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DENTISTA LOW COST? NO, GRAZIE! Come non sbagliare la persona cui affidi la tua salute MARCO MAIOLINO graficaElettronica

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DENTISTA LOW COST? NO, GRAZIE!

Come non sbagliare la persona cui affidi la tua salute

MARCO MAIOLINO

graficaElettronica

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Servizio BOOK ON DEMAND di:

Impaginazione e copertina: Grafica Elettronica, Napoli

Redazione: Monica Neri per Grafica Elettronica

Prima edizione ottobre 2016

Questo volume è stato stampato presso Grafica Elettronica srl, Napoli Stampato in Italia - Printed in Italytel. +39 081 5595114 / 5597681 · fax +39 081 [email protected] · www.autorinediti.it

ISBN 978-88-6651-233-2

© Marco Maiolino 2016 [email protected]

Tutti i diritti riservati. È vietata per legge la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’autore.

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INDICE

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 5

La sala di attesa. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12

La visita. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

Sistemi di ingrandimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 21

Le proposte di trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 26

I ponti e gli impianti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 31

Il low cost italiano? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 37

Gli impianti durano tutta la vita?. . . . . . . . . . . . . . . . . . » 39

Diga di gomma. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 41

Fotografie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 43

Tecnologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 45

Il valore della prestazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 48

Come ottenere il massimo dal tuo dentista . . . . . . . . . . . » 50

Chi sono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 52

Successo garantito? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 57

Quanto mi costa? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59

Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 62

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INTRODUZIONE

Il low cost è diventato un “mantra” del nostro tempo, dall’Ikea alla Ryanair, precursori nel campo, il proposito di avere servizi, pro-

dotti, prestazioni a tariffe basse è entrato prepotentemente nella testa delle persone.

Complice il periodo di crisi economica che ha messo le ali a que-sto fenomeno, vi è oggi un fiorire dappertutto di attività a basso costo, dentista compreso.

Ma nel nostro settore cosa si nasconde dietro queste scelte a basso costo?

Ci si può veramente curare a basso prezzo senza rinunciare a nulla?

Nel corso di queste pagine ti spiegherò:

u perché OGGI è difficile scegliere il dentista;u perché è importante per la tua salute e per la tua tasca una

scelta giusta;u come eliminare dal tuo ventaglio di scelte il 90% e più dei

dentisti;u come rapportarti al dentista per ottenere il meglio che lui ti

possa offrire;u come potere risparmiare davvero senza rinunciare a cure di

qualità e salvaguardando la tua salute.

Iniziamo con il primo punto: la difficoltà di scegliere. Di cosa parliamo?

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introduzione

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Scégliere: distinguere e determinare, tra più cose o persone, quella che sia o ci sembri più adatta allo scopo o più conveniente alle circo-stanze.

Così si esprime il vocabolario Treccani in merito alla parola “sce-gliere”. Il problema è che non viene analizzata la parte più difficile, legata all’uso di questo vocabolo: COME scegliere. Quali sono i cri-teri su cui si basa la scelta?

Finché parliamo di campi dove abbiamo competenze personali è facile.

Finché parliamo di prodotti commerciali possiamo affidarci a esperti del settore che li recensiscono e ci danno informazioni utili.

Quando, però, dobbiamo valutare prestazioni e servizi di cui non abbiamo competenza tutto diventa più difficile.

Scegliere il dentista oggi è ancora più difficile.Se già ieri avere un parere obiettivo da parte di un altro dentista,

in quanto “concorrente”, non era facile, oggi, con l’entrata nel “mercato” di società e grandi gruppi, l’informazione che arriva tra-mite pubblicità e internet è discordante e confusa e non mira a informare, anzi, spesso si cade nella pura disinformazione e a ven-dere il prodotto prestazione dentistica come fosse un prodotto da banco.

“Hai problemi ai denti? Solo da noi in 24 ore arcata intera su im-pianti”.

Il problema quindi non sei tu, caro lettore, che non sai scegliere ma il fatto che non hai i mezzi.

Il risultato è la confusione.Quindi dove andare? Da quello della clinica di cui ogni giorno

mentre guidi vedi i cartelloni, magari con la famosa testimonial? Da quello che hai vicino casa che, secondo il cugino del tuo amico, sem-bra avere dei prezzi niente male? Magari hai sentito anche parlare delle cliniche low cost italiane e di quelle più convenienti oltre il

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introduzione

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confine, su “Striscia la notizia” quest’inverno Jimmy Ghione e il Ga-bibbo ne parlavano pure bene…

Totale confusione!La conseguenza della confusione è una: LA CATTIVA SCELTA.Scegliere male il dentista è una decisione che ti costerà cara nel

futuro e la rimpiangerei quattro volte! La prima per i soldi che hai speso inutilmente, la seconda per i soldi che dovrai spendere nuova-mente e probabilmente in misura maggiore, la terza per tutti i disagi e dolori che dovrai soffrire, la quarta per il fatto che, probabilmente, completerai finalmente le tue cure avendo compromesso una parte della tua salute.

Ti faccio alcuni esempi, quello del sig. Giuseppe che sul blog di un collega racconta la sua storia di turismo odontoiatrico:

“Vorrei dirle la mia, visto che il suo sito parla attivamente delle “nuove frontiere” dell’odontoiatria. La mia storia non differisce da altre piuttosto diffuse nel nostro paese. Tutto incominciò natural-mente con un preventivo italiano troppo elevato per le mie tasche e con l’irresistibile possibilità di curarmi con meno della metà dei costi nostrani. Non è stato difficile navigando, in rete, trovare qualcosa che facesse al caso mio e non voglio dilungarmi sull’iter del viaggio e dei contatti ma sul “dopo”.

Impianti e denti furono messi rapidamente, come pure rapido dovette essere il saldo ma ciò che mi venne fatto non mi dette mai pace e febbri ed infezioni durarono per mesi. Poiché mi reputo de-cisamente cocciuto, ritornai più volte dal dentista lamentandomi del risultato e delle continue infezioni cui dovevano seguire infini-te terapie antibiotiche; la sorpresa (quella vera) venne la terza vol-ta che mi recai a lamentarmi, poiché non trovai solo il dentista ma anche una macchina della polizia locale che, dopo avermi accom-pagnato alla frontiera, mi mise un simpatico timbro sul passaporto

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con la scritta INDESIDERATO e il conseguente divieto di accesso in Croazia per ben 5 anni: come ciò sia potuto accadere lo lascio im-maginare a voi.

E il lavoro dentistico? Già, il lavoro! Forse questa immagine può esprimere più di mille parole il triste epilogo della vicenda (segue foto del lavoro cascato nel lavandino)Cordialmente

Sig. Giuseppe (che mai più lascerà a tal scopo il Belpaese)

L’esperienza di Vittoria in una nota clinica in franchising:

“Salve, vorrei rispondere a chi chiede notizie in merito alla cli-nica xxx. Io ci sono andata per un preventivo. All’inizio gentilissi-mi, alla panoramica gratuita (ormai la fanno tutti così!) segue la visita e poi dal direttore commerciale. Lì è iniziato l’incubo!!!!! Vo-leva che firmassi assolutamente la documentazione per attivare la pratica con la finanziaria (il mio preventivo era di 8.700,00 eu-ro). La sua gentilezza si è esaurita nel momento in cui ha capito che mai avrei firmato senza aver prima consultato mio marito; da quel momento è diventato maleducato ed arrogante ed inoltre si è rifiutato di darmi una copia del preventivo e mi ha scritto su di un semplicissimo post-it la cifra di 8.700,00 euro pagabile in “como-de” rate da 180,00 euro in 48 mesi, escluse le spese di apertura pratica finanziaria!!!!

Sempre sul tema, avrai sentito sicuramente del caso delle cliniche che dalla notte al mattino hanno chiuso i battenti, abbandonando i dipendenti e i pazienti, la maggior parte dei quali con i trattamenti appena iniziati e cure già saldate grazie ai finanziamenti. Il caso più famoso è quello di Viale Monza a Milano, se ti sei perso questa no-tizia ti aiuto:

“Un mare d’impronte e nessuna traccia. Gli armadietti degli studi

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introduzione

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sono pieni di calchi delle dentature di mezzo viale Monza e tanta Milano. Urla e pugni picchiati e “Rivoglio i miei soldi!” della gente imbestialita. “Sono seimila” spiega una, nonostante tutto il trambu-sto, gentile dipendente alla reception “i pazienti passati negli ultimi due anni per la «Clinica odontoiatrica»”. Quattordici dentisti, dieci centraliniste e segretarie e due titolari spagnoli, Angel Aranda Gon-zalez e Carlos Munoz Penalver, entrambi di 39 anni, dal 31 maggio non si fanno vedere e sentire (cellulari spenti). Dove sono finiti? Sono finiti, questo è certo, i soldi in cassa, inclusi gli acconti versati dai pazienti che si ritrovano con impianti in sospeso, dentiere non consegnate, rate da pagare con finanziarie e banche che hanno anti-cipato il denaro.

Ancora, Don Lino Guerzoni, parroco di 62 anni di Fiesso Umber-tiano (Rovigo), che pare essere deceduto in seguito a complicazioni insorte dopo un intervento di inserzione di impianti in una clinica low cost croata. Sei spaventato adesso?

Infine, Marco D. si reca in una clinica low cost per un ascesso a un dente che aveva subìto una grossa ricostruzione un anno prima, gli viene proposta l’estrazione del dente e contemporaneamente l’in-serzione di un impianto allo straordinario prezzo di 990 euro. L’e-strazione si rivela più difficoltosa del previsto ma il dentista decide comunque di completare l’intervento e l’impianto viene inserito ugualmente. Qualcosa non va per il verso giusto e la zona si infetta, l’impianto inserito diventa mobile e cade dopo 20 giorni. In seguito a quest’infezione l’osso e la gengiva di Marco si ritirano, dopo qual-che mese, quello che rimane di questi tessuti non è più sufficiente per posizionare un nuovo impianto. È a questo punto necessario un intervento di ricostruzione dell’osso e della gengiva che nessuno è capace di fare nella clinica low cost. Marco a quel punto inizia a cercare qualcuno in grado di risolvere il suo problema. Si rivolge a me e quando lo visito mi porta le radiografie precedenti all’interven-

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introduzione

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to, aveva anche delle piccole lastrine, noi dentisti le chiamiamo “en-dorali”, dove si vedevano meglio i dettagli dei denti. A quel punto avevo 2 notizie per lui ma entrambe brutte! La prima che l’interven-to di ricostruzione aveva un costo intorno ai 1500 euro (per tornare in pratica al punto di partenza) escluso il costo dell’impianto. L’in-tervento, inoltre, per complessità e disagi era superiore all’inserzione dell’impianto e i tempi per completare il lavoro avrebbero previsto almeno altri sei/dodici mesi.

La peggiore notizia di tutte era che, guardando le radiografie, quel dente era pienamente recuperabile e era stato estratto a puro fine di speculazione economica.

Se Marco non si fosse fatto abbagliare dai cartelloni in giro per la città e fosse andato da un professionista serio ora avrebbe ancora il suo dente in bocca e non sarebbe nel casino in cui è adesso, per il quale, dovrà spendere molto di più, patire più disagi e alla fine ritro-varsi con un dente completamente artificiale.

Eh sì! Perché ancora oggi, noi non riusciamo a replicare la mera-viglia di lavoro che ha fatto la natura e gli impianti dentali sono an-cora delle brutte copie dei denti.

Estrarre un pezzo “originale” per metterne una copia “non origi-nale” non è mai una brillante idea. Non lo faresti neanche per la tua moto, figuriamoci per una parte del tuo corpo!

Infine, magari non sarà grave come gli altri ma vogliamo parlare di tutte quelle strutture che dopo pochi anni di attività si trasferisco-no, cambiano nome e personale e tu, che hai fatto un lavoro da loro, non sai più da chi sei andato?!?

Queste pagine sono scritte per te, caro Paziente, che oggi come non mai sei confuso, e giustamente, nella scelta del dentista.

Se pensi, dopo avere fatto mille ricerche su internet, non avendo le idee chiare, di poter migliorare la situazione cercando ancora, mi dispiace disilluderti ma ti troverai ad affrontare due problemi.

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introduzione

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Il primo è che le stesse nozioni che vengono insegnate a noi den-tisti pochi anni prima sono continuamente messe in discussione o vengono aggiornate e, senza l’aiuto della pratica, è impossibile per te, che non hai mai messo un dito in bocca, capire la verità. Io stesso, che ho studiato Odontoiatria e Protesi Dentaria all’Università degli studi di Perugia per 5 anni solo sui libri, ti posso con franchezza dire, dopo 15 anni di professione, che non avevo ancora la minima idea REALE di cosa fosse questo lavoro.

Il secondo è che internet ormai è pieno di spazzatura, contraddi-zioni, disinformazione fatta ad arte per vendere prodotti, terapie e quant’altro ed è lecito pensare che questo processo probabilmente non rallenterà ma, al contrario, tenderà a accelerare.

Pubblicità, internet, il consiglio dell’amico… oggi come mai pri-ma, le fonti di informazioni sono così tante che, paradossalmente, anziché chiarire la situazione e aiutarti a decidere, contribuiscono a confonderti ulteriormente.

Iniziamo, quindi, subito a vedere quali punti ti possono aiutare a valutare chi hai di fronte.

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LA SALA DI ATTESA

Il citofono fa un clock e si apre il portoncino della scala, entri nel-l’ascensore, pigi il piano indicato dalla signorina che hai sentito al

telefono e trovi la porta dello studio, all’interno ci sono 15 persone in attesa del loro turno e pensi: “…mazza di gente! Questo deve essere proprio bravo se ha tutta sta richiesta, poi mio cugino mi ha detto anche che non è caro come tanti altri!”.

Hai mai pensato qualcosa di questo tipo? O conosci gente che ti ha riferito questo vedendo sale di attesa piene?

Sì? Mi dispiace ma hai le idee molto confuse, anzi, direi che non hai capito una mazza. Dai, riproviamo con un altro scenario!

Chiami uno studio chiedendo una visita e la signorina ti risponde che il pomeriggio è affollato ma aggiunge “Se magari passa verso le 16,30 si potrebbe fare!”.

Immaginiamo un altro portoncino a questo giro, un po’ di fanta-sia! niente ascensore e un piano rialzato. Entri e dopo un’oretta di attesa insieme con altre 5-6 persone, ti accomodi contemporanea-mente a un altro paziente nella zona operativa, tu in una seconda sala. Il dottore entra e, dopo aver guardato la radiografia panoramica che ti era stata richiesta e un’occhiata di un minuto in bocca, ti dice quello che c’è da fare. Ti chiede di pazientare un po’ per l’emissione di un preventivo e si congeda, poiché ha già un altro paziente con l’anestesia da trattare nella sala accanto.

In 10 minuti la tua visita si è completata.Sei soddisfatto di questo scenario?Facciamo un passo indietro e parliamo un po’ meglio di questa

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LA SALA DI ATTESA

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“stanza” dove le persone aspettano, accumulano ansia, si stancano … e spesso ancora “aspettano” come il nome giustamente suggerisce.

La sala di attesa è di solito il primo contatto che il paziente ha con lo studio e non voglio scadere nell’ovvio dicendo che se trovi una stanza fatiscente e con le ragnatele sui muri è meglio se dici che hai parcheggiato la macchina in doppia fila e scappi via! La sala di attesa deve essere logicamente in condizioni estetiche e igieniche adeguate, questo lo do per scontato.

Non fare neanche l’errore opposto: non ti fare abbagliare troppo da sale di attesa troppo curate… possono essere segno di grande at-tenzione da parte del professionista ma talvolta sono solo uno spec-chietto per le allodole, soprattutto nel caso di catene in franchising dove la scelta degli arredi non è curata dal gusto del singolo profes-sionista ma studiata a tavolino da esperti di marketing per fare leva sui tuoi lati emozionali.

Qual è allora un indice che io trovo essere molto importante nella valutazione di una sala di attesa?

C’è una cosa che devi valutare davvero nella sala di attesa: quante persone “attendono”.

Su questo aspetto la maggior parte dei pazienti ha le idee molto confuse e confonde uno studio dentistico con un negozio o un risto-rante.

C’è un principio, ben conosciuto nell’ambito della psicologia comportamentale, noto come principio della riprova sociale.

“Le persone, in media, tendono a ritenere maggiormente validi i comportamenti e le scelte che vengono effettuate da un elevato nu-mero di persone”.

Questo è il principio comportamentale in seguito al quale tendi a entrare in un negozio se lo vedi affollato privilegiandolo a uno vuo-to, il principio secondo il quale tra due ristoranti adiacenti scegli per istinto di entrare in quello dove vedi più gente al l’interno.

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LA SALA DI ATTESA

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Molti pazienti fanno lo stesso errore quando entrano nello studio del dentista. Entrare in una sala di attesa e vederla affollata NON è assolutamente un indice di qualità, anzi, posso affermare con sicu-rezza che è un indice di assoluta non qualità, in particolare nel no-stro settore, dove la parte di lavoro “operativa” (cure, interventi ecc.) è predominante rispetto alla parte diagnostica (le visite).

All’inizio della mia vita professionale avevo una sala di attesa con 10-15 persone ed era in assoluto il periodo in cui erogavo le presta-zioni peggiori.

La prestazione dentistica è una prestazione che necessita di un tempo congruo per la sua esecuzione e di un tempo congruo per la pulizia e il riordino corretto delle sale.

Volendo dare a te lettore un’idea approssimativa dei tempi che servono mediamente per effettuare in maniera corretta una procedu-ra, ne prendo ad esempio una tra quelle più frequentemente esegui-te: la ricostruzione di un dente cariato nello spazio tra un dente e l’altro dove, per capirci, passi il filo interdentale.

Il tempo necessario si aggira sui 50-60 minuti, il tempo medio per ripulire la sala e renderla di nuovo pronta di solito è non inferiore ai 10-15 minuti, tralasciando il fatto che gli strumenti utilizzati nella seduta devono essere trattati con una procedura che richiede un tempo notevole da parte delle assistenti.

Tutto questo cosa significa? Per trattare una persona lo studio si “blocca” per circa 75 minuti, se la prestazione è più complessa que-sto tempo si allunga facilmente a 90-120 minuti (due ore!) e oltre.

Fatte queste premesse, capisci facilmente che se entri in uno stu-dio e trovi una sala di attesa affollata c’è qualcosa che non va, nel 99% dei casi le prestazioni sono eseguite male e di fretta e lo stru-mentario è trattato in modo veloce e approssimativo.

Lavorare bene in questo campo richiede TEMPO e ORGANIZZA-ZIONE del tempo, gli appuntamenti devono essere concordati a un

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LA SALA DI ATTESA

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orario stabilito, in modo da soddisfare le esigenze sia del medico che del paziente.

Una cattiva organizzazione del tempo crea pessime condizioni di lavoro per il professionista che sarà costretto a inseguire lo svuota-mento della sala di attesa anziché fare al meglio il suo lavoro.

Quando entri in una sala di attesa di uno studio bene organizzato non devi mai trovare folla, a meno che, ovviamente, non siano pre-senti più professionisti, in questo caso dovresti “dividere” le persone in attesa per i medici presenti, logicamente se entri un sala di attesa e trovi tre pazienti in attesa ma in quello studio lavorano contempo-raneamente 3 medici è probabile che i tempi siano congrui.

In uno studio che vuole lavorare in maniera corretta si LAVORA e si ci IMPEGNA per mantenere il meno affollata possibile la sala di attesa.

Capita spesso che un paziente mi chieda stupito come mai non ci sia nessuno in sala di attesa e io semplicemente gli spiego che è una cosa voluta e gli mostro l’agenda piena per 15 giorni.

Anche per te sarà facile capire se la “quiete” in sala di attesa è do-vuta a organizzazione o “penuria” di pazienti appena andrai a pren-dere un eventuale altro appuntamento o ti informerai a riguardo e chiederai la disponibilità in agenda per i successivi giorni.

Ricorda: il tempo che il professionista ti dedica è inversamente proporzionale alla gente che trovi in fila.

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LA VISITA

Hai scelto non dico il dentista della tua vita ma almeno una pri-ma scelta l’hai fatta, hai finalmente alzato la cornetta e preso

un appuntamento per fare una visita.Il giorno concordato ti rechi nello studio e entri; per quanto detto

prima, se entri e ti pare di essere al cinema per quanta gente c’è in attesa qualcosa non va…

La visita è uno dei momenti più sottovalutati sia dai pazienti che da molti dentisti e a tal proposito vorrei aprire una riflessione.

Ci sono mille aspetti da controllare nella tua bocca di cui non hai idea nel momento in cui ti siedi e, a meno che non sei sano come un pesce, i modi di curarti spesso sono davvero tanti e questo è anche il motivo per cui se vai da diversi dottori in molti casi potresti avere piani di lavoro diversi.

In passato il rapporto tra medico e paziente era di tipo paternali-stico, il dottore dall’alto della sua conoscenza decideva cosa era me-glio per il paziente e lo eseguiva. Ci si metteva nelle sue mani in completa fiducia e senza fare domande. “Io sono il dottore e so cosa è meglio per lei” spesso chiudeva la strada a eventuali domande o obie-zioni.

A meno che tu non sia uno che non vuole sapere niente di quel che ti riguarda e preferisci affidarti a occhi chiusi, non è questo il tipo di professionista che devi scegliere.

Un approccio molto frequente, oggi, è quello definito informati-vo, cioè il dottore elenca le varie opzioni con i relativi pro e conto in maniera asettica, lasciando il paziente libero di decidere. Il problema

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LA VISITA

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è che da non esperto in materia non puoi valutare realmente i vari pro e contro e la tua scelta probabilmente non sarà quella migliore nella maggioranza dei casi.

Avere troppe opzioni non ti aiuta affatto a avere le idee chiare ma ti confonde ulteriormente.

L’approccio che trovo più adatto e che preferisco è quello in cui il dottore indaga su cosa è importante per il paziente e lo incrocia con i problemi che vede, elabora nella sua testa varie opzioni e, in base alle domande che continua a porre al paziente e al dialogo che ne consegue, le screma, in modo da presentare un’opzione (o un nume-ro molto limitato di alternative) che calzi al meglio le sue esigenze.

Si arriva alla soluzione grazie a:

u domande mirate;u condivisione dei vari punti;u proposta di una soluzione valida e specifica per la situazione.

Allo stesso modo io cerco di capire quali sono le cose per te più importanti in un piano di cura: tempistica, costi, quanto ci tieni a conservare i tuoi denti, durata delle sedute, pochi/molti appunta-menti, obiettivo di durata nel tempo, quanto è importante l’estetica e così via per proporti tra i vari trattamenti “corretti” quello più adatto a te.

Logicamente più la tua situazione è difficile maggiori sono i po-tenziali piani di cura e maggiore è la difficoltà di scelta.

La visita è il primo momento in cui tu e io ci conosciamo e costru-iamo un rapporto di fiducia che ci permette di lavorare nel reciproco interesse: non è affatto un momento da affrontare con la fretta in 10 minuti!

Quando compri un abito probabilmente lo provi più volte, provi modelli diversi e per decidere impiegherai un po’ di tempo.

Allo stesso modo, quando ti sottoponi ad una visita, io ti devo

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LA VISITA

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cucire addosso un vestito, ossia un piano di trattamento che sia vali-do e personalizzato e, considerata l’importanza della decisione per il futuro della tua salute, direi che un po’ di tempo lo dobbiamo dedi-care.

Qual è il consiglio, quindi, che ti do in questa fase?Cerca un dentista che ti dia uno spazio adeguato per farti una vi-

sita, escludi a priori il professionista che ti visita in maniera frettolo-sa, in 10 minuti, magari imbucato tra due appuntamenti in sala d’attesa e ASSOLUTAMENTE chi ti fa una visita guardando solo le tue radiografie (e a questo punto capirai la follia di ciò che leggi su internet nei siti di turismo odontoiatrico sulla possibilità di avere dei preventivi in seguito all’invio della propria panoramica dentaria).

Copio e incollo dal mare magnum di internet: “Il centro implan-tologico xxx si accontenta di una scannerizzazione di una “radiografia panoramica” a una risoluzione fotografica in formato “jpeg” inviata tramite email. Viene consigliato di fotografare le radiografie con una luce che le investe da dietro, in modo da fare risaltare il contrasto. In risposta si otterrà un preventivo per un programma di lavoro relativo alle cure dentali in Romania. L’operazione può durare da 3 giorni a un massimo di 7 giorni, a seconda delle tipologie di lavoro ed è coperta da garanzia”.

Fantastico riuscire a dire che il lavoro più complesso possibile ri-chiede 7 e dico SETTE giorni! Adesso ai pazienti in cura, magari da un anno e più, cosa dico?

Durante una visita corretta, il dentista, oltre a informarsi sulle tue condizioni sia di salute generale sia orale e a fare le dovute radiogra-fie, deve visitare il cavo orale in maniera approfondita, deve porti molte domande, anche su aspetti che non trovi attinenti e, piccolo trucco, se perde molto tempo per spiegarti l’importanza dell’igiene orale e della prevenzione nel tempo, questo è un buon segno di pro-fessionista che prende a cuore la tua salute. Infine ricorda: non esiste

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LA VISITA

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la bacchetta magica e purtroppo ogni trattamento, anche se in basse percentuali, ha le sue complicanze e può fallire, anche se corretta-mente eseguito. Chi ti vende un impianto dentale garantendolo a vita mente sapendo di mentire.

Se il tuo caso è ragionevolmente complesso, non considerare co-me incompetenza l’incapacità da parte del dottore di darti subito un piano di trattamento, se ti chiede di iniziare un primo piccolo per-corso di cure e si riserva un periodo di tempo per formulare il tratta-mento più adatto. Ciò è molto frequente, per esempio, nei pazienti con problemi alle gengive dove, dopo una prima fase di cura, è più chiaro al professionista come procedere nel miglior interesse del pa-ziente.

I piani di trattamento devono essere ragionevolmente impostati sul preservare nel migliore dei modi i tuoi denti, diffida di chi con troppa facilità ti propone soluzioni veloci e che prevedono estrazioni e, magari, impianti. Sui siti internet di molte catene e cliniche low cost sono molto pubblicizzati i trattamenti di intere bocche su im-pianti e si sorvola abbastanza facilmente sul mantenimento della tua dentatura naturale; più avanti capirai meglio le motivazioni dietro a questo tipo di proposte terapeutiche.

Dopo tutto quello che ti ho detto, capirai come “mi cascano le braccia a terra” quando trovo un blog di un tale Karim che, appro-fittando di un viaggio in Lituania, scrive:

“Telsai è una cittadina stupenda, se non fosse per il degrado post-co-munista, per certi versi mi ricorda i paesini evocati nei racconti di Stephen King; i pochi abitanti si conoscono per filo e per segno, la tran-quillità che si respira a Telsai è rilassante e alla lunga quasi noiosa. La signora titolare dello studio dentistico ha quasi una cinquantina d’anni, dentatura da attrice di Hollywood, capelli corti, fisionomia longilinea ed ovviamente 10 cm sovrastano la mia fronte, in totale rispetto dell’al-tezza media locale. Lo studio è composto da appena due stanze: l’ingres-

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LA VISITA

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so è adibito a sala d’aspetto il cui il perimetro è ornato dalle tipiche sedie da ufficio. Una porta targata WC, opposta all’ingresso, introduce alla stanza fisiologica; sulla sinistra una doppia porta apre ai clienti la sala dei dolori.

L’impressione è di una stanza spoglia, i dentisti italiani hanno tante cose che non ho mai capito per cosa servissero. Questa signora non ha la segretaria, ha giusto una scrivania, la sedia del dentista e una bancone da laboratorio. Mi ha impressionato parecchio il suo metodo per prende-re gli appuntamenti: arriva un signore e chiede di fissare una data, la dottoressa davanti a tutti ispeziona le fauci del cliente e pensa a ciò che deve fare, il bello è che questo signore era in piedi davanti alla porta che divideva lo studio dalla sala d’aspetto. Un paio di considerazioni e via… prenotazione fatta!

Il primo a passare sotto i ferri è stato il sottoscritto, ringraziando il cielo non ho nessun problema e l’operazione è stata veloce, in 20 minuti si fa tutto. Rita ne ha per più di un’ora: deve farsi togliere 3 carie in fase avanzata. Dopo aver pazientemente atteso, la parte peggiore: tocca pagare. Secondo voi quanto può essere costato? Facciamo i conti, la mia pulizia di routine 25… Rita ha 3 otturazioni (non sono sicuro che sia il nome giusto)… 60 e quindi… 85 litas ovvero 24 euro!

Rispetto all’Italia, mi conviene comprare il biglietto d’aereo per la Lituania perché tra il viaggio, fare i lavori dal dentista, salutare i suoce-ri e tornare a casa ho ancora due spiccioli per una pizza e cinema il sa-bato sera. Che ladri!”.

Caro lettore, vuoi che commenti? Vuoi sapere cosa penso della visita e insozzo di brutte parole questo libro o fai un piccolo sforzo e mi leggi nel pensiero?

Forse è meglio la seconda, dai!

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SISTEMI DI INGRANDIMENTO

Quando apri la bocca dal dentista hai idea in che piccolo spazio lui si ritrova a lavorare? E hai idea di quanto poco basti per

creare un’imprecisione o un danno ai denti vicini che pagherai nel tempo?

A bocca spalancata ti devi affidare del tutto nelle mani di chi hai di fronte ma le mani sono guidate dagli occhi.

Se hai un orologio al polso probabilmente hai quelle tacche che indicano i 5 minuti, di solito la lunghezza di queste tacche è intorno ai 4 mm, non è molto grande, vero?

Ora abbassa anche le luci della stanza in modo da farci arrivare anche alcune ombre sopra e immagina di doverci lavorare con un piccolo trapano da circa 30-35 cm. Come ti sembra?

Se non ti basta, immagina anche di guardare quell’oggetto non direttamente ma attraverso uno specchio che riflette tutti i tuoi mo-vimenti alla rovescia.

Non è una passeggiata a occhio nudo e se hai più di 40 anni sai, per esperienza personale, che nella maggior parte dei casi avviene un indebolimento della vista e diventa davvero dura.

Hai idea in queste condizioni di quanto possano essere imprecisi i movimenti della tua mano?

Non ti preoccupare! La natura ha fornito noi dentisti di una vista speciale, le aquile a nostro confronto sono delle talpe! Siamo ammes-si ai test d’ingresso solo se abbiamo 12/10 di vista e non abbiamo alcun difetto di acuità visiva. Non ci credi? Fai bene! Noi dentisti siamo orbi come il resto della popolazione italiana.

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In Italia la presbiopia, la difficoltà di vedere da vicino, affligge il 44% degli italiani dai 36 anni in su e non considero in questa per-centuale gli ipermetropi che, anche se per cause diverse, hanno lo stesso problema.

I dentisti miopi, non vedendo bene da lontano, sono costretti a compiere un’altra “simpatica” manovra: devono infilare la loro testa nella tua bocca per vedere bene e, pensa, sono più molti di più dei presbiti e ipermetropi messi insieme!

Una grande percentuale di persone, e i dentisti sono tra loro, non hanno una piena coscienza del difetto visivo, soprattutto se il difetto è minimo; peccato che nel nostro caso il lavoro si effettua su oggetti dove serve il 100% della vista e ancora non basta!

Probabilmente anche tu hai qualche problema di vista e capisci esattamente di cosa sto parlando…

Il tuo dentista, quando lavora nel tuo cavo orale, è nella stessa si-tuazione. Un probabile orbo che lavora a sensazione tattile dentro i tuoi denti, ha ancora senso parlare di precisione?!? Prova a immagi-nare quanti problemi possono nascere…

Se la tacca dei minuti dell’orologio prima ti sembrava già piccola, considera che per noi dentisti è normale lavorare su dimensioni del-la metà o un quarto di quella tacca, aggiungiamo un po’ di luce che arriva a stento e ci siamo.

Non voglio essere noioso ma ora che hai le idee più chiare, caro lettore, fai una cosa: guarda da 30-35 cm un oggetto di 2-3 mm (la metà delle tacca dell’orologio di cui parlavamo prima) magari scar-samente illuminato e dimmi se ti senti a tuo agio o meno a pensare di lavorarci, mi sono spiegato?

In medicina è prassi consolidata l’utilizzo di sistemi di ingrandi-mento, come per esempio microscopi, quando ci si trova a operare su strutture con dimensioni inferiori ai 3 mm. Tale concetto è per-fettamente in linea con le produzioni industriali, dove, al di sotto di

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tale misura, le lavorazioni vengono svolte con l’ausilio di sistemi ot-tici per garantire la qualità dei prodotti.

…E i dentisti? Sono forse tutti dotati di una supervista o molti si accontentano di quello che fanno, secondo te? Si dice “occhio non vede cuore non duole” in amore ma ti posso assicurare che anche nel nostro lavoro è la stessa cosa. Tutti i medici che hanno iniziato a utilizzare dei sistemi di ingrandimento sono concordi nell’affermare che la qualità del loro lavoro sia nettamente incrementata.

I sistemi di ingrandimento più semplici sono dei sistemi montati su occhiali con bassi ingrandimenti; fino ad arrivare a sistemi più raffinati, montati su delle montature tipo caschetto. Un buon siste-ma di ingrandimento costa circa 2.000 euro; meglio se accompagna-to da un’illuminazione dedicata, per superare al meglio le ombre del cavo orale.

A mio parere, per ottenere adeguati standard di qualità, l’uso di uno di questi sistemi è imprescindibile.

Oltre a questi sistemi “semplici” di ingrandimento c’è un altro strumento, il “RE dei sistemi di ingrandimento”, il vertice assoluto di questo tipo di approccio: il microscopio operatorio.

Il costo dei microscopi è abbastanza variabile, oscilla dai 20-25.000 ai 60-70.000 euro per i modelli considerati top di gamma.

Oltre al costo di acquisto di questi sistemi anche la manutenzione risulta essere costosa, sia per la manodopera specializzata necessaria sia per costo dei ricambi.

Il microscopio operatorio rappresenta più di un sistema di ingran-dimento per il professionista è, infatti, una filosofia di lavoro, attor-no a cui devono ruotare gli altri elementi. Obbliga il professionista a ripensare del tutto il suo modo di lavorare, sia da un punto di vista ergonomico sia nel rapporto di collaborazione con le assistenti, ob-bliga a utilizzare lo strumentario dedicato di dimensioni minori e a effettuare dei training molto impegnativi.

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Con ingrandimenti fino a 20× e con un’illuminazione potente il grado di precisione da parte del professionista, accuratamente prepa-rato, raggiunge livelli massimi.

Perché ti dico questo? Perché nel nostro lavoro un’enorme quanti-tà di problemi nel tempo è, appunto, legata a problemi di impreci-sioni varie.

L’imprecisione è a mio parere il primissimo fattore coinvolto nello sviluppo di problemi o di recidive nel tempo. Una ricostruzione im-precisa facilmente si ricarierà nel tempo; una corona (la classica cap-sula) imprecisa facilmente darà problemi di infiammazione gengiva-le con sanguinamenti, retrazione delle gengive e rischio di carie del dente sottostante e via dicendo…

Per non parlare, poi, dei danni arrecati sui denti vicini quando si lavora tra un dente e un altro, il rischio di toccare incidentalmente il dente sano vicino è altissimo.

Il tutto sta diventando ancora più difficile con l’avvento delle moderne tecniche che prevedono lavorazioni nell’ordine dei deci-mi di mm. Le famose faccette in ceramica (sottili lamine di cera-mica che si incollano sopra i denti) raramente superano il millime-tro di spessore, e ti voglio stupire con quello di cui siamo oggi ca-paci noi medici, aiutati dai nostri odontotecnici, in quanto a pre-cisione.

Nelle lavorazioni l’obiettivo è stare tra i 50 e i 100 micron, un millimetro per tua conoscenza è 1000 micron (un capello è spesso 70-80 micron) quindi, per capirci, riusciamo a arrivare a mezzo de-cimo di millimetro. Pensi ancora che qualcuno a occhio nudo possa riuscire a gestire questo genere di misure?

Anche i nostri odontotecnici per mantenere la qualità sono co-stretti a lavorare al microscopio.

Il consiglio che ne consegue è scontato: accertati che il tuo dentista si avvalga di uno strumento di ingrandimento, il lavoro che eseguirà

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sarà sicuramente più preciso e duraturo nel tempo e i rischi di even-tuali problemi saranno drasticamente ridotti.

Rivolgersi ad un dentista che lavora in microscopia significa rivol-gersi ad un professionista che, non solo, ha fatto della ricerca della massima precisione la sua filosofia di lavoro ma che si pone nei tuoi confronti con la massima trasparenza. I microscopi sono general-mente attrezzati con dei sistemi che permettono di eseguire in “di-retta” delle riprese foto e video e che aiutano a comprendere meglio in corso d’opera determinate fasi di trattamento e concordare even-tuali modifiche, avendo, tu paziente, una visione chiara di quello che sta avvenendo.

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LE PROPOSTE DI TRATTAMENTO

Come risparmiare soldi senza rinunciare alla qualità

Ti ricordi il nostro amico Karim che nel suo blog era tanto con-tento di avere speso poco e avere fatto tutto in 20 minuti? Io

spero per lui che non abbia avuto problemi ma di “Karim” come lui ne ho visti fin troppi finire male. In questa parte facciamo il punto sui diversi piani di trattamento.

Parleremo, quindi, a scopo esemplificativo, dei due estremi delle terapie fatte dal dentista: la prevenzione, le terapie preventive e le terapie adottate quando il dente non è più recuperabile.

Ricorda che, qualunque carie ti abbia distrutto un dente, beh c’è stato un tempo in cui era una piccola carie. La cura delle carie prevede la rimozione del tessuto marcio e nella maggior parte dei casi la rico-struzione con materiali bianchi (sono delle resine) anche se, in alcuni casi selezionati, possono ancora essere consigliati i vecchi materiali metallici, le cosiddette piombature. Quello che devi capire è che le terapie più importanti, per cui assolutamente dovresti essere pronto a pagare maggiormente e senza alcun dubbio, sono le cure preventive.

Ora, io lo so che il discorso sulla prevenzione è noioso e che non si riesce a fare smettere di fumare la gente neanche con la foto di un padre di famiglia sul letto di morte, con i tubicini che gli escono dal naso e la scritta “IL FUMO UCCIDE”, figuriamoci se posso io spera-re di fare di meglio …non lo so! Almeno ci devo provare! Sopratutto nel tuo interesse, lettore, e sto parlando non solo della tua salute ma della tua tasca!

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Parliamo di piorrea o gengivite espulsiva, la malattia per cui le gengive si ritirano e i denti prima ballano e poi cascano, hai presen-te? Ok! Il nome giusto è parodontite ma quello che, probabilmente, non sai è che i numeri delle persone colpite sono impressionanti, l’incidenza sopra i 35 anni è del 47% e supera il 60% negli over 65. I casi gravi, a rischio di perdita dentaria nel breve medio-periodo sono il 10-15% della popolazione. La parodontite grave e avanzata è considerata la sesta patologia più diffusa al mondo. In Italia sono stimate 7-8 milioni di persone affette.

Probabilmente, anche tu potresti essere uno di questi 8 milioni e non lo sai e non sai neanche che curare questa malattia è spesso co-stoso, ancor di più se è ad uno stadio avanzato e vuol dire che stai perdendo i denti e le soluzioni per non andare in giro come “la befa-na”, mezzo sdentato, sono ancora più costose e invasive.

Ti piace questo scenario? E pensare che una banale pulizia dei denti eseguita da un bravo professionista – e ripeto bravo! Perché fare un’igiene bene è molto più difficile di quello che pensi, in com-penso farla male è molto facile! – ed in maniera regolare potrebbe tenerti lontano dagli scenari prima ipotizzati. Se consideri, poi, quel-lo che ti costano 2 pulizie l’anno in 20 anni, a spanne ti costerebbe-ro quanto rimettere solo DUE denti su impianti.

Eppure, ti potrei citare mille esempi di persone che hanno “preso sottogamba” o troppo tardi questo discorso e ora stanno piangendo di brutto le conseguenze – che poi sì, che sono dolori e anche di ta-sca! – a meno che non ti rassegni alla dentiera, come quella che tua nonna metteva nel bicchiere la sera. Tutto ciò per avere avuto la pi-grizia di non fare quelle due sedute l’anno o, altra cosa che vedo, per aver sottovalutato, rivolgendosi al famoso cugino dentista che: “…mi fa lo sconto, non mi fa male e in 20 minuti sono fuori e ci vado una volta ogni morte di papa!”. Il bel risultato è che ora devi mettere degli impianti e non DUE ma in tutta la bocca.

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LE PROPOSTE DI TRATTAMENTO

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L’igiene è importante perché durante la seduta vengono eseguite delle radiografie di controllo che si chiamano bitewing e che permet-tono anche di vedere a uno stadio precoce le carie e altri eventuali problemi. Le eventuali carie sono intercettate quando sono piccole e, mi permetto di farti presente, più una ricostruzione è piccola più è duratura nel tempo.

Nel momento in cui ti viene diagnosticata una carie ti do un consiglio da amico: risparmiare su una ricostruzione è forse la cosa più stupida che tu possa fare ed è la cosa che vedo fare più frequen-temente alla gente. Non ho mai capito bene il motivo per cui i pa-zienti affrontano cure anche costose con protesi, impianti e quant’altro e poi si confondono per cifre ridicole quando si tratta di fare, magari, una ricostruzione. In questo caso, non si sa bene per quale motivo, i 50-100 euro di differenza pare che facciano cascare il mondo. La ricostruzione dei denti, caro lettore, nonostante quel-lo che molti pensano, se fatta bene è una delle lavorazioni più fini che un dentista possa fare: si disegnano delle cavità di pochi milli-metri, spesso nello spazio tra un dente e l’altro e in quel piccolissi-mo spazio bisogna stare attenti a non danneggiare il dente vicino; si lavora in uno spazio minimo, dove ogni errore spesso non è correg-gibile in una fase successiva e molti passaggi sono nell’ordine dei decimi di mm.

La ricostruzione di un dente cariato eseguita a regola d’arte ha una durata lunghissima nel tempo e ti evita di effettuare nuovi interven-ti su quel dente, che saranno sicuramente più costosi.

È in assoluto il miglior investimento che puoi fare! Una ricostru-zione fatta male, spesso, costringe ad un nuovo intervento, con costi che facilmente diventano di 7-8-10 volte il costo iniziale, dovendo coinvolgere altre terapie più impegnative.

Io visito costantemente persone che hanno “cercato” di risparmia-re sulle ricostruzioni e hanno tutti fatto il bell’affare di avere rispar-

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miato 50,00 euro un paio di anni prima, per poi spenderne 1.000,00 euro. Proprio un bell’affare no?

Come Riccardo R. che, fino all’età di 30 anni, non aveva mai avuto bisogno del dentista. Durante una cena, sente una punta di dente sbriciolarsi e decide di fare una visita. Il preventivo chiesto dal dentista; per ricostruire quel dente era più alto di quello di cui gli parlava suo cognato a pranzo la domenica, addirittura per lo stesso lavoro c’erano 50 euro di differenza! Quel ladro!

Così si va a curare dal dentista del cognato: prende appuntamen-to, si fa la sua bella ora e mezza di sala di attesa, finalmente entra nella sala e in mezz’oretta aveva completato il lavoro, aveva avuto la sensazione che, data la confusione, il dentista andava un po’ di fretta, ma era andato tutto bene, il buco non c’era più. Dopo un anno cir-ca, Riccardo inizia a sentire caldo e freddo da quel lato, finché passa una notte in bianco per un dolore pulsante. Visitai Riccardo casual-mente, poiché la sua compagna era mia paziente già da tempo e quel giorno avevo disponibilità per un’urgenza. La ricostruzione fatta un anno prima era stata eseguita in maniera molto imprecisa e il dente si era cariato nuovamente al di sotto, raggiungendo il nervo, motivo per il quale Riccardo aveva quel forte dolore.

Era necessario un lavoro aggiuntivo rispetto alla semplice rico-struzione, tale da fare lievitare i costi iniziali in maniera sproporzio-nata. Per curare quel dente bene servivano ora più di 1.000,00 euro. Si dice “errare è umano ma perseverare è diabolico” e Riccardo dia-bolico lo fu.

Non convinto del lavoro che gli avevo proposto, prese un antibio-tico e un antinfiammatorio per fare passare il dolore e se ne ritornò dal precedente dentista.

Non ne avevo saputo più nulla e dopo un paio di anni me lo ritro-vai di nuovo in studio: mi raccontò che aveva devitalizzato quel den-te e ricostruito ma, nell’arco dei mesi, la ricostruzione si era scheg-

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giata, una volta era saltata via del tutto, alla fine, aveva perso fiducia in quel dentista e aveva deciso di non andarci più. Quando lo visitai in bocca, ormai, non c’era più un dente ma un cadavere marcio, per sistemare la situazione bisognava eliminarlo e pensare a un impianto e, purtroppo, anche a questo giro i costi aumentavano.

Per l’amore di risparmiare una volta 50,00 euro, Riccardo, non solo, ha speso dei soldi per delle cure ma, alla fine della storia, si è trovato pure senza il dente interessato, con la prospettiva di dover spendere una cifra ancora maggiore per sostituirlo con un impianto.

Riuscire a risparmiare 50,00 euro oggi, per poi perdere capra e cavoli e doverne spendere 2.000,00 per tornare punto e a capo, non è un grande investimento, direi, ma è quello che succede non solo a Riccardo ma a un numero infinito di persone che visito.

Vedi, a meno che non ti prendi un pugno in faccia o ti prendi un muretto di petto, tutte le rogne che potrai avere in bocca partono da due problemi: problemi alle gengive e problemi di carie. Se nella tua vita vuoi davvero risparmiare soldi dal dentista, il modo è davvero semplice: eseguire quella grandissima rottura di scatole che si chiama prevenzione, un’igiene periodica, radiografie di controllo e non cer-care di risparmiare su queste prestazioni e sulle prestazioni iniziali come, per esempio, le ricostruzioni. Spendere di più vuol dire INVE-STIRE sulla tua salute e cure fatte bene in questa fase si tradurranno nel tempo in un notevole RISPARMIO sia economico sia di tempo. Dalla storia di Riccardo hai capito bene come un piccolo apparente risparmio oggi si traduce, spesso, in una perdita enorme di salute, soldi e tempo.

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I PONTI E GLI IMPIANTI

Vediamo adesso, invece, l’altro estremo delle terapie dentali.Si tratta del caso in cui il danno sia tale da non poter più re-

cuperare un dente e bisogna procedere con la sua rimozione e sosti-tuzione. Volendo sostituirlo con qualcosa di simile alla situazione precedente, le soluzioni utilizzate sono di solito due: i ponti e gli impianti.

Entrambe queste soluzioni sono terapie costose per vari motivi: il tempo necessario alla loro esecuzione; i costi maggiori del materiale; un maggior numero di variabili, che possono allungare il lavoro in corso d’opera; le maggiori competenze – sono entrambe terapie ben codificate a livello internazionale, i cui passaggi da effettuare sono chiari a chiunque abbia un minimo di aggiornamento professionale e segua corsi e congressi – ma c’è un grosso problema con queste due soluzioni, molto grosso!

Il problema di queste terapie è che possono essere velocizzate e economizzate in maniera drastica saltando passaggi su passaggi. Sen-za entrare nei dettagli, possono essere così abbattuti i costi che, para-dossalmente, alcuni dentisti, pur con prezzi bassi, riescono comun-que a mantenere un buon margine di guadagno, poiché le cifre di queste terapie, anche andando in posti low cost, sono comunque importanti e i guadagni buoni.

O pensi che quel dentista ti faccia spendere poco perché gli fai simpatia? Ti fa spendere poco perché sa che è più facile “accalappiare il cliente” e sa benissimo come “rigirare la frittata” a suo favore non

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capendo tu nulla di come si fa a regola d’arte un ponte o altro. Al giorno d’oggi non ti regala più niente nessuno!

Non ci vuole molto per capire, adesso, il motivo per cui se vai in una clinica low cost, l’approccio relativo all’igiene orale e alla pre-venzione salta a piè pari e si cerca il più possibile di effettuare terapie di ponti e impianti.

Questi posti cercano di dirottare il trattamento della tua bocca verso terapie con buoni margini con lo specchietto del prezzo più basso; ora, magari, ti spieghi il fatto per cui i siti web di questi posti pubblicizzano in maniera ossessiva, per esempio, l’implantologia. Lo scopo di questi posti è praticare più estrazioni possibili per spingere le terapie di ponti e impianti. Non avranno mai scrupoli nel pensare di recuperare un dente mediamente compromesso e che le odierne tecniche ricostruttive potrebbero recuperare. L’obiettivo è ESTRAR-RE per poi SOSTITUIRE.

Copio e incollo da un post di un paziente del nord Italia che rac-contava della sua esperienza in una clinica straniera e che concludeva il suo post dicendo: “il medico tende piuttosto velocemente a consiglia-re l’estrazione e l’innesto di un impianto in caso di denti morti o che possano dare problemi in futuro” mentre, personalmente, sono per una visione più “attendista”.

Ti stupisce questa frase adesso?Ho avuto modo di visitare molti pazienti reduci da trattamenti in

una clinica low cost e, vedendo le radiografie precedenti le cure, ho constatato che nella maggioranza dei casi le estrazioni NON erano necessarie.

Queste persone “pensavano” di pagare meno una terapia ma che cosa è una terapia? Una terapia è un processo che mette in atto un medico per sanare una situazione di malattia.

Queste persone, invece, hanno pagato per farsi mutilare.Penso che la differenza tra le due cose sia evidente.

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Da qui un’appendice: parliamo di

TURISMO ODONTOIATRICO

Andare in paesi esteri per fare le cure a prezzi più bassi. Questa tendenza è stata sempre combattuta dai dentisti e dalle associazioni di categoria in maniera errata, secondo me. Due punti voglio subito chiarire: ho personalmente amici dentisti in Croazia, Romania, Moldavia, a essere sinceri, ormai, in tutto il mondo, anche grazie alla Tomorrow Tooth1 e posso serenamente affermare che esistono colleghi eccellenti in tutti questi paesi.

Il costo della vita in questi paesi è sicuramente più basso che in Italia e questo aiuta a offrire dei prezzi più bassi. Questo si riflette sui prezzi praticati in TUTTI i settori in questi paesi, però nessuno si permette di andare la sera a mangiare pesce in Italia al ristorante e chiedere di pagare il conto la metà perché in Croazia pagava quella cifra.

Nessuno si permette di cercare di comprare una casa, andare da un notaio, un avvocato o chiedere qualsiasi altro servizio in Italia a prezzi scontati perché in altri paesi costa meno.

Ti sei mai chiesto il motivo? Molti credono che noi non vendiamo una prestazione intellettuale ma un “prodotto” e, in quanto prodot-to, si pensa di poterlo comprare al prezzo più basso, magari anche su Amazon o su ebay.

Se sei arrivato fino a questo punto del libro senza saltare le pagine, hai capito che tu non stai acquistando un prodotto ma una presta-

1 Nel 2014 ho creato con il dr. Pasquale Venuti un’associazione che si occupa di “education” in odontoiatria a livello internazionale, il suo nome è Tomorrow Tooth e ad oggi – settembre 2016 – il gruppo di discussione che abbiamo creato su Facebook si compone di 13.000 dentisti che si confrontano quotidianamente sulle tecniche adottate e sulla possibilità di migliorarle.

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zione e c’è un altro aspetto a cui non hai pensato: tutta la gente che parte per fare il cosiddetto turismo dentale completa il ciclo di cure nel giro di 7 giorni e dico SETTE giorni!

In SETTE giorni l’unico modo per poterti trattare è quello di estrarre il più possibile e rimpicciolire tutti gli altri denti oppure estrarre ancora di più per piazzare impianti, quasi sempre nello stes-so giorno!

Inoltre, per poterti curare al meglio, un professionista non deve avere “condizionamenti” esterni. Ora, se tu sei un professionista DI-PENDENTE presso una clinica straniera e sai che quel “cliente” – se vuoi un prodotto diventi un cliente e non un paziente! – arriva il lunedì e deve partire il venerdì con il lavoro completato, cosa pensi di proporre? Una terapia che dura mesi e che preveda il recupero dei denti (per tua conoscenza recuperare i denti è solitamente un lavoro più lungo) o una terapia veloce a scapito della salute? Ti stupisce che il cavallo di battaglia di questi posti sia limare tutti i denti per fare dei lunghi ponti che coprano tutto o i tanto pubblicizzati “all on 4” che in sintesi è:

“Estraiamo tutti i tuoi denti, mettiamo 4 impianti e avvitiamoci sopra una dentiera”?

Se una clinica low cost propone dei prezzi sottocosto su igiene e conservativa e ha buoni margini su impianti e ponti, secondo te, che tipo di prodotto cercherà di vendere?

Prova ne è che la quasi totalità dei pazienti che vanno in questi centri hanno tutti DUE tipi di trattamento:

1) Estrazione dei denti compromessi, limatura di tutti i rimanen-ti, così come si trovano al momento della visita, non importa che vi siano magari problemi più o meno grandi, non c’è tem-po!! Il protocollo di queste cliniche (se non ci credi basta che fai un giro sul web!) è limatura e calco il PRIMO giorno. In

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pochissimi giorni un ponte lunghissimo ricoprirà tutti i denti dell’arcata.

2) Estrazione di tutto e impianti. Nei casi giusti è un lavoro che in poco tempo si potrebbe fare (anche se la fase definitiva si rimanda a distanza di qualche mese per avere un lavoro preciso sulle gengive assestate dopo la guarigione) ma la grande do-manda è: non è che per sbrigarsi questi colleghi spingano un po’ la mano e propongano facilmente estrazioni di tutto e im-pianti? Tra l’altro l’applicazione degli impianti lo stesso giorno delle estrazioni è un intervento a sua volta da ponderare con cura, il rischio che qualcosa non vada per il verso giusto è mol-to più alto che mettere impianti su una zona già trattata con estrazioni e già perfettamente guarita.

La verità è una: in una settimana il tempo per fare le cose “giuste” non c’è. Basta!

Soprattutto se, come succede, si va in questi posti con un disastro in bocca.

Se non sei convinto ti faccio un copia e incolla da una pagina in-ternet di una delle cliniche croate che puoi beccare on line, quando leggi considera che in bocca abbiamo tutti 14 denti sopra e 14 sotto.

“Il paziente è venuto due volte. La prima volta è venuto in giornata, per il posizionamento di 2 impianti e la limatura di 12 denti dell’arca-ta superiore. Gli è stato cementato inoltre un ponte provvisorio. Dopo 4 mesi è ritornato e si è fermato 2 giorni. In tale occasione sono stati posi-zionati i perni moncone e sono state cementate in totale 14 corone in zirconio-ceramica”.

“Il paziente è stato 8 giorni, durante i quali ha fatto ricostruire 1 dente con perno in fibra di vetro, ha ottenuto 14 corone in zirconio-ceramica all’arcata superiore e 9 corone in zirconio-ceramica all’arcata inferiore”.

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I PONTI E GLI IMPIANTI

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“La paziente è stata 3 giorni, durante i quali ha ottenuto 14 corone in zirconio-ceramica all’arcata superiore ed altrettante all’arcata infe-riore”.

Questa ha fatto il massimo che poteva fare, le hanno limato tutti i denti che si potevano limare: 28 corone!

Continuo?!? Va bene così? Nel caso non sia sufficiente non ti pre-occupare, basta che ti fai un giro su internet e ti vai a guardare i prima e dopo di tutte queste cliniche e vedrai che rientrano tutti nelle due soluzioni di cui ti dicevo sopra.

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IL LOW COST ITALIANO?

“Allora, ok!” mi dirai tu “Se mi rivolgessi in Italia al low cost? Al-meno sto in Italia e risparmio!”.

Il low cost in Italia, per quello che io vedo, è un disastro!Essendo in Italia, i costi di gestione sono alti e l’unico modo che

hanno di tenersi in piedi è sottopagare il personale medico (quasi sempre a percentuale) e eseguire le cure rapidamente per fare quan-tità.

Inoltre, immagina una cosa: quale dentista accetta di andare a la-vorare per poco? Di solito sono i neolaureati “per farsi un po’ le ossa” o dei dentisti più “vecchi e sfigati” che altrimenti andrebbero a lavo-rare dove guadagnano di più, no?

Terapie come l’igiene e le ricostruzioni in questi posti sono pub-blicizzate con prezzi sottocosto per un semplice motivo: l’obiettivo è portarti all’interno dello studio. Non gliene frega niente di eseguire queste terapie a margine zero o meno ancora. Chi pratica questi prezzo è un buon samaritano che si ciba di aria – esiste davvero que-sta “alimentazione”! – e poca acqua, che già è un bene di lusso, o l’unico modo che ha di sbarcare il lunario e arrivare a fine mese è eseguire più trattamenti nel minore tempo possibile! Come nel caso del turismo dentale l’obiettivo è “appiopparti” un lavoro, il più gros-so possibile, in modo da tirare fuori un guadagno vero.

Il prezzo basso di molti centri (colleghi romani mi dicono che nella capitale si vedono cartelloni con Igiene a 19 euro) è esattamen-te come il verme che il pescatore mette sull’amo per pescare… ma il pesce questa volta sei TU!

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IL LOW COST ITALIANO?

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Questi centri, inoltre, per evitare problemi di pagamento in corso d’opera per insoddisfazione del cliente sono soliti lavorare con paga-mento anticipato o con finanziamento in modo da incastrarti e a quel punto sì che sei stato preso davvero all’amo!

Consiglio: a buon intenditor poche parole.

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GLI IMPIANTI DURANO TUTTA LA VITA?

Se apri i siti della maggior parte delle cliniche low cost italiane e estere vedrai un notevole sforzo pubblicitario nel proporti im-

pianti, con l’implicita promessa che in questo modo risolverai defi-nitivamente i tuoi problemi ai denti.

Non è strano che molti pazienti siano convinti che gli impianti una volta messi durino tutta la vita, quindi, perché perdere tempo con delle cure se abbiamo questi magnifici dispositivi che ci faranno dimenticare cosa sono i problemi ai denti?

Ho perso il conto della gente che mi ha chiesto di fronte a un la-voro difficile di recupero di un dente: “Dottore, se anziché perdere tempo estraessimo il dente e mettessimo un impianto che mi dura tutta la vita?”.

Se pensi questo la colpa non è tua, logicamente, ma di molti den-tisti, delle cliniche, delle pubblicità e quant’altro che, per convincer-ti a fare un bel numero di impianti, per intascare i tuoi soldi, si sperticano in lodi.

Qual è quindi la verità? Beh, intanto basterebbe un po’ di buon senso e chiederti: se hai un problema al ginocchio hai tutta sta voglia e fretta di metterti una bella protesi? Pensi che dopo andrai a correre come quando avevi 20 anni?

La natura ha impiegato milioni di anni per creare i nostri denti nel modo migliore possibile e noi pensiamo di fare di meglio? Non c’è ancora un campo dove la magnificenza della natura è stata superata dalla medicina.

Gli impianti hanno un vantaggio: non si cariano. Per quanto ri-

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GLI IMPIANTI DURANO TUTTA LA VITA?

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guarda le gengive, però, sono delicati. Soffrono di una malattia che si chiama “perimplantite” che porta al riassorbimento dell’osso at-torno e che nel tempo può portare alla perdita dell’impianto stesso.

Né più né meno di come si ammalano i denti di parodontite (ne abbiamo parlato in un capitolo precedente).

Con una differenza: i denti prima di cedere le armi riescono a re-sistere a 20-30 anni di incurie, gli impianti no!

Inoltre conosciamo la cura per la parodontite ma per gli impianti ancora oggi non c’è una terapia che si è dimostrata risolutiva e sulla quale il mondo scientifico concorda.

Questa malattia non è affatto rara, le stime più recenti danno nu-meri allarmanti.

Consiglio facile: se il dentista ti spinge con troppa facilità verso gli impianti a scapito dei tuoi denti e ti illude di avere risolto così i tuoi problemi CAMBIALO!

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DIGA DI GOMMA

“Apraaaa… più grandeeeeee!” la “cannuccia” in bocca per tenere asciutto e il dentista che traffica all’interno della bocca per

farti una cura, hai presente? Penso proprio di sì! Magari qualche volta da qualche amico o su internet avrai visto delle foto con i den-ti ricoperti da un qualcosa di colorato. Ecco, parliamo di questo “oggetto” colorato che si chiama DIGA.

È un foglio di gomma con dei buchi che si adagia sopra i denti per lavorarci senza avere il contatto con lingua, guance, saliva e simili.

Ahhhh la diga… questa sconosciuta! Secondo le stime dei deposi-ti dentali, in Italia viene usata solo dal 5-7% dei dentisti e ne senti-rete sempre parlare come di una cosa inutile e fastidiosa per voi, di-rei, nel 93% dei casi.

Peccato che, quando ai congressi ci si incontra con i colleghi, non si capisce come, poi, il 95% dica di usarla!

Peccato che tutte le più importanti associazioni di categoria la de-finiscano come fondamentale. Come prima cosa, cos’è questa diga?

La diga permette di lavorare in bocca senza avere problemi di umidità. Tutte le procedure di incollaggio che noi dentisti effettuia-mo sono estremamente sensibili all’umidità (alito, saliva). Non nego che esistano dei casi dove l’applicazione della diga può essere così disagevole che si può lavorare senza, di sicuro parliamo dell’eccezio-ne che conferma la regola. Data l’esigua percentuale di studi che la usano con regolarità, direi, che è un ottimo indicatore di qualità. Quindi il consiglio è di frequentare uno studio in cui la diga di gom-ma sia usata con regolarità. In qualità di utilizzatore regolare, posso

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DIGA DI GOMMA

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affermare serenamente che le procedure effettuate con la diga sono mediamente migliori delle terapie effettuate senza per mille motivi: meno umidità, meno problemi di interferenza con guance e lingua durante il lavoro, migliore visibilità ecc.

Se a tuo cugino dentista o al tuo dentista chiedi della diga e te ne parla male: sono tutte balle! Come nella favola di Esopo della volpe e l’uva, chi non la usa ne parla male.

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FOTOGRAFIE

Click, click, click! Dove siamo? dal fotografo? Qualcuno di voi scherza dicendo: “neanche per il matrimonio ho avuto tutte ste

foto!” Oppure con un sorriso: “…mi sta facendo un book?”.Vedrai in alcuni studi la presenza di macchine fotografiche con

flash particolari. Ora tu dirai “…ma che c’entra la macchina fotografi-ca con la bravura del dentista?”. Ti spiego i due semplici motivi:

1) Fare foto è un lavoro che porta via tempo e che non produce nessun guadagno economico, anzi, rappresenta solo un costo per il professionista.

2) Non conosco un solo dentista che faccia abitualmente fotogra-fie in bocca che lavori male, tutti i dentisti che scattano rego-larmente fotografie sono persone appassionate del loro lavoro, che ne hanno cura, mostrano ai pazienti quello che fanno per cercare di coinvolgerli nel lavoro eseguito.

3) La fotografia è impietosa, vedere a freddo il proprio lavoro in-grandito fa osservare una tale quantità di dettagli e difetti che nel tempo porta alla crescita professionale del dentista e al mi-glioramento delle cure erogate.

4) La fotografia permette al dentista di condividere con altri col-leghi il proprio lavoro e confrontare le proprie esperienze. Pos-so affermare che la principale maestra che ho avuto in questo lavoro è stata la macchina fotografica che mi ha permesso di confrontarmi con persone di tutto il mondo. Nel gruppo che ho fondato, il “Tomorrow Tooth”, quotidianamente condivi-

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FOTOGRAFIE

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diamo casi clinici e mi stupisce vedere come i colleghi che ini-ziano a fotografare e mostrare i loro lavori in un anno facciano dei progressi eccezionali.

5) La fotografia è una documentazione clinica e ha valore medi-colegale, nessuno si sognerebbe di perdere tempo e denaro per fotografare qualcosa che nel tempo gli si potrebbe ritorcere contro. Il dentista che fotografa è un dentista sicuro del lavoro che sta svolgendo e facendo foto si tutela.

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TECNOLOGIA

La mia assistente ha una ricca vita sociale e si trova spesso a cena con molte persone diverse, non ho ben capito se sia sua la colpa

del fatto che in quelle cene la discussione verta sui dentisti o se sia un argomento così frequente a cena nelle tavolate tra amici – lei nega sempre la sua responsabilità! –.

Mi racconta che molti dialoghi tra pazienti vertono su chi abbia il dentista migliore, su chi alla fine abbia fatto la scelta migliore. La cosa peculiare è che queste persone, a un certo punto, iniziano a discutere, elogiando non il professionista ma le attrezzature posse-dute.

“Il mio dentista ha la TAC, è aggiornatissimo!”.“Il mio ha il CEREC!”.Le attrezzature vengono spesso viste come una dimostrazione in-

diretta di competenza del dottore.Tocchiamo un campo “minato”: la tecnologia negli studi dentisti-

ci. L’informatica e nuove attrezzature sono entrate ormai di prepo-tenza all’interno degli studi.

In questo momento storico, le società di capitale entrate nel no-stro settore possono muovere capitali importanti e così, nell’avvia-mento delle strutture, “l’esposizione” delle attrezzature ricopre un grosso ruolo di marketing nei confronti del pubblico.

Mi permetto di parlare in questo modo perché non posso essere tacciato di “invidia”, avendo molta attrezzatura all’interno del mio studio: dalla panoramica con 3D, all’anestesia elettronica, all’im-pronta digitale e via dicendo. Ora, non è che io voglia dire che que-

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TECNOLOGIA

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ste cose non siano utili, tutt’altro, sono delle comodità enormi MA cambiano poco la reale qualità erogata della prestazione.

Prendiamo, ad esempio, l’impronta digitale, spesso citata on line. I lavori come i ponti e le capsule vengono effettuati fuori dalla bocca da un “artigiano” specializzato che si chiama odontotecnico. All’o-dontotecnico serve una base di lavoro, uno stampo e per ottenerlo prendiamo dei calchi in bocca mettendo delle paste che induriscono dopo qualche minuto. Oggi, grazie alla tecnologia, è possibile pren-dere questi calchi con speciali telecamere che creano, riprendendo l’interno della bocca, delle immagini tridimensionali dei vostri den-ti. La manovra rispetto all’uso delle paste è certamente meno fasti-diosa per voi ma il punto importante è che la qualità del calco, sia con le paste che con la telecamera, dipende da mille fattori che non c’entrano niente con il tipo di sistema usato. Un dentista bravo pren-derà con la paste un calco sempre migliore e più preciso di un den-tista meno bravo con queste nuove telecamere.

Con questo non voglio dire che queste attrezzature non siano uti-li ma ti voglio fare capire che l’importanza di questo fattore non è ai primi posti della tua “scaletta” per la valutazione della bravura di un professionista. I fattori da valutare sono quelli indicati nelle pagine precedenti.

A mio parere, le uniche tecnologie che innalzano davvero la qua-lità di una prestazione, oggi, sono i sistemi di ingrandimento, perché permettono di migliorare la visione del medico e di conseguenza la sua manualità, e il rivelatore apicale per le devitalizzazioni, uno stru-mento elettronico che si usa per sapere esattamente in che punto della radice ci si trova a lavorare con gli strumenti con una accuratez-za intorno al mezzo millimetro. Curiosamente, non sento mai parla-re i pazienti di queste due attrezzature.

Negli altri casi, le tecnologie servono per migliorare il servizio del-lo studio e ottimizzare i tempi, è indubbio che fare una radiografia

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TECNOLOGIA

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panoramica, se necessaria, immediatamente anziché dovere andare da un radiologo per poi tornare con un secondo appuntamento dal dentista sia una grandissima comodità, sia per lo studio sia per il paziente. Idem per il paziente che volesse mettere impianti: la possi-bilità di eseguire immediatamente una CBCT, una nuova tecnologia che permette di ottenere immagini simili a quelle ottenute tramite una TAC, per sapere se si è idonei all’intervento senza, anche qui, rivolgersi ad un radiologo, o peggio, fare la fila in ospedale per pre-notare una dentalscan (molto più dannosa per la tua salute) è una grandissima comodità.

Non c’è dubbio che prendere un’impronta in modo digitale senza paste sia più confortevole ma da lì a professarsi più bravi del collega della porta accanto ce ne passa.

Sono dei servizi accessori che hanno un loro valore economico, contribuiscono a snellire l’iter di un piano di cura, possono aumen-tare il comfort delle sedute ma piazzarli al primo posto nella valuta-zione per la scelta di un dentista non è corretto.

Se trovi un dentista che cerca di farsi bello ai tuoi occhi magnifi-cando le attrezzature che ha, probabilmente è perché non ha molto altro di cui vantarsi.

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IL VALORE DELLA PRESTAZIONE

Ora che sei più “preparato” sei pronto per capire meglio quale prestazione il dentista offre.

Io NON vendo un prodotto, allo stesso modo di un commercia-lista o un avvocato.

Quando vai dall’avvocato, forse nella tua parcella credi di pagare il foglio di carta con l’inchiostro che è stato utilizzato? Quello che ha un valore è il valore intellettuale della prestazione.

Il paradosso del nostro settore si è creato per due essenziali motivi:

1) Sarebbe stupido negare che nel passato (ormai morto e sepol-to) l’odontoiatria è effettivamente stata un settore con poca valenza intellettuale in cui si sono fiondate le più disparate fi-gure professionali, dal medico generico al ginecologo e via di-cendo, per non dire degli odontotecnici abusivi, svilendo la professione.

2) I materiali usati nel nostro lavoro hanno mediamente dei costi consistenti e nella mente di qualcuno il passaggio da prestazio-ne di opera intellettuale a rivendita di un prodotto, inteso co-me ricarico sull’uso di un materiale, il passo è stato breve.

Questa sorta di “eredità” storica stava per essere superata quando, complice la crisi economica e l’ingresso dei grandi gruppi, è stata rievocata per diseducare le persone sulla vera natura della prestazione professionale e plagiarle all’acquisto di un prodotto, in modo da fare leva su marketing e prezzo basso: la filosofia del low cost.

È veramente applicabile la filosofia del low cost al campo della

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IL VALORE DELLA PRESTAZIONE

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salute? Il low cost è un fenomeno che muove dalle trasformazioni della società in questi decenni; con il benessere siamo entrati in un’e-ra in cui non c’è più bisogno di comprare per necessità. Molte im-prese hanno colto questa trasformazione e hanno capito che l’unico modo per “vendere” era stimolare continuamente con la pubblicità i consumatori. Non il comprare perché una cosa serve davvero ma comprare per soddisfare desideri, in una corsa al consumo rapido di oggetti e successiva sostituzione con altri nuovi. Per essere rapido e di largo consumo il prodotto doveva essere a basso prezzo.

Il massimo profitto si fa da sempre sui grandi numeri di vendita, un po’ come le manovre economiche che il nostro governo ogni tan-to ci propina, perché secondo te, vengono sempre tartassate le cate-gorie meno abbienti come, per esempio, i pensionati? Perché sono così numerosi che una piccola cifra moltiplicata milioni di volte crea capitali importanti.

Il low cost è la fase avanzata della nostra società consumistica, l’ultima frontiera del potere/dovere consumare più che mai. In un settore come la salute, in cui termini come “consumo” e “sostituzio-ne” sono completamente fuori luogo, è un grande errore trasferire i concetti del low cost. L’applicazione dei concetti del low cost al cam-po sanitario si rivela solo un impoverimento della salute generale delle persone.

Il low cost e i trattamenti rapidi in medicina ingannano il pazien-te che crede di essere curato, mentre la verità è che è derubato di un pezzo della sua salute e del suo portafoglio, in attesa della successiva occasione in cui ripetere lo stesso gioco a sue spese.

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COME OTTENERE IL MASSIMO DAL TUO DENTISTA

Finora abbiamo parlato di te, caro lettore, ma stai dimenticando un dettaglio: il dottore che hai di fronte è anche una persona.

Ebbene sì! Anche io sono una persona e, come puoi facilmente immaginare, se vuoi che io ti curi al meglio delle mie possibilità an-che TU devi meritare la mia fiducia e mettermi nelle condizioni idea li per lavorare.

Si dice sempre che il medico deve meritare la fiducia del paziente ma non si parla mai del paziente, che si deve impegnare, per avere la fiducia del dottore e lo deve mettere in condizioni di lavorare bene.

Pensi, forse, che se io ho davanti un paziente diffidente, litigioso e prevenuto possa fare in totale serenità le mie scelte terapeutiche? Non pensi che le mie scelte a quel punto saranno più indirizzate verso un trattamento con minori variabili in corso d’opera, per non dare adito a discussioni e problemi vari?

Faccio un esempio: prendiamo un ipotetico caso di cura di un dente per un problema legato a un’infezione e che, secondo scienza, le possibilità di successo della terapia siano circa il 60%, capisci bene che questo tasso di successo sia come il famoso “bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto” a seconda di chi si ha di fronte, con alcuni pazienti è una strada percorribile, con altri, pronti col fucile puntato alla minima complicanza, non lo è.

Ecco perché per lavorare nel tuo esclusivo interesse, devo essere nelle condizioni migliori per farlo.

Un rapporto di cura duraturo mi permette di capire meglio le tue

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COME OTTENERE IL MASSIMO DAL TUO DENTISTA

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esigenze e le tue caratteristiche, molto spesso si vedono, per esempio, delle piccole macchie sui denti, che a seconda del professionista pos-sono essere considerate come carie da trattare o solo da monitorare nel tempo; il poter tenere in osservazione per un periodo di tempo sufficiente una persona permette di potere personalizzare al meglio nel tempo la scelta. Su un paziente che seguo da anni e che so essere molto suscettibile alla carie, sarò più propenso al curarle; su un pa-ziente che so essere meno suscettibile alla carie, che so che da anni fa una corretta pulizia dei denti a casa e magari passa il filo interdenta-le, che so essere puntuale ai controlli, è più facile che opterò per semplici monitoraggi.

Conoscendoti meglio riesco nel tempo a “predire” adeguatamente quali fastidi o dolori avrai in seguito a determinati interventi, quale tipologia e quantità di anestetico usare per avere la maggiore effica-cia e i minori effetti collaterali e via dicendo…

Da un rapporto sano e duraturo ne guadagniamo entrambi, te lo assicuro!

Direi che adesso è il caso di presentarmi meglio e spiegarti come intendo il mio lavoro.

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CHI SONO

Mi chiamo Marco Maiolino, laureato nel 2001 all’Università di Perugia con 110 e lode in Odontoiatria e Protesi Dentaria e,

grazie al mio status di figlio d’arte (mio padre aveva aperto il suo studio dentistico alla fine degli anni ’70), ho iniziato subito a lavora-re nello studio di famiglia alla fine di quello stesso anno.

Amo molto leggere ma questo è il mio unico “scritto” che ha visto la luce, non mi posso certo definire uno scrittore, quindi, spero che perdonerai il mio stile non proprio perfetto!

Non ti prenderò in giro dicendo che mi ero iscritto a quella facol-tà animato da chissà quale passione, anzi, non capisco neanche come qualcuno possa dire di avere il sogno di fare il dentista senza averlo mai fatto, a meno che non ci si riferisca al sogno di quello stereotipo di 20-30 anni fa del professionista con lauti guadagni (paradossal-mente, il periodo storico in cui il lavoro era meno valorizzato profes-sionalmente è stato quello più valorizzato economicamente, oggi avviene l’esatto contrario!).

Diplomato al liceo scientifico della mia città, a quel bivio della vita, ero parecchio confuso sulla strada da prendere, mi piaceva tutto e nien-te in particolare e così, per motivi stabiliti a “tavolino”, decisi di tentare il concorso sia in medicina che in odontoiatria. Trascorsi l’estate a stu-diare per preparare i test e a settembre provai entrambi i concorsi.

A medicina entrai possiamo dire col “botto”, mi classificai 4° su 610 partecipanti al quiz (se non ricordo male entravano i primi 150 classificati), in odontoiatria, dove i posti erano solo 25, mi classificai 28° e, quindi, tecnicamente non ero entrato.

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chi sono

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Fortuna volle che 4 persone rinunziassero perché erano entrate anche a medicina (nei test a medicina e odontoiatria era frequente che alcune domande fossero le stesse, molti facevano entrambi i quiz) e quindi fui ripescato.

Da lì nacque la mia storia di dentista!Alla fine del 2001, fresco di laurea, fui lanciato in “trincea” con,

mi permetto di dire, nessuna reale preparazione per il mondo del lavoro vero.

La laurea si era rivelata solo un pezzo di carta per essere abilitato a mettere le cosiddette “mani in bocca”, la vera “università” iniziava adesso.

La clientela che era presente in studio era la tipica clientela di uno studio avviato negli anni 70-80, a quei tempi la “domanda” di cure era maggiore dell’offerta (il numero di dentisti presente), era prassi, inoltre, affidarsi in maniera paternalistica al medico, senza grande consapevolezza di cosa si stesse facendo (il dottore sa cosa sta facen-do!), la preparazione clinica dei dentisti era principalmente affidata alla loro esperienza clinica e le prestazioni erano mediamente sem-plici, sia da un punto di vista intellettuale che manuale. La preven-zione era ancora una perfetta sconosciuta e nella maggior parte dei casi si andava dal dentista solo in caso di dolore.

La sala d’attesa era perennemente piena di gente e le prestazioni venivano erogate velocemente, con tempi clinici ridotti, spesso ese-guite in maniera incompleta o provvisoria per motivi di tempo e ri-mandate a altre sedute o appuntamenti per il completamento.

L’estrazione dell’elemento dentario era la soluzione più facile nei casi poco più complessi.

Fin da subito mi sono reso conto che la sola applicazione pratica, il tempo e l’esperienza non erano sufficienti per imparare veloce-mente a fare bene questo lavoro.

Iniziai subito a fare corsi privati monotematici su quasi tutte le

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chi sono

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branche, tenuti dai più rinomati specialisti in giro per l’Italia e da lì iniziai a appassionarmi sul serio alla professione di dentista.

Dopo un po’ di tempo pensavo di avere sviluppato una buona manualità finché, spinto da alcuni colleghi, comprai una macchina fotografica e cominciai a scattare (era il 2003). Fu una mazzata! rive-dere a freddo le cose che facevo nei dettagli, confrontare le mie foto con quelle di altri colleghi di assoluta eccellenza era davvero deva-stante ma fu un’enorme spinta al miglioramento.

Mi resi conto, inoltre, che la maggior parte dei problemi dei pa-zienti derivavano, quasi sempre, da errori di precisione dei lavori effettuati in precedenza.

Capii dopo poco tempo che la sola vista a occhio nudo, per quan-to avessi 12/10, non fosse affatto sufficiente per il tipo di lavoro che volevo fare. Lo stesso anno comprai il mio primo sistema di ingran-dimento e mi si aprì un nuovo mondo, vedevo dettagli che prima non ero capace di osservare; la precisione del mio lavoro aumentò subito.

Diventai anche più costante e preciso nell’applicazione della diga di gomma e in poco tempo i risultati migliorarono ulteriormente. Scattavo, ieri come oggi, fotografie quotidianamente e le condivide-vo con colleghi e gruppi di discussione professionali: la macchina fotografica fu davvero una grande maestra!

L’ingrandimento per un dentista appassionato è come il numero di cavalli nel motore di una moto per un centauro sfegatato: non bastano mai.

Era solo questione di tempo per fare il salto…Continuai a fare corsi su corsi e nel 2006 feci il grande passo e

comprai il mio primo microscopio operatorio ma l’entusiasmo dell’acquisto fu spesso superato dalla difficoltà di utilizzo. Il micro-scopio è uno strumento eccezionale ma non è affatto uno strumento facile, anzi!

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chi sono

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Da lì è iniziato un “viaggio” alla ricerca di informazioni e corsi per tutto il mondo sull’argomento, fino ad arrivare a un punto di svolta con la conoscenza del dr. Massimo Mazza, il tanto chiacchierato den-tista di Silvio Berlusconi, vero pioniere della microscopia nel settore.

In questi dieci anni tra acquisti, training, viaggi e aggiornamenti “tecnologici” ho investito più di 100.000 euro sull’argomento.

Non parlo solo di difficoltà, il microscopio costringe a ripensare tutto il lavoro, il modo in cui lavorano le tue assistenti, i tempi da dedicare all’esecuzione; costringe a rivedere con occhio critico tutto ed è il più duro tra gli insegnanti, oltre a cambiare il rapporto tra dentista e paziente.

Mai come con il microscopio serve che tu diventi parte attiva del trattamento. Nel lavoro in microscopia devi essere molto collabora-tivo, poiché in molte situazioni dovrai girare la testa in tutte le dire-zioni per permettermi di lavorare, sia verso destra e sinistra sia verso l’alto e il basso. Devi stare il più fermo possibile, col microscopio, se ti sposti di un paio di centimetri, io non vedo più niente.

Quando mi capita un paziente che, durante tutta la seduta, muo-ve la testa da una parte all’altra e non fa altro che aprire e chiudere la bocca, credi, forse, che io riesca a fare lo stesso tipo di lavoro che faccio su un paziente che sta il più fermo possibile, risponde corret-tamente alle mie indicazioni e tiene anche la bocca aperta?

Se pensi che solo perché stai pagando hai diritto ad avere il top del risultato, non hai capito molto! Pensi, forse, che se vai dal dietologo più bravo del mondo e poi la sera mangi le lasagne e il polpettone, hai il diritto di dimagrire? Se vai in palestra e hai il personal trainer più bravo del mondo e non ti sfinisci sugli attrezzi ma giochi con i pesi e nel frattempo chiacchieri con il vicino, hai diritto a dei risultati?

Il fatto che io sia in grado di erogare una prestazione eccellente vuol dire solo che per farlo ho bisogno di essere posto nelle condizio-ni ideali, e quelle condizioni le fornisci tu!

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chi sono

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Lavorare bene richiede tempo come già ti ho spiegato…Negli anni ho imparato a dedicare più tempo alle prestazioni e a

organizzare l’agenda in modo da avere meno problemi possibili di “fretta”; oggi considero nel tempo del tuo appuntamento sempre un tempo supplementare per sicurezza, oltre a un tempo per permettere alle assistenti di riordinare correttamente.

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SUCCESSO GARANTITO?

Molti, oggigiorno, cercano di venderti un trattamento magnifi-cando garanzie e quant’altro e, paradossalmente, più vedi ga-

ranzie più la cosa è sospetta (vedi le cliniche low cost).Io non ti voglio prendere in giro su quest’argomento.Negli anni ho imparato che, per quanto si possa fare bene un la-

voro, in una piccola percentuale di casi si possono comunque verifi-care dei problemi. Non esiste, purtroppo, in medicina il 100% di successi. Le tecniche più raffinate, se ben eseguite, hanno comunque una probabilità del 5% di insuccesso; in parole povere, una rogna, piccola o grande, ogni 20 trattamenti eseguiti, è inutile nascondere questo dato.

La soluzione vincente che ho trovato è quella di lavorare “facendo il meglio e pensando al peggio”.

Quando ti propongo una cura, penso già anche ad un piano B, in modo da contenere le complicanze il più possibile.

Per farti capire meglio, ti racconto il caso di Dino C.: gli manca-vano alcuni denti e il dentista che lo curava gli propose di limarli tutti e fare un ponte. A causa della posizione dei denti residui, il dentista fu costretto a fare un unico lunghissimo ponte che ricopriva i denti di tutta la mascella. Tre anni dopo avere eseguito il lavoro, uno dei denti sotto il ponte si fratturò. Dino fu costretto, visto che il lavoro era in un unico pezzo, a rifare per colpa di un singolo dente tutto il lavoro, sostituendo 12 capsule per colpa di una sola.

Ora sarebbe bastato, nel suo caso, aggiungere uno o due impianti, in posizioni giuste, per non dovere essere più obbligati a fare “il pon-

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SUCCESSO GARANTITO?

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te di Messina”, il lavoro poteva essere suddiviso in pezzi più piccoli di uno, due, tre denti anziché un unico pezzo da dodici.

Ciò avrebbe permesso interventi successivi, sostituendo il singolo pezzo e quindi uno, due, al massimo tre denti, NON dodici!

Ipotizzare un piano B fin dall’inizio, spesso, vuol dire fare un la-voro leggermente più costoso ma, così come nella macchina hai sem-pre una ruota di scorta per non restare a piedi, non pensi che siano soldi benedetti, per non dovere tornare al punto di partenza come se giocassi a Monopoli?

Pensa alle assicurazioni, ti assicuri contro furti, incendi, atti van-dalici, eventi naturali e chi più ne ha più ne metta e non ti vuoi “assicurare” il lavoro in bocca nel futuro?

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QUANTO MI COSTA?

Tocchiamo per ultimo il tasto “dolente” del dentista: la parcella. Io non nego che le cure odontoiatriche siano costose, ci man-

cherebbe altro! Non dimentichiamo che parliamo di salute, prima di tutto, risparmiare in questo ambito, spesso, è una spada che ti si ri-torce contro. Ti ho dato, nei limiti del possibile, delle linee guida per valutare chi hai di fronte.

Un lavoro fatto bene costa di più di un lavoro fatto con i piedi ma voglio sottolineare un punto:

La scelta non è economica, per me non si tratta di guadagnare di più, io ho fatto questa scelta perché non potevo accettare di passare 35-40 ore al giorno, ogni settimana della mia vita, per fare un lavoro a un livello inferiore rispetto a quello cui sarei stato capace. Vedi, caro lettore, il fare le cose bene è qualcosa che trascende la vendita: è un modo di impostare la propria vita.

Indipendentemente dal lavoro che svolgi, è l’impegno che metti nelle cose a fare la differenza e la stessa qualità della vita ne risulta influenzata.

La qualità di vita di una persona è direttamente proporzionale al suo impegno nei confronti dell’eccellenza, indipendentemente dal campo di applicazione.

Le persone per natura cercano persone a loro affini; se sei una persona che si impegna e capisci il valore che questo comporta, ricer-cherai, quando avrai bisogno, prodotti e servizi offerti da persone che condividono questo tuo comportamento. Spero che tu sia la

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QUANTO MI COSTA?

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persona giusta e che stai davvero cercando qualcuno che ti visiti e poi ti curi.

Tutta altra specie è, invece, quella dei cacciatori di preventivo.

I cacciatori di preventivo

Se mi chiami e anziché una visita chiedi un preventivo, difficil-mente andremo d’accordo.

Ti chiederai probabilmente il motivo ma la parola “preventivo” ha un ben preciso significato nella testa delle persone.

Chi chiede un preventivo è una persona che:

u non è interessata a spiegazioni (uffa ma quanto parla questo!);u risponde in maniera evasiva e vaga alle domande che faccio

(“…questo qui perché s’interessa a tutti i fatti miei e fa tutte queste domande?”);

u non capisce perché magari gli faccio altre radiografie (“…come? gli ho pure portato la panoramica!”).

Per esperienza, ti dico che sono pochi quelli che chiedono un pre-ventivo sbagliando il termine.

Chi chiede un preventivo, quasi sempre, ha fatto altri “preventivi” – NON visite! – ed è alla ricerca del miglior offerente.

In questo tipo di “gara” io non penso di essere un buon candidato e non mi interessa neanche curare questo tipo di persone, lo trovo poco gratificante e frustrante, se vuoi solo “un preventivo” ce ne so-no mille in giro pronti a fartene uno!

Un’altra disgrazia del nostro tempo, che sta schiacciando tutto verso il basso, è il prezzo della “piazza”, il prezzo “medio”, che dovreb-be rappresentare il giusto prezzo di qualcosa.

Il prezzo medio, se ci pensi bene, che cosa è? È il corrispettivo del-la prestazione media che quel tipo di categoria professionale eroga.

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QUANTO MI COSTA?

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Pensa al tuo lavoro o a un settore che conosci bene, anche uno sport, per fare un esempio, e ti accorgerai che il livello medio dell’e-secuzione è solitamente scarso.

Pensa ai tuoi colleghi, pensa ai tuoi compagni di sport e pensa all’eccellenza di quel settore lavorativo o sportivo. Quanta distanza c’è tra queste due cose?

In altre parole, se vuoi un lavoro senza infamia e senza lode, cerca un prezzo medio; se vuoi un lavoro di merda, cerca il miglior offe-rente al prezzo più basso che trovi. Se vuoi qualcosa di meglio, così come non speri di trovare roba di alto livello alla “fiera del mercole-dì”, devi essere anche disposto a spendere qualcosa in più.

Credo che quello che la natura ci ha dato sia qualcosa di eccezio-nale e merita ogni sforzo per essere conservato. Le mie scelte sono sempre volte al preservare al meglio i tuoi denti.

Per la stessa ragione cerco di farti capire il valore che hai bocca, hai un tesoro, e spesso neanche lo sai, e cerco di farti adottare abitudini che nel tempo ti permettono di preservarlo.

Io ho passione per questo lavoro, punto. Questo sai in cosa si tra-duce? Io non gioco per partecipare ma per vincere. Gioco per svol-gere il lavoro migliore possibile e gioco affinché ti duri più tempo possibile, in modo da trasformare quella che è un spesa iniziale in un investimento nei confronti della tua salute e un risparmio economi-co nel tempo. Mi serve solo un po’ di collaborazione da parte tua ed è fatta!

Non ho scritto a caso queste pagine, le ho scritte per aiutare le persone giuste (e se sei arrivato a leggere fino a questo punto lo sei!) a capire meglio il nostro campo, fornendo alcuni strumenti di valu-tazione per capire chi hanno di fronte e quanto è importante anche l’impegno del paziente per portare a casa il risultato.

E tu nella vita, ti accontenti di partecipare o vuoi vincere?

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CONCLUSIONI

Siamo arrivati alla fine, le cose che ti vorrei dire riguardo al nostro lavoro sarebbero mille e mille ancora ma, purtroppo, non farei

altro che confonderti. Molti dati vanno corroborati dalla pratica e dall’esperienza clinica e a te, che sei un fruitore del nostro lavoro, poco gioverebbe entrare nel dettaglio. Spero con questo libro di averti aiutato a aprire almeno uno spiraglio di luce nella scelta di un dentista con la D maiuscola.

Seguendo i consigli che ti ho dato, ti assicuro che scremerai più del 90% dei dentisti presenti sulla piazza e, quindi, considerando che in Italia siamo circa 50.000, direi che te ne ho fatti scartare al-meno 45.000 e direi che non è male…

L’odontoiatria è una branca peculiare della medicina, è l’unica che non viene fornita dal sistema sanitario nazionale (a parte gli studi convenzionati con la cassa mutua ma sono una parte marginale) e ricade sulle spalle della popolazione come spesa privata. I moderni studi odontoiatrici sono a tutti gli effetti delle piccole imprese dove il titolare deve ricoprire allo stesso tempo i ruoli di medico e impren-ditore. Non è facile unire queste due figure in una persona sola. I moderni studi sono anche delle piccole cliniche con tutti gli oneri del caso. I costi per la gestione sono generalmente alti e cercare pre-stazioni di alto livello a basso costo equivale a cercare di fare un affa-re con Wanna Marchi.

La scelta del dentista è una scelta importante per la salute della tua bocca, in queste pagine ho cercato di aiutarti a capire come farla. Dovendo “stringere” il più possibile, hai capito che il più importante

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conclusioni

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fattore necessario per le cure dentistiche è il TEMPO DEDICATO. Se il dentista ti dedica del tempo, quello è il miglior segnale; se ti cura distratto, facendo lascia e prendi in tempi risicati, è meglio che cambi.

Un’organizzazione di studio con una sala di attesa ridotta al mini-mo è un ottimo inizio, la folla non è affatto un buon segnale.

L’uso della diga di gomma e di un sistema ingrandente credo che oggi sia imperativo.

Già con questi tre fattori scremerai, a mio parere, più del 90% dei dentisti (e non è poco direi!).

Fatti salvi i punti di cui sopra, valutate le attrezzature tecnologiche dello studio come un valore aggiunto.

Ti voglio salutare con queste frasi che John Ruskin, in tempi non sospetti, scrisse:

“Non c’è nulla a questo mondo che chiunque non possa fare in modo peggiore e vendere ad un prezzo minore, e le persone che si basano solo sul prezzo diventano facile preda di queste macchinazioni. È imprudente pagare troppo, ma peg-gio ancora è pagare troppo poco. Quando paghi troppo, perdi un po’ di soldi, è vero, ma è tutto qui. Quando invece paghi troppo poco, rischi di perdere tutto perché ciò che hai com-prato non è in grado di fare il lavoro per cui l’avevi acquistato. La legge comune degli affari nega la possibilità di pagare poco e ottenere molto: se tratti con l’offerente meno caro, è bene che tu preveda una certa riserva per coprirti dal rischio che corri. Ma se puoi fare ciò, avrai certamente abbastanza denaro per comperare qualcosa di meglio”.

John Ruskin (1819-1900)

Se ti è piaciuto questo libro e vuoi continuare a seguirmi nelle cose che scrivo, seguimi sul web alla pagina del mio studio www.

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studiomaiolino.net. Nella sezione del blog periodicamente scrivo brevi articoli riguardanti temi del nostro settore di tuo interesse. Re-gistrandoti alla mailing list sarai sempre aggiornato quando pubbli-co qualcosa di nuovo.

Un saluto!