerciale nazionale ed europeo. E' autore del libro sul cambiamento strategico e operativo "cOME caM-bIaRE E AVERE IL CORAGGIO DI FARLO SENZA PAURA!”

Le aziende di successo sono molto accorte alle spese, sono alla ricerca di modi diversi e migliori per ridurre spese superflue, pur mantenendo il livello di qualità e lo fanno con una regola fondamentale: ridurre tut-to ciò che non produce valore per il proprio cliente finale.

5- LA REDDIVITITA’ HA BISOGNO DI 4 ANNI: Ci vogliono quattro anni affinché una nuova idea o una nuova linea di Busi-ness generi un profitto.

Ogni tentativo di infrangere questo princi-pio è probabilmente destinato ad un disa-stro finanziario.

È nel terzo e quarto anno che la vostra attività o nuova idea imprenditoriale ini-zierà a realizzare un profitto e le entrate saranno decisamente superiori alle uscite.

Altra regola ci dice che poi è dal settimo anno che arriveranno i profitti consistenti.

Questo è dato dall’analisi di aziende di suc-cesso in cui è stato osservato il tempo me-dio per acquisire la padronanza delle capa-cità imprenditoriali che servono per gestire e amplificare efficacemente il Business di un’Azienda.

Herry Ford scrisse una volta:

“I due ì requisiti più importanti per il successo nel Business sono:

1-lungimiranza2-La pazienza “

E colui che non ha la pazienza è privo del-la qualità essenziale per avere successo in qualsiasi attività Imprenditoriale.

Per la tua Leadership ProfessionaleMarco Merangola

FOR LEADER MAG. 7

lEadErship profEssionalE

Page 8: For leader magazine 12

Senza canone telecom

Venerucci.it

Internet e telefono

Ti raggiunge OVUNQUE

Milliway srl - via Lodi, 8 - 06020 Padule, Gubbio (PG)www.esaway.it - tel 075 7816 100 - [email protected]

tel 075 7816100www.esaway.it

Page 9: For leader magazine 12

MISSION IS POSSIBLE DI ANTONIO MONIZZI

IL LUNGO vIaGGIO dI UN MaRchIO chE dIvENTÒ UNa MaRca!

Marca deriva dal Germanico mar-ka, che esprime un segno di con-fine (marcare un territorio).

Brand deriva dal Germanico brandr, che significa marcare il bestiame (in italiano oggi marchiare)

Insomma una esigenza antica che nasce dal bisogno di fare la differenza tra cose che altrimenti sarebbero assai difficili da distinguere.

Ho sempre pensato che la storia e le storie che essa contiene abbiano in se un princi-pio irremovibile di ciclicità non scevro da una certa ironia.

Per molti versi i concetti di Marchio e di Marca oggi si ammantano di nuovo senso, di una notevolissima quantità di significati e di significanti, rendendoli per i più, con-cetti difficili da comprendere appieno nella

loro totalità di senso.

Nel mio mestiere di formatore e di con-sulente investo molto tempo a tentare, spesso riuscendoci fortunatamente, di fare comprendere ai miei interlocutori dove stiano i confini e le differenze tra questi due elementi.

Ma Marchio e Marca oggi rimarcano (scu-sate la ridondanza!!!) un impellenza che sta proprio nel loro significato originario… FARE LA DIFFERENZA!

Eh si.

Proprio cosi!

Un lungo viaggio… per tornare per molti aspetti al punto di partenza.

Un viaggio cominciato con il Marchio com-posto dagli elementi tangibili che servono

FOR LEADER MAG. 9

Page 10: For leader magazine 12

a costruirlo:

Parole (compresi i nomi di persone),

Disegni,

Lettere,

Cifre,

Suoni,

Forma del prodotto/confezione,

Combinazioni o tonalità

Probabilmente in futuro sentiremo parlare anche di marchi gustativi, olfattivi, tattili, di luce, olografici, di movimento e chissà cosa altro il genio e la fantasia dell’uomo sapranno codificare ed utilizzare anche attraverso le nuove tecnologie.

Un viaggio che dal marchio ci ha portato alla Marca (per gli amanti della lingua in-glese e per chi si occupa di Marketing ci riferiamo al Brand).

Ed ecco che comprendere cosa sia la Marca è già più articolato e complesso.

La Marca… il Brand, non è solo il logo, non è solo il prodotto, non è solo la campagna pubblicitaria.

Per ottenere la Marca dobbiamo aggiun-gere al Marchio ed ai sui elementi l’effet-to dell’immagine percepita dai clienti e

persino da un pubblico più vasto, ma anco-ra dobbiamo contemplare le sensazioni che evoca fino ad un ulteriore elemento (citato qui per ultimo ma non certo per importan-za… anzi) la reputazione che detiene.

In sostanza il Brand consiste nella relazio-ne emotiva e psicologica che si instaura con il cliente.Io definisco la marca:

“la promessa di realizzare in modo UNICO IRRIPETIBILE E MEMORABILE

le aspettative del nostro cliente.”

UNIcO perché sostanzialmente ed essen-zialmente diverso ed inconfondibile, deve permettere di associare soltanto a me quella promessa.

IRRIpETIbILE perché se è possibile che qualcuno possa fare la stessa promessa al-lora, magari non immediatamente, la forza della mia promessa perderà di intensità e potenza.

MEMORabILE perché sarà coerentemen-te oggetto di tutte le mie attività di co-municazione, un vero e proprio mantra, una formula ripetitiva ed ipnotica capace di rimanere presente nella mente del mio cliente e di tutti i miei interlocutori.

La Marca trascende la dimensione oggettiva e tangibile del Marchio.

Mi viene in mente un famoso quadro

Mission is possiblE

FOR LEADER MAG.10

Page 11: For leader magazine 12

Mission is possiblE

FOR LEADER MAG. 11

“Ceci n’est pas un pipe” di Magritte.

Cosi come per Magritte quella non era una pipa ma un dipinto, così anche una pipa vera e propria non è soltanto uno stru-mento per fumare.

Può essere la rappresentazione di un momento di relax, di meditazione, che evoca nella nostra mente le più disparate immagini.

Potremmo ad esempio pensare a Sher-lock Holmes che mentre riflette alla ricerca del colpevole di un delitto emette sinuose spire di fumo dalla sua immancabile pipa.

Potremmo allora dire “Ceci n’est pas un produit”.

Immaginiamo dei consumatori che pro-vano due prodotti simili ma di marche di-verse, di solito tendono ad esprimere una netta preferenza per uno dei due.

Se però i due prodotti non avessero nessu-na indicazione della Marca, come finireb-be?

Pensiamo ad una banana con o senza il marchio Chichita, ad una polo con o sen-za il marchio Lacoste. Forse vale la pena riflettere sul fatto che più del 60% del va-lore di Coca-Cola sta nella mente dei suoi clienti e non nei suoi elementi tangibili.

Mi pare che quanto scritto sia brillantemen-te sintetizzabile in una frase di un grande pubblicitario omonimo di un famigerato scrittore, un certo Stephen King che nel 1970 scriveva in un libro dal titolo assai suggestivo “What is a Brand?”

“Un prodotto è qualcosa che si fa in fabbrica.

Il brand è quello che comprano i clienti!.

“Un prodotto può essere copiato da un competitor”.

Il brand è unico!

“Un prodotto può velocemente diventare obsoleto”.

Un brand di successo non ha tempo!”

Per tutto il resto c’è Mastercard… ma ops, anche questa è una grande marca!

@ntonio Monizzi

@ntonio Monizzi The Marketing Coach

Ha lavorato per Carrefour, per 13 anni, dal 1991 al 2003, partendo dal ruolo di allievo caporeparto ed arrivando a ricoprire il ruolo di caposettore commer-cio bazar. Nel 2003 ha deciso di lasciare il gruppo, spinto dalla curiosità di scoprire nuove opportunità e nuovi modi di intendere la distribuzione commerciale, affrontan-do la sfida offerta allora da Leroy Merlin. Dal 2007 ha intrapreso la strada del libero professio-nista nel mondo della formazione, attraverso il pro-getto: The Marketing Coach. MARKETING, FORMA-ZIONE & RELAZIONE. Con la missione di affiancare i clienti, da un lato come animatore e facilitatore del percorso di defini-zione strategica d’impresa, dall'altro lavorando sulle competenze trasversali delle persone, per metterle nelle condizioni di pilotare consapevolmente questo processo.

Page 12: For leader magazine 12
Page 13: For leader magazine 12

IMAGE & LEADERSHIP DI MARIA ROSA NERI

SE SEI UN LEadER aLLORa SaI chE aNchE L’IMMaGINE cONTa!

L’immagine e la leadership sono oggi due concetti strettamente legati.

Anzi direi che oggi l’immagine è una delle leve centrali nella gestione di una le-adership al passo con la contemporaneità.

E l’immagine è determinata da un variega-to insieme di elementi: abbigliamento, ac-cessori, postura e atteggiamento, biglietto da visita.

A tutti gli effetti l’immagine è il nostro bi-glietto da visita.

A chi non è mai capitato di incontrare per la prima volta una persona e sentire “a pelle“ che c’era qualcosa che stonava?

Lo sappiamo, la prima impressione si for-ma in una manciata di secondi (7,10 o 25 che siano!) e il nostro interlocutore for-ma il suo giudizio basandosi sulla nostra comunicazione non verbale: tant’è che

secondo le ricerche effettuate dal Prof. Albert Mehrabian le parole contano solo il 7%.

“ Non hai una seconda chance di fare una buona prima impressione”

Ebbene si, la prima impressione è dura da rimuovere.

Una volta che si è formata cerchiamo, inconsciamente, tutti i dettagli che ci pos-sano dare conferma che la nostra impres-sione è giusta.

Perché avere conferma delle nostre convinzioni ci da sicurezza.

E passiamo la vita a cercare tutto ciò che ci da sicurezza, anche quando non ci è utile.

“ La tua immagine professionale è molto più del tuo aspetto”

FOR LEADER MAG.13

Page 14: For leader magazine 12

Come ti comporti e ciò che dici contribuiscono a formare la tua impressio-ne sugli altri.

Se il tuo aspetto e il tuo atteggiamento non sono in linea, sarà più difficile far passare la tua professionalità (leadership).

La domanda è: Sei un Leader oppure un Follower ?

“ Dress to impress“

In qualsiasi situazione in cui hai solo una chance per coinvolgere le altre persone (riunioni, colloqui di lavoro, clienti, mee-ting) è importantissimo assicurarsi di cre-are la miglior prima impressione.

Ancor prima che tu abbia aperto bocca, i tuoi interlocutori ti hanno “ scannerizzato” per valutare cosa gli stai comunicando.

Se, per esempio, dai loro l’impressione di esserti vestito al buio (camicia sgualcita, giacca con impurità, pantaloni con orlo ir-regolare) è probabile che i tuoi interlocu-tori possano pensare di te che anche sul lavoro non è un tuo punto di forza prestare attenzione ai dettagli.

E ti domando: questo particolare può minare la fiducia delle persone nei tuoi confronti?

Tu come valuti negli affari chi è trascurato e presta poca attenzione ai dettagli?

La bella notizia è che il tuo look non solo influenza la percezione che gli altri hanno su di te ma influenza anche la percezione che tu hai di te stesso!!

“ Non capita di avere un’immagine di successo, deve essere coltivata “

Ma quali sono le conseguenze di un’imma-gine poco professionale?

1) Mancanza di rispetto:I tuoi collaboratori posso pensare che sei incompetente e sarà più difficile guidarli emotivarli. E’ giusto? No. E’ bello? No. E’ professionale? No. Può capitare?Si.

2) Rischi di perdere clienti/relazioni:I clienti vogliono avere a che fare con per-sone affidabili e carismatiche

3) perdi opportunitàCi sono settori e ambienti che hanno rego-le precise per l’ esteriorità e ci si aspetta che chiunque graviti intorno a loro rientri in determinati canoni.

Oggigiorno nel contesto lavorativo non ba-sta eccellere per le qualità professionali: curare la propria immagine non è solo un valore aggiunto, è un must.

Certo, l’immagine da sola non determina il tuo successo ma contribuisce sicuramente ad accrescere la tua Leadership.

E’ difficile essere considerato un leader se

FOR LEADER MAG. 14

iMagE & lEadErship

Page 15: For leader magazine 12

iMagE & lEadErship

non fai una buona impressione: allora è necessario attuare un cambiamento.

E qui viene la parte difficile :-)

Perché siamo radicati nelle nostre consue-tudini, in quello che abbiamo sempre fatto. L’essere umano offre resistenza al cambia-mento ed è pronto a trovare qualsiasi giu-stificazione piuttosto che affrontarlo.

Mi verrebbe da gridare “il cambiamento non ha mai ucciso nessunooo!!!”

Aggiungo anche, che non esiste una Im-magine di Successo “ preconfezionata”, che va bene a tutti, sia mai detto!

Gli esseri umani hanno (fortunatamente) stili e personalità diverse e rivestono ruo-li diversi. Provengono da aziende diverse che attuano politiche diverse.

Alla fine però, indipendentemente dall’al-tezza, dall’età, dal peso e dal sesso rimane un punto fermo valido per tutti.

“ Non si accettano scuse per un’im-magine poco professionale”

Non hai più scuse per non tirare fuori il

massimo da te stesso.

Non hai più scuse per lasciar sopire le tue risorse. Non hai più scuse per non sentirti al tuo meglio in qualsiasi situazione.Ricorda:……………………hai 7 secondi…………………………………avrai molte prime chances………………otterrai alcune seconde chances…………………...ma non avrai mai la terza chance.Pronto, in qualsiasi situazione, al tuo meglio!

Cosa dice la tua immagine di te e del tuo mondo? Sei consapevole di cosa comuni-chi ancor prima di stringere mani?

“Devi decidere che immagine vuoi per il tuo Brand: l’immagine riflette

la tua personalità. I prodotti, come le persone hanno personalità e possono

affermarsi o fallire nel mercato“(David Ogilvy)

Buon Business!!Maria Rosa Neri

FOR LEADER MAG.15

Maria Rosa Neri Image & Business Consultant Style & Communication C oach

Fondatrice di Maria Rosa Neri Image & Bu-ness Consultant. Una propensione naturale alle relazioni ha indirizza-to la mia vita professionale verso il commerciale e ho fondato nel 1986 la mia prima Società, un Buying Office nel settore della Moda. In seguito ho spaziato in altri settori come Arte, Design e Formazione. Il focus del mio lavoro come Consulente e Coach è sulle persone, sulla loro immagine e sulla comunica-zione. Obiettivo dichiarato: aiutare più persone possibile ad allineare l’immagine con la loro comunicazione. P.S.: le aziende sono formate da persone!

Page 16: For leader magazine 12

BRAND & LEADER DI ALESSANDRO BARTOLOCCI

LE dIScOTEchE, pLaTONE E IL MaRKETING

Anni ’90. Due ragazzi, ogni sera, in discoteca cercano di cuccare.

I metodi sono diametralmente diversi.

Il primo, semplicemente, si reca da TUTTE le ragazze, chiedendo “Vuoi uscire con me”?

Prima o poi qualcuna dice “si”.

Il secondo cura la propria immagine, si da un tono, siede al bar, sceglie la propria preda e si inventa qualcosa per attirare la sua attenzione, senza dare però l’impres-sione di voler cuccare.

Molto più spesso del primo, lui cucca.

Cosa c’azzecca, direte voi, questa storia con il marketing.

C’azzecca eccome, perché l’imprenditore moderno, allo stesso modo dei nostri due amici con le ragazze, ha un pallino fisso:

TROVARE CLIENTI

Proprio così e il motivo è sotto gli occhi di tutti.

Se un tempo i clienti erano sufficienti e a volte anche troppi, la recessione economi-ca degli ultimi anni ha spinto ognuno di noi a riflettere a lungo prima di affrontare qualsiasi spesa.

L’imprenditore di ieri, trascinato da un’eco-nomia simile ad un grosso fiume in piena, si faceva trasportare comodamente senza nessun bisogno di andare alla ricerca di clienti.

Ovunque si voltasse, spuntavano fuori

FOR LEADER MAG. 16

Page 17: For leader magazine 12

clienti vogliosi di spendere i propri soldi (come una discoteca piena di single del sesso opposto).

Quel tempo è andato. Possiamo piagnuco-lare quanto vogliamo, ma il fatto resta. E’ andato e forse non tornerà più.

La conseguenza certa di questo mutamen-to è che ciò che si faceva (o meglio, che non si faceva) un tempo, oggi non porta nessun risultato.

Cosa funziona allora?

Quali sono i comportamenti che portano successi?

Quali sono i segreti per attrarre clienti?

Un modo infallibile per trovare clienti è quello di cacciare via i clienti.

Tranquilli, non mi sono bevuto il cervello.

La mia paradossale affermazione nasce dal fatto che la maggior parte degli imprendi-tori e dei professionisti non sa esattamen-te a chi si rivolge, non sa chi è il suo acqui-rente ideale, non ha mai stilato un identikit del suo cliente tipo.

Questo sempre perché fino a qualche

tempo fa nessuno aveva bisogno di capire chi fossero i propri clienti, semplicemente perché i propri clienti erano… TUTTI.

Per meglio dire, bastava rivolgersi a tut-ti per assicurarsi un numero sufficiente di clienti veri.

Spesso erano direttamente i clienti a cer-care il prodotto, senza che nessuno glielo chiedesse.

Ricordate? Tutti erano lì in attesa di spen-dere i propri soldi.

Rivolgersi a tutti significava, ad esempio, avere un’offerta talmente vasta da soddi-sfare qualsiasi esigenza, oppure evitare di avere una propria identità chiara, per non urtare i gusti di qualcuno.

In definitiva si cercava di piacere a qualsi-asi umanoide con capacità di acquisto nei paraggi.

Questo fatto di piacere a tutti però puzza-va già nel 400 A.C. (e questo ci fa capire quanto siamo indietro) ad un certo filosofo greco di nome Platone, il quale affermava:

“Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso si-curo: voler accontentare tutti”.

Con molta probabilità ognuno di voi si

brand & lEadEr

FOR LEADER MAG.17

Page 18: For leader magazine 12

brand & lEadEr

FOR LEADER MAG. 18

ritroverà ad annuire con il capo, ad affer-mare che è proprio vero che non ci si può rivolgere a tutti, che oggi è indispensabile soddisfare una nicchia di mercato, che è necessario focalizzarsi.

Il problema è che se la teoria mette tut-ti d’accordo, all’atto pratico ognuno di noi fa l’opposto, perché in fin dei conti siamo tutti terrorizzati dal farlo, convinti che ogni singolo essere vivente là fuori possa con-tribuire al nostro fatturato e che perderlo sia un peccato mortale.

Io invece vi esorto innanzitutto ad avere un’offerta chiara e coerente per poi tirar giù i lineamenti comportamentali del vo-stro target ed infine a rivolgervi solo ed esclusivamente a quella parte di pubblico.

Anche se questo significa prendere a calci nel sedere (metaforicamente) tutti gli altri, anzi, è proprio questa una delle parti più efficaci della comunicazione marketing.

Ciò che intendo dire è che un modo di

capire e di comunicare al mondo qual è il vostro target, è quello di individuare la tipo-logia di cliente che certamente non acqui-sterà da voi ed annunciare in modo chiaro e limpido che NON lo volete.

Questo significa, ad esempio, che un dieto-logo potrebbe rivolgersi prepotentemente al mercato, attraverso una forte campagna marketing contro tutti coloro che amano dimagrimenti veloci, prodotti sostitutivi o pillole magiche.

Significa che un’azienda che commercia-lizza solamente carne, potrebbe mettere in piedi una campagna, magari goliardica, contro vegetariani e vegani.

Oppure, un villaggio turistico che vuo-le concentrarsi su un pubblico giovane, può utilizzare slogan in cui rendere chia-ro che tutti coloro che vogliono starsene tranquilli, farebbero bene a rivolgersi da altre parti.

Fare questo, partendo dal presupposto

Page 19: For leader magazine 12

indiscutibile che qualsiasi cosa facciate co-munque non riuscirete mai nell’intento di piacere a tutti, vi porterà i seguenti van-taggi:

- Non vi ritroverete fra i piedi clienti fuori target, che presumibilmente vi fanno per-dere solo tempo.

- Avrete meno obiezioni e lamentele da gestire.

- Potrete effettuare campagne marketing specifiche per il vostro target, con minori spese.

- Potrete limitare la vostra offerta, dimi-nuendo il numero di prodotti e focalizzan-dovi su quelli che vendete di più.

- Nel lungo termine riuscirete a creare una comunità di clienti che hanno i vostri stes-si valori e le stesse idee e che (se sarete realmente bravo) vi riconosceranno come loro leader. Fare questo significa fonda-mentalmente prendere un sacco di clienti,

senza star li in ginocchio a chiedere “Vuoi uscire con me?”… “Vuoi uscire con me?”… “Vuoi uscire con me?”…

Alessandro Bartolocci

brand & lEadEr

alessandro bartolocci

Formatore e consulente d’Impresa

Blogger di Formazione Vincente

Responsabile A rea P roduttiva TKAST

Padre di due bellissime bambine e marito di una splendida donna.

Formatore per vocazione.

Adirato sempre più con chi si rifiuta di accettare ciò che la vita è e non fa nulla per trasformarla in ciò che potrebbe diventare.

Ho la presunzione di insegnare a quanta più gente possibile come diventare una persona migliore, soprattutto nel mondo del lavoro.

Ho la presunzione di portare le persone ad investire in ciò che di più caro hanno...loro stesse.

FOR LEADER MAG.19

Page 20: For leader magazine 12
Page 21: For leader magazine 12

LEADERSHIP ONLINE DI GABRIELE GRANATO

UNa MaRca chIaMaTa: TE!

Le grandi aziende comprendono perfettamente l’importanza del pro-prio brand, e fanno di tutto per incre-mentare la sua visibilità, associargli

valori positivi, accresce la riconoscibilità.

Se vi dico “Just do it” non penso sia necessario aggiungere altro, così anche se vi faccio vedere l’immagine stilizzata di una mela morsicata,o no?

E se invece vi chiedo di immaginare Babbo Natale che beve una bevanda da una bot-tiglia di vetro?

Insomma credo che sia anche inutile aggiungere esempi o parole, il concetto è chiaro tutti.

Però, perché c’è un però, oggi viviamo in un mondo diverso nel quale le grandi

aziende (ma non solo) stanno perdendo il proprio potere nei confronti della massa, non riuscendo più a veicolare messaggi unidirezionali.

Così è, perciò mi devi credere. No! Oggi l’utente, consumatore, spettatore non crede più a nessuno sulla parola, ma vuole essere coinvolto, vuole discutere, capire.

La comunicazione non è più verticale, dall’alto verso il basso, ma orizzontale, le aziende e le persone sono sullo stesso piano, e quindi le persone hanno un potere sempre più crescente (pensiamo ai social media).

Siamo nell’era dell’emancipazione dell’ individuo, il singolo, la persona ha la possibilità di giocare un ruolo importante nella società moderna: ma deve essere

FOR LEADER MAG.21

Page 22: For leader magazine 12

Gabriele Granato Consulente Web Marketing e Strategie Digitali

Sono un consulente di Web Marketing e Strategie Di-gitali, amo le idee innovative e mi piace progettare un futuro migliore grazie all’utilizzo delle tecnologie infor-matiche. Nel 2012 ho fondato insieme ai miei soci la 3d0 Digital Agency, una web agency che si occupa in particolare di web e mobile, ma anche di marketing digitale, social media e comunicazione. Il nostro motto è “guardare il mondo con gli occhi di un bambino“, perché solo se ci poniamo da “altri” punti di vista la vita, il mondo, chi e cosa abbiamo intorno acquisisce senso e valore.

credibile, riconoscibile, godere di una buo-na influenza sul proprio network.

In poche parole deve lavorare sul proprio brand, proprio come se fosse un’azienda.

Ogni persona qualsiasi sia la sua estra-zione sociale, l’età, caratteristiche fisiche o caratteri sali è di fatto il presidente e responsabile Marketing di un’azienda chia-mata “Me Spa”, deve in pratica impegnarsi a costruire il proprio brand.

Se poi a questo aggiungiamo che siamo nell’era dell’economia digitale, del Web 3.0, le interconnessioni tra le persone sono ancora maggiori e il mondo diventa davve-ro piccolo, rendendo ancora più importan-te focalizzare bene l’attenzione sul proprio personal (digital) branding:

• hai mai provato a googlare il tuo nome?• quando ti iscrivi ad un social network presti attenzione a come ti descrivi nelle informazioni?• quando qualcuno visita il tuo profi-lo Facebook o Linkedin che impressioni

ricava?

Il Web e i Social Media in generale, sono l’ambiente ideale per sviluppare il pro-prio Personal Brand, ma bisogna farlo con attenzione, buon senso e la completa conoscenza degli strumenti che si hanno a disposizione.

Gabriele Granato

FOR LEADER MAG. 22

lEadErship onlinE

LIBRI DA LEADER

Page 23: For leader magazine 12

FOR LEADER MAG. 22

LIBRI DA LEADER

FOR LEADER MAG. 23

“FUORIcLaSSE” di Malcolm Gladwell

Uno dei concetti alla base del lavoro di LeadershipLAB è quello dell’intelli-

genza manageriale, saper prendere decisioni intel-ligenti, giuste, efficaci ed efficienti e possibilmente, puntuali.

Fuoriclasse, titolo origina-le Outlier che cito perché ha un forte legame con il nostro paese in partico-lare con la città di Roseto in provincia di Foggia…ma non svelo altro, se vi va prendete il libro e leggete (suspance…), è un volume che parla del successo, di piccole teorie rivoluziona-rie da scovare nella pratica quotidiana nonché di storie trascurate dalla cronaca.

Avrebbero potuto chiamare questo libro, il libro del “Per-ché”, infatti l’autore pare ri-scoprire il potere maieutico e incantato della domanda più tipica ed irresistibile che ogni bambino che si rispet-ti sa porre nei momenti più logici ma anche assoluta-mente inaspettati, e porla in una chiave solitamente ineludibile.

Con questo presupposto maieutico, Gladwell va ol-tre i limiti di concetti che sono spesso cosi per con-venzione e per tradizione, talmente tanto bloccati da non chiedersi mai se si può fare meglio o semplicemen-te… diversamente.

Lui stesso in un intervista dichiara “Cerco essenzial-mente di dimostrare come l’ambiente possa influenza-re i comportamenti e le de-cisioni.

Procedo da fuori a dentro, non parto dall’individuo per arrivare al contesto, se-

guo la rotta contraria. Mi sono convinto di una cosa: il mondo in cui viviamo ci rende quelli che siamo. Bisogna trovare la causa nascosta…”

Il mondo è portato a pensare che chi ha succes-so lo faccia perché dotato di talento innato, di geni e cromosomi infinitamente superiori alla media.

La teoria di Gladwell è che i Beatles non sarebbero mai diventati i Beatles se non li avessero ingaggiati nei locali di Amburgo dove suo-navano per ore ogni giorno, imparando, variando, infini-tamente migliorando.

10.000 ore di dedizione co-stante dedicate ad una cosa sola (cosi per riferirsi ad un altro mirabile testo recensi-to in queste pagine), qual-cosa in cui magari pensi per-sino di essere negato posso produrre risultati straordi-nari e sorprendenti.

Fuoriclasse… quando la costanza e l’impegno batto-no il talento.

@ntonio Monizzi

Page 24: For leader magazine 12

CORSO INTENSIVO

IL BUSINESS COACHING

Apprendi le tecniche e le strategie utili ed efficaci

per operare come Coach specializzato

nel mondo aziendale e del Business

RIMINI 18-19-20 MARZO HOTEL POLO - Viale Vespucci 23 (RN))

:

PER INFO E PRENOTAZIONI

Segreteria Organizzativa 366.3772330 [email protected] Verde 800-960-318

SCOPRI MAGGIORI INFORMAZIONI

Come applicare il Coaching allo sviluppo del potenziale aziendale e del Business

Page 25: For leader magazine 12

foCUs on

FOR LEADER MAG. 6

foCUs on

FOR LEADER MAG. 25

Il buono è nemico del meglio.

Inizia così uno dei libri di Manage-ment più importanti e illuminanti che

si trovi in circolazione, scritto da Jim Col-lins nella sua versione originale dal titolo “Good-to-great”.

Peccato che da qualche tempo non lo si trova più tradotto in lingua italiana. Un libro che è stato tradotto in oltre 20 lingue e ha venduto oltre 50 milioni di copie.

La ragione del suo successo è dovuta principalmente al fatto che questo libro è la traduzione letterale di anni di ricer-ca metodica e approfondita su migliaia di aziende che sono passate dalla mediocrità all’eccellenza.

E’ uno studio che è nato sull’osservazione pratica dei fattori chiave che hanno deter-minato la differenza.

Il libro nasce anche come risposta alla

consapevolezza che molte aziende e il loro Management si sono accontentate di esse-re buone aziende e non divenire aziende eccellenti.

Da qui “il buono è nemico del meglio” e se ci pensiamo bene, è proprio questa una delle ragioni principali per cui pochissime cose diventano davvero grandi.

Moltissime aziende non diventeranno mai grandi, perché sono davvero buone e in questa verità si trova anche il nocciolo del problema principale: il buono è nemico del grande.

Jom Collins in questo libro racconta: Quan-do è uscito Built to Last (precedente libro), sono stato divorato dalla smania di spin-gere oltre la ricerca e sono stato stimola-to, in questo senso, da un ottimo studente che ha espresso una profonda osservazio-ne: gli elementi che separavano le grandi aziende durevoli da quelle buone esiste-vano già quando queste aziende erano

dOSSIER: O MEGLIO O NIENTE di Jhim collins

Page 26: For leader magazine 12

foCUs on

FOR LEADER MAG. 7FOR LEADER MAG. 23

relativamente giovani e relativamente piccole.

Questa osservazione ha gettato il seme di una domanda. Mi rifiutavo di accettare che non fosse possibile cambiare il proprio destino.

Ci devono essere esempi di istituzioni che presentano un modello di confron-to differente. Se si potessero confronta-re due aziende nel punto di flessione, nel momento in cui entrambe hanno la possi-bilità di passare da buone a grandi, ma una ci riuscisse e l’altra no, potremmo capire meglio cosa separa il grande dal buono.

Abbiamo condotto cinque anni di ricerca relativa alla distinzione tra buono e grande ed abbiamo appreso quella che forse è la lezione più importante.

La grandezza non è una funzione della circostanza, ma piuttosto e innanzitutto una questione di scelta consapevole e di disciplina.

Abbiamo rilevato che il processo che

consente ad un’azienda di diventare gran-de passa attraverso tre fasi fondamentali: Persone disciplinate che si impegnano in un pensiero disciplinato per intraprende-re un’azione disciplinata e il punto è che anche l’ordine è importante.

persone disciplinate

Uno degli elementi distintivi che caratte-rizzano quei manager che hanno reso dav-vero grandi le proprie aziende sta nel fatto che questi hanno pensato prima a “chi” e poi a “cosa”.

Quando Dick Cooley divenne amministra-tore delegato della Wells Fargo Bank negli anni ’70, tutti si resero conto che stava per abbattersi una tempesta.

foCUs onfoCUs on

FOR LEADER MAG. 26

Page 27: For leader magazine 12

foCUs on

FOR LEADER MAG. 6

foCUs on

FOR LEADER MAG. 27

Il consiglio, comprensibilmente preoccu-pato, chiedeva: “Mr. Cooley che ha inten-zione di fare?” E questi rispondeva: “Non potrò pensare a dove dirigere questo auto-bus fino a quando non avrò capito chi deve stare a bordo e chi deve scendere.

E per quanto riguarda i posti principali, chi ci si deve sedere. Solo quando sull’auto-bus ci saranno le persone giuste e saran-no scese quelle sbagliate e solo quando le persone giuste si saranno sedute nei posti giusti potrò rivolgere l’attenzione a dove condurre l’autobus.”

I nostri manager non perdevano tempo a motivare le persone. Assumevano gente già motivata, gente disciplinata.

Poi, cercavano di immaginare dove con-durre l’autobus.

Se dovessi indicare uno degli aspetti che maggiormente distinguono nel tempo i manager grandi da quelli buoni, direi che si tratta di persone che in primo luogo si concentrano sul “chi”, poi sul “cosa”. Prima chi, poi cosa.

Management di livello 5

Le aziende good-to-great contano su manager di livello 5. Abbiamo cercato at-traverso “Fortune 500” di individuare tut-te le aziende che presentavano il modello good-to-great.

Su 1.435 aziende citate su “Fortune 500” dal 1965 al 1995, 11 hanno fatto il salto e hanno destabilizzato il mito dell’ammini-stratore delegato salvatore.

Oltre il 90 percento degli amministra-tori delegati nelle aziende good-to-gre-at (aziende definite così per il loro grado di eccellenza) provengono dall’azienda stessa. Inoltre, la maggior parte dispone di quello che riesco a descrivere soltanto come un “lasciapassare” carismatico.

L’aspetto più sorprendente, comunque, è che tutti i dirigenti che hanno operato la trasformazione della propria azienda da buona a grande nella storia di Fortune 500 spiccavano per umiltà. Non si tratta di un’umiltà personale, ma di un tipo mol-to speciale di umiltà combinato con una

foCUs on foCUs on

Page 28: For leader magazine 12

foCUs onfoCUs on

volontà assolutamente disciplinata, fero-ce. Era la combinazione di queste due for-ze paradossali che li rendeva così superbi.

Il manager di livello 5 è ambizioso in ter-mini di causa, per la propria azienda, per il proprio lavoro – non per se stesso – ed ha la volontà di fare del proprio meglio al riguardo.

pensiero disciplinato

Esistono due tipi di pensatori. Ci sono i ricci e le volpi. La volpe è una creatura astuta che sa molte cose, dispone di tantipezzettini del puzzle ed ha una visione di insieme. Gode della complessità.

Il riccio, dal canto suo, è una creatura estremamente semplice. Il riccio tende a conoscere un’unica cosa grande e tenden-zialmente è vincente, almeno in questo modo di pensare.

Quello che abbiamo scoperto nella no-stra ricerca è che i manager good-to-gre-at sono più simili alle ricci che alle volpi.

Sono inclini a mettere il prossimo a pro-prio agio, mostrandosi semplici.

Quando abbiamo analizzato le aziende good to great abbiamo capito che ciascu-no di essi elaborava un modo di pensare che definirei “da riccio”. Un concetto sem-plice, basilare, penetrante, in cui avevano ragione.

Il concetto del riccio riflette tre domande di base:

Cosa ci piace?In cosa possiamo essere i migliori?Quale motore spinge il nostro motore economico?

azione disciplinata

Sono quelli che nel lungo termine hanno la disciplina di concentrarsi sulla propria grande idea, sul proprio concetto “da ric-cio” che producono i migliori risultati in termini di crescita nel tempo.

Una delle domande che ci vengono

foCUs onfoCUs foCUs onfoCUs on

FOR LEADER MAG. 7FOR LEADER MAG. 28

Page 29: For leader magazine 12

foCUs on

poste sempre, con le quali i manager devono confrontarsi è la seguente: “In che modo riusciremo a portare a termine il cambiamento, in assenza di una forte esigenza di cambiamento?” Una domanda anche più importante, o almeno altrettanto importante, che rappresenta l’altra fac-cia della medaglia, è la seguente: “In che modo manteniamo la disciplina per non cambiare davanti ad una crisi?”

Il solo modo per conseguire una tale di-sciplina è comprendere a fondo il proprio modello per prendere consapevolezza del-le condizioni limite fino a capirle così bene che quando arriva l’uragano si sa discerne-re se le idee chiave devono cambiare o si possono preservare.

Nel corso dello studio ci siamo resi conto che cambiare non è indispensabile quasi mai, non dico mai, ma quasi mai.

Per azione disciplinata si intende anche la

capacità di acquistare velocità nel tempo: quello che si definisce effetto volano.

Si tratta della disciplina necessaria per spingere un volano e, spingendo spingen-do, con grande sforzo, si riesce a fargli fare un lento, gigantesco giro.

Ma non ci si ferma lì. Si continua a spinge-re in una direzione intelligente e coerente, e alla fine si riesce a fargli fare due giri. Poi, continuando a spingere in una direzio-ne intelligente e coerente, si riesce a fargli fare quattro giri. E non ci si ferma, si conti-nua a spingere. Otto giri e non ci si ferma. Poi 16, 32, 64 e 100 e 1.000 e alla fine un milione, fino anche a 10 milioni di giri al minuto.

Ed ecco l’aspetto interessante: i risulta-ti maggiori si ottengono nelle ultime fasi dell’effetto volano. Il segreto del volano è che quando si riesce a fare 100 giri, si deve pensare a farne 1000. Giro dopo giro,

FOR LEADER MAG. 26

Page 30: For leader magazine 12

foCUs onfoCUs on

spinta dopo spinta.

Un’azione disciplinata consiste nella disci-plina di continuare a spingere giro dopo giro, spinta dopo spinta, per un lungo periodo di tempo.

Si arriva così alla conclusione finale: occorre essere al contempo un agente del cambiamento e un agente della continuità.

Occorre comprendere questa tensione conflittuale tra la necessità di preserva-re da una parte e stimolare il progresso dall’altra. Il punto sta nel saper dire “No.”

Ciò che occorre fare, ciò che occorre capire in un mondo in evoluzione è innan-zitutto ciò che non bisogna cambiare.

E poi, occorre avere la disciplina per cam-biare il resto. L’elemento che non va mai cambiato in un’azienda veramente grande sono i valori.

L’azione disciplinata si costruisce attorno ai valori di base che non cambiano mai.

Noi riteniamo che queste verità siano evi-denti e comprendiamo la differenza tra i vostri valori fondamentali da una parte e le pratiche operative dall’altra, in modo che possiamo tenere fede ai nostri valori, modificando le pratiche.

O meglio o Niente è il motore che da ener-gia al Metodo BPS - Business Project Sy-stem che guida l’Accademia Leadershi-pLab.

Ho trovato geniale ed estremamente utili le sue constatazioni e le ho inserite, alline-andole alle peculiarità delle Aziende Italia-ne e ai loro Imprenditori.

Il risultato è un percorso decisionale inno-vativo per progettare, costruire e ampli-ficare un Business in modo matematico e duraturo.

Per la tua crescita Professionale!

Marco Merangola

foCUs on

FOR LEADER MAG. 30

Page 32: For leader magazine 12

HUMAN LEADERSHIP DI ROBERTO CHESSA

TEORIa dELLE FORME -L’UOMO GIUSTO, aL GIUSTO pOSTO-

Soluzione o nuovo problema?

Per qualche azienda inserire un nuovo collaboratore, può risulta-

re un operazione difficoltosa, portando in alcuni casi , invece che soluzioni, nuovi problemi.

Questo perché si trascurano alcuni ele-menti fondamentali in un processo di re-cruiting.

Avete presente il gioco delle formine?

Si, quello che si fa da bambini, tante fi-gure da incastrare, forme diverse: stella, quadrato triangolo, ognuna ha il proprio spazio. Il gioco consiste proprio in questo, trovare per ogni diversa figura, il giusto collocamento.

In azienda accade la stessa cosa, ad ogni mansione corrisponde un profilo specifico.

Quindi è fondamentale conoscere sia la figura che lo spazio, mansione e profilo.

Cosa accade quando un bambino prova, e ribadisco , prova ad incastrare ad esem-pio una sfera nel quadrato o una stella nel cerchio ?

Prima o poi salta fuori ?

Questo accade anche quando sbagliamo nell’inserimento di un nuovo collaboratore. Prima o poi andrà via.

Qual è l’obiettivo di una ricerca ?

Andare ad individuare una persona che possa fare la differenza, l’incastro perfetto.

Si perché Il processo di recruiting è un puzzle, l’unione esatta di tanti tasselli, l’uno con l’altro, per ottenere il risultato desiderato.

FOR LEADER MAG. 32

Page 33: For leader magazine 12

Un ciclo produttivo suddiviso in fasi distin-te, direttamente funzionali l’una all’altra, assimilabile a quello di un qualsiasi bene o servizio che si voglia immettere nel mercato.

Cosa fareste prima di produrre un nuo-vo prodotto/servizio : prodotti di bellez-za, automobili, tariffe telefoniche, quale sarebbe la prima cosa da fare?

Un analisi di mercato, per capirne la fatti-bilità, le potenzialità, i limiti, il bisogno , la richiesta, fatto questo bisogna comunicare al mercato l’esistenza quindi venderlo.

Quali sono le fasi del processo di selezione ?

1° FaSE aNaLISI: per capire esattamen-te di cosa e di ci abbiamo esattamente bisogno.

2° FaSE cOMUNIcaZIONE: come in-formare ed attrarre i migliori candidati.

La Ricerca.

3° FaSE vENdITa: [SELEZIONE] è una vera negoziazione bilaterale, abbiamo un posto di lavoro da offrire, un’azienda da vendere, e dall’altra parte qualcuno inte-ressato all’acquisto e a vendere se stesso

e la sua professionalità e competenza.

Ogni fase del processo è fondamentale, necessita di un’attenta analisi e relativa esecuzione a regola d’arte.

Partiamo da un dato . Consideriamo che di media, ogni 20 persone “esaminate” si riesce a trovare un candidato valido, che corrisponda perfettamente al profilo desi-derato.

Eppure molte aziende continuano ad avva-lersi di una modalità di ricerca legata pre-valentemente alle conoscenze, al passapa-rola, alla portinaia, al nipote del politico.

Uno strumento di ricerca che definisco, modalità zia maria.

Questo può essere un canale di raccolta candidature, ma come unico canale sono a rischio sia la quantità che la qualità delle candidature. Ma se esistono aziende in grado di trovare dei veri talenti, come fanno?

Hanno fortuna? o probabilmente seguono un metodo, una strategia che funziona?

hUMan lEadErship

FOR LEADER MAG. 33

Page 34: For leader magazine 12

L’inserimento di nuovi collaboratori , deve rappresentare per un’azienda un punto di svolta, permettendogli aumento di produt-tività, ma non solo.

Sapere che quella persona è valida, com-petente, che ci si può fidare, porta ad eve-re più tempo a disposizione e maggiore se-renità per l’imprenditore.

Quindi partiamo dal presupposto che è possibile trovare la persona giusta.

Secondo voi, qual è il momento giusto per fare un operazione di recruiting?

Si cerca personale in base a:

• Dinamica delle uscite e dei pensiona-menti.• Passaggi di livello.• Interventi strutturali sull’asset strategico (promozioni,riorganizzazioni,riqualificazio-ne).• Posti vacanti – ampliamento organico.

Purtroppo molte aziende, ricorrono alla

ricerca solamente nel momento in cui, nasce l’esigenza, ovvero quando il posto è vacante, quindi in una situazione d’ur-genza.

ESIGENZA + URGENZA = FRETTA

E si sa che spesso la fretta, l’agire trop-po d’impulso , può portare a sottovalutare aspetti fondamentali, commettendo erro-ri. E gli errori hanno un costo, non solo di tempo, ma anche propriamente economi-co.

SOpRaTTUTTO NEL caSO IN cUI , cI SI TROva cOSTRETTI ad accONTEN-TaRSI dEL MENO pEGGIO!!

Quindi possiamo affermare che è sempre il momento giusto!!!

Quindi spetta a voi scegliere tra uno sti-le di ricerca improvvisato, rivolgersi a zia Maria, oppure, avere un metodo, una stra-tegia che vi porti a raggiungere l’obiettivo.

Il risvolto della medaglia.

hUMan lEadErship

FOR LEADER MAG. 34

Page 35: For leader magazine 12

Una moneta con 2 facce, ma entrambe con lo stesso focus: l’azienda.

Ancora oggi molte aziende si pongono in una posizione di supremazia , up … nei confronti del candidato, trascurando il fat-to che se da una parte si da un’opportunità di lavoro , dall’altro canto i candidati validi offrono la loro professionalità,il loro tem-po. La loro motivazione.

Se noi “paghiamo” uno stipendio, il can-didato aiuta la nostra azienda a produrre reddito.

Perciò prima di iniziare il processo di recru-iting, ricordati di avere sempre il giusto at-teggiamento, tenere lontano i preconcetti e preparati a valutare ogni singolo detta-glio.

Nel prossimo numero di For leader ini-zieremo ad analizzare le singole fasi, per comprendere bene di chi abbiamo biso-gno, come costruire un’inserzione efficace, come scegliere i canali di comunicazione in base al budget ed infine come valutare in

maniera oggettiva il candidato.

Al prossimo numero.

Roberto Chessa

hUMan lEadErship

Roberto chessa

Fondatore CEO R.C . C onsulting

Amministratore della RC Consulting srl, Agenzia per il lavoro e Consulente di Direzione. Da 15 anni si occupa di Recruiting & Sales Management.

Da anni studia il complicato processo di recruiting, e della formazione forgiando una metodologia effica-ce, direttamente testata sul campo in modo da ren-dere ogni intervento in azienda “unico” ed incisivo.

Ogni giorno riesce a trovare un buon motivo per alimentare la passione per il proprio lavoro.

Il suo motto: “Non chiedere al bruco, quanto sia meraviglioso volare”.

FOR LEADER MAG. 35

Page 37: For leader magazine 12

FEMALE LEADERSHIP DI LUIGINA SGARRO

LEadERShIp FEMMINILE: 3 (E pIU’)RaGIONI pER cUI aNcORa NON cI SIaMO

Che ancora non ci siamo ce lo dico-no i numeri delle donne in posizio-ni di potere: i dati sono aggiornati ad agosto 2015.

In politica:• Solo il 22 per cento di tutti i parlamentari dei governi nazionali era formato da don-ne, un lento aumento da 11,3 per cento dal 1995.• 11 sono capo dello Stato 10 capo del governo.• Il più alto numero di donne parlamentari di tutto il mondo è in Ruanda dove hanno vinto il 63,8 per cento dei seggi alla came-ra bassa.• Nel mondo, ci sono 37 membri in cui le donne rappresentano meno del 10 per cento dei parlamentari in camere singole o basse, a partire da agosto 2015, tra cui 6 camere del tutto senza donne.

Nelle aziende USA (dati riferiti a novem-bre 2015) le donne hanno 21, cioè il 4,2% delle posizioni di CEO nelle S&P 500 com-panies.

La piramide in figura 1 illustra come, man mano che si sale nella scala gerarchica, la percentuale di donne scende.

E in Europa?

“Sebbene oggi il 60 % dei neolaureati si-ano donne, le donne sono in minoranza rispetto agli uomini nelle posizioni di Le-adership, nel settore delle imprese nell’U-nione europea.

In media, solo il 17,8 % dei componenti del consiglio di amministrazione delle più grandi società quotate nell’UE è costituito da donne.” Questo nonostante: “Diversi studi sugge-

FOR LEADER MAG. 37

Page 38: For leader magazine 12

fEMalE lEadErship

riscono che le aziende con una maggiore rappresentanza delle donne ai livelli più alti producono una migliore resa organiz-zativa e finanziaria.”

Infine, un’indagine condotta nel 2013, riporta: Ci sono solo 4 paesi (Finlandia, Francia, Lituania, Svezia e Olanda), nei quali le donne costituiscono almeno un quarto dei board members. Qualcosa sta cambiando, purtroppo non qui:

“Le percentuali più elevate di donne con ruoli di alto livello sono nelle nazioni del BRICS - Brasile, Russia , India, Cina e Sud Africa.

In questi paesi le donne costituiscono il 30 per cento delle posizioni dirigenziali , che è superiore alla media globale ( 24 per cen-to).”

“La Russia ha la più alta percentuale di donne nel senior management a livello globale (43 per cento).

Lo stesso vale per i vicini Stati baltici -Esto-nia, Lettonia, Lituania, Georgia, Polonia, e Armenia- che vantano il 30 per cento

o più. Tra il 2012 e il 2013 , la Cina ha raddoppiato il numero di ruoli dirigenziali occupati dalle donne dal 25 per cento al 51 per cento.”

L’articolo sottolinea come nessuno di questi paesi abbia adottato un sistema di “quote rosa”. Ma prosegue:

“E allora perché le donne nei mercati emer-genti diventano business leader più velo-cemente di quelli del mondo sviluppato?

L’aumento degli investimenti in istruzione delle donne è un importante catalizzatore .

Le donne si laureano dalle università e cor-si di laurea a tassi più elevati rispetto agli uomini e sono meglio posizionate per le posizioni di senior management quando si aprono.

Per l’Europa dell’Est e Sud-Est asiatico, questa crescita può essere fatta risalire alla promozione della donna all’interno di regimi comunisti.”

In più, in Cina “L’urbanizzazione rapida unita a minori oneri familiari a causa della politica del figlio unico in Cina permette di avere più donne nel mondo del lavoro”.

FOR LEADER MAG. 38

Page 39: For leader magazine 12

Le donne, in generale, però, continuano a fare fatica a prendere ruoli di potere. Se-condo l’articolo: “Why women vanish as they move up the career ladder?” è per 3 ragioni sostanziali, che si possono riassu-mere con:

1. Non vogliono: temono, ad esempio, di dover affrontare una serie di compromessi e sacrifici personali che non si sentono di-sposte a fare. E’ un prezzo troppo alto per il sacrificio che sentono di dove fare.

2. Non credono di poter avere succes-so: per la stessa ragione, temono che non sia possibile raggiungere il livello di per-formance necessario e, allo stesso tempo, mantenere l’equilibrio tra vita familiare e vita personale che desiderano raggiunge-re.

3. Non credono di poterci veramente arrivare: non hanno punti di riferimen-to, difficilmente troveranno un uomo che si riveda in loro e gli faccia da mento-re, inoltre le aziende temono di investire in una donna che potrebbe lasciare tut-to per amore o per un figlio, o che pos-sa non essere disponibile a spostarsi, se necessario, dall’altra parte del mondo.

Infine, il modello di leadership tradiziona-le, è ancora molto legato a stereotipi di genere che penalizzano le donne.

In un articolo di Forbes sulla percezione dell’efficacia della Leadership femminile e maschile emerge come gli uomini siano percepiti come leader più efficaci in conte-sti più tradizionalmente “maschili” (milita-re, automotive, ecc.) e le donne in quelli più tradizionalmente femminili (istruzione, servizi, moda, ecc.) e nel “business”.

Sulla base della mia esperienza, è pro-prio il cambiamento di aspettative rispet-to alla leadership, e l’importanza sem-pre maggiore che assumeranno i contesti “femminili” rispetto a quelli maschili ren-deranno le donne al potere man mano più necessarie.

fEMalE lEadErship

FOR LEADER MAG. 39

Page 40: For leader magazine 12

Nel frattempo, se vogliamo contribuire a cambiare le cose, dobbiamo iniziare a volerlo di più, crederci di più, chiedere il nostro spazio.

Vi lascio con due citazioni una della fem-minista, e primo sindaco donna di Ottawa, Charlotte Whitton:

“Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini, per es-sere giudicate brave la metà. Per for-

tuna non è difficile.”

E una su Ginger Rogers w(foto in alto):

“Sulla scena faceva tutto quello che faceva Fred Astaire, e per di più

all’indietro e sui tacchi alti.”

Senza tacchi e in avanti, dove mai potremo arrivare?

Luigina Sgarro

Fonte: Inter-Parliamentary Union, “Women in national

parliaments, as at 1 August 2015”

Fonte: Catalyst. Women CEOs of the S&P 500. New York:

Catalyst, November 18, 2015.

Fonte: European Commission, Database on women and

men in decision-making

Fonte: The Surprising Countries With More Women in

Corporate Leadership Than the U.S.—Or Even Scandina-

via

Fonte: Representation of women and men on the boards

of large listed companies in the EU, October 2013

Fonte: http://www.businessinsider.com/women-and-ca-

reer-advancement-leadership-2014-1?IR=T

h t t p : / /www. f o r be s . c om/s i t e s / s ebas t i anba i -

ley/2014/07/23/who-makes-a-better-leader-a-man-or-

a-woman/#63a2e6a79676

Luigina Sgarro Psicologa, Psicoterapeuta Executive C oach Scrittrice

Da più di vent’anni collabora con aziende private e pubbliche, in passato come manager, ora come management Consultant.

Nella sua vita e nella sua professione ha fatto dell’apprendimento, inteso come cambiamento per avere più possibilità nella vita, la sua mission esi-stenziale e professionale. Anche per questo oltre alla scrittura, coltiva la fotografia, in particolare il ritratto e altre discipline collaterali con cui arricchi-sce la propria professionalità e la propria vita. Co-autrice di due saggi sull’uso creativo dei tarocchi e delle favole, continua a vivere con curiosità.

Principali aree di specializzazione: imparare diver-tendosi qualunque argomento, lo sviluppo organiz-zativo strategico, la comunicazione efficace, l’orientamento di carriera.

FOR LEADER MAG. 40

fEMalE lEadErship

Page 41: For leader magazine 12

VENDITE DA LEADER DI GIANLUCA DEL TITO

acQUISTERESTI QUaLcOSa da JaMES bONd?

Spectre, il 24° film della saga di Ja-mes Bond uscito in Italia lo scor-so novembre, ha debuttato con il botto nel Regno Unito e nel Nord

Europa, con incassi da record nel suo pri-mo giorno di programmazione che supera-no gli 80 milioni di dollari.

Ma perché le persone comprano volentieri James Bond?

Se James Bond entrasse dalla porta del tuo ufficio proponendoti qualcosa da ac-quistare, saresti predisposto ad ascoltarlo?

Ma qual è il segreto del successo di James?

Indubbiamente tra gli elementi che com-pongono il suo magnetismo ci sono: la pre-parazione, l’organizzazione e l’improvvisa-zione intelligente, (intesa come capacità

di adattarsi alle circostanze con coraggio).

Il suo oltrepassare un ostacolo dopo l’al-tro portando a termine con successo le sue missioni, ci affascina e ci intriga.

Questa è una delle motivazioni che ci spin-ge ogni volta a tornare al cinema, perché sappiamo benissimo che incontrerà delle difficoltà, i suoi nemici lo vorranno fare fuori, cercheranno di ostacolarlo e ci chie-diamo: come riuscirà a spuntarla anche questa volta?

A questo punto starai pensando: ma cosa c’entra tutto questo con la vendita?

Ti sarà capitato forse una volta,dico-noscere un venditore capace di por-tare all’azienda ottimirisultati, no-nostante le minacce che incontra.

FOR LEADER MAG. 41

Page 42: For leader magazine 12

VEnditE da lEadEr

Forse avrai pensato di questo professioni-sta, che è particolarmente fortunato, che è la sua natura ad aiutarlo.

In alcuni casi può darsi, ma la maggior parte delle volte ti posso assicurare per esperienza, che questo genere di persone hanno creato la loro “fortuna” con dedizio-ne, si sono rivolte a sviluppare alcune doti, o delle competenze in funzione dei risultati che volevano ottenere.

Come l’agente segreto più amato dal pub-blico di tutto il mondo, chi ottiene risultati nella vendita, lascia al caso il proprio suc-cesso, si addestra, si prepara e con disci-plina massimizza i propri punti di forza.

Oggi un agente segreto, come uno spor-tivo, un imprenditore o un venditore, non possono concedersi il lusso di trascurare la propria immagine, il proprio atteggiamen-to, la propria preparazione.

La vendita e il business sono due giochi che hanno regole matematiche da rispet-tare, regole generate da un mercato che muta alla velocità della luce.

I venditori che adottano l’improvvisazione incosciente al giorno d’oggi sono destinati ad estinguersi.

Se vuoi che il tuo business funzioni davvero, devi entrare nella mentalità di Mr. Bond.

Ho pensato a 007 nei panni di un vendi-tore e potrei fare un elenco di almeno 50 suoi punti di forza, contestualizzandoli nel mondo della vendita che lo renderebbero vincente. Di tutti, ritengo che questi 5 sia-no i più importanti. Vediamoli insieme:

1. capacità di prendere decisioniCollegherei questa qualità alla capacità di analisi rapida. Saper collegare l’istinto alla preparazione, evita il parlarsi addosso e rende la trattativa chiara e sicura.

Mi sono trovato a pranzo con venditori, che per ordinare qualcosa osservano per diversi minuti il menù e poi sono comun-que incerti.

Mi son chiesto come questo modo di fare, nel loro business, possa rallentarne i risul-tati.

Riflettiamo un attimo: se un vendito-re non ha velocità di pensiero e non è capace di prendere decisioni rapida-mente, sarà in grado di far prendere una decisione al proprio cliente? Quan-to durano le sue trattative di vendita?

FOR LEADER MAG. 42

Page 43: For leader magazine 12

VEnditE da lEadEr

2. ImmagineLasciate perdere chi sostiene che l’abi-to non fa il monaco. Il nostro cervello nei primi 4 secondi, ha già espresso almeno 3 valutazioni sull’interlocutore. Se hai de-ciso di muoverti nel mondo della vendita, sappi che l’equivalenza complessa che sta alla base di questa analisi è:

Trasandato = disorganizzato.

Il nostro agente segreto cura i dettagli della sua immagine e questo elemento an-ticipa la sua preparazione, infatti il terzo punto è:

3. preparazione/ competenza.Se dietro l’immagine non c’è sostanza lo si capirebbe dopo il primo quarto d’ora di film.

Dando per assunto che il venditore è pre-parato sulle caratteristiche di ciò che pro-pone, su quali benefici porta al cliente e sappia confrontare i prodotti o servizi con quelli dei propri competitors, chiediamoci: è preparato e competente anche nel fare un’analisi più approfondita del mercato?

Bond si avvale di gadget tecnologici, che lo tirano fuori dalle situazioni più complesse, il venditore a sua volta quanto è in grado di analizzare tempestivamente banche dati, gestire promozioni, vendite, pagamenti e il post vendita, con l’aiuto di strumenti tec-nologici?

E’ stato capace di costruire la sua credibi-lità utilizzando anche il web, attraverso i feedback dei clienti soddisfatti?

4. capacità di InnovazionePer mantenere i clienti già acquisiti, Bond in questi oltre cinquant’anni di presenza sugli schermi, ha spesso reinventato la sua presenza.

Ci vuole solo uno sguardo al personal branding di James Bond, per capire questa lezione.

Il suo format è datato, dovrebbe essere decaduto, come molti venditori lo sono.

Ma i suoi sceneggiatori, produttori e registi sanno reinventare costantemente il suo personaggio.

FOR LEADER MAG. 43

Page 44: For leader magazine 12

VEnditE da lEadEr

Questa è esattamente la tattica che chi è nel mondo della vendita dovrebbe curare quando si tratta di rendersi attraenti, alli-neandosi ai tempi, riuscendo a mantenere nelle innovazioni quel qualcosa che li con-serva familiari agli occhi dei loro clienti.

5. costanza / disciplinaPensate ad una scena in cui Bond, dopo un inseguimento mozzafiato o una sparato-ria, si gira verso l’occhio della telecamera e con l’espressione infelice recita la seguen-te battuta: “Basta, oggi non ce la faccio più, al limite ci penserà domani 008 ”.

Quante volte ci capita durante il giorno di voler mollare di fronte ad una telefonata scomoda o ad una visita presso un cliente “difficile”?

Scherzi a parte, può capitare a tutti di es-sere stanchi, ma ricorda questa frase:

“Se insisti e resisti, raggiungi e conquisti”.

Bene, detto questo vi lascio salire sulla vostra Aston Martin e mi raccomando, se vi offrono del Dom Perignon del ’53, ser-vito sopra la temperatura di 4° C, non lo

accettate e dimostrate di essere dei James Bond della vendita!

Gianluca Del Tito

FOR LEADER MAG. 44

Gianluca del Tito

Direttore Vendite LeadershipLab

Referente Bus iness Club Firenze

Da sempre appassionato al mondo dello sviluppo personale e della vendita, ho iniziato a lavorare come promoter poco più che ventenne per una società americana, conseguendo ottimi risultati come venditore. Ho di seguito sviluppato esperienza diretta come venditore nel settore dell'automazione industriale per alcune tra le maggiori aziende pro-duttrici di componentistica elettronica ed elettro-meccanica come Gavazzi S.p.a., Detas S.p.a., Carpaneto S.p.a., Siemens. Ho frequentato vari percorsi di formazione e di sviluppo personale, spin-to dalla costante voglia di migliorare me stesso e il mio modo di lavorare.

Specializzazioni: Personal Development, Personal Coaching, Counseling Training

Page 46: For leader magazine 12

FILM DA LEADER

Trama

Dopo la morte di suo padre Re Gior-

gio V (Michael Gambon) e l’abdicazione di suo fra-tello Edoardo VIII (Guy Pearce), Bertie (Colin Firth), che soffre da tutta la vita di una forma debilitante di balbuzie, viene incoronato Re Giorgio VI d’Inghilterra.

Con il suo paese sull’or-lo della II Guerra Mon-diale e disperatamente bisognoso di un leader, sua moglie, Elisabetta (Helena Bonham Carter), la futu-ra Regina Madre, organizza

al marito un incontro con l’eccentrico logopedista Lio-nel Logue (Geoffrey Rush).

Dopo un inizio burrascoso, i due si mettono alla ricerca di un tipo di trattamento non ortodosso, finendo col crea-re un legame indissolubile.

Iniziamo col dire che “Il di-scorso del re” è un capola-voro cinematografico.

Quando ci si trova di fron-te ad un lavoro di questo livello la cosa più affasci-nante è quella di poterlo ri-vedere infinite volte, ed ogni volta trovare nuovi spun-ti e nuove chiavi di lettura.

Geoffrey Rush nei pan-ni di Lionel Logue è un lo-gopedista di straordinaria abilità e maestria, dota-to di un carisma corposo e di un metodo ineccepibile.

Il suo motto “Mia la partita, mio il campo, mie le regole” dovrebbe essere mandato a memoria da chiunque svol-ga una missione professio-nale di aiuto, in particolare chi si occupa di coaching; un motto che mette in evi-denza la necessità di com-

piere dei passi ineludibili, di imporre una leadership di processo, di possedere una competenza concreta e pragmatica frutto si dell’in-tuito ma anche rafforza-ta da una pratica costante.

Colin Firth interpreta con maestria Re Giorgio, in un viaggio metaforico verso un allineamento armoni-co tra talento e performan-ce che è possibile ottenere solo se ci liberiamo dei no-stri legacci in parte reali in parte fantasmi a cui abbia-mo lasciato prendere trop-po spazio nella nostra men-te, nelle nostre abitudini.

Insieme compiono un per-corso non scevro di inciam-pi, di incomprensioni e di piccoli fallimenti, resta però inalterata una fiducia mu-tuale solida ed esplicita.

Un film da vedere e da rive-dere, perché come un gran-de vino rivela sentori e pro-fumi che solo la pazienza ed il tempo sanno preservare.

@ntonio Monizzi

IL dIScORSO dEL RE

FOR LEADER MAG. 46

Page 47: For leader magazine 12
Page 48: For leader magazine 12

LA BIBLIOTECA DEL LEADER

“Una mente intelligente è quella che è in costante apprendimento.”Bruce Lee

Caro lettore, questa rubrica è pensata e dedicata a chi vuole costruire una raccolta di testi fondamentali per accrescere la sua “Leadership Professionale”, qui troverai i libri presenti negli scaffali dell’Accademia di LeadershipLab.Classici senza tempo che non possono mancare nella libreria di imprenditori e professionisti che credo-no nell’apprendimento e nella competenza al servizio del loro agire.

Il Leader che non aveva titoli di Robin Sharma

Il metodo per la Leader-ship che potrai trovare ti viene presentato sotto forma di rac-conto.

L’eroe della storia, Blake Davis, il suo indimenticabile mentore, Tommy Flinn e i quattro maestri straordinari sono tutti perso-naggi immaginari, prodotti dalla fantasia di Robin Sharma.

Ma fidati: il metodo per la lea-dership presentato, come anche i principi, gli strumento e le tec-niche su cui è costruito il libro,

sono molto reali e hanno aiuta-to migliaia di persone nelle più grandi organizzazioni del mondo ad essere efficaci e vincenti nel loro Business. Per la prima volta Robin mette a disposizione una formula del successo che lo ha reso tra gli esperti di Leadership più ricercati nel mondo.

Come mettere il tuo ingegno nel lavoro, indipendentemente dal-la tua posizione.

Otto strategie per vedere realiz-zarsi dei risultati sorprendenti.Una tecnica incisiva per formare un team d’eccezione e stupire i tuoi clienti e molto altro ancora.

Imprenditori cercasi di Sandro Trento e Flavia Faggioni

Un luogo come vuole che L’Ita-lia sia un paese a forte coazione imprenditoriale e che le nostre difficoltà di crescita dipenda-no quasi esclusivamente da-gli ostacoli di natura pubblica: eccessiva tassazione, pubblica amministrazione inefficiente, troppa burocrazia, mancanza di infrastrutture.

In realtà nessuno dei prodot-ti e servizi di successo ad alto contenuto di innovazione, negli

ultimi venti anni è stato proget-tato e prodotto in Italia.

Ecco allora che non basta una partita iva per essere Impren-ditori.

Ma occorre un progetto e un modello di Business originale.

Troverai in questo libro spunti su cosa sia fare l’imprenditore oggi, sulla situazione dell’eco-nomia italiana e sull’incidenza del ruolo, forse troppo protet-tivo delle famiglie nel ricambio generazionale all’interno delle aziende.

FOR LEADER MAG. 48

Page 49: For leader magazine 12

lE storiE di Monia

LE STORIE DI MONIA

BISOGNO DI TEMPO

Chi ha bisogno di un’ora? Gliela regalo...Lo diceva camminando per la strada, come un ambulante che offra mazzetti di

fiori e accendini.

Naturalmente nessuno le badava, pensavano che scherzasse o fosse un po’ matta.

Solo una donna le si avvicinò: stava andando all’ospedale dal vecchio padre moribondo e per questo le prestò ascolto.

- Davvero puoi darmela? - chiese.- Certo, - disse la ragazza, e gliela diede.

La donna corse a portarla al padre, che potè così vivere un’ora in più.Quando la cosa si riseppe, la voce che una ragazza regalava il tempo si sparse

in un baleno.

La casetta dove abitava fu assediata, la gente non bussava alla porta, ma anche ai vetri delle finestre.

- A me! ... A me! - gridavano. - Regalami un mese, te lo pago a peso d’oro! ...

- Dammi una settimana!... - Un giorno solo!Lei accontentava tutti, e senza farsi pagare.

Una madre le chiese un mese per la sua bambina gravemente ammalata e lo ebbe.

Un’altra, sofferente di cuore, aveva un unico figlio emigrato in Australia.- Posso morire da un momento all’altro, disse, - e lui ha bisogno di tempo per

mettere da parte i soldi per venire a trovarmi.

Posso non rivederlo più, capisci?

La ragazza le regalò un anno.

Regalava ore, mesi, anni, ed erano pezzetti della sua vita che dava via.Quando le chiedevano: - Perchè lo fai? - non sapeva rispondere.

Qualcuno diceva addirittura: - Non lo farà perchè non ama vivere?

Invece chi è generoso non sa spiegare perchè lo è, o forse lei si vergognava di dire che, essendo molto povera, non aveva nient’altro da regalare.

Si penserà che a furia di dar via pezzetti della sua vita morì giovane. nvece no: chi regala il suo tempo agli altri, non lo perde, lo guadagna:

gliene ricresce tanto.

Monia Scariot

FOR LEADER MAG. 49

Page 50: For leader magazine 12

prossiMi EVEnti

SAVE THE DATE

FOR LEADER MAG. 50

Per info e prenotazioni contattaci al:Numero verde: 800-960-318 Segreteria Organizzativa: 075.99.20.244

03 Marzo 2016Hotel Villa Stanley Viale XX Settembre, 200 – Fi

business cLub firenzeBUYEr & BUSINESS

18-19-20 Marzo 2016Hotel Polo, Viale VeSPucci 23- rn

corso accadeMiaIL BUSINESS CoaCHING

corso accadeMiaProBLEM SoLVING &

DECISIoN MaKING

04-05-06 Marzo 2016Hotel Polo, Viale VeSPucci 23- rn

business cLub perugiaBUSINESS oPPorTUNITY

09 Marzo 2016Hotel Gio’, Via D’anDreotto 19 - PG

business cLub perugiaBUSINESS SELLING

22 Marzo 2016Hotel Gio’, Via D’anDreotto 19 - PG

24 Marzo 2016Hotel Villa Stanley Viale XX Settembre, 200 – Fi

business cLub firenzeBUSINESS oPPorTUNITY

corso accadeMiaIL BUSINESS CoaCHING

GrUPPI DI PraTICa

08-09-10 aPrILE 2016Hotel ambaSciatori, Viale VeSPucci 22- rn

21 aPrILE 2016Hotel Villa Stanley Viale XX Settem-

business cLub firenzeBUSINESS SELLING

corso accadeMiaBPS-La MaPPa PEr CoSTrUIrE

IL TUo BUSINESS

22-23-24 aPrILE 2016Hotel Polo, Viale VeSPucci 23- rn

Page 51: For leader magazine 12

03 Marzo 2016Hotel Villa Stanley Viale XX Settembre, 200 – Fi