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FRANCISCUS BOSSINENSIS (2°metà secXV - inizio sec XVI) Petrarca ed il cantare a liuto DDD TC 450201 2004 Made in Italy P Teresa Nesci: soprano Massimo Marchese: liuto Nasce l’aspro mio tormento Francesco D’Ana (Libro I) 1:30 Ite caldi miei sospiri Bartolomeo Tromboncino (Libro II) 4:49 Ostinato vo’ seguire Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 2:55 Per dolor me bagno e’l viso Bartolomeo Tromboncino (Libro II) 7:09 Tastar de corde - Recercar dietro Joan Ambrosio Dalza (Libro IV) 2:42 O tempo o ciel volubil Pietro Scotto (Libro II) 1:28 Recercar VI Franciscus Bossinensis (Libro I) 0:30 Occhi mei lassi Bartolomeo Tromboncino (Libro II) 2:30 Non è tempo d’aspectare Marchetto Cara (Libro I) 2:49 Poi che volse la mia stella Joan Ambrosio Dalza (Libro IV) 2:09 A la guerra, a la guerra Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 3:17 Si è debile il filo Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 3:04 Recercar I Franciscus Bossinensis (Libro I) 0:37 Zephiro spira Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 1:30 Che debbo far Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 2:25 Per fuggir d’amor le punte Marchetto Cara (Libro II) 2:32 Calata ala spagnola Joan Ambrosio Dalza (Libro IV) 2:21 S’il dissi mai ch’io venga Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 3:03 S’io sedo all’hombra Marchetto Cara (Libro II) 2:26 Ahimè ch’io moro Michele Pesenti (Libro I) 4:42 Mia benigna fortuna Anonimo (Libro I) 4:13 Amando e desiando Benedetto Cariteo (Libro II) 2:09 TOTAL TIME 01:00:49 1 2 3 6 5 4 11 12 13 14 15 16 17 19 21 22 20 18 10 9 8 7

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FRANCISCUS BOSSINENSIS (2°metà secXV - inizio sec XVI)

Petrarca ed il cantare a liuto

DDDTC 450201

2004Made in Italy

P

Teresa Nesci: soprano

Massimo Marchese: liuto

Nasce l’aspro mio tormento Francesco D’Ana (Libro I) 1:30Ite caldi miei sospiri Bartolomeo Tromboncino (Libro II) 4:49Ostinato vo’ seguire Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 2:55Per dolor me bagno e’l viso Bartolomeo Tromboncino (Libro II) 7:09Tastar de corde - Recercar dietro Joan Ambrosio Dalza (Libro IV) 2:42O tempo o ciel volubil Pietro Scotto (Libro II) 1:28Recercar VI Franciscus Bossinensis (Libro I) 0:30Occhi mei lassi Bartolomeo Tromboncino (Libro II) 2:30Non è tempo d’aspectare Marchetto Cara (Libro I) 2:49Poi che volse la mia stella Joan Ambrosio Dalza (Libro IV) 2:09A la guerra, a la guerra Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 3:17Si è debile il filo Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 3:04Recercar I Franciscus Bossinensis (Libro I) 0:37Zephiro spira Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 1:30Che debbo far Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 2:25Per fuggir d’amor le punte Marchetto Cara (Libro II) 2:32Calata ala spagnola Joan Ambrosio Dalza (Libro IV) 2:21S’il dissi mai ch’io venga Bartolomeo Tromboncino (Libro I) 3:03S’io sedo all’hombra Marchetto Cara (Libro II) 2:26Ahimè ch’io moro Michele Pesenti (Libro I) 4:42Mia benigna fortuna Anonimo (Libro I) 4:13Amando e desiando Benedetto Cariteo (Libro II) 2:09

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2004Tactus s.a.s. di Serafino Rossi & C.

Via Tosarelli, 352 - 40055 Villanova di Castenaso - Bologna - Italytel.+39 051 78 19 70 - Fax +39 051 78 19 86

e-mail: [email protected] - web page: http://www.tactus.it

In copertina: Benvenuto Tirsi detto il Garofalo, Isabella e Beatrice d’Este, Ferrara, Palazzo di Ludovico il Moro

Un particolare ringraziamento al Dott. Franco Daniele per aver reso possible questaregistrazione all’interno dell’Abbazia di Santa Giustina di Sezzadio (Al).

Tecnico del suono e direttore della Registrazione: Stefano AbarelloComputer Design: Tactus s.a.s.

Stampa: KDG ITALIA s.r.l.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto.

Letteralmente “tocco”. Termine latino con cui, in epoca rinascimentale, si indi-cava quella che oggi è detta battuta.Literally “stroke” or “touch”. The Renaissance Latin term for what is now cal-led a beat.Buchstäblich “Schlag”. Begriff, mit dem in der Renaissance, ausgehend vomLateinischen, das bezeichnet wurde, was heute Takt genannt wird.Littéralement “coup”, “touchement”. Terme provenant du latin, par lequel onindiquait à la Renaissance ce qu'aujourd'hui on appelle la mesure.

Tactus

P

17. Ahimè ch’io moro

Aimè ch’i moroAimè ch’io ardoAimè ch’un dardode lucido oroEl miserando cor m’ha laceratoChe fin che in me resterà polpa o nervoE vivo e morto te serò bon servo

Volto beatoLeva sta penaLa qual mi menaE son lì allatoAl doloroso fin che ciascun preme

Fa che ‘l mio semee la mia fedeChe in te sola credeNé d’altri temeSparta non sia né seminata invano.

La bella manoCh’al cor me strinseAmor dipinseMite e umanoNon lo far donche tu crudel et acro

Son per te macroRigido e obscuroMa el colpo duroO aspetto sacroSol mitigar lo poi con poca spesa

Troppo haime pesaEl tormentareper troppo amaresenza un’offesaE più quand’un a ben servir se sforza

Ma fa ogni forzaIn tormentarmiIn macerarmiChe fin che in me resterà polpa o nervoE vivo e morto te serò bon servo

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Page 3: DDD TC 450201 Made in Italy 2004 FRANCISCUS BOSSINENSIS … · 2016-08-03 · FRANCISCUS BOSSINENSIS (2°metà secXV - inizio sec XVI) Petrarca ed il cantare a liuto DDD TC 450201

Per penar manco penandoPoi ch’io so so che lacrimandoTrovo un tal ristoro al coreChe mi fermail gran doloreDal qual pria fui quasi ucciso.Per dolor…

14. Per fuggir d’amor le punte

Per fuggir d’amor le punteCome ingrato e rio tirannoVagabondo in pian e in monteEra un giorno in grave affannoQuando aimè ch’io non me ingannoVidi un divo e sacro aspettoAd amar tutto subiettoSe ne gia cantando aloraDo tiente alora:Tiente alora ruze nentate serai la malcontentaDo tienti alora.

Io che mai udito aviasì soave e dolce cantoPian pian drieto gli veniaConfortando il duol mio alquantoE dopoi da l’altro cantoper trovar in lei pietadePoi riposta in libertadese ne gìa cantando aloraDo tienti alora.

15. Amando e desiando

Amando e desiando I’ vivo e sentoLa doglia che se sente nel morireAmore mi fa viver in tormentoNé mi vuol vivo, né mi vuol finire.Quanto più piango, tanto più contentoDi lachryme mi pasco e di martire.Godi crudel ch’io me lamento e ploroI’ moro, ahimè ch’io moro, ahimè ch’io moro.

16. S’io sedo all’ombra

S’io sedo all’ombra, amor giù pone el stralee l’arco e meco sedendo si posa.S’io piango, e lui la facia lachrymosae dolsi del mio affanno e del mio male.

S’io mi lamento dil colpo mortaleLui me conforta con voce amorosaS’io mostro la ferita sanguinosaE lui l’asciuga con le sue bianche ale.

S’io vado in boschi e lui per boschi vieneS’io solco il mar e lui volge le sarteE ‘l timon dritto contro il vento tiene.

S’io vado in guerra e lui diventa MarteE perché siano eterne le mie peneQuesto tiran da me mai non si parte.

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In Italia, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento, la frottola aprì una stagionemusicale del tutto nuova e totalmente indipendente dagli stili fiamminghi. Fu anche grazie aIsabella d'Este, grande promotrice di cultura nelle sue varie forme, che questo nuovo gene-re musicale entrò ben presto nelle principali corti italiane quali Mantova, Ferrara, Venezia,Milano. La molteplicità delle conoscenze e degli interessi, specialmente letterari, di questiambienti è riflesso nella varietà di forme poetiche in cui si presenta la frottola: testi di poetiillustri – primo fra tutti il Petrarca di cui furono musicati numerosi componimenti tratti dalCanzoniere – e testi commissionati a poeti minori, ma anche testi in latino, che testimonia-no il gusto della riscoperta dell’antichità classica, e testi popolari ripresi e “arrangiati” nellanuova veste frottolistica. A questa oscillazione fra generi letterari “alti” e “bassi” corrispon-deva naturalmente una varietà metrica: denominate come frottole troviamo infatti strambot-ti, ballate, sonetti, odi, capitoli e altro.I principali elementi che determinarono il successo della frottola furono la semplicità nelritmo e la fusione che si creava tra la musica e il testo, che in genere era di carattere amoro-so. Ma era il modo di condurre le voci il tratto distintivo che caratterizzava la frottola. Si trat-tava di una composizione polifonica a quattro voci – e questa non era una novità – ma inrealtà le tre voci inferiori (altus, tenor, bassus) sembravano scritte per l'accompagnamentodella voce superiore (cantus): al canto era affidata la melodia, mentre il basso "realizzava"la base armonica; le voci del contralto e del tenore, invece, completavano l'armonia.La frottola era nata per essere eseguita a quattro voci, probabilmente a cappella, ma la diffi-coltà a reperire sempre tutte le voci portò ben presto a rivedere il modo di eseguirla, talvol-ta utilizzando strumenti musicali che avevano la funzione di raddoppiare le parti vocali. Fucosì che divenne piuttosto frequente l'esecuzione per canto e liuto, il quale, omettendo spes-so la parte del contralto, raggruppava le parti del tenore e del basso. Quest'ultima combina-zione, canto e liuto, grazie al piacevolissimo impasto timbrico, riscosse un tale successo daindurre molti editori a pubblicare opere che andavano incontro alla crescente richiesta.Tra le prime opere dedicate a questa formazione spiccano i due volumi Tenori e contrabbassiintabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto di FranciscusBossinensis, liutista e compositore originario della Bosnia. Si tratta degli unici libri di que-sto autore conosciuti o per meglio dire a noi pervenuti. Le due raccolte di frottole per cantoe liuto vennero stampate a Venezia nel 1509 e a Fossombrone nel 1511 dal noto editoreOttaviano Petrucci, e dedicate entrambe a Girolamo Barberigo, primicerio di San Marco dal1501. Si tratta forse del primo esempio di musica a stampa a carattere divulgativo: sebbeneil canto accompagnato dal liuto fosse un'eredità del Trecento (lo stesso Petrarca si dilettava

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con questo tipo di esibizione), la nascita della stampa musicale contribuì a diffondere note-volmente questa pratica musicale. Le frottole raccolte dal Bossinensis appartengono ai mag-giori frottolisti dell'epoca quali Bartolomeo Tromboncino, Marchetto Cara, Francesco d'Anadetto Varoter, Benedetto Cariteo, Serafino Aquilano e molti altri.La tecnica utilizzata dal Bossinensis è quella di intavolare per liuto (cioè trascrivere con unanotazione particolare adatta al liuto) le parti del tenore e del basso omettendo la voce del-l'altus, e di lasciare in notazione mensurale (quella su pentagramma) la voce del canto.Questo sistema meccanico di trascrizione della parte per liuto va a contrapporsi ai libri persolo liuto del Petrucci (Spinacino, Dalza, Alemani) in cui viene sottolineata una prassi ese-cutiva ricca di fioriture e diminuzioni, talvolta altamente virtuosistica. Unico esempio, nelBossinensis, che si distacca da questo modello è lo strambotto Amando e desiando, diBenedetto Cariteo, in cui per una volta troviamo una scrittura più ricca di diminuzioni.I due libri del Bossinensis contengono, inoltre, 46 ricercari associati alle frottole. Questivenivano eseguiti o prima delle frottole (come preludi) o dopo. Gli abbinamenti erano segna-ti, attraverso una combinazione di lettere, sul titolo del brano.

Massimo Marchese

In Italy, between the end of the15th and the beginning of the 16th century, the frottola ope-ned a completely new musical period which was totally unrelated with the Flemish Styles.Thanks to Isabella d’Este too, a great promoter of culture in its different forms, this newmusical genre soon entered the main Italian courts such as Mantua, Ferrara, Venice, Milan.The variety of knowledges and interests, especially literary, of these settings is reflected inthe different forms in which the frottola appears: - texts by illustrious poets, – the very bestPetrarch, whose numerous poems taken from “Canzoniere” were set to music – texts byminor poets, but also texts in Latin to testify the zest of the classic ancient times rediscoveryand popular texts revived and arranged in the new frottola expression.To this variation between high and low literary genres, corresponded a natural metricalvariety: we can find in fact, strambottos, ballads, sonnets, odes, chapters and other formsknown as frottole.The most important elements which determined the success of the frottola, were the simpli-city in the rhythm and the harmony created by both music and words, whose theme wasgenerally love.But the distinguishing feature which better characterized the frottola, was the way of leadingthe voices.

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Al fin per mia mercedeMi fa con morte guerra.Alla guerra…

Ma el tutto porto in pacePer quel che nel cor taceAspetta tempo e taceQuesta aspra e crudel guerra.Alla guerra…

Ma se’l tuo dur concettoNon m’ha qualche respettoTemo che po’ un dispettoFinirà l’aspra guerra.Alla guerra…

Se altrove pur sei voltaE in tutto da me toltaAscoltame una voltaE a to posta fa po’ guerra.Alla guerra…

Ma non voler che in bandoStia el tuo servo quandoTu el vedi lacrimandoPer la continua guerra.Alla guerra…

13. Per dolor me bagno il viso

Per dolor me bagno il visoD’un licor soave tantoChe più car m’è molto il pianto

Che ogni gaudio ove esce a risoPiango il ben che già fu beneAlla mia penosa vitaChe con dolci e amare peneA sospir hognor m’è vitaLa memoria ch’è scolpitaMi sta in cor per contraccambioFa ch’el riso in pianto cambioQuando quel che fu me avviso.

Fui felice e si’ feliceQuanto ogn’altro avventuratoE se dir de più me liceMe trovai in sì alto statoChe nullo altro fortunatoAl mi(o) par essermi cresiMa fortuna in pochi mesiDa un ben tanto m’ha diviso.Per dolor…

Di l’affanno che ognor portoQual col mio silentio coproIo non prendo altro confortoSe non quando il pianto adoproCon qual tutti i pensier coproSolo al cor cotal dilettoChe mancando tal effettoIo sarei dal duol conquiso.Per dolor…

Bono adonca che’l mal tempreCon le lagrime ch’io spandoE che adopri il pianto sempre

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Non aspecti alcun che voltiQuesta rotta instabilitaMolti sono stati accoltiNel condur de la lor vitaNon è tempo…

11. Ostinato vo’ seguire

Ostinato vo’ seguireLa magnanima mia impresafammi amor qual voi offesas’io dovessi ben morire.Ostinato…

Fame ciel fame fortunaBene o mal como a te piaceNé piacer né ingiuria alcunaPer avvilirmi o far più audaceChe dell’un non son capaceL’altro più non po fuggire.Ostinato…

Vinca o perda io non attendoDe mia impresa altro che honorSopra il ciel beato ascendoS’io ne resto vincitoreS’io la perdo al fin gran coreMostrarà l’alto desire.Ostinato…

12. A la guerra

Alla guerra alla guerraCh’amor non vol più paceMa sempre è più tenaceAlla guerra…

Questa guerra è mortalePer un ardente straleCagion d’ogni mio malePer farme sempre guerra.Alla guerra…

Io non trovo arma forteChe vetar possa notteInvan batto alle portenon di pace ma di guerra.Alla guerra…

Hora son vinto in tuttoPreso, arso e distruttoQuesto è d’amore il fructoChe sempre me fa guerra.Alla guerra…

Ma la cagion vo’ dire Poi ch’io deggio morireÈ un secreto scoprireCagion di tanta guerra.Alla guerra…

Una a chi serve fedeChe mio dolor non crede

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It consisted in a polyphonic 4-part composition, which was not a novelty, but actually thethree inferior voices (altus, tenor, bassus) seemed to be written for the superior voiceaccompaniment (cantus): the cantus created the melody, while the basso “carried out” theharmonic basis; the contralto and the tenor voices completed the harmony.The frottola was born to be performed in a 4-part execution, probably for ‘a cappella’ voi-ces, but the difficulty in finding all the different kind of voices arose the need to revise theway of executing it, sometimes by making use of musical instruments which were meantto double the vocal parts.That is why the cantus and the lute performance became more frequent, even because thelute as it often omitted the contralto part, gathered the tenor and bass parts. The cantus andlute arrangement, thanks to their pleasant timbre impasto, won such a great success as toinduce a great number of editors, to publish those works which had met so far with growingdemand.Among the first works devoted to this particular consort, are noteworthy the two volumes“Tenori e contrabbassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto” by the lutenist and composer Franciscus Bossinensis.They are the only books by this author which are known or better which are extant. Thetwo frottole collections for cantus and lute were printed in Venice in 1509 and atFossombrone in 1511 by the famous editor Ottaviano Petrucci, and both dedicated toGirolamo Barberigo, primicerius of S.Marco since 1501.It may be the first example of printed popular music : although the cantus accompanied bythe lute was a heritage from the 14th century (Petrarch himself took delight in this type ofperformance), the birth of the musical print contributed to greatly promoting this musicalpractice. The frottole collected by Bossinensis belong to the main composers of frottole of that time,such as Bartolomeo Tromboncino, Marchetto Cara, Francesco d’Ana detto Varoter,Benedetto Cariteo, Serafino Aquilano and many others.The technique used by Bossinensis is to tabulate for the lute (that is to transcribe with a par-ticular notation suitable to the lute) the tenor and bass parts omitting the altus voice and toleave on mensural notation (on pentagram) the cantus voice.This system of mechanic transcription for the lute part, contrasts the solo-lute books byPetrucci (Spinacino, Dalza, Alemani) in which an executive procedure rich in embellish-ments and diminutions, sometimes highly virtuoso, is underlined.In Bossinensis, the only example which breaks away from this model, is the strambotto

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Amando e desiando by Benedetto Cariteo in which for the first time we find a writing richerin diminutions.Moreover the 2 books by Bossinensis contain 46 recercari associated with the frottole. Thelatter were performed either before the frottole (as preludes) or afterwards.The consorts were marked through a particular sequence of letters on the extract title.

Massimo Marchesetranslated by Federica Villa

En Italie, entre la fin du XV° siècle et le début du XVI°, avec la frottola, une nouvelle sai-son musicale s’annonce complètement différente des styles flamands. C’est aussi grâce à Isabelle D’Este, grande promotrice de la culture sous toutes ses formes ,que ce nouveau genre musical sera bientôt introduit dans les principales cours italiennescomme: Mantoue, Ferrare, Venise et Milan. La multiplicité des formes poétiques souslesquelles se présente la frottola reflète nettement les connaissances et les intérêts surtoutlittéraires de ces milieux. On y trouve des textes de poètes illustres, avant tout Pétrarque dontde nombreuses compositions tirées du Canzoniere ont été mises en musique- des textes écritssur commande par des poètes mineurs, mais aussi des textes en latin qui prouvent le goûtprononcé pour l’antiquité classique qu’on redécouvre, et enfin des textes populaires repris etarrangés pour cette nouvelle expression qu’est la frottola. Ces genres littéraires tantôt raf-finés, tantôt populaires se caractérisaient par une métrique différente: on appelait frottoleaussi bien les poésies campagnardes que les ballades , les odes , les sonnets ou les poèmesen tercets.Si le succès de la frottola est à attribuer à la simplicité du rythme et à la fusion de la musi-que et du texte, en général à caractère amoureux, c’est surtout la façon de diriger les voixqui en fait son originalité. Bien qu’il s’agisse d’une composition poliphonique a quatre voix-qui n’est pas en soi une nouveauté- les trois voix inférieures (altus, tenor, bassus) semblent,en réalité, écrites pour accompagner la voix supérieure (cantus): la mélodie est confiée auchant, avec la basse qui réalise la base harmonique et les voix du contralto et du tenore quien complètent l’harmonie.La frottola est née pour être exécutée à quatre voix, probablement “a cappella”, mais devantla difficulté de fournir toutes les voix on repensa très vite à la façon de l’exécuter , en uti-lisant parfois des instruments musicaux qui avaient la fonction de doubler les parties voca-les.

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E dal mio lato sia paura e gelosiaE la nemica miaPiù feroce ver me sempre più bella.S’i’l dissi amor l’aurate sue quadrellaSpenda in me tutte e l’impiombate in leiS’i’l dissi cielo e terra homini e deiMe sian contrari et essa ogn’hor più fellaS’i’l dissi che con sua cieca facellaDritto a morte m’inviaPur come gli è si siaNé mai più dolce o piaVer me si mostri in atto od in favella

S’i’l dissi mai di quel che men vorreiPiena trovi quest’aspra e breve viaS’i’l dissi el fiero ardor che mi disviaCresca in me quanto el fier ghiaccio in costeiS’i’l dissi unquam non veggian gli occhi mieisol chiaro o sua sorellaNé donne né donzellaMa terribil procellaQual pharaone in perseguir gli hebrei

9. Nasce all’aspro mio tormento

Nasce all’aspro mio tormentoDonna mia sol per mirarteE per meglio contemplarteVoria haver de gli occhi cento.

La dolcezza del suo aspettoMista ad un venen sì forte

Mi dà al cor tanto dilettoCh’el morir non mi par morteE contento di tal sortefo con gaudio il mio lamentoNasce all’aspro…

10. Non è tempo d'aspettareNon è tempo d'aspettare Quando s'ha bonazza e ventoChe si vede in un momentoOgni cosa variareSe tu sali fa’ pur prestoLassa dir che dir voleQuesto è noto e manifestoChe non duran le violeE la neve al caldo soleSole in acqua ritornare

Non è tempo…Sia pur l’homo tale o qualeSempre tema el precipitioPer che el bene vien drieto el maleSe non substa nel initioPerò faccia ben l’offitioChi ha la rota a governare.

Non è tempo…

Quando se ha fermato el piedeEt in tutto intorno vistoMuta pur fortune sedeChe non val contra al provistoChe gli è ben da poco e tristoChi non fa col tempo andare.

Non è tempo…

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Ché natura a volar ve aperse l’ali,A me diede occhi et io pur nei miei maliLi tenni, onde vergogna e dolor prendo.

et sarebbe hora et è passata homai,de rivoltarli in più secura parte,E poner fine agli infiniti guai,Né dal tuo giogo, amor, l’alma si parte,Ma dal suo mal, con che studio tu’l sai:Non a caso è virtute, anzi è bell’arte.

6. Si è debile il filo

Si è debile il filo a cui s’attieneLa gravosa mia vita,Che s’altri non l’aitaElla sia tosto di suo corso a rivaPerò che dopo l’empia dipartitaChe dal dolce mio benefeci sol una speneÈ stata fin a qui cagion ch’io vivaDicendo perché privaSia de l’amata vistaMantienti anima tristaChe sai s’a meglior tempo anchor ritorniEt a più lieti giorniO se ‘l perduto ben mai se racquistaQuesta speranza mi sostenne un tempoHor vien mancando e troppo in lei m’attempo.

Il tempo passa e l’hore son sì pronteA fornir. il viaggio,Che assai spatio non haggio

Pur a pensar come io corro alla morteA pena spunta in oriente un raggioDi sol, che all’altro monteDell’avverso orizonteGionto el vedrai per vie lunghe e distorteLe vite sono sì corteSì gravi i corpi e fraliDegli uomini mortaliChe quando io me ritrovo dal bel visoCotanto essere divisoCol desio non posso mover le alePoco mi avanza del conforto usatoNé so quanto io me mova in questo stato.

7. Zephiro spira

Zephyro spira e il bel tempo rimenaAmor promette gaudio agli animaliOgnun vive contento, i me lamentoChe amor m’ha fatto albergo di tormento

L’ampia campagna de bei fiori pienaOgni cor si prepara ai dolci straliProgne scordata de l’antica penaVerso il nostro orizzonte spiega l’ali

8. S’il dissi mai ch’io venga

S’i’l dissi mai ch’io venga in odio a quellaDel cui amor vivo senza’l qual morreiS’i’l dissi che’ miei dì sian pochi e reiE de vil signorie l’anima ancella S’i’l dissi contra me s’arme ogni stella

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C’est ainsi que l’exécution pour chant et luth devint assez fréquente car le luth, en éliminantla partie du contralto, regroupait les parties du tenore et de la basse. Cette dernière combi-naison, chant et luth, grâce au très agréable timbre qui s’en dégageait, remporta un tel succèsque de nombreux éditeurs se mirent à publier des oeuvres pour satisfaire une demandetoujours croissante. Parmi les premières oeuvres dédiées à cette formation, il faut noter les deux volumes Tenorie contrabbassi intabulati col sopran in canto figurato per cantar e sonar col lauto du luthi-ste et compositeur Franciscus Bossinensis. Il s’agit des seuls livres de cet auteur qui noussont connus ou en tout cas qui nous soient parvenus. Les deux recueils de frottole pour chantet luth furent imprimés à Venise en 1509 et à Fossombrone en 1511 par le célèbre éditeurOttaviano Petrucci , et dédiés à Girolamo Barberigo , primicier de Saint Marc depuis 1501.Il s’agit probablement du premier exemple de musique imprimée à caractère divulgatif :même si le chant accompagné par le luth est un héritage du XIV° siècle ( Pétrarque lui-mêmes’amusait à ce genre d’exécution ) la naissance de l’imprimerie musicale a contribué à dif-fuser amplement ce genre musical. Le frottole recueillies par Bossinensis proviennent desplus grands compositeurs de frottole de l’époque comme Bartolomeo Tromboncino,Marchetto Cara, Francesco d’Ana surnommé Varoter, Benedetto Cariteo, Serafino Aquilanoet beaucoup d’autres.La technique de Bossinensis consiste à réaliser une tablature pour le luth (c’est-à-dire tran-scrire avec une notation particulière pour luth) les parties du tenore et de la basse en élimi-nant la voix de l’altus , et de laisser en notation mensuraliste.(celle de la portée) la voix duchant. Ce système mécanique de transcription de la partie du luth se distingue des livrespour luth seul de Petrucci (Spinacino, Dalza, Alemani) où on souligne une exécution richeen fioriture et diminution, parfois de haut virtuosisme. Le seul exemple , chez Bossinensis,différent de ce modèle est le strambotto Amando e desiando de Benedetto Cariteo , où pourune fois , on trouve une écriture plus riche en diminutions.Les deux livres de Bossinensis contiennent, en outre, 46 ricercari associés aux frottole. Ilsétaient exécutés avant les frottole (en prélude) ou après. Les couples frottole-ricercari étaientsignalés par une combinaison de lettres, sur le titre du morceau.

Massimo Marchese traduit par Annie Cousset

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Non ha il regno d’amor sì vario stileChi è tanto hor tristo quanto mai fu lieto.

3. Occhi miei lassi

Occhi miei lassi mentre ch’io vi giroNel bel viso di quella che vi ha mortiPregovi siate accortiChe già vi sfida amore, ond’io sospiroMorte po chiuder sol a’ mei penseriL’amoroso camin che gli conduceAl dolce porto di la lor salute.

Ma puossi a voi celar la vostra lucePer meno oggetto per che meno intieriSiete formati, e di minor virtutePerò dolenti, anziché sian venuteL’hore del pianto, che sono già vicine, Prendete hor a la fineBreve conforto a sì longo martiro.

4. Ite caldi miei sospiri

Ite caldi miei sospiriDove sta mia speme vivae de voi qual primo arivaA tornar mio ben ne spiri.

Riscaldati il freddo coreCum redurli spesso a menteQuanto affanno e aspro ardoreSento ogn’or per lei ch’è absente

A cui sempre son presenteCol mio spirto e col mio coreChe con noi son nontii veriDel mio cor pien di desioDitili che ciascun giornoDi sua absentia noto o contoE costei del suo ritornoPer mio mal più non fa conto

Tal dolor m’è sopragiontoChe ‘l gran spasmo homè m’achoraNé mi par mai veder l’horaChe costei con li occhi miri

ite caldi…

Che sarà se lei non vieneCrescereteper un centoO mia dolce havuta spemeMuterassi in doppio stentoLa cagion del mal ch’io sentoPer mio danno hor troppo intendoCh’el me par come comprendoDel tornar ch’l tempo spiri

ite caldi…

5. O tempo o ciel volubile

O tempo o ciel volubil che fuggendoInganni i ciechi e miseri mortaliO dì veloci più che vento e straliHor ab experto vostre frodi intendo.

Ma scuso voi e me stesso riprendo,

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1. Che debbo far che mi consigli amore

Che debbo far che me consigli amore?Tempo è ben da morireEt ho tardato più che non vorreiMadonna è morta e ha seco el mio coreE volendol seguireInterromper convien questi anni reiPerché mai veder leiDi qua non spero e l’aspettar m’è noiaPoscia ch’ogni mia gioiaPer il suo dipartir in pianto è voltaE ogni dolcezza di mia vita è tolta.

Amor tu ’l senti ond’io teco mi doglioQuanto è il danno aspro e graveEt so che del mio mal ti pesa e doleanzi del nostro, perché ad uno scoglioHavem rotto la naveEt in un punto ne è obscurato il sole.Qual ingegno a parolePoria aguagliar il mio doglioso stato?Ai orbo mondo ingratoGran cagion hai di dover pianger mecoChé quel ben che era in te perduto hai seco.

2. Mia benigna fortuna et viver lieto

Mia benigna fortuna e ‘l viver lietoI chiari giorni e le tranquille nottiE i soavi sospiri e ‘l dolce stileChe solea risonar in versi e rimeVolti subitamente in doglia e pianto

Odiar me fanno vita e bramar morte.Crudele, accerba, inexorabil morteCagion mi dai de mai non esser lietoMa di menar mia vita in piantoE i giorni obscuri e le dogliose notti I miei gravi sospir non vanno in rimeE ‘l mio duro martir vince ogni stile.

Ov’è condotto il mio amoroso stileA parlar d’ira a ragionar di morteU’ sono i versi u’ son gionte le rimeChe gentil cor udia pensoso e lietoQuel favoleggiar d’amor le nottiHor non parl’io, né penso altro che pianto.

Già mi fu col desir sì dolce il piantoChe condia di dolcezza ogni agro stileet vegghiar mi facea tutte le nottiHor è il pianger amaro più che morteNon sperando mai il guardo honesto et lietoAltro soggetto alle mie basse rime.

Chiaro segno amor pose alle mie rimeDetto a begl’occhi et hor l’ha posto in piantocon dolor rimembrando il tempo lietoOnde io vo col pensier cangiando stileE ripregando te, pallida morte.Che mi sottragghi a sì penose notti.

Fuggito è il sonno alle mie crude nottiE ‘l suono usato alle mie roche rimeChe non sanno trattare altro che morteCosì è’l mio cantar converso in pianto

Massimo Marchese è nato a Savona nel 1965. Si è dedicato allo studio del liuto sotto la guida del M° Jakob Lindberg conseguendo il diploma pres-so il "Royal College of Music" di Londra. Ha inoltre seguito numerosi corsi di perfezionamento con il M° Paul O'DETTE. Svolge dal 1980 atti-vità concertistica sia in qualità di solista che in qualità di continuista in numerosi ensemble collabo-rando tra gli altri con musicisti quali Jakob Lindberg, Nigel Rogers, Danilo Costantini, GaetanoNasillo, Patrizia Pace, Pietro Spagnoli, Enrico Gatti, Lorenzo Girodo.Ha suonato in diverse città italiane quali Milano, Torino, Bologna, Parma, Genova, Siracusa, Cagliarietc.,e paesi europei quali Francia, Svizzera e Finlandia, partecipando ad importanti manifestazioniquali “Settembre Musica”, “Piemonte in Musica”, “Festival Internazionale delle Arti barocche”,Centre National de la Recherche Scientifique, Paris - Universitè de Paris IV, Sorbonne. Ha inciso perla RAI, la RCA, la Bongiovanni e la Stradivarius.Svolge, anche, attività di ricerca musicologica ed ha partecipato con relazioni a diversi convegni.Come direttore artistico ha firmato i Festival Internazionali di Musica Antica di Savona, Vigevano eAlessandria.Ha insegnato liuto presso i corsi estivi internazionali di musica antica a Prato e Ravello ed è stato assi-stente di Ottavio Dantone al corso di musica d’insieme presso i corsi internazionali di Pamparato.Dal 1993 al 1996 ha insegnato e diretto "l'Accademia di Musica Antica in San Giovannino" diAlessandria.E’ docente di liuto presso il Dipartimento di musica antica del Conservatorio Statale “A.Vivaldi” diAlessandria.

Maria Teresa Nesci è nata a Pistoia ed ha studiato canto presso la Civica Scuola Musicale di Torinoe successivamente con il mezzosoprano Franca Mattiucci. Attualmente si sta perfezionando con ilbasso inglese Malcom King. Ha seguito inoltre corsi di stile e vocalità con Cristina Miatello, MarkDeller e Alan Curtis. Ha tenuto numerosi concerti come solista o in formazioni da camera specializzate nel repertorio rina-scimentale e barocco (fra le altre Collegium Vocale Nova Ars Cantandi e i Solisti del madrigale, diret-ti da G. Acciai; Almagesto Vocale diretto da B. Foti, I Vocalisti diretto da T. Colombotto) partecipan-do ad importanti manifestazioni quali l’Autunno Musicale a Como e Mozart nel Veneto ed inLombardia. Ha realizzato interventi vocali in spettacoli e sacre rappresentazioni con la regia di Monica Maimone.Collabora stabilmente con il coro della Radio Svizzera Italiana, anche in qualità di solista.

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Abbazia di Santa Giustina di Sezzadio (Alessandria)Immersa nella campagna del Monferrato, tra Alessandria e Acqui Terme, sorge l’Abbaziaromanica di Santa Giustina di Sezzadio, edificio sacro del XI secolo che racchiude al suointerno un’ancor più antica cripta, attribuita dalla leggenda al re longobardo Liutprando. Fondata dai benedettini nel 1030, grazie alla generosità del Marchese di stirpe AleramicaOrberto, la basilica conserva ancora un pavimento musivo del IX – X secolo e affreschi tre-quattrocenteschi nell’abside centrale, sulla volta del presbiterio e nell’absidiola laterale sini-stra

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