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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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L’offerta del Gruppo 24ORE

© Riproduzione riservataCopyright Il Sole 24 Ore Spa

CHIUSO IN REDAZIONEIL 9 MARZO 2020

I Libri del Sole 24 ORE Settimanale N. 08/2020– Marzo 2020 Registrazione Tribunale di Milano n. 33 del 22-01-2007Direttore responsabile: Fabio TamburiniProprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A.Sede legale, redazione e direzio-ne: Via Monte Rosa n. 91, 20149 MilanoDa vendersi in abbinamento al quotidiano «Il Sole 24 ORE»

Direttore responsabileFabio Tamburini

Progetto e coordinamentoeditorialeAlberto Orioli, Eugenio Bruno, Franca Deponti

Testi di questo numeroRiccardo Barlaam,Andrea Biondi,Francesca Barbieri,Stefano Carrer,Giuseppe Chiellino,Maria Piera Ceci,Antonello Cherchi,Giampaolo Colletti,Vitaliano D’AngerioSara Deganello,Eugenio Bruno,Claudo Tucci,Alessia Tripodi,Laura Virli

Coronavirus: guida antipanicoUna guida di 100 pagine al Coronavirus: da come riconoscerne i sintomi alle rispo-ste degli esperti alle domande più comu-ni, dalle misure intraprese dal Governo alle conseguenze sul lavoro e l’econo-mia.Disponibile in e-book a 4,99 euro.

Scuola24Sul quotidiano digitale del Sole 24Ore dedicato alla Scuola, all’Università e alla Ricerca tutte le principali notizie che riguardano il mondo dell’istruzione. Un prodotto pensato per docenti, studenti e famiglie.

Radio 24Il coronavirus non ferma la scuola. Viaggionegli istituti più innovativi d’Italia a “Verso il futuro e oltre”, a cura di Maria Piera Ceci: ogni giovedì una nuova puntata, su Radio24.it. Domani 15 marzo alle 8.15 appuntamento con Coronavirus e scuola 2.0: lezione di matematica a distanza con la prof Lorella Carimali e i suoi alunni, Reportage a cura di Maria Piera Ceci.

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01. LA SCUOLA DIGITALE 5

Sommario

02. LE REGOLE 13Ai presidi la scelta: ammessa la nomina di supplenti brevi 14Intervento di Giannelli (Anp). La crisi produce una didattica a distanza «di massa» 17Intervento di Turi (Uil scuola). La gestione delle emergenze sia rispettosa dei diritti 18Intervento di Sinopoli (Flc Cgil). Attenzione alla connettività: non può generare altra disparità 19Intervento di Di meglio (Gilda). La teledidattica può aggiungersi ma non sostituire le lezioni in aula 20

03. LE PIATTAFORME 23Alleanza didattica tra docenti e piattaforme 24La startup porta la scuola a casa e crea all’istante aule virtuali 27Le risorse ci sono, la capacità di utilizzarle non sempre 29L’esempio cinese: lezioni a distanza con l’intelligenza artificiale 31

04. I CONTENUTI 33Call pubbliche e webinar, così l’offerta del Miur 34Rai, Sky ed editori. I contenuti al servizio della didattica 37Classi capovolte e sfide digitali: se il contenuto arriva dal basso 40Cultura e arte, c’è un patrimonio virtuale pronto a rapire i ragazzi 41

La tecnologia c’è ma la formazione è ancora in ritardo 6Intervento del Ministro Lucia Azzolina «Scuola spina dorsale del Paese (e non si ferma)» 9Intervista a Daniela Lucangeli «Il prof ti viene a prendere attraverso la webcam» 10

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Sommario

05. LE ECCELLENZE 43Una rete hi-tech per condividere le buone pratiche 44La mappa della didattica a distanza: istituti, referenti e progetti 46Intervista a Giovanni Biondi (Indire). Un’occasione per ripensare il modello solo «frontale» 49

06. LE TESTIMONIANZE 51Le scuole più smart aiutano le altre a diventare digitali 52Il preside dell’Istituto di Lozzo Atestino (Padova): Così la scuola della zona rossa di Vo’ ha puntato sui laboratori 54La preside dell’Iss Savoia Benincasa di Ancona: All’avanguardia nell'innovazione, in aiuto a formare chi ne ha bisogno 55La preside dell’Ite Enrico Tosi di Busto Arsizio (VA):Nessuna ora persa grazie a docenti pronti a insegnare via piattaforme 56La preside dell’Istituto Giuseppe Ungaretti di Melzo (MI): La scuola ha dato un iPad a chi era in difficoltà per collegarsi 57Il preside del It Guglielmo Marconi di Dalmine (BG):Ragazzi su skype per lezioni e project work con le aziende 58Il preside dell’It Ettore Maiorana di Brindisi:Alle otto suona la campanella virtuale e scatta l’orario normale 59Guida rapida: così i tre step delle lezioni digitali 60

07. LE UNIVERSITÀ 65A distanza il 4% dei corsi, ma è corsa a recuperare il gap 66Da Federico II e PoliMi l’offerta maggiore di «Mooc» 69Il rettore di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini: Non dobbiamo far perdere neanche un giorno ai nostri studenti 70La rettrice Unimarconi Alessandra Barbanti: Dalle telematiche un contributo a tutte le scuole e agli altri atenei 71

08. GLI INVESTITORI 73Così la finanza vede l’affare dell’e-learning 74A Wall Street scommettono su 398 miliardi di ricavi al 2026 78

Francesca Testa
Francesca Testa
Francesca Testa
Francesca Testa
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01LA SCUOLA

DIGITALE

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T rasformare l’emergenza inun’opportunità. È lo sloganche abbiamo sentito ripe-tere più spesso in questigiorni di scuole chiuse, le-

zioni sospese, ragazzi a casa e famiglie costrette a riorganizzare i tempi e gli spa-zi di vita e di lavoro a causa dell’epidemiadi coronavirus.

L’ha coniato la ministra Lucia Azzolinaper invitare le scuole a impegnarsi nella didattica a distanza, l’ha rilanciato il capo dei presidi e con lui molti dirigenti scola-stici, l’hanno usato (seppur con qualche

distinguo) i sindacati e perfino i singoli docenti. L’idea di dedicare un’intera guidaalla sfida dell’e-learning e della smart edu-cation nasce da proprio da lì. E le pagine seguenti vogliono essere un primo “ter-moscanner” della temperatura che si regi-stra in questi giorni nel sistema di istru-zione italiano. Chiamato a uno stress test non da poco per un Paese che è sempre ri-masto affezionato al caro vecchio inse-gnamento frontale e che - in generale -non ha mai brillato per l’utilizzo delle nuo-ve tecnologie, come conferma il 24esimo posto su 28 nell’indice di digitalizzazione

di Eugenio Bruno

SCUOLA DIGITALE

La tecnologia c’è ma la formazioneè ancora in ritardo

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LA SCUOLA DIGITALE

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Rispetto a 5 anni fa, infatti, la quota di isti-tuti che comunicano online con le fami-glie attraverso, ad esempio, il registroelettronico è passato dal 50 al 97%; al tem-po stesso le aule dotate di Lim o di scher-mi digitali sono il 91% anziché il 26 men-tre quelle dotate di connettività arrivano al 93% (contro il 35). Senza dimenticare quel 78% e più di classi dotate di scenari didattici innovativi (robotica, pensiero computazionale, storytelling eccete-ra). Anche il confronto con il resto del Vecchio continente dovrebbe contribui-re a confortarci. Stando all’ultimo «Sur-

dell’economia e della società (Desi). E nonè un caso che lo stesso ministero abbia sentito la necessità di ricordare che la tele-didattica, soprattutto per gli alunni più piccoli, non può essere solo l’invio da re-moto dei comoiti da svolgere a casa.

La (buona) dotazione digitaleIn teoria la dotazione tecnologica delle scuole italiane dovrebbe fare ben spera-re. Come confermano le ultime statisti-che (aggiornate a febbraio 2020) sull’at-tuazione del Piano nazionale scuola digi-tale avviato dalla Buona Scuola del 2015.

Non solo compiti a casa.

ADOBESTOCK

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rienze che presuppone però la buona vo-lontà dei docenti ad attivarsi in prima persona o a seguire l’input dei presidi.

Il team di innovatoriSempre nell’ottica di mettere in contatto domanda e offerta di innovazione, nel frattempo, il ministero è intervenuto dinuovo sul tema. Con la circolare del 6 marzo ha chiamato a raccolta tutti gli esperti formati negli anni scorsi per aiu-tare le realtà rimaste indietro: i referenti del Piano nazionale scuola digitale (Pnsd)attivi presso gli Usr, le équipe formativeterritoriali, i ”Future labs” e altre profes-sionalità che possono supportare (da re-moto) le iniziative dei singoli istituti. Un plotone nutrito di esperti se conside-riamo che i referenti del Pnsd presso gli Usr sono 18, le équipe formative sono 120in tutta italia, i “Future labs” sono 28. A cuisi aggiungono gli 8.220 animatori digitali(uno per ogni scuola) e i 24.000 docenti dei team per l’innovazione digitale. Tuttia disposizione dei dirigenti scolastici e poi degli altri professori. Che potranno e dovranno usare di più - come si legge nel-la nota del 6 marzo - le potenzialità del re-gistro elettronico, le classi virtuali, i canalidigitali per produrre e condividere conte-nuti. Cercando, soprattutto alle elemen-tari, di non limitarsi a inviare compiti ed esercitazioni senza accompagnare con alcun contatto (se possibile visivo) a di-stanza, è l’invito giunto con un’altra cir-colare dell’8 marzo. Dal canto suo, viale Trastevere ha messo a disposizione an-che una casella di posta elettronica dedi-cata all’help desk ([email protected]). Sperando che basti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

vey of schools: Ict in education», aggior-nato però al 2019, sia per strumentazionedigitale in classe sia per velocità di con-nessione siamo spesso al di sopra della media europea. Fin qui le buone notizie.

La formazione a metà Se passiamo ad analizzare quanto e come lenuove tecnologie - le stesse che in questi giorni dovrebbero garantire l’annullamen-to della distanza tra insegnanti e allievi - vengono usate in classe arrivano le prime ombre. Soprattutto nelle scuole superiori. Mentre alle medie l’uso di strumenti elet-tronici risulta in linea con gli altri Paesi Ue, alla secondaria di secondo grado la forbice invece si allarga. Solo il 12% dei nostri alunniusa il laptop (contro il 15% di media) e il 49%(anziché il 53%) si serve dello smartphone. Ma a preoccupare è soprattutto il livello di formazione raggiunto dal corpo docente italiano, con il 47% che si è formato nell’uso degli strumenti digitali (il 48% alle superio-ri). Percentuali in linea con il resto d’Europama forse un po’ basse per affrontare la sfidaa cui sono chiamati in questi giorni.

La pagina web dedicata Al ministero hanno ben presente questinumeri. E non è un caso che la ministraLucia Azzolina, già prima dell’emergen-za coronavirus, avesse annunciato di vo-ler rivedere la formazione dei prof. Se ne parlerà più avanti. Per adesso si procede-rà con i mezzi che abbiamo a disposizio-ne. A cui si è aggiunta la pagina web dedi-cata alla didattica a distanza che il mini-stero ha lanciato il 2 marzo e che viene im-plementata quasi quotidianamente.Secondo una logica di contaminazione e di orizzontalità del sapere e delle espe-

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LA SCUOLA DIGITALE

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INTERVENTO DEL MINISTROLUCIA AZZOLINA

Scuola spina dorsale del Paese(e non si ferma)

giorni, dunque, è che sanità e scuola sono fondamentali. Investimenti, non capitoli di spesa. Ora penso sia davvero chiaro a ciascuno.

Con un movimento dal basso, la scuola ha reagito immediatamente all’emergenza. Mettendo in campo le forze migliori, organizzando diverse forme di apprendimento a distanza, avviando scambi di competenze fra realtà più avanzate e altre che voleva-no partire con le lezioni online. Come Ministero ci siamo messi al fianco di questa comunità, come dovrebbe sempre essere. E come dovremo fare sempre di più. Anche cominciando a scrivere documenti chiari, compren-sibili, agili. In queste settimane ab-biamo supportato le scuole, metten-do a disposizione una pagina web per aiutare chi vuole fare didattica a di-stanza, tenendo un contatto stretto con dirigenti e docenti.

Il fermo forzato per l’emergenza haaperto una fase molto impegnativa. Ma la scuola ha reagito. Abbiamo tutti lavorato per un’accelerazione del programma di didattica a distanza. Una sperimentazione del presente che potrà lasciarci un patrimonio di esperienze importante per il futuro. Nulla può sostituire il valore del con-fronto quotidiano, del confronto dal vivo. Ma scuola e tecnologia ora sono un binomio meno distante. In una situazione che non ha precedenti la scuola sta affrontando questa sfida con responsabilità e impegno. Guar-dando al futuro. Dicendo con chiarez-za: la scuola non si ferma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Lucia Azzolina

G overnare un Paese non è maicosa facile. Ci sono giornatein cui devi prendere decisioni

difficili. Devi avere bene a mente gli obiettivi e l’impatto delle scelte che farai. Il coronavirus ha richiesto sfor-zi importanti al governo. E a tutto il Paese. Ma ha anche messo in chiaro alcune cose. La prima: abbiamo un sistema sanitario fatto di tanti esper-ti, medici, infermieri, altri addetti che ogni giorno, con dedizione, stanno lavorando per curare pazienti e argi-nare l’avanzata del virus. La seconda: la scuola, la comunità che mi onoro di dirigere, è una spina dorsale dell’Ita-lia. È fra le cose più importanti che abbiamo. E quando la scuola si ferma ne sentiamo tutti, tremendamente, la mancanza. Siamo tutti più soli.

Per alcuni può sembrare un concet-to scontato. Eppure, troppe volte c’è chi mette sotto accusa gli insegnanti, dando loro dei fannulloni, c’è chi non si accorge del valore sociale di questa istituzione, chi la denigra addirittura. Se c’è una lezione da trarre da questi

Lucia Azzolina.

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è didattica a distanza nel senso che è mediata tecnologicamente, come potevamo immaginarci solo quindici giorni fa. Questa é tutt’altra cosa per-ché il messaggio che dà ai ragazzi è: attraverso un mezzo, viene da te il tuo adulto di riferimento. Non è una tec-nologia che sostituisce l’adulto, ma una tecnologia che consente la con-nessione con il proprio docente, con la propria scuola, con i propri compa-gni. Quindi diventa esattamente ciò che è: un media perfetto. Siamo di fronte ad un passaggio epocale che va compreso, che ci fa capire il giusto senso dell’utilizzo della tecnologia. Il positivo in questo è che la tecnologia come media in questo caso consente la connessione umana al professore, alla società. La tecnologia che fa la tecnologia e non che fa qualcosa al posto nostro. A cui non viene più affidato il compito di impegnare il nostro tempo e di risolvere le nostre difficoltà, ma la tecnologia in cui l’umano utilizza un mezzo per arriva-re all’altro umano.

Ma a livello di apprendimento cambia qualcosa? Il fatto di assiste-re alla lezione in pigiama dalla pro-pria cameretta come cambia l’ap-prendimento? La didattica a distan-za è più o meno efficace di quella tradizionale? A livello di apprendimento abbiamo esattamente quello che avremmo in presenza di un docente, la videolezio-ne non fa qualcosa di diverso da quello che fa il docente in presenza. Ma il processo di apprendimento non passa attraverso la via cognitiva o prestazio-

di Maria Piera Ceci

Q uello che stiamo vivendo inquesti giorni di chiusura dellescuole per l’emergenza coro-

navirus è un passaggio epocale. Ne è convinta Daniela Lucangeli, psicologa dello sviluppo, prorettrice dell’univer-sità di Padova, in libreria con «Cinque lezioni leggere sull’emozione di ap-prendere», edito da Erickson.

Professoressa, perchè passaggio epocale?Per la situazione che stiamo vivendo, la didattica a distanza, che in realtà non è una nuova tecnologia, ma una tecnologia quasi primitiva rispetto a quella che potremmo adoperare, ha fatto una rivoluzione. È la prima volta che non sono i ragazzi ad andare a scuola, ma è la scuola che va ai ragaz-zi. Questa non è un’osservazione banale perché questo cambia comple-tamente il meccanismo di significato con cui viene letta, perché la tecnolo-gia, invece di essere qualcosa che sostituisce la presenza del professore, è qualcosa che consente la presenza del professore.

È questa la rivoluzione. Questa non

INTERVISTADANIELA LUCANGELI

«Il prof ti vienea prendereattraversola webcam»Danela

Lucangeli

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LA SCUOLA DIGITALE

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nale, bensì attraverso una via di signi-ficati nuovi che sono significati emoti-vi, affettivi. Cambia il potere emozio-nale, perché quella lezione verrà ricor-data dai ragazzi con emozioni di vicinanza dell’adulto, di alleanza del-l’adulto, di impegno del docente, di volontà di andare ad aiutarli e a evitare la paura che si scatenando in questo momento di emergenza coronavirus. L’apprendimento con la lezione a distanza consente é accompagnata da emozioni positive e per questo è molto efficace, non perché sia diversa la lezione in quanto non cambia nulla se il ragazzo vede l’insegnante dal vivo in cattedra o su uno schermo del compu-ter. Cambia proprio il significato. Con la lezione a distanza il professore dice al ragazzo: «Io ti vengo a prendere attraverso la webcam». E le emozioni non sono qualcosa di esterno all’ap-prendimento. Quando io apprendo una cosa, se sperimento paura, tutte le volte che la riprendo dalla memoria, riprendo anche la paura. In questo caso i ragazzi, ogni volta che riprende-ranno dalla memoria quello che ha spiegato il professore in quell’ora attraverso la lezione a distanza, ri-prenderanno emozioni che gli dicono: «Tu sei importante per la tua scuola, tu vali». E l’apprendimento si fissa sulla memoria emozionale, che in questo caso ha un significato molto potente.

Quindi cambierà per sempre il rapporto fra alunni e insegnanti? Quando i ragazzi torneranno a scuo-la, rivedendo quell’insegnante che è stato loro vicino attraverso le lezioni a distanza, recupereranno quella

dimensione di fiducia. Certamente. Dopo le lezioni a distan-za, l’apprendimento per i ragazzi sarà warm, caldo, che si fonda su memorie profonde, che sono le memorie che ricorderanno per sempre agli studenti che quell’esperienza è accaduta per loro. E questa esperienza, quando l’avremo superata, se avremo la consa-pevolezza che la tecnologia è un mez-zo, ci cambierà anche nella voglia di utilizzarla nella didattica del quotidia-no. Questo mezzo consente infatti che a guidare il processo sia il docente, ma che la fase di apprendimento autono-mo sia affidata al ragazzo con fiducia.

Quindi gli insegnanti che non stanno contattando in qualche modo i loro alunni, perché non hanno le competenze tecniche per farlo o perché non hanno ricevuto alcuna formazione in tal senso, stanno per-dendo un’occasione importante di vicinanza con i ragazzi con cui fa-ranno i conti poi?Infatti il mio appello agli insegnanti è di inviare agli studenti almeno un messaggio vocale, di non sprecare questa occasione. Non c’è bisogno di chissà quale competenza tecnologi-ca. Perché anche in un banale mes-saggio vocale c’è una forza che dice: “Io mi ricordo di te e sono con te oggi, in questo momento in cui tu sei forzatamente a casa. La scuola è con te”. Il mio è un appello agli insegnan-ti perché si sveglino, perché sarà importante anche per il prosieguo dell’attività didattica e del rapporto con i loro studenti.

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«Cinque lezioni leggere sull’emo-zione di appren-dere», di Daniela Lucangeli

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02LE REGOLE

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D evono essere i presidi,senza più sentire il colle-gio docenti, ad attivaremodalità di didattica a di-stanza per tutto il periodo

di sospensione delle lezioni e, se serve,possono anche nominare dei supplentibrevi. Gli insegnanti andranno comun-que coinvolti, perché, Codice civile alla mano - sostengono i sindacati - in caso distop all’attività didattica, non scattereb-be, in automatico, l’obbligo della presta-zione (neppure 4.0). Bisogna poi trovare il modo anche per “acchiappare” l’inte-

resse dei ragazzi. Fermo restando che la sospensione delle lezioni non comporta la perdita dell’anno scolastico, che resta valido anche se non si raggiungono i 200giorni previsti dalla legge.

I provvedim enti di emergenzaVenuta alla ribalta, in periodo di stop alle lezioni, la didattica digitale è in Italia “ma-teria giovane” ancora in cerca di una re-golamentazione normativa chiara e co-gente. Ad accendere un faro su questi aspetti sono stati gli ultimi provvedimen-ti del governo Conte con i quali si è previ-

di Claudio Tucci e Laura Virli

NORME E CONTRATTI

Ai presidi la scelta:ammessa la nominadi supplenti brevi

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LE REGOLE

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specifiche esigenze degli studenti con di-sabilità». Scompare, quindi, l’obbligo disentire gli organi collegiali, perché in questo momento è necessario evitare losvolgimento di riunioni pomeridiane af-follate. Disposizioni ribadite nella circo-lare del 6 marzo che invita a «favorire»,ove sia possibile, «il diritto all’istruzione attraverso modalità di apprendimento a distanza». Specificando che «le istituzio-ni scolastiche della scuola primaria e se-condaria, nell’ambito della propria auto-nomia, attivano o potenziano modalità diapprendimento a distanza, ottimizzan-

sta la chiusura delle scuole (nella cosid-detta zona rossa) e la sospensione delle attività didattiche (nel resto d’Italia).

Nel primo Dpcm, datato 25 febbraio, sileggeva che i dirigenti scolastici potevanoattivare, di concerto con gli organi colle-giali e per la durata della sospensione,modalità di didattica a distanza. Nel suc-cessivo Dpcm del 4 marzo, all’articolo 1comma 1, lettera g) si corregge il tiro: «I di-rigenti scolastici attivano, per tutta la du-rata della sospensione delle attività di-dattiche nelle scuole, modalità di didatti-ca a distanza avuto anche riguardo alle

E-lezioni.

ADOBE STOCK

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rarsi la cooperazione attiva degli alunniè necessario l’aiuto di un adulto da casa.Altra considerazione il fatto che è neces-sario avere a casa una connessione inbanda larga o ultra-larga, sufficiente-mente veloce per permettere, ad esem-pio, l’uso di soluzioni cloud per la didat-tica e l’uso di contenuti di apprendimen-to multimediali. In aggiunta a questo, èevidente che non tutte le materie si pos-sono fare a distanza; non sempre i labo-ratori pratici di un istituto tecnico pos-sono essere svolti con modalità virtuale.E molte attività di scuola-lavoro da svol-gere in azienda devono essere interrot-te. Un problema in più visto - salvo mo-difiche normative di emergenza - che esiste un monte ore minimo per l’am-missione agli esami di Stato.

Gli istituti, come detto, si stanno al mo-mento muovendo in ordine sparso. Ci so-no però alcuni accorgimenti da adottare. I dirigenti scolastici ed il personale docente devono porre in essere la didattica a distan-za valutando, nel quadro applicativo del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr), definito a livello di singolo istituto, le implicazioni che derivano dallo scambio massivo di informazioni. Sarà importante, poi, che la proposta didattica adistanza sia il più possibile unitaria per cia-scun gruppo classe, evitando confusione oimproduttivo sovraccarico. È bene, inoltre,che la stessa sia diffusa assicurandosi la possibilità di ricevimento da parte degli alunni e delle famiglie a cui si rivolge. Utile aquesto scopo, ad esempio, è l’utilizzo del si-to della scuola, del registro elettronico op-pure di piattaforme online eventualmente già precedentemente attivate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

do le risorse didattiche del registro elet-tronico e utilizzando classi virtuali e altri strumenti e canali digitali per favorire la produzione e la condivisione di contenu-ti». Con una precisazione ulteriore arri-vata l’8 marzo: se necessario i presidi po-tranno ricorrere a supplenze brevi anche per la didattica a distanza.

Diritti e doveri nell’e-learningPer quanto riguarda i docenti, nel Ccnl non si accenna minimamente alla didat-tica a distanza. Anzi, secondo il nuovocontratto scuola (articolo 22), sono og-getto di contrattazione integrativa, a li-vello di istituzione scolastica ed educati-va, i criteri generali per l’utilizzo di stru-mentazioni tecnologiche di lavoro in ora-rio diverso da quello di servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita lavo-rativa e vita familiare (diritto alla discon-nessione). Non esiste, pertanto, una nor-mativa specifica e quindi, a parte qualchescuola virtuosa, si naviga un po’ alla cieca.

A oggi, secondo le interpretazioni sin-dacali, gli insegnanti non sarebbero te-nuti a fare didattica a distanza; e non èchiaro neppure se le eventuali assenzedegli studenti vadano giustificate.

I Dpcm del governo cercano di surro-gare alla mancanza di normativa sul te-ma, anche se col Piano Nazionale ScuolaDigitale (Dm n. 851/2015) in questi annimolteplici sono state le azioni formativeavviate sul tema. L’argomento non èsemplice. E ci sono anche delle criticità.Intanto, non tutte le fasce di età possonofacilmente essere coinvolte. Si pensi ai bambini di infanzia e primaria che nonhanno ancora potuto sviluppare delle competenze digitali. Inoltre, per assicu-

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LE REGOLE

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litativo considerevole e, soprattutto, non scontato.

Stiamo rapidamente comprendendoche la tecnologia è utile. Stiamo sco-prendo che whatsapp può essere usato anche da Pc, che consente di scambiare file, di condividere video e di effettuare, perfino, videotelefonate. Qualsiasi docente può comodamente registrare a casa, con lo smartphone, delle videole-zioni e inviarle ai suoi studenti, repli-cando così la classica didattica frontale. Il registro elettronico – contestato in passato da tanti detrattori delle nuove tecnologie – sta dimostrando di essere una piattaforma telematica di semplice utilizzo, idonea a scambiare tra docentee discenti documenti testuali e multi-mediali a scopo didattico. Esistono, naturalmente, piattaforme ben più sofisticate e potenti, commercializzate a basso costo – o addirittura gratuita-mente, come Google Hangouts Meet – che consentono di costituire vere e proprie classi virtuali e di realizzare unadidattica interattiva di elevata qualità.

La constatazione più importante, però, è un’altra: gli studenti stanno prendendo la cosa molto sul serio, sicuramente più di noi adulti. Per noi, spesso, “vederci online” è poco più che un gioco. Per loro non lo è, come testi-moniano i tassi di assenza dalle lezioni online che sono molto più bassi di quel-li delle lezioni in presenza.

Insomma, da questa grave crisi il nostro sistema educativo uscirà più forte, più moderno e più efficace. Anco-ra una volta, la realtà ha superato la fantasia!

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A lmeno un risultato positivo lacrisi da Covid 19 lo sta produ-cendo, risultato non consegui-

to da innumerevoli raccomandazioni, esortazioni e dibattiti: la didattica a distanza (Dad) è entrata prepotente-mente in tutte le nostre scuole e sta consentendo a milioni di studenti di usufruire in remoto del servizio di istruzione, limitando così i danni pro-vocati dalla sospensione delle lezioni.

Finora, la Dad è stata patrimonio di poche scuole e di pochi docenti ed è stata guardata con sospetto dai più che ritenevano imprescindibile la presenza fisica dei discenti.

In pochi giorni, invece, il nostro siste-ma educativo si è dimostrato più pron-to al cambiamento di quanto molti avrebbero ipotizzato. Si moltiplicano le iniziative di “mutuo soccorso” tra scuo-le e docenti come quella promossa dal Ministero dell’istruzione. Anche l’Asso-cizione nazionale presidi ha varato una azione di supporto alle scuole, denomi-nata «Dad Sos», per favorire la messa in comune delle buone pratiche di e-lear-ning. Tutte le nostre scuole stanno velocemente compiendo un salto qua-

INTERVENTOGIANNELLI (ANP)

La crisi produceuna didattica a distanza«di massa»

Antonello Giannelli.

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riferimento imprescindibile. A nostro parere, non si tratta di

un’evoluzione professionale, ma di semplice articolazione, di utilizzo razio-nale e ragionato delle nuove tecnologie che va sfruttato, ma senza “furia ideolo-gica”. La scuola non può fare a meno del contatto umano, dell’empatia delle emozioni, che si possono trasferire solo in condizioni di reale condivisione nel-l’ambito della comunità. Affrontare temi di questa natura nella condizione che vive la scuola italiana, induce cautela ed estrema diffidenza specie se il mercato cerca di entrare a gamba tesa in una emergenza epocale.

Una forma di insegnamento, differen-te da quella tradizionale, può realizzarsi ma mai a discapito delle garanzie di libertà professionale affermate dalla Costituzione. Gli organi collegiali, depu-tati a questa garanzia, non possono essere ignorati né bypassati. Ci sono implicazioni di privacy, che, con la con-divisione delle parti, sono sempre risol-vibili. Il vero pericolo, da evitare con ognimezzo, è la privatizzazione della scuola e dell’istruzione.

Sono molti gli interessi economici: grandi produttori di reti, hardware, software che definiscono programmi ed algoritmi per le scuole potrebbero con-dizionare la didattica in una sorta di indottrinamento imposto dalle ragioni del mercato. Gli studenti non sono teste da riempire, sono persone a cui offrire un insegnamento critico che li induca a pensare, a formare un’opinione. Le nuove tecnologie sono sempre stru-mento e mai fine didattico.

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di Pino Turi

L e emergenze obbligano al cambia-mento. Siamo di fronte a ristret-tezze temporali ed economiche.

Questo ci costringe ad adottare modelli e tecniche imperfette frutto di improvvisa-zione e mancate pianificazioni. L’emer-genza attuale non sembra avere prece-denti simili nella storia. Non è possibile circoscrivere e i numeri della scuola sono impietosi: 800mila docenti e 7,6 milioni di studenti. Senza un piano di fattibilità strategico, non si può produrre alcun cambiamento, se non sterili polemiche.

Più che parlare di didattica alternativa,ci sembra più serio parlare di «strategie educative» che non facciano mancare il necessario contatto e la vicinanza delle istituzioni, utilizzando le tecnologie disponibili (registro elettronico o smar-tphone) e non alimentare un dibattito che potrà semmai riguardare il dopo emergenza. Parlare di didattica a distan-za è fuorviante. Non è come lo smart working per i “travet”. Le pratiche si possono svolgere in ufficio o a casa, non cambia nulla. La funzione educativa è in presenza: soprattutto nell’età scolare dei nostri ragazzi la figura del docente è un

INTERVENTO TURI (UIL SCUOLA)

La gestione delle emergenze sia rispettosadei diritti

Pino Turi.

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LE REGOLE

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dente Mattarella. Le dinamiche tecniche della didattica a distanza non devono considerarsi alternative o sostitutive alla lezione in classe, alla relazione umana tra studenti e tra questi e gli insegnanti. La chiusura di una scuola non si riduce aicompiti o al tempo da riempire affinché ragazze e ragazzi non siano passivi e/o assorbiti dai social. Molti di loro hanno solo la scuola come luogo di aggregazio-ne ed è fondamentale che sia aperta, sicura, e pulita. L'emergenza sanitaria ci ricorda che la prevenzione e la cura degli ambienti sono obiettivi irraggiungibili se persiste la carenza di personale Ata e di spazi degni di un contesto educativo.

Di recente un’ideologia competitiva tra istituti ne ha danneggiato il senso e la funzione sociale e ha sovvertito il signi-ficato di autonomia scolastica. Ha ap-profondito le distanze sociali e culturali, tradendo la Costituzione. Con la tecno-logia digitale si introduce la “connettivi-tà”, che se non indirizzata e guidata con saggezza rischia di essere fattore di nuova disparità. La “connettività” non venga spacciata come una delle qualità didattiche prevalenti nell’offerta forma-tiva. Sarebbe una sconfitta.

Alessandro Barbero ci invita a riflettere sul mutamento dei linguaggi nei media passando dalla “spiegazione” al “raccon-to”. È un passaggio cruciale per evitare l’uso passivo, l’iperconnessione, la riduzio-ne dei linguaggi e delle parole a figure simboliche, e soprattutto l’assenza di racconto. È il momento per approfittare di questa emergenza per evitare un uso acri-tico e strumentale dei nuovi media. L’occa-sione è storica, cerchiamo di non perderla.

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di Francesco Sinopoli

S i è aperto un vivace dibattitopubblico su come non fermare ladidattica adoperando i sistemi a

distanza. Per gli studenti universitari l’uso didattico di nuove tecnologie non è una novità. Diverso è per le scuole di ogni ordine e grado. La scuola non è un servizio a domanda individuale, ma esperienza di socializzazione, relazione umana, tempo e spazio condiviso dove il noi prevale sull’io. Favorisce la crescita degli studenti come persone libere e responsabili in un contesto democrati-co. Tale deve restare, soprattutto quan-do si introducono tecnologie capaci di trasformare le relazioni umane.

Ora si cerca un saggio equilibrio tra ildiritto alla salute e il diritto allo studio e alla socializzazione. E dobbiamo grati-tudine ai dirigenti, ai docenti, al perso-nale Ata, di tutte le scuole italiane, e soprattutto delle zone maggiormente colpite, se hanno conservato intatto il senso di essere scuola, non lasciando nessuno solo. Sono le capacità che mo-stra l’istruzione pubblica, pervasa da spirito unitario, solidale e di responsabi-lità sociale, come ha avvertito il presi-

INTERVENTOSINOPOLI (FLC CGIL)

Attenzionealla connettività:non può generarealtra disparità

Francesco Sinopoli.

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sesso di strumenti tecnologici.Le modalità di intervento sono le più

svariate: talvolta attraverso l’utilizzo di registri elettronici più o meno evoluti, in altre circostanze avvalendosi di piatta-forme che consentono lezioni a distanza. Ciò che sembra emergere è che a fronte degli sforzi messi in campo dagli inse-gnanti non corrisponda poi lo stesso impegno da parte degli alunni, evidente-mente distratti da altre attività quando sono lontani dalla routine delle aule scolastiche. L’evidente abdicazione di molte famiglie all’educazione dei propri figli è diventato un problema serissimo sul quale il paese dovrebbe interrogarsi, perché non si può sempre scaricare ogni responsabilità sull’istituzione scolastica, e in particolare modo sugli insegnanti. Anche i fenomeni delle aggressioni e del bullismo sono conseguenze di questa pessima tendenza.

È importante comunque ribadire chela didattica a distanza non può essere considerata sostitutiva delle lezioni vis à vis in aula con l’intera classe presente, bensì aggiuntiva e oggetto di scelte con-divise. Bisogna anche avere il coraggio di dire che non sempre la didattica a distan-za ha fornito fulgidi esempi di qualità, basti pensare al business delle università telematiche, che ha creato spesso uno squallido mercato di corsi e lauree a volte di pessima qualità e che non ha giovato per nulla ai livelli culturali dei fruitori, ovviamente con le dovute eccezioni. Il rilascio di titoli scolastici, ai quali non corrisponde alcuna seria preparazione culturale, nuoce gravemente al nostro futuro e a quello della nostra nazione.

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di Rino Di Meglio

L a didattica a distanza è venutaprepotentemente alla ribalta conl’emergenza Coronavirus, che ha

portato a una lunga e imprevedibile sospensione delle lezioni in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta in realtà di uno strumento didatti-co utilizzabile, e in diverse scuole già utilizzato, valido come altri, ma che non può essere oggetto di un arrembaggio improvvisato, perché richiede tecnologie e preparazione adeguate da parte di insegnanti e studenti.

Va innanzi tutto precisato che la teledidattica è una delle metodologie che gli insegnanti possono utilizzare come tante altre. Nell’attuale ordina-mento giuridico ai docenti è garantita la libertà di insegnamento che si espli-ca proprio nella possibilità di scegliere le metodologie più adeguate. La prepa-razione di lezioni a distanza, là dove è possibile, implica da parte degli inse-gnanti un notevole impegno che spes-so, purtroppo, viene completamente vanificato dalla latitanza di famiglie e studenti, qualche volta giustificata da una povertà che non consente il pos-

INTERVENTODI MEGLIO (GILDA)

La teledidatticapuò aggiungersima non sostituirele lezioni in aula

Rino Di Meglio.

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LE REGOLE

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Domande & Risposte

C’è differenza - e se sì, quale - tra chiusura delle scuole e sospensione delle attività didattiche?La chiusura delle scuole, prov-vedimento di esclusiva compe-tenza delle Regioni e degli enti locali, comporta il divieto di accesso ai locali per tutto il personale e per gli alunni. Le assenze non devono essere giustificate, non comportano decurtazione economica o richieste di recupero. Il dirigen-te scolastico e il Dsga (Direttore dei servizi generali e ammini-strativi) possono comunque procedere, attraverso la firma in remoto, a emettere gli atti di competenza. In casi particolari, ad esempio del personale im-piegato nelle aziende agricole annesse agli istituti agrari o nei casi di deperibilità delle merci, i dirigenti scolastici possono procedere, con le necessarie cautele, a garantire i servizi essenziali e indifferibili.La sospensione delle attività didattiche comporta l’interru-zione delle sole lezioni. Per-tanto, le scuole rimarranno aperte e i servizi erogati dagli uffici di segreteria continue-

ranno ad essere prestati. Il dirigente scolastico e il perso-nale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) sono tenuti a garantire il servizio ed eventuali assenze devono essere giustificate.I provvedimenti di chiusura delle scuole o di sospensione delle attività didattiche avranno conseguenze sulla validità dell’anno scolastico e sul conteggio delle assenze degli alunni?Le assenze degli alunni nei periodi di sospensione “forza-ta” delle attività didattiche non saranno conteggiate ai fini della validità dell’anno scolastico. Allo stesso modo, l’anno scolastico è comunque valido, anche qualora non dovesse raggiungere il minimo di 200 giorni previsti, in quan-to si tratterebbe di una situa-zione dovuta a cause di forza maggiore.Per attivare la didattica a distanza le scuole devono aspettare indicazioni dal ministero?Secondo quanto disposto dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4

marzo 2020 i dirigenti scola-stici attivano, per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza, con parti-colare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità.Il ministero come supporterà la didattica a distanza?Il ministero ha integrato l’of-ferta di strumenti, communi-ty, chat e classi virtuali con una piattaforma interamente dedicata alla didattica a di-stanza, per assicurare a tutte le scuole che ne facciano richiesta la possibilità di avere gratuitamente strumenti e mezzi garantendo il diritto allo studio a tutti. Che cosa contiene la pagina web messa a punto dal mini-stero?La pagina web contiene:- indicazioni per il “tutoring”: le scuole potranno mettersi in contatto, anche tramite la rete Indire, con scuole già esperte di didattica a distanza e che in-tendano mettersi a disposizio-ne per socializzare le pratiche di utilizzo di ambienti di apprendi-mento virtuali;- disponibilità di piattaforme di

Le istruzioni del ministero per la didattica a distanza

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE LE REGOLE

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Domande & Risposte

fruizione di contenuti didattici, assistenza alla community scolastica e piattaforme di collaborazione online. Tali soluzioni sono offerte da ope-ratori di settore a titolo gratuito per l’amministrazione e le isti-tuzioni scolastiche e rispondo-no a specifici requisiti tecnici (oltre alla completa gratuità, la qualificazione Agid, l’osservan-za della normativa in materia di dati personali, sicurezza, affi-dabilità, scalabilità, divieto di utilizzo per fini commerciali di dati, documenti e materiali di cui gli operatori vengano in possesso);- materiali multimediali offerti da soggetti qualificati.Esistono forme di supporto per aiutare gli studenti privi della tecnologia necessaria a seguire le lezioni a distanza?Al fine di rispondere alle even-tuali esigenze di dispositivi hardware (quali ad esempio PC, tablet, internet key) di cui pos-sano necessitare docenti e/o studenti per accedere ai sud-detti strumenti, il ministero ha pubblicato una call rivolta ai produttori di hardware che vogliano mettere a disposizio-ne, a titolo completamente gratuito, i dispositivi che poi rimarranno nella disponibilità

della scuola.Le scuole che dovessero trovarsi in difficoltà a chi possono rivolgersi?Con la circolare del 6 marzo il ministero ha istituito, inoltre, una task force che risponderà alle richieste di assistenza da parte delle scuole da inviare al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected].È prevista qualche tutela speciale per i soggetti porta-tori di particolari patologie?Si segnala la particolare neces-sità di protezione di soggetti portatori di gravi patologie quali, ad esempio, gli immuno-depressi e i malati oncologici, per i quali appare opportuno attivare percorsi di didattica a distanza prevedendo il coinvol-gimento diretto – ove ritenuto opportuno – anche dei familia-ri, al fine di ridurre il rischio di contagio. Tale modalità potrà essere attivata a prescindere da provvedimenti collettivi di sospensione della frequenza, in presenza di certificazione della patologia da parte del Centro di cura e della richiesta di uno dei genitori o degli esercenti la potestà. La certificazione della patologia e la richiesta di uno dei genitori o degli esercenti la

potestà, unita alla dichiarazionedi parentela e convivenza, appare idonea a consentire l’astensione dalla frequenza e la fruizione della didattica a distanza.A chi spetta il monitoraggio delle azioni di didattica a distanza?L’Ufficio scolastico regionale competente monitora l'effetti-vo stato di attuazione delle azioni promosse dalle istituzio-ni scolastiche per garantire le modalità di apprendimento a distanza nel periodo di chiusura o di sospensione delle attività didattiche. Gli esiti del monito-raggio sono funzionali ad atti-vare ulteriori misure di soste-gno nelle situazioni di maggiore criticità, anche in collaborazio-ne con il ministero dell’Istruzio-ne e i dipartimenti interessati.Possono essere affidate delle supplenze brevi per la didatti-ca a distanza?Sì, la circolare dell’8 marzo preci-sa che, nel caso di assenze dei docenti titolari nel corso della sospensione delle attività didat-tiche in presenza, i dirigenti scolastici si avvalgano dei sup-plenti, compatibilmente con quanto previsto dalla normativa vigente, al fine di garantire la didattica a distanza.

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03LE PIATTAFORME

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L ezioni, interrogazioni,confronto con gli stu-denti, esercitazioni. Iltutto a distanza. Benve-nuti nella scuola virtua-

le ai tempi dell’emergenza corona-virus, con le classi chiuse in tutta Ita-lia per il momento fino al 15 marzo.Ma oggi la didattica in remoto offreuna pluralità di piattaforme tecno-logicamente avanzate. E di riflessoformati e modelli di utilizzo.

Nei giorni scorsi il Miur ha decisodi censire le piattaforme certificate.

E l’ha fatto nel neonato portale per ladidattica a distanza. «Oggi sul mer-cato ci sono una molteplicità di solu-zioni. Sono pensate per formare adistanza e per interagire con gli stu-denti. Lo scopo è quello di permette-re a chi lavora nella scuola di contaresu un supporto tecnologicamenteavanzato che aiuti nel creare le classidigitali, condividere contenuti, ve-rificare l’apprendimento e fare vi-deolezioni a distanza», afferma Dia-nora Bardi, presidente del Centrostudi ImparaDigitale, associazione

di Giampaolo Colletti

TECNOLOGIE

Alleanza didatticatra docentie piattaforme

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LE PIATTAFORME

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nata nel marzo 2012 per promuove-re lo sviluppo di una modalità didat-tica innovativa.

«La necessità è riparametrare ladidattica a seconda dell’ordineperché ogni età ha esigenze diver-se. La formazione per i bambinidella primaria è molto differenteanche come capacità di attenzionedi quella erogabile in moduli di piùore per gli studenti delle scuole su-periori. Quello che manca è una re-gia generale per condurre per ma-no i docenti a parlare con questa ti-

Da Google a Microsoft.

IMAGOECONOMICA

pologia innovativa di didattica.Anche perché il docente viveun’esperienza nuova rispetto aqueste sfide», precisa Bardi.

Le piattaforme dei colossiTra le soluzioni proposte la più dif-fusa vede i natali Oltreoceano, in Si-licon Valley. Si chiama Google suitefor Education. Il colosso hi-tech diMountain View ha aderito all’ap-pello del ministero, mettendo a di-sposizione gratuitamente la pro-pria piattaforma tecnologica per la

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scuola a distanza nella versione piùavanzata. Collabora in qualsiasimomento e ovunque con una suitedi strumenti per l’istruzione: que-sto il messaggio di presentazione diuna piattaforma scelta dai docentiper creare occasioni di apprendi-mento, snellire le attività ammini-strative e stimolare gli studenti allapartecipazione.

Il valore aggiunto è nel pacchettodi servizi della galassia Google. Oltrea quelli classici, ci sono anche Han-gouts Meet e Classroom, ossia gliapplicativi che abilitano diretta-mente la didattica a distanza. Pro-prio Classroom è il servizio web chemira a semplificare la creazione e ladistribuzione di materiale didattico,l’assegnazione e la valutazione dicompiti online.

Le classi che adottano MicrosoftEducation vengono abilitate al-l’ultimo pacchetto del colosso in-formatico di Redmond chiamatoOffice 365. Tra questi c’è l'utilizzodi OneNote nella sua versionemultimediale.

In questo modo gli studenti, gui-dati dai loro docenti, partecipano intempo reale a una proposta in mo-dalità multifinestra: c’è la presenzadel docente, l’area di scrittura con loscambio di materiale informativo ela chat per interagire in tempo realedurante tutta la sessione.

La scuola continuaUnire le forze per un servizio utile,rapido, efficace. Così nasce #lascuo-lacontinua, iniziativa navigabile sul

Alla portata di tutti

L’OFFERTA DEI BIGPiattaforme collaborativeGoogle mette a disposizione gratuitamente la propria piattaforma hi-tech per la scuola a distanza Google for Educationnella versione più avanzata. L’adozione di Microsoft Education abilita a Office 365, che permette una proposta m ultifinestra sullo schermo del pc

INNOVAZIONE IN EMERGENZAStartup con accessi facilitatiDocety, piattaforma di e-learning per seguire video-corsi, lezioni private e seminari offre accesso gratuito per l’emergenza coronavirus. Redooc con la Global Thinking Foundation ha deciso di offrire gratuitamente licenze di accesso alla propria piattaforma

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LE PIATTAFORME

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sito Lascuolacontinua.it e promossada Cisco, Google, Ibm e Weschool byTim. Il progetto prevede la creazio-ne di una community virtuale perscuole, dirigenti e docenti, col coin-volgimento attivo della scienziataIlaria Capua ,insieme all'Associazio-ne Copernicani e con il supportometodologico del Centro Studi Im-paraDigitale.

«Oggi non è la tecnologia chemanca, ma l'alfabetizzazioneall'uso delle piattaforme, la consa-pevolezza, il coinvolgimento. Noisiamo riusciti ad intercettare moltidocenti quando abbiamo iniziatoad erogare pacchetti formativi perloro sulle metodologie legati alladidattica innovativa», affermaMarco De Rossi, ventinovenne mi-lanese a capo di Weschool: nel teamfigurano una decina di professioni-sti per erogare formazione a stu-denti e docenti.

«Abbiamo a bordo 100mila docen-ti e oltre 440mila studenti e siamo laseconda app più scaricata dopo Go-ogle nel settore istruzione. Siamoarrivati tre anni fa sul mercato conuno strumento user friendly pensatoper il mobile. Oggi la collaborazioneè la chiave per fare formazione: d’al-tronde in un contesto in cui gli in-centivi economici per i docenti nonci sono, occorre lavorare su altre le-ve motivazionali», precisa De Rossi.

Così è soprattutto nell’alleanza tradocenti e piattaforme che si prova aripensare la scuola al tempo del Co-ronavirus.

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I l digitale al servizio della scuola. Èda tempo che gli startupper lavora-no a nuove imprese per innovare la

didattica a distanza. Esperienze pione-ristiche, accelerate in queste settimanedi chiusura delle scuole.

Così nelle tecnologie la scuola prova aritrovare una sua quotidianità, tra in-terrogazioni o esercitazioni virtuali.Secondo un recente sondaggio di Skuo-la.net ben sei studenti su 10 sostengonoche sfrutteranno questo tempo di nonpresenza in aula per continuare a stu-diare e restare aggiornati con il pro-gramma. E intanto uno studente su cin-que vede la propria scuola già attiva conformule di insegnamento a distanza.

«Per le mie lezioni di matematicacondivido lo schermo ed è come avere lalavagna in classe per far vedere equa-zioni o altre operazioni. In questo modoi ragazzi non hanno un'interruzionedella didattica e proseguono aula a ca-sa», afferma Elia Bombardelli, trenten-ne nato a Trento, professore di mate-matica. Il “prof Youtuber” più noto inItalia, con più di duecento videolezionidi matematica sul programma delle su-periori del liceo scientifico, 260mila iscritti al canale su YouTube e comples-

EDUTECH

La startup portala scuola a casae crea all’istanteaule virtuali

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sivamente oltre un milione di views.«Per i ragazzi la lezione online ha delledifferenze, ma in un momento in cui ladidattica in presenza non la puoi fare èuna chiave vincente adottare le tecno-logie digitali», precisa.

Intanto si moltiplicano anche le pro-poste di startup che puntano su pro-grammi speciali legati anche a questafase emergenziale. È il caso di Docety,startup molisana con una piattaformadi e-learning per seguire videocorsi, le-zioni private e seminari. Insieme al cen-tro di ricerca Lo Stilo di Fileta ha decisodi offrire accesso gratuito a tutte le real-tà pubbliche e private coinvolte nel-l’emergenza coronavirus.

Redooc ha invece lanciatol'hashtag #ScuolaACasa: insieme alGlobal Thinking Foundation la star-tup di e-learning ha deciso di offriregratuitamente licenze di accesso al-la propria piattaforma. Un modo pererogare videolezioni ed esercizi in-terattivi. Obiettivo: garantire la con-tinuità al processo di apprendimen-to delle principali materie di tutti glistudenti delle scuole chiuse nella re-gione Lombardia a causa dell’emer-genza Coronavirus. Redooc di fatto èuna palestra di matematica, fisica,italiano, Invalsi, educazione finan-ziaria, giochi di logica che ospita piùdi mezzo milione di studenti concinquemila lezioni e 75mila eserciziinterattivi.

Da Milano a Roma: una proposta divideo-lezioni arriva da Social Aca-demy, realtà impegnata nell’edutech epartita con 510mila euro di investi-mento da Lazio Innova e LVenture, og-

gi presente nell’hub romano di LVen-ture Group. L’offerta formativa è attivadal 2016 e oggi registra un migliaio dimoduli venduti.

Si moltiplicano anche le piattaformelegate alla digital classroom. Tra le flip-ped classroom più conosciute, ossia trale progettualità legate ai metodi di for-mazione a distanza con le cosiddette“aule capovolte”, si distingue Classmill.Si tratta di una applicazione gratuitache consente di produrre lezioni multi-mediali online. L’accesso al servizio è facilitato perché può avvenire tramite ilproprio account di Facebook.

La classe a distanza come un vero eproprio social network. Una piattafor-ma intuitiva, usabile, sincrona, imme-diata nell’utilizzo: si tratta della startupamericana Edmodo, un vero e propriosocial basato sulla formazione a di-stanza. Questa piattaforma di e-lear-ning, nata dodici anni fa da due docentiinformatici del distretto scolastico diChicago, è soprattutto scelta dalle clas-si primarie. Spiegazioni interattive, ar-ticoli di approfondimento, chat con laclasse, anche grazie alla creazione digruppi-studio.

Una startup hi-tech tutta italiana èFidenia. Di fatto un social learning na-to sei anni fa e incentrato su un ele-mento molto attrattivo per le giovanigenerazioni, quello della gamification.Nella creazione di didattica a distanzaè possibile condividere informazioni etestare la preparazione alla lezione as-sistita con la creazione di test, quiz equestionari.

G.Col.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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LE PIATTAFORME

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lità digitale,apprendimento per via elet-tronica e istruzione online, alfabetizza-zione digitale. Di questi, 230 milioni arri-vano dal Fse e dal Fesr. In questo casol’intervento riguarda l’intero territorio nazionale e l’allocazione delle risorse in-teressa dunque in misura consistente tutte e tre le categorie di regione, quellepiù sviluppate al Centro-Nord, quellemeno sviluppate al Sud e tre regioni del centro considerate in transizione. Se-condo i dati estratti dal portale Opencoe-sione, la spesa già realizzata o in via di re-alizzazione è appena inferiore a 400 mi-lioni di euro.

Le prime callUno dei primi bandi del Pon Scuola in questa programmazione, pubblicato nel2015, riguardava proprio il potenzia-mento delle infrastrutture di rete e le retiinterne, con la connessione in fibra otti-ca, per le scuola di primo e secondo gradoin tutto il territorio nazionale, il wi-fi ne-gli edifici scolastici per permettere a stu-denti e docenti di fruire di risorse digitalinella didattica in classe.

Sempre nel 2015 era stato pubblicato ilbando “Ambienti digitali” per dare alle istituzioni scolastiche del primo ciclo (inclusa la scuola dell’infanzia) e del se-condo ciclo, la possibilità di «realizzareambienti multimediali flessibili e dina-mici»: spazi alternativi e tecnologica-mente evoluti per l’apprendimento, aule“aumentate” dalla tecnologia, laboratorimobili e postazioni informatiche e per l’accesso ai servizi digitali della scuola ditutti coloro che a vario titolo operano nella scuola: gli studenti, gli insegnanti, ilpersonale di segreteria. Nel 2016 e nel

di Giuseppe Chiellino

L a digitalizzazione del sistemascolastico italiano, finora forsepoco sfruttata ma nell’emergen-

za divenuta improvvisamente preziosis-sima, negli ultimi anni si è potuta svilup-pare anche grazie ai fondi strutturali eu-ropei veicolati attraverso il programmaoperativo nazionale Scuola - Competen-ze e ambienti per l’apprendimento, cofi-nanziato dal Fondo sociale europeo e dalFondo europeo di sviluppo regionale, in gergo il Pon Scuola. Una sigla che, grandeo piccola, vediamo in quasi tutte le scuoleitaliane. Con una dote di 2,85 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, infatti, il Pon Scuola finanzia decine di migliaia diprogetti in tutto il Paese, ma soprattuttoal Sud. Alle cinque regioni del Mezzo-giorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) infatti, sono destinatiall’incirca i due terzi delle risorse, secon-do gli schemi consueti della politica dicoesione europea che privilegia i territorimeno sviluppati per aiutarli colmare igap che li separano da quelli più avanzati.

Il programma prevede poco meno di440 milioni di euro per i servizi e le appli-cazioni di inclusione digitale, accessibi-

IL PON SCUOLA

Le risorse ci sono,la capacità di utilizzarlenon sempre

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Troppa burocraziaVa detto che, in generale il Pon Scuolaha registrato nella spesa qualche diffi-coltà in più rispetto a molti altri pro-grammi e la ragione l’hanno spiegata ipresidi nei mesi scorsi: le segreteriedegli istituti scolastici non sono attrez-zate per gestire la parte burocratica cheporta con sé ogni progetto finanziatodal Por. Considerato che tutto il Pon fi-nanzia più di 47mila progetti negli8.730 istituti italiani, significa che inmedia ognuno di essi ne ha cinque per isette anni della programmazione.Tanto che i dirigenti sono arrivati achiedere agli insegnanti di misurare leforze ed eventualmente rinunciare aifinanziamenti.

La conclusione che si può trarre daquesta radiografia è che le risorse pub-bliche per fare investimenti ci sono, co-me in altri settori. Tutto sta nella capa-cità di riuscire a spenderli bene. Daquello che stiamo vedendo in questigiorni nelle scuole italiane, in moltissi-mi casi questo è avvenuto e oggi inse-gnanti e studenti hanno la possibilitàproseguire in qualche modo le lezioni,in una parvenza di normalità. Dovequesto non è avvenuto, oggi ci si ar-rampica sui vetri.

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2018 sono seguiti due bandi analoghi peri centri d’istruzione per gli adulti e per la realizzazione di nuovi laboratori digitalio per rinnovare quelli già esistenti.

Nel 2018 questi interventi risultavanoquasi del tutto ultimati, compreso quelloper le scuole “polo” in ospedale, dotate diattrezzature tecnologiche che rendono possibile l’attività didattica in ospedale ea casa degli insegnanti con i minori gra-vemente malati.

Dai dati di Opencoesione, progetti diquesto tipo autorizzati sono poco meno di 16 mila e riguardano prevalentementela realizzazione di laboratori attrezzati e il miglioramento e la installazione di retilocali (Lan).

Gli obiettivi specificiA monte di questi bandi specifici, che evi-dentemente non esauriscono l’azione suquesto fronte, il Pon definisce due obiet-tivi specifici che puntano alla diffusionedelle competenze e delle infrastrutture digitali nella scuola, sia attraverso la for-mazione che con le infrastrutture e le at-trezzature. Una delle azioni prevede in modo specifico «la promozione di per-corsi di e-learning e lo sviluppo di ap-prendimento on-line». A questa si ag-giunge la formazione del personale sco-lastico «su tecnologie e approcci meto-dologici innovativi». Dal punto di vista infrastrutturale, gli investimenti sono stati indirizzati soprattutto a dotare gliistituti di ambienti per la formazione e l’autoformazione degli insegnanti sulleIct, ma anche lo sviluppo di piattaforme web e contenuti per l’apprendimento online. Investimenti per la scuola digita-le sono destinati anche alle aree interne.

16milaprogetti

Finanziati con i fondi europei per migliorare le competenze e le attrezzature digitali delle scuole italiane

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LE PIATTAFORME

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mica e la diffusa ossessione dei geni-tori per una solida carriera scolasticadei figli: ogni anno dieci milioni di stu-denti tentano il «gaokao», l’esame diammissione ai college che determinase e dove si possano compiere gli studiuniversitari (un passaggio esistenzia-le cruciale, in quanto fattore in gradodi porre le basi per una carriera lavora-tiva di successo). Alla fine delle orescolastiche, è piuttosto normale chegli studenti dedichino ulteriori ore distudio seguendo corsi e facendo veri-fiche online.

Altri elementi sono stati alla base del-l’affermazione di tecniche avanzate di formazione che vanno al di là del mero apprendimento standard a distanza ma lo personalizzano in base all’intelligenzaartificiale: il governo ha messo da tempoa disposizione incentivi e facilitazioni fi-scali per le società che introducono avan-zamenti tecnologici in tutti gli aspetti dell’e-learning (dall’insegnamento alla formazione dei docenti ,fino al manage-ment delle istituzioni scolastiche).

Nel decollo di molte aziende specia-lizzate, ha avuto la sua importanza lapossibilità di avere a disposizione unamassa enorme di dati per raffinare glialgoritmi, anche per via dell’approcciomolto meno riservato che altrove per lequestioni di privacy. Non stupisce,quindi, che vari colossi del settore sia-no cinesi e che i loro fondatori si sianoarricchiti come non mai in questo peri-odo grazie al balzo delle azioni in Borsa(a partire da Wall Street, dove non po-che società cinesi del comparto si sonoquotate a premessa di una loro espan-sione internazionale).

di Stefano Carrer

I l più grande esperimento di massadi apprendimento a distanza è an-dato in scena in Cina dopo la pausa

delle vacanze scolastiche per il Capo-danno lunare: la diffusione dell’epide-mia da coronavirus ha portato allachiusura delle aule scolastiche e a unboom forzato dell’e-learning che, se-condo vari analisti, consentirà alle im-prese cinesi del settore di accelerare illoro sviluppo commerciale e tecnolo-gico fino a porsi all’avanguardia delle«best practices» globali, compresa leapplicazioni sempre più sofisticatedell'intelligenza artificiale.

Il Paese partiva già da una buona ba-se: secondo le stime di iResearch Con-sulting Group, già nel 2018 il mercatodell’educazione online aveva fatto re-gistrare un balzo del 25,7% a 251,7 mi-liardi di yuan (circa 36 miliardi di dolla-ri). Entro il 2023, per la società di ricer-che Frost & Sullivan, il mercato cinesearriverà intorno ai 100 miliardi di dol-lari, spronato da alcuni fattori favore-voli che altrove sono carenti.

In primo piano c’è quello culturale.L’alto grado di competizione accade-

CASI DI ECCELLENZA

L’esempio cinese:lezioni a distanzacon l’intelligenzaartificiale

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mento dell’inglese ai bambini da 4 a 12 anni e Ding Talk (gruppo Alibaba) ha messo gli insegnanti in condizione di ap-prendere come utilizzare i suoi corsi live-stream nel modo più efficace per gli alunni. «Il coronavirus sta ridefinendo l’industria dell’educazione online - ha dichiarato Eric Yang, fondatore di iTutorGroup - mi attendo che in meno di tre an-ni le classi online sorpasseranno quelle in aule scolastiche». Tra i gruppi pià in-tenzionati a espandersi fuori dalla Cina, c’è Squirrell Ai, fondata sei anni fa a Shanghai e nota anche perché i suoi “ro-bot-insegnanti”, con la loro intelligenza artificiale, hanno battuto stimati profes-sori in pubblici dibattiti. Il coronavirus, insomma, potrebbero innescare una ri-voluzione nelle modalità di apprendi-mento. Dentro la Cina e fuori.

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Il ministero cinese dell’Educazioneha reagito con lucida determinazioneed efficienza all’emergenza, chiaman-do a raccolta le principali società tecno-logiche e di telecomunicazioni per cre-are tempestivamente una piattaformain cloud in grado di gestire l’apprendi-mento contemporaneo a distanza di al-meno 50 milioni di studenti.

Per chi non aveva accesso a pc, ci hapensato la tv di Stato a introdurre costan-ti programmi educativi differenziati. Hanno fatto la loro parte le società spe-cializzate: ad esempio, Tal Education - il principale gruppo cinese, assieme a NewOriental Education & Tecnology Group -ha offerto corsi gratuiti sui suo account Weibo per tutte le classi, mentre Vipkid (reduce dal maggiore round di finanzia-mento nel settore, per mezzo miliardo didollari) ha fatto lo stesso per l’insegna-

L’accordo.

ADOBESTOCK

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L a didattica a distanzaparte dal sito web del mi-nistero dell’Istruzione.Qui è stata confezionatauna sezione ad hoc, dove

è stata integrata l’offerta di strumen-ti, community, chat e classi virtualicon una piattaforma interamentededicata alla didattica online, perproporre gratuitamente a tutte lescuole che ne facciano richiesta stru-menti e mezzi garantendo a tutti ildiritto allo studio.

La pagina web www.istruzione.it/

coronavirus/didattica-a-distanza.ht-ml - che nei primi 5 giorni ha registra-to oltre 300mila accessi - è struttura-ta in diverse sezioni. La prima contie-ne materiali e link che favoriscono loscambio di buone pratiche e i gemel-laggi tra scuole.

Tutoraggi e webinarOltre cento istituti delle “Avan-guardie Educative”, il Movimentoguidato da Indire che individua,supporta e diffonde l’innovazionedidattica, hanno dato fin dalle pri-

di Francesca Barbieri

IL MINISTERO

Call pubblichee webinar, così l’offerta del Miur

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I CONTENUTI

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me ore la disponibilità a fare da tu-tor e a gemellarsi con gli istitutiche intendono attrezzarsi per faredidattica online.

Disponibile anche un programmadi webinar che vede ogni giorno lapartecipazione di una media tra i2mila e i 2.500 professori. Tra i temial centro dei webinar: come realiz-zare contenuti didattici digitali informato video, l’uso del cloud, dellavideo-lezione e di piattaforme diformazione, oltre a programmi de-dicati per i dirigenti scolastici.

IMAGOECONOMICA

Nella seconda sezione della paginaweb alle scuole viene proposto l’ac-cesso gratuito a piattaforme certifi-cate di didattica online messe a di-sposizione da partner che hanno atti-ve collaborazioni con il Ministero.

Materiali gratuitiC’è poi una sezione dedicata ai mate-riali e contenuti utili per le lezioni for-niti da partner come Rai Cultura,Treccani e Reggio Children. Nel por-tale ci sono accessi gratuiti alle piatta-forme di Google e Microsoft.

Il ministero dell’Istruzione.

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La home page del sito istituzionale

Pagina web in continuo aggiornamentoLa pagina della didattica a distanza del ministero dell’Istruzione è in continuo aggiornamento, con sezioni su: - tutoring: le scuole potranno mettersi in contat-

to con scuole già esperte di didattica a distanza; - piattaforme di fruizione di contenuti didattici e di collaborazione online;- materiali multimediali offerti gratuitamente da soggetti qualificati.

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Uno spazio viene alimentato conmateriali di approfondimento e altreiniziative segnalate da scuole e altriattori che vengono caricate giornoper giorno.

I dirigenti scolastici, secondo quan-to ribadito dal Dcpm n. 6 dell’8 marzo,attivano, per tutta la durata della so-spensione delle attività didattichenelle scuole, lezioni a distanza, con particolare attenzione alle specificheesigenze degli studenti con disabili-tà, in particolare di quelli con gravipatologie per i quali si suggerisce ilcoinvolgimento diretto anche dei fa-miliari nei percorsi di didattica a di-stanza.

Il ministero ha istituito inoltreuna task force di esperti che rispon-de alle richieste di assistenza daparte delle scuole da inviare all’in-dirizzo di posta elettronica [email protected].

Due call dell’IstruzioneTutti coloro che vogliono supportarele scuole possono farlo aderendo alledue call pubblicate dal Ministero checontengono anche i parametri tecnicinecessari.

Sono chiamati all’appello tutti iproduttori di hardware (Pc, tablet,internet key) e di software che desi-derano rendere disponibili a titologratuito i propri prodotti a manife-stare tempestivamente la propriadisponibilità attraverso la piattafor-ma «Protocolli in rete», raggiungibi-le all’indirizzo www.istruzione.it/ProtocolliInRete/.

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di Andrea Biondi

U n’opportunità. Alla quale occor-re dare corpo contando sul mez-zo, ma anche sul messaggio che

utilizza autostrade digitali e ultrabroad-band. Inevitabilmente, quando si parla dididattica a distanza, si parla così di due la-ti inscindibili di una stessa medaglia. Ètutt’altro che scontato dire quale sia il ver-sante più critico. Di certo, con la disponi-bilità di mezzi e soluzioni tecnologiche a disposizione di studenti e docenti, è sullacapacità di produrre e realizzare conte-nuti di qualità e il più facilmente fruibili che si gioca la sfida ora legata all’emer-genza Covid-19, ma che passata la tem-pesta potrà rappresentare una delle ar-chitravi della scuola del futuro.

L’offerta RaiIl ministero dell’Istruzione nel suo porta-le sulla didattica a distanza ha previstouna parte ad hoc legata, appunto, ai con-tenuti. In questo quadro Rai, Treccani eFondazione Reggio Children - Centro Loris Malaguzzi sono i tre “fornitori” se-gnalati nella sezione dei contenuti multi-mediali messi a disposizione di studenti edocenti, con una Viale Mazzini che in

MULTIMEDIALITÀ

Da Rai, Sky ed editorii contenuti per la didattica

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questo frangente sembra abbandonare ilruolo di termometro degli equilibri poli-tici del Paese per vestire i panni, che le sa-rebbero propri, di servizio pubblico. L’of-ferta della Rai, per come segnalata nelportale del Miur, è suddivisa fra quattro portali: Rai Cultura (con i contenuti di RaiScuola e Rai Cultura che abbiano valenzadidattica ed educativa); Rai Scuola; Rai Play Bambini (contenuti di Rai Play, che èla piattaforma on demand di Rai, dedicatiai bambini) e Rai Play Teen (con contenu-ti per adolescenti). La parte Rai Culturacontiene la sezione Scuola@casa intro-dotta dal 9 marzo e rivolta agli insegnati, ma anche a genitori e studenti per pre-sentare concetti, metodologie e alcuni fragli strumenti più utili per la didattica a di-stanza in collaborazione con il Ministero.Brevi pillole di taglio pratico e operativo per aiutare scuole e insegnanti a sceglieregli strumenti di volta in volta più adatti. Insomma, la precondizione per poter fruire dei contenuti che vanno dalle scienze, alle arti alla letteratura all’econo-mia (con anche una parte di economia spiegata ai bambini).

Boom per il sito TreccaniAltro fornitore segnalato è la Treccani,che in accordo con il Miur sta mettendo a disposizione gratuitamente strumenti econtenuti della propria piattaforma per tutte le scuole che vogliono attivare for-me di didattica a distanza. «In questo mo-mento – spiega Massimo Bray, direttore generale della Treccani – stiamo verifi-cando un aumento nelle richieste di ac-cessi al nostro sito. Siamo passati da600mila a 750mila utenti unici al giorno. Già questo è significativo dell’interesse

TV

La Rai cambia il palinsesto

N ell’enorme emergenza legata alla lotta al Mo-loch Covid-19, in aiuto a studenti, genitori einsegnanti costretti a casa si mobilitano anche

i programmi Tv. La Rai ha cambiato i palinsesti di Rai Scuola (sul canale 146 del digitale terrestre, 33 di Tivùsat e sull’806 del bouquet Sky) e Rai Storia (54 del digitale terrestre, 23 di Tivùsat e 805 della piattaforma Sky). Fra le 9 e le 14 ai palinsesti di Rai Scuola sono state aggiunte, da inizio settimana, cinque ore di trasmissione articola-te per materia. Aumenta lo spazio dedicato alle materie scientifiche, con approfondimenti su chimica, biologia, geofisica, astrofisica, innovazione, ma anche letteratu-ra, filosofia, storia dell’arte. Non è didattica a distanza nel senso classico, è chiaro. Ma il segnale è evidente e va nella direzione di riempire - e con la tv diventa una sorta di multimedialità rovesciata - quell’assenza da scuola purtroppo forzata, generata dalla necessità di tenere bambini e ragazzi quanto più possibile lontani da occa-sioni tali da moltiplicare il rischio contagio.

In generale gli editori Tv si sono mossi per ritarare un’offerta televisiva pensata per le famiglie costrette a casa dall’emergenza. Mediaset, ad esempio, su questa falsariga ha previsto, fra i vari programmi, la serie di documentari Bbc “Planet Earth 2 - Meraviglie della natura” al mattino su Italia 1. La Rai però, riconoscendo-si il ruolo – molto spesso confuso, o disatteso - di servi-zio pubblico, è finita in prima linea, sia per il piccolo schermo sia per la radio. Infatti ha comunicato che dal 9 marzo, dalle 9 alle 13, su Radio Techetè sta mandando in onda i programmi de “La Radio nelle scuole”, trasmis-sione storica del palinsesto radiofonico Rai con conte-nuti progettati e realizzati appositamente per bambini e ragazzi. Fra questi: la vita di Martin Luther King o di Luis Pasteur, le fiabe di Hans Christian Andersen o ancora “Eroi del nostro tempo”: ciclo curato da Alberto Manzi.

A. Bio.

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che si sta generando attorno ai contenutidi qualità, utili e utilizzati anche per l’in-segnamento a distanza». Treccani stava lavorando alla sua piattaforma dal 2016. La commercializzazione è però partita con l’inizio di quest’anno scolastico: pro-prio qualche mese prima dello scoppiodell’emergenza coronavirus cui è seguitoun accordo fra Ministero e Istituto che hamesso a disposizione gratuitamente per tutte le scuole italiane l’offerta di conte-nuti e di strumenti della propria piatta-forma per la didattica digitale, Treccani Scuola (www.treccaniscuola.it). Vista l’emergenza, un intervento è stato fatto per facilitare la procedura di registrazio-ne richiesta a docenti e studenti per poterfruire poi di materiali che Treccani mettea punto grazie ai suoi partner fra cui, inparticolare, l’editore Giunti per la sua of-ferta nella scolastica.

Editori in partitaAl di là della segnalazione sul sito del Miuril mondo della didattica a distanza sta in-grossando le file strutturalmente, ma an-che in conseguenza del periodo di emer-genza. Player come De Agostini o Monda-dori, solo per citarne alcuni, si sono mossida tempo nella didattica a distanza. «Ab-biamo scelto di realizzare - spiega Rober-to Devalle, direttore generale ed editoria-le di De Agostini Scuola - prodotti digitalicome eBook, bSmart e risorse dei nostri siti che possono dialogare con le piatta-forme digitali e gli strumenti di condivi-sione già diffusi nelle scuole come GoogleClassroom, weSchool e i registri elettro-nici». Lo sforzo è quello di arrivare a testi «arricchiti di strumenti che parlano il lin-guaggio dei ragazzi» contenenti ad

esempio story game per lo studio delle lingue straniere. E comunque, anche latodocenti, «emerge sempre di più la neces-sità di garantire contenuti più puntuali e ben organizzati. Ambienti in cui l’inse-gnante possa trovare contenuti e percor-si didattici appositamente studiati permigliorare l’apprendimento».

Quanto a Mondadori Education e Riz-zoli Education, leader nella scolastica, hanno realizzato Hub Scuola (https://www.hubscuola.it), piattaforma per la didattica digitale,con tanto di canale You-tube Hub Campus con oltre 1.600 video.

L’impegno di SkyA chi fa didattica a distanza di mestiere, sistanno affiancando produttori di conte-nuti che si sono fatti avanti con il Ministe-ro proprio in relazione al momento emergenziale. In quest’ultimo caso, ad esempio, come produttore di contenuti sista muovendo Sky che ha messo a dispo-sizione del Miur due attività pronte per essere caricate sulla piattaforma di Sky TG24 (sito free per tutti e Active per abbo-nati): un sistema di tutorial che spieghicome accedere e come utilizzare i corsi certificati che il Miur ha inviato a tutte le scuole e un’attività per elementari e me-die in cui dei docenti illustreranno in mo-do divulgativo alcuni programmi didatti-ci scelti tra quelli certificati dal Miur.

Inoltre, come Sky Arte è stata offerta ladisponibilità di un pacchetto di contenutia valore didattico-culturale con ad esem-pio “7 Meraviglie” (programma sui siti Unesco italiani) o “Italie Invisibili” (l’Italiadei piccoli borghi e dei centri d’arte menoconosciuti).

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Future Education ModenaMolto attivo è anche Fem, il primo cen-tro internazionale per l’innovazioneeducativa che, in collaborazione conl’Ufficio scolastico regionale e il ServizioMarconi, ha reso disponibili percorsieducativi che i docenti possono utiliz-zare per integrare le proprie lezioni a di-stanza e gli studenti sfruttare per svi-luppare nuove abilità: dalla trasforma-zione dell’icona della propria città inun’immagine per la stampa 3D all’uso della matematica e della scienza dei datiper comprendere i meccanismi di pro-pagazione del Covid-19, fino al raffor-zamento delle competenze trasversali attraverso i videogames più diffusi.

#lascuolacontinuaUna community di esperti, un manuale all’uso delle principali piattaforme e un elenco di materiali didattici fruibili da re-moto sono il perno dell’iniziativa #la-scuolacontinua che è stata avviata in pie-na emergenza da Cisco, Google, Ibm, Time WeSchool, su input di Ilaria Capua, e promossa dall’Associazione Copernicani con il supporto metodologico del Centro Studi Impara Digitale (che mette a dispo-sizione la propria produzione didattica).

JA ItaliaIn campo anche Junior AchievementItalia che ha reso fruibile in modalità open source il programma Idee in azio-ne (quattro moduli per una durata di20-30 ore) sulla piattaforma WeSchool:tutti i docenti avranno la possibilità diproporre contenuti di educazione im-prenditoriale ai propri studenti.

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di Eugenio Bruno

L a rete è una miniera di contenuti.Anche autoprodotti. Accanto aibroadcaster, alle case editrici, al-

le istituzioni culturali un aiuto ai docen-ti impegnati a trasformare in virtuale leloro lezioni frontali può arrivare anchedai loro colleghi che già lo fanno da tem-po. A cominciare da chi da anni praticala didattica capovolta e dalle avanguar-die che utilizzano videogames, stam-panti 3D e mappe sulla diffusione delcontagio per interessare gli studenti.

FlipnetChi ama la scuola la ribalta. È uno de-gli slogan dell’associazione Flipnetche può contare su 2mila prof “capo-volti” sparsi lungo lo Stivale. I quali,in genere, prima assegnano ai ragazziun video con i contenuti della lezionida guardare e poi ne discutono inclasse. Materiali aperti e accessibili(spesso attraverso un link alla loropagina su Youtube) a cui si affiancanoi webinar che i diretti interessatistanno tenendo in questi giorni persupportare gli insegnanti meno av-vezzi al tech.

I MATERIALI DIDATTICI

Classi capovoltee sfide digitali:se il contenutoarriva dal basso

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no con questi obiettivi molti dei pro-grammi educativi dei Beni culturali. Alministero c’è una direzione generalead hoc: quella per l’educazione, la ri-cerca e gli istituti culturali. Nel 2014 hastipulato un accordo con l’allora Miurper mettere in contatto giovani e patri-monio culturale.

Nel sito della direzione generale sipuò, per esempio, trovare il Sed (Cen-tro per i servizi educativi del museo edel territorio: www.sed.benicultura-li.it). Tra i progetti proposti c’è «Sco-pri il tuo museo», dedicato ai ragazzitra 6 e 11 anni, con 40 mappe, relativead altrettanti siti cultural, che per-mettono la realizzazione di varie atti-vità didattiche.

Un altro percorso, sempre all’internodel Sed, porta a progetti anche per ra-gazzi delle scuole superiori: per arri-varci bisogna andare sull’offerta for-mativa 2019-2020 e scorrere il lungo elenco di iniziative proposte dalle varierealtà culturali. Molti sono programmida realizzare direttamente sul posto, ma ci sono proposte da sviluppare an-che online, come consigliano questitempi di emergenza. Per esempio, nel-la prima pagina della banca dati che raccoglie i progetti si trova quello sullaprima guerra mondiale, che rimanda alsito www-14-18.it in cui si possono trovare molti documenti digitali, dallefoto della Grande guerra ai diari deisoldati alle registrazioni sonore , comela commemorazione scritta da Gabrie-le d’Annunzio di un ufficiale caduto inbattaglia o il bollettino della vittoria delgenerale Armando Diaz.

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di Antonello Cherchi

C’ è un vasto patrimonio cul-turale virtuale che si ac-compagna a quello mate-

riale fatto dei quadri e delle statue neimusei, dei manoscritti e degli incuna-boli custoditi negli archivi e bibliote-che, dei progetti architettonici con-temporanei. È un patrimonio che bi-sogna andare a cercare nei tanti siti incui si articola il ministero dei Beni cul-turali, ma che può tornare utile a ra-gazzi e docenti in questi tempi di ripo-so forzato, per destare curiosità chenon solo siano funzionali ai program-mi scolastici, ma assolvano alla più ge-nerale missione di educare le nuovegenerazioni - e non solo loro - alla co-noscenza e al rispetto dell’immensotesoro d’arte e di storia che il nostroPaese possiede.

L’arte non annoiaInvogliare i ragazzi a entrare nei mu-sei, a visitare i monumenti, a conosce-re archivi e biblioteche, ma anche sti-molare i luoghi d’arte ad avvicinarsi al-le nuove generazioni, a incuriosirle efarle appassionare alla cultura. Nasco-

RACCONTARE IL BELLO

Cultura e arte,c’è un patrimoniovirtuale prontoa rapire i ragazzi

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Non sono solo canzonetteL’Istituto centrale per i beni sonori eaudiovisivi mette a disposizione unabanca dati con le canzoni italiane dal1900 al 2000 (www.canzoneitalia-na.it/progetto-portale). Si possonoascoltare estratti dei brani, dalle mu-siche moderne ai canti popolari, leg-gere storie degli artisti, consultare leclassifiche discografiche di determi-nati periodi. Un grande archivio che si

Un tesoro nei siti

DOVE NAVIGAREIl ministero dei Beni culturali nel web www.dger.beniculturali.it: è il sito della direzione generale educazione, ricerca e istituti culturaliwww.sed.beniculturali.it: qui si può trovare la banca dati con il piano 2019-2020 dell’offerta formativa e il progetto “Scopri il tuo museo”www.culturaitalia.it: si presenta come l’aggregatore del patrimonio culturale italiano e qui si può accedere, tra l’altro, al progetto del “Museo digitale delle scuole italiane”www.icbsa.it: è il sito dell’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi attraverso il quale si può, tra l’altro, raggiungere il portale della canzone, accessibile diret-tamente anche dall’indirizzo www.canzoneitaliana.itwww.cinecitta.com: è un viaggio all’interno della città de cinema; dal sito si può arrivare anche all’archivio dell’Istituto Luce, accessibile direttamente anche dall’indirizzo www.archivioluce.itwww.musei.beniculturali.it: è il sito della direzione generale dei museiwww.aap.beniculturali.it: nel sito della direzione generale arte contemporanea si può trovare documen-tazione sull’architettura dei giorni nostri

presta a ricerche più vicine al sentiredei ragazzi. Qualche spunto più “leg-gero” lo può fornire anche un viaggionell’archivio storico dell’Istituto Lu-ce, dove si può accedere a oltre 77milafilmati e 431mila foto (www.archivio-luce.com).

Suscitare la meravigliaFacciamo giocare i ragazzi con la cul-tura: si può azzardare una sintesi diquesto tipo dopo aver sentito le paroledi Maria Letizia Sebastiani, dirigentedell’Istituto centrale per la patologiadegli archivi e del libro. «Dobbiamo in-tercettare - spiega - la loro curiosità. Per farlo basta anche un solo partico-lare». Ci sono, per esempio, i 51 albi difumetti dedicati che raccontano al-trettanti luoghi d’arte: letture che pos-sono esser complementari ai libri sco-lastici. «Ma ci sono sempre più - spiegaSebastiani - contenuti multimediali,video immersivi, come quello che ab-biamo realizzato per raccontare la pa-tologia della carta partendo dalle im-magini di una biblioteca in fiamme oinvasa dall’acqua. Sfruttando il con-cetto della sensorialità si spiega comesi interviene, come si mette in sicurez-za il patrimonio colpito e come lo si re-staura. Si tratta di materiale che lescuole possono utilizzare. Questa emergenza ci deve stimolare a crearepiattaforme usufruibili anche dal si-stema didattico, spinti dalla convin-zione che si può raccontare la culturain modo più accattivante. Non c’è altrastrada se vogliamo catturare l’atten-zione dei ragazzi»

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05LE ECCELLENZE

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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O ltre 120 istituti scola-stici con progetti di di-dattica hi-tech moltoavanzati. Una vera epropria mappa di ec-

cellenze, che in queste settimane diemergenza sanitaria da coronavirus ha attivato un network di solidarietàcon le altre scuole italiane. Sono gliistituti che offrono didattica a distanzadella rete Indire, l’istituto di ricerca delMiur, dei quali riportiamo in queste pagine tutti i riferimenti. Non solo idettagli sui numerosi progetti attivi,

ma anche i nomi e gli indirizzi email deidocenti referenti, che possono esserecontattati per attivare una condivisio-ne di ”best practice” da scuola a scuola.In questo momento particolare (e dif-ficile) per le scuole, con la chiusura im-posta dal governo per contenere il con-tagio da coronavirus, appare più chemai importante offrire strumenti pra-tici per sostenere la didattica e mante-nere unite le classi, seppur a distanza.Risorse che si aggiungono a tutte le ini-ziative per la didattica hi-tech messe incampo da Viale Trastevere, che sin dal

di Alessia Tripodi

ECCELLENZE

Una rete hi-techper condividerele buone pratiche

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LE ECCELLENZE

45

giorni le Avanguardie hanno lanciato il«Manifesto della scuola che non si fer-ma» per dare risposte alle famiglie eagli studenti che vivono l’emergenza sanitaria. Realizzando tra l’altro, in-sieme alla rete delle Piccole Scuole (al-tro Movimento che comprende gli isti-tuti con un ridotto numero di studentio che si trovano in luoghi isolati), un ci-clo di webinar formativi per sosteneredirigenti e docenti delle scuole chiuseper contenere il contagio. «Crediamoin una scuola che si rinnova e non siferma, anche in condizioni di emer-

primo stop alle lezioni ha attivato unasezione del sito completamente dedi-cata alla didattica a distanza e un un in-dirizzo mail per assistere le scuole([email protected]).

#la scuola che non si fermaDella lista di eccellenze fanno parte an-che istituti aderenti al Movimento del-le Avanguardie Educative, il progettodi ricerca sull’innovazione didatticanato nel 2014 da Indire e da 22 scuolefondatrici e che oggi riunisce più di1.100 istituti in tutta Italia. In questi

Oltre 120 istituti hi-tech.

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

46

ISTITUTO REFERENTE

IC "L. Bartolini"-VAIANO (PO)

Colzi Fulvia - [email protected]

IC 51° ORIANI/GUARINO EFT Campania-NAPOLI (NA)

MANZO TIZIANA - [email protected]

IIS " S. PERTINI"-ALATRI (FR)

GABRIELLA DELL'UNTO - [email protected] / [email protected]

IIS Cellini-Valenza (AL)

Matteo Torre - [email protected]

IPS Alessandro Filosi -Terracina (LT)

Vittoria Nicolò - [email protected]

ISTITUTO PAVONI-TRADATE (VA)

Broggi Federica - [email protected]

I° Circolo didattico S. Filippo-Città di Castello (PG)

Massimo Belardinelli - [email protected]

IC "Cittadella M. Hack"-Ancona (AN)

Romina Ramazzotti - [email protected]

IC "Garda"-Garda (VR) Anita Amoia - [email protected] "MONS. GAGLIANO"-Altavilla Milicia (PA)

Loredana Pecoraro - [email protected]

IC "Pascoli - Cappuccini"-Noci (BA)

Mafalda Baccaro - [email protected]

IC "Renato Moro"-TARANTO (TA)

Maria, Angela Caffio - [email protected]

IC 1 Ariosto-Arzano (NA)

Clara Cesario - [email protected]

IC 5 DANTE ALIGHIERI-FERRARA (FE)

Cristina Venturi - [email protected] / [email protected]

IC 51° ORIANI/GUARINO-NAPOLI (NA)

LUIGI AFFUSO - [email protected]

IC Biella 3-Biella (BI)

Emanuela VERZELLA - [email protected] / [email protected]

IC Bozzano-Brindisi (BR)

Giulio Pino d'Astore - [email protected]

IC Bozzano-Brindisi (BR)

Maria Rita Metrangolo - [email protected]

IC Brolo-Brolo (ME)

Bruno Lorenzo Castrovinci - [email protected]

IC C.G.VIOLA-TARANTO (TA)

PAOLA RUSSO - [email protected]

IC CADEO-CADEO (PC)

Alessandra Franchi - [email protected]

ISTITUTO REFERENTE

IC Don Milani-Latina (LT)

Antonella Malatesta - [email protected]

IC DON MILANI-CARBONIA (SU)

Cristiana Pivetta - [email protected]

IC E. DE CILLIS-Rosolini (SR)

Giorgio Figura - [email protected]

IC Falcone-Copertino (LE)

Ornella Castellano - [email protected]

IC Fino Mornasco-Fino Mornasco (CO)

Angela Ingrassia - [email protected]

IC FOLIGNO 4-FOLIGNO (PG)

Roberta Fusaro - [email protected]

IC Foligno4-Foligno (PG) Emilia Ricci - [email protected] GAVARDO-Gavardo (BS)

Giovanni Landi - [email protected]

IC GOVONE-Govone (CN)

Laura Ragazzo - [email protected]

IC M. BUONARROTI EFT Sicilia-Palermo (PA)

Claudia Rotondo - [email protected] / [email protected]

IC Pietro Aldi-Manciano (GR)

Giovanni Paolo Guaiana - [email protected]

IC Marco Polo Viani-Viareggio (LU)

Sonia Coppa - [email protected]

IC Martino Anzi-Bormio (SO)

Manuela Rinaldi - [email protected]

IC 9 Bologna-Bologna (BO)

Elena Marcato - [email protected]

IC Nino Cortese-Casoria (NA)

Emanuela D 'Auria - [email protected]

IC O. Giorgi-Valmontone (RM)

Alessia Riccardi - [email protected] [email protected]

IC Papanice-Crotone (KR)

Alessandra Rizzo - [email protected]

IC SAN FRANCESCO DI PAOLA-MESSINA (ME)

RENATA GRECO - [email protected]

IC San Giorgio di Mantova- (MN)

Maria Rosaria Grasso - [email protected]

IC San Giovanni Bosco Taranto- (TA)

Giampiero Regino - [email protected]

IC Sanremo levante-Sanremo (IM)

Fjona Mian - [email protected] / [email protected]

La mappa della didattica a distanza: istituti, referenti e progetti

L’elenco delle scuole Indire che offrono progetti hi-tech

fonte: indire

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LE ECCELLENZE

47

ISTITUTO REFERENTE

IC Santa Chiara Altamura-Foggia (FG)

Brigida Clemente - [email protected]

IC Taurisano Polo 1-Taurisano (LE)

Lorena Preite - [email protected]

IC Teresa Mattei-Bagno a Ripoli (FI)

Silvia Innocenti Becchi - [email protected]

IC Ugo Foscolo-TORINO (TO)

Federica Navoni - [email protected]

IC VI- Bruno Ciari-Padova (PD) Chiara Celino - [email protected] "E. FERRARI"-Castellammare di Stabia (NA)

Annamaria Bove - [email protected]

IIS "G. A. Pischedda"-Bosa (OR)

Maria Stella Gulmanelli - [email protected]

IIS "Luca Pacioli"-Crema (CR)

Renzo Colliva - [email protected]

IIS "Mosè Bianchi"-Monza (MB)

Claudio Consonni - [email protected]

IIS "V. Alfieri"-Asti (AT)

Maria Stella Perrone - [email protected]

IIs Catullo-Belluno (BL)

Raffaella Giacobbi - [email protected]

IIS Ceccano-Ceccano (FR)

Maria Cristina Bevilacqua - [email protected]

IIS CIUFFELLI-EINAUDI-TODI (PG)

Marcello Rinaldi - [email protected]

IIS Curie Sraffa-Milano (MI)

Antonella Morandi - [email protected]

IIS Curie-Sraffa-Milano (MI)

Teresa Macchiaiolo - [email protected]

IIS E. MATTEI-VASTO (CH)

Caterina D'ortona - [email protected]

IIS Fortunato Fedele-Agira (EN)

Liborio Calì - [email protected]

IIS G. Brotzu- (CA) Elisabetta Buono - [email protected] MARIO RIGONI STERN ASIAGO-ASIAGO (VI)

LAURA BIANCATO - [email protected]

IIS Mosè Bianchi-Monza (MB) Patrizia Casini - [email protected] Mosè Bianchi-Monza (MB)

Daniela Corzuol - [email protected]

IIS Pascal-Romentino (NO)

Anna Maria Lorusso - [email protected]

IIS Pizzini Pisani-Paola (CS)

Claudia Novello - [email protected]

ISTITUTO REFERENTE

IIS SAVOIA BENINCASA-ANCONA (AN)

GABRIELLA POMILI - [email protected] /dirigente@savoia

IISS C.A. Dalla Chiesa-Montefiascone (VT)

MASSIMO ANGELONI - [email protected]

IISS ETTORE MAJORANA-BRINDISI (BR)

Rossella Palmizio - [email protected]

IISS MARCO POLO-BARI (BA)

Francesca Tritto - [email protected]

IISS MARCO POLO-BARI (BARI)

Leonardo Defilippis - [email protected]

IISS Marconi Hack-BARI (BA) Pierangelo Indolfi - [email protected]

IO Guglionesi-Guglionesi (CB)

Lesley Fearn - [email protected] / [email protected]

IPS "Luigi Einaudi"-LODI (LO)

Maria Emanuela Maffeo - [email protected]

ISI PERTINI-LUCCA (LU)

Andrea Guastini - [email protected]

Istituto Leone XIII-Milano (MI)

Francesca Argenti - [email protected]

ITE "Gioacchino Russo"-Paternò (CT)

Alessandro Suizzo - [email protected]

ITE "Gioacchino Russo"-Paternò (CT)

Nunzia Di Stefano - [email protected]

ITES G.BODONI-Parma (PR)

Bruno Demasi - [email protected]

ITET MARCO POLO-PALERMO (PA)

GIOVANNI PASSARO - [email protected]

ITI Giordani Striano-Napoli (NA)

Daniela Cuccurullo - [email protected]

Licea A. BERTOLUCCI-Parma (PR)

aluisi tosolini - [email protected]

Licea A. BERTOLUCCI-Parma (PR)

Silvia Monica - [email protected]

Licea A. BERTOLUCCI-Parma (PR)

Alberto Spinelli - [email protected]

Licea A. BERTOLUCCI-Parma (PR)

Mara Fornari - albertospinelli@y

Liceo P. Siciliani-Lecce (LE)

Giorgio Barba - [email protected]

Liceo PRIMO LEVI-San Donato Milanese (MI)

Concetta Frazzetta - [email protected] [email protected]

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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ISTITUTO REFERENTE

Liceo Scientifico di Stato "A. Calini"-BRESCIA (BS)

Veronica Cavicchi - [email protected]

Liceo Scientifico e Linguistico Ceccano-Ceccano (FR)

Pietro Alviti - [email protected]

Liceo Tito Lucrezio-Napoli (NA)

Mariarosaria Arcella - [email protected]

Liceo V.Gambara-Brescia (BS)

Marzia Vacchelli - [email protected]

Polo Fermi-Giorgi-Lucca (LU)

Paolo Masini - [email protected]

Scuole Manzoni-Bologna (BO)

Riccardo Paolini - [email protected]

3 CD COTUGNO-Andria (BT)

Antonia Casiero - [email protected]

IIS Curie Sraffa-Milano (MI)

Antonella Morandi - [email protected]

IIS Curie Sraffa-Milano (MI)

Teresa Macchiaiolo - [email protected]

Equipe Formativa Sicilia/LICEO CORBINO-Siracusa (SR)

Sara Brunno - [email protected]

Antonio Guida-Bari (BA)

Antonio Guida - [email protected]

Raffaella Piatti- Raffaella Piatti - [email protected]

ITST Artemisia Gentileschi-Milano (MI)

Lorenzo Alviggi - [email protected] / [email protected]

ITET l.Einaudi-Bassano del Grappa (VI)

Esposito Vittoria - [email protected]

ITT M. Buonarroti-TRENTO (TN)

Giacomo Colle - [email protected] / [email protected]

IC "Solari"-Loreto (AN)

Luigia Romagnoli - [email protected]

IC Sarzana Isa 13-SARZANA (SP)

Novelli Paola [email protected]

IC Sant'Alfonso dei Liguori-Pagani (SA)

Arianna Pisapia - [email protected]

Liceo Scientifico " N. Sensale"-Nocera Inferiore (SA)

TADDEO FILOMENA - [email protected]

IC C.G.VIOLA-TARANTO (TA)

Paola Russo - [email protected]

ISIS EUROPA-POMIGLIANO D'ARCO (NA)

ROSANNA GENNI - [email protected]

IISS GADDA-Fornovo di Taro (PR)

Fabrizio Boschi - [email protected]

ISTITUTO REFERENTE

LICEO ARTISTICO SCUOLA DEL LIBRO-URBINO (PU)

Susanna Ugoccioni - [email protected]

IIS"L. da Vinci"-Umbertide (PG)

Stefano Del Furia - [email protected]

ITCG Enrico Mattei-Casamicciola Terme (NA)

Giuseppe Salemme - [email protected].

ITT G.MALAFARINA-SOVERATO (CZ)

ROBERTA SANTORO - [email protected]

I.C, Luigfi Credaro di Livigno-Livigno (SO)

Cristina Galli - [email protected]

I.M. "Marco Terenzio Varrone"-Cassino (FR)

PELOSI PIERO - [email protected]

Liceo GIOIA-PIACENZA (PC)

Mario Magnelli - [email protected]

C.D. Eduardo De Filippo-S.Maria la Carità (NA)

Rita Nicolina Orso - [email protected]

IC Borgaretto Beinasco-Beinasco (TO)

Angelo Del Vecchio - [email protected]

IC Karol Wojtyla-Roma (RM)

Regis Anna maria - [email protected]

ITIS "De Pretto"-SCHIO (VI)

A.D. - Casarotto Filippo - [email protected]

I.C. FOLIGNO 4-FOLIGNO (PG)

Chiara Giammarioli - [email protected]

IIS-(LS-ISA-IPSIA)-SAN GIOVANNI IN FIORE (CS)

FAUSTO STRANGES - [email protected]

I.C. 3 Chieti-Chieti (CH)

Enrica Polidoro - [email protected]

IIS M.FILETICO-FERENTINO (FR)

ERMELINDA ANDRELLI - [email protected]

ITT " A.Gentileschi"-Milano (MI)

Donatella Galletti - [email protected]

IC FOLIGNO4-FOLIGNO (PG)

PAOLA GRISANTI - [email protected]

I.C. FOLIGNO 4-FOLIGNO (PG)

PAOLA ANGELELLA - [email protected]

I.C. FOLIGNO 4-FOLIGNO (PG)

SILVANA CARLONI - [email protected]

IC "G. Ferrari"-Vercelli (VC)

Stefano De Fazio - [email protected]

IISS DELL'ERBA-CASTELLANA GROTTE (BA)

Rosa Mottola - [email protected]

Liceo Aristosseno-Taranto (TA)

Sabrina Rizzi - [email protected]

ICS Amerigo Vespucci-Vibo Marina (VV)

Andrea Mamone - [email protected]

Liceo Scientifico "N. Sensale"-Nocera Inferiore (SA)

Maria Teresa Gambino - [email protected]

EFT Sicilia - IIS "Arangio-Augusta (SR)

Daniela Averna - [email protected]

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LE ECCELLENZE

49

di Alessia Tripodi

I n questo momento difficile «abbia-mo un’opportunità di potenziare ladidattica a distanza anche oltre

l’emergenza» e «un’occasione per ri-pensare un modello di scuola esclusiva-mente frontale». Ne è convinto Giovan-ni Biondi, dal 2013 presidente di Indire, l’istituto di ricerca del Miur che in queste settimane di emergenza da coronavirus insieme al ministero coordina le scuole italiane che, dopo la chiusura stabilita dal governo per arginare il contagio, proseguono le attività didattiche a di-stanza. «Molti istituti scolastici sono stati colti un po’ di sorpresa dall’emer-genza», sottolinea Biondi, spiegando che «quelli che si sono attivati di più sono stati gli istituti della zona rossa», quelli dove è scoppiato il primo focolaio italiano di coronavirus.

I buoni esempi Tra le scuole che non si fatte trovare impreparate ci sono quelle del movi-mento Avanguardie educative, che dopo la chiusura «hanno esteso alle altre il loro modello di educazione a distanza», arrivando anche a costituire il “Manife-

INTERVISTA GIOVANNI BIONDI

Un’occasioneper ripensareil modellosolo «frontale»

Giovanni Biondi

genza», scrivono in un nota le 27 scuo-le polo di Avanguardie che hanno datovita al Manifesto. Il documento «si svi-luppa attorno a sei assi portanti: cre-scita, innovazione, responsabilità, si-stema, rete e comunità» e «alla base c’èl’dea di fare comunità: docenti, diri-genti, personale della scuola, famigliee studenti, insieme per affrontarel’emergenza che potrà migliorare e farcrescere la scuola in Italia». Il Manife-sto è aperto a tutte le scuole che voglio-no partecipare: per farlo, spiegano leAvanguardie, è sufficiente condivide-re sui propri profili social il documentopubblicato sul sito Indire (www.indi-re.it/progetto/avanguardie-educati-ve) utilizzando l’hashtag #Lascuola-nonsiferma.

I webinarSul sito Indire (www.indire.it) è possi-bile partecipare al programma di we-binar gratuiti per imparare metodi estrumenti per la didattica a distanza, adisposizione della comunità scolasticain occasione dell’emergenza corona-virus. Il calendario dei seminari, messia disposizione della comunità perfronteggiare l’emergenza coronavi-rus, è in costante aggiornamento. E nelle ultime settimane ha visto cresce-re le adesioni: secondo Indire, nellaprima settimana di marzo ha registra-to in 4 giorni 160 mila utenti, di cui7.500 docenti. I webinar sono comple-tamente gratuiti ed erogati tramite lapiattaforma Cisco Webex e sul sito In-dire si trovanotutte le istruzioni periscriversi e partecipare.

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE LE ECCELLENZE

5050

per esempio, alle classi nelle isole che si trovano costrette a fare lezione a distan-za quando l’insegnante non riesce ad arrivare perchè il traghetto non parte.

I tutorial per chi è indietro Nella terza fase di gestione dell’emer-genza, poi, ha spiegato ancora ancora Biondi «abbiamo messo a punto delle pagine web per i docenti che sono com-pletamente a digiuno di tecnologia applicata alla didattica, offrendo loro tutorial “per funzioni”: da come si parla con gli studenti via Web, a come si orga-nizzano collegi dei docenti, a come asse-gnare i compiti o registrare una lezione e condividerla su Youtube». Corsi di for-mazione hi-tech anche per chi «fino ad oggi ha demonizzato la tecnologia a scuola - sottolinea Biondi - o per chi considera il pc un “nemico” della cultura e che in questi giorni di emergenza sani-taria si è sentito disorientato».

Ma evidentemente la gestione di que-sto disorientamento non è sufficiente a colmare il divario digitale che ancora affligge una parte della scuola italiana. «La tecnologia da sola non cambia la scuola - afferma Biondi - perchè serve una visione complessiva del modello di cambiamento», che, come accennato all’inizio, secondo il presidente Indire dovrebbe (e potrebbe, cogliendo l’occa-sione) ripensare una scuola costruita come modelli frontale. «Fino a oggi la formazione a distanza è stata considera-ta di serie B - sottolinea Biondi - ma è sbagliato distinguere tra distanza e pre-senza, perchè anche la scuola in presenza usa strumenti a distanza come il libro».

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sto della scuola che non si ferma”. Allo stesso modo gli istituti che fanno parte del Movimento delle Piccole Scuole, strutture scolastiche con pochi iscritti e situate in zone isolate dal punto di vista geografico, hanno reagito con prontez-za a una situazione che, in molti casi hanno già sperimentato. Si pensi, per esempio, alle classi nelle piccole isole, costrette a fare lezione a distanza ogni volta che l’insegnante non riesce ad arrivare perchè il traghetto non parte per le cattive condizioni del tempo.

Nella prima fase dell’emergenza, l’In-dire ha organizzato webinar formativi per i docenti, trasmessi sul proprio sito e tenuti da altri insegnanti esperti di didat-tica a distanza, che «già lavorano con piattaforme gratuite come Facebook, Google - spiega Biondi- e altri strumenti con certificazione Agid, ovvero con stan-dard adatti al lavoro con i minori». Questi primi seminari web hanno riscosso un grande successo, con «oltre 3mila docen-ti iscritti», e nelle settimane seguenti la partecipazione è costantemente cresciu-ta. I webinar vengono poi memorizzati in modo da creare una biblioteca accessi-bile ai prof in qualunque momento, anche dopo la loro trasmissione.

Dopo questa prima fase, l’Indire ha chiamato a raccolta le Avanguardie per far mettere le loro conoscenze a disposi-zione delle altre scuole: «Con la chiusura generalizzata - ha spiegato Biondi - si sono moltiplicati i gemellaggi tra le scuole». Anche le Piccole Scuole, istituti con pochi iscritti o isolati dal punto di vista geografico, hanno reagito con prontezza a una situazione che in molti casi hanno già sperimentato. Si pensi,

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06LE TESTIMONIANZE

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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L a partita con l’emergenzavirus globale, certo, nonera prevista, ma il Pianonazionale per la scuola di-gitale è stato avviato nel

2015 con la Buona Scuola (legge107/2015). In effetti, come dimostranole testimonianze raccolte qui di segui-to, da allora dei passi avanti si sono fat-ti, anche se spesso in modo spontanei-stico e diseguale sul territorio.

Da Nord a Sud diversi istituti si sonoattrezzati, oltre che per spinta interna didocenti e presidi più sensibili al tema e

per condizioni ambientali più favorevo-li, anche per l’apporto dato da aziende del territorio e/o del settore tech, grandie piccole. Dove queste sinergie si sonoverificate le scuole ora si ritrovano a es-sere più avanti e in grado da subito di pa-rare - almeno in parte - il colpo infertodal virus, attivando lezioni a distanzacon piattaforme e strumenti diversifi-cati ma che mirano e ottengono tutti lostesso risultato: continuare a insegnaree mantenere il contatto con e tra studen-ti e professori. E anche con le famiglie.

Ma gli istituti che ora sono in cima alla

di Franca Deponti

SPINTA DAL BASSO

Le scuole più smartaiutano le altre a diventare digitali

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LE TESTIMONIANZE

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registrato molti gemellaggi con istitutichiusi per il coronavirus, con ore di we-binar rese disponibili a tutti. Ora, che lascuola intera ha sospeso le lezioni, que-sta attività di supporto reciproco si stamoltiplicando, coadiuvata sempre piùdal ministero dell’Istruzione che cercadi incanalare, guidare e moltiplicare sulterritorio il meglio delle esperienze giàin atto. Mettendo in campo tutti gli ani-matori digitali previsti dal Piano nazio-nale e formati negli anni scorsi e i poliinnovativi, i ”Future labs” chiamati aguidare il cambiamento.

piramide dei virtuosi non si sono fermatia guardare: da subito - scattata l’emer-genza - non solo si sono attivati per so-stenere gli studenti più deboli perchèsforniti di tecnologie attraverso prestitidi tablet e supporti, ma si sono anchemessi a disposizione delle scuole più inemergenza e/o più arretrate sul frontedigitale. Una scuola insegna all’altra, inuna catena di solidarietà che superaspesso le difficoltà anche strutturali, perfavorire in tutto il territorio l’attivazionedella didattica a distanza.

I primi giorni di “zone rosse” hanno

Lezione online.

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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to ai nostri alunni una lezione che segna lo spartiacque fra la didattica online tradizio-nale e quella che verrà: una diretta strea-ming che ha ottenuto più di duemila con-tatti. Collegati anche gli alunni di Codo-gno, altra zona rossa. C’è stata una lezione con l’attore Luca Vullo e con la Maestra Serafina D’Angelico, di Castelfranco Emi-lia: gli alunni non erano passivi, ma hanno interagito attraverso questionari digitali, hanno raccontato le loro emozioni attra-verso il corpo dell’attore. In altre giornate abbiamo fatto programmare dei robot: i bambini li hanno fatti muovere da casa».

Le scuole hanno messo in rete le buone pratiche di didattica a distanza C’è stata molta solidarietà nella comunità scolastica. Abbiamo anche sperimentato una formula di laboratorio scientifico a distanza. Gli studenti del liceo scientifico Majorana di Brindisi hanno per esempio mostrato con grande competenza ai nostri bambini di elementari e medie esperimen-ti di “divertichimica”. Una scuola di Viareg-gio ci ha fatto una lezione con la realtà aumentata. Sono nati tanti gemellaggi.

Le famiglie cosa ne pensano?Entusiaste, ma c’è un problema di con-nessione e di dotazione tecnologica. Per questo abbiamo lanciato un appello raccolto dal Miur, che ha poi destinato alle zone rosse mille tablet e mille chia-vette usb con giga prepagati. Con i live si consumano 10 giga in due ore. La con-nessione internet è un po’ il corrispetti-vo del pulmino per andare a scuola. Quindi se vogliamo proseguire con queste esperienze di didattica a distan-za, dobbiamo avviare una seria discus-sione a livello nazionale sull’e learning.

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di Maria Piera Ceci

«N on esiste scuola digitale,ma esiste la scuola con ilsuo cuore analogico

come comunità educante». Ne è convin-to Alfonso D’Ambrosio, eletto nel 2006 miglior docente innovatore italiano. All’epoca insegnava matematica e fisica all’Istituto Kennedy di Monselice. E ora che è dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Lozzo Atestino, in pro-vincia di Padova, questa sua passione è tornata più utile che mai. La scuola che dirige (primaria e secondaria di primo grado) ha nove plessi su tre Comuni dei colli euganei, Cinto Euganeo, Lozzo Atestino e Vo’, finita nella zona rossa.

«Ma i ragazzi non sono mai rimasti senza scuola _ dice _ e tutto questo non s’improvvisa. Abbiamo docenti esperti in ogni plesso, il cosiddetto nucleo tecnico, e altri docenti che fanno la differenza invece sul fronte della didattica. Grazie a queste competenze siamo riusciti da subito a mettere in piedi esperienze importanti di didattica a distanza. Per esempio, nella seconda settimana di sospensione delle attività didattiche a scuola, abbiamo offer-

LOZZO ATESTINO PADOVA

Così la scuola della zona rossadi Vo’ ha puntatosui laboratori

Alfonso D’Ambrosio,

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LE TESTIMONIANZE

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già noti. Google Suite for Education, per esempio, che usiamo per scambio di materiali o classi virtuali per appro-fondimenti e recupero. Meet per i col-legamenti video e la chat per interagi-re. Jamboard, la lavagna condivisa.

Com’è stata la risposta di docenti ?Altissima. So che in varie parti d’Italia alcuni si sono rivolti al sindacato per-ché la didattica a distanza non è con-trattualizzata. Da noi i più esperti si sono messi a servizio degli altri. Ogni scuola deve avere un animatore digita-le scondo il Piano nazionale per la scuola digitale previsto dalla legge 107/2015. Certo, se tutte ce l’hanno non dappertutto la spinta è stata la stessa. Il Piano metteva sul tavolo anche possibili investimenti per po-tenziare il digitale, ma anche qui l’uti-lizzo è stato un po’ a macchia di leopar-do. Oggi però le scuole che hanno lavo-rato in questo senso si trovano avvan-taggiate.

Come hanno reagito gli studenti alla didattica a distanza?Abbiamo avuto una risposta altissima anche da parte loro: via registro elet-tronico, con i gruppi di Whatsapp di classe. Anche le famiglie ci hanno inondato di ringraziamenti.

Che cosa vi hanno chiesto le scuoledella zona rossa? Oltre a contenuti, anche per bimbi più piccoli rispetto alla nostra utenza, e a webinair di formazione per i docenti, ci hanno chiesto sostegno psicologico: abbiamo quindi deciso di produrre alcune videolezioni per metabolizzare paura e angoscia.

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di Sara Deganello

«S iamo una delle scuolefondatrici di AvanguardieEducative, il progetto di

Indire (Istituto nazionale di documen-tazione, innovazione e ricerca educati-va, ndr) pensato per seminare innova-zione sul territorio. Abbiamo una ma-turità consolidata nell’utilizzo di stru-menti di collaborazione a distanza e uso del digitale. Per questo siamo im-pegnati anche in una serie di iniziative per le scuole della zona rossa: gemel-laggi virtuali, videolezioni, formazione per i docenti anche sulla “classe capo-volta”, una modalità utile in questo frangente». Alessandra Rucci, dirigen-te scolastica dell’Istituto di istruzione superiore Savoia Benincasa di Ancona, che comprende un liceo scientifico, uno linguistico e un istituto tecnico economico del turismo, racconta una storia di competenze e solidarietà.

Che cosa avete fatto appena è scat-tata la chiusura delle scuole? Immediatamente, senza grandi forma-lità, i docenti hanno cominciato in modo intensivo a utilizzare strumenti

SAVOIA BENINCASA ANCONA

All’avanguardianell’innovazione,in aiuto a formarechi ne ha bisogno

Alessandra Rucci,

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Dunque una didattica vera e propriache va avanti. Altre scuole lamentano problemi di connessione e il fatto che non tutte le famiglie siano attrezzate.Noi non abbiamo questo problema perché i nostri studenti lavorano tutti con tablet e notebook. Se non ce l’han-no, viene loro consegnato loro in como-dato d’uso per tutta la durata del ciclo scolastico. Usiamo già la didattica a distanza per gli studenti che vanno in scambio all’estero, o che sono in alter-nanza per periodi lunghi.

Gli insegnanti sono tutti pronti perquesta didattica? Gli insegnanti al Tosi fanno formazione continua, perché al Tosi ci piace recepire il cambiamento del mondo che ci circonda, lavoriamo molto con le imprese, quindi abbiamo bisogno che i ragazzi utilizzino le migliori tecnologie anche a scuola. Le faccio un esempio: economia aziendale. Non possiamo farla a mano con la partita doppia come si faceva una volta, utilizzia-mo software di ultima generazione. Quin-di per i nostri docenti la formazione non è fondamentale, ma obbligatoria. Non si resiste a lavorare qui se si pensa di fare le 18 ore e andare a casa.

Come si fa a fare i dirigenti scolasti-ci in questo periodo a distanza? Io sono stata a scuola dal primo giorno di sospensione. Non si stacca mai la spina. I dpcm di chiusura scuola a volte arrivano la sera e la comunicazione a famiglie e docenti va fatta in tempo reale. Siamo sempre connessi, con cellulare, notebook, ipad. È vero che a volte è un po’ persecutorio, ma questi strumenti aiutano moltissimo.

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di Maria Piera Ceci

A ll’Istituto Tecnico economicoEnrico Tosi di Busto Arsizio, inprovincia di Varese, il coronavi-

rus non ha fatto perdere un’ora di lezio-ne, racconta la dirigente scolastica Amanda Ferrario. Dal primo giorno di sospensione sono state attivate le lezio-ni a distanza, che qui sono già una pratica abituale.

Come si lavora con le scuole chiuse?Con le aule virtuali: siamo partiti subito utilizzando il registro elettronico, op-pure piattaforme come TEAMS. In questi ambienti di apprendimento il docente gestisce una lezione in sincro-no: lo studente vede il docente, vede i compagni, il docente vede gli studenti. Video e audio vengono attivati seguen-do le regole del netiquette: non si parla tutti insieme, proprio come in classe. Il docente carica una lezione, un video, dei materiali, un project work, e si lavo-ra per tutto il monte ore delle lezioni, quindi la scuola comincia alle otto e finisce alle cinque del pomeriggio. In questi giorni stiamo anche cercando di lavorare alla valutazione.

ENRICO TOSI BUSTO ARSIZIO (VA)

Nessuna ora persagrazie a docentipronti a insegnarevia piattaforme

Amanda Ferrario,

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LE TESTIMONIANZE

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piattaforma Zoom: classi virtuali in cui sono presenti i bambini e gli inse-gnanti. Gli appuntamenti sono stati uno per i piccoli della scuola dell’in-fanzia, due per la primaria, tre per le terze, quarte e quinte, quattro per la secondaria. Intensificati nella settima-na dal 9 marzo, con 5 ore al giorno per la secondaria e 4 per la primaria.

In quanti si sono collegati?Nella prima settimana il 90% degli alunni ha seguito le lezioni e mi sono operata personalmente per il 10% in difficoltà, a cui abbiamo prestato un iPad. Siamo una Apple distinguished school, unica scuola statale del primo ciclo in Italia, e i nostri ragazzi della secondaria hanno già un iPad in co-modato d’uso. Ho messo tutti nelle condizioni partecipare, in fondo per collegarsi basta uno smartphone.

Come si sono svolte le lezioni?Come in una classe virtuale: la mae-stra propone l’attività e ciascuno risponde. Tra l’entusiasmo dei bam-bini. Il lavoro è stato registrato, come pure le presenze, sul registro elettro-nico. Poi sarà il ministero a dirmi se chi non si è collegato è da considerar-si assente giustificato.

Avete risposto all’iniziativa di Tuttoscuola #LaScuolaAiutaLa-Scuola. In che modo?Con videolezioni per varie fasce d’età, con tutorial di formazione per i docenti su come fare videolezione, come usare le piattaforme interattive o anche solo come parlare ai bambini del coronavi-rus. In questo momento è importante rassicurarli sul perché siamo a casa.

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di Sara Deganello

L unedì 2 marzo, all’inizio diun’altra settimana di didatticaa distanza, a una delle video-

chiamate che l’Istituto comprensivo Giuseppe Ungaretti di Melzo (Milano) aveva programmato con i suoi stu-denti, era connessa anche Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, che poi ha scritto su Facebook: «È in questo momento di difficoltà che la comunità educante sta mostrando il meglio di sé. Bravi!».

Stefania Strignano è la dirigente scolastica alla guida delle due scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria che compongono l’istitu-to: 1.050 alunni circa. «Da anni abbia-mo deciso di cambiare la metodologia di insegnamento. Eravamo già pronti alla didattica a distanza».

Come avete organizzato il lavoro con la chiusura delle scuole?Oltre a videolezioni caricate sul regi-stro elettronico o sull’app Schoolwork, per la secondaria abbiamo predisposto inizialmente collegamenti interattivi giornalieri da un’ora ciascuno sulla

UNGARETTI MELZO (MI)

La scuola ha datoun iPad a chiera in difficoltàper collegarsi

Stefania Strignano,

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marzo ha svolto una lezione online sul Virtual Commissioning con i software di simulazione di Siemens utilizzati in ambi-to industriale per eseguire test completi di progetti di automazione e la messa in servizio virtuale di sistemi, macchine e processi in modo da anticipare e valutare eventuali problemi che si potrebbero incontrare durante tutta la fase del ciclo di vita del prodotto. Con la DISC SpA, azienda madrina di una classe terza informatica, utilizzando la piattaforma Discord, stiamo portando avanti il project work utilizzan-do la modalità di smart-working. I ragazzi stessi hanno proposto l’attività e l’azienda ha accettato con entusiasmo.

Le imprese ci sono?Sì. E tutte con il medesimo obiettivo: non far perdere momenti di formazione teorico-pratica ai ragazzi. Altre aziende stanno predisponendo corsi e-learning, anche in modalità sincrona, per diverse classi. Ho notato una prima ricaduta positiva sui ragazzi: con queste nuove modalità 4.0 di fare scuola, e pure alter-nanza, gli alunni sono impegnati di più rispetto al classico binomio, mattina lezioni, pomeriggio compiti.

E i docenti come rispondono?Bene. Nessuno si rifiuta di fare le cose. Certo, stiamo imparando a utilizzare le nuove tecnologie. Ho organizzato anche un collegio docenti a distanza, attraverso una piattaforma Microsoft che permette da remoto fino a 250 collegamenti. Io credo che questa emergenza sanitaria possa aprire la strada a importanti innova-zioni nella scuola. Gli studenti, però, sono da supportare. Magari “regalando” loro un po’ di traffico internet per le lezioni digitali.

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di Claudio Tucci

«La didattica digitale è unagrande opportunità. Nellamia scuola la si sta utilizzan-

do anche per “salvare” le attività di scuola-lavoro, che per gli studenti del quinto anno rappresentano requisito di ammissione alla prossima maturità. Un’azienda del calibro di ABB, ad esempio, ci sta dando una mano: un esperto aziendale, un inge-gnere, nonostante la sospensione delle attività didattiche, ha svolto una lezione di un paio di ore in modalità e-learning su infrastruttura a supporto della mobilità elettrica». Per Maurizio Chiappa, preside del Guglielmo Marconi di Dalmine (Bg) - un istituto tecnico all’avanguardia nel rapporto scuola-lavoro, con più di 400 aziende partner - l’esigenza, ora, «è af-frontare questa emergenza salvaguardan-do gli interessi e i diritti degli studenti».

I ragazzi hanno partecipato? Sì. Era presente il 95% dei 110 studenti del quinto anno delle classi interessate, colle-gato attraverso Skype: gli studenti poteva-no interagire con il relatore anche con la chat sincrona. Non solo. Un altro colosso, Siemens, ha raccolto il mio appello, e l’11

GUGLIELMO MARCONI DALMINE (BG)

Ragazzi su skypeper lezionie projeck workcon le aziende

Maurizio Chiappa,

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LE TESTIMONIANZE

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che il Majorana era già abituato a utilizzare le tecnologieSì, da noi il processo è partito diversi anni fa. In questa occasione abbiamo solo incre-mentato alcune funzioni della didattica a distanza, ma il resto lo avevamo già ampia-mente sperimentato, corretto, verificato e messo a punto. Il vantaggio della didattica a distanza sta nel fatto che consente di dilatare il tempo dell’apprendimento: i materiali possono essere rivisti e studiati anche oltre l’orario delle lezioni e secondo i ritmi di apprendimento degli studenti.

La vostra è una scuola pilota, avetecondiviso le vostre esperienze? Sì, assolutamente. Fin dai primi giorni di stop alle attività didattiche in alcune zone ci siamo messi a disposizione di tutti: abbiamo realizzato delle videole-zioni per alcune scuole del Veneto e della Lombardia e sono convinto che, finita l’emergenza, tutti diventeremo più ricchi di esperienze e perché no, anche di competenze.

Qual è il giudizio dei ragazzi sullelezioni a distanza? I ragazzi sono entusiasti . Gli strumen-ti utilizzati, ma soprattutto le persone, che fanno la differenza, ci hanno con-sentito di far sentire quanto meno possibile il distacco fisico dalla loro aula, dalla loro scuola. Perché i ragazzi amano la loro scuola. Come preside sono rimasto colpito dal fatto che alcuni studenti sono venuti a trovarmi, preoccupati: «Se chiudono la scuola, non possiamo più venire?» mi hanno chiesto. Non potrete assolutamente entrare a scuola, ho risposto. Ma non vi preoccupate, non vi lasceremo soli.

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di Maria Piera Ceci

Q ui gli studenti sono abituati astudiare in aule immersive. E lascuola è sede di FUTURE LABS,

un progetto d’innovazione che permet-te di organizzare gli ambienti in funzio-ne delle nuove tecnologie e delle nuove metodologie didattiche. L’Istituto Etto-re Majorana di Brindisi (Istituto tecnico - settore tecnologico e Liceo delle scienze applicate) è un polo formativo sul territorio per quanto riguarda l’in-novazione. Lo stop alle lezioni causato dal conoravirus non ha trovato dunque impreparato il suo dirigente scolastico, Salvatore Giuliano.

Al Majorana non suona la campa-nella alle otto del mattino, ma cosa succede in alternativa?Alle otto del mattino suona la campa-nella virtuale. Sui dispositivi degli alunni è già sincronizzato il calenda-rio, quindi si procede secondo l’orario tradizionale delle elezioni: per esem-pio dalle 8 alle 9 italiano, poi matema-tica e così via. I docenti hanno sempre sul loro dispositivo le classi virtuali.

Una risposta veloce grazie al fatto

ETTORE MAJORANABRINDISI

Alle otto suonala campanellavirtuale e scattal’orario normale

Salvatore Giuliano,

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Guida rapida: così i tre step delle lezioni digitali

Ecco, di seguito, le lienee guida nazionali per l’organizzazione delle lezioni a distanza che si sono date le scuole paritarie cattoliche aderenti a Fidae. È un esempio, stringato e chiaro, dei diversi livelli di approccio immediato all’e-lear-nig che si possono adottare a seconda della possibilità e/o della capacità di scuole, docenti, studenti e famiglie. Si passa dal più basilare al più complesso, con indicazioni esemplificative di piattaforme e la segnalazione di vantaggi e svantaggi.

PROPOSTE DI STRUMENTI PER LA DIDATTICA A DISTANZAI materiali che seguono sono stati organizzati secondo tre livelli di complessità crescente per dare a tutti i docenti la possibilità di trovare le modalità di interazione che più sentono vicine alla loro confidenza con il digitale.

LIVELLO 1UTILIZZO DEL REGISTRO ELETTRONICO PER L’ASSEGNAZIONE DI COMPITIIl docente potrebbe scegliere uno strumento già in uso nell’istituto: il registro elettronico.Nella sezione di assegnazione dei compiti alla classe da parte del docente o nella bacheca della classe è prevista anche la possibilità di caricare video (con qualche limitazione sulla dimensione del file) o altri file (schede, testi ecc).VANTAGGI: le famiglie possiedono già le cre-denziali di accesso al registro.SVANTAGGI: la comunicazione tra docente e studenti/famiglie è prioritariamente in uscita. Non tutti i registri consentono di ricevere feed-back e materiali da parte degli studenti.

LIVELLO 2UTILIZZO DI APPLICAZIONI DI CONDIVISIONEPer condividere testi, link, immagini, video, giochi didattici, mappe e documenti di vario genere, un po’ come su una LIM, è possibile usare applica-zioni web-based, che non richiedono alcuna installazione e sono accessibili da qualsiasi di-spositivo dotato di connessione ad internet.Un ottimo esempio di facile utilizzo, che molti conoscono è Padlet.I docenti possono invitare a collaborare i colle-ghi, inserire materiali anche multimediali, già presenti sul web o prodotti da loro stessi, e con-dividerli con gli studenti, che avranno la possibi-lità di inserire i loro commenti (con possibilità di approvazione preventiva da parte del docente).PADLET (https://sites.google.com/view/la-classe-online/app-per-prof/padlet-e-non-solo)VANTAGGI: consente un accesso immediato ai materiali online senza necessità di creare ac-count per gli studenti, è collaborativo, consente di attivare una comunicazione non unidireziona-le. Si può utilizzare da qualsiasi dispositivo.SVANTAGGI: è possibile creare gratuitamente solo 3 bacheche online.

LIVELLO 3CREAZIONE DI CLASSI VIRTUALI ATTRAVER-SO APPLICAZIONI DEDICATENel caso in cui non ci fosse una piattaforma già inuso nella scuola, si potrebbe scegliere di attivare un account gratuito di applicazioni dedicate alla creazione di classi virtuali. Nelle classi virtuali sarà possibile assegnare compiti e verificarne l’esecuzione; condividere una chat in ambiente

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LE TESTIMONIANZE

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protetto con gli alunni; caricare video, assegnare verifiche e scadenze.Come esempi possiamo citare:EDMODOwww.youtube.com/watch?v=zGZy5IC5W_cwww.youtube.com/watch?v=A1P7pOtX2vMFIDENIAwww.fidenia.com/come-funziona/WESCHOOLwww.youtube.com/watch?v=-_-TC0Jef1YVANTAGGI: docente ed alunni possono entrare in contatto in un ambiente di condivisione nel quale gli alunni potranno interagire tra di loro e con il docente/docenti della loro classeSVANTAGGI: eventuali difficoltà relative al livel-lo di competenza posseduto da ciascun docente nell’utilizzo della rete. Necessità di autorizzazio-ne all’uso da parte dei genitori nel caso non si abbia già.

UTILIZZO DI PIATTAFORME DI CONDIVISIONE A LIVELLO DI ISTITUTO (MOODLE, OFFICE365, GSUITE, APPLE…)Queste piattaforme contengono al loro interno diverse applicazioni destinate all’uso didattico e consentono un’organizzazione strutturata dei contenuti: classi virtuali (Teams, Classroom,…); archiviazione e condivisione di documenti (One-drive, Google Drive, iCloud,…) verifiche e son-daggi on line (Forms, Documenti google…)Esistono molti tutorial online e nei prossimi giorni saranno messi a disposizione i link a webi-nar tenuti da docenti esperti sull’utilizzo delle principali piattaforme per la didattica.VANTAGGI: procedura di accreditamento facili-tata; numero di licenze gratuite illimitate per studenti e docenti dell’Istituto; creazione di un

ambiente di condivisione a 360° all’interno del-l’Istituto in ambiente protetto e che rispetta il GDPR.SVANTAGGI: individuazione di un docente refe-rente che si occupi della creazione degli account delle classi e che si formi sulla gestione della piattaforma.I docenti che non abbiano familiarità con l’uso di queste piattaforme devono formarsi sull’utilizzo. È necessario creare account per docenti e stu-denti ed avere l’autorizzazione da parte dei geni-tori nel caso non si abbia già. Prevede l’adozione di un regolamento per l’utilizzo.Di seguito si indicano alcuni link in cui i docenti possono approfondire la conoscenza dei diversi ambienti:Google https://teachercenter.withgoogle.com/certifi-cation_level1https://teachercenter.withgoogle.com/certifi-cation_level2Moodlehttps://elearning.unipd.it/dlm/course/view.php?id=3Applehttps://www.apple.com/it/education/apple-teacher/Microsofthttps://education.microsoft.com/it-it

Al seguente link sono reperibili approfondimenti e materiali utili e risorse on line già pronte da utilizzare in continuo aggiornamento:bit.ly/digitalustpadova

Fonte: Fidae

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Bombardelli sta organizzando il lavo-ro a distanza nelle sue scuole, aiutandoanche i colleghi meno esperti. «Sto cercando di alternare le diverse risor-se: videolezioni registrate, lezioni instreaming con i ragazzi collegati, com-piti a distanza. Anche se non sarà maicome stare in classe, i video, se prepa-rati con calma, con un po’ di montag-gio permettono al docente di pensarebene cosa dire, di tagliare gli errori, dinon perdere tempo a scrivere le equa-zioni. E gli studenti possono tornareindietro se non hanno capito. È la clas-se rovesciata, una modalità che ho giàusato: do i video con la teoria da guar-dare a casa e poi a scuola facciamo gliesercizi. Vedo quello che fanno i ragaz-zi, risolvo i problemi. Certo le videole-zioni mancano di interattività: in que-sto momento di scuole chiuse bisognaaffiancarle ad altri strumenti, come ledirette su Meet per esempio».

Insegnare e divulgaresu YouTubeGli insegnanti-divulgatori su You-Tube sono un fenomeno consolidato.Matteo Saudino è docente di filosofiain un liceo di Torino: il suo canale,BarbaSophia ha 83mila iscritti. IreneRegini ha invece una cattedra in Bel-gio e sul suo canale Satura Lanx parlain latino, lo insegna, diffonde po-dcast su Lucilio, Livio Andronico, Te-renzio,Plauto.

Accanto alle lezioni, molto artigia-nali, caricate in questi ultimi giorni,non mancano neonati canali tematicianimati da “prof”: GeoChannel è statoaperto da Alessandro Beloli, inse-

di Sara Deganello

I nsegnanti in classe, nel web you-tuber, divulgatori di pillole video,podcast, esperimenti sui social.

Con una convinzione comune: nientepuò sostituire una lezione con i ragaz-zi. Ma ora che l’emergenza coronavi-rus ha imposto la didattica a distanza,abbiamo chiesto loro qualche consi-glio sulla gestione della situazione.

Videolezioni ma non solo: bisogna alternare le risorseElia Bombardelli ha 32 anni e insegnamatematica e fisica al liceo Steam In-ternational di Rovereto e al liceo scien-tifico Galileo Galilei di Trento. Su You-tube ha un canale con 270mila iscritti ele videolezioni delle sue materie supe-rano i 40 milioni di visualizzazioni.«All’università avevo trovato onlinevideo utili per la preparazione degliesami, spesso prodotti da atenei stra-nieri. Quando ho iniziato a lavorare hocercato se ci fosse qualcosa di simile,sulla matematica, in italiano. Nonc’era: così ho cominciato a produrre imiei video nel 2012, pubblicandoli suYouTube per i miei studenti. Oggi

INSEGNANTI SU YOUTUBE

La videolezionenon basta: mail,classi virtuali,temi su TikTok

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LE TESTIMONIANZE

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gnante di geografia in un istituto tec-nico milanese, un mese fa. Fisica Fast èonline solo da pochi giorni, come ca-nale e come sito, con esercizi, grafici,videolezioni. È il lavoro di Elia Rampi,31 anni, professore di matematica e fi-sica al liceo scientifico M.G. Vida diCremona, che racconta: «Gli studenti utilizzano già metodi alternativi per studiare, oltre ai classici appunti e libri:da nativi digitali sono sempre alla ri-cerca di contenuti online, in primis divideo. Così ho pensato di sviluppareuno strumento didattico che andasseincontro alle loro esigenze: contenutivideo brevi, senza fronzoli, e un siste-ma intuitivo di ricerca. Naturalmentenon vuole sostituire la lezione scola-stica, ma può essere utile per lo studiopersonale, per il ripasso o l’approfon-dimento. In tempi di coronavirus, noiinsegnanti siamo costretti a integrarela didattica con nuovi metodi: può es-sere l’occasione di pensare diversi ap-procci alle nostre discipline».

Compiti su TikTokEnrico Galiano, classe 1977, insegnan-te di lettere nella scuola media Italo Svevo di Pravisdomini in provincia diPordenone, scrittore (ad aprile esceper Garzanti il suo ultimo libro Dormistanotte sul mio cuore), animatore dei social con video ironici di “cose daprof”, con le scuole chiuse ha iniziato apubblicare su YouTube una parola algiorno. Limbo, focolaio, industriarsi leprime. Con compiti correlati: «Dopoun iniziale momento di festa i ragazzisentono la mancanza della scuola equesto li spinge a collaborare in modo

Elia Bombardelli.

Elia Rampi.

Enrico Galiano.

Alessandro Bar-bero.

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE LE TESTIMONIANZE

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Orientale, incarna un buon esempio diquesta ricetta: le sue lezioni di oltreun’ora finiscono su Spotify o YouTubee registrano fino a 540mila visualizza-zioni. Lui puntualizza: «Sono tutte ri-prese o registrazioni di interventi da-vanti a un pubblico. Con la telecamerami sento meno a mio agio. La cono-scenza si trasmette attraverso qualcu-no che ti parli, che ti guardi negli occhi.La teledidattica è necessaria purtrop-po in questo momento di emergenza,ma la lezione è insostituibile: il contat-to diretto rimane fondamentale, an-che all’università. In questi giorni bi-sogna coinvolgere più possibile glistudenti, anche negli aspetti tecnici,anche con il contatto personale e per-sonalizzato via mail».

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attivo», spiega. «L’insegnamento inclasse è insostituibile: mette in campoattivatori emozionali che risvegliano iprocessi cognitivi. In questa emergen-za bisogna coinvolgere più studentipossibili con i mezzi adatti, io uso unachat di Whatsapp con i cellulari dei ge-nitori, e poi serve fantasia. Sto pensan-do di far preparare un Decameron diracconti in file audio e poi lancerò deicontest su TikTok, per esempio rac-contare un momento storico con un vi-deo». Per chi si sta cimentando per laprima volta con la videolezione Galia-no torna ai fondamentali dell’insegna-mento: «Semplificare senza banaliz-zare. E poi la passione: se ce l’hai riescisempre a comunicare».

Alessandro Barbero, 60 anni, docen-te di storia all’università del Piemonte

Didattica a distanza.

ANSA

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07LE UNIVERSITÀ

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S edute di laurea a distanza a Pa-via, Pisa e al Politecnico di Mila-no. Esami scritti (e online) a Pa-

dova. Trasformazione di tutti i corsi dafrontali in digitali alla Bocconi, alla Lu-iss e a Padova. Open day virtuale allaCattolica. Sono solo alcune delle stra-tegie anti-chiusura messe in campo neigiorni scorsi dagli atenei italiani dopola sospensione delle attività didattiche,causa coronavirus, su tutto il territorionazionale. E altre ne seguiranno da quiin avanti. Nell’ambito di una strategiache, nata per fronteggiare l’emergen-

za, può rappresentare l’occasione per «guardare al futuro», come sottolinea-to dal presidente della Conferenza deirettori (Crui), Ferruccio Resta, all’indo-mani della scelta del governo di “fer-mare” pro tempore scuole e università.

Esattamente come negli istituti sco-lastici, anche negli atenei all’improv-viso la parola d’ordine è diventa “e-le-arning”. Dalla presenza si è passati al-l’assenza; dall’insegnamento frontalealle aule virtuali. In un quadro genera-le comunque migliore rispetto allescuole. Con tante piattaforme di ate-

di Eugenio Bruno

E-LEARNING

A distanza il 4% dei corsi, ma è corsaa recuperare il gap

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LE UNIVERSITÀ

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neo già preesistenti, 11 università in-teramente telematiche e il 4,2% di tuttii corsi erogati già integralmente o par-zialmente a distanza (o in forma mi-sta, cioè con meno del 66% dei creditiattribuiti online).

La diffusione dell’e-learningFermo restando che si tratta solo diuno dei tanti indicatori utilizzabili permisurare l’attitudine al digitale delle nostre accademie, il primo elementoche balza agli occhi è che nell’arco di undecennio i corsi a distanza attivi negli

Atenei tradizionaliBari

Cagliari

Cattolica Sacro Cuore

Ferrara

Foggia

Genova

Link Campus

Lum “Jean Monnet”

Milano

Milano-Bicocca

Modena e Reggio Emilia

Padova

Palermo

Parma

Perugia

Pisa

Politecnico di Milano

Roma “La Sapienza”

Roma “Tor Vergata”

Roma Tre

Sassari

Stranieri Reggio C.

Torino

Trieste

Tuscia

Udine

Studi Internaz. di Roma (Unint)

Urbino Carlo Bo

1

5

2

1

7

1

1

1

2

1

5

1

1

5

4

1

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7

1

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13

4

10

7

6

Unicusano

Studi Guglielmo Marconi

E-campus

Giustino Fortunato

Leonardo Da Vinci

Universitas Mercatorum

Internazionale Uninettuno

Iul

Pegaso

San Raffaele Roma

Unitelma Sapienza

Fonte: Universitaly

Fonte: Universitaly

CORSI A DISTANZA

CORSI TOTALI

0

2011 2019

5.000

4.000

3.000

2.000

1.000

4.645

195

4.334

100

Le lauree attive online in tutto in parte nelle università statali (2019)LA MAPPA DEI CORSI A DISTANZA

La teledidattica dal 2011a oggi

DIFFUSIONEDELL’E-LEARNING

Atenei telematici

L’offerta delle Università statali

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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atenei statali sono saliti dai 100 del2011 ai 195 attivi nel 2019 secondo ilportale Universitaly. Considerandoche nel frattempo le lauree sono saliteda 4.334 a 4.645 il peso dell’e-learningè cresciuto dal 2,3 al 4,2 per cento. Rin-viando al grafico pubblicato nella pa-gina precedente per i dettagli, in que-sta sede ci limitiamo a sottolineare cheoltre il 60% delle iniziative a distanzariguarda le realtà telematiche.Un’esperienza che potrebbe tornareutile in questo momento.

Le istruzioni del ministero Al momento ciascun ateneo sta fron-teggiando l’emergenza come può. Sul-la base di una circolare del ministro Ga-etano Manfredi che, attuando il Dpcmdel 4 marzo, ammette la «possibilità»di svolgere «attività formative a di-stanza», tenendo conto delle esigenzespecifiche degli studenti con disabilità.La modalità telematica - sottolinea an-cora il documento ministeriale - è am-messa anche per gli esami e sedute dilaurea purché sia comunque garantitala pubblicità degli stessi. Passando alleeccezioni viene specificato che lo stopnon riguarda la formazione specialisti-ca dei medici né i corsi di dottorato.

Le scelte sul campoNei territori che sono stati colpiti primadall’emergenza la sperimentazione èchiaramente più avanti. Ad esempio inLombardia dove sia il Politecnico di Mi-lano che l’università di Pavia hanno te-nuto le prime sedute di laurea in moda-lità virtuale già durante la prima setti-mana di marzo e anche la Bicocca si è

attrezzata per farlo. Stesso discorso perle università non statali. In Bocconi adesempio tutti i corsi sono stati trasferitisulla piattaforma di ateneo. «Siamopartiti dal Mba full time - racconta Leo-nardo Caporarello, direttore del Built(Bocconi university innovation in lear-ning and teaching) - e poi ci siamo al-largati agli altri insegnamenti. Accom-pagnando la parte video e quella livecon altre attività di interazione con lostudente. Ad esempio simulazioni webda svolgere da soli o in team». Il passag-gio successivo riguarderà esami e se-dute di laurea. E anche la Luiss tutta ladidattica è stata spostata online: «Ab-biamo fatto un passo in più – chiarisceil direttore generale Giovanni Lo Storto– abbiamo scelto di non registrare le le-zioni, ma di andare da subito live contutti i docenti per non interrompere ilrapporto in presenza, per quanto vir-tuale. Ho visto che gli studenti sui so-cial stanno scrivendo: Luiss non si fer-ma. È vero, Luiss non si ferma, nessunadelle nostre vite si deve fermare».

Anche altrove lo switch è stato rapi-do. L’università di Pisa ha utilizzato iprimi giorni dell’emergenza per dif-fondere tra allievi e docenti le “istru-zioni per l’uso” e poi ha avviato anche lelezioni online, come racconta il proret-tore alla didattica, Marco Abate: «Siapure con qualche inevitabile perditasulla qualità della didattica, in questomodo contiamo di conciliare l’esigen-za di salvaguardare il percorso forma-tivo degli studenti con le importanti misure di prevenzione della diffusionedel virus». È la sua speranza.

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LE UNIVERSITÀ

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tral è il Politecnico di Milano, che offre, at-traverso la piattaforma Pok, l’accesso a più di 50 Mooc, principalmente rivolti al-l’orientamento in entrata e in uscita dal-l’università, ma con un numero crescentedi corsi di supporto ai percorsi curricolaridi area scientifica, cui si aggiungono gli 8corsi disponibili via Coursera. Sulla piat-taforma di Mountain View, inoltre, è pos-sibile trovare gli 11 Mooc della Bocconi e 6della Sapienza di Roma. Ancora, la piatta-forma EduOpen consente l’accesso ai cir-ca 200 corsi attualmente aperti delle 25 istituzioni appartenenti al consorzio, conun’offerta diversificata che va da corsibrevi di poche ore a percorsi annuali.

Lo scenario italiano si completa conl’Alma Mater di Bologna con 11 Mooc di-sponibili sulla piattaforma Book, l’uni-versità di Urbino, con altrettanti corsi, principalmente rivolti a una platea scola-stica e di docenti, e Venezia Ca’ Foscari con 13 Mooc attivi o in partenza, entram-be su piattaforma di ateneo.

Anche da noi, quindi, la preparazionepuò aiutarci a rispondere all’emergenza. Ricordando che offrire la possibilità di par-tecipare alla didattica, nell’impossibilità di raggiungere le sedi universitarie, è un obiettivo che va oltre la necessità straordi-naria, e riguarda la capacità di inclusione ditutti quegli studenti - italiani e non - che vo-gliano accedere all’alta formazione degli atenei italiani pur nell’assenza delle risorseper raggiungerli. Questo era il tema del ta-volo aperto a Udine nel 2018 a oltre 250 rap-presentanti di tutti gli atenei del Paese con l’obiettivo di mettere a punto un Piano na-zionale per l’università digitale. Le condi-zioni ci sono, occorre ripartire da qui.

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di Valentina Reda

L’emergenza Coronavirus ha riac-ceso il riflettore sull’e-learning esull’importanza strategica della

didattica multimediale - aperta e di qualità -per il sistema pubblico della formazione. Lachiave: la preparazione. Come dimostra la Cina e la scelta di puntare massicciamente sui corsi in formato Mooc (Massive open online courses) e le iniziative analoghe messe in campo in molti paesi del mondo, apartire dagli Stati Uniti, università della Ivy league in testa. Un campo in cui anche il no-stro Paese vanta un’importante presenza.

La Federico II di Napoli è la prima in Eu-ropa e nella top ten mondiale per numerodi Mooc al suo attivo, con oltre 160 corsi aperti, erogati attraverso la piattaforma Federica.eu ed edX, provider internazio-nale di Harvard e Mit. I corsi, quasi tutti curricolari, includono anche quelli per icorsi di laurea Federico II di Ingegneria Meccanica, Ingegneria Informatica, Eco-nomia Aziendale e Economia del turi-smo. La piattaforma ospita anche corsi dialtri atenei: Padova, Firenze, Pavia, Mila-no Bicocca, e Orientale di Napoli.

La seconda università italiana secondol’Osservatorio internazionale Class Cen-

I CORSI BREVI ONLINE

Da Federico IIe PoliMi l’offerta maggioredi «Mooc»

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luglio, quando cioè l’anno accademico sarà concluso, devono essere andati avanti con le lezioni e aver seguito il loro percorso universitario. Gli approcci degli atenei lombardi sono stati graduali e su base volontaria, ma con un’adesione da parte dei docenti e degli studenti che aumenta di giorno in giorno. Siamo in stretto contatto giornaliero tra di noi rettori e ci confrontia-mo su tutto, in modo particolare sulla didattica on line, sulle tesi e sugli esami.

Quali iniziative sono state messe inpratica nei giorni scorsi?A fronte di un limite oggettivo, attraverso la tecnologia abbiamo individuato in questi giorni un’opportunità per ripensa-re le lezioni, le sessioni di laurea, gli open day e anche lo smart working, che coin-volge gran parte del personale tecnico-amministrativo. Tutti gli atenei, attraver-so la propria piattaforma di riferimento, sono partiti con tantissimi corsi on line che assicurano l’operatività generale. Questo evento, per quanto allarmante e angosciante sia, non ci ha paralizzato né, tanto meno, ci ha fatto perdere di vista che le crisi, le difficoltà che stiamo viven-do si possono superare soltanto se le affrontiamo con lucidità, con raziocinio e con l’aiuto della tecnologia. Stiamo met-tendo un atto una sorta di prova generale, che si trasformerà in qualcosa di duratu-ro, in qualcosa cioè che rimarrà come un patrimonio nel ripensare l’offerta forma-tiva e il modo di fare università. Nono-stante la sospensione dell’attività didatti-ca, tuttavia i nostri atenei rimangono aperti, erogando a oggi on line oltre il 60% degli insegnamenti con un ampio coin-volgimento degli studenti e con ampi margini di incremento. Abbiamo anche

di Eugenio Bruno

«I l coronavirus ha dato il via alpiù grande esperimento dionline education mai visto». A

dirlo è Remo Morzenti Pellegrini, rettore di Bergamo e presidente della Conferen-za dei rettori della Lombardia, che vede nelle sperimentazioni di questi giorni una «prova generale» per il futuro.

Come arrivano gli atenei lombardi aquesta prova di inventiva e autorga-nizzazione dovuta all’emergenza?La necessità di limitare il contagio e di ridurre gli assembramenti, rendendo possibile, alla luce di queste indicazioni, il servizio pubblico, vede in prima linea anche i rettori, i quali devono coordinare le rispettive università affinché siano in grado di erogare un tipo di didattica diver-sa da quella tradizionale, una online edu-cation, ossia una didattica a distanza. È esattamente quello che abbiamo iniziato a fare nei giorni scorsi. La ragione è piutto-sto semplice: abbiamo la responsabilità e il dovere, anche morale, di far sì che, una volta rientrata l’emergenza, i nostri stu-denti siano laureati. Senza subire alcuna battuta d’arresto, ma, al contrario, entro

RETTORE DI BERGAMOREMO MORZENTI PELLEGRINI

Non dobbiamofar perdereneanche un giornoai nostri studenti

Remo Morzenti Pellegrini.

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LE UNIVERSITÀ

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di Eugenio Bruno

L e università telematiche sonopronte a dare il loro contributoper combattere l’emergenza. E

«per superare almeno nel settore della formazione le stringenti criticità fornendo contenuti e soluzioni per favorire il pieno completamento degli anni scolastici ed accademici». A dirlo è Alessandra Barbanti, rettrice e fon-datrice dell’università telematica Gugliemo Marconi di Roma. Oltre che esperta di e-learning da una ventina d’anni: a cavallo tra gli anni ’90 e il 2000 faceva parte del consorzio For-com che ha si è battuto per l’introdu-zione anche in Italia degli atenei tele-matici, arrivata poi nel 2004 con il decreto Moratti-Stanca.

Come giudica il panorama dell’e-learning offerto dalle università italiane?Da quando nel lontano 2000 ho pro-spettato per prima alle competenti istituzioni la necessità di colmare il gap culturale con i paesi più innova-tivi e di introdurre anche in Italia questa modalità di insegnamento,

RETTRICE UNIMARCONIALESSANDRA BARBANTI

Dalle telematicheun contributoa tutte le scuolee agli altri atenei

Alessandra Barbanti.

deciso, su impulso della Regione, di anti-cipare le sedute di laurea di scienze infer-mieristiche quale immediato contributo del sistema degli atenei della Lombardia all’emergenza sanitaria ancora in atto.

Che tipo di supporto vi aspettate dalministro Manfredi e dal governo?Sono in contatto con il ministro fin dal primo giorno della crisi, sentendolo anche più volte al giorno. Ci aspettiamo che il confronto costante che abbiamo avuto e che abbiamo continui per tutta la durata dell’emergenza. E che si tratti ovviamente di un confronto costruttivo, che ci permetta di organizzarci per dare risposte chiare e univoche ai nostri stu-denti e alle loro famiglie. Abbiamo altresì bisogno che ci venga dato un supporto per la piattaforma utilizzata per erogare la didattica a distanza e che il ministro e il governo adottino misure adeguate affin-ché gli atenei non vadano in ordine spar-so, ma abbiamo comportamenti comuni. Al tempo stesso, però, abbiamo soprat-tutto bisogno di flessibilità di azione, nonché la possibilità, per esempio, di organizzare a pieno regime un nuovo calendario accademico e da subito le discussioni di laurea secondo modalità alternative, di farle cioè per via telemati-ca. È così che, almeno per quanto riguar-da la prossima sessione straordinaria di marzo, faremo all’Università di Bergamo, dove nel dipartimento di Giurisprudenza ho deciso di presiedere io direttamente tutte le commissioni di laurea, come segno simbolico e concreto di vicinanza agli studenti, impegnandomi a organiz-zare poi per questi studenti, il prima possibile, un momento celebrativo.

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE LE UNIVERSITÀ

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posso dire che si è fatto moltissimo, soprattutto in un Paese che in fin dei conti ha investito troppo poco su tecnologie, banda larga e digitalizza-zione. Eppure oggi esistono univer-sità telematiche di grande qualità e serietà capaci di offrire agli studenti percorsi formativi mirati che tengo-no conto delle esigenze di chi lavora e che contribuiscono a elevare la qualità socio culturale del sistema Paese senza alcun onere per lo Stato. Ovviamente si può migliorare ancorasia in termini di qualità dell’offerta formativa (ad oggi pari a 137 corsi di laurea e circa 400 master di primo e secondo livello) sia delle garanzie richieste dalla riforma Gelmini.

In che modo?La riforma se andiamo a vedere è servita me lo lasci dire, per fare puli-zia. I controlli sui servizi che erogano le università telematiche sono an-nuali e, le assicuro, stringenti. L’eter-no scontro-confronto tra queste e quelle tradizionali, cosiddette “fron-tali”, finisce per fotografare un Paese che non vuole adeguarsi ai tempi e soprattutto all’era digitale. I “millen-nials”, i cosiddetti nativi digitali, da quest’anno hanno fatto il loro in-gresso nel mondo delle università ed è impensabile non garantirgli anche un’offerta di istruzione a distanza. Io ho insegnato per anni come ordina-rio alla Sapienza e provenendo pro-prio dalle università frontali dico che è definitivamente ora di superare questa chiusura mentale e questo miope pregiudizio che fa male allo sviluppo del Paese e sopra tutto agli

interessi degli studenti che devono invece essere l’unico obiettivo del nostro agire.

L’esperienza di oltre 15 anni delletelematiche come può tornare utile in questa fase di emergenza?Le università telematiche sono già pronte a fronteggiare le richieste che potrebbero arrivare dalle istituzioni, dal mondo accademico e dalle scuole in questa fase di emergenza, grazie all’avanguardia tecnologica raggiun-ta dopo anni di investimenti e di ri-cerca su piattaforme, mezzi e conte-nuti. La Unimarconi già da giovedì scorso garantisce sia sessioni di esa-mi che di laurea a distanza con aule virtuali che garantiscono la piena regolarità e trasparenza, oltre che il totale accesso remoto degli studenti a piattaforme, contenuti e materiali. Questa modalità di insegnamento trasparente, efficace ed equa è quindi l’unica soluzione alle moderne esi-genze formative del paese e lo è in particolar modo in questa fase estre-mamente critica e delicata. In questa prima settimana di sospensione dei corsi di laurea e delle lezioni sta emergendo l’importanza della forma-zione a distanza e i limiti infrastruttu-rali del sistema di istruzione italiano tradizionale, ma sono convinta che tutto il comparto delle università telematiche è a disposizione per su-perare almeno nel settore della for-mazione le stringenti criticità fornen-do contenuti e soluzioni per favorire il pieno completamento degli anni scolastici ed accademici.

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08GLI INVESTITORI

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U n’immensa libreriaonline di testi univer-sitari da noleggiareagli studenti con lapossibilità di un tutor

sul web che li affianca per quella speci-fica parte di volume da approfondire.Oppure una serie web con medici e at-tori che insegnano come diagnostica-re alcune malattie.

Il primo caso è la californiana Chegg,quotata al listino Nyse di Wall Streetcon tre milioni di abbonati, 321 milionidi dollari di ricavi e 1.087 dipendenti:

l’anno scorso ha messo a segno unacrescita dei ricavi del 25% con un ebitdadel 30 per cento. Le serie televisive so-no invece prodotte dalla brasiliana Af-ya Educacional da luglio 2019 quotatasul Nasdaq. Sono soltanto un paio diesempi di aziende specializzate nel-l’educazione online su cui ragionano einvestono alcune grandi case di ge-stione internazionale. Segno che qual-cosa sta cambiando nell’e-learning.

I numeri dell’educazioneSu 8,1 miliardi di dollari di capitale di

di Vitaliano D’Angerio

DIDATTICA HI TECH

Così la finanzavede l’affaredell’e-learning

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GLI INVESTITORI

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Su 8,1 miliardi di dollari di capitale di rischio investito a livello globale nel 2018. Dati in %

Cina Usa Asia(non Cina)

Europa Restodel mondo

Fonte: Credit Suisse, EdTechX Holdings: “Learning is the new «tech»”, slide 12

50

20

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Investimenti in tecnologie didattiche

gli analisti di Goldman Sachs nello studio«Transforming Education in the digital era» (marzo 2019). Istruzione che costa tantissimo: negli Stati Uniti, per esem-pio, dal 1978, i costi dell’educazione sonocresciuti del 1.225% (fonte Bureau of La-bor Statistics) a fronte di un sistema inef-ficiente visto che il 37% degli studenti Usanon si laurea. In compenso però, al ter-mine degli studi si ritrovano in media con un debito a testa di 37 mila dollari.

Accessibile e scalabileCi sono dunque enormi potenzialità

rischio investiti in educazione digita-le, a livello globale, nel 2018, la metà hariguardato la Cina secondo i dati diEdTechX Global e Credit Suisse. Sonosoldi che affluiscono da fondi di ven-ture capital; 200 le società cinesi diformazione online che hanno raccoltoquesti capitali. Degli 8,1 miliardi sol-tanto il 20% è affluito nei tecnologiciStati Uniti e appena l’8% in Europa.

I soldi investiti nell’e-learning sono ve-ramente poca cosa però rispetto ai circa 11mila miliardi di dollari spesi per l’edu-cazione nel mondo nel 2018 e stimati da-

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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da esplorare nel settore dell’educa-zione online tanto che si sono mossegrandi case d’investimento tra cui l’el-vetica Credit Suisse. «Negli Stati Uni-ti, già l’81% degli studenti universitari(fonte www.statista.com) dichiarache l’offerta online li aiuta a migliora-re i loro voti – ha dichiarato in un’in-tervista Burkhard Varnholt, vicediret-tore investimenti globale di CreditSuisse –. Entro il 2022 il mercato del-l’e-learning dovrebbe generare ricaviper più di 243 miliardi di dollari».

Edutainment, il megatrendL’e-learning sarà uno dei mega trenddei prossimi dieci anni. Anche sel’istruzione online per essere vera-mente efficace va abbinata al gioco. I

bambini imparano in modo più rapi-do infatti se sono coinvolti dal puntodi vista emotivo e pratico. Da qui il ne-ologismo inglese eudtainment (edu-cation+entertainment). Questo nuo-vo tipo di insegnamento però è ancoraagli inizi. «L’edutainment rappresen-ta attualmente solo il 2% circa dellaspesa totale per l’istruzione – vieneancora spiegato dal vicedirettore in-vestimenti globale di Credit Suisse –.Tuttavia sono piuttosto certo che tradieci anni questa percentuale si avvi-cinerà al 20 per cento. L’edutainmentè un vero e proprio mega trend».

Gli investimentiMolti i fondi comuni disponibili per gliinvestitori che già puntano su questo settore; un ambito, tra i pochi, ancorasoltanto sfiorato dalla rivoluzioneweb. La didattica digitale, viene spie-gato, è scalabile ed economica rispettoinvece al sistema incentrato sull’inse-gnante in aula.

«Ci aspettiamo che gli attori tecnolo-gici a bassa intensità di capitale perl’insegnamento (particolarmente nel-le scuole post primarie dove la supervi-sione è meno necessaria) – spieganonel report gli analisti finanziari di Gol-dman Sachs – guadagneranno spaziocol tempo benché i costi di personaledomineranno ancora il capitolo spesaa livello di sistema d’istruzione globa-le». L’insegnante forse non sarà più inaula ma, anche se via web, non sarà so-stituito dall’intelligenza artificiale.

Il goal numero 4 L’e-learning gioca infine un ruolo

I numeri dell’istruzione

5%Educazione tradizionaleC’è stato un Cagr del 5% (tasso annuo di crescita com-posto) negli ultimi 10 anni di spesa nell’educazione tradizionale a livello globale. Per ogni studente aumen-to del 4,1 per cento

20%Costi fissi giùL’e-learning potrebbe tagliare i costi fissi dell’educa-zione (edifici, dipendenti) di una percentuale superiore al 20 per cento

(stime Goldman Sachs)

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GLI INVESTITORI

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chiave nella strategia dello svilupposostenibile sostenuta dalle NazioniUnite: è l’Agenda2030, approvatanel settembre 2015 che prevede ilraggiungimento di 17 obiettivi (Su-stainable Development Goals’ - Sd-g’s) entro dieci anni. Il goal numero 4riguarda proprio l’istruzione: «Assi-curare un’istruzione di qualità, equaed inclusiva, e promuovere oppor-tunità di apprendimento perma-nente per tutti». Oltre 214 milioni dibambini e adolescenti in tutto ilmondo in età scolastica (fonte Asvis)non stanno frequentando le scuoleprimarie e medie.

Da questo punto di vista l’e-learningconsente di raggiungere sicuramentemolti più alunni, in particolare nelle

zone altamente popolose come la Ci-na per esempio: come si fa infatti atrovare insegnanti bravi e all’altezzain un Paese che ha un miliardo e 400milioni di abitanti? Oltre la questionedemografica c’è poi un problema dicosti soprattutto nei Paesi emergentidove la formazione accademica, a dif-ferenza dell’Europa, prevede una spe-sa molto elevata per studenti e fami-glie. Ma gli investimenti in e-learning,e più in generale nell’istruzione, sonosoldi investiti bene: «Nelle economiein via di sviluppo – si legge in un reportsull’edutainment di Credit Suisse(febbraio 2020) – ogni dollaro investi-to nell’istruzione genera 10 dollari diritorno economico».

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Fonte: Asvis

Agenda Onu 2030.Altre segnalazionisullo svilupposostenibile

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12 13 14 15 16 17

Scon�ggere la povertà

Scon�ggere la fame

Salute e benessere

Istruzione di qualità

Parità di genere

Cittàe comunità sostenibili

Ridurrele disegua-glianze

Imprese, innovazione e infrastrutture

Lavoro dignitoso e crescita economica

Energia pulita e accessibile

Acqua pulitae servizi igienico-sanitari

Partnership per gli obiettivi

Pace, giustizia e istituzioni solide

Vita sulla terraVita sott’acqua

Lotta controil cambiamento climatico

Consumoe produzione responsabili

Obiettivo numero 4: l’istruzione secondo le Nazioni Unite

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E-LEARNING IL SOLE 24 ORE

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offerti da piattaforme dedicate, deno-minate Learning Experience Platformo LXP, che lavorano come dei contentprovider e permettono all’utente di personalizzare l’esperienza di appren-dimento. Molte aziende hanno comin-ciato a utilizzare delle piattaforme LXPper preparare le reti di venditori o, co-me fa LinkedIn Learning, per sviluppa-re la formazione. Piattaforme che of-frono una serie di contenuti, compresipodcast e video per ogni argomento. Lesocietà più innovative utilizzano i bigdata per analizzare le esperienze di for-mazione degli utenti e personalizzare iservizi di training. Così come i sistemidi intelligenza artificiale applicati allaformazione digitale permettono di mi-gliorare l’esperienza di training onlineanche attraverso i chatbots: l’Ai vieneutilizzata come un mentore che offrerisposte ai quesiti degli utenti in temporeale e da qualsiasi device.

Sotto gli occhi degli analistiSono diverse le società di e-learnig datenere sott’occhio secondo gli analisti.K12, ad esempio, (ticker LRN) è una so-cietà che ha sviluppato una piattafor-ma LXP utilizzata nelle scuole pubbli-che americane, dall’asilo al college.Nell’ultimo anno le azioni K12 hannoperso il 33,5% del loro valore, ma il con-sensus degli analisti sul titolo da unanno continua a porre sul titolo la rac-comandazione “Strong Buy”.

Universal Technical Institute (tickerUTI) è un’altra società di formazionedigitale sui cui sono puntati gli occhidegli investitori. Negli ultimi 12 mesi leazioni hanno avuto un balzo del

di Riccardo Barlaam

L a diffusione del coronavirus hainnescato uno dei più rapidi“selloff” della storia a Wall Stre-

et. I titoli dell’e-learning sono tra quelliche hanno reagito meglio all’ondata divendite. Un settore che cresce in frettae che secondo gli esperti a livello globa-le produrrà ricavi per 398 miliardi didollari nel 2026.

Le azioni delle società di e.learningquotate al Nasdaq sono quelle sullequali, nonostante l’incertezza gene-rale, gli analisti continuano a mettereil bollino “strong buy”, da comprare, o“to watch”, da seguire con attenzioneper le prospettive nel medio lungotermine. Stime che non sempre peròsi traducono in rialzi nelle quotazio-ni, soprattutto in questo periodo didune mosse.

Il 2020 sarà ricordato come l’annodel coronavirus ma anche come l’annoin cui l’e-learnig è entrato in una nuovafase, per l’enorme domanda di serviziformativi derivata dalla chiusura dellescuole e delle università.

C’è molta attenzione alle società piùavanzate. I servizi più innovativi sono

IL BOOM

A Wall Streetscommettonosu 398 miliardidi ricavi al 2026

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GLI INVESTITORI

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Nasdaq, simile a K12. Ultimo titolo sotto i riflettori al Na-

sdaq è quello della cinese Tal Educa-tion Group (TAL) che offre servizi di tu-toring molto diffusi in Cina. Le azioniTal nell’ultimo anno hanno guadagna-to il 58,8%. La società ha una capitaliz-zazione di borsa di 28,8 miliardi ed ètra quelle che ha sovraperformato ri-spetto alla contrazione del mercatoazionario. Nell’ultimo trimestre, con le scuole chiuse in Cina, i suoi corsi apagamento hanno registrato un au-mento di iscrizioni del 66% seguiti da2,3 milioni di studenti. Gli analisti sonoconcordi nelle raccomandazioni di ac-quisto su Tal e prevedono una crescitadei ricavi del 300 per cento.

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+107,4%. Le stime sui ricavi 2020 pre-vedono una crescita del 126,2%.

Bright Horizons Family Solutions(ticker BFAM) nel 2019 ha riportato ri-cavi superiori a quelli del settore. Le sti-me di crescita sui ricavi nell’anno sonodel 12,6%. Il titolo negli ultimi 12 mesiha registrato un rialzo del 19,4%.

Da monitorare sono i titoli di Adta-lem Global Education (ATGE), societàdi Chicago leader nella distribuzione diservizi formativi online. Le azioniAdtalem negli ultimi dodici mesi han-no perso il 37,7% ma gli analisti conti-nuano a consigliare l’acquisto date lebasse quotazioni attuali. Lo stesso di-scorso vale per OneSmart Internatio-nal Education Group Limited (tickerONE) società di Shanghai, quotata al

Le cinque azioni da tenere sott’occhio. Var. % del titolo nell’ultimo anno

UniversalTechnical

Institute (UTI)

Bright HorizonsFamily Solutions

(BFAM)

Adtalem GlobalEducation

(ATGE)

One SmartInternational

Education (ONE)

+107,4%

-19,4%-37,7% -38,6%

K12(ticker LRN)

-60

-30

0

30

60

90

120

-33,5%

La volatilità sui titoli dell’e-learning al Nasdaq

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