army motors n2 2011

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- Capitolo Italiano del M.V.P.A. - Anno XVIX - N2/2011 Registrazione Tribunale di Mantova N. 3/93 del 1.2.1993 - Poste Italiane Spedizione in A.P. - 70% - Milano IMVCC CON LINEA GOTICA TIRRENICA ITALIA Army Motors www.imvcc.it 66° ANNIVERSARIO LIBERAZIONE LINEA GOTICA

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66° ANNIVERSARIO LIBERAZIONELINEA GOTICA

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SOMMARIO

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I T A L I A

Giornale dell’M.V.C.C.Capitolato Italiano del M.V.P.A.

Trimestrale - anno XIX - N.2/2011

Direttore responsabileJolanda Croesi

Registrazione Tribunale di Mantova N.3/93 del 1.2.1993TMB Grafiche s.r.l.

Via C.Cattaneo 19/21 Gorgonzola

Proprietario - Editore M.V.C.C.Sede Legale: P.zza Biade, 12 -

36100 Vicenza

M.V.C.C. Segreteria Via Mantova 13 - 10153 Torino - tel. 011/859526 -

fax/segreteria telefonica 011/2486590 E-mail: [email protected]

Realizzazione editorialeE.C. Editing

Direzione e redazioneE.C. Editing

Responsabile trattamento dati (Legge 675/96): Jolanda Croesi

PRESIDENTE Piero Brezza

VICEPRESIDENTELorenzo ScarlataCONSIGLIERI

Giulio Caimi, Enzo Caniatti (rivista sociale), Gustavo CappaBava (consulenza tecnica), Aurelio Sanmartino, Filippo Spadi (forum)

ARMY MOTORS ITALIA

Lo sbarco di Anzio

47PAGINA

a r m y m o to r s

Forte dei Marmi 3Album Forte dei Marmi 9Jeep in cassa 17Linea Gotica 19La Jeep di Patton 23 Il Club informa 25Mercatino 30Car and War 31 Portfolio 37Peace and Love 43Sbarco di Anzio 47Spazio Socio 55Tra cielo e marmo 57

Il raduno a Forte

3PAGINA

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MEZZI STORIC I

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66° ANNIVERSARIO L INEA GOT ICA & RADUNO ANNUALE IMVCC

LA CRONACA DELLA NOSTRA MANIFESTAZIONE CHE SI È SVOLTA IN COLLABORAZIONE CON LINEA GOTICA TIRRENICA

IN OCCASIONE DEL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE di Enzo Caniatti e Jolanda Croesi

LA CRONACA DELLA NOSTRA MANIFESTAZIONE CHE SI È SVOLTA LA CRONACA DELLA NOSTRA MANIFESTAZIONE CHE SI È SVOLTA IN COLLABORAZIONE CON LINEA GOTICA TIRRENICA

IN OCCASIONE DEL 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

FORTE DEI MARMI

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MEZZI STORIC I66° ANNIVERSARIO L INEA GOT ICA

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ARMY MOTORS ITALIA

Cinquale è una frazione di Mon-tignoso, in provincia di Massa-

Carrara. Tra la due guerre divenne zona di colonie infantili, case di cura e ville di note personalità. Collegata con il Viale Litoraneo alla Riviera Apuana e alla Versi-lia, fu coinvolta negli avvenimen-

ti bellici che contraddistinsero la fine del conflitto nel nostro Paese ed ebbero come epicentro le dure battaglie per lo sfondamento del-la Linea Gotica. Per ricordare quei tragici giorni l'associazione stori-co culturale Linea Gotica Tirrenica organizza una manifestazione per

autoveicoli storici e reenactors del secondo conflitto mondiale. Durante i giorni della rievoca-zione vengono realizzati campi storici e si svolgono commemora-zioni alla presenza delle autorità cittadine. Quest'anno l'IMVCC ha deciso di "sposare" l'inziativa

Mentre le sfilate commemorative erano giustamente riservate solo ai veicoli della seconda guerra mondiale, il raduno era aperto a tutti i mezzi militari. come mostra questo Falcone perfettamente interpretato.

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scegliendola come occassione per il raduno annuale del Club. Con gli amici di Linea Gotica Tirreni-ca si è potuto così organizzare una grande manifestazione con la partecipazione di oltre sessanta veicoli tra cui anche alcuni mez-zi pesanti quali White Scout Car,

Half-Track, Dodge, GMC, SPA e persino un carro Sherman M4 A1 che hanno suscitato l'interes-se e l'ammirazione del numeroso pubblico. Non capita certo tutti i giorni di vedere passare nelle vie dello shopping di forte dei Mar-mi "Betty" (lo Sherman dell'amico

Davide) mentre, come un elefan-te in una cristalleria, fa lo slalo-om tra le fioriere cercando di non polverizzarle sotto i suoi enormi cingoli. Se poi davanti marcia un plotone di Fallschirmjäger in as-setto da combattimento e dietro si profila una lunga colonna di

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LA L IBERAZIONE D I CANNES

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LA L IBERAZIONE D I CANNES

In alto, il Presidente dell'ASI, Roberto Loi, tra Scarlata e Bendinelli. Sopra a sinistra, il Presidente di Gotica Tirrenica Marco Giandomenici e il Presidente dell'IMVCC Piero Brezza durante l'intervento dell'Avvocato Loi. A destra, la consegna della targa al reduce Franco Bianchi... ne parleremo prossimamente-

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66° ANNIVERSARIO L INEA GOT ICA

camion e jeep piene di gente in uniforme della seconda guerra mondiale, c'è da lasciare di stuc-co anche il più refrattario degli occasionali spettatori. Soprattutto gli occhi dei piccoli erano un vero spettacolo. Guardavano pieni di meraviglia quei "marziani" venu-ti a interrompere la monotonia di una Domenica come tante altre, mentre i grandi mettevano mano a macchine fotografiche, cineprese e telefoni per immortalare l'avve-nimento.

Ospite e spettatore d'eccezione il Presidente dell'ASI, avvocato Ro-berto Loi che, come l'anno scorso a Recco, ci ha voluto onorare del-la sua presenza per sottolineare l'interesse di ASI nei confronti del collezionismo storico militare. Nel suo intervento ha ricordato come i veicoli militari facciano parte integrante del nostro patrimonio storico e vadano pertanto conser-vati e tutelati nella loro integrità, al fine che non vada dispersa una memoria che è parte integrate e

inalienabile della evoluzione tec-nica dei veicoli a motore. Ben ven-gano quindi manifestazioni come quella di Forte dei Marmi che ha saputo coniugare la commemo-razione della Liberazione con la rievocazione storico-figurativa di quei tragici giorni e il giusto risal-to ai veicoli che ne furono prota-gonisti. Un plauso particolare alla ineccepibile organizzazione che, senza alcuna forzatura, è riuscita a onorare e ricordare il sacrificio di tutti i combattenti.

(continua a pagina 57)

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ALBUM

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Tra le numerose attrazioni pre-viste per allietare il numeroso

pubblico che ha visitato il campo rievocativo della manifestazione, una in particolare ha meritato più di un semplice scatto, la ricostru-zione dell'arrivo e del montaggio di una jeep nelle retrovie del cam-po di battaglia. La cassa è stata costruita in ogni dettaglio dai soci di Linea Gotica Tirrenica in base a una attenta documentazione stori-ca. Le jeep venivano inviate ai re-parti in casse di legno. Il veicolo all'interno era premontato. Stava all'abiltià dei meccanici e spesso dei soldati completarlo e render-lo operativo nel più breve tempo possibile. Alla ricostruzione hanno partecipato: Marco Giandomenici, Roberto Bianchi, Fabrizio Alber-ti, Domenico Antonioli, Antonio Chiarezza e Francesco Rocchi.

66° ANNIVERSARIO L INEA GOT ICA

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Tra le numerose attrazioni pre-viste per allietare il numeroso

LA JEEP IN CASSA

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La Linea Gotica fu realizzata dal Feldmaresciallo Albert Kesselring nel tentativo di

rallentare l'avanzata dell'esercito alleato comandato dal Generale Harold Alexander, verso il nord Italia. Si sviluppava in modo da tagliare praticamente lo Stivale da costa a costa. Si estendeva dalla provincia di Apuania (le attuali Massa e Carrara), per fi nire sul

versante adriatico tra Rimini e Pesaro, seguendo un fronte di ol-tre 300 chilometri sui rilievi delle Alpi Apuane che proseguiva ver-so est sulle colline della Garfa-gnana, sui monti dell'Appennino modenese, l'Appennino bologne-se, l'alta valle dell'Arno e quel-la del Tevere. Quella che Hitler volle ribattezzare per ragioni di opportunità tattiche Grüne Linie

(linea verde) era un formidabi-le baluardo naturale e artifi ciale che sfruttava il terreno montuoso per creare un complesso sistema di difese fi sse e mobili capaci di controllare i valli appenninici at-traverso i quali erano costrette ad avanzare le colonne alleate nel tentativo di raggiungere la Pianura Padana e quindi l'accesso all'Eu-ropa settentrionale, attraverso il

UN PO' D I STORIA

LINEA GOTICAL'ULTIMO BALUARDO

Ricordiamo brevemente che cosa fosse questa formidabile linea difensiva che per mesi tenne in scacco l'esercito anglo-americano

impedendogli di raggiungere la Pianura Padana

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MEZZI STORIC IUN PO ' D I STORIA

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Sopra, il Maggiore Generale John Sloan, comandante della 89a divisione di fanteria. Notare sul muso della jeep la lama taglia cavi per evitare di restare decapitati. A lato, uno dei tanti paesi ridotti in bricciole. A fianco, prigionieri tedeschi e una postazione radio inglese di sostegno alla RAF.

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MEZZI STORIC IUN PO ' D I STORIA

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Brennero. Dal 25 agosto 1944 al 21 aprile 1945, le armate di Kes-selring, pure inferiori di numero e a corto di armamenti, contesero palmo a palmo il terreno agli Alle-ati, infliggendo pesantissime per-dite all'esercito anglo-americano costituito dall'VIII Armata ingle-se e dalla V Armata americana. I combattimenti furono talmente duri che il 12 novembre 1944

Alexander fu costretto ad ammet-tere il fallimento dell'offensiva al-leata e la inderogabile necessità di sospenderla sino a primavera per poter riorganizzare le sfinite truppe. Cosa che gli anglo-ameri-cani poterono permettersi di fare, mentre i tedeschi riuscirono solo a rabberciare alla meno peggio gli spaventosi vuoti in uomini e ma-teriali nelle loro fila. Nonostante

ciò, quando il 9 aprile 1945 ri-prese l'offesiva, furono ancora in grado di contrastare in più punti l'avanzata e persino a contrattac-care. Alla fine l'enorme disparità di uomini e mezzi ebbe ragione delle ultime difese tedesche e l'inespugnabile Linea Gotica fu sfondata. Il prezzo in vite umane fu altissimo: oltre 150.00 tra morti e feriti, senza contare i civili. EC

UN PO' D I STORIA

Sopra a sinistra, half-tracks in pausa di riposo e ben distanziati tra loro per limitare i danni in caso di bombardamento. A destra, una palazzina sul lungo mare della Versilia requisita dagli Alleati, trasformata in installazione militare e mimitizzata. A lato, uno Sherman M4A1. Notare la damigiana di vino, decisamente in posizione "vulnerabile".

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Mi ricordo di una volta ad un raduno, fui molto colpito da un personag-

gio piuttosto noto nell’ambiente, intento a decantare ad una platea di adepti le gloriose gesta della sua jeep, personalmente utilizza-ta dal generale Patton durante la campagna di Sicilia nel 1943. La jeep in questione era una bellissi-ma Hotchkiss M201 24 volts co-struita in Francia nel 1961, ovve-ro circa sedici anni dopo la morte del celebre generale… Ogni volta che incontro sulla mia strada una Hotchkiss americanizzata pro-vo un fi lo di tristezza, da un lato perché mi dispiace veder snatura-re un mezzo di interesse storico, dall’altro perché spesso queste trasformazioni sono irreversibili. Penso che alla base di questa pro-pensione al falso giochi un ruolo

importante la scarsa conoscenza che abbiamo della storia francese del dopoguerra, anche se a tutti gli effetti è stata densa di eventi importanti e affascinanti. Mi vie-ne in mente l’Indocina, la guerra d’Algeria, le colonie d’oltremare, Kolwezi e le gesta della Legio-ne Straniera, i test nucleari e la base di Colomb-Bechar… Guer-re e battaglie combattute in paesi esotici, dove il territorio è il pri-mo nemico e la jeep o i Dodge i mezzi ideali per affrontarlo. I fregi dei reparti che hanno combattuto in questi luoghi si possono ancora trovare sulle jeep Hotchkiss con-servate così come sono state ra-diate e dal punto di vista storico e collezionistico sarebbe un pecca-to che scomparissero per far po-sto ad un improbabile olive drab e a un’altrettanto improbabile as-

segnazione alla 82a Airborne… Il discorso diventa invece più com-plesso se si tratta di veicoli costru-iti nel periodo bellico e successi-vamente riutilizzati da altri eser-citi, dei quali ancora conservano i colori e i fregi: il dilemma non è di immediata soluzione perché in entrambi i casi si tratterebbe di far perdere una delle due identità al mezzo, comunque vada. Certo pensare di conservare un Com-mand Car in livrea olandese , au-striaca o svizzera richiede un cer-to impegno mentale e pertanto la scelta di tornare alle origini ame-ricane risulta facile, ma provate a immaginare di trovarvi di fronte a un Dodge 6x6 “sahariano”, con tanto di colorazione giallo-sena-pe semilucida ancora visibile, fi l-tro dell’aria sul parafango destro e insegne del 2° REP della Legione

LEGGENDE COLLEZ IONIST ICHE

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Mi ricordo di una volta ad un raduno, fui molto

importante la scarsa conoscenza che abbiamo della storia francese

segnazione alla 82a Airborne… Il discorso diventa invece più com-

LA JEEP DI PATTON

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Straniera… Dal mio punto di vi-sta di veicoli in livrea americana ce ne sono già in numero tale da non doversi porre il problema di tramandare ai posteri frammenti di storia che altrimenti andreb-bero dispersi, mentre sarebbe im-portante dare un contributo alla salvaguardia delle “specie in via di estinzione”. Purtroppo a sfavore di questa tesi gioca la tendenza attuale di or-ganizzare sempre meno raduni dedicati ai veicoli e sempre più

raduni a sfondo rievocativo (tema fisso: Seconda Guerra Mondiale).È comprensibile che un appas-sionato ci pensi bene prima di “assegnare” il proprio mezzo ad un periodo storico successivo, che di fatto gli escluderebbe la possibilità di utilizzare la nuova creatura in molte occasioni. Per fortuna il mondo è vario e ci sono diversi appassionati che in-vece sanno apprezzare il fascino delle livree post-belliche e fran-camente mi auguro che il loro

numero cresca sempre di più. Vorrei concludere questa elucu-brazione lanciando un appello ai neofiti della nostra passione: le jeep americane sono tutto meno che rare e ancora oggi hanno prezzi accessibili e non di molto maggiori rispetto alle nipoti fran-cesi, se desiderate ardentemente un mezzo della Seconda Guerra Mondiale fate uno sforzo e cer-cate il veicolo giusto, il mercato oggi offre di tutto e di più.

Gustavo CappaBava

LEGGENDE COLLEZ IONIST ICHE

Sopra, parafrasando i cappelli di Napoleone, anche di jeep di Patton ce ne è una in ogni museo. Questa la si può ammirare in quello di Fort Knox. A fianco, una Hotchkiss M201 in dotazione a un reparto della polizia militare della Legione Straniera nei primi anni Sessanta.

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il clubil clubINFORMA

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PROGRAMMA:

Venerdì 24 Giugno

Arrivo Partecipanti, sistemazioni in albergo, visita alla Villa Italia e perrcorso guidato nella tenutaIn serata Cena sociale

Sabato 25 Giugno

9,30 Partenza in colonna per il Castello di Racconigi10,15 - 12,00 Visita al Parco ed al Castello12,45 - 15,30 Visita al Borgo di Pollenzo e pranzoRientro a Ternavasso20,30 Cena di gala al Golf Club i GliciniIn serata sono previste animazioni

Domenica 26 Giugno

Animazioni dei gruppi di ricostruzione, dei natanti storici sul lago della tenuta e dei velivoli storici.

Pranzo sociale

Commiato

Il presente programma si intende indicativo e pertanto suscettibile di variazioni.Le quote di iscrizione e l'elenco alberghi convenzionati saranno pubblicati sulla Manovella e su Sito e Forumdel IMVCC

ASIMILISHOW 2011

PROGRAMMA:

CON LA PARTECIPAZIONE DI

PROGRAMMA:

Venerdì 24 Giugno

PROGRAMMA:

NATANTI E VEICOLI STORICI

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ARMY MOTORS ITALIA ARMY MOTORS ITALIA

Bilancio 2010

COSTI

RIMANENZE INIZIALI (oggettistica) Euro 3.753,33

ATTREZZATURE AMMORTIZZATE “ 4.707,31

QUOTE USA “ 8.746.13

QUOTE ASI 2010 “ 22.791,10

MANIFESTAZIONI E RIUNIONI “ 14.904,27

STAMPE “ 21.967,10

POSTALI E TRASPORTI “ 1.521,96

TELEFONICHE “ 1.842,50

CANCELLERIA E OMOLOGAZIONI “ 169,28

SPESE PER SITO E FORUM “ 2.676,00

RAPPRESENTANZA “ 1,063,20

SPESE PER RIUNIONI “ 331,90

TRADUZIONI “ 370,00

SPESE VARIE CONTO BANCARIO “ 72,00

TOTALE COSTI Euro 84.916,08

ACC. FIP “ 2.182,11

TOTALE A PAREGGIO Euro 87.098,19

RICAVI

QUOTE SOCI MVCC 2010 Euro 48.618,46ASI 2010 " 22.685,40RIMANENZE FINALI “ 7.469,33

TOTALE RICAVI Euro 87.098,19

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ARMY MOTORS ITALIA ARMY MOTORS ITALIA

ATTIVO

ATTREZZATURA Euro 27.116,90 CASSA " 3.927,22 BANCA " 11.547,89 C.C.P. " 15.975,69 RIMANENZE FINALI OGGETTISTICA " 7.469,33 -------------- TOTALE ATTIVO Euro 66.037,03

PASSIVO

FONDO AMMORTAMENTO Euro 27.116,90 -------------- TOTALE PASSIVO Euro 27.116,90

F.I.P. “ 38.920,13 ---------------

TOTALE A PAREGGIO Euro 66.037,03

CALENDARIO MANIFESTAZIONI04/05 GIUGNO RIMINI TEMEROLI 335.7334419

17 GIUGNO SERRAMAZZONI MUCCI 339.2212154

18/19 GIUGNO V°RAID."LE VIE DEL SALE" NORD.WEST.GROUP SALICE TERME (PV) 0383.43973-347.9184917 339.2212692-3337101969 24/26 GIUGNO BONNEVAL FRANCIA BRAKET 0033.687350724

24/26 GIUGNO TERNAVASSO (TO) ASIMILSHOW REF.ASI-IMVCC 011-859526 31 LUGLIO 4 RUOTE D'EPOCA MUCCI 339.2212154 PAVULLO N/F (MO) ORSINI 338.1435619 RAPI 338.9162143

21/24 AGOSTO 67°ANN.LIBERAZIONE CANNES GHIGO JEAN PAUL 0033614510187

21 AGOSTO ALLE PENDICI DEL MONTE MUCCI 339.2212154 "CIMONE" ORSINI 338.1435619

3 SETTEMBRE MONTECARLO FRANCIA DENTAL. INF. SCARLATA 9/11 SETTEMBRE 6° RADUNO ALTA BADIA CRAZZOLARA 0471-847155

23/25 SETTEMBRE ALGHERO GALLIGANI 335.5218475 SCARLATA 339.7151185

Lorenzo Scarlata (delega manifestazioni) tel e fax 0171758179 - Cel. 3397151185. Email [email protected]

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BILANCIO PREVENTIVO 2011COSTI

QUOTE ASI (1) 22.726,00QUOTE U.S.A. (2) 11.125.00*RADUNI - MANIFESTAZIONI 12.500,00SPESE PER SITO E FORUM 5.725,00 MANUTENZIONI 1.500,00 CANCELLERIA 1.000,00TRASPORTI-POSTALI 1.650,00STAMPE 25.000,00TELEFONICHE 2.000,00RAPPRESENTANZA-RIUNIONI 2.000,00

TOTALE COSTI 85.226,00

RICAVI

QUOTE ASSOCIATIVE (1) 85.226,00 TOTALE RICAVI 85.226,00

(1) SOCI ASI n° 550 x Euro 41,32 = Euro 22.726,00 (2) SOCI USA n° 250 x Euro 50,00 = Euro 12.500,00

SOCI n. 400 x Euro 75,00 = Euro 30.000,00 “ n. 200 x Euro 100,00 = Euro 20.000,00

Euro 50.000,00

* n. 250 x Euro 44,50 = 11.125,000 Quota MVPA = 60 $ (1 Euro = 1.35 $) = 44,50 Euro cad.

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MEZZI STORIC I

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ARMY MOTORS ITALIA

Si è riunita sabato 16 aprile a Torino l’Assemblea dell’ ASI (Auto-motoclub Storico Italiano) chiamata a rinnovare le cariche sociali

per il prossimo quadriennio. Erano presenti alla riunione 194 dei 254 sodalizi Federati provenienti da tutta Italia, che hanno confermato per “acclamazione” alla Presidenza della Federazione l’Avv. Roberto LOI che rimarrà in carica per il prossimo quadriennio. Sono stati eletti 12 Consiglieri risultano confermati: Ariel Atzori, Beni-to Battilani, Renzo Cardini, Giuseppe Cannella, Giuseppe Di Mauro, Alfredo Liberati, Domenico Paterlini, Enzo Siligardi, Maurizio Spe-ziali. Nuovi eletti:Paolo Peirone, Mario Sandrolini e Alberto Scuro. L’Assemblea ha inoltre votato: i componenti del Collegio dei Probi-viri che sarà composto da: Marcello Busetto, Franco Nardelli, Celso Nicco, Antonello Salvi, Antonino Spagnolo Muratori e i Revisori dei Conti che sono: Andrea Barabino, Gigi Baulino, Giovito Di Nicola, supplente Pier Paolo Milo. Nell’ambito della stessa riunione sono stati approvati con un solo voto contrario il Bilancio Consuntivo 2010 e il Bilancio Preventivo 2011.

Nell'ambito dei festeggiamenti dei 150 anni dell'unità d'Italia, il circolo collezionisti di Al-

ghero organizza un raduno di mezzi militari con la collaborazione dell'IMVCC. - Durante la manifesta-zione, oltre a varie escursioni, verranno presentati una mostra ed un libro dal titolo: “1943 Fortini a Porto Conte”, presso i locali dell'ex colonia pena-le della splendida cornice del Tramariglio. Un tuffo nelle vicende storiche che videro quei luoghi coin-volti nell'ultimo confl itto. Organizzatore dell'even-to è il Circolo collezionisti di Alghero, nato nel lon-tano 1978, come circolo fi latelico, si è poi allargato alla numismatica, al modellismo e altre categorie di collezionismo tra cui la militaria, con la sua storia e la sua oggettistica.L'iscrizione alla manifestazione sarà contenuta in 80 euro a persona e comprende:pranzo e cena del venerdì in agriturismo pranzo a buffet del sabatocena di gala del sabatopranzo della domenicaNB: la scheda d'iscrizione e il costo della nave verrà comunicato in seguitoprogramma 1°giorno: venerdì 23/9/11ore 9:00: accoglienza, iscrizioni e consegna mate-riale - 12,30: pranzo - 15:00: riordino in piazza del-la pace ad Alghero - 15:30: partenza per escursione sulla statale panoramica (sp105) per Bosa - 16:15: arrivo al complesso nuragico “Appiu”, visita guidata

I L CLUB INFORMA

Si è riunita sabato 16 aprile a Torino l’Assemblea dell’ ASI (Auto-motoclub Storico Italiano) chiamata a rinnovare le cariche sociali

per il prossimo quadriennio. Erano presenti alla riunione 194 dei 254

ASI: RIELETTO LOI

Nell'ambito dei festeggiamenti dei 150 anni dell'unità d'Italia, il circolo collezionisti di Al-

RADUNO IN SARDEGNA- 17:30: arrivo al paese di Villanova Monteleone, so-sta con degustazione di prodotti tipici - 19:30: rien-tro verso Alghero-Fertilia. (percorso totale di 63 km, tutto su asfalto con dislivello fi no a 600 slm.) - Ore 21:00: cena in pizzeria o agriturismo.programma 2° giorno : Sabato 24/9/11ore 9:30: Riordino in piazza S.marco a Fertilia. 10:00: salita a monte Doglia su carrereccia militare, sosta e visita a 4 batterie per obici, breve sosta sot-to monte Murone nei pressi di due fortini - 11:15: Arrivo all'ex colonia penale a Tramariglio con visita alle strutture carcerarie da poco restaurate - 11:30: presentazione del libro “1943 fortini a Porto Conte” - 12:30: pranzo buffet in loco - 15:30: partenza per visita alle batterie di Punta Giglio - 18:30: arrivo pre-visto a Fertilia. (percorso totale di 50 km circa di cui 20 di sterrato) - 21:00: Cena di gala. Programma 3°giorno : Domenica 25/9/11ore 10:00: riordino in piazza S.Marco a Fertilia - 10:30: sfi lata per Fertilia e Alghero, breve sosta al monumento ai caduti - 11:30: arrivo ad Alghero in piazza Sulis e mostra statica dei mezzi partecipanti - 12:30: pranzo commiato e saluti. N.B. A tutti gli equipaggi verrà fornita una cartina lo-cale e il road-book con tempi e miglia da percorrere. Per informazioni o delucidazioni: Galligani Rolando 0799/78407.335/5218475IMVCC. 011 859526 Scarlata Lorenzo 0171/758179-339.7151185

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VENDO COMPRO SCAMBIO

IL NOSTRO MERCATINOAnnunci gratuiti per i soci dell’IMVCC. I non soci dovranno pagare euro 12.91 per ogni annuncio e ogni uscita.

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MEZZI STORIC I

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STORIA DELLE AUTO MIL I TAR I 1900-1945

Gli italiani furono tra i primi a sperimentare automitragliatrici. In alto: 1924, la Squadriglia Autoblindo Mitragliatrici della 2a Brigata di Cavalleria. A sinistra, Vincenzo Lancia con il prototipo della 1Z. A destra, l'Isotta Fraschini del 1913.

Contemporanemente alla rea-lizzazione dei primi autocarri da trasporto per uso militare si pensò di ampliarne l'impiego delle auto dotandole di blin-

dature e armamento in grado di trasformar-le in mezzi non soltanto d'appoggio, ma di offesa. Nacquero così le automitragliatrici, destinate a diventare in seguito note come autoblindo. Il Regio Esercito fu tra i pre-cursori nella realizzazione e nell'impie-go delle automitragliatrici, utilizzate per la prima volta nella guerra italo-turca del 1912, vero banco di prova per tutta una

serie di innovativi mezzi offensivi a moto-re che cambieranno radicalmente il modo di combattere, segnando la fine dell'era dei quadrupedi in carne e ossa e l'avvento di quelli d'acciaio. Nel documentatissi-mo libro di Lucio Ceva e Andrea Curami "La meccanizzazione dell'Esercito fino al 1943" edito dallo Stato Maggiore Eserci-to, apprendiamo che sin dal 1908 si era tentato di blindare e armare un normale autocarro Fiat 15 Bis, traendo probabil-mente ispirazione dai tentativi fatti dai francesi che 1904 avevano armato con una mitragliatrice Hotchkiss una normale

La storia a puntate delle auto con le stellette: dai primi tentativi di impiego bellico, al debutto nella Prima Guerra Mondiale, alla

consacrazione nella Seconda. Mezzo secolo di auto fuori dall'ordinario

CAR AND WAR

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MEZZI STORIC ISTORIA DELLE AUTO MIL I TAR I

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Panhard & Levasseur 24 HP, impiegata nel 1908 in Marocco. L'idea italiana era però di costruire una vera postazione di fuoco mobile dotata non soltanto di armamento pesante, ma protetta da una blindatura. Il Fiat 15 Bis si dimostrò inadatto allo sco-po, si decise quindi di realizzare un vei-colo specifico sia pure utilizzando come base l'autotelaio del Fiat. Prese così forma all'Arsenale di Torino, l'automitragliatrice Arsenale. Nel contempo il Corriere della Sera lanciava una sottoscrizione tra i pro-pri lettori per regalare al Regio Esercito due automitragliere corazzate da utilizzare nel-la campagna di Libia. Raccolti i fondi veni-va dato incarico alla Isotta Fraschini e alla Bianchi di approntare i rispettivi modelli. Le due Fiat Arsenale furono imbarcate il 4 settembre 1912 a Napoli con destinazio-ne Zuara. Il successivo 2 ottobre una delle due autoblindo giunse, con i propri mezzi, a Misurata. Tuttavia, secondo quanto ap-purato dagli autori su giornali dell'epoca, il primo test fu un mezzo fiasco dovuto soprattutto alla scarsa potenza del motore

rispetto al peso e alla notevole mole del mezzo. Sempre dalle cronache si aprende invece che l'Isotta Fraschini fu consegnata all'Esercito nel 1913 e probabilmente nel-lo stesso anno anche la Bianchi fece altret-tanto. Il parco automitragliatrici non subì variazioni sino ai primi del 1915 quando il Ministero della Guerra chiese all'Ansaldo-Armstrong di approntare un'autoblindo. La direzione genovese si mise alla ricer-ca di un autotelaio adatto. Nel febbraio la Lancia e quindi la SPA si dimostrarono disposte a fornirne uno. Su questo venne allestito un primo prototipo dotato di due mitragliatrici Vickers Maxim di proprieta dell'Ansaldo e già predisposto per il mon-taggio di una terza. Tuttavia proprio la re-peribilità delle mitragliatrici, che tutti gli eserciti volevano, non permise di rispettare i tempi di consegna delle venti "automobili blindate" Lancia 1Z ordinate dall'Esercito. Fu così che dopo essere stati i precursori delle autoblindo gli italiani si videro su-perare in quantita ed efficenza dagli altri eserciti belligeranti. Solo il 6 giugno 1916

Sopra, il prototipo della Lancia IZ. Il mezzo è armato con sole due Vickers-Maxim, una per torretta. Nella pagina a fianco, sui mezzi utilizzati in Libia furono montate due ruote di scorta esternamente alla casamatta. La Lancia IZ derivava dalla Theta.

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MEZZI STORIC ISTORIA DELLE AUTO MIL I TAR I

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MEZZI STORIC I

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STORIA DELLE AUTO MIL I TAR I

il Comando Supremo riuscì a disporre di una ventina di mezzi con i quali allestire tre squadriglie da inviare in zona di guerra. Nel frattempo le autoblindo avevano già dimostrato la loro efficacia sul campo di battaglia. I primi a utilizzarle furono i bel-gi che le schierarono nell'agosto del 1914 nello sfortunato tentativo di arrestare la travolgente offensiva tedesca su Liegi. La città era considerata una inespugnabile fortezza e in teoria avrebbe dovuto resiste-re per settimane, in realtà fu rapidamente conquista dalle truppe di Lunderdoff che vi penetrò in auto dalla porta principale chiedendone la resa. Le autoblindo belghe erano delle normali vetture di serie del ti-po Minerva, parzialmente protette da una blindatura laterale in grado di resistere ai colpi di fucile. Scoperte, erano armate con

una mitragliatrice con appoggio girevole che permetteva di sparare a 360 gradi. An-che se non arrestarono i tedeschi, dimo-strarono la loro efficacia contro le pattu-glie esploranti e i reparti di cavalleria. Gli inglesi, giunti sul continente con un pro-prio corpo di spedizione, ne furono favore-volmente impressionati, tanto che appron-tarono in tutta fretta due veicoli blindati per proteggere il loro campo di volo nei pressi di Dunkerque dalle scorrerie della cavalleria tedesca. Le prime autoblindo di Sua Maestà furono realizzate impiegan-do due delle diciotto auto civili messe a disposizione dell'aeronautica per l'esplo-rarione terrestre. A una Rolls-Royce e a una Mercedes furono applicate sui fianchi delle lamiere di uno spessore sufficiente a resistere ai colpi di fucileria, mentre il gui-

Negli anni Dieci i mezzi a motore corazzati si diffusero in tutto il mondo. Sopra, un autocarro blindato russo presidia un incrocio di Teheran. Nella pagina a fianco uno SPA 9000 C dotato di pezzo da marina. Un possente mezzo blindato tedesco.

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datore fu protetto da uno scudo d'acciaio. Le buone prove offerte sul campo, indus-sero Winston Churchill, allora Primo Lord dell'Ammiragliato, dal quale dipendevano le squadriglie di aerei del Royal Naval Ser-vice destinate a intercettare gli Zeppelin, a ordinare la costruzione di specifici mez-zi corazzati derivati da vetture di serie. La scelta cadde sulla Rolls-Royce 40/50 HP, la famosa Silver Ghost, detta Alpino per le sue doti di resistenza e affidabilità di-mostrate nei primi raid dell'epoca, come la Londra-Edimburgo. Furono così requisti

tutti gli autotelai Rolls-Royce e su di essi fu montata una scocca blindata con piastre d'acciaio, che prevedeva il montaggio di una torretta girevole per la mitragliatrice Vickers-Maxim da 7,7 mm. Prese il nome di Armoured Car, già nel marzo 1915 ne fu-rono consegnate ben 78 alla Marina. Con queste fu costituita la Royal Naval Armou-red Car Division. L'unità era composta da 15 squadroni con 12 autoblindo ciascuno. Fu, in un certo qualmodo, la prima divi-sione corazzata della storia. Gli altri non stettero però a guardare. (3 continua)

Gli imponenti mezzi blindati avevano un notevole impatto sulla popolazione civile e furono spesso utilizzati per sedare le sommosse. Nella foto, rivoluzionari tedeschi, civili e fanti di marina, presidiano nel 1918 il Castello di Berlino.

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FOTO ARCHIVIO"SDKFZ E NON SOLO"

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SDKFZ E NON SOLO

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Anche se i mezzi semicingolati risultassero più efficaci nell'affrontare i terreni difficili, i tedeschi continuarono a utilizzare e a evolvere anche veicoli corazzati su ruote. In alto e a fianco, le autoblindo pesanti Austro-Daimler otto ruote costruiti in Austria e incorporati nel parco del Reich dopo l'Anschluss. Nella pagina a fianco: Panhard francesi, una modificata con pezzo anticarro da 37 mm e le altre autoblindo radio.

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SDKFZ E NON SOLO

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Sopra, Panhard catturate in Cecoslovacchia e utilizzate dalle forze armate tedesche durante la campagna di Francia. A fianco, una Panhard trasformata per poter scorrere sulle rotaie. Questo tipo di veicolo fu ampiamente impiegato per contrastare le azioni delle formazioni partigiane. Nella pagina a fianco: un SdKfz 234/2, meglio noto come Puma, dotato di un pezzo 50/60. Sotto una Panhard 178 requisita al disciolto esercito cecoslovacco.

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SDKFZ E NON SOLO

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Un SdKfz 233 con cannone corto da 75/24. Montava una torretta ruotabile e risultava particolarmente efficace come mezzo controcarro.

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FUORI DALLE R IGHE

Nel dopoguerra i Dodge 6x6 (WC62 e WC63) lasciati dagli Alleati sul suolo francese furono adattati all'impiego nel deserto e utilizzati dalle

forze francesi, in particolare dalla Legione, per il pattugliamento

Essere appassionati di veicoli militari significa necessariamente essere politicamente orientati

o concettualmente contrari al pa-cifismo? Se la domanda fosse posta a un proprietario di Kübelwagen men-tre indossa impettito una divisa di qualche reparto SS la risposta potrebbe apparire scontata, ma non lo è del tutto se si decides-se di estendere il bacino degli in-tervistati a tutti i nostri soci. Un esempio per tutti, forse il più ecla-

tante, è rappresentato da Marco Bertoletti, di professione dentista: è felice proprietario di una splen-dida Hotchkiss M201, fedelmente restaurata in ogni particolare… Al momento di scegliere le inse-gne di reparto da applicare alla jeep il dentista fu colto da antiche reminescenze filosofiche. Il risul-tato finale è quello che potete os-servare … - Il simbolo sul cofano è cinese: rappresenta l'unione di Jin e Yang, i principi Femminile e Maschile che si compenetrano. In origine deriva dall'osservazio-

ne del giorno e della notte che si alternano e sono interdipenden-ti, in quanto si trasformano l'uno nell'altra. È in sostanza il simbolo di tutti gli opposti, che non pos-sono esistere l'uno senza l'altro (es. ogni uomo ha dentro di sé un parte femminile e dolce così come una donna una parte maschile). Il Buddha in meditazione che ca-peggia sul cruscotto merita pure due righe di spiegazione: Buddha significa "L'Iluminato, il Risve-gliato" ed è l'epiteto di Gautama, fondatore del buddhismo, vissuto

Nel dopoguerra i Dodge 6x6 (WC62 e WC63) lasciati dagli Alleati sul suolo francese furono adattati all'impiego nel deserto e utilizzati dalle

forze francesi, in particolare dalla Legione, per il pattugliamento

Essere appassionati di veicoli militari significa

tante, è rappresentato da Marco Bertoletti, di professione dentista:

ne del giorno e della notte che si alternano e sono interdipenden-

PEACE & LOVE

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FUORI DALLE R IGHE

Sopra, gli strumenti originali americani si intervallano con quelli francesi, in ordine sparso. A fianco, alcune targhette applicate nei centri di ricostruzione in Algeria negli anni Sessanta. Nella pagina a fianco dall'alto: notare il filtro dell'aria, l'estintore e i fazzoletti di rinforzo del parabrezza; estintore stop-fire costruito a Nanterre; particolare della luce supplementare di coda.

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FUORI DALLE R IGHE

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FUORI DALLE R IGHE

in Nepal tra il 563 e il 486 ca. a. C... Figura straordinaria che fondò una nuova, grande religione che influenzò profondamente lo stesso induismo. Sul paraurti anteriore lato guida è stato apposto un simbolo “peace and love” che non richiede com-menti, mentre sui paraurti poste-riori la trota stilizzata fa riferimen-to alla grande passione del dentista

per la pesca a mosca… La pin-up che compare sui fianchi rappre-senta il simbolo più militaresco in quanto è la copia di un “nose art” fotografato su un B25 Mitchell.Infine la grande scritta “Minibig” è l’anagramma delle iniziali dei nomi delle figlie del dentista e di un suo amico “azionista” dell’M201… Forse queste “insegne di reparto” sarebbero più adatte a un pulmino

Volkswagen con a bordo un ma-nipolo di “figli dei fiori” intenti a fumare marijuana (si tratterebbe pur sempre di “cannoni”), sicura-mente però chiariscono una volta per tutte come il nostro sia un club eterogeneo di appassionati di vei-coli militari, dove c’e’ spazio an-che per chi non intenda rievocare nulla.

Gustavo CappaBava

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L’ormai consueto raduno sto-rico di Anzio, organizzato dall’ “Highway Six Club” di

Roma nella ricorrenza dello sbar-co alleato del 22 gennaio 1944, si è tenuto il 22 e 23 gennaio, con gravitazione, nel primo giorno su Nettuno e nel secondo su Anzio. Poiché la maggioranza dei parte-cipanti era costituita da apparte-nenti a vari club “reenactors” (tra

i quali, oltre all’organizzatore, l’”Italia 43-45”, il “Soldat 39-45”, il “WW-II Roma” ed il “Winterli-ne-Venafro”), la manifestazione non si è limitata all’usuale per-corso della colonna dei mezzi attraverso i luoghi della memoria, con relative soste, ma ha previsto anche la realizzazione di messin-scena statiche di ambienti bellici sulle spiagge dei due comuni, e di

una dinamica su quella di Anzio, consistente nell’attacco alleato ad un caposaldo italo-tedesco, molto spettacolare, di fronte a folto pubblico e ripreso (quin-di andato in onda) dalla RAI-TV. Come nelle precedenti edizioni, la principale sosta del “tour” del sabato è stata quella di Isolabel-la, frazione di Cisterna di Latina, ove, la notte del 28 gennaio ‘44,

RIEVOCAZIONE

SBARCO DI ANZIO1944 - 2011

Classico appuntamento con la manifestazione che rievoca i combattimenti avvenuti tra le forze americane e le truppe italo-tedesche

durante lo sbarco alleato sulle spiagge di Nettuno e di Anzio

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MEZZI STORIC IR I EVOCAZIONE

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Sopra, paracadutisti della 4a Fallschirmjäger di vigilanza e controllo all'ingresso del settore di competenza. A lato, aereo leggero multiruolo Fieseler F1-156 Strorch (Cicogna). Nella pagina a fianco, approntamento del caposaldo italo-tedesco. Una Tatra e una Volkswagen "maggiolino".

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MEZZI STORIC IR I EVOCAZIONE

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la punta di una delle due diret-trici della prima offensiva alleata dopo lo sbarco, quella ameri-cana, costituita dal reggimento “Rangers” del Colonnello Dar-by e tendente alla conquista del nodo di Cisterna (l’altra, quella inglese, puntava su Aprilia, che riuscì a conquistare) anche per la concomitanza di impreviste cir-costanze sfavorevoli si infranse

di fronte alle posizioni tedesche, difese da aliquote delle divisioni “H.Goering” e “715°” di fanteria. Durante la sosta, è stato ricorda-to il valore dei soldati america-ni. Nel pomeriggio, esposizione dei mezzi a Nettuno ed incontro con la popolazione. La domeni-ca è stata dedicata ad Anzio, ove, dopo la sfilata per le vie cittadine e una sosta presso il pregevole

“Museo Storico dello Sbarco”, i partecipanti hanno proceduto a realizzare, sulla spiaggia, le am-bientazioni relative alle varie for-ze presenti nel 1944. Il pubblico è affluito numeroso malgrado il maltempo e si è soffermato con particolare curiosità e interesse in corrispondenza di una realiz-zazione sulla quale, tra le tan-te bandiere americane e inglesi

RIEVOCAZIONE

I reenactors hanno simulato l'attacco a una postazione italo- tedesca da parte di forze americane. Sopra, soldati americani scendono dagli autocarri e avanzano verso il caposaldo nemico. A lato, tedeschi e italiani si dispongono ad aprire il fuoco. In secondo piano lo scoppio di un petardo che simula quello di una bomba a mano. A fianco, altre fasi dell'attacco.

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solitamente presenti, sventolava un tricolore italiano: quella rela-tiva al battaglione di fanteria di marina “Barbarigo” della Xa Mas, che, giunto al fronte il 3 marzo 1944, con base a Sermoneta, fu aggregato alla 715a Div.ne tede-sca e schierato lungo il settore sud del perimetro della “testa di sbarco” alleata e che, su una for-za di 1180 uomini, ne perse circa 300 tra soli caduti e dispersi. A

dirla a sufficienza, circa il valore dei “marò” del “Barbarigo”, ba-sterebbe l’opinione del Feld M.llo Kesselring, il quale valutò quel reparto come uno dei migliori tra tutti quello dell’”Asse” presenti ad Anzio; tuttavia essendo stato constatato che tra il pubblico pre-sente e soprattutto tra i giovani, praticamente nessuno sapeva al-cunché non soltanto dell’unità in questione, ma – quello che è più

sconsolante – neanche delle eroi-che imprese della Xa pre 8 set-tembre, di risonanza mondiale e vanto della nostra Marina Militare (cui il “Reparto Mezzi Insidiosi” con la denominazione di coper-tura antispionaggio di flottiglia Xa Mas apparteneva) quali quelle di Alessandria, Malta, Suda (Creta) e Gibilterra, attuate da un pugno di valorosi mediante i cosidetti “si-luri umani”, “barchini esplosivi”e

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Nella pagina a fianco, posto di avvistamento e vedetta lungo la spiaggia; una Kübelwagen nel colore giallo-sabbia Afrika Korps; un half-track M-2 addibito al trasporto truppe; un primo piano per la Tatra. Sopra, jeep sovraccarica di materiali e con tubo di scarico sopraelevato per consentire il guado di corsi d'acqua poco profondi. A lato, la vista frontale evidenzia come venivano spesso caricate di tutto e di più.

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“uomini gamma”, con altissimo rischio e gravi perdite, sembra opportuno riferire – tra le tante - solo di una vicenda curiosa, di sapore aneddotico, ma altamente significativa dello spirito che ani-mava quel reparto. Il “Barbarigo”, comandato dal magg. Genio Nav. Umberto Bardelli, formato solo da volontari perlopiù intorno ai vent’anni, e con sede a La Spezia, era stato frettolosamente inviato al fronte di Anzio “per punizione” (a seguito di un ammutinamento di fronte alla ventilata possibilità di un suo impiego in azioni anti-partigiani) dotato dei pochi mezzi (soprattutto armi) rimasti disponi-bili dopo l’armistizio. A un certo punto delineatasi la necessità di disporre di appoggi di artiglieria indipendenti dal comando tede-sco di settore, il battaglione si “au-todotò” rocambolescamente di un

“Gruppo artiglieria” armato con un’accozzaglia di residuati bellici della guerra italo-turca del 1911 (perlopiù obici da 65/17) conser-vati come cimeli presso il Museo Storico dei Granatieri a Roma. Tali pezzi, al primo impiego, si rivela-rono ancora funzionanti; tuttavia, saputa la cosa, i tedeschi, allibiti e seriamente preoccupati per l’in-columità degli artiglieri, si affretta-rono a sostituirli con altri, non di molto più moderni ma sicuramen-te meno pericolosi per i serventi. A conclusione di questa disgres-sione storica, è doveroso ricorda-re che la Xa Mas operò, ad Anzio, anche sul mare, a partire dalla not-te successiva a quella dello sbar-co alleato, con missioni notturne pressoché suicide (in una rada irta di navi da guerra e con una sor-veglianza attentissima) impiegan-do motoscafi da turismo modifi-

cati in piccole siluranti (MTSMA) di base prima a Terracina e poi a Fiumicino, conseguendo risulta-ti non certo clamorosi, ma certa-mente di grande significato sim-bolico, e perdendo 20 operatori. La manifestazione è proseguita con il realistico attacco, da parte alleata, alle posizioni italo-tede-sche, di cui si è detto in apertura, e che si è conclusa con le evoluzio-ni di una replica di Fieseler FI-156 “Storch” (Cicogna) tedesco, con ai comandi un bravissimo ex pilota militare – Franco Granato - che ha fatto trattenere il fiato agli spetta-tori in particolare nell’esecuzione di un “volo lento” durante il quale il velivolo è sembrato, per qualche secondo, fermarsi a mezz’aria.

Testo di Roberto CangialosiFoto di Paolo Caponnetto e Carlo

Tariciotti

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Come è ormai consuetudine da qualche anno, ho partecipato

al Raduno Mezzi Militari Storici Valli Ossolane. Raduno giunto quest’anno alla 4° edizione, che ci ha portati all’Alpe Fontasca su una strada gippabile e nel com-

prensorio dell’Alpe Veglia in alta Valle Divedro, percorrendo piste montane in buone condizioni sino al Rifugio 2000 dell’Alpe Ciamporino. La seconda parte della salita è sta-ta fatta con la seggiovia per pro-

blemi di viabilità sulla pista gip-pabile ma li giunti abbiamo godu-to di un panorama eccezionale e pranzato al rifugio con prodotti ti-pici regionali che tutti hanno gra-dito. Nelle due giornate abbiamo avuto (come al solito) la fortuna

LO SPAZIO DEL SOCIO

LE VALLI OSSOLANE

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del bel tempo oltre alla collabo-razione del Gruppo Alpini di Do-modossola per l’allestimento del pranzo del sabato 3 luglio assie-

me ai residenti dell’Alpe Fontasca che inoltre hanno falciato l'erba del prato per permettere la sosta dei nostri mezzi.

Ringrazio gli organizzatori che mi hanno permesso di partecipare a questo raduno.

Vietti Violi Simone

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Il marmo è un calcare autocto-no che in epoche remotissime si formò attraverso un processo metamorfi co da rocce sedimen-tarie a causa di immani pressio-ni ed elevatissime temperature. Il basso indice di rifrazione della calcite, che permette alla luce di "penetrare" nella superfi cie della pietra prima di essere rifl essa, dà a questo materiale una speciale luminosità. Per questo i Greci lo chiamarono marmo, che signifi ca pietra splendente. Sin dall'anti-chità il marmo è stato considera-

to uno dei materiali più preziosi, particolarmente apprezzato per la scultura. L'artista e scultore Mi-chelangelo Buonarroti prediligeva per le sue opere il marmo bianco di Carrara, estratto dalle cave dei monti Apuani. Per raggiungerle ancora oggi occorre percorre le cosiddette strade marmifere, che si inerpicano lungo i fianchi dei monti sino ad arrivare ai luoghi di estrazione spesso posti poche centinaia di metri sotto le vette. Si tratta di strade sterrate impervie e ricche di tornanti che farebbero

la gioia di qualsiasi fuoristradista, ma che per ragioni di sicurez-za sono riservate solo ai camion delle cave ed, esclusivamente nei giorni non lavorativi, possono essere percorse da escursionisti a piedi. Ebbene, grazie alla col-laborazione degli amici di Linea Gotica Tirrenica, abbiamo otte-nuto, in via del tutto eccezionale, di percorrere con i nostri mezzi, una delle vie più spettacolari ed emozionanti, quella che conduce alla Cava Ronchieri, sita sul Mon-te Sella. Da questa celebre cava,

TRA CIELOE MARMO

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sviluppata in gran parte nel sotto-suolo, si estrae un pregiatissimo marmo bianco di estrema compat-tezza utilizzato da artisti, scultori e architetti di tutto il mondo per opere di gradissimo pregio come l'altare di San Pietro nelle Grotte vaticane, il Centro Culturale Ba-caja a Valencia o il World Trade Centre nel Bahrain. Per raggiun-gerla occorre percorrere una mar-mifera costruita negli anni Settan-ta per cosentire ai mezzi pesanti

di trasportare a valle i giganteschi blocchi di marmo, lavoro un tem-po svolto da una monorotaia su cui scorreva la “macchinetta Den-ham", dal nome del suo inven-tore, capace di trasportare fino a 11 tonnellate di marmo. La strada sterrata si inerpica lungo il fianco del monte in paesaggi mozzafiato che a tratti ricordano gli scenari desertici delle montagne afgane. Non a caso qui sono state girate le scene di uno degli ultimi film della

saga di James Bond. Lo spettacolo è grandioso, l’anfiteatro roccioso – dal Macina al Sella – si svilup-pa in tutta la sua imponenza. A rendere la scenografia ancora più particolare c’è l’enorme gru della Cava Ronchieri che vista dal basso sembra un gigantesco dito d'accia-io proteso verso il cielo. L'idea di andare fin lassù non può non cre-are un certo timore. La strada di-venta via via sempre più impervia con pendenze che hanno messo a

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Nella pagina a fianco in alto, non siamo in Afghanistan ma sulla marmifera che conduce alla Cava Ronchieri. Lo spettacolo, una volta raggiunto il sito di estrazione, è davvero mozza fiato. La roccia marmifera risplende come neve al sole.

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Nella pagina a fianco, le strutture d'acciaio sembrano moderne sculture che si stagliano contro il blu del cielo. Sopra in alto, per visitare la cava occorre salire una lunghissima scala poco adatta a chi soffre di vertigini. Sopra, quelli che fecero l'impresa.

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dura prova l'abilità dei guidatori e la resistenza delle nostre jeep, molte delle quali, non dimenti-chiamolo, hanno all'attivo oltre sessant'anni di onorato servizio. Noi siamo su una più recente, si fa per dire, Munga e possiamo so-prattutto contare sulla esperien-za del nostro guidatore Lorenzo Scarlata, veterano delle Overland World Truck Expedition, ma su certi tratti, con le ruote che sfio-rano il bordo di impressionanti strapiombi il patos dell'avventura con la A maiuscola non manca di certo. Per fortuna i Ronchieri

ci hanno riservato la strada tutta per noi, ma non possiamo fare a meno di pensare cosa possa esse-re in un giorno lavorativo percor-sa da giganteschi camion costretti a pericolose manovre a ogni tor-nante. Lo straordinario spettacolo delle cave ripaga però da ogni fa-tica. Pare di essere in un mondo inreale, quasi magico. Il bianco abbacinanante della roccia mar-mifera riverbera il sole come se fosse neve, facendo apparire il cielo di un blu ancora più inten-so. Ilaria Ronchieri ci accoglie magnificamente e ci fa da cice-

rone nella visita all'interno della cava illustrandoci questa antica arte che praticano da ben cinque generazioni. L'estrazione del mar-mo è un'operazione complessa, speciali, gigantesche seghe che utilizzano fili elocoidali e fili dia-mantati hanno sostituito il durissi-mo lavoro manuale, ma l'abilità e l'esperienza degli operatori resta-no insostituibili. In nostre onore è stato "staccato" un enorme blocco di marmo, permettendoci di vive-re una esperienza davvero unica e irripetibile, giusto coronamento a un raduno da ricordare.

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Al campo ci siamo imbattuti in questa Smart, de-cisamente originale, in versione jeep. Una idea di Franco Lingressi, appassionato di veicoli militari e felice possessore di una Jeep CJ-7 Golden Eagle del 1978. Affascinante mezzo, ma piuttosto ingom-brante e, in caso di limitazioni alla circolazione, fuori dalle norme antinquinamento. Per muoversi in città ha quindi scelto una più piccola ed "ecologi-ca" Smart. Tuttavia voleva che fosse diversa da tutte le altre. Da qui l'idea di "vestirla" da jeep. Saputo che a Montelupo c'era una ditta specializzata nella realizzazione di pellicole pubblicitarie da applica-re sui veicoli, ha chiesto al titolare se era possibile crearne una ad hoc per la Smart. Il risultato è stato stupefacente; ora però occorrevano scritte, stelle e marchi, chi meglio dei Bertini potevano fare da consulenti. Ecco il risultato, giudicate voi.

LA SMART MILITARY

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