cinti book summer 2012

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Spring Summer 2012 S_ OBER CHIC collection

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Cinti Book Summer 2012

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Spring Summer 2012

S_OBERCHIC collection

Once upon a time, in Sicily.She’s a woman

looking for freedom, in love with nature,

hostage ofsweetness but easily moved to passion.

SOBERCHIC

collection

S_OBER 2

WO_MAN

I palmeti all’orizzonte le avevano sempre incorniciato i pensieri. Fin da quan-do era bambina, sull’acqua del mare, disegnava con le dita e i capelli le onde. Cresciuta a metà, con lui per mano, nell’oro che sbocciava ogni mattino alle sue spalle, aveva coltivato, accarezzandoli, pensieri di altrove. In sè, la donna che aveva imparato a specchiarsi negli occhi bruni elusi per strada, la bambi-na continuava a giocare. Sbocciava lei, come la zagara, candida perla lambita da saraceni aliti lontani. Lo schiaffo iniziava a farsi più forte ogni giorno, fin quando, naturalmente, la gabbia dorata si aprì. E il riverbero del sole si fece ancora più accecante. Iniziò a camminare.

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Spring Love

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Per strada incontrò le apparenze, si vestì di stupore; sciolti i capelli, la natura si accorse di lei, e le iridi terse abbracciarono, bramose, insenature diverse.

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All’ombra dei lecci rallentò il cammino e abbandonò i sentieri. Cullata dal torpore, si svegliò poi col sole tiranno a torcerle i sogni. Ma incredula con i pensieri ancora abbagliati, stentò a dar forma di uomo allo sfocato miraggio. Il viso solcato da epoche e luci, lo mascheravano di mistero.

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Seduction

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Riflesso nel

sognoaltrui

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La sensazione fu, infine, di essere giunta. Un luogo mai vissuto ma suo;lo sguardo ghermito dal peso dei sassi, le rese dimentica di colui che fin lìl’aveva condotta. Parentesi di fascino fugace...

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Cinti

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La dimensione l’aveva trovata da sé, forse uguale, anche se lontana, ma libera. Slegati i fiocchi, rotto il respiro, aveva imparato a lasciarsi accarezzare le dita dalla sabbia: quella stessa schiuma di mare, respirata al ritorno, aveva ora un profumo più intenso.

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MAN In pochi hanno la certezza che quell’uomo fosse davvero esistito. Un tempo si raccontava che fosse un girovago venuto a piedi da oltre il mare, amava dischiudere gli occhi al sole, non aveva paura delle montagne o del lapilli di cenere, apprezzava il silenzio e fuggiva gli sguardi. Da lui nessuno aveva mai ricevuto parole, né suoni o sorrisi. Solo, non era di fretta ma andava veloce, incurante degli altri. Tornava, di tanto in tanto, a ribadire la sua sfocata esi-stenza. Dicevano fosse un uomo fatto di terra. Mai veramente arrivato, mai completamente fuggito.

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L’ eleganza, raccontata passo a passo, ha il sapore di una canzone cantata lieve quasi sottovoce. Cresce ad ogni accordo suonato pulito, dettaglio che muta in stile, senza calpestare il necessario piacere della semplicità. È uno sguardo azzurro tagliato dal sole di maggio, le espressioni accarezzate dal dondolio dei marosi.

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