corriereortofrutticolo

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C orriere O rtofrutticolo 6 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVI Nuova serie Giugno 2012 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Abbascià: il segreto del negozio è un servizio personalizzato PAG.29 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR www.corsispa.it preventivi on line su CORSI spa Verona TERREMOTO Danni in Emilia e timori per la frutta PAG. 23 PERA Interprofessione al via Servono sbocchi PAG. 33 SUDAMERICA Export, il Perù punta al primato mondiale PAG. 60 INCHIESTA Meloni e pesche, inizio d’estate discreto PAG. 63

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corriereortofrutticolo

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Page 1: Corriereortofrutticolo

CorriereOrtofrutticolo6M E N S I L E D I E C O N O M I A

E AT T UA L I T À D I S E T TO R E

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

A N N O X X V I N u o v a s e r i e

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PROTAGONISTIAbbascià: il segreto del negozio è un servizio personalizzato PAG.29

GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003(conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR

www.corsispa.itpreventivi on line su

CORSI spa Verona

• TERREMOTODanni in Emilia e

timori per la frutta PAG. 23

• PERAInterprofessione al via

Servono sbocchi PAG. 33

• SUDAMERICAExport, il Perù punta al

primato mondiale PAG. 60

• INCHIESTA Meloni e pesche, inizio

d’estate discreto PAG. 63

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Page 4: Corriereortofrutticolo

Coltiviamo insieme la qualità

Via B. Tosarelli, 155 - 40055 Villanova di Castenaso (BO) Italia - Tel. +39 051 781837 - Fax +39 051 782680 - [email protected] - www.apoconerpo.com

È frutto del lavoro quotidiano di oltre 10.000 produttoriagricoli, la leadership di Apo Conerpo. Un primato chenasce in campagna, dal grande rispetto per l’ambientee la salute e che si rafforza con un rigoroso sistema dicoltivazione e controllo lungo l’intera filiera dell’orto-

frutta, che fornisce le più ampie garanzie di freschezzae salubrità. Le società del Gruppo cooperativo comple-tano il percorso della qualità e distribuiscono in tuttoil mondo l’ampia gamma di offerta di Apo Conerpo,integrandola con moderni servizi commerciali.

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Page 5: Corriereortofrutticolo

Incredibile. Al vertice del rinato Ice ilgoverno Monti ha messo un managervero, Riccardo Monti (nessuna paren-tela col premier), che pare ne capiscadavvero di export. Poi, ancor più incre-dibile, nel decreto Sviluppo sono stateinserite due norme particolarmenteinteressanti per il comparto ortofrutta:un Fondo indigenti che consentirà diassicurare gli aiuti grazie all’utilizza-

zione di risorse comunitarie e delle eccedenze alimen-tari; e soprattutto nella cabina di regia del nuovo Ice sie-derà un rappresentante del ministero agricolo. Nel corso di un dibattito televisivo tra il neopresidenteIce e Oscar Farinetti, il patron di Eataly (che ha apertoun nuovo megastore a Roma dopo tanti successi in Ita-lia e nel mondo), dibattito più interessante di tantinoiosi e interminabili convegni, sia Monti (Riccardo)che Farinetti si sono detti convinti che l’export agroali-mentare (oggi attorno ai 30 miliardi) potrebbe raddop-piare nel giro di dieci anni se adeguatamente supporta-to da reali sostegni alle imprese, da norme effettiva-mente operative contro l’agropirateria e l’italian soun-ding e da iniziative di marketing creativo. Non sottova-lutiamo la difficoltà di questi temi (in particolare la lot-ta all’agropirateria) però il marketing creativo è a costozero, in sostanza basta avere buone idee e applicarle. L’i-dea di Farinetti, che sta alla base del successo mondialedi Eataly, è quella della conoscenza, della formazione,dello spiegare cosa c’è dietro la qualità, il gusto, l’eccel-lenza del made in Italy a tavola.Quasi negli stessi giorni il presidente mondiale deglienologi, il francese Andrè Dubois, spiegava ad una pla-tea di (forse increduli) enologi italiani il motivo dellasuperiorità dei vini italiani (i più venduti al mondo) ri-spetto a quelli francesi (i più cari al mondo): l’abbina-mento col cibo. “Oggi nel mondo si mangia italiano,non più francese”. Perché vi racconto queste cose, vi chiederete? Perché diquei 30 miliardi di export l’ortofrutta è una componen-te importante e ogni anno si gioca col vino la palma delmiglior comparto agricolo nell’export (anche se pochise ne accorgono). Perché l’ortofrutta è uno dei pilastridel made in Italy alimentare nel mondo, perché l’orto-frutta a differenza di salumi e formaggi ha una fortissi-ma componente salutistica; perché l’ortofrutta a causadel suo status di “figlia di un dio minore” rispetto al vi-no e al resto del made in Italy ha bisogno più di altri di‘marketing creativo’ in quanto, percepita come anoni-ma commodity, può subire le devastanti conseguenzedel calo dei consumi in Italia e in tutta Europa. Ora, purfacendo le dovute differenze tra ortofrutta e vino, purconsapevoli che il vino ha valori identitari che l’orto-frutta non ha (il marchio della cantina, la faccia del vi-gneron, il terroir, ecc), dobbiamo però chiederci se que-

sto status di minorità è una condanna inappellabile osolo un limite da cui progressivamente emendarsi. In-tendiamoci: il sistema ortofrutta Italia non ha bisognodi nessuno che gli insegni ad esportare, lo sa fare da so-lo. Ma ha un bisogno disperato di andare a lezione daOscar di ‘marketing creativo’. Per due ragioni. La primal’ha capita benissimo il neopresidente di Fruitimprese,Marco Salvi (vedere intervista sullo scorso numero delCorriere). Il settore è vecchio, comunica poco o nientei suoi valori, non cura l’immagine, manca la fantasia, lavoglia di innovare. Ogni giorno tutti parlano (a partiredall’industria) di quanto l’ortofrutta è buona e fa bene,tranne il sistema dell’ortofrutta. Qualcuno obietterà:non è il nostro mestiere, il nostro mestiere è produrre evendere. Verissimo, ma non basta più. Questo mancatoprotagonismo la filiera lo paga in termini di scarso pe-so politico-istituzionale, di basso potere contrattuale, diincapacità di dialogare con la pubblica opinione, cioècon la massa dei consumatori. E qui veniamo alla se-conda ragione per cui bisogna andare a lezione daOscar. I consumi stanno andando in picchiata. L’allar-me lanciato all’unisono dal gran capo dei commercian-ti, Sangalli, e da quello di Coop Italia, Tassinari, vaascoltato: qui se aumenta ancora l’Iva, siamo alla Capo-retto del paese: i consumi sono tornati indietro di 15 an-ni. Tra il 2011 e il 2014 - dice Confcommercio - gli aumentiIva "rischiano di tradursi in minori consumi reali percirca 38 miliardi". Senza consumi interni, non c’è trip-pa per i gatti. Resta solo la valvola dell’export su cui tut-ta la filiera si deve mobilitare senza alzare antistoricisteccati (privati, coop, Op, mercati all’ingrosso). E quiserve a maggior ragione uno sforzo di inventiva, di crea-tività. Farinetti (intervistato in tv) suggeriva di puntaresul marchio Italia (la bandiera) come sinonimo di na-turalità, benessere, riduzione al minimo della chimica.Uno ‘standard Italia’ che va oltre tutte le varie certifica-zioni. È un’idea; altre se ne possono mettere in campo.Certo è che stare fermi non si può più: è venuto il mo-mento di osare. Cosa abbiamo da perdere?

[email protected]

✍ Lorenzo Frassoldati

La lezione di OscarEEDITORIALE

CorriereOrtofrutticolo

3G i u g n o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

I CONSORZI DEL VINO TAGLIANO LE RESE. E L’ORTOFRUTTA? Alla vendemmia manca ancora molto , ma i Consorzi dei più pre-stigiosi territori del vino italiani studiano già come tagliare le reseper ettaro dei vigneti. Perché i disciplinari prevedono rese spessoesagerate e quindi i Consorzi di tutela corrono ai ripari sia per au-mentare la qualità sia per meglio equilibrare domanda ed offerta.Il vino fa scuola, l’ortofrutta dovrebbe imparare. Se no che ci stan-no a fare tutte queste denominazioni Dop e Igp (e i relativi Consor-zi), sempre più ‘vuote’ di prodotto e che alla fine, invece del busi-ness, fanno girare solo della carta? *

PUNTASPILLI

Page 6: Corriereortofrutticolo

Il 17 novembredel 2010 l’Unesco,su proposta avan-zata dal nostroministero dellePolitiche Agrico-le Mario Catania,ha deliberato l’in-serimento dellaDieta mediterra-

nea fra i “Patrimoni orali e im-materiali dell’umanità”. Come è noto la dieta mediterra-nea rappresenterebbe, se accetta-ta, una vera e propria rivoluzionenella politica alimentare dei Pae-si più avanzati in forza delle be-nefiche influenze che può eserci-tare sulla salute e sugli stili di vi-ta delle persone grazie al suo de-ciso orientamento verso il consu-mo di frutta, verdura, cereali,olio d’oliva, pesce e, seppure mo-deratamente, vino.Purtroppo questa importante oc-casione di marketing territorialenon è stata ancora ben compresae, soprattutto, ben utilizzata nelnostro Paese; pareva che se ne vo-lesse far carico Res Tipica, strut-tura dell’Anci (Associazione na-zionale comuni italiani), ma, al-meno fino ad ora, non se ne han-no notizie.In effetti in questi ultimi decennisi è assistito alla crescente stan-dardizzazione dei prodotti - acausa della concentrazione delleimprese produttrici e commer-ciali che operano a livello mon-diale - con conseguente diffusio-ne della omologazione dei consu-mi e degli stili di vita: un model-lo decisamente in contrasto conla realtà produttiva del nostroPaese basata sulla eterogeneitàdei prodotti e delle consuetudinidi vita.Un notevole contributo a favoredi un giusto e rinnovabile stile divita è offerto da un ampio e ap-profondito studio pubblicato direcente da Barilla Center forFood and Nutrition, dal titolo Ea-

ting Planet - Nutrirsi oggi: sfidaper l’uomo e per il pianeta.Fra le proposte che emergonodallo studio vi è la necessità difar rivivere alcune dinamichefondamentali proprie delle cultu-re gastronomiche più attente allegame fra cibo e persona quali,appunto, quelle della dieta medi-terranea. Si tratta di valorizzare gli aspettidella convivialità e della prote-zione della varietà territoriale lo-cale conservando la ricchezzadelle diverse identità. Non solo: di trasferire la cono-scenza e il saper fare legati allapreparazione dei cibi, di tornarea un sano rapporto con il territo-rio e con il contesto della materiaprima mirando all’eccellenza de-gli ingredienti, di recuperare i sa-pori antichi capaci di essere rin-novati nel gusto contemporaneo,attraverso un’operazione criticache consenta di trattenere il me-glio della tradizione gastronomi-ca. Occorre, in sostanza, dare vitaa un grande patto fra tutti gli at-tori del mondo dell’alimentazio-ne, incluse le istituzioni pubbli-

che - oggi sempre più preoccupa-te delle conseguenze devastantidelle scelte alimentari scorretteeffettuate dai propri cittadini - alfine di ri-orientare gli stili di vitae alimentari verso modalità diconsumo più sostenibili per la sa-lute, l’ambiente, l’integrità socia-le.Risulta evidente, in questa pro-spettiva, il grande ruolo che puòessere svolto dal sistema dei mer-cati (all’ingrosso e al dettaglio):strumento, questo, fondamentaleper trasferire in tempi brevi laproduzione locale, soprattuttofresca, dal campo alla tavola e perincentivare i processi di qualifi-cazione e valorizzazione dellenostre multiformi produzioni ti-piche. E non è un caso che fra le paginedello studio venga riportata l’im-magine del mercato di Santa Ca-terina a Barcellona, struttura bel-la, elegante e moderna progetta-ta, peraltro, da un architetto ita-liano.

* segretario generale AndmiAssociazione nazionale direttori

Mercati all’ingrosso

Mercati e dieta Mediterranea

ontroeditorialeC CorriereOrtofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.it4 G i u g n o 2012

✍ Marco Sibani *

Un’immagine del Mercato di Santa Caterina a Barcellona

Page 7: Corriereortofrutticolo

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Page 8: Corriereortofrutticolo

“+” e “-” dell’ortofrutta corriereOrtofrutticoloI

☛ Paolo CarnemollaL’assemblea ordinaria dei soci di FederBio, tenutasi gio-vedì 21 giugno, ha confermato Paolo Carnemolla allacarica di presidente per il prossimo triennio e ha no-minato due vice in rappresentanza delle imprese delsettore, Andrea Bertoldi presidente ASSOBIO e MarcoBignardi di UPBIO. È cambiata la composizione delconsiglio direttivo, cha ha visto la riduzione della pre-senza degli organismi di certificazione e un aumentosignificativo della presenza delle organizzazioni cherappresentano le imprese di trasformazione, distribu-zione e dei servizi: fra i nuovi ingressi Giovanni Di Co-

stanzo, azienda Bio Italia, Roberto Zanoni di EcorNatu-rasì, Marco Momoli di Bologna Fiere e Pina Eramo diANABIO-CIA. “ll rinnovo delle cariche sociali in FederBio avviene inun momento assai delicato per il settore biologico na-zionale, ancora interessato dalle conseguenze di recen-ti e gravi episodi di frode ma con notevoli potenzialitàdi sviluppo, sia verso il mercato che nell’ambito dellanuova PAC” ha dichiarato Paolo Carnemolla. Contro le frodi, entrando nelle aule di tribunale, il pre-sidente Carnemolla ci ha messo la faccia, con coraggio.Decisamente su.

IL BORSINO

☛ Cosimo LacirignolaA Valenzano di Bari si sono celebrati i 50 anni di vitadell'Istituto Agronomico Mediterraneo e del consorziointernazionale CIHEAM. La storia dello IAM di Bari edel CIHEAM è stata raccontata, davanti a un pubblicointernazionale numeroso (un'ottantina gli agronomimediterranei presenti provenienti da 15 Paesi oltre amolte autorità), dal direttore (da 25 anni) dell’IstitutoAgronomico Mediterraneo, Cosimo Lacirignola. Unastoria tutta ispirata dalla determinazione di contribui-re alla crescita del dialogo euro-mediterraneo e di co-stituire un punto di riferimento unico a livello istitu-zionale e scientifico. Lo IAM ha intensificato i corsi po-st-universitari nei settori della gestione del suolo e del-le risorse idriche, della protezione integrata delle col-ture frutticole mediterranee, dell'agricoltura biologica,dell'alimentazione e dello sviluppo rurale sostenibile,

sviluppando rapporti di collaborazione scientifica conuniversità e centri di ricerca di tutto il mondo. La sfidaè rilanciare nel contesto attuale la cooperazione: e ilCIHEAM lo farà - ha ricordato Lacirignola - fin dal pros-simo settembre a Malta con una grande conferenza eu-ro-mediterranea che vedrà la presenza del commissarioeuropeo Dacian Ciolos. Il presidente del Ciheam, AdelEl-Beltagy, ha affermato che, in questo periodo di crisie transizione difficile in diversi Paesi, a fare la diffe-renza alla fine è la conoscenza. Il motore dello svilup-po si può riaccendere, nonostante le emergenze clima-tiche, alimentari, idriche, “mettendo in campo tutte leconoscenze, puntando sulla creatività, un’agricolturaintelligente, la cooperazione”. Queste sono “le sfide sto-riche che ha davanti il CIHEAM” ha sottolineato ancheil presidente della Comissione Agricoltura del Parla-mento europeo Paolo De Castro. Decisamente su.

www.corriereortofrutticolo.it6 G i u g n o 2012

☛ Alessandro CanalellaDa inizio luglio è il nuovo amministratore delegato diSimba Spa, l'azienda di Gf Group specializzata nell'im-portazione di frutta esotica, con un fatturato di circa200 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione èora formato da Raffaella Orsero, che ha mantenuto lacarica di presidente, lo stesso Canalella, Antonio Orse-

ro e Daniele Gazzano, consiglieri. Quarantuno anni, li-gure, Canalella, entra in azienda nel 2001, dopo averconseguito la laurea in Economia e Commercio. Iniziala carriera in Simba nell’area amministrazione e fi-nanza, per poi passare all’area commerciale, di cui as-sume la direzione nel 2008. Ora è atteso alla sua sfidapiù grande. Su

☛ Monica ArtosiL’utile di gestione di CPR System è stato di 2,4 milionidi euro ( 2,2 milioni nel 2010 ). Il patrimonio netto del-la società raggiunge i 30,9 milioni di euro. In terminidi movimentazioni l’attività 2011 di CPR System vedeun incremento costante con 117 milioni di movimentiper le casse, 529 mila movimenti per i mini bins e 4,3milioni di movimenti di pallet. In crescita anche la base sociale con 1015 soci raggiun-ti nell'ultimo anno contro i 996 del 2010. In questo con-testo positivo per il gruppo che associa al suo internol’intera filiera ortofrutticola, dalla produzione, alla di-

stribuzione ai servizi, si avvia con il 2012 un avvicen-damento alla direzione con la nomina di Monica Arto-si, 41 anni, laureata in Economia e Commercio, dipen-dente di CPR System dal 1998, anno della sua costitu-zione. Il direttore uscente e fondatore Gianni Bonora,ha commentato: “Conosco Monica Artosi da quando hainiziato a lavorare in CPR ed apprezzo molto il suo ap-proccio ai problemi”.“Esprimo grande apprezzamento per il ruolo che Gian-ni Bonora ha svolto all’interno del gruppo: è stato sen-za dubbio l’artefice principale dei successi di questi an-ni”, ha dichiarato il presidente Renzo Piraccini. Su

Page 9: Corriereortofrutticolo

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Page 10: Corriereortofrutticolo

G i u g n o 20128 www.corriereortofrutticolo.it

Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

Redazione:Mirko Aldinucci (coordinatore)

Emanuele Zanini

Redazionevia Fiordiligi, 637135 Verona

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La rivista viene distribuita inabbonamento postale

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Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chi ven-de al pubblico, oltre ai settori connessi(dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formidabi-le, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGRICOLA DON CAMILLO pagina 69AGRICOLA GLORIA DUE copertina IALBAFRIGOR pagina 35APO CONERPO pagina 2BATTAGLIO pagina20-21CEDAX pagina 57CONSERVE ITALIA pagina 22CSO pagina 65DEL MONTE pagina 1ENZA ZADEN pagina 71EOS pagina28-31

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE AT T UA L I T À D I S E T TO R E

A N N O X X V I - N u o v a s e r i eG I U G N O 2 0 1 2

S O M M A R I O

Terremoto al Nord, gravi disagi PAG.23 Frigoconservazione, poco business PAG.49

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

QUARTA - QUINTA GAMMAIV gamma mix di ideemarketing e ricerca 52

DISTRIBUZIONECaprotti: «Aperture domenicali,che c’è di male?» 53

LOGISTICA FLASH 54

PUBBLICITÀ CHE FRUTTAFrutta e ortaggi parlano piemontesecon Ortofruit Italia 62

“Progetto bimbi” in Val Venosta 62

Concorso consumer ultimo attodella campagna 2011-2012 di Melapiù 62

Primo Piano - Terremoto al NordTrema anche l’ortofrutta 23

Primo Piano - Terremoto al NordCapannoni e magazzini ko, timoriper siccità e carenza di manodopera 25

Primo Piano - Terremoto al NordI “due tempi” del terremotoe la tempra delle piante da frutto 26

In copertina - ProtagonistiNegozi, la ricetta Abbascià 29

ATTUALITÀ

EDITORIALELa lezione di Oscar 3

CONTROEDITORIALEMercati e dieta Mediterranea 4

BORSINO DELL’ORTOFRUTTACarnemolla, Lacirignola, Canalella, Artosi6

GENTE & FATTIIl Flare Pack di Besana si aggiudicaa Singapore l’”Inc Best Innovation” 2012 10

Consorzio del pomodoro di Pachino Igp,Chiaramida lascia: «fase drammatica» 11

Vog e La Linea Verde“cavalcano” gli Europei 12

Il clima cambia, ecco le prime bananesiciliane: «Ottime e a chilometri zero» 13

NOTIZIARIOL’Ue rivede i prezzi dei ritiri,nessun ritocco per le pesche 15

Emilia Romagna: più Plv ed exportma meno reddito in agricoltura 16

Fragola romagnola, summit e mostra pomologica 17

Ficodindia di San Conopiù vicino alla Dop 17

Pac, Catania: «Privilegiarela produzione, non le superfici» 18

Articolo 62, Gdo di traverso«Paga i fornitori più tardi» 18

Manzato: a Verona un poloortofrutticolo regionale 19

BIOLOGICO NEWSIl paradosso del bio italiano:la domanda aumenta, l’offerta cala 51

Page 11: Corriereortofrutticolo

9G i u g n o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

6

w w w . c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Halser Fair di Istanbul in progressoPAG.55 Pesche e meloni, inizio discreto PAG.63

Ortofrutticolo

LA COSTIERA pagina 17MARVIL pagina 48NETPACK pagina 5NUNHEMS pagina 47RIJK ZWAAN copertinaIVROSARIA pagina 27SANA pagina 7SERMAC pagina19-67VALFRUTTA FRESCO pagina 14VILMORIN pagina 39UNITEC pagina 63

INSERZIONISTI

Pera, via all’interpofessioneSummit mondiale: urgono sbocchi 33

Ciliegia Ferrovia tra ricerca e innovazione 34

Kiwi, la batteriosi fa ancora pauraL’importanza della prevenzione 36

Rilevante la codifica del genoma del batterio ma la cura risolutiva è ancora lontana 36

Jingold, migliorano le quotazionipur in un’annata difficile 37

Non solo mele: l’Alto Adige “cura”cavolfiore, lattuga, patata e carota 38

In netto incremento la quota di agrumi siciliani destinata alla trasformazione 38

Minguzzi: governare l’offertaed elevare la qualità dell’export 40

Esportazioni: volumi stabili nel primo trimestre calano i prezzi (tranne che per la frutta secca) 40

Ortofrutta Italia, Guala si fa da parte e passa la mano a Nazario Battelli: «Ora serve un organismo interprofessionale forte e partecipato» 41

Uiapoa-Unacoa, via libera alla fusione 43

NEL PROSSIMO NUMERO

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva ecommerciale della frutta con notizie,interviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Frutta estiva, il bilancioPartita sotto buoni auspici la campa-gna della frutta estiva riuscirà a man-tenersi in terreno positivo? Sul Corrie-re di luglio-agosto il primo bilanciodell’andamento in Italia e nei princi-pali Paesi competitori, a partire dallaSpagna, sempre più agguerrita

☛ Tecnologie e macchinari La crisi colpisce duro ma nei compar-ti legati alla lavorazione del prodottofresco si cerca di reagire realizzandomodelli innovativi, dalle elevate pre-stazioni e dal buon rapporto qualità-prezzo. Nelle parole degli operatoril’esame della situzione attuale e leaspettative per i prossimi mesi

☛ Patate e peperoniIl consueto approfondimento dellaScheda prodotto viene dedicato a pata-te e peperoni: dalla viva voce dei prin-cipali produttori e distributori scopri-remo l’andamento dei tuberi e dei pe-peroni, tra gli ortaggi più interessantianche sotto l’aspetto dell’innovazionevarietale

E Unaproa conferma De Ponti: tante sfide 43

Apo Conerpo contiene i costi2011 difficile ma non negativo 44

Drupacee al vaglio di Terremerse 45

Bilancio lusinghieroFatturato su del 18% 45

Apofruit: più vendite, ricavi in flessione 46

Guida ai Mercati 48

Frigoconservazione -Frigoconservazione… statica. La Val di Non pensa al sottosuolo 49

Frigoconservazione - «Sguardo a Este oltreoceano per recuperarele quote perse» 50

MONDO

SCHEDA PRODOTTOPESCHE E NETTARINEInizio discreto della campagna commerciale, Italia impegnata per elevare qualità e distintività 63

Il mancato adeguamento delle indennitàdi ritiro preoccupa gli operatori 66

ANGURIE E MELONIRaccolto tardivo ma soddisfacente,il melone non delude le attese. Angurie, “tira” solo il formato mini 68

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

Halser Fair rassegna in crescitanella Turchia dei miracoli 55

A Granada dal 21 al 23 novembreil quinto Green Med Forum 57

Andalusia, volano le esportazionidi agrumi e fragole 59

Il regno delle serre alimenta il business 59

Il Perù sogna di diventareleader mondiale nell’export 60

Il francese Philippe Henri al vertice di Freshfel Europe. Orsero e Laudani presidenti dei Comitati banane e agrumi 61

Page 12: Corriereortofrutticolo

FATTI CorriereOrtofrutticolo

Importante riconoscimento peril Gruppo Besana che, in occasio-ne del 31mo World Nut & DriedFruit Congress, tenutosi quest’an-no a Singapore, di fronte ad unaplatea di 948 partecipanti, si è ag-giudicato il prestigioso premioINC Best Innovation 2012, dedica-to alle migliori innovazioni sulmercato. La premiazione è avve-nuta durante il Gala Dinner.

Nell’occasione Riccardo Calca-gni, Amministratore Delegato delGruppo Besana, ha ritirato la tar-ga ottenuta grazie al “Flare Pack”,un innovativo packaging matura-to dalla profonda conoscenza delmercato che Besana ha acquisitograzie a decenni di importanticollaborazioni e forniture con edalle principali catene della Gran-de Distribuzione europea.Un packaging self-standing, natocon l’obiettivo di ridurre costi di-retti ed indiretti, di ottimizzaregli spazi senza tuttavia rinuncia-re ad una forma nuova ed accatti-vante. Deve il proprio nome allacaratteristica forma a ventaglioche, aprendosi verso l’alto, offreun’ampia superficie stampabile,a fronte di una ridotta base di ap-poggio.Il film utilizzato (gas and waterproof) grazie al minore spessoreconsente di ridurre la quantità dimateriale utilizzato. Sun Maid ofCalifornia ha già adottato questopackaging per alcuni suoi nuoviprodotti.Nella foto la premiazione con Ric-cardo Calcagni che riceve la targadel premio INC Best Innovation2012, assieme, tra gli altri, al presi-dente di Besana Pino Calcagni.

Il Flare Pack di Besana si aggiudicaa Singapore l’“Inc Best innovation” 2012

Il 78 enne Francesco Da-minato è stato confer-mato all’unanimità eper acclamazione presi-dente di Opo Veneto, Opdi Zero Branco (Treviso).Confermati anche i vice-presidenti Arduino MeneguoloBoscolo, presidente della Cos,cooperativa ortolani di Sottoma-rina di Chioggia e LucianoQuaggio, presidente del Consor-zio Freschissimi di CampagnaLupia (Venezia).Il consiglio di amministrazionesi è arricchito con ingressi di

giovani amministratori,in rappresentanza deivari comparti produttividella cooperativa e dellediverse aree geografichedi produzione. Per OpoVeneto, di cui è direttore

Cesare Bellò, continua, pur tratante situazioni problematiche,il trend di sensibile sviluppo. Ilbilancio consolidato dello scorsoanno ha superato i 31 milioni:una crescita di quasi il 10%. Unaposizione che potrebbe, nel cor-so di quest’anno, ulteriormenteconsolidarsi e svilupparsi.

Opo Veneto conferma i verticiDaminato ancora presidente

Piero Casalini (nella foto) è il nuovo direttore com-merciale Italia di Del Monte. Toscano di Orbetelloma residente a Montecarlo, 47 anni, sostituisceMaurizio Pisani che ha abbandonato l’incarico do-po aver assunto il ruolo solo un anno fa, nell’estatedel 2011. Dopo alcune esperienze in diversi settori (tra cuienergia e assicurazioni), Casalini in passato avevagià lavorato in Del Monte per ben dieci anni. Dalgiugno 1998 al dicembre 2008 infatti si era occupa-to di mansioni nel settore amministrativo e in unsecondo momento in quello commerciale.L’esperienza professionale del manager toscano si èulteriormente approfondita nel maggio 2009, quan-

do è entrato nel progetto spagnolodi Unica, il gruppo sorto dalla fu-sione di cinque cooperative. Un’at-tività che è proseguita fino al dicembre 2010.Dal gennaio 2011 fino all’aprile di quest’anno è sta-to invece consulente esterno di Capespan e Pevianispa nel settore commerciale e nella gestione importdi merce sudafricana. Casalini ha l’impegnativo compito di sviluppare ilmercato italiano di Del Monte, anche a seguito delrisaputo divorzio con Gf Group della famiglia Orse-ro. Nei prossimi mesi verranno aperti nuovi ufficiin Italia (a partire da Milano), per avere una mag-gior presenza sul territorio. (E. Zan.)

Piero Casalini torna in Del Monte Italiadopo il forfait di Maurizio Pisani

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CorriereOrtofrutticolo &GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

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Salvatore Chiaramida (foto sotto)si è dimesso dalla carica di diret-tore del Consorzio di Tutela Igp“Pomodoro di Pachino” dopo averrivestito l’incarico per quasi 10anni ed essere stato a lungo pre-sidente dell’Associazione per laTutela dei Prodotti Tipici di Pa-chino Igp.Attualmente è direttore generaledella Faro, la piùgrande O.P. delterritorio ed erastato riconfer-mato da poco dalCda alla guidadel Consorzio.Dopo un perio-do in cui il Con-sorzio è cresciu-to, raggiungendo buoni volumi diprodotto certificato, nell’ultimastagione si è verificata un’inver-sione di tendenza che preoccupanon poco gli operatori: “Conti-nuando di questo passo, il rischioconcreto è che il ciliegino di Pa-chino scompaia, visto che i ritor-ni per i produttori sono inferioriai costi di produzione”, ha dichia-rato Chiaramida, aggiungendo:“Penso che sia opportuno lasciarela mano a qualcuno che magariha più carisma di me e più capa-cità di coinvolgimento del sotto-scritto”.“Non mi stancherò mai di ripete-re che il problema da affrontareoggi, più della tutela e della pro-mozione, è quello della commer-cializzazione - ha sottolineatoChiaramida lanciando un idealeSos -. Attualmente esistono sulmercato oltre dieci etichette dipomodoro Igp diverse e questonon fa altro che generare confu-sione nel consumatore ma so-prattutto fa il gioco della Gdo, laquale approfitta dello scarso po-tere contrattuale dei condiziona-tori, che tra di loro non sono riu-sciti a trovare un’intesa comunené tanto meno una sinergia com-merciale”.

Consorzio del pomodoro di Pachino Igp,Chiaramida lascia: «fase drammatica»

Ilip è tra i sostenitori di SaveFood, l’iniziativa per la lotta aglisprechi alimentari nel mondolanciata da Messe D�sseldorf incollaborazione con la Fao, l’or-ganizzazione delle Nazioni Uni-te per il cibo e l’agricoltura.Secondo i dati di Save Food, cir-ca un terzo degli alimenti pro-dotti ogni anno viene perso lun-go la filiera. Per quanto riguarda l’imballag-gio, la sfida è quella di trovaremateriali e soluzioni di confe-zionamento che consentano ditrasportare anche i prodotti piùdelicati in condizioni di sicurez-za, ottimizzare la gestione logi-stica, conservare e proteggere inmodo ottimale il contenuto. Il

potenziamento di questi aspettiè uno dei principali obiettividelle politiche di responsabilitàsociale di Ilip, divisione portan-te del gruppo Ilpa, che ha ridefi-nito il proprio posizionamentostrategico includendo un nuovomodo di vedere la sostenibilitàambientale.“L’innovazione del packaging hauna forte valenza etica, oltre cheun immediato riflesso nella ri-duzione degli sprechi”, com-menta Roberto Zanichelli, re-sponsabile marketing di Ilip. Il progetto “Save the food” è statopresentato nel maggio scorso eha lo scopo di proporre soluzio-ni concrete agli sprechi.

Ilip sostieneSave Food

Ennio Pizzoli (nella foto) ha recentemente ricevu-to il Lifetime Achievement Award per il suo straor-dinario contributo al settore delle patate in qua-lità di promotore della diffusione dei consumi dipatate e dell’innovazione dei processi produttivi. Il premio gli è stato attribuiro al World Potato Congress di Edimburgoa suggello di una vita dedicata all’azienda bolognese e alla valorizza-zione del settore delle patate. Negli anni passati altre figure di spiccosono state insignite di questo riconoscimento, come Harrison McCaine John Richard Jr Simplot. “Il più bel riconoscimento delle mia vitaprofessionale”, l’ha definito Pizzoli: “Sono una persona che per 40 an-ni ha ritenuto d’aver solo camminato in pianura, senza mai voltarsiindietro, e in questo modo non si è accorto di quanto fosse salito inalto”.Un premio importante anche perché arrivato dopo una candidaturaavanzata, a sorpresa, dai suoi dipendenti; un segno concreto del fortelegame che si è instaurato negli anni e del rispetto profondo che legai collaboratori al “patron”. Il presidente della Pizzoli ha voluto dedi-care questo premio alla sua terra, l’Emilia, così duramente colpita dalterremoto.

Una vita per le patate premiato Ennio Pizzoli

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Gli Europei di Calcio di Polonia eUcraina conclusi con il trionfodella Spagna - che ha domato infinale una sorprendente Italia -hanno ispirato il Vog che ha lan-ciato il “Calcio con le dita Marle-ne”.Nelle prime due settimane di giu-gno i fan della pagina facebookdelle mele del Consorzio altoate-sino potevano ricevere un kitcon cui dare vita a match in giar-dino, in spiaggia o fra le mura dicasa. Per partecipare all’iniziati-va era sufficiente fare “Mi Piace”sulla fan page Marlene (suwww.facebook.com/marlene.suedtirol) e compilare con i propridati l’apposito form. Il kit com-prendeva un paio di scarpini,una palla e un foglietto con leistruzioni e il regolamento. Ri-chiedendo al proprio fruttivendo-

lo una cassetta di mele Marlene,inoltre, era anche possibile crea-re uno stadio in cui ambientare ipropri match.Sulla scia del successo dell’Insa-lata del Tricolore, La Linea Verdeha lanciato invece l’Insalata deiTifosi, referenza ideata in occa-sione della kermesse continenta-le. Una nuova insalata fresca, se-lezionata, gia lavata e confezio-nata in una busta tematica. “Inun contesto macro-economiconon favorevole, l’onda emotiva,stimolata da un prodotto origina-le e celebrativo di una passionesinonimo di orgoglio italiano, euna leva vincente per incentivarel’acquisto”, sottolineava un co-municato. L’Insalata dei Tifosi eun mix di Valeriana, indivia ric-cia e radicchio rosso. Peso e prez-zo invariati.

Vog e La Linea Verde“cavalcano” gli Europei

Erano più di 700 i bambini accompagnati da genitori e insegnanti chehanno partecipato, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) alla pre-miazione del concorso “La scuola che… frutta” promosso in Campa-nia da Orogel Fresco nell’ambito del più ampio programma “Fruttanelle Scuole”. “Abbiamo voluto - ha spiegato il presidente Orogel Giuseppe Maldini -indire un concorso che ha coinvolto oltre 145.000 alunni dove venivarichiesto di presentare ad Orogel Fresco dei lavori fatti dai bambiniper esprimere con disegni, poesie, racconti e materiale audiovisivo ilvalore positivo del consumo regolare di frutta e verdura fin dalla te-nera età”. La risposta è stata altissima e i lavori vincitori sono stati pre-miati con un buono spesa da utilizzare per l’acquisto di materiale di-dattico e di prima necessità.

Frutta in classe, Orogel Frescofa... scuola in Campania

Lo Studio C.O.M. Italia di Vero-na ha organizzato uno StudyTour in Italia di produttori, vi-vaisti e docenti universitari del-la Moldova per conto del mini-stero dell’Agricoltura di Chisi-nau, per studiare la filiera dellaciliegia.Ermes Bampa, coordinatore delprogetto evidenzia che l’eventoha gettato le basi per sviluppareuna proficua collaborazione traItalia e Moldova.Le tappe sono state le tre areedel Nord Italia vocate per la col-tivazione del ciliegio: Verona,Vignola e Trento. Il gruppomoldavo ha visitato nel verone-

se l’Istituto di frutticoltura diVerona, la Veronamercato, l’a-zienda Bragantini, la TopplantVivai ed i mercati specializzatinelle ciliegie di San Pietro In-cariano e Montecchia di Crosa-ra, oltre a diverse aziende agri-cole produttive.A Vignola, la delegazione mol-dava è stata accolta dal Consor-zio di Valorizzazione delle cilie-gia tipica, ha visitato il Mercatodelle ciliegie e i campi speri-mentali dell’Università di Bolo-gna. L’ultima tappa è stata a Trentopresso la Cooperativa Sant’Or-sola e i centri di ricerca dell’I-stituto San Michele all’Adige.La Moldavia è un’area produtti-va interessante con quasi 2000ettari di ciliegio che devono es-sere rinnovati e guarda con at-tenzione al Nord Italia.

Ciliegie, studytour moldavo

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FATTI

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FATTIGENTE &CorriereOrtofrutticolo

Letizia Marcenò, 23 anni, lavoranell’azienda agricola di famigliasituata nella Valle dell’Oreto (Pa-lermo). La particolarità? Coltiva banane, un frutto che inItalia arriva esclusivamente dal-l’estero. “Un’idea che ci è venutain mente per fronteggiare la crisi- ha spiegato la giovane produttri-ce a Adnkronos -; nella nostraazienda coltiviamo tanti prodottie da tempo avevamo anche qual-che pianta di banana che, però,gli anni passati non aveva mai da-to grandi risultati”. Cosa è cam-biato? Il clima, che in Sicilia è or-mai tropicale con il conseguente

allarme siccità. “Con i cambia-menti climatici abbiamo notatoche dalle piante di banane ricava-vamo ottimi prodotti, totalmentediversi dalle banane che si trova-no in commercio e con il pregiodi essere a chilometri zero: rac-colte la sera, l’indomani sono sul-le tavole dei nostri clienti”, spiegala giovane imprenditrice.Ed è proprio grazie ai cambia-menti climatici che negli ultimitempi la produzione è nettamen-te cambiata. “Fino a qualche an-no fa producevamo una quaranti-na di caschi di banane l’anno, og-gi siamo arrivati a 100”, spiega. Iprezzi delle banane made in Sici-lia variano in base al periodo e al-la qualità del frutto: si va da 1 eu-ro a 1,50 al chilo. Comprare ba-nane italiane: questo il consigliodella Marcenò. “Non sono tratta-te - dice - e poi è importante ac-quistare italiano...”.

13G i u g n i 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Il clima cambia, ecco le prime bananesiciliane: «Ottime e a chilometro zero»

Una ricetta facile facile all’ulti-mo minuto? Oppure consigliper tenersi in forma e nutrirsiin modo sano e salutare attra-verso il consumo di frutta? Cu-riosità e pillole informative sulmondo della frutta esotica? Ba-sta scaricare l’applicazione F.lliOrsero per iPhone, disponibilegratuitamente.L’applicazione completa ulte-riormente la strategia di comu-nicazione e marketing digitaledel nuovo brand del mercatodella frutta fresca. L’app F.lli Orsero offre una seriedi interessanti contenuti fruibi-li in mobilità: un’ampia sceltadi ricette, descritte in modosemplice e veloce, curiosità su-gli ananas e sulle banane Orse-ro, e informazioni nutrizionaliper uno stile di vita sano. Nonsolo. Nell’applicazione c’è spa-zio anche per il divertimentocon il famoso gioco del 9 (puzz-le): riordinando le tessere mes-se a disposizione si ricompon-gono le immagini del mondoF.lli Orsero.Un lettore di codici QR, infine,permette all’utente di visualiz-zare il contenuto sul proprio te-lefono e di memorizzare leinformazioni di maggior inte-resse all’interno di un’area del-l’app dedicata, in modo da crea-re un archivio personale.

F.lli Orserosu iPhone

Macfrut si è fatto conoscere an-che dove è stato apprezzato an-che per la capacità di fornireun ambiente adatto all’incon-tro “diretto” fra imprese ed ope-ratori: parola di Miroslaw Mali-szewski, presidente della Pap(Associazione polacca dei colti-vatori di frutta).A fine maggio una delegazionedi Macfrut ha incontrato a Var-savia proprio l’associazionePap; gli incontri hanno consen-tito un dialogo aperto e direttocon scambio di esperienze e in-dicazioni di prospettive future.Luciano Trentini dell’Inter-gruppo Promozione della Com-missione Europea ha illustratol’ortofrutticoltura dell’Ue a 27 ele eccellenze italiane.Enrico Turoni, presidente delConsorzio italiano Cermac, hainsistito sulla necessità di mi-gliorare la qualità attraversotecnologie e innovazioni deiprocessi produttivi. “Anche a Varsavia - ha spiegatoal rientro dalla missione polac-ca Valentina Piraccini, Ufficioestero Macfrut - c’è stato inte-resse per la capacità di Macfrutdi essere punto di incontro frale varie zone ortofrutticole delmondo, grazie alla sua colloca-zione nel Bacino del Mediterra-neo”. L’appuntamento è a Cese-na per fine novembre.

Macfrut arrivain Polonia

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Passi avanti, come chiede da tem-po l’Italia, sulla revisione deiprezzi nel settore dell’ortofrutta.È pronto infatti il testo di com-promesso messo a punto dalCommissario europeo per l’agri-coltura Dacian Ciolos che rivedeal rialzo - nel caso dei meloni fi-no al 400% - i prezzi di ritiro dalmercato di alcuni ortofrutticoli,oltre ad accettare i miglioramen-ti richiesti dal ministro Mario Ca-tania.Obiettivo di Ciolos è potenziaregli strumenti che consentono diportare le eccedenze alimentarialle persone e alle famiglie in dif-ficoltà. La Commissione - haspiegato all’Ansa Catania - “hapreparato il testo promesso per larevisione dei prezzi di ritiro degliortofrutticoli”. Nel progetto - ha assicurato il mi-nistro - “ci sono alcuni elementipositivi in quanto la Commissio-ne ha alzato sensibilmente alcu-ni prezzi di ritiro: un incrementodi oltre il 200% per melanzane epomodori fino ad oltre il 400%per i meloni. Per le pere inoltre,l’incremento sarà sostanzialmen-te del 90%”.Tuttavia - ha proseguito Catania -se per l'approccio tecnico chehanno usato alcuni prezzi di riti-ro dal mercato sono aumentatisensibilmente, in un altro caso,quello delle pesche, “non è previ-sto nessun aumento in quanto ilprezzo era stato alzato lo scorsoanno al momento della crisi delmercato. Questo non va bene.Vorrei un ritocco anche sulle pe-sche, non so se sarà possibile, ciproviamo”. Il progetto sull'orto-frutta, prevede poi “una serie dimisure di snellimento del siste-ma che vanno tutte bene - ha an-cora precisato il ministro - inparticolare per migliorare il si-stema che permette di destinare iprodotti agli indigenti”.

“Il tema dell’aiuto ai poveri, an-che attraverso le eccedenze ali-mentari è, per questo governo,particolarmente importante,considerando che il tema dell’e-tica, declinata in legalità e soli-darietà, è per noi caratterizzan-te”. Lo ha detto il Ministro delle po-litiche agricole alimentari e fo-restali Mario Catania, interve-nendo alla presentazione del-l’indagine “Dar da mangiareagli affamati. Le eccedenze ali-mentari come opportunità”,realizzata dalla Fondazione perla Sussidiarietà e dal Politecni-co di Milano.“Per quanto riguarda il soste-gno alle fasce più povere della

popolazione, fortunatamente,l’Italia non è all’anno zero - haproseguito il Ministro -. Molto èstato fatto, anche grazie allefood bank e agli enti caritativiche si sono impegnati su questofronte, e ad alcune misure co-munitarie che l’Italia ha saputosfruttare al meglio in questi an-ni. Mi riferisco alla misura pergli aiuti agli indigenti, per ilcui mantenimento mi sono for-temente battuto sia a Roma chea Bruxelles. Esiste, infatti, unfronte di Paesi che credeva fos-se opportuno eliminare questointervento, che solo all’Italiadava aiuti per circa 100 milionidi euro. Per il 2011-2012 siamoriusciti a confermarlo, per il2013 la partita è ancora aperta”.

Eccedenze alimentariMipaaf in prima linea

“Senza gli agricoltori tutto que-sto non sarebbe possibile e nonesisterebbe la qualità italiana”.Così il ministro delle Politicheagricole alimentari e forestali,Mario Catania, nel suo inter-vento alla recente inaugurazio-ne di Eataly Roma.“Non c’è dubbio che questa ini-ziativa esprima ottimismo edentusiasmo, ma quello che ri-tengo ancora più importante -ha proseguito il Ministro - è ilmodello di sviluppo che propo-ne, che è lo stesso che noi vo-gliamo, perché si basa sullaqualità specifica che l’Italia rie-sce a produrre e che deve esse-re considerata un asse portanteper l’economia”.“È molto importante ricordare -ha affermato Catania - che sen-za l’agricoltura tutto questonon esisterebbe, che senza l’a-gricoltore e il suo legame conla terra, il suo lavoro e la suapresenza sul territorio, noi nonavremmo qualità, identità ecultura. A questo proposito in-tendo esprimere anche la miapreoccupazione, in questo mo-mento, per la pressione allaquale sono sottoposte le impre-se agricole italiane che si trova-no a fare i conti con una fortecompressione della redditività,che mette a repentaglio il futu-ro di molte attività. Il Governosta lavorando per invertire as-solutamente questa tendenza.Bisogna riportare più valore al-l’impresa agricola ed è necessa-rio che la filiera agroalimenta-re funzioni meglio, così che al-l’agricoltore non resti solo il14-15% del prezzo finale delprodotto al consumatore”.

Catania a Eataly:primario strategico

L’Ue rivedei prezzi dei ritiri,nessun ritoccoper le pesche

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NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

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Per l’Emilia Romagna del settoreprimario un 2011 che consolida irisultati positivi del 2010 sia perquanto riguarda la produzionelorda vendibile (+1,8% pari a unvalore di 4,3 miliardi di euro),che per quanto riguarda l’exportcon un +10%, a conferma del-l’eccellenza delle produzioniemiliano-romagnole. In calo tuttavia i redditi delleaziende agricole, con un dato me-dio del -3%, conseguenza soprat-tutto del forte aumento (+4,5%)dei costi intermedi. È quantoemerge dal Rapporto 2011 sul si-stema agroalimentare della re-gione curato da Roberto Fanfanidell’Università di Bologna. “Sia-mo di fronte a un’agricoltura checresce e che alimenta un com-parto agroalimentare che rappre-senta il 15% del Pil regionale, mache, nonostante questo non rie-sce a dare reddito sufficiente agliagricoltori”, ha sottolineato l’as-sessore regionale all’agricolturaTiberio Rabboni. “Sono due lestrade su cui occorre lavorare:un’agricoltura più contrattualiz-zata, in grado di programmareproduzione e commercializzazio-ne, e un rapporto più equilibratocon la grande distribuzione. InEmilia-Romagna dopo la costitu-zione dell’organismo interprofes-sionale del pomodoro da indu-stria e di quello ormai imminen-te della pera, occorrono anchepolitiche più incisive a livello ita-liano ed europeo. Da questo pun-to di vista costituisce sicuramen-te un passo in avanti importantela riforma voluta dal ministro Ca-tania che introduce per la primavolta l’obbligo di contratti scritticon la Gdo”. Al centro del Rapporto 2011 an-che un tema di crescente attua-lità, quale quello della progressi-va riduzione di superficie agrico-la, a livello nazionale e regionale.

Tra il 2000 e il 2010 la diminuzio-ne in Emilia-Romagna è stata del5,5% con percentuali particolar-mente alte in montagna. In flessione le colture orticole (-6,7%) e quelle frutticole (-22,1%).�In calo l’occupazione agricola (dicirca 4.000 unità), in aumento fi-no a quasi 5,5 miliardi il creditoagrario, che rappresenta il 12,6%del credito agrario nazionale e il3,2% del credito totale della re-gione. L’export è aumentato del10,3% raggiungendo i 4,9 milio-ni di euro.

Emilia Romagna:più Plv ed exportma meno reddito in agricoltura Ammontano a 2 milioni 400 mila euro le risorse

in arrivo per sostenere progetti di ricerca in cam-po agroalimentare e ortofrutticolo in Emilia Ro-magna. Si tratta di risorse stanziate dalla Regioneche permetteranno di erogare contributi in unapercentuale compresa tra il 50 e il 100% dell’im-porto previsto. Due milioni serviranno in particolare a finanziareprogetti di ricerca in campo agroalimentare che affrontino temi di in-teresse diffuso quali la riduzione dell’impatto ambientale e il conte-nimento dei costi di produzione. Circa 400 milioni andranno invecea sostenere progetti di assistenza tecnica in campo ortofrutticolo conparticolare riguardo agli interventi di programmazione, certificazio-ne, aggregazione dell’offerta. Grande attenzione al rilancio della col-tura del pero. “Il sostegno alla ricerca rappresenta un elemento fon-damentale per salvaguardare la competitività delle nostre impreseagricole”, ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Rabboni.

E la Regione stanzia 2,4 milioni di euro per la ricerca

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otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

“Agricoltura e accesso al credi-to”: questo il tema della giornatadi studio organizzata martedì 12giugno dall’Accademia dei Geor-gofili in collaborazione conIsmea. I relatori (Lorenzo Gai dell’Uni-versità di Firenze, GianfrancoTorriero, direttore generale diAbi, Federico Vecchioni vicepre-sidente dei Georgofili e presi-dente di Agriventure del GruppoIntesa San Paolo e Arturo Seme-rari, presidente di Ismea) hannoconcordato sulla attuale scarsafiducia nel mondo bancario da

parte del mondo degli imprendi-tori agricoli e, parallelamente,sulla scarsa attenzione della po-litica, sia italiana che europea,nei confronti della produttivitàdell’agricoltura.Nonostante queste premesse, Se-merari ha voluto concludere conun apprezzamento degli stru-menti che oggi sono a disposi-zione del mondo agricolo e delmondo bancario, convenienti adentrambi i soggetti. Ha tuttavia ribadito la necessitàdi muoversi sul piano della co-municazione.

Accesso al credito tortuoso, cala la fiduciaMa ci sono interessanti strumenti ad hoc

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Un incontro tecnico sulla “Frago-la in Coltura di Pieno Campo inRomagna” con una Mostra Pomo-logica all’ombra di gelsi ultrase-colari si è svolto martedì 29 mag-gio presso l’Unità operativa Mar-torano 5 di Astra a Cesena a curadel Consiglio per la ricerca e lasperimentazione in agricoltura -Unità di ricerca per la frutticoltu-ra di Forlì (CRA-FRF), CRPV eConsorzio New Plant di Cesena.L’Incontro, che ha dato seguito aquello del 9 maggio sulla FragolaPrecoce in Coltura Protetta, è sta-to principalmente finalizzato al-la presentazione di nuove varietàdi fragola in valutazione nell’am-bito del Progetto Liste di Orienta-mento Varietale del Mipaaf e del-le Regioni e di selezioni in avan-zata fase di studio ottenute dalleattività italiane di miglioramen-to genetico privato e pubblicocondotte principalmente in Emi-lia-Romagna, Marche e Veneto.La Mostra delle varietà era suddi-visa in diverse sezioni: le nuove ele tradizionali, le selezioni, le ri-fiorenti, le aromatiche, le super-dolci, le bianche, le vecchie perun nuovo migliore. Era inoltre presente un’ampiaesposizione di numerosi campio-ni di frutti di cloni di specie sel-vatiche, diploidi, tetraploidi, esa-

ploidi, ottoploidi ed ibridi inter-specifici.Walther Faedi, direttore del CRA-FRF, ha aperto i lavori con unapanoramica sull’annata fragoli-cola in corso in Italia evidenzian-done le problematiche relativealla diminuzione delle quantitàraccolte a seguito degli avversiandamenti climatici e soprattut-to i bassi prezzi di vendita regi-strati in alcuni periodi. Per un’a-nalisi più specifica sulla situazio-ne della Romagna e del Venetoha invitato ad intervenire i re-sponsabili commerciali di Apo-fruit Italia (Walter Buccella), diOrogel Fresco (Francesco Rossi) eil presidente di ApoScaligera diVerona (Primo Anselmi).Gianluca Baruzzi ha attirato l’at-tenzione dei partecipanti soprat-tutto sulle novità varietali, unife-re e rifiorenti, su alcune selezio-ni in avanzatissima fase di studiocostituite da azioni breeding pub-blico-private coordinate da CRA-FRF in Emilia- Romagna e Vene-to. Il nuovo materiale geneticoottenuto da programmi privati èstato invece illustrato dai tecnicidel CIV di Ferrara e di New Fruitsdi Cesena.

Fragola romagnola, summit e mostrapomologica

Ficodindiadi San Conopiù vicinoalla Dop

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NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

LA COSTIERA

È stata pubblicata sulla GazzettaUfficiale dell’Unione Europea ladomanda di registrazione del di-sciplinare di produzione dellaDop “Ficodindia di San Cono”. Tra le caratteristiche distintive siricordano le grandi dimensionidei frutti, la buccia dai colori in-tensi e vivi, un profumo moltodelicato e un sapore molto dolce.La dolcezza e le dimensioni delfrutto, rispetto ad altre zone diproduzione siciliane, risultanoessere degli importanti parame-tri distintivi poiché correlati allatipicità della zonageografica. La zona diproduzione del “Fico-dindia di San Cono”comprende il territo-rio posto ad altitudi-ne compresa tra 200 e600 metri s.l.m., dei Comuni diSan Cono (Catania), San Micheledi Ganzaria (Catania), Piazza Ar-merina (Enna e Mazzarino Calta-nissetta).Da questo momento la proceduracomunitaria prevede sei mesi ditempo per permettere agli altriStati Membri di presentare even-tuali domande di opposizione.Trascorso questo periodo il Fico-dindia di San Cono Dop saràiscritto nel registro ufficiale eu-ropeo delle Dop e Igp.

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La presenza del ministro dellePolitiche Agricole, Mario Cata-nia, all’incontro sulla riformadella Pac - organizzato, a Roma,da Fedagri-Confcooperative, Le-gacoop Agroalimentare e AGCIAgrital, insieme alle organizza-zioni della cooperazione agricolaspagnola, francese e portoghese -ha offerto lo spunto per porre inrilievo alcuni tra gli snodi fonda-mentali del percorso di riforma.Il numero uno di Via XX Settem-bre ha innanzi tutto confermatola posizione del Parlamento Eu-ropeo, sostanzialmente orientatoal miglioramento dell’impiantopresentato in Commissione. Pe-raltro, il ministro ha ricordato ilvalore del dialogo con la Com-missione e l’inutilità dello scon-tro con essa. Anche in base a ciò,ha spiegato, va inquadrata la de-cisione dell’Italia di non firmareil documento presentato da alcu-ni Stati che si poneva in apertocontrasto con il sistema di gree-ning individuato dalla Commis-sione. Secondo i firmatari, cia-scuno Stato potrebbe scegliere tredifferenti soluzioni: “Una sorta di

greening à la carte che l’Italianon condivide affatto”.Sul tema degli aiuti, Catania èstato netto: “Se si tratta di politicaagricola, allora la chiave di ripar-to deve essere il peso dell’agricol-tura, non le superfici”. Una preci-sazione che la platea ha gradito eche il ministro ha di fatto blinda-to, affermando che l’Italia nonconcederà mediazioni. Del resto,ha osservato, “una Pac che distri-buisce sostegno sulla base dellesuperfici sarebbe distorsiva edanneggerebbe le nostre impre-se”. Quello che conta, ha detto, so-no la produzione, il lavoro e lepersone. Una posizione che l’Ita-lia ha già espresso al Commissa-rio Ue all’Agricoltura Ciolos.L’auspicio del ministro è che iPaesi mediterranei mantenganoun fronte comune su questo temapoiché “altrimenti sarà difficilerestare uniti sulle regole di mer-cato”.Sull’ortofrutta, il ministro nonha nascosto le insidie derivantida una certa stanchezza causatadai piccoli passi compiuti finorain sede comunitaria. (E.Mùr.)

Pac, Catania:«privilegiarela produzione,non le superfici»

Articolo 62,Gdo di traverso«Paga i fornitoripiù tardi»

“Siamo lieti di constatare che molte delle richiesteavanzate dalla cooperazione di Francia, Italia, Spa-gna e Portogallo sono state accolte nei testi diemendamenti del Parlamento Europeo”: così il pre-sidente di Fedagri-Confcooperative Maurizio Gardi-ni, a nome anche di Legacoop Agroalimentare e Ag-ci-Agrital, ha commentato la presentazione dei rap-porti sulla Pac post 2013 avvenuta dopo una duegiorni di dibattito in sede di Commissione Agricol-tura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo. “Le richieste avanzate - prosegue Gardini - sono ilfrutto di un lungo lavoro di concertazione che le or-ganizzazioni cooperative Coop de France, Coopera-tivas Agroalimentarias, Confagri Portugal, Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare ed Agci

Agrital hanno svolto negliultimi due anni”.“Da oggi prende il via unafase delicata di questa Pacdurante la quale si dovrà giungere al testo finale delParlamento per poi andare al negoziato con la Com-missione e il Consiglio. Nei prossimi mesi i testi an-dranno migliorati e messi a punto ed è per questoche le sei organizzazioni cooperative del Mediterra-neo stanno già preparando un documento che in-vieranno a tutti i membri della Commissione agri-coltura e Sviluppo rurale del Parlamento Europeo.La sfida da vincere resta quella del mercato, della si-curezza degli approvvigionamenti e della costruzio-ne di un sistema europeo più competitivo”.

Gardini: Pac, positivo l’accoglimento delle richieste della cooperazione di Francia, Italia, Spagna, Portogallo

www.corriereortofrutticolo.it18 G i u g n o 2012

otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

L’entrata in vigore dell'articolo62 che prevede l’obbligo di paga-mento a 30 e 60 giorni per i pro-dotti agroalimentari rispettiva-mente per i prodotti deperibili econservabili non sta andandomolto giù alla Gdo. Secondo Gdo-news, infatti, diverse catene nonsolo non si stanno organizzandoper adeguarsi alle nuove normema stanno allungando i paga-menti dei fornitori.L’atteggiamento di questi retailerè motivato dal fatto che la Gdospera da un lato di avere qualcheproroga, magari facendo leva sul-la crisi dei consumi e sul possibi-le contemporaneo aumento del-l’Iva. In questo caso beneficereb-bero anche dell'allungamentodei pagamenti ottenuto nel frat-tempo con la scusa della norma.Oppure questo atteggiamento po-trebbe essere rivolto ad accumu-lare liquidità per poi, all’entratain vigore della norma, proporredilazioni o rinegoziazioni delloscaduto, con magari un paga-mento a stralcio, accompagnatoda prospettive di delisting in ca-so di mancata collaborazione.

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A Verona nascerà un polo orto-frutticolo di riferimento per tuttoil Veneto, un osservatorio per laricerca e l’innovazione: l’annun-cio è stato dato dall’assessore re-gionale all’Agricoltura FrancoManzato durante l’assemblea an-nuale della Confagricoltura vero-nese.“Oltre a cercare la collaborazionedel sistema di credito - ha ag-giunto Manzato - e agli strumentifinanziari messi a disposizionedalla Regione, è necessario razio-nalizzare e aggredire il mercato,intervendo sulla ricerca di pro-dotto”. Per il presidente di Confagricol-tura Verona Pasetto, però, an-drebbe messo in atto un seriopiano di ricerca nel settore frutti-colo, coordinando l’interventodei vari enti che agiscono sul ter-ritorio regionale (Veneto Agricol-tura, enti provinciali, Università)indirizzandolo soprattutto pertrovare indirizzi di riconversionedel settore.“Molto spesso - ha aggiunto Paset-to - l’attività del comparto vieneindirizzata verso nicchie produt-tive e la salvaguardia di produzio-ni antiche, mentre sarebbe op-portuno mettere in atto dei capi-toli di ricerca”, ha suggerito an-cora Pasetto, “anche in collabora-

zione con altre Regioni, sulleprincipali coltivazioni del Venetoin particolare quelle frutticole”.Confagricoltura rappresenta cir-ca duemila imprese veronesi chenegli ultimi anni hanno subitoun ridimensionamento piuttostocontenuto: “Il settore sta resisten-do per due motivi: si sta facendoavanti la tendenza alle ristruttu-razioni verso altri comparti, ad

esempio dalla zootecnia alle agroenergie”. E poi, ha detto ancora Pasetto “sistanno sviluppando processi diaggregazione di molte aziende.Anche nell’agricoltura c´è un for-te problema di parcellizzazione:Confagricoltura lavora per favoreil processo di aggregazione, spin-gendo anche la creazione di con-tratti di rete”.

Manzato: a Verona un poloortofrutticolo regionale Si è chiusa a Pechino la tre

giorni di lavoro del decimoCongresso Mondiale del pomo-doro da Industria, appunta-mento che raccoglie a livelloglobale tutti gli operatori agro-nomici, le aziende di trasfor-mazione e le multinazionalidel settore. Organizzata ogni due anni dalWptc (World Processing Toma-to Cuncil) coinvolge oltre 500operatori dai cinque continentie presenta moltissimi interven-ti, divisi in due sezioni paralle-le, per analizzare tendenze dimercato, proprietà nutriziona-li, tecniche agronomiche e im-patto socio-economico di que-sto importante alimento.Costantino Vaia, direttore Ge-nerale del Consorzio Casalascodel Pomodoro e presidente diAmitom ha annunciato l’asseg-nazione all’Italia dell’edizionedel giugno 2014.

Pomodoro, congresso2014 in Italia

www.corriereortofrutticolo.itG i u g n o 2012 19

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

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Sistemi e tecnologie per impianti di lavorazione ortofrutta

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Le tue ciliegie Le tue ciliegie meritano la nostra

meritano la nostra

tecnologia tecnologia

WorldFood Moscow 2012, inprogramma dal 17 al 20 settem-bre, crescerà del 18% rispetto al-la precedente edizione. Sonosempre di più le aziende inter-nazionali che premono perprendere parte all’evento. L’evento è diviso in nove settoriche assicurano una migliore or-

ganizzazione delle visite, percentri di interesse. Tra le new entry da segnalarequella del Portogallo, per la pri-ma volta presente. L’India saràben rappresentata, così comel’Italia, la Francia, la Germaniae la Polonia. Il salone moscovi-ta è ormai alla 21ma edizione.

WorldFood Moscowcresce ancora

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GRUPPOBATTAGLIO

GRUPPOBATTAGLIO

GRUPPOBATTAGLIO

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CONSERVE ITALIA

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CorriereOrtofrutticoloTERREM

OTO AL NORD PRIMO PIANO P

Una lunga scia di disagi e proble-mi, anche nel settore ortofrutti-colo, quella lasciata dai terremotidi fine maggio in Emilia e in par-te di Lombardia (soprattutto nel-la provincia di Mantova) e Vene-to. A pochi giorni dall’aperturadella stagione delle albicocche edelle pesche, infatti, si temevache la regione emiliana, che pro-duce il 17% della frutta italiana,potesse perdere almeno il 10%del prodotto. Il caos creato dal si-sma nelle campagne della Bassamodenese e dell’Alta ferrarese,insieme ai danni subiti dai labo-ratori di conservazione e lavora-zione aziendale, faceva temereper l’efficienza delle operazionidi raccolta, di trasformazione e didistribuzione di una filiera diqualità come quella della frutti-coltura emiliana. Una prima stima evidenziavadanni per 500 milioni di euro,150 dei quali solo per il prodottoParmigiano Reggiano e Grana Pa-dano. A ciò si vanno ad aggiun-gere danni alle infrastrutture,agli impianti e ai macchinari peruna stima complessiva di 300 mi-lioni di euro solo per quanto ri-guarda la cooperazione agroali-mentare: questa la situazione dei

danni causati dall’emergenza ter-remoto che il presidente di Feda-gri Maurizio Gardini ha presenta-to, intervenendo in Audizione al-la Commissione Agricoltura delSenato come Coordinamento del-la Cooperazione agricola costitui-to da Fedagri-Confcooperative,Legacoop Agroalimentare e AgciAgrital.Gardini ha evidenziato la neces-sità di prevedere una serie di mi-sure che “aiutino il comparto a ri-sollevarsi e che consentano di da-re una risposta alla fase di emer-genza attuale, ad una seconda fa-se di ricostruzione e alla tenutadella filiera. Ogni giorno che pas-sa la situazione si aggrava perl’intero comparto agricolo: oc-corre un intervento a sostegno daparte delle istituzioni per con-sentire da un lato la ordinaria at-tività di raccolta, trasformazionee conservazione dei prodottiagroalimentari (in primis for-maggi e ortofrutta) e dall’altro la-to per procedere rapidamente al-

la ricostruzione. Per questo chie-diamo che siano messe a disposi-zione risorse straordinarie daparte del Governo”. Il tutto in una zona altamentestrategica: basti pensare che la fi-liera frutticola emiliana esprimecirca il 50% delle pesche italianee il 15,8% delle ciliegie. Per quan-to riguarda le pere, addirittural’80% della produzione “made inItaly” si concentra proprio nell’a-rea compresa tra la provincia diModena, di Ferrara e una parte diBologna, il territorio più colpitodalle ripetute scosse culminatenegli episodi del 20 e del 29 mag-gio, quando la magnitudo ha rag-giunto rispettivamente quota 6.1e 5.8. E se, nel complesso, il terremotonon ha causato problemi in cam-pagna, si registrano però diffi-coltà per il reperimento dellamanodopera per la raccolta, oltrea un’inevitabile lentezza nelle va-rie attività agricole e di distribu-zione, a causa del panico genera-

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Danni per almeno 500 milioni di euro all’agricoltura colpita duro dai fenomeni sismici che a fine maggio

hanno interessato Emilia, Lombardia e Veneto

TTrreemmaa aanncchhee ll’’oorrttooffrruuttttaa

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le che ha investito le zone colpitedal sisma. �L’Emilia Romagna è una regionein cui si producono 1.100.000tonnellate di grano tenero,120.000 tonnellate di mais,500.000 tonnellate di pere,350.000 tonnellate di nettarine,150.000 tonnellate di meloni,200.000 tonnellate di pesche. ��Confagricoltura a livello nazio-nale ha chiesto che il Governo ela Protezione Civile varassero di-sposizioni straordinarie e urgentiper il rilascio di certificati prov-visori di agibilità nei comuni col-piti dal sisma, in modo da noncreare ulteriori danni ai produt-tori già fortemente penalizzati.Questo anche in considerazionedel fatto che, come evidenziatoda Coldiretti, sono a rischio mi-gliaia di posti di lavoro nell’a-groalimentare a causa del sismache ha danneggiato imprese agri-cole, stalle e strutture di trasfor-mazione agroindustriali ma an-che i macchinari per la raccolta etrebbiatura e gli impianti di irri-gazione che garantiscono l’acquaa centotrentamila ettari di terre-no coltivati a ortofrutta, viticoltu-ra, riso e seminativi colpiti dallasiccità La preoccupazione per la man-canza di acqua, a inizio giugno,era particolarmente diffusa tra iproduttori di pere, la cui raccoltaprende il via verso metà luglio.Ma il problema riguarda anche imeloni coltivati su larga scalaproprio nella bassa modenese. Per far fronte nell’immediato alproblema della manodopera ed

evitare la chiusura di stalle edaziende la Coldiretti ha chiestotra l’altro la sperimentazione delpagamento attraverso un sistemaspecifico di voucher per le areecolpite dal terremoto, al fine di

evitare la perdita di centinaia dimigliaia di tonnellate di frutta everdura. Pesanti anche i danniprovocati alle cooperative nellezone del Modenese e del Ferrare-se. In queste aree, infatti, il sismaha provocato gravi lesioni a nu-merosi edifici e strutture produt-tive di cooperative sociali e diproduzione lavoro nonché agliimpianti ed ai fabbricati rurali didiverse cooperative agricole.La gravità della situazione provo-cata dal sisma è stata anche alcentro di una riunione straordi-naria del “Tavolo del Patto per lacrescita intelligente, sostenibile einclusiva” convocata a Bolognadal presidente della Regione Va-sco Errani. In questa occasione, i rappresen-tanti della cooperazione hannoricordato l’esigenza di tempi cer-ti e rapidi sul fronte degli am-mortizzatori sociali nonché sulversante degli aiuti da destinarealle imprese. Il presidente diConfagricoltura Emilia Roma-gna, Garagnani, dal canto suo, siè fatto portavoce di 11 richieste:- assistenza agli agricoltori � - ricostruzione degli edifici- sospensione e proroghe di oneried adempimenti- sostegno alle imprese- attivazione del risarcimento per

danni indiretti alle produzioni- bonifica e irrigazione- controllo del territorio- certificati di agibilità sismica- rifornimento di gasolio agricolo- prestito macchine agricole- riposizionamento degli impian-ti fotovoltaici ●

Primo piano

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E dopo il terremoto, il caldoasfissiante. Da metà giugnol’Emilia Romagna è stata in-teressata da un clima torridoche ha reso ancora più diffi-cili le condizioni di vita dellepopolazioni colpite dalsisma, ospitate dal 20 maggionelle tendopoli.Soprattutto nelle province diModena e Ferrara, la colonni-na di mercurio ha superato i30 gradi avvicinandosi ai 40. All’interno delle tende letemperature hanno raggiun-to anche i 50 gradi. Moltihanno scelto di spostarsi sul-la costa e di cercare un po’ direfrigerio al mare, sullaRiviera romagnola, in attesache i 1.400 condizionatorimessi a disposizione dallaProtezione Civile entrasseroin funzione. Secondo quantoriferisce la Protezione Civile,al 18 giugno erano 14.727 lepersone assistite dal Sistemanazionale di Protezione Civi-le tra Emilia-Romagna, Lom-bardia e Veneto, suddivise in39 campi di accoglienza, nel-le strutture al coperto.

E dopo le scosse,il caldo tropicale

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CorriereOrtofrutticoloTERREM

OTO AL NORD PRIMO PIANO P

Effetti pesanti per la frutta estiva,ma non solo, a causa dei terre-moti che hanno colpito l’Emiliae parte della Lombardia. Secondola Cia l’80% della produzione dipere “made in Italy” rischiava dirimanere “a secco” per i danni su-biti dagli impianti dei consorzidi bonifica, in particolare quellodella Burana, che rischia di im-pedire l’irrigazione di quasi 200mila ettari di terreno agricolocompreso tra le provincie di Mo-dena, Ferrara e Reggio Emilia. A pochi giorni dal via alla cam-pagna di raccolta delle pesche re-stava poi da capire come organiz-zare la raccolta: all’“esodo” deglistranieri impegnati nei campi, siaggiunge il problema legato aicrolli dei laboratori di refrigera-zione, confezionamento e con-servazione del prodotto.È quanto avvenuto ad esempio al-la Ital-Frutta di San Felice sul Pa-naro, socio di Apo-Conerpo. “Ècaduta giù una falda del tetto delmagazzino della zona lavorazio-ne meloni, ha ceduto di schiantopiombando a terra”, ci ha dettoPaolo Negroni, direttore della so-cietà agricola cooperativa mode-nese. “Le celle frigorifere e le re-stanti parti non hanno subitoparticolari danni e tutto somma-to è andata bene perché non c’e-ra prodotto stoccato, mentre imacchinari si sono salvati permiracolo”.I timori per il via della campa-gna estiva sono consistenti: “ilproblema numero uno - osserva-va Negroni all’inizio di giugno - èrappresentato dal fatto che biso-gnerà mettere a norma le struttu-re, serviranno adeguamenti im-portanti che non possono essererealizzati dall’oggi al domani.L’altro aspetto preoccupante èche la manodopera è andata via ei collaboratori di molte strutturesono stati messi in cassa integra-zione. Meno urgente, almeno nel-

la nostra zona, sembra essere ilrischio siccità”. Ital-Frutta, che fattura circa 16-17milioni di euro l’anno, produce120 mila quintali tra angurie emeloni, equamente ripartiti, e150 mila quintali di pere, oltre alpomodoro da industria che perònon viene lavorato nello stabili-mento di San Felice sul Panaro. “Inostri meloni e le nostre angurievengono raccolti fuori dalla zonasismica, per le pere abbiamo unmese per valutare il da farsi e or-ganizzare il futuro immagazzina-mento. Un po’ alla volta cerche-remo di mettere tutto a posto…”.

Nello stesso periodo tutto tran-quillo, invece, in Romagna per lascossa sismica avvertita nel ra-vennate: “Fortunatamente nes-sun danno, in molti nemmeno sene sono accorti", il commento diGiancarlo Minguzzi, titolare del-l'omonima azienda di Alfonsineoltre che presidente di Fruitim-prese Emilia Romagna. Nessun particolare problema vie-ne segnalato neppure da MazzoniGroup che a Tresigallo, nel ferra-rese, sta realizzando nuovi ma-gazzini con un investimento disvariati milioni di euro.

M.Ald.

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Capannoni e magazzini ko, timoriper siccità e scarsa manodopera

Serre distrutte, raccolto perduto, pian-te da frutto sradicate, vigneti divelti:questo il bilancio della tromba d'ariache il 12 giugno si è abbattuta sul lito-rale veneziano e che ha interessatouna fascia di circa 50 chilometri, conettari coltivati a ortaggi, frutta e fiori.La conta dei danni rilevati da Coldiretti ammonta a 4 milioni dieuro concentrati nell’area di Cavallino Tre Porti, Caorle e Eraclea.I danni maggiori sono stati sull’Isola di Sant’Erasmo (“l’orto deiDogi”) dove circa 80 agricoltori continuano a praticare coninnovazione la tradizione dell’agricoltura storica che fu l’emblemadella Serenissima Repubblica. Intere coltivazioni di zucchine,cetrioli, pomodori, melanzane, piselli e carciofi violetti distrutti,oltre alla produzione frutticola e florovivaistica - sottolinea Coldi-retti Veneto che ha già chiesto lo stato di calamità.Gli imprenditori agricoli sono già al lavoro per ripristinare il terri-torio insieme alla protezione civile e ai vigili del fuoco, in un'otti-ca di reciproco servizio verso i cittadini consumatori ai quali vagarantita la sicurezza e anche la fornitura di prodotti di qualità aimercati agricoli.

Tromba d’aria a Veneziaspazza via l’Orto dei Dogi

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● Luca Lanini

Il terremoto del 20 e 29maggio 2012 ha colpitoduramente la pianura pa-dana, non solo quellamodenese ma anchequella mantovana e rodigina edha lasciato lacrime e disperazio-ne nei modi e nella misura cheormai sono noti a tutti.Il terremoto è una brutta bestiaperché ha “due tempi”, continuaa fare danni anche dopo le suemanifestazioni di forza e colpiscein seguito molte più persone diquelle inizialmente coinvolte. Ir-rimediabilmente, quei pochi se-condi di scosse violente si ac-compagnano sempre a molti me-si ed anni di sofferenze e fatiche,per ricominciare, per ripartire,per recuperare. È questo il terre-moto, sempre uguale a se stesso,oggi in pianura padana come ie-ri altrove in Italia e nel Mondo. Il terremoto ha “due tempi”, si di-ceva. Nei minuti successivi la terribilescossa delle 9 del mattino delmartedi 29 maggio ricordo conesattezza, le gambe ancora tre-manti, di aver riflettuto a quantimesi, quanti anni sarebbero statinecessari per far ritornare l’equi-librio delle cose a qualche decinadi secondi prima. Può certamen-te capire chi ha visto i centri sto-rici chiusi e transennati, le atti-vità commerciali sospese, le im-prese chiuse, il parmigiano reg-giano a terra, i fienili crollati e lemucche a spasso, le abitazioni da

ricostruire o mettere insicurezza. Chi è stato di-rettamente colpito vedeoggi il futuro che nonavrebbe mai immaginatodi dover vedere.L’agricoltura ed il suo po-

polo hanno pagato un caro prez-zo, lo si è detto. I contadini sor-presi nei campi dall’onda del ter-remoto del mattino del 29 rac-contano di onde del mare chehanno attraversato i loro terreni,facendoli sobbalzare dai loro trat-tori mentre i pakistani degli alle-vamenti bovini hanno visto lemucche crollare sulle ginocchiaed i magrebini dei magazzini lo-gistici non riuscivano a crederecome i loro muletti riuscissero astaccarsi da terra con le onde. Lenostre campagne multietniche sisono trovate impotenti e unitenella disperazione e nell’ango-scia. Volendo cercare un aspetto“non negativo” (il termine positi-vo risulterebbe inappropriato) vadetto che i frutteti di maggio, confrutta ancora acerba, hanno rettobene l’urto del sisma e la peraIGP mantovana, ad esempio, nonha subito perdite nonostante cheil terremoto facesse scuotere lepiante in modo impressionante,producendo un inquietante ru-more di vento il cui ricordo an-cora oggi agita le menti dei no-stri agricoltori.Il “secondo tempo” del terremotoè bastardo perché colpisce la te-sta, il morale, la speranza, la fi-ducia delle genti. A fronte di unapproccio “razionale” al terremo-

to da parte di qualcuno (il sotto-scritto, trapiantato nel mantova-no ma toscano della Garfagnana,ha imparato da piccolo a convi-vere con la paura del terremotoperché in lucchesia te lo insegna-no appena nasci, fa parte dellacultura locale) sono innumere-voli purtroppo i casi di personein seria difficoltà emotiva e psi-cologica, incapaci non solo aconvivere con il terremoto ma a“riposizionarsi nel nuovo scena-rio”, come si direbbe nel linguag-gio asettico del marketing mana-gement. Come se non bastasse, l’interru-zione violenta e repentina della“vita di comunità”, nei suoi ritmie nelle sue abitudini familiari ecittadine, peggiora enormementela situazione. La chiusura deicentri storici ha svuotato la piaz-za del paese o del quartiere, i cit-tadini hanno perso la loro Agorà.Per i territori rurali della pianurapadana è un danno sociale in-commensurabile.È su questo punto che le istitu-zioni ed il governo dovranno la-vorare sodo, con segni concretinon solo finanziari ma soprattut-to di azioni di supporto e di ri-lancio. E le comunità dovrannoricominciare a vivere e ritrovar-si nelle loro Agorà. È una massima necessità, nondeve essere solo una speranza.Perché stavolta non sarà suffi-ciente, né giusto né etico, potercontare solo sulla straordinariacapacità di recupero di questomeraviglioso popolo. ●

Primo piano

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I “due tempi” del terremoto e la tempra delle piante da frutto

Luca Lanini (nella foto sotto), docente ed esperto dilogistica, da tempo prezioso collaboratore del Cor-riere Ortofrutticolo, sta vivendo il sisma sulla pro-pria pelle.La sua casa di Quistello, Comune di circa 6.000 abi-tanti nel Mantovano, è rimasta in piedi ma, attor-niata da edifici pericolanti, è stata dichiarata ina-gibile. Tutto il centro storico della cittadina lom-

barda è zona rossa. Adesso, dopo aver dormito nelgiardino di casa dentro una tenda, lui e famigliasono ospiti di parenti. “C’è a chi è andata moltopeggio, a meno di 20 chilometri da qui, a Novi diModena, è successo il finomondo. Ma è comunquedura, veramente dura…”.Gli abbiamo chiesto se aveva voglia di farci parte-cipi della sua esperienza. Ecco cosa ci ha scritto.

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Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

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Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3

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EOSVERDURE

Page 31: Corriereortofrutticolo

CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

● Antonio Felice

Le sue non sono mai frasi di cir-costanza. “Il senso di appartenen-za alla categoria che mi pregio dirappresentare è qualcosa di uni-co e di emozionante” aveva dettoil 4 giugno, appena confermato,all’unanimità e per acclamazio-ne, presidente del sindacato det-taglianti ortofrutticoli di Milano.Abbiamo incontrato pochi giornidopo l’evergreen Dino Abbascià,che è anche lo storico presidentenazionale dei dettaglianti dellaFida, in una saletta della Cameradi Commercio di Corso Venezia el’impressione è stata quella disempre: avevamo davanti il cam-pione (senza virgolette) dei frut-tivendoli. Uno che si batte, che cicrede. Ed eravamo lì per chiedergli, sen-za peli sulla lingua, e attendendorisposte non “di circostanza”,quale sia lo stato di salute di unacategoria che a sentire alcuni èmoribonda e a sentire altri (an-che grandi aziende di produzio-ne) è ancora un pilastro del com-mercio ortofrutticolo.Innanzitutto - perché altrimentinon riusciamo a capire che futu-ro avranno - dobbiamo cercare didefinire i fruttivendoli oggi: det-taglianti specializzati, dettaglian-

ti di prossimità o cos’altro?Risposta di Abbascià: “Se non seispecializzato non esisti. E nonbasta, oggi al cliente devi dare unservizio personalizzato. Quindi,dobbiamo porci oltre la specializ-zazione. Ogni area geografica,ogni quartiere urbano ha neces-sità specifiche. A Milano, il cen-tro e Rozzano non sono la stessacosa. Ma dire così è troppo sem-plice; non fotografa la situazione.Perché il cliente è cambiato ecambia a Rozzano come in cen-tro e noi dobbiamo capire cosavuole e se dobbiamo guidarlonell’acquisto oppure no. In gene-rale oggi il consumatore è piùpreparato, non gli propini quelloche vuoi. Gli strumenti a nostradisposizione e a disposizione delconsumatore sono più sofisticati.Se non vogliamo sbagliare, c’èperò un consiglio che dobbiamodare ai nostri clienti sempre: sce-gliere la stagionalità. Il consuma-tore ha perso la bussola delle sta-gioni. Noi siamo tenuti a offrirglitutto, tuttavia sbagliamo se non

privilegiamo le specifiche stagio-nali. Per esempio, in questi gior-ni siamo entrati nella stagionedelle albicocche. Abbiamo albi-cocche già da febbraio e fino anovembre e perfino in dicembre,provenienti da Paesi lontani,frutta che ha fatto spesso mi-gliaia di chilometri. Sbagliamo senon consigliamo le albicoccheadesso, coltivate in frutteti vicini,più fragranti, più naturali”. “E poi - prosegue Abbascià - c’èl’attenzione che dobbiamo avereper le varietà. Conoscere le va-rietà ci permette di dare il consi-glio giusto nel momento giusto:pensiamo ai fichi, con le lorospecifiche regionali che cambia-no quasi di settimana in settima-na: siciliani, pugliesi, abruzzesi,trentini. Lo stesso accade per leverdure. Pensiano alle puntarelle,la catalogna spigata: era un man-giare da poveri, oggi è un cibo daricchi e la ristorazione le vorreb-be tutto l’anno. Ecco, questa no-stra specializzazione va messa alservizio del cliente come un abi-

29G i u g n o 2 0 1 2 www.corriereortofrutticolo.it

Lo storico presidente nazionale dei dettaglianti ortofrutticoli profondo conoscitore del settore, non ha dubbi: chi offre

un servizio ad hoc ed intercetta gusti e tendenze ha futuro

NNeeggoozzii,, llaa rriicceettttaa AAbbbbaasscciiàà

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CorriereOrtofrutticolo

to su misura. Il nostro valore pro-fessionale è al servizio di chi cidà la sua fiducia, perché è di que-sto che poi si tratta. Il negozio fis-so non può consigliare male ilcliente. I nostri clienti abitanospesso a qualche centinaio di me-tri dal negozio: come fai a tradir-li? No, non puoi, li devi conqui-stare. Ed ecco che vengono a tro-varti nell’occasione speciale,quando hanno ospiti a casa percena e vogliono fare bella figura,ti chiedono come impreziosirequella tale pietanza con il pro-dotto più particolare, l’erbetta, ilgermoglio, il fiore edule; a volteaddirittura ti chiedono di sugger-gli il menù, partendo dal contor-no di stagione perché hanno ca-pito che sai che la cucina italianaoggi ha trovato la sua dimensionein una tradizione rinnovata.Quando le cose si mettono così,la concorrenza della gdo diventapiccola piccola, sei nel giusto:stai facendo un servizio oltre laspecializzazione, che pure ci deveessere, personalizzato”.“C’è poi anche dell’altro”, aggiun-ge il presidente Abbascià. “La no-stra professionalità oggi deve es-sere trasversale. Dobbiamo offri-re di più. Un negozio specializ-zato deve essere in grado di offri-re una quarta gamma su misura,appunto personalizzata. Ognunopuò preparare le confezioni diortaggi pronti più adatte al pro-prio pubblico. Almeno chi lavoranelle città e nelle località turisti-che dovrebbe poi conoscere qual-che lingua straniera. C’è un co-mune denomitore con il passato:la cortesia, la disponibilità; essenon possono mai mancare, con iclienti certamente, ma nemme-no con i collaboratori. Avevo unfoglietto appeso al muro quaran-ta anni fa nel mio negozio e dice-va: siate umili con chi v’insegnae con chi impara da voi. Ma, indefinitiva, se il negoziante di or-tofrutta è quello che ho detto nonpuò morire”.La seconda domanda a Dino Ab-bascià riguarda i temi della cate-goria, le sfide.“La sfida - risponde - è restare sul

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PROT

AGON

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Copertina

L’indicatore dei consumi Confcommercio (Icc) segnala a maggiouna riduzione del 2,3% in termini tendenziali ed una flessione del-lo 0,9% rispetto al mese precedente. Il dato fortemente negativodell'ultimo mese, che segue la pesante riduzione registrata ad apri-le (-5,4%), evidenzia lo stato di estrema criticità della domanda perconsumi, una delle fasi più difficili della nostra recente storia eco-nomica.Stando ai dati Istat forniti nei giorni scorsi emerge inoltre che nel2011 la spesa media mensile per famiglia è stata pari a 2.488 euro(+1,4% rispetto all’anno precedente). La spesa - riferisce l’Istat -risulta stabile in termini reali, nonostante la dinamica inflazioni-stica (+2,8%). Il valore mediano della spesa mensile per famigliaè stata pari a 2.078 euro, l’1,9% in più del 2010 “e conferma la stabi-lità” osservata in termini di valore medio. La spesa media per generi alimentari e bevande lo scorso anno ècresciut, in termini nominali, del 2,2% rispetto al 2010, attestando-si a 477 euro mensili; in aumento la spesa per carne, quella perlatte, formaggi e uova, per zucchero, caffè e altro. Il 35,8% delle famiglie nel 2011 ha però diminuito la quantità e/oqualità dei prodotti alimentari acquistati rispetto al 2010 mentre èin aumento la quota di famiglie del Mezzogiorno che acquista ge-neri alimentari presso gli hard-discount (si passa dall’11,2% del2010 al 13,1% del 2011). La spesa non alimentare complessiva è risultata invece stabile, pa-ri a 2.011 euro mensili: giù le spese per abbigliamento e calzature(-5,9%) in aumento quelle per l’abitazione (+3,3%). Sulla spesa media mensile continua a crescere - evidenzia ancoral’istituto nazionale di statistica - il peso dell’abitazione, così comequello dei trasporti. Per quel che riguarda la distribuzione territoriale, la Lombardia ri-sulta la regione con la spesa media mensile delle famiglie più ele-vata (3.033 euro), seguita dal Veneto (2.903 euro). Fanalino dicoda, anche nel 2011, la Sicilia che, con una spesa media mensiledi 1.637 euro, ha visto aumentare il divario dalla regione con laspesa più elevata (circa 1.400 euro).

Peggiora a maggio il quadro dei consumiE nel 2011 le famiglie hanno tagliato il food

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mercato, evolvendosi, cogliendole opportunità. E l’opportunitàspesso è un attimo fuggente. Lasfida è la realizzazione di un’ideain velocità. La sfida per un giova-ne è dare uno sfogo positivo allapropria irrequietezza, portare aconcretezza un progetto, prende-re in mano un’azienda. Abbiamobisogno dei giovani e del loro im-pegno. A volte la saggezza è unerrore. Mia madre era saggia maio nel 1969 presi la mia stradacontro il suo parere. Alla fine, hoavuto ragione. Ai giovani vorreidire: andate dove vi porta il vo-stro sentire ma andateci”.“Venendo nello specifico della ca-tegoria, noi teniamo, dove più edove meno, ma teniamo. A Mila-no - continua Dino Abbascià - ab-biamo un buon 30% del mercato,che arriva al 40% con l’ambulan-tato. E dobbiamo aggiungere cheun restante 30% è in mano allepiccole superfici della distribu-zione organizzata. Il km zero è al2%, i discount sono al 5, la Gdo insenso stretto è al 25”.“Tutti certo facciamo i conti conle pesanti difficoltà del Paese. Macosa deve fare questo Paese? Devetornare a fare quello che sa farebene. Deve ripartire dalle piccolee medie imprese. Deve riscopriree premiare chi lavora bene: e quic’è lo spazio anche dei nostri ne-gozi. Deve indicare ai giovani lestrade possibili, le strade dove,rimboccandosi le maniche, c’èfuturo. Si parla tanto di rete, i gio-vani sono su facebook. Ma nonpossono essere solo lì. Va bene lalaurea ma devono anche saperuscire di casa, entrare nelle altrecase, bussare le porte, incontrarela gente, scoprirne le necessità,scoprire la vecchia rete del passa-parola che premia chi fa qualco-sa di utile, scoprire il mondo. Ab-biamo bisogno di ripartire dallaconcretezza, dal cuoco che cuci-na bene, dal garzone che fa leconsegna a domicilio. Non dob-biamo vergognarci di tentare ilsuccesso partendo dall’inizio. Èdi questo che in Italia avremmobisogno”.

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PROT

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“In Italia e in Europa servono fatti, e servono oggi perchè domanisarebbe troppo tardi”. Una sorta di appello accorato quello con cuiil presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, ha aperto la suarelazione all’assemblea 2012 della confederazione svoltasi a Romae metà giugno.Sulla congiuntura e sulle prospettive di medio termine, ha dettoSangalli, “pesa come un macigno l'impatto delle manovre corretti-ve degli andamenti della finanza pubblica”, tanto che oggi “l’Italiaè decisamente più povera” e “si fa ancora più profondo il divariotra Nord e Sud, fioccano chiusure di imprese e fallimenti, crescesoltanto la disoccupazione”. Come se ne esce? Per il presidente diConfcommercio occorre “rimettere in moto la domanda interna”.Passando a parlare di fisco, Sangalli ha quindi sottoli-neato che un livello di pressione fiscale attorno al55%, per chi le tasse le paga, “zavorra drasticamenteinvestimenti e consumi” ed è dunque necessario untaglio delle imposte perché “si rischia lo schianto del-l’Italia produttiva”.Accanto al taglio delle tasse, bisogna “procedere condeterminazione sul terreno della spending review re-cidendo inefficienze, improduttività e sprechi” e soprattutto “bloc-care l’aumento programmato delle aliquote Iva” che il GovernoMonti ha successivamente procrastinato al 2013.Per Confcommercio inoltre, è necessario che lo Stato onori i suoidebiti nei confronti delle imprese: Detto della necessità di perseguire liberalizzazioni e semplificazio-ni, Sangalli ha quindi evidenziato che la totale deregolamentazio-ne degli orari e delle aperture domenicali e festive degli esercizicommerciali “è una scelta sbagliata che non si tradurrà in signifi-cativa crescita dei consumi ed indebolirà il modello italiano dipluralismo distributivo e la concorrenzialità delle sue formule diservizio” chiedendo che si riaffronti la questione.Altra priorità per il nostro Paese è il rilancio degli investimentiinfrastrutturali perché “fare le infrastrutture può fare la differenzatra il declino ed il ritorno alla crescita”.

Carlo Sangalli: rilanciare la domandaprima che sia troppo tardi

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Si è insediato a fine giugno in Re-gione Emilia Romagna il Comita-to promotore ed stata firmatal’intesa per la nascita dell’Orga-nizzazione interprofessionaledella pera, prevista per il prossi-mo settembre. Hanno dato l’ade-sione al progetto le organizzazio-ni professionali agricole Coldi-retti, Confagricoltura e Cia, le piùimportanti Organizzazioni deiProduttori.A queste si sono aggiunte diverserealtà produttive e le organizza-zioni di rappresentanza del com-mercio privato, dei mercati gene-rali e della distribuzione, oltre al-l’industria di trasformazione pri-vata e cooperativa.“In pochi mesi si sono poste lebasi per una svolta attesa da anni- ha commentato l’assessore all’a-gricoltura dell'Emilia RomagnaTiberio Rabboni (foto) -; sarà fi-nalmente possibile programma-re la produzione in relazione agliandamenti della domanda ed au-toregolamentare l’immissionedel prodotto sul mercato. Si po-tranno così prevenire o comun-que contenere le crisi di mercatoe valorizzare ulteriormente laqualità del prodotto sia in Italiache all'estero. Il nostro obiettivoinsomma è quello di avviare unafase di positiva stabilizzazione avantaggio di tutta la filiera”.L’organismo interprofessionalepermetterà di condividere le re-gole di funzionamento dell’inte-ra filiera e di dare in questo mo-do una risposta efficace alle diffi-coltà comuni a tutto il compartoortofrutticolo e dovute essenzial-mente a un eccessivo squilibriotra un’offerta troppo parcellizza-ta e una domanda organizzata inpochi grandi gruppi d’acquisto.Tra i punti sostanziali dell’intesa,che è stata raggiunta con il sup-porto tecnico della Regione Emi-lia Romagna e del Cso, le inizia-tive di conoscenza della produ-

zione, attraverso la realizzazionedi un catasto delle superfici colti-vate a pero e lo studio più ap-profondito dei costi di produzio-ne; la definizione di regole con-divise di produzione e di immis-sione sul mercato per migliorareil livello qualitativo e rendere piùaderente l’offerta alla domanda;azioni di studio e supporto perfronteggiare le problematiche fi-tosanitarie, ma soprattutto per fa-vorire l’eliminazione delle bar-riere di carattere fitosanitario al-l’export e l’armonizzazione dellenormative sui residui di fitofar-maci. Il Comitato promotore è compo-sto da 21 rappresentanti, 7 perciascuna fase produttiva (produ-zione agricola, industria e com-mercio).Per Giancarlo Minguzzi presi-dente di FruitImprese Emilia Ro-magna, la nascita dell’OI, è “unasvolta attesa da anni dal compar-to frutticolo dell’Emilia Roma-gna, come ha detto l’assessore re-gionale Rabboni”. Soddisfatto an-che il presidente della Cia EmiliaRomagna Antonio Dosi: “Final-mente un risultato che dovrebbeimpedire situazioni critiche co-me quella del 2011, quando ilprezzo delle pere è crollato”.

Gli input di LeridaHa coinvolto 200 fra produttori,tecnici, ed addetti alla commer-cializzazione delle Op e delle im-prese private il quinto Congressomondiale della pera tenutosi aLerida ed organizzato da Areflh,l’Associazione delle Regioni Orto-frutticole Europee e da Afrucatl’Associazione delle imprese orto-frutticole di Catalonia. Numerosigli spunti emersi nella due gior-ni, con i partecipanti che prove-nivano dai principali Paesi pro-duttori (Italia, Spagna, Francia,Belgio, Argentina e Sud Africa). Luciano Trentini (foto sopra) vi-cepresidente di Areflh e respon-sabile delle relazioni esterne edEuropee di Cso insieme a ManelSimon direttore generale di Afru-cat ed alle Autorità della RegioneCatalogna e della Provincia di Le-rida hanno inaugurato l’impor-tante appuntamento. Molti i temi trattati, in particola-re nella prima giornata, quelladel 14 giugno; dopo alcune visitead importanti imprese produttri-ci di Blanquilla e Conference so-no stati analizzati gli aspetti in-novativi legati alle tematiche am-bientali, sia della fase produttiva,che del post raccolta. Per l’ItaliaMarco Cestaro della RegioneEmilia-Romagna ha portato lasua esperienza in merito a quan-to la Regione mette in atto per laproduzione ortofrutticola a bassoimpatto ambientale Dopo la presentazione dei datisui costi di produzione effettuatidal Cso, si è voluto meglio cono-scere l’andamento dei costi inSud Africa ed in Argentina, duepaesi che guardano con estremointeresse al mercato europeo.

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ATTUALITÀA

Pera, via all’interprofressione Summit mondiale: urgono sbocchi

Firmata l’intesa per la nascita dell’O.I., attiva da settembrementre produttori, tecnici e operatori commerciali di tutto il mondo si sono riuniti a Lerida: «Consumi da rilanciare»

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Nella seconda giornata sono sta-ti analizzati i risultati negatividella campagna 2011 annata conbuone produzioni in tutti i Paesieuropei ed in particolare in Italiadove la produzione ha toccato le915.000 tonnellate sancendo cosìla massima produzione in assolu-to di pere degli ultimi 10 anni. Irisultati economici sono stati ne-gativi in molti paesi con prezzipagati agli agricoltori, al di sottodel costo di produzione.Le prime stime presentate per laprossima campagna produttiva,per le varietà precoci, indicanouna riduzione della produzione,causata da andamenti climaticiavversi. Non si possono ancorafare, invece ipotesi produttiveper le varietà medio-tardive e tar-dive anche se cascole importantilasciano presagire, in generale,una riduzione della produzione alivello europeo.Tenuto conto che i consumi dipere flettono, l’Europa deve con-tinuare ad esportare se si voglio-no mantenere gli attuali investi-menti produttivi e per non dove-re gestire situazioni di crisi dimercato. Invece le barriere sa-nitarie poste in atto da paesi im-portatori, di fatto impediscono lalibera circolazione delle nostrepere nel mondo. È quanto ha evi-denziato da Simona Rubbi delCso che ha presentato la situa-zione generale per l’apertura deinuovi mercati, riferendo, adesempio, come la trattativa congli Stati Uniti stia diventandoestenuante ed al momento non siintravedano soluzioni in tempibrevi per portare sulla tavole deiconsumatori americani le pereeuropee e soprattutto quelle ita-liane, che sembrano essere parti-colarmente gradite.Trentini ha sottolineato che “ser-ve una politica di promozione at-tiva per rilanciare i consumi chein Europa tendono a ridursi, so-no attestati a 5,1 chili pro-capitenel triennio 2009-2011. In Italiasono state consumate 365.000tonnellate nella campagna 2010-2011 contro le 455.000 quelle del2000-2001”. ●

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“Ricerca e innovazione a suppor-to della qualità della ciliegia Fer-rovia”: questo il titolo del semi-nario svoltosi il 6 giugno a Ro-ma, alla Camera dei Deputati,per volontà degli onorevoli Anto-nio Distaso ed Elvira Savino, dalConsigliere regionale di Bari,Michele Boccardi, in collabora-zione con il centro di ricerca esperimentazione in agricoltura“Basile Caramia”, l’Università de-gli studi di Baried il Consiglioper la Ricerca eSperimentazionein Agricoltura(Cra).Obiettivo del se-minario quello didare risposte con-crete ai rappre-sentanti del setto-re che chiedonomaggiori risorsea sostegno dellaredditività delmercato cerasico-lo anche al finedi aumentare lagaranzie ai con-sumatori e conse-guentementepreservare e ri-lanciare “l’oro rosso”, eccellenteesempio del Made in Italy, consi-derato l’importante aspetto occu-pazionale che la produzione diciliegie in Puglia offre alla co-munità barese e la consistentefonte di reddito.Il presidente del Cra GiuseppeAlonzo ha dichiarato che è possi-bile uscire dalla crisi purché visia un perfetto connubio di in-tenti tra il mondo della ricerca einnovazione e quello imprendi-

toriale. Il taglio dei fondi alla ri-cerca ostacolano il ricambio ge-nerazionale - ha proseguitoAlonzo - di conseguenza non vi èun passaggio di conoscenza tra iricercatori e le giovani genera-zioni. Bisogna attivare una seria pro-grammazione tra mondo dellaricerca, mondo dell’impresa e ilmondo politico anche al fine dipromuovere un rispetto dei tem-

pi naturali deiprodotti in mododa esaltare le qua-lità salubri dellafrutta stessa.La Puglia, nelcontesto naziona-le, è al primo po-sto per la produ-zione di ciliegie:oltre 50 mila ton-nellate, con unamedia di 467quintali per unasuperficie di qua-si 17.000 ettari, dicui oltre 16.000nella sola provin-cia di Bari. Laproduzione di ci-liegie in Puglia èpari al 39,8% sul

totale nazionale; nella provinciadi Bari si concentra oltre il 90%della produzione regionale e nelsolo sud-est barese si producel’80% dell’intera Regione. Nel 2012 c’è stato un calo dellaproduzione del 30-50% a causadelle condizioni meteorologicheavverse, ma il prezzo del prodot-to si è mantenuto quasi sempresopra i tre euro, restituendo unadiscreta redditività agli operato-ri. ●

Ciliegia Ferrovia traricerca e innovazione

La Camera dei Deputati ha ospitato un seminariodedicato a una cultivar in cerca di rilancio. Discreti i prezzi

della stagione in corso, complice il calo dei raccolti

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Al convegno nazionale sulla bat-teriosi del kiwi, organizzato dalConsiglio per la Ricerca e la Spe-rimentazione in Agricoltura(Cra), a fine maggio, si è fatto ilpunto sulla diffusione e pericolo-sità del batterio in Italia e nelmondo e sulle scoperte scientifi-che inerenti alla sua diffusione,diagnosi e diversità genetica. Il-lustrati, nell’occasione, i risultatifinora ottenuti per la prevenzio-ne e la difesa nei confronti delbatterio causa della malattia. Al convegno hanno partecipatoesperti sulla coltivazione del kiwie fitopatologi coinvolti nelle ri-cerche su questa grave malattia,dirigenti del ministero per le Po-litiche Agricole, Alimentari e Fo-restali, responsabili dei ServiziFitosanitari delle regioni interes-sate dal problema.“Lo studio effettuato, e pubblicatoa novembre sulla prestigiosa rivi-sta Plos One, ha consentito di de-codificare il genoma del batterio,individuando le caratteristichegenetiche, i fattori di virulenza edi adattamento ambientale non-ché l’origine dell’attuale popola-zione del patogeno. Ciò consen-tirà di migliorare le strategie peril contenimento del propagarsidella malattia e di ottenere nuoveformule in grado di annullare laforza del microrganismo in cam-po, afferma Marco Scortichini,patologo del Cra e direttore del-l’Unità di ricerca per la Frutticol-tura di Caserta”.“Il sequenziamento del genomadel patogeno - ha continuato

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Kiwi, la batteriosi fa ancora pauraL’importanza della prevenzione

Se n’è discusso a fine maggio al convegno nazionaleorganizzato dal Cra. Ingenti le perdite economiche

negli ultimi tre anni. Il Mipaaf finanzia un progetto

Nonostante i grossi passi avanti nella ricerca, è ancora lontana lacura per debellare la Psa, il cancro batterico che dal 2008 stacausando gravissimi danni economici nei maggiori Paesi produtto-ri di actinidia. Il messaggio è stato ripetuto forte e chiaro ai nume-rosi agricoltori presenti alla trasmissione televisiva di Agrilineadal titolo “Kiwi strategico per l’agricoltore”, condotta da Sauro An-gelini, che lo scorso venerdì a Faenza ha riunito i maggiori espertie ricercatori italiani in materia di kiwi.“Non esiste una cura miracolosa contro la batteriosi del kiwi - haaffermato Marco Scortichini, direttore del Cra-Frc Unità di ricercaper la frutticoltura di Caserta, e messo in guardia gli agricoltori -.Bisogna diffidare di chi vende prodotti che promettono di guariregli impianti colpiti”.Grande aspettative negli addetti ai lavori ha destato la scoperta delsequenziamento del batterio della Psa. “Lo studio effettuato - haspiegato Scortichini - ha consentito di decodificare il genoma delbatterio, individuando le caratteri-stiche genetiche, i fattori divirulenza e di adattamentoambientale nonché l’originedell’attuale popolazione del patoge-no. Questo consentirà di migliora-re le strategie per il contenimentodel propagarsi della malattia e diottenere nuove formule in grado diannullare la forza del microrgani-smo in campo”.Per Giorgio Balestra del Dipartimento per l’agricoltura, le foreste,la natura e l’ambiente dell’Università della Tuscia e altro studiosodella Psa, “in breve tempo riusciremo a convivere con la malattia”.Alla luce di questi dati, dunque, l’unica possibilità per contrastarela patologia è la prevenzione. Gli esperti consigliano di eliminaree bruciare le piante sospette, prestare particolare attenzione allepotature, disinfettare post potatura o post grandinate tramite trat-tamenti con sali di rame.“Grazie all’importante lavoro di prevenzione la malattia non èesplosa in Emilia Romagna come invece è avvenuto nelle altre re-gioni”, ha rilevato Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo.Gli ospiti sul palco hanno affrontato anche il tema delmiglioramento genetico, con l’individuazione di varietà tollerantio resistenti. Secondo alcuni agricoltori in platea, un’opportunitàin questo senso potrebbe essere offerta dalla ricerca sugli Ogm.

Rilevante la codifica del genoma del batterioma la cura risolutiva è ancora lontana

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Scortichini - è un passo fonda-mentale per contrastarne la dif-fusione attraverso strategie diprevenzione e di difesa che mira-no, da un lato, a non esaltare lavirulenza del batterio e, dall’al-tro, ad annullarne la capacità ditrasferirsi ad altre piante”. “È bene ricordare - ha concluso ilpatologo del Cra - che la malattiadel kiwi è un problema che at-tualmente interessa tutte le mag-giori aree di produzione del kiwinel mondo (Italia, Nuova Zelan-da, Cile, Francia) e sta mettendoa serio rischio la possibilità dicontinuarne la coltivazione. InItalia è presente nel Lazio, Pie-monte, Emilia-Romagna, Veneto,Calabria, Campania e Friuli ed

ha già causato, negli ultimi treanni, ingenti perdite economi-che”. Il Mipaaf ha recentemente finan-ziato un progetto strategico na-zionale che, attraverso varie Isti-tuti di ricerca del Cra e la parte-cipazione del Centro Servizi Or-tofrutticoli (Cso), mira ad esten-dere le conoscenze di base sulbatterio, a selezionare germopla-sma resistente alla malattia e aproporre strategie risolutive diprevenzione e di difesa in gradodi contrastare efficacemente ilpatogeno. ●

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Sono stati resi pubblici i listini di liquidazione del kiwi Jingold (cvJintao), in occasione dell’annuale incontro organizzato dalConsorzio con i produttori dell’Emilia Romagna, in cui si è fatto ilpunto sulla campagna di produzione e commercializzazione 2011-2012. Ad aprire i lavori è stato il presidente del Consorzio Kiwigold,Patrizio Neri (nella prima foto sopra) che ha evidenziato lo scenariodifficile in cui si è inserita la commercializzazione del kiwiJingold nella stagione 2011-2012, in un contesto caratterizzato daun aumento delle produzioni nazionali di kiwi Hayward a frontedi una generalizzata riduzione dei consumi. La produzione 2011 si è attestata sui 5,3 milioni di chili, facendo diJingold il kiwi a polpa gialla leader dell'emisfero nord. I dati divendita della stagione appena conclusa evidenziano come,continua Neri, “a fronte di una prevedibile riduzione generalizzatadei calibri dei frutti”, dovuta in parte alle tecniche agronomicheadottate per prevenire la PSA e all’andamento climatico sfavorevo-le in alcune zone produttive, è stato comunque “centrato l'obiettivodi valorizzare i calibri e le categorie inferiori, pur mantenendo lafidelizzazione dei clienti storici e l'apertura verso i nuovi mercatid’oltremare”.Il direttore del Consorzio Alessandro Fornari (nella seconda foto) haricordato che la priorità per i produttori deve essere oggi quella dipreservare gli impianti dalla batteriosi del kiwi.La media di liquidazione della categoria d'eccellenza “J”, destinataal marchio Jingold, per i frutti da 70 grammi oltre è stata pari a1,36 euro al chilo, mentre se si considera anche la categoria “K”,caratterizzata da frutti di categoria inferiore e sottomisura, confe-zionati nella seconda marca “Kiwita” destinata al canale discount,la media complessiva è stata pari a 1,13 euro al chilo.“C’è soddisfazione per avere ulteriormente migliorato le liquidazio-ni di Jingold rispetto agli anni precedenti e per non aver rallenta-to il nostro cammino di crescita. Questo è il risultato di una strate-gia finalizzata a massimizzare la valorizzazione dei calibri e dellecategorie disponibili” ha sottolineato Fornari. “Il maggiore mercatodi riferimento per Jingold nazionale rimane la Germania, mentrehanno fatto segnare un incremento positivo le esportazioni versola Russia ed i paesi dell’Est Europa. Al terzo posto si conferma l’A-sia”. Soddisfacenti anche i risultati delle vendite del kiwi Haywarda marchio Jingold Green commercializzato prevalentemete in Ita-lia e Asia e del lancio delle Crème di Kiwi Jingold, prodotti tesi arafforzare il posizionamento della marca Jingold come lo speciali-sta del kiwi.Nella sessione tecnica, si è fatto il punto sulla situazione della PSAin Emilia Romagna e nel resto d’Italia, specificando come a frontedi una necessità di incementare la produzione di kiwi Jingold, sidebba fare i conti con la rischiosità di eseguire nuovi impianti.

Jingold, migliorano le quotazionipur in un’annata difficile

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Sono il cavolfiore, la fragola, lapatata, il radicchio (di Treviso edi Chioggia), la lattuga, la barba-bietola rossa, la carota e la cipol-la, gli ortaggi che secondo gliesperti hanno le maggiori proba-bilità di successo di coltivazionein Alto Adige. Questi dati sono ilrisultato dell’elaborazione di que-stionari compilati dagli espertidel Bauernbund (l’Unione Agri-coltori e Coltivatori Diretti Sudti-rolesi) e da specialisti del settoreagricolo, che si sono incontrati direcente al Centro di Sperimenta-zione Laimburg nell’ambito delprogetto Vegemont.Finanziato dal Fondo Europeo diSviluppo Regionale (Fesr), avvia-to all’inizio del 2012, con una du-rata di quattro anni, Vegemont sipone l’obiettivo di promuovere lacoltivazione di ortaggi nelle zonemontane e di mettere a disposi-zione degli agricoltori informa-zioni sui tempi di raccolta e sullepossibilità di coltivazione.Nello specifico il progetto, com-binando numerosi dati climaticie topografici, cercherà di svilup-pare un modello razionale chevaluti quale luogo è più adatto al-

la coltivazione di alcuni prodottiorticoli. Ad esempio, come spie-ga il dottor Falk-Juri Knauft, col-laboratore del progetto: “Nel rigo-roso modello scientifico utilizza-to si considera il totale dell’ener-gia disponibile per un certo ap-pezzamento e lo si combina conil fabbisogno dei singoli ortaggi.Il cavolfiore, per esempio, ci met-te 80 giorni dall’impianto allaraccolta. Potrà perciò essere colti-vato soltanto in quelle zone cheoffrono sufficiente energia inquest’arco temporale”.Alla fine tutti i dati ricavati ver-ranno assemblati nella carta del-le aree di coltivazione e sarannopoi messi a disposizione degliagricoltori, dei consulenti e degliaddetti al marketing, che potran-no così prendere delle decisionipiù mirate. I prodotti orticoli col-tivati nelle zone montane hannoun vantaggio in più rispetto aquelli delle aree di coltivazione

abituali, poiché la loro raccoltaavviene più tardi.Inizio delle prove di coltivazioneSi inizierà con la coltivazione dicavolfiori, radicchio e fragole inappezzamenti selezionati, dislo-cati in tutta la provincia,fra i 600e 1.700 metri di altitudine. Sem-pre secondo il dottor Knauft: “Nelcorso dei prossimi anni osserve-remo i trend di crescita dei tre or-taggi che verranno correlati congli indici dei modelli scientifici,in modo da poter essere confron-tati”.Tutti i dati raccolti costitui-ranno la base per una valutazio-ne ottimale sul tipo di coltivazio-ne da intraprendere in un deter-minato terreno.Secondo gli ultimi dati fornitidalla Provincia Autonoma di Bol-zano nella Relazione Agraria eForestale 2011 pubblicata pochigiorni fa, la superficie coltivataad ortaggi in Alto Adige nel 2011è stata di 272 ettari, inoltre sonostate raccolte 11 mila tonnellatedi ortaggi, tra i quali 5.700 ton-nellate di patate, 2.420 tonnellatedi cavolfiori, 1.730 tonnellate dibarbabietole e oltre 600 tonnella-te di radicchio. ●

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La quantità di agrumi siciliani destinata alla tra-sformazione industriale nel corso dell’ultimo ven-tennio è notevolmente aumentata, in relazione alledifficoltà crescenti di collocamento sul mercato delprodotto fresco, ma anche al progressivo aumentodella domanda di alcuni derivati, tra i quali i succhidi arancia rossa. L’interesse del mercato per derivati agrumari evi-denzia come lo sviluppo dell'industria di trasfor-mazione degli agrumi possa contribuire a rilancia-re l’economia e l’occupazione in Sicilia. Per soste-nere questa tendenza occorre favorire la creazionedi un patto che coinvolga le imprese operanti neidiversi segmenti della filiera agrumicola e i sogget-ti pubblici e privati impegnati nel campo della ri-

cerca e dell’innovazio-ne, al fine di potenzia-re il grado di integra-zione e per svilupparenuovi prodotti capacidi soddisfare le esigen-ze dei consumatori. Questi argomenti sono stati discussi nell’incontrodel 25 maggio presso il Consiglio per la Ricerca e laSperimentazione in Agricoltura - Centro di Ricercaper l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee(CRA-ACM) di Acireale, che ha previsto, nella primaparte, l’inaugurazione del nuovo padiglione tecno-logico del “Centro di Testing per l’Industria dei De-rivati Agrumari”.

In netto incremento la quota di agrumi siciliani destinata alla trasformazione

Non solo mele: l’Alto Adige “cura”cavolfiore, lattuga, patata, carota

Per gli esperti sono gliortaggi potenzialmente

più prolifici nella regione

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Soddisfazione per l’elezione diMarco Salvi a presidente nazio-nale di Fruitimprese “la cui no-mina abbiamo tutti ampiamentecaldeggiato”; sostegno deciso alleiniziative degli Organismi inter-professionali per governare l’of-ferta di pesche-nettarine e di pe-re; applicazione dell’articolo 62del decreto Liberalizzazioni.Questi i punti principali della re-lazione di Giancarlo Minguzzi al-l’assemblea regionale di Fruitim-prese, l’associazione che riuniscele imprese private dell’ortofruttadell’Emilia-Romagna, che lavora-no 1 milione di tonnellate di pro-dotto all’anno, per 700 milioni difatturato e il 60% di export. Minguzzi ha commentato con fa-vore anche l’avvio della stagionedi pesche e nettarine “iniziatacon il prodotto del Sud che nonha trovato all’estero la solita forteconcorrenza del prodotto spagno-lo grazie alla scarsa produzionenelle zone di Siviglia e Murcia;quindi i prezzi sono almeno 20centesimi al chilo superiori alloscorso anno nello stesso periodo.Ci aspettiamo una riduzione deiprezzi nelle prossime settimane,ma la superiore qualità che notoesserci già da ora mi rende cauta-mente ottimista”.Venendo al quadro generale ma-croeconomico, “la situazione nel-la quale ci troviamo ad operare, èpesante. La crisi europea deter-mina disoccupazione, impoveri-mento generalizzato delle fami-glie e penalizza i beni che nonsiano di stretta necessità. Permolti consumatori la qualità di-viene un lusso che non possonopermettersi. Nei Mercati europei,tradizionali sbocchi delle nostreesportazioni, ulteriori rilevantiquote di mercato si sono spostatedal segmento della qualità a quel-lo del minor costo. E ciò è avve-nuto in un mercato già caratte-rizzato da un eccesso di produzio-

ne ove la dinamica domanda-of-ferta spinge da molti anni i prez-zi al ribasso”.Viviamo il paradosso, dice Min-guzzi, “di sentir parlare, da un la-to, continuamente di qualità del-le produzioni e vedere, dall’altro,messa in atto una sorta di sele-zione rovesciata che consentesbocchi di mercato solo ai pro-

dotti più scadenti”. Questa situa-zione non può essere fronteggia-ta dalle singole imprese, ma deveessere governata a livello sovra-nazionale con interventi struttu-rali che attuino una seria pro-grammazione: “Lo sforzo delle as-sociazioni di settore si deve in-centrare su questo obiettivo: sol-lecitare la Comunità a prendere inecessari provvedimenti”.Quanto al problema dei proble-mi, il governo dell’offerta, Min-guzzi vede con favore la recentedeterminazione dell’OI per pe-sche e nettarine che ha dispostodi non immettere sul mercato laseconda categoria, ammettere icalibri D solo fino al primo giu-gno e il C solo fino alla metà del-la campagna. “Nel momento incui la decisione dell’OI sarà rati-

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Minguzzi: governare l’offerta ed elevare la qualità dell’export

All’assemblea di Fruitimprese Emilia Romagnail presidente ha analizzato i punti deboli del settore.Nel complesso positivo l’avvio della campagna estiva

L’Italia esporta (leggermente) di più ma a prezzi inferiori del 2011.Nei primi tre mesi del 2012 sono aumentati i flussi di esportazione ediminuiti quelli in import. In valore, rileva però Fruitimprese,segno negativo sia in export che in import. Il saldo è di circa 332milioni di euro con un incremento del 2,5% rispetto allo stessoperiodo del 2011. Complessivamente nel primo trimestre l’Italia havenduto all’estero poco più di 1 milione di tonnellate (+1,1%) perun valore di 995 milioni di euro (-7,9%).In aumento i flussi di ortaggi (+3,6%), frutta fresca (+4,6%) e fruttasecca (+7,8%); in flessione gli agrumi (-9,9%). In valore segno nega-tivo per tutti i comparti ad eccezione della frutta secca che ha fattoregistrare un incremento del 27,3%.Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 820mila tonnellate di ortofrutticoli (-4,3%) per un valore di 660 milionidi euro, con un calo del 12,4%. Tra i singoli comparti incremento involume solo per gli agrumi (+37,1%); per gli altri andamento nega-tivo: ortaggi (-6,6%), frutta fresca (-12,3%), frutta secca (-20,9%) efrutta tropicale (-6,5%). Anche in valore segno negativo per tutti icomparti ad eccezione degli agrumi (+22,3%).

Esportazioni: volumi stabili nel primo trimestrecalano i prezzi (tranne che per la frutta secca)

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

ficata dal Governo e sarà designa-to chi è preposto ai controlli, lastessa assumerà forza di legge esarà possibile segnalare chi vio-lando le comuni disposizionidanneggia l’intero comparto”.Nella stessa importante direzioneva l’impegno per la costituzionedell’OI Pera. Il progetto sta proce-dendo verso il traguardo della co-stituzione formale. L’ambito ter-ritoriale, con buona probabilità,comprenderà l’Emilia-Romagna,che rappresenta il 65% della pro-duzione nazionale, il Veneto, laLombardia ed il Piemonte. L’o-biettivo è quello di rendere ope-rativo l’OI Pera fin dalla prossi-ma campagna di commercializ-zazione. “Il primo compito che l’OI Peradovrà svolgere e quello di rilevare

superfici e quantità prodotte.Sembra incredibile, ma nono-stante la diffusione esponenzialedi tecnologie informatiche e del-l’informazione, il tanto decanta-to Sistema Italia non sa cosa equanto produce. Speriamo, co-munque, che questo primo obiet-tivo sia raggiunto nel minor tem-po possibile. In ogni caso, restoconvinto che il vero salto di qua-lità potrà farsi solo quando sistrutturerà un efficiente coordi-namento commerciale che potràinterloquire ad armi pari con laGdo”.Nonostante queste lodevoli ini-ziative, la situazione resta diffici-le. “Questa non è una semplicecrisi congiunturale, ma un nuovoscenario. C’è un nuovo mercatocon il quale bisogna confrontarsi

e per ottenere risultati non è pos-sibile intervenire sui costi o suiricavi né tantomeno stare adaspettare che la crisi finisca. E’nostro dovere trasformare la pa-rola crisi in opportunità. Una diqueste, penso sia offerta dai mer-cati di oltremare; in particolarequelli dei Paesi BRIC che debbo-no essere serviti con prodotti as-solutamente affidabili. Per farequesto, sia nel nostro gruppo as-sociativo, sia come singole im-prese dobbiamo essere dei puntidi riferimento”.I recenti riconoscimenti del mi-nistro Catania verso il sistemadelle imprese private dell’orto-frutta ci spronano, conclude Min-guzzi, a continuare ad operarenella consapevolezza del nostrovalore. ●

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Il presidente uscente di OrtofruttaItalia, Ottavio Guala, espressione delcommercio, ha passato la mano dell’or-ganismo interprofessionale a NazarioBattelli (foto) rappresentante della parteagricola, già vicepresidente dell’O.I. “Ho stretto i tempi per arrivare alrinnovo delle cariche perché ritengoche l’Oi trarrà beneficio dall’avere una presiden-za affidata al mondo produttivo nel momento incui al Mipaaf è insediato un Ministro competentecome Mario Catania”, spiegava Guala alla vigiliadel Cda del 26 giugno che avrebbe sancito i nuovivertici. “In questi tre anni Ortofrutta Italia ha raggiuntoalcuni dei risultati che si era prefissata ma sonoindubbiamente state tante le occasioni non sfrut-tate perché alcune componenti non l’hannosostenuta adeguatamente”, dice Guala. “L’abban-dono del tavolo da parte della grande distribuzio-ne, dopo la pubblicazione dell’articolo 62 del De-creto Salva Italia è stato uno dei momenti menoedificanti mentre la produzione non ha dato ilmassimo…”.L’approvazione del contratto tipo di filiera e l’ac-cordo su pesche e nettarine sono invece stati por-tati a casa; manca tuttavia la ratifica ministeriale“particolarmente importante per l’intesa sulledrupacee, visto che i produttori attendono di po-tersi avvalere di questo importante strumento perla campagna in corso”, commenta il presidente

uscente. Che, per il futuro, si auguravengano conferiti maggiori poteriall’organismo attraverso uncambiamento dello Statuto da parte delMinistero.“Auspico un interesse diverso da partedi Coldiretti, Cia e Confagricoltura edun reale interessamente al cambiamen-

to per dare più appeal e valore all’ortofrutta; spe-ro che ciò potrà realizzarsi con la nuovagovernance dell’organismo”. Guala in ogni caso tiene a “ringraziare per il con-tributo e l’attenzione il consiglio, a partire daidue vice: lo stesso Battelli e Antonio Schiavelli.“Sono molto onorato per la fiducia unanime chemi è stata rivolta da tutte le rappresentanze chepartecipano all’O.I - ha dichiarato il neoPresidente -. In un periodo di crisi e di difficoltàcome quello che stiamo vivendo, dare un segnaledi compattezza e di coesione è senza dubbio unfatto estremamente positivo. Da parte mia e delConsiglio che mi onoro di presiedere si confermatutto l’impegno e la volontà di dare seguito e disviluppare le iniziative già intraprese dal mioamico Ottavio Guala, tese a dare il giusto ruoloalla nostra Organizzazione."Battelli, 55enne romagnolo imprenditore agrico-lo, collabora con la Confederazione italiana agri-coltori nazionale per conto della quale segue lepolitiche economiche e le relazioniinterprofessionali. (M.Ald.)

Ortofrutta Italia, Guala si fa da parte e passa la mano a Nazario Battelli«Ora serve un organismo interprofessionale più forte e partecipato»

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uti Cesena, 26-28 settembre 2012

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MACFRUT (Cesena 26-28 settem-bre 2012) è veramente la rassegnadell’intera filiera ortofrutticola (dalcampo alla tavola).Già, perché oltre ad essere “LA”manifestazione fieristica in cui sipossono vedere i vari comparti checompongono questo settore che“vale” oltre 20 miliardi di Euro di fat-turato, si tiene a Cesena, che è inEmilia Romagna, una delle zoneeuropee più vocate all’ortofrutticol-tura di qualità.Ma non solo, perché a Cesena c’èquel vastissimo indotto che ha aiu-tato a realizzare le eccellenze pro-duttive e la grande qualità con cui iprodotti ortofrutticoli (quelli freschie quelli trasformati) arrivano al con-sumatore italiano ed estero: vivaistie sementieri, strutture per la lavora-zione (dal fresco alla IV e V gam-ma, al surgelato), trasporto frigocompongono questa realtà di filie-ra. E a proposito di aziende di sup-porto ecco chi costruisce attrezza-ture e macchinari su misura e chia-vi in mano. Si tratta di macchinariad altissimo contenuto hi-tech, co-me calibratrici-selezionatrici delmaturo, confezionatrici ecocompa-tibili, lavorazioni di cartone, plasticae legno per contenitori. In una pa-rola, a MACFRUT si ammiranomacchine e prodotti, ma appenafuori si vedono le stesse attrezzatu-re in azione nei vari momenti dellafiliera. In più, MACFRUT contribui-sce e partecipa alla cultura di unmiglior stile di vita.Tutto questo fa della rassegna diCesena Fiera una manifestazioneassai apprezzata, tanto che unadelle richieste di operatori esteri piùpresente in questa fase di prepara-zione e di contatti, è proprio la pro-

secuzione delle visite in imprese lo-cali, che Macfrut avviò due edizionifa. Una importanza che cresce, senzascalfire minimamente l’altra grandeesigenza - ormai un “classico” dellamostra ortofrutticola internazionale- ovvero quegli incontri B2B che av-vengono fra aziende italiane e ope-ratori e imprese estere, coordinatiin base alle esigenze in entrata e inuscita espresse prima dai protago-nisti e che consentono un impor-tante approccio fra domanda e of-ferta “mirate”.Non a caso l’edizione 2012 dellarassegna “lancia” lo slogan: MAC-FRUT E’ IL PIANETA VERDE DELBUSINESS ORTOFRUTTICOLO.Inoltre va sottolineato che l’interes-se per Macfrut 2012 si è percepitoall’estero durante le ultime trasfertedella rassegna, che ha scelto la for-mula di incontrare operatori, Asso-ciazioni ed istituzioni di alcuni Pae-si dell’Est al di fuori di spazi espo-sitivi, in un confronto in esclusivaper ricevere proposte e richieste,esigenze e bisogni di importanti

realtà economiche.Un altro “indicatore” dell’interesse èvenuto dalle adesioni degli esposi-tori del settore che sono pervenuteincessantemente ogni giorno, conle conferme delle principali azien-de, leader dei vari comparti, con di-verse richieste di aumenti dell’areaespositiva. Macfrut propone un ulteriore “plus”che lo rende irrinunciabile per il set-tore: una convegnistica di alto livel-lo (con l’apporto di molti esperti edoperatori esteri, oltre che dei ricer-catori di prestigiosi Istituti ed Uni-versità). Da sottolineare che que-st’anno si terrà un rilevante incon-tro sui consumi ortofrutticoli cheanalizzerà i dati dell’Osservatoriodei consumi ortofrutticoli delle fami-glie italiane di Macfrut, un preziosostrumento di cui Cesena Fiera si èdotata come servizio ad operatori eimprese.Infine, da segnarsi in agenda chel’edizione 2012 avrà una anteprimadi grandissima risonanza mondiale,in quanto martedì 25 settembre, laSala Europa ospiterà il Simposiointernazionale della fragola con lapartecipazione dei più importanti ri-cercatori e scienziati internazionaliche si dedicano a questo vegetale.Ritorna anche nel 2012 l’OSCARMacfrut per l’innovazione, un modoper porre all’attenzione del mondoortofrutticolo (e non solo) quellenovità e realizzazioni (già presentisul mercato e/o commercializzate)che riguardano le quattro categoriedelle macchine e delle tecnologieper selezione e confezionamento, ilpackaging e i materiali d’imballag-gio, le sementi e i prodotti ortofrut-ticoli freschi, per chiudere con ilcomparto della logistica e servizi.

MACFRUT, il pianeta verdedel business ortofrutticolo

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Integrazione avvenuta. In seguitoalla firma da parte dei presidentedelle due unioni nazionali del-l’atto notarile di fusione e conl’approvazione dello statuto dellanuova Unione Nazionale deno-minata Italia Ortofrutta, avvenu-ta nel corso dell’assembleastraordinaria tenutasi a Roma il 6giugno, si è completato il proces-so di unificazione tra Uiapoa eUnacoa. “Il nuovo soggetto - ha ricordatonell’occasione il presidente diItalia Ortofrutta Ibrahim Saadeh -conta su una compagine associa-tiva di 133 organizzazioni di pro-duttori dislocate sull’intero terri-torio nazionale dedite alla pro-duzione e commercializzazionedi tutte le eccellenze ortofruttico-le del Made in Italy per oltre6.100.000 tonnellate di produzio-ne e per un valore superiore ad1,7 miliardi di euro e rappresentatra il 15 e il 20% della produzionevendibile ortofrutticola naziona-le e oltre il 35% di quella del si-stema organizzato”. “Si è concluso un processo di in-tegrazione ispirato al persegui-mento dell’obiettivo di semplifi-cazione della rappresentanza edal rafforzamento della tutela del-le Organizzazioni dei produttoriassociate”.

In sintonia con il presidente, ilvicepresidente vicario CarmeloVazzana afferma che Italia Orto-frutta rappresenta una prima ri-sposta, da tempo attesa, rispettoalla frammentazione della rap-presentanza all’interno del pano-rama ortofrutticolo nazionaleche oggi tuttavia potrà disporredi uno strumento più efficace peraffrontare le problematiche delcomparto ortofrutticolo. “Siamo consapevoli - la conclu-sione del presidente Ibrahim Saa-deh - che il progetto di unifica-zione delle nostre due Unioninon è di per sé sufficiente, e tan-to meno risolutivo per la gravecrisi del nostro settore e per i tan-ti problemi che lo attanagliano,per questo ci auguriamo che ilnostro progetto possa servire daincentivo e stimolo per altre nuo-ve iniziative”. Ci rendiamo dispo-nibili fin da ora - e sarà un nostropreciso impegno - a continuaregli sforzi per cercare nuove con-vergenze ed ulteriori nuove ipote-si di aggregazione (mi riferiscoalle altre forme di rappresentan-za sia cooperative sia private). Iltutto nella convinzione che unapiù forte e semplificata rappre-sentanza costituisca un valore ag-giunto non solo per i nostri soci,ma per tutta la filiera”. ●

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Uiapoa-UnacoaVia libera alla fusione

Ufficializzata l’integrazione delle due Unioni da cui nasceItalia Ortofrutta, presieduta da Ibrahim Saadeh:

133 Op rappresentate, oltre 6 milioni di tonnellate prodotte

Confermato presidente dell’U-naproa per i prossimi treanni, Ambrogio De Ponti trac-cia in una intervista realizzatada Agra Press il suo program-ma di lavoro e analizza le que-stioni salienti che in questafase riguardano l’ortofrutta.De Ponti ha anticipato la nuo-va missione di Unaproa chetiene conto dei notevoli cam-biamenti in atto, a cominciaredall’articolo 62 del decreto li-beralizzazioni: “Se da un latodobbiamo essere ancora piùbravi di quanto in effetti giàsiamo nel seguire le nostre Opnei loro problemi quotidiani,dall’altro lato dobbiamo dareconcrete ed immediate rispo-ste ai nuovi bisogni che sistanno facendo pressanti”. Ilpresidente di Unaproa delineaquindi le aree di interventonel dettaglio: “L’ap-plicazione dell’art.62 del decreto leggesulle liberalizzazio-ni cambierà irapporti all’internodella filiera più diquanto molti hannoin effetti compreso”.L’Unaproa lavoreràinoltre sui rapporti con il cre-dito “utilizzando - continua DePonti - tutti gli strumenti pub-blici e privati che già esistonoo che possono essere attivativelocemente. Occorre inoltreaiutare i nostri soci, incollaborazione con le aziendeproduttrici di agro farmaci, adottenere pari opportunità diutilizzo dei mezzi di difesa del-le colture rispetto ai nostriconcorrenti europei. Anchel’annoso problema degliimballaggi deve essere affron-tato in modo, vorrei dire, defi-nitivo. Infine servonomaggiori aggregazioni delsistema ortofrutticolo,soprattutto nel Mezzogiorno”.

E Unaproa confermaDe Ponti: tante sfide

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Il 2011 si è chiuso con un sensibi-le incremento dei volumi di ven-dita per il Gruppo Apo Conerpo:nonostante il difficile scenarioeconomico, insieme alle sue fi-liali Alegra, Naturitalia e Valfrut-ta Fresco ha collocato sul merca-to 1.100.000 tonnellate di prodot-ti, con un incremento del 18% ri-spetto all’anno precedente. Il vo-lume d’affari aggregato del Grup-po ha raggiunto i 702 milioni dieuro, registrando un aumento del4,6% rispetto ai 671 milioni del2010, mentre il patrimonio nettoha mostrato un lieve incrementoattestandosi sui 26,6 milioni dieuro.“Sul fronte degli investimentispecifici destinati allo sviluppodelle imprese associate - ha di-chiarato il riconfermato presi-dente Davide Vernocchi - nel2011 abbiamo potenziato l’appo-sito Programma Operativo inve-stendo complessivamente quasi63 milioni di euro: 5,5 milionidestinati alla pianificazione del-la produzione e dell’offerta, 14,4milioni indirizzati al migliora-mento della qualità dei prodotti,6,8 milioni destinati all’incre-mento del valore commercialedei prodotti, 15 milioni per lapromozione delle produzioni fre-sche e trasformate, 14,6 milioniper le misure ambientali, 6,4 mi-lioni destinati alla prevenzione egestione delle crisi. Per quantoconcerne quest’ultimo aspetto,l’annata 2011 ha purtroppo con-fermato che gli strumenti ordina-ri hanno un’efficacia limitata difronte a gravi crisi di mercato”.“Apo Conerpo - ha proseguito ilpresidente - si è attivata affinchévengano introdotte altre misuredi difesa del reddito degli agricol-tori, rendendo operative polizzeassicurative e fondi mutualisticigestiti direttamente dalle Op.Contemporaneamente, è auspi-cabile che in ambito di revisione

del Regolamento comunitariovengano individuati anche stru-menti straordinari per la difesadei prodotti oggetto di gravi crisisull’esempio di quanto realizzatoper arginare i danni provocatidall’emergenza Escherichia Coli”.“Abbiamo registrato notevoli dif-ferenze tra la prima e la secondapare dell’anno - ha affermato ildirettore generale Gabriele Chie-sa -. Nei primi cinque mesi, afronte di una lieve diminuzionedei volumi venduti (-3,3%), il fat-turato è aumentato sensibilmen-te (+22%) rispetto all’anno pre-cedente. Al contrario, da giugnoa dicembre, il volume d’affari ècalato dell’11% nonostante l’in-cremento (+4,8%) dei quantitati-vi commercializzati. La prima epiù grave conseguenza di unacampagna così difficile è stata lacontrazione del fatturato delgruppo nel segmento del fresco,che nel complesso non ha con-

sentito anche al nostro Gruppo digarantire una adeguata redditi-vità alle aziende agricole. Difronte a questa situazione sonostate avviate diverse iniziativequali la riduzione dei costi difunzionamento, l’aumento degliinvestimenti nella ricerca e inno-vazione, l’incremento delle ven-dite alle industrie di trasforma-zione e la ricerca di nuovi merca-ti, la promozione di aggregazionie sinergie per creare reti con lealtre imprese del settore, il con-solidamento patrimoniale”. La destinazione dell’utile del2010 ad aumento gratuito del ca-pitale sociale ed alle riserve indi-visibili unitamente al risultatocomunque positivo conseguitonel 2011 hanno consentito di con-solidare ad oltre 26,6 milioni dieuro il patrimonio netto di ApoConerpo il cui prodotto di puntarimangono le pere con un’offertadi quasi 225.000 tonnellate. ●

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Apo Conerpo contiene i costi 2011 difficile ma non negativo

Il Gruppo ha collocato sul mercato 1,1 milioni di tonnellatedi prodotto, il 18% in più del 2010. Andamento difforme

tra primo e secondo semestre. Vernocchi rimane presidente

Produttori associati 7.000Cooperative socie 45Superficie coltivata (Ettari) 32.800Produzione conferita (Ton) 1.172.000Frutta 481.000Ortaggi e patate 691.000

Volume d’affari (Milioni euro) 702 Grande Distribuzione italiana 116Export 104Industria di trasformazione 93Plusvalore del trasformato 300Mercato tradizionale 89

Patrimonio netto (Milioni euro) 26,6

Apo Conerpo in cifre

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

Nel corso dell’anno Terremerseorganizza numerosi incontri for-mativi e informativi rivolti agliimprenditori agricoli. Uno deipiù recenti è stato quello sullenuove varietà di albicocche, pe-sche, nettarine e susine, illustrateper l’occasione da Stefano Foschi,tecnico frutticolo del Crpv. Molte le interessanti indicazioniemerse dalla relazione di Foschi.Per quanto riguarda pesche e net-tarine, fra le colture che in questiultimi anni hanno registrato imaggiori problemi di mercato,attualmente la grande maggio-ranza delle nuove varietà intro-dotte presenta un gusto dolce osub-acido, tipo Big Top, molto di-verso dal gusto acidulo della va-rietà tradizionale, tipo Stark RedGold. Indagini sui gusti dei con-sumatori hanno evidenziato chel’87% predilige le pesche dolci osub-acide, ma non ha la possibi-

lità di individuarle sul banco delfruttivendolo o della grande di-stribuzione. Il rischio concreto èquindi quello di deludere le atte-se del consumatore che, ad esem-pio, dopo avere acquistato e con-sumato Big Top, acquista e consu-ma Nectaross, senz’altro buonama con un equilibrio tra zucche-ri e acidità completamente diver-

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Drupacee al vaglio di Terremerse

Le principali varietà di albicocche, pesche, nettarine e susi-ne al centro di un incontro formativo in cui Stefano Foschi

del Crpv ha analizzato il trend delle diverse cultivar

L’esercizio 2011 di Terremersesi è concluso con risultatiparticolarmente lusinghieri:• il fatturato ha avuto un in-cremento del 18%, passandoda 131 a 155,6 milioni di eu-ro;• il Cash flow è stato di 8,2milioni di euro;• sono stati realizzati accan-tonamenti prudenziali, prorischi commerciali e di mer-cato, per 1,5 milioni di euro;• il volume degli accantona-menti realizzati comprimel’Ebit, il reddito operativo,che si attesta a 2,5 milioni dieuro;• all’assemblea dei soci delmese di giugno è stato propo-sto di portare a riserva unutile di 500.000 euro; importogià al netto del sostegno datoai soci in una congiuntura dimercato difficile, delle liqui-dazioni per i conferimenti edei prezzi di cessione diagroforniture, corrispondentialla mission di valorizzazio-ne mutualistica propria dellacooperativa;• con l’accantonamento a ri-serva dell’utile citato e l’im-portante contrazione del de-bito finanziario (da 40 milio-ni di euro del 2010 a 35milioni di euro del 2011), ilpatrimonio netto diTerremerse eguaglierà l’inde-bitamento finanziario, chiu-dendo così una fase storicadifficile, di insufficiente dota-zione di mezzi propri a fron-te del ritmo di crescita soste-nuto che la società ha realiz-zato negli ultimi anni. Fortedei risultati conseguiti nel2011, Terremerse sta ora rita-rando gli obiettivi del PianoTriennale, rilanciandol’impegno alla crescita siadella mutualità verso soci, siadell’attività sul territorio na-zionale e internazionale.

Bilancio lusinghieroFatturato su del 18%

ProduzioneOrtofrutta Estiva 300.000 qlOrtofrutta Invernale 200.000 qlPatate e Cipolle 100.000 qlOrticole da Industria 140.000 qlPomodoro da Industria 1.250.000 ql

Fatturato 43.000.000 di euro

Capacità frigoriferaLevezzola 150.000 qlFaenza 80.000 qlMezzano 22.000 qlImola 10.000 ql

Principali aree produttiveEmilia Romagna, Basilicata, Lazio

I dati dell’ortofrutta di Terremerse nel 2011

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

so. Le piante di drupacee distri-buite dai vivaisti nel 2011 sonostate 815.394, di cui il 33% albi-cocche, 45% nettarine gialle e12,5% pesche gialle. Da rimarcare la crescita delle al-bicocche, che stanno invadendo iterreni e le epoche di raccoltache in Romagna erano dominioesclusivo delle nettarine. Infatti,la varietà maggiormente piantatanel 2011 è la tardiva Farbaly (+35rispetto a Kioto) con 40 milapiante, seguita da Faralia (+16)con 32 mila.La tendenza della ricerca per lealbicocche è verso la colorazionearanciata-rossa dei frutti e sullabuona pezzatura. Le pesche gialle più impiantatenel 2011 sono quelle del gruppoRoyal, con leader Royal Summercon 25 mila astoni. L’elenco va-rietale è iniziato con Bordò, frut-to della ricerca di Terremerse,che matura 26 giorni prima di Ri-ch Lady ed è terminato con Co-rindon (+50 rispetto a RichMay).Le novità in corso di valutazionesono Sagittaria, che matura inepoca Rich May, e Lami Dolza2(+14) subacida dolce come la La-mi Dolza3 (+19).Per quanto riguarda le nettarinegialle, la parte del leone negli im-pianti 2011 è sempre rappresenta-ta da Big Top, con ben 105 milaastoni, seguita a distanza da Ro-magna Big con 60 mila piante. Ilrepertorio varietale è iniziatocon Big Bang (-16 rispetto a BigTop) ed è terminato con Roma-gna Giant (+35), senza soffer-marsi più di tanto su quelle anco-ra più tardive. Foschi ha evidenziato anche il la-voro di ricerca di Terremerse cheha selezionato le varietà Rebus028 (-16), Rebus 038 (+5) e Rebus195 (+19).Sul susino è stato evidenziatol’ampliamento sconsiderato dellesuperfici di Angeleno e segnala-re, fra le recenti selezioni cino-giapponesi, Bra Rossa (-14 da Shi-ro), Dofi Sandra (-4 da Shiro),Afrodite (+22) e Bra Gialla(+50). ●

Bilancio in chiaroscuro per Apo-fruit Italia. L’assemblea dei dele-gati della cooperativa romagnolaha approvato a metà giugno ilconsuntivo relativo all’eserciziodi gestione chiuso al 31 dicembre2011. I ricavi delle vendite di or-tofrutta evidenziano un calo del4% passando dai 170 milioni del2010 ai 164 milioni del 2011, purin presenza di un aumento dellequantità collocatesul mercato.I quantitativi sonoinfatti incrementatidalle 202.000 ton-nellate del 2010 alle217.000 tonnellatedel 2011, siglando,dunque, un aumen-to pari al +7,4%.L’utile di gestione èstato pari a 180.000euro. Il fatturatoconsolidato (la coo-perativa consolidauna serie di societàoperanti nel settoreortofrutticolo tra cui le più im-portanti sono Canova e Mediter-raneo Group) evidenzia un valo-re delle produzione di 224 milio-ni di euro, in calo del 9% rispettoai 246 milioni del 2010. Il patri-monio netto raggiunge i 103 mi-lioni di euro, che pongono Apo-fruit tra le imprese più solide delsettore. Il 92% delle quantità lavo-rate dalla cooperativa è conferitodai soci produttori mentre il re-stante 8% è frutto di acquisti,principalmente prodotto biologi-co che integra le produzioni deisoci.“L’annata 2011 - evidenzia il pre-sidente di Apofruit Italia MircoZanotti (nella foto) - è stata certa-

mente una delle più difficili de-gli ultimi anni, caratterizzataprincipalmente da una produzio-ne più abbondante in molte spe-cie alla quale, però, ha corrispo-sto un generalizzato calo dei con-sumi. I dati del nostro bilancione sono la testimonianza più evi-dente: maggiori quantità conferi-te, meno fatturato e dunque, dicontro, meno liquidazione ai so-

ci. Continua daparte della coope-rativa il massimoimpegno per tra-sferire ai nostri so-ci il massimo dellerisorse disponibilie metteremo in at-to ogni possibilestrategia per soste-nere la produzio-ne”. Del gruppo Apo-fruit oltre alla coo-perativa ApofruitItalia che presidiail conferimento e

associa 3.800 produttori, conta 12stabilimenti sul territorio nazio-nale, occupa 180 dipendenti fissie 2.050 stagionali - fanno parteMediterraneo Group srl consorti-le, braccio commerciale per ipartner, Canova srl, trading per ilbiologico, che controlla altrequattro imprese specialiste nelsettore del bio e Almaverde BioItalia Srl consortile, strumentoper la politica di marca nel bio-logico. Ogni impresa ha una propria au-tonomia operativa e gestionale,ma tutte rispondono alle stesselogiche strategiche e all’obiettivoprimario di valorizzare la produ-zione dei soci. ●

G i u g n o 201246 www.corriereortofrutticolo.it

Apofruit: più vendite,ricavi in flessione

Raccolti abbondanti, consumi modesti: così il presidenteMirco Zanotti spiega i dati di bilancio

e la minore remunerazione assicurata ai soci

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Mentre in altri Paesi il normaltrade, ossia il sistema “mercati al-l’ingrosso-mercati al dettaglio”, èoggetto di studio e di attenzionecome valida alternativa alla gran-de distribuzione, da noi è scarsa-mente considerato soprattutto daparte delle pubbliche istituzioni. Nel nostro Paese non si conoscenemmeno il numero di mercatiall’ingrosso esistenti e assai lacu-nose sono le informazioni con-cernenti il volume dei prodottiche passano attraverso questestrutture. Per non parlare deimercati al dettaglio di cui si igno-ra addirittura l’esistenza.In realtà il canale mercati all’in-grosso-mercati al dettaglio dasempre rappresenta uno stru-mento fondamentale per l’ap-provvigionamento dei centri ur-bani soprattutto di prodotti fre-schi e tipici del territorio. In par-ticolare i mercati al dettaglio co-stituiscono una grandissima at-trazione per quanti abitano nel

centro urbano ed anche per i tu-risti come ben dimostrano, adesempio, le bellissime strutturedi Barcellona o di Londra.In sostanza i mercati al dettagliorappresentano da sempre il logi-co completamento dei mercati al-l’ingrosso. Per contribuire ad il-luminare questo particolare estrategico canale distributivo In-dis Unioncamere, Borsa Merci Te-lematica Italiana e Andmi (Asso-ciazione Nazionale DirettoriMercati all’Ingrosso) hanno rite-nuto utile riunire in una specifi-

ca pubblicazione notizie edinformazioni riguardanti “Ilmondo dei mercati e dei prodottiagroalimentari”. È interessantesfogliare questa pubblicazioneper rendersi conto della fram-mentarietà del settore, dellamancanza di coordinamento frale diverse iniziative e della pro-gressiva perdita di interesse daparte delle pubbliche istituzioni.Anche una rapida scorsa ai dati ealle informazioni fa chiaramenteconstatare come il nostro Paeseha sì il pregio della diversità de-gli ambienti e delle produzionima anche il difetto della scarsis-sima “visione d’insieme”.Ma, come precisa il Presidentedell’IndisAndrea Zanlari nellapresentazione “è possibile co-struire un processo innovativo at-traverso la filiera delle produzio-ni tipiche locali che trova nel ca-nale normal trade un importantestrumento di qualificazione e va-lorizzazione”. ●

G i u g n o 201248 www.corriereortofrutticolo.it

Guida ai MercatiCurata da Indis e Andmi,“fotografa” la variegata e

complessa realtà nazionale

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CorriereOrtofrutticolo FRIGOCONSERVAZIONEA

Nuove prospettive per la conser-vazione delle mele in Trentino.Livio Fadanelli (foto nel riqua-dro), responsabile dell'UnitàFrutteto Sperimentale e Frigo-conservazione dell’Istituto agra-rio di San Michele all’Adige (chegestisce 1.200 celle per 5,5 milio-ni di tonnellate di pomacee) sot-tolinea che l’annata melicola èandata bene; la commercializza-zione potrà spingersi sino ad ago-sto-settembre, quindi a un annodagli stacchi dalle piante grazieal fatto che la raccolta 2011 è sta-ta ottimale. Una delle sfide, spie-ga Fadanelli, è quella di “ottimiz-zare i tempi di conservazione infunzione del prodotto da conser-vare”. “Il mercato risente dellacrisi, in pochi fanno investimen-ti anche se ce ne sarebbe grandebisogno per migliorare il merca-to della frutta. Penso alla situa-zione di pere e pesche che po-trebbero durare molto di più seadeguatamente conservate”. Il settore della frigoconservazio-ne è comunque in difficoltà: “C’èstanchezza del mercato. Se non cifosse l’estero molte ditte del set-tore farebbero la fame. Eppure inItalia bisognerebbe mettere ma-no a molte situazioni, soprattuttoin determinate aree dove ci sonoimpianti vetusti, che risalgono a30-40 anni fa e non sono mai sta-ti rinnovati”.A livello normativo, Fadanellisottolinea che per i prodotti perl’anti riscaldo c’è stata prorogralo scorso anno e potrebbe essercianche quest’anno. Ma, aggiunge,non si può pe49ansare di conti-nuare a utilizzare prodotti chimi-ci per il post raccolta. “Questo è ilvero problema: bisogna ammo-dernare e investire per venire in-contro alle nuove disposizioniche dovranno comunque entrarein vigore in tempi brevi”.C’è poi l’aspetto energetico: “bi-sogna pensare di conservare con

minore spreco di energia”, com-menta Fadanelli. “In Trentino Al-to Adige ci siamo orientati su im-pianti che accumulano il freddodi notte, quando l’energia costameno. Un raffreddamento intelli-gente, primo passo per contenerei costi”. In Val di Non è stato inoltre av-viato un interessante progettosperimentale che si fonda sull’i-potesi di realizzare celle in galle-rie già scavate e vuoti di cava sen-za dover realizzare impianti insuperficie; ciò garantisce tempe-ratura costante e non rende ne-cessario utilizzare materiali coi-bentanti (pannelli o altro) assi-curando nel contempo volumiimportanti.La conservazione delle mele nel-la profondità della terra grazie al-la realizzazione di strutture nel-la roccia a grandi profondità, fi-no a ieri inimmaginabile, è oggireale possibilità. Una scelta che ,per i sostenitori di questa solu-zione, permetterebbe di ridurredrasticamente i costi di realizza-zione dei magazzini, eliminarel’impatto paesaggistico ed abbas-

sare il costo energetico-ambienta-le del prodotto mela perché sotto-terra la temperatura è costante,senza il bisogno di grandi quan-tità di energia per la conservazio-ne. L’approntamento di una ca-mera di magazzinaggio dellafrutta è un progetto cui il Gruppotrentino Tassullo sta già lavoran-do d’intesa con Melinda. Ma il direttore del Consorzio Lu-ca Granata ci va cauto: “la speri-mentazione è ancora in una fasepreliminare, difficile quindi sbi-lanciarsi e fare dichiarazioni alproposito. Approcciamo spessosoluzioni innovative sia per gliimballaggi che per i macchinari,che per le metodologie in variefasi di processo perché riteniamoche ciò sia indispensabile pertentare di restare tra i “front run-ners” del nostro settore di riferi-mento, ma come spesso avvieneil tasso di successo delle speri-mentazioni è limitato, direi nel-l’ordine del 10% e non sappiamoancora se quella in questionerientrerà o meno in questa limi-tata percentuale”. Insomma, sesono rose fioriranno... (M.Ald.)

49G i u g n o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Frigoconservazione... staticaLa Val di Non pensa al sottosuolo

Mercato fermo, soprattutto in Italia, mentre in Trentinosi fa largo l’ipotesi di utilizzare le gallerie sotterranee

per collocare le mele con benefici ambientali ed economici

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Avanti piano. Ha poco slancio, inItalia, il settore della frigoconser-vazione che al pari degli altricomparti tecnologici e meccani-ci legati all’ortofrutta soffre, enon poco, l’attuale situazione dicrisi economica. “In Italia c’è un po’ di freno nelsettore, la congiuntura si fa sen-tire”, dice Massimo Mercadini,amministratore unico della Mar-vil Engineering di Salorno (Bol-zano).“I clienti chiedono soprattutto lamodifica degli impianti esistentiper effettuare un atmosfera dina-mica in geado di evitare tratta-menti antiriscaldo. In pochi, po-chissimi, si orientano sul nuovo.Sicuramente all’estero il mercatoè piu florido; si lavora molto be-ne soprattutto nell’Est europeo eoltreoceano”.Ovvio che in queste condizioni ilfattore prezzo sia strategico, spe-cialmente in alcuni mercati. “An-che perché sulla frutta oggi siguadagna poco, i margini non so-no più quelli di una volta”, pun-tualizza Mercadini.“Oltre a ciò, va detto che il clien-te è più attento al risparmioenergetico. Ne sono esempio inuovi assorbitori di Co2 con effi-cienze maggiori e con risparmioenergetico importante: potenzeinstallate ridotte dal 30 al 50 %con uguale rendimento”. A dispetto del trend generale, loscorso anno Marvil ha aumenta-to, sia pure in termini modesti, ilfatturato “e quest’anno con laspinta estera il trend è da consi-derarsi ancora positivo”, puntua-lizza il manager della società al-toatesina.Analisi simili, ma non del tuttosovrapponibile, quella della Fri-goveneta di Villabartolomea, nelveronese: “Il lavoro per ora c’è,notiamo, semmai, una riduzionedei margini”, mette in rilievo ildirettore tecnico Giuseppe Meni-

ni. “Le prospettive non sono del-le migliori: riteniamo che ci saràun’ulteriore contrazione dellecommesse prima della ripresa.D’altra parte il settore ortofrutti-colo non dà segnali di ripresa,anche perchè eventuali investi-menti sono sempre vincolati a fi-nanziamenti pubblici o europei.Semmai si registra un certo fer-mento nel comparto della logisti-ca”.“La contrazione dei consumi col-pisce - annota ancora Menini -trasversalmente un pò tutti i set-tori. Il surgelato e la quarta equinta gamma sembrano peròreggere meglio di altri”.E il fattore prezzo? Risulta sem-pre prioritario? “È sempre più de-terminante. I clienti ormai desi-derano un buon prodotto, affida-bile e duraturo, al minor prezzopossibile”. La concorrenza deiprodotti esteri, anche extra Cee, iridotti margini, la forte dipen-

denza dalla Gdo, la filiera troppolunga e sbilanciata: questi sono iveri fattori di criticità secondol’esponente dell’azienda veneta.E poco può la “leva” ambientale:“il risparmio energetico è sicura-mente un tema molto sentito, an-che se non è un’arma commer-ciale determinante. Anche il fat-tore ambientale ha un’importan-za crescente, tuttavia non rappre-senta ancora un elemento in gra-do di far incrementare le vendi-te”.Dal punto di vista normativo, aparte la graduale dismissione de-gli impianti ad R22, con conse-guente rifacimento o retrofit de-gli stessi, non vi sono grandi no-vità all’orizzonte.Stabile, negli ultimi anni, il trenddi Frigoveneta che dopo aver fat-turato 19 milioni di euro nel 2009e 20 milioni nel 2010 ha chiuso il2011 con un dato simile a quellodi due anni prima. (M.Ald.)

G i u g n o 201250 www.corriereortofrutticolo.it

«Sguardo a Est e oltreoceanoper recuperare le quote perse»

Vendite e margini ridotti spingono le principali realtàitaliane a diversificare alla ricerca di mercati più ricettivi.

Come testimoniano Marvil Engineering e Frigoveneta

Nella foto nel riquadro, Giuseppe Menini di Frigoveneta

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

B

● Antonio Felice

I dati del 2011 confermano che inItalia si sta allargando la forbicetra domanda di biologico (in cre-scita continua) e offerta (in ca-lo). Sembra assurdo ma è così e laragione è abbastanza semplice:per chi vende bio il business c’è,per chi lo produce no. Come sipossa sopperire a una produzio-ne già insufficiente in alcunicomparti è presto detto: con leimportazioni dall’estero, da queiPaesi in cui le produzioni bio so-no in continuo aumento o daquelli che stanno scoprendo ilbiologico solo da qualche anno. �Questo alla faccia del km zero,che evidentemente si regge per lopiù sul prodotto locale conven-zionale. Ma perché in Italia nonsi può remunerare a sufficienzala produzione biologica al puntoche produttori e superfici sono incalo nonostante un aumento delmercato - come ha ricordato direcente Fabrizio Piva del CCPB -in valore dell'8,9% nel 2011? Man-cano incentivi, manca un seriodiscorso di filiera in nome dellaqualità. Il trasformatore, il distri-butore sono alla ricerca dellaconvenienza e se non la trovanoqui la trovano là, in un Paese stra-niero, magari lontano. ��Ora oc-corre vedere chi si voglia muove-re per far funzionare meglio e dipiù la filiera del biologico in Ita-lia. Al di là di alcuni circuiti che cisono (e sono forti come Ecor Na-turaSì, come Apofruit AlmaverdeBio, per fare solo due esempi),manca un progetto generale. Ora,si potrebbero tirare in ballo Fe-derbio e AIAB. Ecco un terrenosu cui i grandi capi Paolo Carne-molla e Alessandro Triantafylli-dis potrebbero incontrarsi, tirarefuori il calumet della pace e fareun discorso serio per rilanciarela produzione, trovare un proget-

to da presentare. Sulle divisionidel biologico sono in molti amarciare. ��Di fronte a un biologico unito ca-dono (cadrebbero) gli alibi. Equest’assurdità di un produzioneche soffre pur avendo a portata dimano, almeno sulla carta, il suc-cesso commerciale, potrebbe es-sere risolta prima che il nostroPaese perda anche questa occa-sione, confermando il suo imba-razzante declino. ●

51G i u g n o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Il mercato spagnolo dei pro-dotti ecologici crescerà intor-no al 12% fino al 2020, annoin cui si prevede che raggiun-ga un valore delle vendite di12,182 miliardi di euro,secondo l’analisi comparati-va del consumatore dialimentazione ecologica rea-lizzato dalla società di consu-lenza Everis.L’indagine in questione evi-denzia una crescita esponen-ziale della domanda di questiprodotti. Fattori come la salu-te, il gusto e la qualità sono iprincipali motivi di acquistodegli spagnoli, mentre in al-tri Paesi di Europa lacoscienza medioambientalediventa un elemento rilevan-te per l’acquisto.Il rapporto sottolinea lapotenzialità del mercato eco-logico in Spagna, con un rit-mo di crescita annua nell’ul-tima decennio del 25%, al disopra della media Ue (12%).

Spagna, indicatori eprospettive sono ok

Il paradosso del bio italiano:domanda in aumento, offerta giù

Il business c’è, ma solo per chi vende. E così la scarsa remunerazione a monte della filiera assottiglia i produttori.Servirebbero incentivi e un progetto globale. Senza divisioni

La Francia crede sempre dipiù nel biologico. Stando aidatti dell’agenzia Bio, deditaallo sviluppo e alla promozio-ne dell’agricoltura biologica,è stato superato il milione diettari di terra “organic” nelprimo semestre 2012. Ladinamica di crescita del bio-logico continua, sia perquanto riguarda la produzio-ne che per il consumo. Tra il2010 e il 2011 il numero totaledegli operatori bio è salitodel 14%, arrivando a 35.271professionisti del settore a fi-ne 2011. Le aziende bio sonoaumentate del 12,3% arrivan-do a quota 23.135. Nel 2011 lesuperfici a coltivazione biosono cresciute del 15,3%superando come detto il mi-lione di ettari nel primo tri-mestre 2012. Nel 2011 inFrancia si sono venduti ali-mentari bio per un valore diquasi 4 miliardi di euro, l’11%in più rispetto al 2010.

La Francia supera il milione di ettari

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Riflettori sulla IV gamma duran-te il Forum della Comunicazione2012, uno dei principali eventiitaliani della comunicazioned’impresa e istituzionale tenutosimartedì 5 giugno a Roma: il di-rettore commerciale de La LineaVerde Massimo Bragotto (foto) haesposto, in qualità di relatore, lacase history di successo del brandDimmidiSì durante il workshop“Dalla corporate communicationall'entertainment. Format eperformance per comunicare ibrand”.L’intervento di Bragotto ha tocca-to diversi aspetti inerenti la pe-culiarità dei prodotti DimmidiSì,in primis l’innovazione, e le atti-vità strategiche di marketing ecomunicazione che hanno con-tribuito a far conoscere Dimmi-diSì come il brand del freschissi-mo (attualmente ai vertici delmercato dei piatti pronti freschie delle bevande fresche). Il diret-tore commerciale dell’azienda hasottolineato inoltre l’incrementodelle esportazioni e del canaleho.re.ca., come dimostra anche larecente apertura del concept sto-re monomarca nel cuore di Mila-no.Per valorizzare il brand Dimmi-diSì - ha commentato il direttorecommerciale de La Linea Verde -abbiamo investito in varie tipolo-gie di comunicazione: la pubbli-cità televisiva e radiofonica percreare brand awarness; le relazio-ni pubbliche off e on line che co-stituiscono l'humus culturale perrichiamare l’attenzione degliopinion leader verso il nostromarchio/mondo/azienda; le instore promotion sul punto vendi-ta, fondamentali perché permet-

tono l’assaggio del prodotto pro-prio dove è in vendita, ma anchedando importanza ai progetti dicategory management, diventan-do così partner di diverse insegneper la riorganizzazione degliscaffali, e soprattutto investendoin marketing e ricerca&sviluppo.L’innovazione a 360 gradi - haproseguito Bragotto - è infatti ilnostro vero motore centrale. Nesono esempio i risultati positividegli investimenti in marketingemozionale ottenuti con il lanciode DimmidiSì L’insalata del Tri-colore, e dalle successive referen-ze dedicate alla celebrazione del-la bandiera italiana, e di HelloKitty by DimmidiSì limited edi-tion, la prima operazione di li-censing della IV gamma in Italia.Innovare per noi, infatti, vuol di-re anche saper guardare in modonuovo a un prodotto basico, e,con un intervento creativo sulpackaging, renderlo più appea-ling agli occhi del consumatore”.Il progetto dedicato al tricolorede La Linea Verde prosegue conuna nuova proposta vincente:l’Insalata degli Atleti, un’insalatafresca, selezionata, già lavata econfezionata in una busta tema-tica ideata in occasione delleprossime Olimpiadi. ●

CorriereOrtofrutticoloQuarta - quinta gamma

G i u g n o 201252 www.corriereortofrutticolo.it

Cambio della guardia all’in-terno della sezione prodottiortofrutticoli di IV gammadell’Aiipa, l’Associazione ita-liana industrie prodottialimentari aderente a Federa-limentare-Confindustria; ilnuovo coordinatore è infattiUmberto Galassini, ammini-stratore delegato di Bonduel-le Italia, che raccoglie il testi-mone da Giuseppe Battaglio-la, presidente de La LineaVerde.Galassini, classe 1952, dal2007 Ad di Bonduelle Italia, ètra i manager italiani dimaggior esperienza nel setto-re dei prodotti ortofrutticolidi IV Gamma.Entrato in Bonduelle Italianel 1983 come Direttore Am-ministrativo, ha ricopertoruoli di crescente responsabi-lità all’interno del GruppoBonduelle, tra cui direttoreGenerale dellafiliale italianadal 1994 al2000, direttoredi BonduelleFresco Italia edirettore diBonduelle Eu-ropa Fresco.“Se negli ulti-mi anni la IV Gamma italia-na è cresciuta sino a diventa-re il primo mercato europeoin volumi e per valore, il me-rito è anche del sostegno ri-cevuto da AIIPA e della colla-borazione tra le imprese as-sociate”, ha dichiaratoUmberto Galassini. “Per que-sto, intendo onorare l’incari-co che mi è stato affidatocoordinandomi al megliocon l’avvocato Stirparo,responsabile della SezioneProdotti Ortofrutticoli di IVGamma Aiipa, nel perseguirela missione istituzionale del-la sezione”.

Aiipa, Galassininuovo coordinatore

IV gamma mix di ideemarketing e ricerca Al Forum della comunicazione 2012 presentata

la case history di Linea Verde e del brand Dimmidisì.Bragotto: innovazione motore centrale dello sviluppo

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

Liberalizzazioni e aperture do-menicali, concorrenza, futuroruolo della grande distribuzione.Su questi e altri temi un vulcani-co Bernardo Caprotti patron diEsselunga, ha discusso per oltredue ore all’Accademia dei Geor-gofili di Firenze tenendo una lec-tio magistralis. Sul decreto libera-lizzazioni l’ottantasettenne Ca-protti non ha dubbi: “Sono per lalibertà selvaggia”. Lo ha dichiara-to, senza remore, in un’intervistaa QN. “Sul discorso degli orari ilPapa mi ha fatto arrabbiare. Ladomenica mattina si può tenereaperto, dalle 9 alle 14. Anche senon condivido le aperture conti-

nue e notturne diLos Angeles oChicago, ma 5 oredomenicali aiuta-no i clienti, fan-no bene alle bu-ste paga e consen-tono di program-mare nuove as-sunzioni”. Nel

corso dell’intervista si prendonoin considerazione anche le criti-che mosse all’imprenditore mila-nese, tra cui quella di vendereasparagi peruviani e uva cilenain gennaio. “Si, vendo asparagifuori stagione ma non li mangio.Aspetto che maturino. Però pen-so ai campesinos che coltivanol’asparago che hanno diritto dimangiare...”.E la Gd cosa deve aspettarsi in fu-turo? “Oggi possiamo vendere ecomprare cose impensabili: intutte le stagioni. Però dobbiamopoter agire in libertà. Senza laburocrazia che strangola. E conla benedizione del Papa anche seapriamo la domenica mattina”. ●

53G i u g n o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

In un’intervista al presidente di Coop Italia, Vincenzo Tassinari,apparsa nei giorni scorsi sul quotidiano "Il Resto del Carlino”, il di-rettore del “Corriere Ortofrutticolo” Lorenzo Frassoldati, affronta iltema più importante oggi sul tappeto: crisi econonica e calo deiconsumi. La previsione di Tassinari è che nella seconda metà del2012 “la recessione picchierà sempre più duro".“Il nostro barometro di giugno purtroppo segna tempo orribile”,prosegue Tassinari. “Il 33% dei nostri soci e consumatori (era il24% solo 3 mesi fa) prevede un peggioramento delle proprie condi-zioni economiche. Sull’immediato futuro incombe anchel’incognita dell’aumento dell’Iva, una vera mannaia per tutti i con-sumatori che, sommata agli aumenti della tassazione, deicarburanti e tariffe, può pesare sui redditi delle famiglie per unimporto pari a 2.700 euro. Tutto ciò aggravato da un ulteriore effet-to negativo dovuto all’inflazione (+3,8% sui beni di largo consumoconfezionati nel primo quadrimestre)”.Per Tassinari “la politica del governo deve prendere la strada del ri-lancio dell’economia e della difesa degli oltre 19 milioni difamiglie che stanno nella fascia medio-bassa di redditi disponibilie che hanno assoluto bisogno di un sostegno chiaro e forte”.

Tassinari: bisogna rimettere soldi nelle taschedegli italiani, per la Gd è sempre più dura

In Francia la catena di prodot-ti alimentari Leclerc continuala sua crescita conquistando il18,6% del mercato deiconsumatori francesi nelbimestre aprile/maggio. Nellasua continua corsa riesce abattere Intermarché (12,6%)ma sprattutto Carrefour checon l’11,1% indietreggia dello0,8%. Lo stesso si può dire peraltri gruppi importanti comeAuchan (8,4% e -0,3% in termi-ni di crescita), CarrefourMarket (7,6% e -0,7%) GéantCasino (2,6% e -0,2%).

Francia, Leclerctravolge gli avversari

Passaggio di consegne antici-pato alla presidenza di Sigma,retailer di punta nelpanorama della distribuzionemoderna italiana, con oltre2.500 punti di vendita e un fat-turato di 5,8 miliardi di euro:ad Antonello Basciu, che halasciato per ragioni personali,succede Eros Magnanini, vice-presidente vicario Sigma e di-rettore generale di Realco, so-cio di Sigma fin dal 1962, an-no della sua fondazione. La decisione è stata ufficializ-zata dal Cda del 6 giugno. AImmacolato Bonina la funzio-ne di vicariato e ad OresteSantini, presidente di Consor-zio Europa, la carica di vice,confermata anche a RanieraSopranzetti di Coal.

Sigma: Magnaninisubentra a Basciu

Caprotti: «Aperture domenicali,che c’è di male?»

Il patron di Esselungaai Georgofili: cinque ore

di lavoro festivo van bene

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica flash

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L’eliminazione dal Decreto Svi-luppo della semplificazione dellepratiche doganali, cosiddettoSportello Unico, costituisce per ilsistema economico nazionale ungrave atto, che espone ulterior-mente l’Italia in termini di spe-requazione con gli altri Paesi eu-ropei. “Il gap burocratico ancora unavolta penalizzerà il sistema italia-no. Riteniamo grave non perse-guire un’attività di oggettiva sem-plificazione che per l’economiaitaliana è una delle principali le-ve di ripresa e di sviluppo. Senzasemplificazione si amputa la lo-gistica nazionale della capacitàcompetitiva sui mercati interna-zionali, con gravi conseguenzeper le attività produttive e com-merciali che insistono sui nostriterritori” commenta il Presidentedi Assologistica Carlo Mearelli.Assologistica è fortemente preoc-cupata e chiede un incontro ur-gente con il Ministro Passera.

Il ruolo di Genova, come puntodi connessione tra il CorridoioMediterraneo e lo sbocco verso imari del Nord è stato uno dei te-mi centrali della presentazione,durante il salone internazionaledella logistica di Barcellona(Sil), del progetto relativo al Cor-ridoio Mediterraneo e dello statodi avanzamento dei lavori digrandi opere infrastrutturali eu-ropee.“Il lavoro svolto all'interno diuna organizzazione come Ferr-med - ha detto Tirreno Bianchi,riconfermato alla vicepresidenzadell’associazione - ci ha permes-so di presentare Genova comesnodo fondamentale tra il Corri-doio Mediterraneo e i porti delNord Europa. I dati proposti dalMinistero dei Trasporti hannoconfermato la potenziale funzio-ne strategica di Genova alla lucedel processo di realizzazione deilavori del Terzo Valico, opera piùmatura e più avanzata nel pano-rama dei grandi interventi infra-strutturali italiani”.L'incontro di Barcellona è statoanche l'occasione per presentarela potenziale candidatura del ca-poluogo ligure ad ospitare l'edi-zione 2013 del Sil. “Questa è l'oc-casione di riportare su Genoval'attenzione di tutta la comunitàmarittimo-portuale”.

PORTI/1Genova “ponte”tra Nord e Med

NORME

Pratiche doganali,niente semplificazioni

Port of Antwerp International(PAI), la filiale internazionaledella società portuale di Anversa,ha concluso un accordo con Es-sar Ports Limited (EPL), il secon-do operatore portuale più impor-tante privato dell’India. La colla-borazione prevede di puntare al-la formazione, la consulenza, lapianificazione portuale e l’au-mento della produttività e dellaqualità dell’offerta. Grazie a tale collaborazione, lavisibilità del porto di Anversa inIndia dovrebbe aumentare consi-derevolmente. Da notare che il Porto ofAntwerp International investe25 milioni di euro nel suddettooperatore indiano, diventando inquesto modo anche azionariodello stesso gruppo.Noord Natie Terminals, intanto,aumenterà la propria capacità distoccaggio nel porto di Anversadi 155.000 metri cubici. Con taleespansione la società di Anversaraggiungerà una superficie totaledi 450.000 metri cubici. Questadecisione è dovuta alla recentepartecipazione del 25% del grup-po norvegese Odfjell nella so-cietà portuale di Anversa. Da no-tare che Odfjell si occupa del tra-sporto e dello stoccaggio di pro-dotti chimici ed opera sia ad An-versa che a Rotterdam.

PORTI/2Anversa si accorda

con un “big” indiano

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● Eliana Rapisarda

C’è una nuova fiera per il settoreortofrutticolo in Turchia chepunta prepotentemente versol’internazionalizzazione. Si chia-ma Halser Fair e la seconda edi-zione si è svolta dal 23 al 26 mag-gio 2012 a Istanbul.Nonostante i numeri non sianoancora di alto livello, la crescitaregistrata quest’anno rispetto al-l’anno passato fa ben sperare peril futuro del salone. Si parla in-fatti di un 40% di espositori inpiù: 92 contro i 63 del 2011.L’organizzazione è a carico dellaagenzia MSK di Antalya ma puòcontare su un partner fondamen-tale come il Mercato all’Ingrossodi Istanbul. A rafforzare questapartnership, la fiera stessa è in-fatti allestita nei corridoi del cen-tro direzionale del mercato, cosache consente una particolare vi-cinanza con gli operatori e contutto il settore.La partecipazione tuttavia noncoinvolge unicamente il bacinodi Istanbul ma ha interessatoquest’anno anche altre regionidel vasto territorio turco, per di-ventare progressivamente un im-portante punto di riferimentoper il settore ortofrutticolo a li-vello nazionale. Questa è infattila missione della fiera fin dallesue origini, soprattutto alla lucedel fatto che Istanbul non è tantoun’area produttiva quanto piutto-sto un bacino commerciale, epuò quindi di diritto candidarsiad essere fulcro accentratore perla principali regioni produttricidi ortofrutta turche (Antalya,Mersin, Izmir, Bursa) e per l’inte-ra filiera.In occasione della nostra visitaalla fiera di Istanbul, il direttoregenerale del Mercato all’Ingros-so, Ali Bayram Cakiroglu (nellafoto a destra rispetto allo staff Syn-genta), ci ha confermato questa

prospettiva. “Una delle ragioniche ci ha spinto a supportare que-sta fiera - ci ha spiegato il diretto-re - è il fatto che non ce n’è un’al-tra simile in Turchia, che riuni-sce in uno stesso salone settoridiversi tra loro, dai prodotti orto-frutticoli alle sementi ai prodottiper il packaging ed il trasporto.Inoltre, tenendosi in una sede di-stante dalle zone di produzione,può ambire a diventare un even-to commerciale di importanzanazionale e in un futuro ancheinternazionale”.

Un’altra missione importantedella fiera Halser secondo AliBayram Cakiroglu riguarda i con-sumatori, che “grazie a questamanifestazione possono avvici-narsi al settore e cominciare a co-noscere da vicino come vieneprodotta, lavorata e confezionatala frutta e la verdura che raggiun-gono le loro tavole, oggi che l’a-gricoltura è sempre meno un’at-tività di famiglia”, ci ha spiegatoil direttore. L’organizzazione di questo eventosi inserisce infatti nel piano di

CorriereOrtofrutticolo MONDO

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Halser Fair rassegna in crescitanella Turchia dei “miracoli”

Buoni risultati per la seconda edizione della kermesseorganizzata a Istanbul. Obiettivo internazionalizzazione

in un momento di grazia per l’economia turca

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sviluppo agricolo in cui è impe-gnato da qualche tempo il gover-no turco, con il Primo MinistroErdogan in prima linea. Oggi laTurchia compare già tra le primedieci maggiori potenze agricoleal mondo, ma il potenziale di mi-glioramento è enorme se si pensache tecniche agricole avanzatevengono utilizzate solo da pochianni.“Grazie a questo salone ci propo-niamo di contribuire all’obietti-vo del governo di raggiungere$500 miliardi di esportazioni to-tali entro la fine del 2023”, ha sot-tolineato il direttore Ali BayramCakiroglu. Un obiettivo non trop-po ambizioso per un paese (conuna popolazione di 72.752.325) lacui economia registra la secondamigliore crescita al mondo dopola Cina. E a cui il settore agricolopuò contribuire in maniera si-gnificativa.

Obiettivo standard europeiCon un volume annuale di 3,2milioni di tonnellate di frutta everdura, il mercato all’ingrossodel lato europeo di Istanbul (Bay-rampasa-Center) rappresentaun’importante centro per il com-mercio ortofrutticolo della Tur-chia. L’ortofrutta confluisce datutte le principali aree produttivedel paese, ma le esportazioni rap-presentano ancora una minimaparte del volume commercializ-zato e il bacino di utenza princi-pale resta l’area di Istanbul.La frenetica e a tratti caotica atti-vità all’interno del mercato vienerealizzata da 571 grossisti, cheespongono la loro merce neglistand aperti, con accesso direttoall’area antistante ingombrata dadisordinati furgoni e camioncini.È possibile trovare ogni tipo difrutta e verdura, dalle mele all’u-va da tavola alle ciliegie, dallezucchine alle melanzane ai pepe-roni, oltre che enormi quantitàdi pomodori ed erbe aromatiche.Solo pochissime quantità di mer-ci sono importate, tra cui qualchemela italiana e qualche kiwi.La qualità non è la migliore, co-me abbiamo potuto constatare

durante la nostra visita in occa-sione della fiera Halser. Ancheperché anche in Turchia sono or-mai le catene di supermercati aricevere i prodotti premium. L’a-vanzare dei supermercati è ancheil motivo per cui il volume com-mercializzato nel mercato è inlieve calo, dal momento che lamaggior parte delle catene siriforniscono direttamente dallezone di produzione.La superficie dell’area di movi-mentazione antistante il mercatoè quasi invisibile, totalmente oc-cupata dall’ortofrutta in attesa diessere caricata sui furgoni. Unaparte dei prodotti viene traspor-tata in cassette di plastica, soloalcuni sono confezionati in vas-soi di carta con il loro film pro-tettivo ma nella maggior partel’ortofrutta viene venduta sfusain grandi sacchi trasparenti.Secondo il direttore del mercatoBayram Ali Cakiroglu, “i diversiimballaggi e le varie tipologie difurgoni per il trasporto che oggicaratterizza la nostra attività ver-ranno presto standardizzati comeparte del programma di riformache sta coinvolgendo diversiaspetti della gestione dei mercatiall'ingrosso turchi”. Una nuova legislazione per il set-tore alimentare a è infatti entratain vigore di recente (gennaio2012), il cui focus principale è ilconsumatore, con l’obiettivo dimigliorare la qualità dei prodottie delle informazioni fornite, el’aumento dell’export.Il cambiamento più radicale ri-

guarda la tracciabilità dei prodot-ti, che “sarà ora obbligatoria emeglio regolata, in particolareper le esportazioni”, ci ha spiega-to Cakiroglu. “Un’altra novità im-portante conseguente alla prece-dente è che ora le analisi sui pro-dotti ortofrutticoli potranno esse-re effettuate dagli stessi mercatiall’ingrosso”, potendo così garan-tire la qualità e la sicurezza dellafrutta e della verdura che vienecommercializzata attraverso diessi.Inoltre, dal gennaio 2012 la Tur-chia ha deciso di adottare gli stes-si standard agricoli dell’UnioneEuropea non solo per le esporta-zioni, ma anche per il mercatointerno. I produttori avranno treanni di tempo con conformarsialle nuove regole. Una vera rivo-luzione dunque per le campagneturche, come ci ha confermato ildirettore generale Cakiroglu: “Ilgoverno sta incoraggiando ungrande cambiamento delle colti-vazioni agricole, che oggi semprepiù non sono più gestite solo peril consumo familiare ma ancheper il commercio, grazie all’uti-lizzo di tecnologie più avanzate”.Lo scorso anno la Turchia ha pro-dotto 45 milioni di tonnellate difrutta e verdura, di cui solo il 5%è stato esportato. Non appena lacapacità di coltivazione e diesportazione del paese miglio-rerà, gli altri player mediterraneidovranno prendere nuove misu-re, o optare per nuove strategie dicooperazione.

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Si terrà a Granada, nella sede delPalazzo dei Congressi della cittàandalusa, dal 21 al 23 novembreprossimi, il quinto Green Med Fo-rum, l’incontro itinerante sull’e-conomia agricola euro-mediter-ranea che dal 2008 si svolge a ca-denza annuale in una nazione di-versa, promosso dalla rivistaGreen Med Journal, del nostrogruppo editoriale, sotto il patroci-nio di importanti enti interna-zionali e nazionali.La scelta sull’Andalusia, una del-le più forti regioni ortofrutticoled’Europa e la prima regione oli-vicola del mondo, cade in un mo-mento in cui la Spagna è chiama-ta, in un momento di particolaridifficoltà in tutta Europa, a scelteimportanti a sostegno e a promo-zione di produzioni che sono unacomponente essenziale della suaeconomia.Il Forum intende quindi sottoli-neare, in questo momento parti-colare, la centralità della Spagnae dell’Andalusia nello scenarioagricolo europeo e mediterraneo.È attesa all’evento un’importantee composita delegazione italiana.A questo proposito il Forum saràun momento esclusivo di con-fronto tra Italia e Spagna sui temidell'ortofrutta e dell’olio d’oliva,oltre a presentare importanti op-portunità di business. Le prece-denti edizioni del Forum si sonosvolte a Koper - Slovenia, ad Ales-sandria d'Egitto, a Roma e a Tu-nisi.Nei tre giorni dell’evento si svol-gono seminari specializzati sul-l'ortofrutta, l’olio d’oliva e il set-tore ittico, momenti istituzionalialla presenza di autorità europeee di diversi Paesi, incontri d'affa-ri, visite guidate ad alcune dellerealtà più significative dell'agri-coltura andalusa e granadina inparticolare, oltre che a strutturelogistiche come il porto di Mo-tril. Il 2012 è stato dichiarato an-

no della Cooperazione a livellointernazionale. Per questo al Fo-rum di Granada - una delle pro-vince spagnole con più forte pre-senza di cooperative agricole - ègià arrivato il patrocinio del CO-GECA, l’organismo che rappre-senta a Bruxelles tutte le coopera-tive europee, e l’adesione dell’as-sociazione FAECA che sul territo-rio raggruppa il 100 per centodella cooperazione agricola.Il presidente di COGECA, l’italia-no Paolo Bruni, ha garantito lasua presenza. Per l’aspetto busi-ness, importante sarà la presenzaa Granada di buyers e importato-

ri dei nuovi mercati emergentidell’Est europeo e della Russia.Agli incontri b2b si affiancheràanche una parte espositiva rivol-ta ai settori dell’ortofrutta e del-l’olio d’oliva. Il fascino di Grana-da, città sede del monumento piùvisitato di Spagna - l’Alhambra -contribuirà certamente al succes-so dell’evento. La città andalusa èdotata di un aeroporto con colle-gamenti quotidiani con Barcello-na e Madrid.Le basi per la scelta di Granadasono state gettate in lunghe setti-mane di preparazione e in un so-pralluogo compiuto dallo staff di

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A Granada dal 21 al 23 novembre il quinto Green Med Forum

L’incontro itinerante sull’economia agricola mediterraneafa tappa quest’anno in Andalusia, tra le regioni leader dell’ortofrutticoltura europea. Riflettori anche sull’olio

David Del Pino general manager di La Palma; Fulgencio Torres Moral, presidente di El Grupo; José Bermudez, direttore di Motrilport. Sopra il palacongressi di Granada

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GreenMed nel corso del quale so-no stati avviati contatti conrealtà significative della produ-zione di Granada come le grandicooperative ortofrutticole La Pal-ma (primo produttore al mondodi cherry tomatoes) e El Grupo,con i coltivatori dell'unica produ-zione europea di frutta tropicale,con i dirigenti del porto di Mo-tril, con il presidente GregorioNùñez e il direttore signora Car-men Alvarez dell’associazioneFAECA, con i dirigenti del Palaz-zo dei Congressi, con il segretariogenerale di Infaoliva, EnriqueDelgado. Decisivo è stato il supporto trova-to sul luogo dall’agenzia Ca-talweb-Ecoarea Spagna. Per il2012 la scelta era caduta già unanno fa, durante il Forum di Tu-nisi, sulla Spagna ma bisognavascegliere la città e a lungo sonostate in ballottaggio Madrid, Bar-cellona e Granada. Sul sitowww.greenmed.eu è stato lancia-to mesi fa un sondaggio sulla se-de ideale e, alla fine, la candida-tura più forte è apparsa Granada.Ora il dado è tratto e la promo-zione dell’evento è partita allagrande in Spagna (vedi il sito in-ternet in lingua spagnolawww.greenmedforumgranada.com)e sta per partire in Italia e in al-tri Paesi. Una importante novità

è certamente la presenza dibuyers provenienti dai mercatiemergenti, come l’Ucraina, dallaRussia, dai Balcani, da Praga,buyers che trasformeranno inmomenti particolarmente inte-ressanti e concreti gli incontribusiness-to-business. Incassato ilpatrocinio del COGECA, l’eventoè in attesa del supporto del Parla-mento Europeo, del governo re-gionale dell’Andalusia, delCiheam di Parigi, dell’assembleadelle Regioni ortofrutticolo euro-pee AREFLH, di Freshfel, di Asso-medmarkets. Il programma pre-vede argomenti nuovi, che saran-no trattati in seminari separati il21 novembre, uno sulla gestionedell’acqua in agricoltura in am-biente mediterraneo, l’altro suitemi della pesca, ma il clou saràancora una volta rappresentatodall'ortofrutta con due importan-ti sessioni il giorno 22 novembre,

una sul commercio ortofrutticoloin Europa dell’Est e in Russia e isuoi rapporti con i Paesi produt-tori del Mediterraneo, l’altra sul-la logistica, le linee marittimespecializzate e la logistica inte-grata dell’ortofrutta. Per l’oliod'oliva si tratteranno i tema dellaqualità, dell’olio biologico e diun marchio per l’olio mediterra-neo. Ma saranno gli incontri d’affarinei giorni 21 e 22 e le visite gui-date alle aziende andaluse del 23novembre i due momenti forti diun Forum in cui non si vuole fa-re dell’accademia ma dare uncontributo concreto ai settoricoinvolti in un momento in cuinessuno può permettersi di per-dersi in chiacchiere: un incontroche vuole essere utile e creare op-portunità per tutti i partecipantiche sono attesi da una dozzina diPaesi. (A.Fel.)

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Al centro Carmen Àlvarez Toro e Gregorio Nùñez, direttrice e presidente di Faeca

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Boom dell’export di agrumi di Al-meria (Spagna). Secondo i datiemersi dall'ultimo rapporto rila-sciato dall'Istituto spagnolo per ilCommercio Estero (elaborati dalConsiglio per il settore agricolodella Giunta dell’Andalusia), tragennaio e marzo di quest’anno laProvincia autonoma spagnola haesportato 14,5 milioni di chilo-grammi di agrumi, il 65,7% inpiù rispetto allo stesso periododel 2011.Il valore ha raggiunto i 9,2 milio-ni di euro (+48%). Rispetto al to-tale delle esportazioni dell'interaProvincia, in termini di valorel'export di agrumi si colloca al se-sto posto. In particolare, le aran-ce rappresentano oltre il 50% del-le esportazioni di agrumi, convendite superiori ai 4,6 milionidi euro mentre l’export di man-darini ha toccato i 3,1 milioni eu-ro e quello di limoni è stato paria 1,2 milioni euro. Da sottolineare che questi ultimidue comparti (mandarini e limo-ni) hanno registrato un incre-mento del 70% rispetto al primotrimestre dello scorso anno. LaGermania è il principale mercatodi destinazione degli agrumi diAlmeria: in totale tra gennaio emarzo vi sono stati spediti agru-mi per un valore di circa 3 milio-ni di euro (quasi un terzo del to-tale delle esportazioni di arance,mandarini e limoni).In Francia, invece, sono stati in-viati agrumi per un valore di qua-si 2 milioni di euro, corrispon-dente al 20,6% del totale, mentrei Paesi Bassi hanno assorbito il17,5% dell’export totale. Infine al-tri Paesi importanti per l'exportdi agrumi di Almeria sono stati ilBelgio, la Romania, l'Arabia Sau-dita e la Polonia. (Fonte: Almeria360)Inverno promettente quello 2011-2012 per il mercato andaluso del-le fragole. Secondo i dati diffusi

dal ministro andaluso per l’Agri-coltura Luis Planas, tra il dicem-bre e il marzo scorsi l’Andalusia,e in particolare la regione diHuelva, hanno aumentato l’ex-port di fragole del 30% rispetto al-lo stesso periodo dell’annata pre-cedente, superando, a valore, i193 milioni di euro.A volume invece sono state rag-giunte 84 mila tonnellate. Planas,che nell’occasione della sua visi-ta a Bonares (Huelva) ha incon-

trato l’associazione dei produtto-ri ed esportatori di fragole Fre-shuelva, come riportato da diver-se testate giornalistiche locali, haincoraggiato i rappresentanti delsettore a concentrare ulterior-mente l’offerta di prodotto perrafforzare la posizione dei pro-duttori all’interno della catenaalimentare, necessaria, secondoil ministro spagnolo, nel quadrodella futura riforma della Politicaagricola comunitaria. ●

Andalusia, volano le esportazionidi agrumi e fragole

Impennata delle vendite di arance di Almeria tra gennaio e marzo (+65% sul primo trimestre 2011),

mentre a Huelva viene messo a segno un +30%

Mare, montagne brulle, serre. Èl’“istantanea” di Almeria, una delle ca-pitali europee delle colture protette,presidio delle principali aziende di se-menti e di fitofarmaci che da qui trag-gono grande linfa per i rispettivi busi-ness. Le colture protette in Spagna (stando ai dati Hm Clause) rap-presentano un mercato da 140 milioni di euro e solo nella zona diAlmeria sono estese su circa 27 mila ettari: una immensa distesadi plastica bianca visibile dal satellite affidata a 10 mila coltivatoriche danno lavoro a un centiniao di migliaia di persone e produco-no per l’80% sotto controllo biologico o lotta integrata, con iraccolti che sfiorano quota 3 milioni di tonnellate per un valore di2,1 miliardi di euro. Il 63% delle produzioni è destinato all’estero con la Germania aguidare la classifica con 500 mila tonnellate davanti a Francia (295mila), Paesi Bassi (225 mila), Inghilterra (195 mila), Italia (123mila) e Polonia (70 mila). Quanto alle specie, il pomodoro è larga-mente in testa con 900 mila tonnellate poco meno del doppio delpeperone (470 mila tons). Importanti anche le colture del cetriolo(420 mila tons), della zucchina e del cocomero (300 mila tons cia-scuno) oltre che del melon (130 mila tons).Il gruppo Hm Clause, controllato dalla multinazionale francese Li-magrain ha qui un Centro di ricerca dedicato prevalentemente almelone che recentemente ha ospitato un gruppo di giornalisti divari Paesi (si veda anche Corriere Ortofrutticolo di maggio), occasio-ne per approfondire la conoscenza di un sodalizio in costante svi-luppo. (M.A.)

Il “regno” delle serrealimenta il business

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L’America Latina si candida adessere l’area geografica leadernell’ortofrutta a livello mondiale.Alle realtà straordinarie dei pic-coli Paesi dell’America Centrale,che già hanno la leadership mon-diale per l’export di banane (pri-mo frutto al mondo per quantita-tivi consumati) e ananas (il frut-to che in Italia e in Spagna ha fat-to registrare negli ultimi anni gliincrementi più forti nei consu-mi) si aggiungono le ambizionidi giganti come il Brasile, il Cile,l’Argentina, il Perù e la Colom-bia. Tra i Bric, il Brasile ha alcunipresupposti per candidarsi ad es-sere la prima potenza agricola almondo.Ma, attenzione, dopo diversi annidi forte crescita, negli ultimi tri-mestri il Brasile sta attraversandoun periodo meno florido. Oggi il“miracolo brasiliano” - commen-tano alcuni analisti - appare inun contesto meno lusinghiero,quello dell’esplosione del creditocome motore dell’attività econo-mica. Contrariamente alla Cina,che ha puntato tutto sulle espor-tazioni per svilupparsi, il Brasileha scommesso sui consumi dellefamiglie per dinamicizzare la suaattività economica. Ma questomodello mostra oggi i suoi limitie i suoi rischi, con una recrude-scenza dei mancati rimborsi deiprestiti. Ad aprile, la percentualedi mancati pagamenti nel creditoal consumo aveva raggiunto il li-vello massimo degli ultimi ottomesi, 8% contro il 7,8% del meseprecedente. Con l’aumento deimancati rimborsi, i consumi del-le famiglie non appaiono più ingrado di sostenere la crescita. Iltaglio dei tassi ufficiali, dal 12,5%di luglio 2011 all’attuale 8,5%,non permette alle famiglie di in-debitarsi di più ma è invece sfrut-tato per rifinanziare il debito giàesistente. Dopo una crescita delu-dente nel 2011, l’economia brasi-

liana non farà molto meglio que-st’anno. Se il vero gigante dell’AmericaLatina rallenta (ma attenti, lasua agricoltura ha potenzialitàeccezionali) è l’export ortofrutti-colo del Perù a crescere conti-nuamente e in maniera costante.Secondo il ministero del Com-mercio estero e del turismo(MINCETUR) si sta assistendo auna crescita media annuale del27%. Tra il 2000 e il 2011 le espor-tazioni di frutta e verdura sonopassate in valore da 101 milioni acirca un miliardo di dollari, conun’ottima diversificazione del-l’offerta.Secondo il ministro Jose Luis Sil-va, se le esportazioni continue-ranno a progredire a questo rit-mo, il Perù può diventare il pri-mo esportatore al mondo di frut-ta e verdura. L’export agricolo delPerù quest’anno dovrebbe cresce-re notevolmente, segnando un

+15%, grazie anche a un buonavvio della stagione. Secondo idati rilevati dal ministero dell’A-gricoltura del Paese sudamerica-no nel primo trimestre del 2012le esportazioni sono aumentatedel 16,6%. Le esportazioni sonostate favorite in primis dagli ac-cordi di libero scambio che ilPerù ha stretto con Cina, Giappo-ne e Stati Uniti, ma anche daprezzi favorevoli per alcuni pro-dotti tra cui asparagi, mango euva da tavola. In termini di im-port, gli Stati Uniti sono stati ilprimo mercato di destinazionedei prodotti peruviani assorben-do il 23% dell’export totale di or-tofrutta, seguiti da Paesi Bassi(13%), Colombia (7%), Germania(6%), Spagna (6%) ed Ecuador(5%).Crescono le aree dedicate alle va-rie colture. Per quanto riguardal’uva da tavola, secondo il sito in-ternet Agraria.pe, nel Paese suda-

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Il Perù sogna di diventare leader mondiale nell’export

Impetuoso lo sviluppo del Paese sudamericano, che saràpartner di Fruit Logistica 2013. Sempre più competitiva

l’America Latina dell’ortofrutta, anche se il Brasile rallenta

Sopra José Luis Silva Martinot, ministro Peruviano degli affari esteri, con (a destra) Jörg Zehnle, Managing Directordella Camera di Commercio tedesco-peruviana e rappresentante della fiera di Berlino in Perù. A fianco, il logo del Perù Paese partner di Fruit Logistica 2013

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mericano nell’ultimo periodo lesuperfici investite sono aumenta-te del 20%, arrivando a 12 mila et-tari. A questo si aggiungono lebuone previsioni di esportazioni,che dovrebbero lievitare ulterior-mente nel corso della secondaparte di quest’anno e nel 2013. Lavarietà Red Globe rappresenta il60% dell'export delle uve, di cui siauspicano ulteriori crescite neivolumi esportati. Bene anche levarietà senza semi come Fiam-ma, Sugraone, Crimson e Thom-pson. Juan Carlos Brignardello,amministratore delegato dellaViticola SA spera in una crescitadelle esportazioni verso l'Asia, inparticolare in Cina, oltre che inEuropa in particolare in Germa-nia.Non è dunque un caso che il Perùsia il Paese partner di Fruit Logi-stica 2013, che si svolgerà dal 6 al8 febbraio del prossimo anno allafiera di Berlino. Christian Göke,amministratore di Messe Berlin,commenta: “Sono contento che ilPerù si presenterà con la sua va-rietà di prodotti ortofrutticoli dialta qualità, godendo così di unafama sempre più internazionale.

Fruit Logistica è il luogo più adat-to per poter aumentare l'exportdei propri prodotti freschi, per-ché qui si incontra tutto il settoreortofrutticolo mondiale”. Secon-do i dati di PromPerù (Commis-sione per la promozione turisticae l’export), il Paese sudamerica-no ha esportato 842 milioni ditonnellate di prodotti ortofrutti-coli l’anno scorso, per un valoredi 1,1 miliardi di dollari. I princi-pali prodotti spediti sono stati, inordine di valore: l’uva (299 milio-ni di dollari), l’asparago (289 mi-lioni di dollari), l’avocado (164

milioni di dollari), il mango (117milioni di dollari), la banana (69milioni di dollari) e il limone (66milioni di dollari). Tra i partnercommerciali più importanti siannoverano l’Usa (37%) e l’Olan-da (24 %), seguite da Gran Breta-gna, Spagna e Hong Kong.Non dimentichiamo che il Perù èil primo paese esportatore mon-diale di asparagi, mentre è al se-condo posto nell'export di avoca-do ed al terzo nell'export di bana-ne biologiche. Il Paese si aspettainoltre una continua crescita perle spedizioni di melograni, mir-tilli, fichi e cherimoya. La primapartecipazione ufficiale del Perùa Fruit Logistica si è svolta nel2003. Da quel momento sia la su-perficie espositiva che il numerodegli espositori è continuamenteaumentato. Con la partnership alla manife-stazione fieristica di Berlino, ilPerù si propone di aprire nuovimercati in Asia e in Europa del-l’est, di rafforzare il potenziale divendita dell’avocado e degli agru-mi in Europa e in Usa, nonchè diconsolidare i rapporti con i mer-cati esistenti. (A.Fel.)

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Nel corso dell’assemblea generale di Freshfel Eu-rope, l'associazione europea che rappresenta l'in-tera filiera ortofrutticola, svoltasi 19 giugno aBruxelles è stato eletto il nuovo direttivo: alla pre-sidenza è stato nominato Philippe Henri(Creno/UNCGFL, Francia; nella prima foto). La vi-cepresidenza va Luc Clerx (Zespri), mentre lascelta del tesoriere è caduta su Jérôme Fabre(Compagnie Fruitière).Significativi riconoscimenti anche per l’Italia, vi-sto che i consiglieri di Fruitimprese Antonio Or-sero e Salvo Laudani (nella seconda e terza foto)sono stati eletti presidenti del comitato banane edel comitato agrumi. Per Orsero si tratta di unariconferma.Entrambi entrano di diritto nel Consiglio diretti-vo di Freshfel. Nel sottolineare l'importanza del-l'incarico ricevuto il presidente di FruitimpreseMarco Salvi, anch'esso presente all’assemblea diFreshfel, ha espresso grande soddisfazione per ilriconoscimento ottenuto che premia l’impegno e

gli sforzi di Fruitimprese sia in Italia che suimercati esteri.L'incontro di Bruxelles ha fornito l’occasione percelebrare i dieci anni di vita di Freshfel e dellesue iniziative a favore del settore ortofrutticolo. Ildelegato generale di Freshfel Europe, Philippe Bi-nard, ha presentato all’assemblea il rapporto sul-le attività annuali svolte nel biennio 2010-2011. Il documento, di 36 pagine, riassume la politicadi Freshfel e le varie aree che hanno visto impe-gnata l'organizzazione nel corso degli scorsi mesied è scaricabile su internet dal sitowww.freshfel.org

Il francese Philippe Henri al vertice di Freshfel EuropeOrsero e Laudani presidenti dei Comitati banane e agrumi

Un grossista al Mercato di Lima

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CorriereOrtofrutticoloP U B B L I C I T À C H E F R U T T A

Al via la seconda edizione della campagna promozionale firmata dal-l’Organizzazione di Produttori Ortofruit Italia (aderente a Fedagri Conf-cooperative Piemonte) in collaborazione con Nordiconad, l’impresacooperativa tra dettaglianti associata al Consorzio Nazionale Conad, na-ta per favorire il consumo stagionale dei prodotti ortofrutticoli eviden-ziandone il legame con il territorio piemontese grazie a un progetto difiliera corta connotato da una forte innovatività commerciale.L’iniziativa - lanciata in anteprima lo scorso giugno a battesimo delbrand “Ortaggi che parlano piemontese” - ritorna con un ampliamentodel paniere che, agli ortaggi, va ad affiancare tre nuove referenze frutti-cole: pesche, nettarine e pere Madernassa, che valgono la ridenomina-zione in “Frutta e ortaggi che parlano piemontese”. La linea di prodotti dell’ortofrutta piemontese - caratterizzati dal nomedialettale (con indicazione aggiuntiva in italiano per chiarezza verso ilconsumatore) – dal 26 giugno all’11 novembre prossimi offrirà un ca-lendario di promozioni commerciali in 160 punti vendita della rete Nor-diconad di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, arricchito dal coinvolgi-mento in-store dei produttori associati a Ortofruit Italia.Fiore all’occhiello dell’edizione 2012, la novità del concorso di ricette“Scopriti chef che parla piemontese” che esalterà il rapporto diretto traprodotto e consumatore grazie al binomio cucina-territorio, che si faràinterprete della tipicità e “unicità” dei sei prodotti protagonisti della pro-mozione: tumàtica (pomodoro cuore di bue), cossot (zucchino chiarofiore), caulifiòr (cavolfiore bianco e verde), mlòn (melone retato), pèrsi(pesca e nettarina) e prùss (pera Madernassa).

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Frutta e ortaggiparlano piemontesecon Ortofruit Italia

Concorso consumer ultimo atto della campagna

2011-2012 di MelaPiù

“Progettobimbi” in

Val VenostaIl 9 aprile ha preso il via, in pun-ti vendita di selezionati clientidel nord Italia, il nuovo “progettobimbi” che Mela Val Venosta haideato appositamente per i piùgiovani. Il progetto ruota intornoal divertente e fantasioso mondodi Crocville: un luogo immagina-rio nel quale i protagonisti sonogli elementi della natura. Goldy,Nella, Ray... sono solo alcuni dei20 simpatici protagonisti che ac-compagneranno i bambini allascoperta del mondo Crocville,che altro non è che la magica ValVenosta con l’incanto della suaterra.

Nuovo packPensato per i bimbi è compostoda sei mele Golden Val Venostadi piccolo calibro (70/75) rac-chiuse all’interno di un diverten-te e allegro vassoio raffigurante ipersonaggi di Crocville.

Libretto e concorsoAll’interno di ogni vassoio è con-tenuto un piccolo libretto nelquale viene raccontato, dai sim-patici personaggi di Crocville, ilprocesso di produzione delle me-le Val Venosta. In ogni pagina in-sieme alla storia sono propostianche piccoli giochi di abilità.In ogni libretto si trova inoltre lacartolina per partecipare al nuo-vo concorso Crocville di Mela valVenosta: collezionando sei adesi-vi raffiguranti i personaggi dellastoria si può partecipare all’e-strazione di una delle 100 valiget-te del Piccolo Artista.

Con l’estrazione finale del concorso consumer“MelaPiù, a tavola l’eccellenza è firmata” svol-tasi nella prima decade di maggio si è conclu-sa la campagna pubblicitaria 2011-2012 dellaFuji contraddistinta dal brand MelaPiù.Le oltre 80.000 giocate in due mesi sono unbuon indice del gradimento riscosso dal con-corso da parte dei consumatori, operazioneche come al solito si è contraddistinta per ilprestigio dei premi in palio (Foppapedretti e Lagostina).Contestualmente al concorso sul Web, MelaPiù ha comunicato dalle pa-gine di alcune testate a forte penetrazione sul target R.A., come NaturalStyle, DiPiù, DiPiù TV, Cucina e Diva & Donna, con una readership to-tale calcolata sulle settimane effettive di uscita di 16.500.000 lettori.A questi già importanti numeri vanno aggiunti poi i risultati ottenuticon la campagna TV, che ha visto il nuovo spot MelaPiù on air su La7 eLa7d in marzo. Tra Diari e Onda TG, si sono registrati oltre 21.000.000di contatti.

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CorriereOrtofrutticolo SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

La partenza è stata incoraggiante,sebbene il finale sia ancora tuttoda scrivere. L’inizio campagna dipesche e nettarine ha dato dei se-gnali incoraggianti, come testi-moniato dai dati emersi da unariunione del Cso, Centro serviziortofrutticoli di Ferrara di metàgiugno sull’avvio dell’attività dicommercializzazione, alla lucedelle previsioni di produzione edell’andamento della prima fasedi vendita concentrata sul pro-dotto del Sud Italia. Il panoramaproduttivo delle pesche e nettari-ne italiane nel 2012 vede unabuona produzione per le regionidel Sud Italia, protagoniste inquesto avvio di campagna di di-screte performance commerciali,grazie anche al deficit produttivodelle aree più precoci della Spa-gna. La produzione del Nord Ita-lia è prevista, al contrario, in ca-lo rispetto allo scorso anno, parial -5% per le pesche e al -4% per lenettarine.Il calendario di maturazione frale diverse aree produttive italianesi mostra più in linea con le epo-che normali di raccolta nel con-fronto con lo scorso anno, rispet-tando maggiormente la scalaritàtipica tra le diverse aree produtti-ve ed evitando così accumuli di

disponibilità di prodotto.Complessivamente lo standarddell’offerta italiana di quest’annopossiede requisiti qualitativi mol-to buoni, grazie anche alla pro-lungata primavera ed alla buonainsolazione nel periodo di mar-zo-aprile in fase di ingrossamen-

to dei frutti.Nell’insieme il 2012 vedrà una of-ferta di pesche simile a quelladell’anno scorso (+1%) mentreper le nettarine l’offerta sarà incalo dell’1% rispetto al 2011.Secondo uno studio del ministeroargentino dell’Agricoltura la pro-

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Inizio discreto della campagnacommerciale, Italia impegnata

per elevare qualità e distintivitàL’iniziale deficit produttivo della Spagna agevolail collocamento dei frutti italiani in una stagione

in cui le quantità sono analoghe a quelle del 2011. Selezione e controllo dell’offerta sempre più importanti

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Da sinistra Marco Casalini, Gilberto Minguzzi e Diego De Lucca

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NESCHEDA PRODOTTOSduzione mondiale di pesche nel-la stagione 2011-2012 dovrebbeaumentare del 10% dovuto soprat-tutto alla crescita degli impiantiin Cina e alle migliori rese otte-nute dagli agricoltori cinesi,mentre il consumo fresco dovreb-be rimanere costante grazie al-l’aumento dei consumi in Cinache compenseranno una riduzio-ne prevista per l’Unione Euro-pea. L’export mondiale viene sti-mato in mezzo milione di ton-nellate, in crescita del 5%. I prin-cipali esportatori sono l’UnioneEuropea, gli Stati Uniti, il Cile ela Cina. È previsto un aumentodei flussi in uscita per il Cile e laCina, mentre si stima un calo peri 27 Stati membri dell’Ue. La Rus-sia si confermerà come primoimportatore a livello mondiale;seguono Stati Uniti, Canada eUnione Europea. Anche il Suda-frica eleverà le spedizioni di pe-sche nella campagna 2011-2012,si stima un aumento del 15%.Dando uno sguardo al contestoeuropeo Diego De Lucca, exportmanager di Alegra, rivela comein Spagna si siano registrati deiritardi produttivi del prodottoprecoce a causa del clima avver-so dei mesi scorsi, con un caloquantitativo e qualitativo al di so-pra delle previsioni. Un ritardoproduttivo registratosi pure nelSud Italia. “In generale - sottoli-nea De Lucca - tra la fine maggioe gli inizi di giugno la domandain Europa è stata superiore ri-spetto all’offerta, specie sulle net-tarine, con prezzi elevati, i più al-

ti registrati dal 2007”. L’ottimismoespresso dal manager emiliano-romagnolo si trasforma però in“speranzosa attesa” per il prosie-guo della stagione. “Già in questigiorni (14 giugno, ndr) la situa-zione sta cambiando rapidamen-te” afferma De Lucca. “I prezzi sistanno abbassando e la Spagnasta iniziando ad aumentare laproduzione. Noi dovremo cercarenelle prossime settimane di attu-tire la caduta dei prezzi. Tra finegiugno e inizio luglio si gioca lapartita”. “Tra l’altro - aggiunge -nel Mediterraneo la produzionedi frutta in primavera ed estate èin continua crescita e i competi-tors sono sempre più organizzatie combattivi. Prendiamo peresempio la Turchia. È un Paeseche incrementa costantemente leproprie esportazioni in Europa enon è solo leader nel mercato

delle ciliegie ma sta crescendosensibilmente anche sulle albi-cocche e sulle pesche”. Secondo De Lucca, insomma, sista creando uno scenario moltocomplesso, in cui anche i Paesidel Nord Africa potranno giocareun ruolo importante.Cauto ottimismo arriva pure daMarco Casalini, presidente diTerremerse, cooperativa di Ba-gnacavallo (Ravenna). “Le quan-tità quest’anno sono complessi-vamente stabili rispetto al 2011. Iprezzi - commenta Casalini, in-tervistato dal direttore del Corrie-re Ortofrutticolo Lorenzo Frassol-dati - sono partiti bene col pro-dotto del Sud che ha quotato 20centesimi in più dell’anno scorsosu tutti i calibri. Ci ha avvantag-giato il deficit produttivo dellearee più precoci della Spagna.Poi non si sono verificate le so-

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vrapposizioni di raccolta del2011: il calendario di maturazio-ne fra le diverse aree produttiveitaliane si mostra più in lineacon le epoche normali di raccol-ta in confronto con lo scorso an-no, evitando così di ritrovarci tut-ti con i magazzini pieni di pro-dotto negli stessi giorni”.Altro (cauto) ottimismo vienedall’ondata di caldo che dovrebbefar schizzare i consumi di fruttafresca e le stime sulla produzionedel Nord Italia che viene data incalo del 5% per le pesche e del 4%per le nettarine. “L’anno scorso fuun bagno di sangue, quest’annole prospettive sono migliori. Cer-to restano due problemi di fondo:

incentivare i consumi, facendocapire al consumatore che pe-sche e nettarine sono ideali perla stagione calda, garantite, sicu-re e convenienti. E poi il proble-ma dei problemi: la poca valoriz-zazione del prodotto, nonostanteil bollino Igp”. Pesche commodityindistinta, troppo anonime?“Certamente: tutto il sistema or-tofrutta sta lavorando per il rilan-cio della pera. Anche per pe-sche/nettarine bisogna - nono-stante le difficoltà e le oggettivedifferenze con le pere - mettersi

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“Alla vigilia delle decisioni finali sulle nuove misure di prevenzione egestione delle crisi, annunciate pochi mesi fa in grande stile dal Com-missario Europeo all’Agricoltura Ciolos, le informazioni che ci giungo-no da alcuni confronti con la Direzione Generale Agricoltura sono adir poco preoccupanti. Non è stato infatti apportato alcun migliora-mento dei valori delle indennità di ritiro rispetto alla proposta pre-sentata in Comitato di gestione dalla Commissione”. Lo denuncia Da-vide Vernocchi, Presidente del Settore ortofrutticolo di Fedagri-Conf-cooperative. Per le indennità di ritiro dei prodotti (ossia l’importo che viene rico-nosciuto ai produttori per i quantititativi di prodotto che vengono tol-ti dal mercato per esser destinati alla beneficenza) si stanno prospet-tando incrementi diversificati dal 422% al 28% che tuttavia, spiega Ver-nocchi, “non sono stati in alcun modo correlati ai costi di produzione,né all’aiuto della precedente campagna. La beffa, se così si può defini-

re, è che la Commissione staper innalzare le indennità diritiro di molti prodotti chestoricamente non hanno inci-so sul bilancio degli interventie che difficilmente troverannoquindi una concreta applica-zione, ottenendo così l’ennesi-mo risparmio del bilancioagricolo. Non è stato però ade-guato il massimale delle pe-sche e nettarine, che negli ul-timi anni hanno sofferto mol-to della crisi”.“Apprezziamo molto il lavorosvolto finora dal nostro Mini-stero nel migliorare la propo-sta, con un ruolo di capofilarispetto ad altri importantiPaesi Produttori - commentaMirco Zanotti, responsabileortofrutta di Legacoop Agroa-limentare - ma temiamo chetutto ciò non sia sufficiente.La Commissione, coprendosi

dietro argomentazioni formali e di bilancio pretestuose, metodi pocotrasparenti ed il solito fronte contrario dei Paesi del Nord-europa, staancora una volta perdendo l’occasione di dare una seria risposta ai pro-duttori. Complice anche la tecnocrazia dei servizi comunitari, riscon-triamo una totale insensibilità nei confronti dei problemi sollevati daanni dall’agricoltura e dalla cooperazione europea che hanno solleci-tato a più riprese, insieme al Parlamento Europeo, la necessità di darerisposte-ponte concrete, in attesa della riforma PAC del settore. Il Re-golamento della Commissione rischia di entrare in vigore a campagnaormai iniziata, creando ulteriori discriminazioni tra produttori e Pae-si”.Vale la pena ricordare che, secondo le statistiche della Commissione, ilsettore ortofrutticolo europeo incide sulla PLV agricola per il 28% e peril 40% sul totale dell’occupazione agricola. Ottiene dalla Ue solo l’1,3%dei fondi della Pac.

Il mancato adeguamento delle indennità di ritiro preoccupa gli operatori

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sulla strada di una Interprofessio-ne funzionale ed efficiente, chesia in grado di controllare effetti-vamente l’immissione del pro-dotto sul mercato. Non è possibi-le che pochi punti percentuali inpiù di produzione facciano crol-lare i prezzi anche più del 50 percento. Servono: più distintività,far capire al consumatore le qua-lità del frutto che sta mangiando,e un reale controllo dell’offerta,che significa tenere le produzio-ni in linea col mercato, magariun po’ sotto. Ai nostri soci non cistanchiamo di ripetere: meno re-se, più qualità. Stop ai 400 quin-tali per ettaro; il calibro C - quel-lo che fa crollare i prezzi - devescomparire dal mercato; concen-triamoci solo sui calibri medio-alti e i bilanci aziendali ne gua-dagneranno sicuramente”.Gli fa eco l’amministratore dele-gato della cooperativa ravennateGilberto Minguzzi, che aggiun-ge: “La misura principe da mette-

re in campo sarebbe un program-ma di selezione e qualificazionedell’offerta, articolato in abbatti-menti mirati delle varietà obsole-te e reimpianti con varietà inno-vative, con quote definite per cia-scun Stato membro, ad evitareche gli abbattimenti penalizzinoun solo territorio. Rispetto a que-sto problema l’alternativa non èfra abbattimenti “si” o abbatti-menti “no”, ma fra abbattimentiselettivi e programmati e abbatti-menti affidati alla sola sponta-neità, penalizzanti soprattuttoper i territori più maturi e strut-turati dal punto di vista dei costi,come appunto il nostro”. A ri-guardo delle pezzature più scarse(per le nettarine, come per le su-sine, i kiwi, le albicocche, le me-le e le pere, ecc.), secondo Min-guzzi “occorre mettere in attoazioni deterrenti, capaci di sco-raggiare la produzione di fruttiscadenti sulla pianta”.“Si tratta di agire sia sul tasto del-

la deterrenza verso le produzioniscadenti, sia su quello della pro-mozione della qualità, per resti-tuire forza all’azione di marke-ting delle Op, adottando una stra-tegia che tenda a spostare la com-petizione verso i livelli alti digamma”.Quanto al problema dei proble-mi, cioè il governo dell’offerta,Giancarlo Minguzzi, presidentedi Fruitimprese Emilia Romagnavede con favore la recente deter-minazione dell’OI per pesche enettarine che ha disposto di nonimmettere sul mercato la secon-da categoria, ammettere i calibriD solo fino al primo giugno e il Csolo fino alla metà della campa-gna. “Nel momento in cui la de-cisione dell’OI sarà ratificata dalGoverno e sarà designato chi èpreposto ai controlli, la stessa as-sumerà forza di legge e sarà pos-sibile segnalare chi violando lecomuni disposizioni danneggial’intero comparto”.

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Partenza di stagione confortanteper i meloni grazie a quantitànon elevate, prezzi adeguati econsumi buoni con l’arrivo delcaldo di metà giugno.Tuttavia, secondo Bruno France-scon, titolare dell’omonima Opdi Rodigo (Mantova) “in 40 annidi attività non abbiamo mai ini-ziato così tardi il raccolto”. Unasituazione causata principalmen-te dal tempo dei mesi di aprile emaggio, caratterizzato da pioggee temperature piuttosto basse chenon hanno favorito la buona alle-gagione dei frutti. Nonostante ciòsecondo Francescon la qualitàdel melone è più che buona.“Quest’anno partiremo anchecon il melone mantovano Igp(denominazione che ha ottenutola protezione transitoria mentreè stata inviata l’istanza alla Com-missione europea per la registra-zione come Indicazione geografi-ca protetta Igp, ndr). È il primoanno di lancio, ma siamo moltofiduciosi. Una decina di aziende(tra cui la nostra) comprese tra lacinquantina di soci del relativoconsorzio (presieduto da MauroAguzzi, ndr), inizierà già da que-sta stagione con la commercializ-zazione del prodotto a indicazio-ne geografica protetta (che puògodere di un potenziale notevolecontando su 2.500 ettari dedica-ti), rivolgendosi sia ai mercati al-l’ingrosso che alla grande distri-buzione organizzata. Abbiamostipulato un accordo con quattrocatene della Gdo”.L’Op mantovana quest’anno haacquisito nuovi soci che ha porta-to a un aumento delle superficiinvestite a melone del 20% conuna previsione produttiva di 30mila tonnellate di prodotto. Sui

progetti e le prospettive per l'an-nata Francescon crede molto suuna nuova varietà charentais alunga conservazione, che hannochiamato, non a caso, “Zucchero”.“Si tratta di un prodotto dolcissi-mo, dall’alto grado brix, con cuipartiremo attorno al 18 giugnoper proseguire fino a metà set-tembre”.Sull’andamento del mercatoFrancescon ammette che la par-tenza di giugno, specie nelle col-tivazioni della Sicilia (dove l’Oplombarda ha alcune aziende col-legate), ha registrato poco pro-dotto e scarso consumo.

“L’andamento ahimé è stato piut-tosto negativo: nonostante ci fos-se poca disponibilità di meloni iprezzi sono rimasti bassi. Se aquesto aggiungiamo il fatto chel’areale di produzione ha persoaltri 500 ettari di superficie, ab-bandonati dai coltivatori semprepiù sfiduciati, si traccia il quadrodi una situazione piuttosto com-plessa”.“Speriamo - aggiunge - che a lu-glio i prezzi medi tengano il pas-so”. Secondo il produttore manto-vano, tuttavia, non sta molto me-glio la Spagna, che ha registratouna contrazione produttiva in Al-

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Raccolto tardivo ma soddisfacente, il melone non delude le attese

Anguria, “tira” solo il formato miniNonostante il calo dei consumi il mercato non è negativo

anche se la situazione resta complessa con differenze di trend a seconda delle varietà.

Al debutto il melone mantovano in “versione” Igp

Da sinistra Ettore Cagna, Francesca Nadalini e Bruno Francescon

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meria e Murcia, a cui si è aggiun-ta una produzione con calibripiccoli.Francescon infine punta il ditosulla scelta di diversi produttoridi “buttarsi” sulla produzione dimeloni “lisci”, che, secondo l’ope-ratore di Rodigo, quest’anno han-no visto un aumento del 30% del-le aree coltivate. “Il melone lisciorimane una nicchia, ma, forseper cercare di aumentare il prez-zo, si sta optando verso questo pe-sante aumento della produzione,del tutto ingiustificato. Prevedoinfatti un’annata non troppo po-sitiva per questa varietà. Stabileinvece il retato”.L’inizio ritardato della campagnaè confermato da Ettore Cagna,presidente della Agricola DonCamillo di Brescello (ReggioEmilia): “In Sicilia si è partiti il 3aprile e poi di seguito negli altriareali. Stiamo registrando unconsumo adeguato, favorito daun prodotto di buona qualità. Iprezzi non hanno raggiuntograndi picchi ma si sono comun-que mantenuti su buoni livelli”.Grazie anche all’entrata di trenuovi soci nel gruppo Don Ca-millo quest’anno ha aumentatodi 150 ettari l’areale produttivo,passando dai 500 del 2011 agli at-tuali 650 ettari. Per questo la pro-duzione aumenterà di circa 40

mila quintali, toccando nel 2012 i220 mila quintali, contro i 180mila del 2011. “Quest’anno intro-duciamo sul mercato tra l’altrouna nuova tipologia di charen-tais, denominato “Karamiel”, de-stinato principalmente per l’este-ro. Si tratta di un prodotto di ca-libro medio piccolo – spiega Ca-gna - con la particolarità di avereoltre a una elevata shelf life (15-20 giorni) un alto grado brix (16-17 gradi) e un ottimo livello zuc-cherino che arriva anche vicinoalla buccia”.Per quanto riguarda i cocomerisecondo il presidente di Don Ca-millo il prodotto tradizionale fa-tica mentre la mini anguria con-tinua a registrare buoni risultatidi vendita. L’Op emiliana que-st’anno segna un +30% nellaproduzione, passando dai 40 milaquintali del 2011 ai 55 mila diquest’anno. In generale, sia perangurie che per meloni, Don Ca-millo ha aumentato le esporta-zioni di circa il 10%, indirizzateprincipalmente verso Svizzera,Germania, Austria e Paesi dell’E-st.All’azienda Nadalini di Sermide,nel Mantovano, si è registrato uncalo produttivo dei meloni, equi-librato tuttavia da una riduzionedei consumi. “Solo a maggio diquest’anno - rivela Francesca Na-

dalini - abbiamo riscontrato2.500 quintali in meno di prodot-to rispetto allo stesso mese del2011. Questo fenomeno è statocausato appunto da una parte dauna minore produttività dovutaalla difficoltà di allegagione dellepiante in serra a causa delle bas-se temperature dei mesi prece-denti. Dall’altra ha inciso la pre-senza di molto prodotto dal cali-bro piccolo. Fortunatamente - ag-giunge Nadalini - i prezzi sonostati piuttosto sostenuti (anche ildoppio rispetto al 2011). La man-canza di prodotto ha portato anon poter soddisfare in pieno lerichieste dei clienti, specie sul re-tato, con punte del 30-40%”. Perquest’anno secondo Nadalini ilmelone nel Mantovano ha unbuon livello di qualità, “ma rima-ne una certa preoccupazione peri consumi. La speranza è che iprezzi, finora soddisfacenti, nonsi abbassino”.Anche Giacomo Scaroni, presi-dente di Opo Bellaguarda (Man-tova) conferma quantità di melo-ne non elevate, ma dalla qualitàottima. “I prezzi fino ad ora (21giugno, ndr) sono stati buoni gra-zie all’arrivo del caldo che ha in-centivato i consumi”. Bellaguardaquest’anno prevede di commer-cializzare circa 100 mila quintalidi melone (+10% sul 2011 grazie

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all’incremento delle superfici in-vestite, passate da 210 a 220 etta-ri). Bene anche i prezzi staccati,“grazie ai supermercati che paga-no piuttosto bene il prodotto. As-sai confortanti i riscontri dall’e-stero grazie a “una domanda su-periore alle aspettative - affermaScaroni - fino a dieci volte supe-riore alla norma, dovuta proba-bilmente alla mancanza di pro-dotto di origine spagnola. DaGermania, Austria e Svizzera èmolto richiesto il prodotto di ca-libro piccolo (dal peso di un chi-lo al massimo), disponibile que-st’anno in buone quantità”. Lapercentuale di export rimane adogni modo una minima parte delvenduto, anche se passata dal 2%del 2011 al (probabile) 5% di que-st’anno.Per quanto riguarda le angurieScaroni parla di “stagione partitain ritardo di almeno una decina

di giorni e di quantità molto scar-se a causa di problemi riscontratinel momento dell’allegagioneche porterà a una riduzione deiquantitativi del 40% per il pro-dotto in serra e del 30% per quel-lo in tunnellino”. In generale ilcalo sarà attorno al 30% sul 2011,

con volumi che passeranno dai95 mila quintali dello scorso an-no ai 70 mila del 2012. Partenzaun po’ a rilento per il segmentodella quarta gamma (che a volu-me per Bellaguarda rappresental’8-10% sul totale e il 15-20% in va-lore), dopo gli exploit del 2010.

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Nunhems è da sempre all’avanguardia nel proporreinnovazioni nell’ambito del melone. Ad esempio, èstata la prima azienda ad introdurre i meloni a lungaconservabilità, la prima ad inserire i meloni ad altapigmentazione (Magenta e Consorzio Mundial) ed ètuttora ai vertici nelle varie tipologie nel mercato ita-liano, con ad esempio la leadership nell’ambito dei li-sci grazie alla varietà Honey Moon F1. “Nunhems - spiega Stefano Carducci, Sales Specia-list melone di Nunhems Italia - sta avendo grandesuccesso anche nel mercato dei Cantalupo, introdu-cendo le varietà Celestial F1, Vald F1 e Bliz F1. Tut-ti e tre questi meloni si caratterizzano per avere vi-goria e sanità di pianta e soprattutto dei frutti moltouniformi e ben retati. Con tali caratteristiche, andia-mo a consentire un reddito maggiore e più sicuro alproduttore, non dovendo gestire pezzature diverse edifficilmente commercializzabili. La buona tolleranzaall’oidio inoltre, richiede un minor numero di tratta-menti, per cui si possono prevedere un minore im-patto ambientale e minori spese di gestione”. Tra queste tre varietà di Cantalupo, Celestial F1 è ilpiù precoce, adatto per trapianti da metà febbraio fi-no alla fine di marzo. Vald F1 si trapianta da finemarzo a fine aprile, Bliz F1 da maggio in avanti, ed èperfetto anche in secondo raccolto. Per tutte e tre levarietà, la pezzatura media va da 1,4 a 1,6 chilo-grammi, con un frutto che presenta in tutti i casi una

polpa di colore salmone e una cavità placentare mol-to ridotta, con conseguente alto peso specifico.“Attualmente - conclude Carducci - il 98% della pro-duzione di questi meloni è destinata al mercato ita-liano, ma dato il successo ottenuto pensiamo di svi-luppare sempre più anche l’export verso altri Paesieuropei”.

Nunhems nel dettaglioNunhems, azienda sementiera che fa parte di BayerCropScience, è lo specialista globale nel campo del-la genetica vegetale e dei servizi correlati. Attraver-so i suoi team specializzati ed integrati globalmente,opera per creare rapporti unici con i clienti, condivi-dere prodotti, concetti e competenze con tutta la fi-liera ortofrutticola professionale. La gammaNunhems comprende 28 specie e circa 2.500 va-rietà, tra le quali varietà leader su specie come an-guria, carota, cetriolo, cipolla, lattuga, melone, pepe-rone, pomodoro, e porro. Nunhems conta oltre 1.700dipendenti ed è presente in tutte le principali aree diproduzione ortofrutticole nel mondo.

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