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  • DOUGLAS ADAMS

    La lunga oscura pausa caff dellanima

    Copyright 1988 by Serious Productions, LtdOriginally published in Great Britain by William Heinemann LtdAll rights reservedTitolo originale dellopera: The Long Dark Tea-Time of the Soul 2011 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., MilanoTraduzione di Marco e Dida Paggisu licenza RCS Rizzoli Libri S.p.A.Ebook ISBN 9788852031250

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  • Il libro

    Dirk Gently, detective olistico, si trova invischiato in unpericoloso intrigo internazionale. Tutto inizia allaeroporto londinesedi Heathrow con un misterioso personaggio che tenta di imbarcarsisul volo delle 15.37 per Oslo. Chi ? E cosha a che fare con la stranamorte dellultimo, bizzarro cliente di Gently, trovato cadavere proprioquella mattina, la testa spiccata dal corpo? Stretto tra le attenzionipoco amichevoli di unaquila smarrita e il problema di un frigoriferomolto, molto sporco, Dirk Gently riuscir ancora una volta a venire acapo di uno dei grandi misteri dellUniverso. Con La lunga oscurapausa caff dellanima leffervescente fantasia di Adams trascina illettore in un fantasmagorico viaggio tra le antiche divinit nordiche,svelando i difficili legami familiari tra Odino e Thor, il patto diabolicostretto con due ricchi signori inglesi, e quanto sia difficile essereimmortale e non avere pi nessuno che ti adori

    Lautore

    Douglas Noel Adams (Cambridge 1952 - Santa Barbara, California,2001), laureato in letteratura inglese, ecologista, ma ancheappassionato di scienza e filosofia, si presto dedicato allasceneggiatura di serial radiofonici. Nel 1979 ha pubblicato Guidagalattica per gli autostoppisti, nato da una serie di enorme successotrasmessa dalla BBC.

    A questo sono seguiti Ristorante al termine dellUniverso, La vita,lUniverso e tutto quanto, Addio, e grazie per tutto il pesce ePraticamente innocuo, tutti legati alle avventure di Arthur Dent e FordPrefect, surreali e irriverenti viaggiatori delle galassie e tutti pubblicatinegli Oscar Mondadori.

    Nel 2002, sempre da Mondadori, uscito Il salmone del dubbio.

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  • A Jane

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    Non pu essere un caso che in nessuna lingua terrestre esistalespressione Bello come un aeroporto.

    Gli aeroporti sono brutti. Alcuni sono molto brutti. Certiraggiungono un livello di bruttezza che pu solo essere il risultato diuno sforzo consapevole. La bruttezza degli aeroporti dipende dal fattoche sono pieni di gente stanca e di pessimo umore che ha appenascoperto che i propri bagagli sono sbarcati a Murmansk (laeroporto diMurmansk lunico che fa eccezione a questa regola altrimentiinfallibile), e gli architetti per lo pi si sono sforzati di riflettere questostato danimo nelle loro creazioni.

    Hanno cercato di dare rilievo al filo conduttore della stanchezza edel pessimo umore della gente ricorrendo a forme brutali e a colorisnervanti; di agevolare al massimo la separazione perpetua delpasseggero dai suoi bagagli o dai suoi cari; di confondere il viaggiatorecon frecce che indicano finestre, lontani espositori carichi di cravatte,o la posizione dellOrsa Minore nel cielo; di lasciare in vista il pipossibile tubi e condutture sulla base del fatto che sono utili, e dinascondere la sala partenze, presumibilmente in base allaconsiderazione che non lo .

    Colta in mezzo a un mare di luce indefinita e a un mare di rumoriugualmente indefiniti, Kate Schechter si ferm e fu presa dal dubbio.

    Il dubbio laveva tormentata durante tutto il tragitto da Londra aHeathrow. Non era un tipo superstizioso, e nemmeno religioso: erasolo una persona non troppo sicura di voler andare in Norvegia. Persi scopriva sempre pi portata a credere che Dio, se cera un Dio eammesso che fosse remotamente possibile che uneventuale divinitcapace di disporre le particelle nel momento della creazionedelluniverso provasse interesse a dirigere il traffico lungo la M4,questo Dio non volesse nemmeno lui che lei prendesse laereo per laNorvegia. Tutto il casino con i biglietti, e trovare un vicino che sioccupasse della gatta, e poi trovare la gatta perch il vicino se nepotesse occupare, il tetto che a un tratto si era messo a perdere, ilportafogli che non si trovava pi, il brutto tempo, la morte improvvisa

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  • della vicina, la gatta che era incinta tutto pareva proprio far parte diunapposita strategia ostruzionistica che aveva cominciato adassumere proporzioni divine.

    Persino il tassista quando alla fine era riuscita a trovare un tass aveva detto: In Norvegia? Ma cosa ci va a fare in Norvegia?. Equando lei non aveva prontamente risposto Laurora boreale! o Ifiordi! ma aveva fatto una faccia perplessa e si era morsa le labbra, iltassista aveva aggiunto: Ho capito, per via di un uomo. Le do unconsiglio, gli dica di andare a quel paese e se ne vada a Tenerife.

    Be, era unidea.Tenerife.Oppure, os pensare per un istante, a casa.Aveva guardato fuori dal finestrino il viluppo rabbioso del traffico,

    e aveva pensato che per quanto il tempo l fosse orribile, non era nullarispetto a quello che avrebbe trovato in Norvegia.

    O, anche, rispetto a quello di casa. New York in quella stagione erastretta tra i ghiacci come la Norvegia. Stretta tra i ghiacci, con qua e lgeyser che sprizzavano vapore nellaria gelida, e infine si perdevanotra le rupi ghiacciate dei palazzoni della Sesta Avenue.

    Sarebbe bastato un rapido sguardo al percorso che Kate aveva fattodurante i suoi trentanni di vita per rivelare la sua indubbia originenewyorkese. Infatti, malgrado avesse abitato a New York perpochissimo tempo, aveva trascorso gran parte della sua vitatenendosene accuratamente lontana. Los Angeles, San Francisco,lEuropa, e poi un periodo di confusi vagabondaggi per il Sudamericacinque anni prima, subito dopo il breve matrimonio con Luke, mortoin un incidente mentre cercava di fermare un tass a New York.

    Le piaceva pensare a New York come alla sua citt, e credere disentirne la mancanza, ma in realt lunica cosa di cui sentisse lamancanza era la pizza. E non di una pizza qualsiasi, ma di quella chetu telefoni, la ordini e te la portano a domicilio. Quella era la verapizza. La pizza per cui bisognava uscire e sedersi a un tavolo e fissare iltovagliolo di carta rossa non era la vera pizza, malgrado tutte leacciughe e la salsiccia in pi che ci mettevano sopra.

    Londra era la citt dove preferiva abitare a parte naturalmente ilproblema della pizza, che la faceva impazzire. Perch non cera unservizio di pizza a domicilio? Perch nessuno si rendeva conto che una caratteristica intrinseca della pizza quella di arrivare alla porta di

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  • casa tua dentro una scatola calda di cartone? E poi tirarla fuori dallacarta oleata, piegare le fette in due e mangiarla davanti alla TV? Chedifetto di fabbricazione avevano quegli stupidi, presuntuosi e indolentidegli inglesi, per non riuscire a capire un principio cos fondamentale?Chiss per quale motivo era questa lunica frustrazione con cui nonriusciva assolutamente a convivere, per cui pi o meno una volta almese telefonava a una pizzeria, ordinava la pizza pi grande esontuosa che riusciva ad immaginare in pratica, una pizza conunaltra pizza sopra e poi, dolcemente, chiedeva che glielarecapitassero a domicilio.

    Che cosa?La consegna. Le do il mio indirizzoNon capisco. Viene lei a prenderla?No. Non fate consegna a domicilio? Il mio indirizzo Ehm questo non lo facciamo, signorina.Non fate cosa?Ehm non recapitiamo a domicilioNon recapitate a domicilio? Ho capito bene?La conversazione degener rapidamente in una spiacevole gara di

    parolacce che la lasci esausta e tremante; la mattina dopo, per, sisentiva molto, molto meglio. Sotto tutti gli altri punti di vista, Kate erauna delle persone pi dolci che si possa sperare di incontrare.

    Ma ora la giornata la stava davvero mettendo alla prova.Sullautostrada cera un ingorgo spaventoso, e quando un lontano

    lampeggiare di luci blu aveva chiarito che la causa era un incidenteavvenuto da qualche parte pi avanti, Kate si era fatta ancora pi tesae aveva continuato a guardare fuori dallaltro finestrino fin quandonon avevano superato a passo duomo il luogo dellincidente.

    Il tassista si era arrabbiato quando alla fine laveva lasciataallaeroporto, perch lei non aveva i soldi precisi, e ne era seguito ungran frugarsi controvoglia nelle tasche dei pantaloni stretti prima chele desse il resto. Ora, in unatmosfera opprimente e minacciosa, Katese ne stava impalata nel bel mezzo della hall del Terminal numero duedellaeroporto di Heathrow, e non riusciva a trovare il banco delcheck-in per il volo diretto a Oslo.

    Per un istante rimase ferma immobile, facendo grossi e lenti respirie cercando di non pensare a Jean-Philippe.

    Jean-Philippe era, come il tassista aveva correttamente dedotto, il

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  • motivo per cui Kate stava andando in Norvegia, ma allo stesso tempoera anche il motivo per cui era convinta che la Norvegia non fosseaffatto un buon posto in cui andare. Pensare a lui la facevacontinuamente tentennare, cos le sembrava che la cosa migliore fossesmettere di pensarci e andarsene semplicemente in Norvegia come sestesse passando per caso da quelle parti. A questo punto sarebbe stataincredibilmente sorpresa di incontrarlo in quellalbergo il cui nome eindirizzo erano riportati sulla cartolina che teneva nella tasca dellaborsetta.

    In effetti sarebbe stata molto sorpresa di trovarlo davvero inquellalbergo. Con ogni probabilit avrebbe trovato non lui, ma un suomessaggio in cui le diceva che la sua presenza era purtroppourgentemente richiesta in Guatemala, o a Seul o a Tenerife, e che leavrebbe telefonato da laggi. Jean-Philippe era la persona picontinuativamente assente che avesse mai conosciuto. Ed era solo ilculmine di una serie. Da quando aveva perso Luke sotto quella grossaChevrolet gialla, Kate si era scoperta stranamente dipendente dalleemozioni, in verit piuttosto vacue, che le provocava il succedersi diuomini egocentrici e presi di s.

    Cerc di chiudere questi pensieri fuori dalla sua mente, e anche dichiudere gli occhi per un secondo. Avrebbe voluto, riaprendoli, trovarsidavanti un cartello con scritto Norvegia: da questa parte, e unafreccia da poter seguire senza il bisogno di pensare alla direzione o aqualsiasi altra cosa. Probabilmente questo, pens, continuando leriflessioni precedenti, il modo in cui nascono tutte le religioni, e ilmotivo per cui tutte queste sette si radunano negli aeroporti per fareadepti. Sanno che qui la gente pi vulnerabile e confusa, e pronta adaccettare qualcuno che li guidi, chiunque esso sia.

    Kate riapr gli occhi per trovare, comera ovvio, le sue aspettativedeluse. Ma un attimo dopo una lunga fila ondeggiante di tedeschiscocciati, tutti inspiegabilmente in maglietta gialla, si apr per unattimo, e in quel varco lei ebbe modo di intravedere il check-in perOslo. Si mise in spalla la tracolla del borsone e si avvi da quellaparte.

    Al banco cera solo una persona prima di lei, un uomo che, aquanto pareva, aveva dei problemi, o forse li stava dando lui stesso.

    Era un omone grosso e ben piazzato ben progettato, per cos dire ma aveva qualcosa di strano che la inquietava. Kate non riusciva

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  • nemmeno a definire con esattezza che cosa ci fosse di strano in lui; maal momento non era propensa a far rientrare quelluomo nel noverodelle cose a cui doveva pensare. Le torn alla mente un articolo in cuisi diceva che lunit centrale di elaborazione del cervello umanodispone soltanto di sette registri di memoria, per cui se si hanno inmente sette cose contemporaneamente e si pensa a unaltra ancora,una delle sette precedenti viene subito eliminata.

    In rapida successione pens alle probabilit di riuscire aimbarcarsi, alla possibilit che fosse la sua immaginazione a farleapparire la giornata tanto brutta, agli impiegati della compagnia aereadal sorriso accattivante e dai modi indicibilmente sgarbati, ai negoziduty-free degli aeroporti che potrebbero fare prezzi molto pi bassi deinegozi normali ma che mistero non lo fanno, alla possibilit chestesse maturando dentro di lei un articolo sugli aeroporti da vendere aqualche rivista per ripagarsi almeno in parte il viaggio, alla possibilitche la tracolla della borsa le facesse meno male passandola sullaltraspalla e infine, malgrado tutte le sue buone intenzioni, a Jean-Philippe, che da solo apriva un ventaglio di altri sette pensierisubordinati.

    Luomo davanti a lei che discuteva con limpiegata al check-in fusubito cancellato dalla sua mente.

    Solo lultimo annuncio del volo per Oslo la costrinse a riprenderecoscienza della situazione.

    Lomone protestava perch non gli avevano dato un posto in primaclasse. Era appena stato chiarito che la ragione del disguido risiedevanel fatto che luomo non aveva un biglietto di prima classe.

    A Kate il morale scese gi fino in fondo allanima, e l giunto presead aggirarsi ringhiando sommesso.

    Venne poi accertato che luomo davanti a lei non aveva proprionessun biglietto, n di prima classe n di seconda, e la discussione sitrasform in una rassegna libera e rabbiosa di vari argomenti quali,laspetto della donna, le sue qualit umane, diverse teorie riguardo lasua ascendenza, alcune ipotesi su quello che il futuro avrebbe potutoriservare a lei e alla compagnia aerea per cui lavorava, per concludersicasualmente sullallegra questione della carta di credito.

    Risult che luomo non ce laveva.Ne segu unulteriore discussione sugli assegni e sul motivo per cui

    la compagnia non li accettava.

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  • Kate gett un lungo e lento sguardo omicida al proprio orologio.Mi scusi disse, interrompendo la transazione.Ne avete ancora per molto? Devo prendere il volo per Oslo.Ora mi sto occupando di questo signore rispose laddetta al

    check-in. Solo un secondo e sono da lei.Kate annu, e cortesemente attese che passasse un secondo. che laereo sta per decollare replic. Ho solo un bagaglio, ho

    il biglietto e ho la prenotazione. Ci vorranno trenta secondi. Midispiace interrompervi, ma mi dispiacerebbe ancora di pi perdere ilvolo per trenta secondi. E si tratta di trenta secondi veri, e non ditrenta solo un secondo che potrebbero tenerci qui per tutta la notte.

    La donna le punt contro tutto lo splendore del suo rossetto, maprima che facesse in tempo ad aprir bocca lomone biondo si volt, e lasua faccia le fece un effetto sconcertante.

    Anchio disse con un lento e iroso accento nordico vorreiprendere laereo per Oslo.

    Kate lo guard. Sembrava del tutto fuori posto in un aeroporto o,meglio, laeroporto era del tutto fuori posto rispetto a lui.

    Bene, disse a giudicare da come si sono messe le cose, direi chenon lo prenderemo n lei n io. Vediamo se si pu fare qualcosa. Qual il problema?

    Limpiegata sorrise con quel suo accattivante e freddo sorriso espieg: Non si accettano assegni, contro il regolamento.

    Daccordo rispose Kate buttando la sua carta di credito sulbanco. Addebitate a me il costo del biglietto di questo signore, e luimi pagher con un assegno.

    Va bene? aggiunse rivolta allomone, che la stava fissando conlenta sorpresa. Aveva occhi grandi e azzurri che davano limpressionedi aver guardato a suo tempo un gran numero di ghiacciai.

    Erano straordinariamente arroganti, e anche un po intontiti.Va bene? ripet con forza. Mi chiamo Kate Schechter. Con due

    c, due h, due e e anche una t, una r e una s. Ce le mettatutte, mi raccomando, e in banca non faranno difficolt sullordine incui le ha messe. Neanche loro sanno qual quello giusto.

    Luomo chin lentamente la testa verso di lei in una specie diinchino di gratitudine. La ringrazi per la sua gentilezza, per la suacortesia e per unaltra cosa in norvegese che Kate non cap; disse cheera da molto tempo che non incontrava una persona come lei e

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  • aggiunse che Kate era una donna di spirito e poi un altro complimentosempre in norvegese, e che le era debitore. Alla fine aggiunsedistrattamente che non aveva il libretto degli assegni.

    Daccordo! esclam Kate, decisa a non farsi intimidire dalledifficolt. Frug nella borsetta e tir fuori un foglietto, prese unapenna dal banco, ci scrisse qualcosa e lo tese alluomo.

    Questo il mio indirizzo disse. Mi mandi i soldi per posta. Portila sua pelliccia al monte dei pegni, se il caso, ma me li mandi. Ok?Mi sto fidando di lei a scatola chiusa.

    Luomo prese il foglietto, lesse con immensa lentezza le pocheparole che vi erano scritte e quindi lo ripieg con grande cura e se lomise nella tasca della giacca. Le rivolse un altro piccolo inchino.

    Kate a un tratto si rese conto che la donna dietro al banco stavaaspettando in silenzio che lei le restituisse la penna per compilare ilmodulo della carta di credito. Gliela ridiede seccata, le diede il suobiglietto e si impose un atteggiamento di gelida calma.

    Fu annunciata la partenza del volo per Oslo.Posso avere i vostri passaporti, prego? domand flemmatica

    limpiegata.Kate le diede il suo passaporto, ma lomone non ce laveva.Che cosa?! esclam Kate. Limpiegata si blocc e si mise a fissare

    un punto qualsiasi sul banco, aspettando che qualcun altro prendessein mano la situazione. Non era un suo problema.

    Luomo ripet con rabbia che non aveva il passaporto. Lo dissegridando e battendo il pugno sul banco con tanta forza che il piano sischeggi.

    Kate raccolse il suo biglietto, il suo passaporto e la sua carta dicredito e si rimise in spalla la tracolla della borsa da viaggio.

    Me ne vado disse, e se ne and. Sapeva di aver fatto ogni sforzoumanamente possibile per prendere laereo, ma il destino non avevavoluto.

    Avrebbe mandato a Jean-Philippe un messaggio per annunciargliche non sarebbe potuta venire, e il messaggio sarebbe probabilmentefinito insieme a quello di lui in cui le spiegava il motivo per cuinemmeno lui avrebbe potuto trovarsi l. Per una volta sarebbero statiassenti tutti e due.

    Stando cos le cose, se ne sarebbe andata e avrebbe provato acalmarsi. And in cerca, nellordine, di un giornale e di un caff, ma

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  • seguendo le indicazioni non fu in grado di trovare n luno n laltro.Non riusc neanche a trovare un telefono funzionante da cui inviare ilfamoso messaggio, e decise di lasciar perdere laeroporto.

    Me ne vado, si disse, prendo un tass e torno a casa.Si fece strada tra la gente che affollava la hall, e quando fu vicino

    alluscita si gir a guardare il banco del check-in che laveva sconfitta,giusto in tempo per vederlo sfondare il soffitto avvolto in una palla difuoco arancione.

    Sepolta sotto un cumulo di macerie, nelloscurit, tra mille dolori econ la polvere che la soffocava, mentre cercava di trovare qualchecenno di sensibilit negli arti, fu con sollievo che le venne da pensareche non era solo frutto della sua immaginazione: quella era una granbrutta giornata per davvero. E cos pensando, svenne.

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  • 2La responsabilit della faccenda se lattribu la solita gente.Prima lIRA, poi lOLP e infine lazienda del gas. Anche lEnte

    nucleare britannico si affrett a fare uscire un comunicato in cui siaffermava che la situazione era completamente sotto controllo, che sitrattava di un caso su un milione, che non poteva esserci stata alcunacontaminazione, e che il luogo dellesplosione era cos sicuro che ci sipoteva portare i bambini per un picnic; tutto ci prima di ammettereche non centrava per nulla con laccaduto.

    Non si riusc a scoprire la causa dellesplosione.Si sarebbe detto che fosse avvenuta spontaneamente, di sua

    propria volont. Qualcuno avanz delle ipotesi, ma si trattava per lopi di perifrasi in cui si esprimeva lo stesso concetto con paroledifferenti, secondo gli stessi principi che hanno regalato al mondo ilconcetto di fatica del metallo. Anzi si invent una locuzione simileper indicare limprovviso passaggio di materiali quali legno, metallo,plastica e cemento a una condizione esplosiva, e cio una catastroficaesasperazione strutturale non lineare o, per dirla con lespressioneche un ministro us la sera dopo alla televisione e che lo avrebbeperseguitato per tutto il resto della sua carriera, il banco del checkinsi era sostanzialmente stufato di stare dovera.

    Come in tutte le catastrofi, il numero dei morti e dei feriti conobbeenormi oscillazioni. Si part con quarantasette morti e ottantanoveferiti gravi, si pass a sessantatr morti e centotrenta feriti, si tocc lacifra di cento e diciassette morti e poi il numero cominci a scendere.Alla fine, quando tutte le persone che si dovevano contare furonocontate, risult che di morti non ce nera stato nemmeno uno.Qualcuno era finito allospedale con bruciature o escoriazioni o instato di shock, ma questo a meno che non si avesse notizia di unvero disperso era tutto.

    La faccenda aveva un altro aspetto inspiegabile. La forzadellesplosione aveva ridotto in frantumi gran parte della facciata delTerminal 2, eppure tutti quelli che erano dentro ledificio se leranocavata, o perch le macerie li avevano riparati dalle altre macerie checadevano o perch i bagagli avevano assorbito la forza dellesplosione.A conti fatti, pochissimi bagagli erano usciti indenni dallincidente. Ci

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  • furono a questo proposito delle interrogazioni in Parlamento, ma nulladi particolarmente interessante.

    Fu un paio di giorni dopo che Kate Schechter venne a conoscenzadi queste cose, e anzi di una qualsiasi cosa relativa al mondo esterno.

    Era tranquilla, chiusa in un suo mondo in cui era circondata aperdita docchio da vecchi bauli pieni di ricordi in cui frugavaincuriosita e, certe volte, un po smarrita. O, per meglio dire, solo unbaule su dieci era pieno di vividi ricordi del passato, che certe volteerano anche dolorosi o sgradevoli; gli altri nove erano pieni cosastrana di pinguini. Nella misura in cui si rendeva conto di sognare,capiva anche che non stava facendo altro che esplorare il suosubconscio. Aveva letto da qualche parte che gli esseri umani usanosolo un decimo del loro cervello, e che nessuno sa bene a cosa servanogli altri nove decimi, ma di sicuro non aveva mai sentito dire chefossero pieni di pinguini.

    Gradualmente i bauli, i ricordi e i pinguini cominciarono a farsiindistinti, a diventare tutti bianchi e tremolanti, poi a diventaresemplici pareti tremolanti e bianche, o meglio di un bianco sporcogiallino o verdolino, e a rinchiuderla in una piccola stanza.

    La camera era in penombra. Cera una lampada accesa sulcomodino, ma era molto fioca, mentre dalla strada la luce di unlampione penetrava dalle tende grigie e lasciava tracce di sodio sullaparete opposta. Kate cominci ad accorgersi vagamente dellombra cheil suo corpo proiettava sotto la bianca coperta rimboccata e le candidelenzuola.

    La fiss per un nervoso lasso di tempo, controllando che apparissenormale, prima di provare, per tentativi, a muoverne tutte le parti.

    Prov la mano destra, che sembrava a posto. Un po rigida edolente, ma le dita rispondevano tutte e sembravano essere dellagiusta lunghezza e consistenza, e piegarsi nel modo giusto e nellagiusta direzione.

    Ebbe un attimo di panico quando non riusc a localizzare subito lasua mano sinistra, ma poi se la trov sulla pancia, stranamentecontratta.

    Dovette concentrarsi per un paio di secondi prima di riuscire amettere insieme un certo numero di inquietanti sensazioni e direndersi conto che nel braccio cera un ago tenuto fermo da una benda.

    Questo non le piacque affatto. Dallago si snodava un lungo tubo

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  • sottile e trasparente che riluceva giallastro alla luce del lampione,scendendo con un ampio ricciolo da una rigonfia sacca di plasticaappesa a un alto sostegno di metallo. Questa attrezzatura scaten perun attimo dentro di lei una serie di orrori, ma aguzzando gli occhinella luce incerta riusc a leggere sulla sacca la scritta Soluzionesalina. Si costrinse allora a calmarsi e a restare immobile per un pocoprima di accingersi ad altre esplorazioni.

    Le costole non parevano fratturate. Ammaccate ed escoriate s, masenza il dolore acuto delle ossa rotte. Anche fianchi e cosce le facevanomale, ma non sembravano seriamente danneggiati. Contrasse imuscoli della gamba destra e poi quelli della sinistra. Ebbe la vagaimpressione di essersi slogata una caviglia.

    In altre parole, disse dentro di s, stava bene.Che ci faceva dunque in quel luogo che, a giudicare dal settico

    colore delle pareti, doveva essere un ospedale?Si mise a sedere, impaziente, e subito torn a raggiungere i

    pinguini per qualche minuto.Quando rinvenne si tratt con pi delicatezza e rest ferma con un

    lieve senso di nausea.Sfior cautamente i ricordi di quanto le era successo. Era tutto buio

    e sfocato e le arrivava a ondate grigie e oleose come quelle del Maredel Nord. Elementi informi emergevano a fatica disponendosi aformare un aeroporto beccheggiante. Laeroporto era fangoso e ledoleva dentro la testa, e nel bel mezzo di esso, pulsante comeunemicrania, cera il ricordo di una grande vampata turbinosa di luce.

    A un tratto le parve evidente che la hall del Terminal 2 diHeathrow era stata colpita da un meteorite. In controluce vedeva lasagoma di un omone col cappotto di pelliccia che doveva aver ricevutoin pieno la forza dellurto riducendosi a una nuvola di atomi liberi diandare dove pi gli piaceva. A questa idea fu scossa fin nel profondoda un brivido di orrore. Quelluomo era esasperante e arrogante, ma inun modo o nellaltro le era piaciuto. Lostinata cocciutaggine del suomodo di fare aveva un che di nobile. O forse, si disse, sembrava nobilea lei perch le ricordava lostinata cocciutaggine con cui lei cercava difarsi recapitare una pizza a domicilio in un mondo estraneo e ostile incui la pizza a domicilio era sconosciuta. Nobilt era una parola cheserviva a fare un po di teatro intorno alle realt inevitabili della vita, enon era la sola.

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  • Di colpo fu invasa da un senso di paura e di solitudine che persvan quasi subito lasciandola molto pi composta e serena, e con ilbisogno di andare al gabinetto.

    Secondo lorologio erano da poco passate le tre, e secondo tutto ilresto era notte. Doveva chiamare uninfermiera e far sapere al mondoche si era svegliata. Su una parete della stanza si apriva una vetrataattraverso la quale si vedeva un corridoio semibuio con una barella eunalta bombola nera di ossigeno, e nientaltro. Tutto era moltosilenzioso.

    Guardandosi intorno, si accorse che la stanza conteneva un piccolocassettone di compensato dipinto di bianco, due sedie tubolari diacciaio e plastica che se ne stavano tranquille e silenziose in agguatonelloscurit, e di fianco al letto un comodino, sempre di compensatobianco, sul quale era posata una piccola scodella con ununica banana.Dallaltro lato del letto stava il supporto della sua fleboclisi. Inseritanella parete cera una placca metallica con un paio di manopole nerecon appese due vecchie cuffie di bachelite, mentre avvolto intorno allatestata tubolare del letto cera un filo con attaccato un campanello, cheKate tast ma che decise di non usare.

    Stava benissimo. Poteva fare da s.Piano piano, con un po di capogiro, si raddrizz sui gomiti, mise le

    gambe fuori dal letto e appoggi i piedi sul pavimento, che le parvemolto freddo. Cap subito che non avrebbe dovuto farlo perch ognicentimetro dei suoi piedi le inviava messaggi dicendole esattamentecomera ogni minima parte del pavimento che toccava, quasi fosse unastrana e inquietante sensazione mai prima sperimentata. Tuttavia simise a sedere sul bordo del letto e costrinse i piedi ad accettare ilpavimento, come una cosa cui si sarebbero dovuti per forza abituare.

    Le avevano infilato addosso una roba a strisce larga e informe,simile a un sacco. No, non simile a un sacco, stabil dopo averlaesaminata pi attentamente: era davvero un sacco. Un sacco di cotonea strisce bianche e azzurre. Si apriva sul dietro facendo entrare i freddispifferi notturni.

    Maniche che erano maniche solo di nome le arrivavano al gomito.Si guard le braccia alla luce della strada esaminandone la pelle,strofinandole e pizzicandole, soprattutto l dove la benda le tenevafermo lago. Normalmente le sue braccia erano lisce, sode ed elastiche.Ma ora assomigliavano di pi ad ali di pollo. Si lisci brevemente gli

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  • avambracci e poi torn a guardarsi intorno, con un intento preciso.Si afferr alla piantana della flebo e siccome larnese oscillava

    meno di quanto oscillasse lei, riusc pian piano a tirarsi in piedi.Rimase l ferma, e tutto il suo corpo alto e snello tremava, ma dopoqualche secondo spinse la piantana davanti a s, come un pastore chesi appoggia al bastone.

    Non ce laveva fatta ad arrivare in Norvegia, ma se non altro erariuscita ad alzarsi.

    La piantana della flebo scorreva su quattro piccole ruoteperversamente indipendenti luna dallaltra che si comportavano comebambini urlanti in un supermercato, ma nonostante tutto Kate riusc aspingere larnese verso la porta. Il fatto di camminare le faceva giraredi pi la testa, ma rafforzava anche la sua risoluzione a tener duro.Arriv alla porta, lapr, e spingendo il sostegno della flebo davanti as si affacci sul corridoio.

    A sinistra era chiuso da un paio di porte a molla con due obl cheparevano dare su un ambiente pi grande, forse una sala dattesa. Adestra invece alcune porte pi piccole si aprivano sul proseguimentodel corridoio che, pi avanti, girava ad angolo retto a destra. Una diquelle porte era probabilmente quella del bagno. E le altre?

    Be, lavrebbe scoperto.Le prime due porte erano armadi a muro. La terza si apriva su uno

    spazio appena pi grande dove cera una sedia, quindi doveva essereconsiderata una stanza perch a nessuno va di sedersi negli armadi amuro, nemmeno alle infermiere, che pure devono fare un mucchio dicose che a gran parte della gente non andrebbe di fare. Cera ancheuna pila di bicchieri di plastica, un bel po di bricchi da caff pieni dipanna raggrumata e una vecchia caffettiera, il tutto sistemato su untavolino a sgocciolare sopra un numero dellEvening Standard.

    Kate prese il giornale umidiccio e scurito e cerc di ricostruire igiorni che le mancavano.

    Per, sia perch con la testa che le girava in quel modo le riuscivadifficile leggere, sia per il fatto che il giornale aveva le pagine molli eappiccicate luna allaltra, tutto ci che le riusc di capire era chenessuno sapeva per certo cosa fosse successo.

    Non cerano stati feriti gravi, ma laddetta al check-in di una lineaaerea era ancora data per dispersa. Lincidente era stato ufficialmenteclassificato tra le fatalit divine.

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  • E bravo, Dio disse Kate tra s. Pos i resti di quel giornale erichiuse la porta.

    La porta successiva dava su una stanzetta simile alla sua. Anche lcera un piatto sul comodino con dentro ununica banana.

    Il letto era chiaramente occupato. Fece per richiudere in fretta laporta, ma non fu abbastanza svelta. Sfortunatamente qualcosa avevaattratto la sua attenzione: se nera accorta immediatamente, anche senon avrebbe saputo dire di cosa si trattasse. Quindi rimase l fermacon la porta chiusa a met, lo sguardo fisso sul pavimento, sapendoche non avrebbe dovuto guardare, ma che lo avrebbe fatto comunque.

    Con grande cautela riapr la porta.La stanza era buia e fredda. Cos fredda da ispirarle inquietudine

    per la persona che stava nel letto. Tese le orecchie. Anche tutto quelsilenzio non faceva buona impressione. Non era il silenzio di un belsonno profondo, era il silenzio del nulla, interrotto solo dai lontanirumori del traffico.

    Esit per un lungo istante, cos affacciata alla porta, a guardare ead ascoltare. La meravigli la mole della persona distesa nel letto, e sichiese come non sentisse freddo con addosso solo una copertinaleggera. Accanto al letto cera una seggiolina tubolare di plastica quasischiacciata da un voluminoso e pesante cappottone di pelliccia che viera stato gettato sopra, e Kate pens che quel cappotto sarebbe statomeglio stenderlo sul letto, sopra il suo gelido occupante.

    Alla fine entr nella stanza cercando di non far rumore e si chinsul letto. Si trov a fissare la faccia dellomone nordico del check-in.Malgrado il freddo, e nonostante avesse gli occhi chiusi, quel volto eraun poco corrucciato, come velato da una lieve preoccupazione. Kate neebbe unimpressione di infinita tristezza. Da vivo, quelluomo avevalaria di una persona assillata da gravi, anche se poco chiari, problemi,e ora aveva laspetto di uno che anche nellaltra vita avesseimmediatamente incontrato nuove difficolt.

    Stupefacente che fosse rimasto indenne. La pelle del viso non eraminimamente segnata. Era rubicondo e in salute o, meglio, lo erastato fino a non molto tempo prima. Infatti a unosservazione piattenta ci si accorgeva di un intrico di rughe sottili da cui si capiva cheera pi vecchio dei trentacinque anni che gli si davano a prima vista.

    Era probabilmente vicino alla cinquantina, ma comunque molto informa.

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  • Contro la parete, vicino alla porta, cera qualcosa di incongruo. Eraun grosso distributore di Coca-Cola. Si capiva che era l soloprovvisoriamente: il cavo non era infilato nella spina e cera anche uncartello con la scritta Guasto. Sembrava dimenticato l da qualcunoche di sicuro si aggirava ancora adesso per lospedale chiedendosi dovediavolo lavesse lasciato. Il grosso pannello bianco e rosso fissavavacuo la stanza senza dare alcuna spiegazione di s. Ununica cosa ildistributore comunicava al mondo esterno: che cera una fessura in cuisi potevano inserire monete di ogni valore, e unapertura da cuisarebbero fuoriuscite lattine di varie dimensioni se fosse stato infunzione, ma non era il nostro caso. Appoggiato al distributore diCoca-Cola cera anche un vecchio martello da fabbro, anchesso, a suomodo, strano.

    Kate cominci a sentirsi molto debole; la stanza assunse un lievemoto rotatorio e un fruscio irrequieto prese a provenire dai bauli dellasua mente.

    Poi si rese conto che il fruscio non era frutto della suaimmaginazione. Si percepiva un rumore ben distinto nella stanza: unpicchiare soffocato, un grattare, uno sbattere sordo. Era un rumore cheandava e veniva come portato dal vento, ma Kate, stordita e incertacomera, non riusc subito a capire da dove provenisse. Infine il suosguardo si sofferm sulle tende alla finestra. Kate guard le tendineaggrottando la fronte come un ubriaco che si sforza di capire come maila porta si messa a ballare. S, quel rumore proveniva da l. Siavvicin incerta alla finestra e scost le tende.

    Una grossa aquila con due cerchi concentrici sulle ali sbatteva epicchiava contro la finestra, guardando dentro con i grandi occhi giallie dando violenti colpi di becco contro i vetri.

    Kate indietreggi barcollando, si volt e cerc di uscire da quellastanza. In fondo al corridoio le porte a molla si aprirono e comparverodue persone che si gettarono verso di lei a braccia tese mentre Kateinciampava nel sostegno della flebo e cominciava ad afflosciarsi.

    Era svenuta quando la rimisero delicatamente a letto. Era ancorasvenuta quando, mezzora pi tardi, giunse un individuo troppo bassocon un camice bianco troppo lungo che port via lomone su unabarella, per poi ritornare dopo qualche minuto e prelevare anche ildistributore di Coca- Cola.

    Kate si svegli qualche ora dopo con un pallido sole invernale che

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  • entrava dalla finestra. La giornata si annunciava molto tranquilla enormale, ma Kate tremava ancora.

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  • 3Quello stesso sole entr, qualche tempo dopo, dalle finestre delpiano superiore di una casa nel Nord di Londra e colp un uomopacificamente addormentato.

    La stanza in cui luomo dormiva era grande e in disordine, e traevascarso beneficio dallessere illuminata. Il sole avanz lentamente sullelenzuola, quasi timoroso di ci che avrebbe potuto trovarci, strisci gidal letto, avanz come stupito tra alcuni oggetti incontrati sulpavimento, giocherell nervosamente con un paio di granelli dipolvere, illumin per un attimo un grosso pipistrello impagliatoappeso in un angolo, e si dilegu.

    Era stata, questa del sole, una delle sue visite pi prolungate, edera durata unora circa, durante la quale luomo addormentato non siera mosso quasi per nulla.

    Alle undici squill il telefono, e luomo non si riscosse, cos comenon lo aveva fatto quando il telefono aveva squillato alle sei etrentacinque, e poi alle sette meno venti, e di nuovo alle sette menodieci, e poi per dieci minuti di seguito a cominciare dalle sette menocinque. Dopodich lapparecchio era caduto in un lungo e significativosilenzio, disturbato soltanto dallurlo delle sirene della polizia in unastrada vicina verso le nove, dalla consegna di un grosso arpicordosettecentesco a due manuali verso le nove e un quarto, e dal sequestrodello stesso effettuato dagli agenti giudiziari poco dopo le dieci. Non sitrattava di avvenimenti insoliti: gli interessati erano abituati a trovarela chiave sotto lo stuoino e luomo nel letto a dormire indisturbato.Non si sarebbe potuto dire che dormiva il sonno del giusto, se nonforse nel senso di chi si giusto addormentato; comunque eracertamente il sonno di uno che, quando la notte si infila nel letto espegne la luce, fa sul serio.

    La stanza non era un luogo di quelli che elevano lo spirito. A LuigiXIV, tanto per fare un nome, non sarebbe piaciuta, avrebbe detto checera poco sole, e anche pochi specchi. Luigi XIV avrebbe sentito lamancanza di qualcuno che tirasse su i calzini da terra, mettesse inordine i dischi, e magari desse fuoco a tutta la casa. Michelangelo nonne avrebbe apprezzato le proporzioni, che non erano n slanciate nconformate secondo una qualche percepibile armonia o simmetria

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  • interna, se non questa, e cio che tutta quanta la stanza era in ognisuo punto ugualmente piena di tazzine sporche, di scarpe e diportacenere pieni che si scambiavano ormai i ruoli luno con laltro. Lepareti erano dipinte di quellesatta sfumatura di verde per cuiRaffaello Sanzio si sarebbe staccato a morsi la mano destra pur di nonusarla; ed Ercole, vedendo quel luogo, sarebbe probabilmenteritornato una mezzora pi tardi armato di un fiume navigabile. Quellastanza era, per farla breve, un immondezzaio, e tale sarebbe rimastafin quando fosse stata affidata alle cure del signor Svlad Gently, dettoDirk, nato Cjelli.

    Alla fine Gently si svegli.Aveva lenzuola e coperte avvolte attorno la testa, pi o meno

    allaltezza di met letto una mano usc lentamente dalle lenzuola eprese a orientarsi a tentoni sul pavimento. Messe sullavviso da unalunga esperienza, le dita evitarono abilmente un piatto con dentroqualcosa di ripugnante che era l dalla festa di San Michele e alla finesi imbatterono in un pacchetto mezzo vuoto di Gauloises senza filtrocon relativa scatola di fiammiferi. Le dita fecero uscire con unascossettina una sigaretta stazzonata dal pacchetto, la presero insiemeai fiammiferi e cominciarono a dare colpettini alla testa avvolta dallelenzuola nel tentativo di aprirsi una strada, come un prestigiatore chespinge il fazzoletto dal quale si accinge a fare uscire uno stormo dicolombi.

    Finalmente la sigaretta venne inserita in unapertura. Quindivenne accesa. Per un poco parve che a fumare a grandi boccate fosse illetto stesso. Quindi prese a emettere violenti colpi di tosse, prolungatie squassanti, e infine cominci a respirare secondo un ritmo pimisurato. In questo modo Dirk Gently riprese coscienza di s.

    Rimase l sdraiato per un poco, terribilmente preoccupato e conuno spaventoso senso di colpa riguardo a qualcosa che gli pesavaaddosso.

    Desider scordarsi cosera, e subito se lo dimentic. Si spinse gidal letto e qualche minuto dopo scendeva ciabattando al piano disotto.

    La posta depositata sullo stuoino consisteva nelle solite cose: unalettera in cui lo si minacciava senza mezzi termini di ritirarglilAmerican Express, unaltra in cui lo si invitava a richiedereunAmerican Express, e qualche fattura ancora pi isterica e irreale.

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  • Non capiva perch si ostinassero a mandargliele. Cera il costo delfrancobollo, dopotutto: soldi buoni che andavano a finire dietro aquelli gi andati alla malora. Scosse la testa perplesso di fronte allamalevola incompetenza del mondo, gett via le fatture e tutto il resto,and in cucina e si avvicin al frigorifero con circospezione.

    Se ne stava l nel suo angolo.La cucina era ampia e immersa nelloscurit unoscurit che non

    venne dissipata, ma solo tinta di giallastro, dallatto di accendere laluce. Dirk si accosci davanti al frigorifero ed esamin attentamente losportello. Trov quello che cercava. Anzi, trov molto di pi di quelloche cercava.

    In fondo allo sportello, a cavallo della striscia di gomma grigia chechiudeva ermeticamente il frigorifero, cera un capello, uno solo. Erastato appiccicato l con un po di saliva. Questo Dirk se laspettava. Celaveva messo lui stesso tre giorni prima e da allora laveva controllatopi volte.

    Quello che non si aspettava era trovare un altro capello.Aggrott la fronte, allarmato. Due capelli?Laltro capello era appiccicato al frigorifero esattamente come il

    primo ma in alto, e non in basso, e non era stato Dirk a mettercelo.Lo esamin attentamente, e addirittura si spinse fino ad aprire ivecchi scuri delle finestre per illuminare con luce extra la scena.

    La luce del giorno fece irruzione come una squadra di poliziotti,con un mucchio di cosa sta succedendo qui?, in una stanza che, comela camera da letto, avrebbe presentato delle difficolt a chiunqueavesse avuto un minimo di senso estetico. La cucina era, come quasitutte le stanze della casa di Dirk, grande, imponente e in uno stato diconfusione. Era un ambiente che sfidava sprezzante tutti i tentativi dimettere ordine da parte di chiunque, li sfidava sprezzante e li scostavada una parte con unalzata di spalle, quasi fossero una delle moscheche, o morte o moribonde, giacevano in un mucchietto sotto la finestrasopra una pila di vecchi cartoni della pizza.

    Alla luce laltro capello apparve nei particolari grigio alla radice,e poco pi sopra tinto di un metallico arancione brillante. Dirk sporsele labbra e riflett molto profondamente. Non era il caso di scervellarsiper stabilire a chi appartenesse cera una sola persona che avesseregolare accesso alla cucina e la cui testa pareva una riserva di ossidimetallici estratti dai rifiuti industriali ma bisognava riflettere molto

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  • seriamente sui corollari della scoperta appena fatta: che, cio, questadonna aveva appiccicato un suo capello allo sportello del frigorifero.

    Ci significava che il silenzioso conflitto tra lui e la donna dellepulizie aveva, con unimprevedibile escalation, raggiunto un nuovo epi spaventoso livello. Erano trascorsi, calcol rapidamente Dirk, tremesi ormai da quando il frigorifero era stato aperto lultima volta, eciascuno di loro era fermamente deciso a non riaprirlo per primo. Ilfrigorifero ormai non se ne stava semplicemente l nel suo angolo dellacucina, ma guatava bieco, in agguato. Dirk ricordava molto bene ilgiorno in cui aveva cominciato a guatare bieco. Risaliva a otto giorniprima, quando aveva cercato di ingannare con un semplicestratagemma Eleonora questo era il nome della vecchiarda, ma Dirklo pronunciava Eleonra per fare rima con cameriera, una presa ingiro di cui ormai lui non si rendeva pi conto per costringerla adaprire il frigorifero.

    Ma il sotterfugio era stato scoperto con destrezza e mandato amonte, e per un pelo le conseguenze non erano orribilmente ricadutesul suo capo.

    Dirk era ricorso alla strategia di fare un minimo di spesa al mini-market in fondo alla strada.

    Niente di provocatorio un po di latte, qualche uovo, dellapancetta, due tranci di torta al cioccolato e un semplice panetto diburro. Aveva lasciato la roba sopra il frigorifero cos, in tuttainnocenza, come per dire: Ah, appena ha un momento le spiacesistemare la spesa?.

    Quando, la sera, era tornato a casa, il cuore gli era balzato nel pettovedendo che sul frigorifero non cera pi nulla. E la roba non era danessuna parte. Non era stata spostata e messa da qualche altra parte:non cera proprio pi. Evidentemente la donna aveva capitolato elaveva messa nel frigorifero. S, nel frigorifero. Nel frigorifero che, unavolta aperto, aveva certamente pulito. Per la prima e unica volta ilcuore gli si gonfi di gratitudine verso di lei, ed era sul punto dispalancare trionfante la portiera del frigo quando un ottavo senso(Dirk aveva calcolato di averne undici, di sensi) lo ammon di agirecon grande, grandissima prudenza, e di riflettere prima su doveEleonora avrebbe potuto mettere la sua spesa.

    Un dubbio senza nome si fece strada in lui mentre senza farerumore si avvicinava al secchio della spazzatura sotto il lavandino.

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  • Trattenendo il fiato, tolse il coperchio e guard dentro.L, ben collocati tra le pieghe di un sacchetto pulito di plastica

    nera, cerano le sue uova, la sua pancetta, la sua torta al cioccolato e ilsuo semplice panetto di burro. Le due bottiglie del latte, benrisciacquate e disposte in bellordine, erano sullo scolatoio dellavandino, dove presumibilmente era finito il loro contenuto.

    Laveva buttato via. Piuttosto che aprire il frigorifero, aveva buttatovia il suo cibo.

    Allora si era voltato lentamente a guardare lo scostante, tozzo,bianco monolite, ed era stato quello lesatto momento in cui si era resoconto senza unombra di dubbio che il frigo lo guardava storto.

    Si prepar un caff nero ristretto e si sedette, tremando un po. Nonera nemmeno andato direttamente a guardare dentro il lavandino, masapeva che il suo conscio doveva aver notato le due bottiglie del lattevuote e pulite, e una parte funzionante della sua mente laveva messosul chi vive.

    Il giorno dopo aveva cercato di darsi una spiegazione razionale.Stava diventando paranoico. Di certo si era trattato di una semplicedisattenzione da parte di Eleonora. Probabilmente stava pensandoalla bronchite del figlio, o ai suoi attacchi di malumore o diomosessualit o di qualunque cosa fosse che le impediva di venire, o dicombinare alcunch di percettibile le volte che veniva. Era italiana, edoveva aver scambiato la sua spesa per spazzatura.

    Ma la faccenda del capello cambiava ogni cosa. Stabiliva al di l diogni dubbio che Eleonora sapeva esattamente ci che faceva. Nonaveva proprio nessuna intenzione di aprire il frigorifero prima di lui, eDirk non aveva nessuna intenzione di aprirlo prima di lei.

    Evidentemente lei non si era accorta del capello di Dirk, altrimentila cosa pi ragionevole che avrebbe potuto fare sarebbe stato ditoglierlo e basta, facendogli cos credere di aver aperto il frigorifero.Lui quindi adesso avrebbe dovuto togliere il capello di lei per farlecredere la stessa cosa, ma mentre se ne stava accosciato davanti alfrigorifero gi sapeva che il trucco non avrebbe funzionato, e cheentrambi erano chiusi in una spirale sempre pi stretta di non-apertura del frigo, una spirale che li avrebbe condotti tutti e due allafollia e alla perdizione.

    Si chiese se fosse il caso di pagare qualcuno perch aprisse ilfrigorifero.

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  • Ma non era in condizione di poter pagare qualcuno perch facessequalcosa. Non era neppure in condizione di pagare a Eleonora leultime tre settimane di lavoro. Lunico motivo per cui non la mandavavia era che quando si licenzia qualcuno bisogna pagarlo di sicuro, cosache lui non poteva fare. La sua segretaria si era finalmente licenziataed era andata a fare qualcosa di reprensibile nel campo del turismo.Dirk aveva cercato di fare del sarcasmo dicendole che preferiva lamonotonia del salario a

    La regolarit del salario laveva corretto lei con calma. allasoddisfazione professionale.

    Lei era stata sul punto di ribattere:Soddisfazione che?, ma si era resa conto che se avesse detto

    questo avrebbe poi dovuto ascoltare la risposta di lui, che lavrebbefatta inferocire spingendola a ribattere a sua volta. Le venne dapensare per la prima volta che lunica via di fuga era di non farsicoinvolgere in questi botta e risposta. Stavolta sarebbe bastato nonrispondere, e sarebbe stata libera di andarsene. Mise alla prova questasua nuova idea. Fu presa da unimprovvisa sensazione di libert. Se neand.

    Una settimana dopo, sullonda di questi cambiamenti, spos unassistente di volo di nome Smith.

    Dirk aveva rovesciato la scrivania della segretaria con un calcio, ein seguito aveva dovuto raddrizzarsela da s perch lei non eratornata.

    In quel periodo il lavoro di investigatore ferveva dattivit comeuna tomba. Nessuno aveva voglia che si investigasse su nulla, o cospareva.

    Per tenere insieme lanima col corpo si era messo a praticare, nellelunghe serate del gioved, la chiromanzia, ma non gli piaceva granch.Avrebbe anche potuto sopportarla ormai si era abituato, in un modoo nellaltro, allodiosa, abietta umiliazione di questa attivit, e poi erapiuttosto anonimo con la sua tenda piantata nel giardino posterioredel pub se non fosse stato cos mostruosamente e penosamentebravo. Era cos bravo che si trovava immerso in un bagno di sudore eodio verso di s. Con ogni mezzo cercava di imbrogliare, di fingere, dirisultare deliberatamente e cinicamente maldestro, ma ogni balla checercava di raccontare non serviva mai a nulla, e le sue previsionifinivano sempre per rivelarsi esatte.

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  • Il momento pi brutto era stato quando una povera donna eravenuta una sera dallOxfordshire per consultarlo. In un momento diumor faceto, Dirk le aveva detto di tenere docchio il marito che, agiudicare dalla linea del matrimonio, era un tipo un po volatile, unuccel di bosco. Era quindi stato informato che il marito in questioneera in effetti un pilota di caccia, e che due settimane prima il suo aereonon era pi tornato da unesercitazione sul Mare del Nord.

    Dirk cera rimasto molto male e aveva invano cercato di consolarla.Era sicuro, le aveva detto, che suo marito le sarebbe stato col temporestituito, che le cose si sarebbero sistemate, che tutto ma propriotutto sarebbe andato bene eccetera. La donna aveva risposto che moltodifficilmente avrebbe rivisto il marito dato che il record mondiale disopravvivenza nelle acque del Mare del Nord non arrivava ai sessantaminuti, e siccome non si trovava traccia di suo marito da duesettimane ormai, le sembrava decisamente improbabile pensare chesuo marito non fosse morto stecchito, e che quindi avrebbe cercato diabituarsi allidea, grazie tante. Aveva detto tutto questo in tonoparecchio sarcastico.

    Dirk a questo punto aveva perso il controllo e aveva cominciato aparlare a ruota libera.

    Dalle linee della mano appariva chiaramente, le aveva spiegato,che la montagna di soldi che le sarebbe piovuta addosso di l a poconon lavrebbe consolata per la perdita del suo caro, caro marito, mache se non altro le sarebbe stato di conforto sapere che lui era salito suin quel grande qualcosa che c in cielo, e che adesso fluttuava sullapi lieve e pi bianca nuvoletta che si potesse immaginare, e che eramolto bello a vedersi con le sue nuove ali, e gli spiaceva molto diessersi lasciato andare a queste mostruose farneticazioni ma che leilaveva colto di sorpresa.

    Gradiva un t, o una vodka, o magari un po di minestra?Lei non gradiva. Aveva risposto che era entrata nella tenda per

    sbaglio mentre cercava la toilette, e cosera questa storia dei soldi?Niente, solo chiacchiere aveva spiegato Dirk. Si trovava in

    difficolt, col fatto di dover parlare in falsetto e tutto quanto. Mi sonoinventato tutto sul momento. La prego di accettare le mie scuse pisentite per aver turbato cos maldestramente il suo lutto, e inoltre miconsenta di accompagnarla alla, cio di mostrarle be, ci che date lecircostanze chiameremo toilette, che qui fuori della tenda sulla

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  • sinistra.Questa storia laveva buttato parecchio gi di morale, ma fu con

    sincero orrore che qualche giorno pi tardi scopr che la povera vedovaaveva vinto 250.000 sterline alla lotteria. Quella notte rimase perdiverse ore sul tetto della casa a mostrare il pugno al cielo buiogridando:

    Piantala! finch un vicino non chiam la polizia dicendo chenon riusciva a dormire. Dopodich arriv una pattuglia a sirenespiegate svegliando anche il resto del vicinato.

    Adesso, e cio quella mattina, Dirk se ne stava accosciato aguardare il frigorifero parecchio gi di morale. Quella feroceeffervescenza su cui di solito contava per arrivare in fondo allagiornata era evaporata fin dal principio per via della faccenda delfrigorifero. L dentro era imprigionata la sua volont, tenuta chiusa daquellunico capello.

    Ci di cui aveva bisogno, pens, era un cliente.Ti prego, Dio, pens, se c un dio, un dio qualsiasi, mandami un

    cliente. Un cliente semplicissimo, pi semplice meglio .Credulone e ricco. Uno come quel tizio di ieri.Tamburell con le dita sul tavolo.Il problema era questo: pi il cliente era credulone, pi Dirk tirava

    fuori il suo lato buono, che continuava a rifarsi vivo e a intromettersinei momenti meno opportuni. Dirk minacciava spesso il suo latobuono di sbatterlo per terra e di strangolarlo con un ginocchio sullatrachea, ma quello di solito riusciva a fregarlo travestendosi da sensodi colpa e disgusto di s, e con questo camuffamento riusciva asbatterlo fuori dal ring.

    Credulone e ricco. Di modo che lui potesse pagare qualcuno, oanche uno soltanto, dei suoi pi appariscenti e incredibili debiti.Accese una sigaretta. Il fumo si arricci verso lalto nella lucemattutina e si attacc al soffitto.

    Come il tizio di ieriQui si ferm.Il tizio di ieriIl mondo trattenne il fiato.Piano piano cal su di lui la consapevolezza che da qualche parte ci

    fosse qualcosa di spaventoso. Qualcosa di orribilmente sbagliato.Cera una catastrofe che incombeva silenziosa nellaria intorno a

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  • lui, in attesa che lui se ne rendesse conto.Quello di cui aveva bisogno, stava pensando poco prima, era un

    cliente. Era una cosa che pensava per abitudine. Lo pensava sempre aquellora della mattina. Quello che si era dimenticato era che uncliente lui ce laveva.

    Guard lora, disperato. Quasi le undici e mezzo. Scosse la testacercando di far cessare quel flebile ronzio che aveva tra le orecchie,quindi balz su per agguantare il cappello e il gran soprabito di pelleappeso dietro la porta.

    Quindici secondi dopo usciva di casa, con cinque ore di ritardo, madi buon passo.

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  • 4Due minuti dopo Dirk si ferm per riflettere su quale fosse lamigliore strategia da seguire. Invece di arrivare con cinque ore diritardo tutto affannato, sarebbe stato preferibile arrivare con cinqueore e qualche minuto di ritardo, ma avendo trionfalmente in pugno lasituazione.

    Dio non voglia che sia arrivato troppo presto! sarebbe stata la suabattuta dapertura; ma poi il seguito sarebbe dovuto essere allaltezza,e lui non sapeva bene come andare avanti.

    Forse avrebbe fatto pi in fretta se fosse tornato indietro aprendere la macchina, ma non doveva andare lontano, e poi avevaunincredibile facilit di perdersi quando era al volante. Ci avvenivain larga misura a causa del suo sistema di orientamento Zen, checonsisteva nellindividuare una qualsiasi macchina che avesse laria disapere dove stesse andando, e di seguirla. Questa tecnica portava arisultati pi spesso sorprendenti che utili, ma Dirk era del parere chevalesse pur sempre la pena metterla in atto per amore di quelle rarevolte in cui lesito era sia sorprendente che utile.

    E poi non era del tutto sicuro che la macchina funzionasse.Era una vecchia Jaguar, risalente a quel periodo molto particolare

    in cui si costruivano automobili che dovevano fermarsi pi spesso dalmeccanico che dal benzinaio, e spesso necessitavano di qualche mesedi pausa tra un giretto e laltro. A pensarci bene, per, Dirk era sicuroche non ci fosse benzina nel serbatoio e che per buona misura nondisponeva n di contanti n di un tesserino di plastica che glipermettesse di riempirlo.

    Abbandon quel flusso di pensieri in quanto del tutto sterile.Si ferm a comprare il giornale e ne approfitt per cercare di fare il

    punto della situazione. Erano le undici e trentacinque, secondolorologio del giornalaio. Dannazione, dannazione, dannazione.

    Fu tentato di lasciar perdere. Andare via e dimenticarsi del cliente.Mangiare qualcosa. La faccenda si profilava comunque irta didifficolt.

    O meglio era irta di una sola specifica difficolt: quella di riuscire afingere di prenderla sul serio.

    Tutta quanta la faccenda era assurda. Il cliente aveva chiaramente

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  • qualche rotella fuori posto e Dirk non avrebbe nemmeno preso inconsiderazione leventualit di accettare lincarico se non fosse statoper ununica importante considerazione.

    Trecento sterline al giorno pi le spese.Il cliente aveva accettato senza battere ciglio. E quando Dirk aveva

    fatto il suo solito discorsetto da cui risultava che i suoi metodi, basaticomerano sulla interconnessione di fondo tra tutte le cose, spessocomportavano spese che al profano potevano sembrare marginalirispetto al caso in questione, quello aveva reagito con unalzata dispalle. A Dirk piaceva quando la prendevano cos.

    Il cliente, pur mostrandosi ragionevole in modo quasi disumano,aveva posto ununica condizione:

    Dirk doveva, e doveva assolutamente, presentarsi senza fallo, inperfette condizioni di funzionamento, senza nemmeno la minimaombra di un accenno di una qualche debolezza, quella mattina alle seie mezzo. Assolutamente.

    Ebbene, avrebbe dovuto mostrarsi ragionevole anche su questopunto. Le sei e mezzo erano chiaramente unorario assurdo, ed eraovvio che il cliente non aveva parlato sul serio. Di certo intendevaunora pi civile, tipo mezzogiorno, e se avesse avuto qualcosa daridire, Dirk sarebbe stato costretto a citargli fior di statistiche.Nessuno si fa ammazzare prima di mezzogiorno. Proprio nessuno. Lagente non ce la fa. Bisogna avere un buon pranzo in corpo che ti tiri sugli zuccheri e la sete di sangue. Dirk aveva le cifre che lo dimostravano.

    Lo sapeva, Anstey (cos si chiamava il cliente, un tizio strambo edemotivo sulla trentina, gli occhi spiritati, la cravatta gialla e una diquelle grandi case che ci sono in Lupton Road; veramente Dirk nonlaveva trovato molto simpatico: aveva laria di uno che si sforzasse diinghiottire un pesce), lo sapeva che il 67 per cento degli assassini cheavevano avuto modo di esprimere le proprie preferenze alimentari,avevano mangiato fegato con pancetta a pranzo? E che un altro 22 percento si era dibattuto nellindecisione tra un risotto indiano eunomelette? Questo dissipava un buon 89 per cento delle suepreoccupazioni in un solo colpo, e una volta messi in conto imangiatori di insalate miste e di sandwich di tacchino e pollo, se sipassava a vedere quanti erano quelli che si sarebbero accinti a unafaccenda del genere a stomaco vuoto, allora ci si sarebbe trovatiimmersi nel mondo del marginale e del trascurabile per non dire

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  • delle pure e semplici fantasticherie.Dopo le due e mezzo, ma pi le tre che le due e mezzo, era il

    momento in cui bisognava cominciare a stare in guardia. Ma sul serio.Anche nelle giornate buone. Anche quando non si era minacciati dimorte da giganteschi sconosciuti con gli occhi verdi, bisognava teneredocchio la gente con occhi di falco dopo lora di pranzo. Il momentopi pericoloso dopo le quattro, quando per le strade cominciano aimperversare torme di editori e di agenti letterari, inferociti dallefettuccine e dallo yogurt con fermenti lattici vivi, che urlano contro itass. Quelli erano i momenti che mettevano a dura prova lanimadegli uomini.

    Ma le sei e mezza di mattina? Se lo poteva scordare. E Dirk se nerascordato, infatti.

    Con passo risoluto, Dirk usc dalledicola nellaria pungente dellastrada e si avvi.

    Spero voglia pagarmi quel giornale, signor Dirk lo richiam ilgiornalaio, rincorrendolo.

    Ah, Bates, disse Dirk con aria di superiorit lei e le suesperanze! Non fa che sperare ora in una cosa ora in unaltra. Le possoraccomandare un atteggiamento di serena accettazione? Una vita conun fardello di speranze una vita infelice. Non porta che a dolori edelusioni. Impari a vivere il presente, attimo per attimo.

    Viene venti pence, signore replic Bates tranquillamente.Le dir io cosa deve fare, Bates, visto che si tratta di lei. Ha una

    penna? Va bene anche una semplice penna a sfera.Bates prese una penna dalla tasca interna della giacca e la porse a

    Dirk, che strapp un pezzetto della prima pagina dovera scritto ilprezzo e scrisse Pagher. Quindi diede il pezzo di carta al giornalaio.

    Lo devo mettere con gli altri, signore?Lo metta l dove le d pi gioia, caro Bates, e mi raccomando,

    non si accontenti di nulla di meno.E adesso, bravuomo, arrivederci.Spero che vorr ridarmi anche la penna, signore.Quando i tempi saranno maturi per questa transazione, mio caro

    Bates, rispose Dirk ci pu contare senzaltro. Per il momento, scopipi alti la richiedono. Gioia, Bates, grande gioia. Bates, la lasciandare, per piacere.

    E dopo aver compiuto un ultimo, poco convinto tentativo di

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  • riprendersi la penna, lometto fece spallucce e si avvi strascicando ipiedi verso la sua edicola.

    Spero di rivederla, signor Dirk lo salut volgendo appena latesta, senza entusiasmo.

    Dirk fece un cortese cenno col capo in direzione dellometto che siallontanava e quindi si avvi di buon passo aprendo il giornale allapagina delloroscopo.

    Ogni decisione presa oggi si riveler sbagliata diceva brutalmenteil suo oroscopo.

    Dirk richiuse di scatto il giornale con un grugnito. Non era sfioratodal dubbio che enormi masse di materia in rotazione ad anni luce da lpotessero sapere, sulla nostra giornata, pi di quanto sappiamo noistessi. Il fatto era che il Grande Zaganza era un suo vecchio amico, econoscendo la data di nascita di Dirk scriveva sempre loroscopo delsuo segno in modo da farlo arrabbiare. Il numero delle copie venduteera bruscamente calato di un dodicesimo da quando aveva preso aoccuparsi della rubrica astrologica, e solo Dirk e il Grande Zaganzasapevano il perch.

    Dirk continu a camminare di buon passo sfogliando rapidamenteil giornale. Come al solito non cera niente di interessante. Un sacco diarticoli sulle ricerche in corso per rintracciare Janice Smith, laddettaal check-in dellaeroporto di Heathrow scomparsa. Sul giornale cera lasua fotografia pi recente, che la raffigurava con le treccine allet disei anni. Suo padre, Jim Pearce, aveva detto che la foto era moltosomigliante, ma che adesso Janice era cresciuta un bel po e che disolito non era cos sfocata. Spazientito, Dirk si ficc il giornale sotto ilbraccio e continu a camminare, assorto in un flusso di pensieri moltopi interessante.

    Trecento sterline al giorno. Pi le spese.Si chiese per quanto tempo poteva ragionevolmente aspettarsi di

    far durare nella psiche del signor Anstey la sua bizzarra ossessione, ecio che stava per essere ucciso da un essere alto due metri e dieci conocchi verdi, capelli ispidi e corna, che solitamente brandiva verso di luiun contratto scritto in una lingua incomprensibile e firmato con unoschizzo di sangue, e anche una specie di falce. Altra caratteristicanotevole di questo essere era che nessuno laveva mai visto tranne ilsignor Anstey stesso, il quale giustificava la cosa sostenendo che ciavveniva per un gioco di luci.

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  • Tre giorni? Quattro? Dirk non era sicuro di riuscire a durare unasettimana facendo finta di prenderla sul serio, ma gi si prospettavaun migliaio di sterline circa come ricompensa per il suo disturbo. Esulla lista delle spese marginali ma non negoziabili avrebbe messo unfrigorifero nuovo. Buona idea. Buttare via il frigorifero vecchio facevadecisamente parte dellinterconnessione tra tutte le cose.

    Cominci a fischiettare al pensiero di far venire qualcuno che loportasse via, svolt in Lupton Road e vide con sorpresa che era pienodi macchine della polizia. E cera pure unambulanza. Questo non glipiacque. Era una stonatura. Non si armonizzava bene con la visionedel frigorifero nuovo.

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  • 5Dirk conosceva Lupton Road. Era una bella strada alberata congrandi case di tarda epoca vittoriana che si innalzavano alte e solide eche non apprezzavano affatto le macchine della polizia.

    Non le apprezzavano se erano parecchie, cio, e con la luce blulampeggiante. Gli abitanti di Lupton Road amavano invece vedere unasola macchina della polizia, bella e ben curata, andare su e gi dipattuglia in modo allegro e sostenuto ci manteneva allegro esostenuto anche il valore degli immobili. Ma nel momento in cui i faricominciavano a lampeggiare con quel loro blu soprannaturale,gettavano una luce sinistra non solo sui bei mattoni a vista dellefacciate, ma anche sul valore immobiliare che detti mattoni a vistarappresentavano.

    Volti ansiosi occhieggiavano da dietro i vetri delle finestre delvicinato, e su di essi lampeggiavano le luci blu.

    Erano tre: tre macchine della polizia ferme di traverso nella stradain una posizione che andava chiaramente al di l di quella di unsemplice parcheggio. Questo loro modo di essere in sosta comunicavaal mondo intero che era arrivata la legge a farsi carico della situazione,e che chiunque avesse normali, legittime e pacifiche faccende dasbrigare in Lupton Road poteva pure andare a farsi fottere.

    Dirk si avvicin di corsa, sudando sotto lo spesso soprabito di pelle.Un poliziotto cerc di sbarrargli la strada con le braccia spalancatecome se lo stesse marcando a rugby, ma Dirk lo schiv con un torrentedi parole alle quali quello non seppe trovare subito una buonarisposta. Dirk corse verso la casa.

    Sulla porta lo ferm un altro poliziotto, e Dirk era sul punto diesibire una vecchia ricevuta dei grandi magazzini Marks and Spencercon unabile mossa del polso per la quale si era esercitato ore e oredavanti allo specchio nelle lunghe serate in cui non cera molto altroda fare, quando lagente improvvisamente gli chiese: Ehi, lei Gently?.

    Dirk sbatt le palpebre incredulo. Rispose con un lieve grugnitoche avrebbe potuto significare s o no a seconda delle circostanze.

    Perch il Capo la cercava.Davvero? domand Dirk.

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  • S, lho riconosciuta dalla sua descrizione replic lagentesquadrandolo dalla testa ai piedi con un sorriso vacuo.

    A dire la verit, continu il poliziotto il Capo ha fatto pi volteil suo nome con un tono che molti potrebbero giudicare piuttostooffensivo.

    Ha perfino mandato Big Bob lAcchiappauomini a cercarla inmacchina. Si capisce subito che Bob non lha trovata guardandola infaccia. La gente beccata da Big Bob lAcchiappauomini di solito arrivaun po acciaccata. Certo, in grado di collaborare con noi, ma pocoaltro. Entri, entri.

    Meglio lei che me aggiunse sottovoce.Dirk diede unocchiata alla casa. Le imposte di pino grezzo erano

    chiuse. La casa dava per ogni altro verso unimpressione di ordine, dipulizia, di evidente e ostentata ricchezza, ma quelle imposte chiusedavano in qualche modo unidea di improvvisa devastazione.

    Stranamente, si sentiva una musica che pareva provenire dalloscantinato; non vera e propria musica, ma piuttosto un unico branomusicale molto ritmato che si ripeteva senza sosta.

    Probabilmente era la puntina di un giradischi che continuava apercorrere lo stesso solco, e Dirk si chiese come mai nessuno avessespento lapparecchio, o almeno dato un colpo alla puntina in modoche il disco potesse andare avanti. Il ritornello a Dirk sembravavagamente familiare: forse laveva sentito di recente alla radio, anchese non riusciva a riconoscere la canzone. Le parole sembravanoqueste:

    Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren- e via di seguito.Immagino vorr andare gi in cantina disse lagente col tono di

    chi riteneva che quella fosse lultima cosa che una persona sana dimente potesse voler fare.

    Dirk annu seccamente e sal i gradini che conducevano alportoncino di ingresso, che era socchiuso. Scosse la testa e si strinsenelle spalle nel tentativo di rimettere ordine nel suo cervello.

    Lanticamera emanava opulenza, sovrapposta a un gusto cheoriginariamente doveva essere quello di uno studente universitario. Ilpavimento era di assi grezze con uno spesso strato di vernice al

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  • poliuretano, e alle pareti bianche erano appesi tappeti greci, matappeti greci costosi. Dirk era pronto a scommettere (ma non ascommettere dei soldi) che una perquisizione della casa avrebbeportato alla luce, insieme a chiss quali altri segreti reconditi,cinquecento azioni della British Telecom e una raccolta dei dischi diBob Dylan che arrivava fino a Blood on the Tracks.

    Nellanticamera cera un altro poliziotto.Pareva terribilmente giovane e stava in piedi tenendosi appoggiato

    appena al muro, gli occhi fissi per terra. Era pallidissimo e tuttosudato.

    Rivolse a Dirk uno sguardo incerto, e fece un debole cenno indirezione delle scale che portavano di sotto.

    Dallo scantinato veniva il ritornello senza fine:Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Dirk tremava di rabbia: una rabbia che si agitava dentro di lui

    cercando qualcosa da colpire o da strangolare. Avrebbe tanto volutopoter negare di avere alcuna colpa per ci che era avvenuto l, ma finquando qualcuno non lavesse accusato, non poteva farlo.

    Da quanto tempo siete qui? chiese bruscamente.Il giovane poliziotto dovette farsi forza per rispondere.Siamo arrivati mezzora fa rispose debolmente. Che brutta

    mattinata. Un gran trambusto.Non mi parli di trambusto replic Dirk senza logica alcuna. E si

    lanci gi per i gradini.Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-In fondo alle scale cera uno stretto corridoio con una porta

    fracassata, tenuta su da un cardine solo, che dava su uno stanzone.Dirk fece per entrare ma una figura usc dallombra e gli si piazz difronte.

    Mi spiace che tu sia immischiato in questa storia disse la figura.Mi spiace moltissimo.

    Dimmi cosa centri con questa faccenda cos capisco di cosa devodispiacermi esattamente.

    Dirk fiss stupefatto quel viso pulito e affilato.Gilks? domand.Non fare quella faccia stupida da comesichiama hai presente

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  • quegli animali che sembrano foche ma non sono foche? Quelle grossebestie lardose. Dugonghi, ecco. Non fare quella faccia da dugongo.Perch quel be, quelluomo l dentro e indic la stanza alle suespalle ha scritto il tuo nome e il tuo numero di telefono su una bustapiena di soldi?

    Come m cominci Dirk. Come mai sei qui, Gilks, se mi lecito chiederlo? Che ci fai cos lontano dalle paludi delCambridgeshire? Questo ambiente non mi sembra abbastanza umidoper te.

    Trecento sterline disse Gilks. Perch?Permettimi di parlare col mio cliente ribatt Dirk.Il tuo cliente, eh? ripet acido Gilks. Ma s, certo. Va, parlagli

    pure. Voglio proprio sentire coshai da dirgli. Indietreggi di un passoe fece cenno a Dirk di accomodarsi.

    Dirk mise ordine nei suoi pensieri ed entr nella stanza in unostato di controllata compostezza che dur poco pi di un secondo.

    La maggior parte del suo cliente se ne stava tranquillamenteseduta in una comoda poltrona davanti allo stereo. La poltrona eraposta in una posizione di ascolto ottimale a una distanza daglialtoparlanti doppia rispetto a quella che li separava luno dallaltro,cosa che di solito considerata lideale per la resa stereofonica.

    Nel complesso aveva unaria disinvolta e rilassata, le gambeaccavallate e una tazzina di caff bevuto a met sul tavolino accanto alui.

    Purtroppo la scena era turbata dal fatto che la testa poggiava suldisco che girava sul piatto, con il braccio del giradischi che toccava ilcollo a ogni rotazione venendone risospinto ogni volta nello stessosolco. Mentre la testa girava pareva rivolgere a Dirk, ogni 1,8 secondicirca, uno sguardo carico di rimprovero come per dire: Hai visto cosasuccede quando non vieni allora che ti ho detto io?. E girava verso ilmuro, girava e rigirava e tornava a gettargli un altro sguardo carico dirimprovero.

    Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-La stanza si mise a oscillare un poco intorno a lui, e Dirk si

    appoggi al muro con la mano per tenerla ferma.Dovevi fornire al tuo cliente qualche servizio particolare? chiese

    molto piano Gilks alle sue spalle.

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  • Ah, be, no, era solo per una faccenduola rispose debolmenteDirk. Nulla che avesse a che fare con questo. No, lui, hmm, lui nonha accennato minimamente a una cosa del genere. Be. Senti, vedo chehai da fare. Sar meglio che riscuota la mia parcella e me ne vada. Haidetto che aveva preparato una busta, giusto?

    Detto questo, Dirk si lasci cadere su una sedia di compensato chestava dietro di lui, e la ruppe.

    Gilks lo tir su e lo spinse contro il muro. Usc un attimo e ritorncon un vassoio con un bicchiere e una caraffa piena dacqua. Vers unpo dacqua nel bicchiere, si avvicin a Dirk e gliela gett addosso.

    Va meglio?No rispose Dirk, sputacchiando. Non si pu almeno spegnere il

    giradischi? roba per quelli della scientifica. Non si pu toccare niente

    prima che siano passati loro. Forse sono arrivati. Tu va fuori ingiardino a prendere un po daria. Incatenati da solo a uninferriata eschiaffeggiati un po: io ho da fare. E cerca di diventare meno verde infaccia, daccordo? Il verde non ti dona.

    Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Gilks gli volt la schiena con unaria stanca e scocciata. Fece per

    dirigersi verso la porta per andare incontro ai nuovi venuti di cui avevasentito le voci al pianterreno, ma si ferm e rimase a guardare perqualche secondo la testa che continuava a girare sul pesante piatto delgiradischi.

    Sai, disse alla fine questi suicidi esibizionisti e supercervelloticimi danno proprio sui nervi. Lo fanno solo per darci delle noie.

    Suicidi? chiese Dirk.Gilks si gir e lo guard in faccia.Finestre con sbarre di due centimetri di diametro spieg. Porta

    chiusa dallinterno con chiave ancora nella serratura. Barricata dimobili contro la porta. Portefinestre della veranda chiuse concatenaccio. Nessuna traccia di scasso. Se fosse un omicidio, lassassinodovrebbe essere rimasto qui parecchio per far scomparire ogni traccia.Comunque, non c nessuno stucco fresco, e la vernice vecchia.

    No. Nessuno uscito da questa stanza, e nessuno ci entratotranne noi, e sono sicurissimo che noi non siamo stati.

    Non ho tempo da perdere con questa faccenda. Si tratta

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  • evidentemente di suicidio, e compiuto apposta in modo cervellotico.Ho una mezza idea di multare il defunto per aver fatto perdere tempoalla polizia. Ti dico una cosa aggiunse guardando lora. Ti do dieciminuti. Se entro dieci minuti riesci a trovare una spiegazioneplausibile di questo suicidio da mettere nel mio rapporto, ti lascertenere le prove testimoniali contenute nella busta meno il 20 percento per me come compenso per la tensione nervosa causatami dalnon averti preso a pugni sul muso.

    Per un attimo Dirk fu in dubbio se menzionare le visite che ilcliente sosteneva di aver ricevuto da parte di uno strano giganteimpellicciato dai modi violenti e dagli occhi verdi, che regolarmentecompariva dal nulla gridando qualcosa a proposito di contratti e diobblighi e brandendo una falce affilata e scintillante lunga un metro,ma, valutati i pro e i contro, alla fine decise di non dire niente.

    Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Dirk era infuriato con se stesso. Non aveva potuto infuriarsi come

    si conveniva per la morte del suo cliente perch era un fardello troppopesante e spaventoso da portare. Ma ora era stato umiliato da Gilks, esi trovava in una condizione di tale debolezza e confusione da nonpoter reagire, e cos poteva finalmente infuriarsi con se stesso perquesto.

    Diede le spalle al suo tormentatore e and in giardino per restaresolo con la sua furia.

    Il giardino era in realt un cortiletto pavimentato rivolto a ovest,con poca luce per via dellalto recinto posteriore della casa e dellaltomuro di una qualche costruzione industriale addossata allaltraestremit. Nel mezzo di questo cortile cera, per chiss quale ragione,una meridiana di pietra. Se un po di luce lavesse investita, si sarebbepotuto constatare che era quasi mezzogiorno, ora di Greenwich. Inmancanza di ci, ci si appollaiavano gli uccelli. Qualche piantaintristiva nel suo vaso.

    Dirk si ficc una sigaretta in bocca e la accese con violenza,bruciandola in buona parte.

    Non prenderla tu, prenderla tu, pren- Non prenderla tu, prenderlatu, prencontinuava a ripetere lassillante ritornello che usciva dallacasa.

    Siepi ben curate separavano a destra e a sinistra il cortiletto dai

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  • giardini delle case vicine.Quello di sinistra era piccolo come questo, quello di destra pi

    grande, traendo vantaggio dal fatto che il capannone industriale finivaallaltezza della siepe di divisione. Tutto era molto ben tenuto. Nulla digrandioso, nulla di imponente: solo una sensazione di agiatezza elimpressione che la manutenzione l non fosse un problema. La casasulla destra, in particolare, aveva laria di aver avuto i mattoni a vistaripuliti di recente, e le finestre riverniciate.

    Dirk aspir una gran boccata daria e per un secondo si ferm aguardare quel po di cielo che si poteva vedere, grigio e nebbioso. Ceraun puntolino nero che volteggiava proprio sotto le nubi. Dirk rimase aguardarlo per un po, contento di poter badare a qualcosa che nonfosse lorrore dello scantinato. Era vagamente consapevole che l sottocera un certo andirivieni, che si prendevano misure, si scattavanofotografie, e che si stavano svolgendo attivit miranti alla rimozione diteste staccate dal busto.

    Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non prenderla tu, prenderla tu, pren-Non pr-Qualcuno alla fine laveva presa, la puntina, e lossessionante

    ritornello si era finalmente azzittito. Solo il suono gentile di untelevisore lontano aleggiava pacificamente nellaria.

    Ma Dirk solo a fatica si rendeva conto di tutto questo. Era moltopi consapevole di unaltra cosa, di una successione di vertiginosebotte sulla testa, che erano i colpi infertigli dal suo senso di colpa. Nonera quel senso di colpa che sembra un rumore di fondo e deriva dalsolo fatto di essere giunti sani e salvi nel Ventesimo secolo, e con cuiDirk era bravissimo a convivere. Era invece il poderoso senso chequesta specifica orribile cosa specificamente e orribilmente colpamia.

    Nessuna delle solite strategie mentali gli consentiva di scostarsidallampia oscillazione di quel grande pendolo. Dang, ecco chetornava, ding, dang, ancora e ancora, dang, dang, dang.

    Cerc di ricordare tutti i particolari che il suo defunto cliente(dang, dang) gli aveva riferito (dang), ma (dang) era virtualmenteimpossibile (dang) con tutti quei dang che gli rintronavano in testa(dang). Il tizio aveva detto (dang) che (Dirk tir un gran respiro) eraperseguitato (dang) da (dang) un grosso mostro peloso dagli occhi

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  • verdi armato di falce.Dang!A queste parole Dirk aveva riso sotto i baffi.Ding, dang, ding, dang, ding, dang!E aveva pensato: Che idiota!.Ding, dang, ding, dang, ding, dang!Una falce (dang) e un contratto (dang).Un contratto relativo a che cosa? Il cliente non sapeva n riusciva a

    immaginarselo.Naturalmente aveva pensato Dirk (dang).Per aveva la vaga impressione che avesse qualcosa a che fare con

    una certa Patata. Cera una storia un po complicata a questoproposito (ding, ding, ding).

    A questo punto Dirk aveva annuito con grande seriet (dang), econ aria rassicurante aveva preso un appunto (dang) su un blocco cheteneva sulla scrivania (dang) apposta per scriverci sopra appunti conaria rassicurante (dang, dang, dang).

    In quel momento si era sentito inorgoglito di aver datolimpressione di aver messo una crocetta accanto alla dicitura patate.

    Dang, dang, dang, dang!Il signor Anstey aveva detto che gli avrebbe dato ulteriori

    spiegazioni riguardo alle patate quando Dirk sarebbe andato da lui perassumere lincarico.

    E Dirk aveva promesso (dang), in modo facile (dang) e disinvolto(dang), con un gesto rassicurante della mano (dang, dang, dang), chesarebbe andato da lui alle sei e mezza del mattino (dang) perch ilcontratto scadeva alle sette.

    Dirk ricordava di aver preso un altro appunto su Contratto patatescade 07.00 (dang).

    Non li sopportava pi tutti quei dang. Lui non aveva colpa diquello che era successo. Be, s.

    Certo che s. Era ovviamente colpa sua (dang). Il punto era che luinon poteva continuare a darsi la colpa di quello che era successo econtemporaneamente pensare con chiarezza al fattaccio, cosa chetemeva di dover fare. Avrebbe dovuto riesumare quellorribile cosa(dang), e per essere in grado di farlo avrebbe dovuto trovare il modo diliberarsi (dang) di tutti quei dang.

    Una gran rabbia lo invase di fronte a quella situazione senza uscita

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  • e allintricata desolazione della sua vita. Odiava quel cortiletto beneordinato. Odiava la meridiana coi suoi annessi e connessi, e quellebelle finestre ridipinte e quei tetti dalle tegole odiosamente ordinate.Avrebbe voluto dare la colpa non a se stesso ma a quel disgustosolavoro di rifinitura, alle rivoltanti pietre ben squadrate chelastricavano il cortile, e a quel disgustoso abominio dei mattoni a vistatirati a lucido.

    Mi scusiChe c? Si gir di scatto, colto di sorpresa dallintrusione di una

    voce sommessa e beneducata nella sua arrabbiatura.Lei con? Con un piccolo movimento fluttuante del polso la

    donna indic tutto quellinsieme di sgradevolezze e di cantinerie e diorribile polizieria proprio alla porta accanto la sua. Aveva al polso unbraccialetto rosso abbinato alla montatura degli occhiali. Lo stavafissando da sopra la siepe che separava il cortile dal giardino di destracon unespressione di lieve disgusto misto ad ansia.

    Dirk la fiss a sua volta senza parlare. Era sulla quarantina equalcosa, elegante, e da lei spirava immediatamente linequivocabilearia di chi lavora nella pubblicit.

    La donna emise un sospiro turbato.Lo so che probabilmente una cosa terribile e tutto quanto,

    riprese ma lei pensa che ci vorr molto? Abbiamo chiamato la poliziasolo perch quella musica orribile ci stava facendo impazzire.

    tutto un poLanci a Dirk uno sguardo di silenziosa richiesta di soccorso, e

    Dirk stabil che poteva essere tutta colpa di quella donna. Per quantolo riguardava, la colpa di tutto quanto poteva benissimo ricadere su dilei mentre lui intanto pensava al da farsi. Daltra parte, se lo meritava,se non altro perch portava un braccialetto del genere.

    Senza dire una parola, Dirk gir sui tacchi e riport la sua furiadentro la casa, dove rapidamente prese a rapprendersi in qualcosa dirigido ed efficiente.

    Gilks! chiam. La tua teoria del suicida esibizionista mi piace.Secondo me sta in piedi. E credo di sapere come il nostro bastardosaputello abbia combinato questo guaio. Dammi carta e penna.

    Si mise a sedere con fare pomposo al tavolo di ciliegio che occupavail centro della stanza e schizz rapidamente uno schema degliavvenimenti che comprendeva un certo numero di arnesi da cucina o

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  • comunque domestici, un lampadario in oscillazione munito dicontrappesi e un calcolo dei tempi estremamente preciso incentratosul fatto che il giradischi era di marca giapponese.

    Questo dovrebbe fare contenti i tuoi ragazzi della scientificadisse spiccio Dirk a Gilks. I ragazzi della scientifica gli diederounocchiata, passarono in rassegna i punti principali e li apprezzaronomolto. Erano semplici, poco plausibili, ma erano proprio del tipo cheun coroner a cui piaceva andare in vacanza a Marbella proprio comeloro avrebbe apprezzato molto.

    A meno che disse Dirk distrattamente non preferiate lidea cheil defunto avesse stretto una specie di patto diabolico con qualcheentit soprannaturale venuta a riscuoterne il pagamento.

    I ragazzi della scientifica si scambiarono uno sguardo e fecero di nocon la testa. Tra di loro si era diffusa la sensazione che la mattinatafosse ormai molto avanzata e che questo tipo di discorsi servisse solo aintrodurre complicazioni superflue in un caso che altrimenti sarebbegi stato acqua passata prima dellora di pranzo.

    Dirk si strinse soddisfatto nelle spalle, prese la sua quota di provetestimoniali e, rivolto un cenno di saluto allispettore, torn al piano disopra.

    Nellanticamera si rese improvvisamente conto che il pacificosuono della televisione mattutina che aveva sentito quando era ingiardino era stato per tutto il tempo soffocato dallinsistente ritornelloche proveniva dallo scantinato.

    Si accorse con sorpresa che il suono della televisione veniva dalpiano di sopra. Accertatosi con una rapida occhiata che nessuno lostesse guardando, Dirk mise il piede sul primo gradino e alz sorpresogli occhi verso lalto.

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  • 6Le scale erano rivestite con una sorta di stuoia con qualche pretesadi uneleganza austera e raffinata.

    Dirk sal in silenzio passando accanto ad alcuni grandi affari invaso raffinatamente essiccati che stavano sul primo pianerottolo eguard dentro le stanze del primo piano. Anchesse raffinate edessiccate.

    La camera da letto padronale era lunica che mostrasse qualchesegno di vita vissuta. Si capiva che era stata progettata affinch la lucemattutina giocasse sui fiori delicatamente disposti e sui piumoniimbottiti di un materiale tipo fieno; ma si riceveva limpressione checalzini sporchi e lamette usate stessero per stringere la stanza nellaloro morsa. Quella camera da letto denunciava con tutta evidenzalassenza di alcunch di femminile la stessa sensazione di assenzache d un quadro tolto dalla parete. Cera unatmosfera di tensione edi tristezza e di cose bisognose di essere tirate fuori da sotto il letto.

    Nel bagno cera un disco doro appeso al muro di fronte al waterper le cinquecentomila copie vendute di un disco intitolato PatataBollente, inciso da un gruppo che si chiamava Pugilato e il terzopicchiatello autistico. Dirk ricordava vagamente di aver letto parte diunintervista rilasciata dal leader di questo complesso (erano solo indue, e uno di questi due era il leader) sullinserto illustrato di unquotidiano. Alla richiesta di spiegare il nome del gruppo, ilpersonaggio in questione aveva risposto che cera dietro una storiainteressante, che poi di interessante non aveva proprio nulla.Significa quello che la gente vuole che significhi aveva aggiuntostringendosi nelle spalle, seduto sul divano nellufficio del suo agente,dalle parti di Oxford Street.

    Dirk ricordava di essersi immaginato il giornalista che annuivaeducatamente mentre si appuntava questa frase. Dopodich gli seraformato un ignobile nodo allo stomaco, nodo che alla fine era riuscitoa sciogliere col gin.

    Patata Bollente pens Dirk.Improvvisamente cap, guardando il disco doro appeso al muro

    nella sua custodia rossa, che quello era ovviamente il disco su cuiruotava la testa del defunto signor Anstey.

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  • Patata Bollente. Non prenderla tu.Ma che voleva dire?Significa quello che la gente vuole che significhi pens Dirk con

    cattivo gusto.Ricordava unaltra cosa di quellintervista, e cio che Pain (questo

    era il nome del leader di Pugilato e il terzo picchiatello autistico)diceva che il testo della canzone laveva scritto trascrivendo parola perparola una conversazione sentita per caso in un bar o in una sauna o abordo di un aereo o cose del genere. Dirk si domand come sisarebbero sentiti gli interlocutori originari sentendo ripetere le loroparole nelle circostanze in cui era capitato a lui di sentirle.

    Guard con pi attenzione letichetta al centro del disco doro. Incima cera la scritta: ARRGH!, sotto seguivano alcuni nomi:Paignton, Mulville, Anstey.

    Mulville era presumibilmente laltro membro di Pugilato e il terzopicchiatello autistico, quello che non era il leader. E il nome di GeoffAnstey, messo l, significava che con quel mezzo milione di dischivenduti doveva essersi comprato la casa.

    Quando Anstey aveva detto che il famoso contratto aveva a che farecon una certa Patata aveva dato per scontato che Dirk capisse cosaintendeva.

    Invece lui aveva subito dato per scontato che Anstey stessefarneticando. Era molto facile concludere che uno che parlava dimostri dagli occhi verdi armati di falce farneticasse anche parlando dipatate.

    Dirk sospir, profondamente a disagio. Non gli piaceva il modo incui il disco doro era appeso alla parete, e lo spost un poco in modoche pendesse con uninclinazione meno rigorosa e pi umana. Questogesto provoc la caduta di una busta dietro la custodia. Dirk cerc diprenderla al volo senza riuscirci. Con un grugnito di fatica si chin e laraccolse da terra.

    Era una busta piuttosto grande, color avorio, di bella carta pesante,grossolanamente aperta da una parte e poi richiusa con lo scotch.Dava anzi limpressione di essere stata riaperta e richiusa con altroscotch pi e pi volte; questa