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HOT TRAVEL DESTINATION – 30 MARZO 2017
Musement is running out with The Grand Wine Tour: the wine
experience
Paolo Giulini, Federico De Cesare Viola, and Max Coppo
“In the last times are abused, and often of the term “experience”: but this is not the case, the tourism
related to the wine is really changing”. This will open the presentation of the partnership between
Musement, the famous portal that gathers “experience” in more than 55 countries around the world,
and The Grand Wine Tour, a project born from a pool of wineries in all of Italy, wanted to spread the
knowledge of Italy through one of its products: the most iconic, or the wine.
“The idea is to intercept and guide the wine tourist – introduced by Paolo Giulini, co-founder of
Musement -, with a path that is, yes, a selection of excellence, but that also highlights the
particularities of the territory where are these wines from the North to the South. On our portal we
launch then a vertical dedicated exclusively to wine and Grand Wine Tour is a definite seal of
quality”. The dedicated area will be presented to all the partners of Musement, Italian and foreign,
such as the network of affiliated travel agencies, over 200 in Italy, but also the most innovative.
“The need to create a network arises from the lack of references to reliable on the wine – tells Max
Coppo, spokesperson of the enterprises of The Grand Wine Tour -personally I wanted that it was
something episodic but systemic”. The pool created by the Tile consists of 18 prestigious wineries
and aims to expand in Italy but also beyond the Alps, holding out his hand to the “rivals” of all time,
the French and Spain. The project is also a web magazine (but there is also a paper version) written
exclusively in English just to reach the public at large in the world. It will instead Musement market
proposals to be more “packaged” is tailored to the theme of wine tourism.
OMNIAGATE – 30 MARZO 2017
Musement stringe con The Grand Wine Tour: il vino come esperienza
Paolo Giulini, Federico De Cesare Viola e Max Coppo
«Negli ultimi tempi si abusa spesso del termine “esperienza”: ma non è questo il caso, il turismo
legato al vino sta davvero cambiando». Si apre così la presentazione della partnership tra Musement,
celebre portale che raccoglie “esperienze” in oltre 55 paesi in tutto il mondo e The Grand Wine Tour,
progetto nato da un pool di cantine in tutta Italia, voluto proprio per diffondere la conoscenza del
Belpaese attraverso uno dei suoi prodotti più iconici, ovvero il vino.
«L’idea è quella di intercettare e ispirare l’enoturista – introduce Paolo Giulini, cofondatore di
Musement -, con un percorso che è sì una selezione di eccellenza ma che mette in luce anche le
particolarità del territorio dove nascono questi vini, da Nord a Sud. Sul nostro portale inauguriamo
quindi un verticale dedicato esclusivamente al vino e, Grand Wine Tour è un indubbio sigillo di
qualità». L’area dedicata sarà presentata a tutti i partner di Musement, italiani ed esteri, tradizionali
come la rete di agenzie di viaggio affiliate, oltre 200 in Italia ma anche più innovativi.
«L’esigenza di creare una rete nasce dalla mancanza di riferimenti attendibili sull’enoturismo –
racconta Max Coppo, portavoce delle aziende di The Grand Wine Tour -, personalmente volevo che
non si trattasse di qualcosa di episodico ma di sistemico». Il pool creato da Coppo consta di 18 cantine
prestigiose e punta ad allargarsi in Italia ma anche Oltralpe, tendendo la mano ai “rivali” di sempre,
i francesi e in Spagna. Il progetto è anche un web magazine (ma esiste anche una versione cartacea)
scritto esclusivamente in inglese proprio per arrivare al grande pubblico mondiale. Toccherà invece
a Musement commercializzare proposte sia più “pacchettizzate” sia su misura a tema enoturismo.
TRAVELQUOTIDIANO.COM – 30 MARZO 2017
Musement stringe con The Grand Wine Tour: il vino come esperienza
Paolo Giulini, Federico De Cesare Viola e Max Coppo
«Negli ultimi tempi si abusa spesso del termine “esperienza”: ma non è questo il caso, il turismo
legato al vino sta davvero cambiando». Si apre così la presentazione della partnership tra Musement,
celebre portale che raccoglie “esperienze” in oltre 55 paesi in tutto il mondo e The Grand Wine Tour,
progetto nato da un pool di cantine in tutta Italia, voluto proprio per diffondere la conoscenza del
Belpaese attraverso uno dei suoi prodotti più iconici, ovvero il vino.
«L’idea è quella di intercettare e ispirare l’enoturista – introduce Paolo Giulini, cofondatore di
Musement -, con un percorso che è sì una selezione di eccellenza ma che mette in luce anche le
particolarità del territorio dove nascono questi vini, da Nord a Sud. Sul nostro portale inauguriamo
quindi un verticale dedicato esclusivamente al vino e, Grand Wine Tour è un indubbio sigillo di
qualità». L’area dedicata sarà presentata a tutti i partner di Musement, italiani ed esteri, tradizionali
come la rete di agenzie di viaggio affiliate, oltre 2.500 in Italia ma anche più innovativi.
«L’esigenza di creare una rete nasce dalla mancanza di riferimenti attendibili sull’enoturismo –
racconta Max Coppo, portavoce delle aziende di The Grand Wine Tour -, personalmente volevo che
non si trattasse di qualcosa di episodico ma di sistemico». Il pool creato da Coppo consta di 18 cantine
prestigiose e punta ad allargarsi in Italia ma anche Oltralpe, tendendo la mano ai “rivali” di sempre,
i francesi e in Spagna. Il progetto è anche un web magazine (ma esiste anche una versione cartacea)
scritto esclusivamente in inglese proprio per arrivare al grande pubblico mondiale. Toccherà invece
a Musement commercializzare proposte sia più “pacchettizzate” sia su misura a tema enoturismo.
CHIARA DEL BEN – 31 MARZO 2017
Le cantine diventano esperienze con The Grand Wine Tour e
Musement
Sono una grande appassionata di vino e di percorsi enogastronomici. Vengo da una terra in cui il
vino è vita.
Mi piace esplorare nuovi luoghi, annusare i profumi, testare i sapori, ammirare i panorami.
Respirare aria pulita.
Allo stesso tempo, per deformazione professionale, mi piacciono i contenuti fatti bene,
lo storytelling se vogliamo chiamarlo così.
Sono stata colpita da un portale dedicato alla cultura del vino, si chiama The Grand Wine Tour e
vuole essere un magazine (in lingua inglese) di viaggi e lifestyle con l’obiettivo di appassionare e
avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una nuova modalità di
comunicazione.
Il magazine nasce in collaborazione con un sito che apprezzo moltissimo, Musement, e che offre il
servizio per scoprire e prenotare le più belle esperienze di viaggio a livello globale.
Le cantine hanno l’occasione di raccontarsi e offrire splendide esperienze di degustazione,
cultura, natura e storia. Da questo nascono contenuti interessanti per chi vuole fare un tour attraverso
l’Italia dei sapori, imperdibili racconti di esperienze di degustazione, cultura, natura e storia che
Musement metterà poi a disposizione di tutti i viaggiatori attraverso il suo portale.
The Grand Wine Tour è un portale che ti accompagna alla scoperta della cultura del
vino attraverso contenuti utili e Musement ti offre il servizio per prenotare e vivere le esperienze
in prima persona: dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di veri e propri capolavori
architettonici a tour immersi nelle più suggestive strade del vino italiane.
Il network al momento è composto da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette: il Piemonte
(Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina),
il Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia
(Castello di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la
Puglia (Leone De Castris).
The Grand Wine Tour (www.thegrandwinetour.com) è un viaggio nella cultura italiana realizzato
attraverso uno dei suoi elementi più iconici: il vino. Un portale online, in lingua inglese, realizzato
da un pool di cantine accomunate dalla volontà di fare accoglienza garantendo standard di qualità
molto elevati, che ha come obbiettivo principale quello di dare riferimenti attendibili e referenze
affidabili in grado di orientare con certezza gli enoturisti. Le tematiche affrontate dal magazine non
saranno incentrate solo sul food&wine, ma spazieranno dall’arte al travel, dal fashion al lifestyle.
The Grand Wine Tour è su Twitter, Facebook e Instagram
Musement (www.musement.com) è il servizio che ti permette di trovare le più belle esperienze in giro
per il mondo, oggi disponibile in 450 città, su 55 Paesi. Creato con l’idea di aiutare i viaggiatori a
scoprire e prenotare cose da fare, dà accesso a un mondo di attività, facendo sentire ogni utente un
esperto del luogo, ovunque si trovi. Musement è disponibile in Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo,
Tedesco, Portoghese, Russo e Olandese su www.musement.com, iOS e Android.
Musement è su Twitter, facebook e LinkedIn
GAMBERETTA ROSSA – 31 MARZO 2017
UNA NUOVA WINE EXPERIENCE IN ITALIA CON THE GRAND WINE TOUR E
MUSEMENT
Una location davvero unica ha ospitato ieri la presentazione del progetto The Grand Wine Tour:
diciotto cantine produttrici di grandi vini di sette regioni italiane, dal Piemonte alla Puglia, si sono
date appuntamento ai Chiostri di Leonardo in corso Magenta, proprio di fronte alla chiesa di Santa
Maria delle Grazie. Musement ha proposto i suoi servizi e viaggio in tutto il mondo, declinandoli in
chiave di scoperta dei territori d’eccellenza del vino italiano.
Fare di ogni viaggio un’esperienza unica è la mission di Musement che dal 2013, anno della sua
fondazione, ha costruito un network di professionisti ed esperti locali attivi oggi in 450 città di 55
paesi. L’esperienza del gusto è sempre più ricercata dal viaggiatore appassionato e se esso è portato
in cantine vocate ad accogliere gli ospiti, oltre che alla produzione di vino, diventa puro piacere per
il palato, gli occhi e – perché no – anche il cuore. Cosa c’è di meglio infatti di un grande vino per
unire le persone, emozionarle e farle star bene insieme? Lo sanno perfettamente quelli di Musement
che hanno creato questi percorsi abbinando cibo e vino, il meglio del Made in Italy, con l’ospitalità
di qualità. Sono sempre più numerose infatti le tenute vinicole che hanno sviluppato l’ospitalità in
cantina con percorsi di degustazione e ora danno la possibilità agli ospiti di soggiornarvi. Le sfide del
futuro vanno dalla messa a punto di servizi estremamente personalizzati, perché ogni ospite è diverso,
alla capacità di intercettare i maggiori flussi turistici. Il progetto infatti è rivolto a una clientela
internazionale raffinata ed esigente, che parla certamente inglese ma anche altre lingue della vecchia
Europa e degli altri continenti.
The grand wine tour è una rivista online scritta in inglese che riprende il tema del Grand Tour
in cui un tempo gli aristocratici europei scendevano in Italia, per immergersi nella nostra arte e cultura
unici al mondo, declinandola secondo le esigenze più attuali e la ricerca del meglio dell’Italian wine
& food. Il magazine si occupa di viaggi e lifestyle, è curato da giornalisti e blogger esperti del settore
e nasce con l’obiettivo di creare una rete di eccellenze del vino italiano. Fare network non è sempre
il valore fondante delle aziende italiane perciò questa iniziativa, che dal punto di vista editoriale non
ha pubblicità né contenuti commerciali, è a maggior ragione lodevole. Le proposte di viaggio si
trovano sui social network principali, Facebook, Instagram e Twitter e saranno accessibili da pc e
telefono attraverso una app dedicata.
Conosco personalmente per motivi di lavoro la maggior parte dei produttori partecipanti al progetto,
posso confermare che si tratta di persone squisite, preparate, che fanno il vino con passione e sanno
raccontare egregiamente il loro territorio. Perché casomai ce lo fossimo dimenticato il vino è fatto da
persone che custodiscono la terra dove vivono, per farle dare i frutti migliori. Last but not least, i
produttori curano con grande attenzione gli aspetti ambientali legati alle pratiche viticole ed
enologiche, per produrre vini puliti oltreché buoni. Se avrò l’opportunità di andare a trovarli
prossimamente non mancherò di raccontare queste realtà, che meritano l’attenzione dei consumatori
attenti e la stima di tutti.
Per saperne di più:
http://www.thegrandwinetour.com/
https://www.musement.com/it/
PIEMONTE TERRA DEL GUSTO - 31 MARZO 2017
Musement
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una nuova
modalità di comunicazione. È questa l’idea alla base del progetto che lega The Grand Wine Tour e
Musement, il servizio per scoprire e prenotare le più belle esperienze di viaggio a livello globale.
Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal team di esperti di The Grand Wine Tour, potranno
raccontarsi e insieme offrire splendide esperienze di degustazione, cultura, natura e storia, interpretate
dal team di Musement.
L’evoluzione del fenomeno enoturistico ha portato le cantine a divenire vere e proprie esperienze da
vivere nell’esplorazione delle bellezze artistiche e culturali italiane. Gli appassionati di vino, buon
cibo, arte, cultura, possono conoscere meglio questo mondo e prenotare su Musement attività
uniche nelle migliori cantine d’Italia: dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di veri e
propri capolavori architettonici a tour immersi nelle più suggestive strade del vino italiane.
Il network è attualmente costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette:
il Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa
Sparina), il Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la
Lombardia (Castello di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria
(Falesco), la Puglia (Leone De Castris).
MUSEMENT
Musement è il servizio che ti permette di trovare le più belle esperienze in giro per il mondo, oggi
disponibile in 450 città, su 55 Paesi. Creato
con l’idea di aiutare i viaggiatori a scoprire e prenotare cose da fare, dà accesso a un mondo di attività,
facendo sentire ogni utente un esperto del luogo, ovunque
si trovi. Musement è disponibile in Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco, Portoghese, Russo
e Olandese su http://www.musement.com, iOS e Android. www.musement.com
TTGITALIA – 31 MARZO 2017
Enoturismo, la proposta di Musement tra le cantine italiane
_Alessandra Favaro
Turismo enogastronomico: un fenomeno che si traduce in 2,6 miliardi di euro di giro d’affari e in
14 milioni di visitatori. Ed è dedicato a un trend che non accenna a fermarsi il nuovo progetto di
Musement e The Grand Wine Tour dedicato all’enoturismo. Si parte con un network di 18 cantine
vinicole italiane selezionate in grado allo standard di accoglienza elevato e alla qualità del prodotto
offerto.
“The Grand Wine Tour propone esperienze enogastronomiche a partire da alcune cantine - ha
spiegato Max Coppo, portavoce del progetto -. Vuol essere un marchio di qualità. Nonostante il
fenomeno enoturistico sia in continua crescita mancano ancora riferimenti attendibili in grado di
orientare con certezza i visitatori. Da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori
potranno aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza".
LANGHE ROERO MONFERRATO – 31 MARZO 2017
MILANO, IL PIEMONTE CON 7 CANTINE NEL "THE GRAND
WINE TOUR"
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una nuova
modalità di comunicazione. È questa l’idea alla base del progetto che lega The Grand Wine
Tour, magazine di viaggi e lifestyle on line - e Musement il servizio per scoprire e prenotare le più
belle esperienze di viaggio a livello globale. Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal team
di esperti di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme, offrire splendide esperienze di
degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal team di Musement, con nuovi strumenti digitali
in grado di veicolare a un pubblico di viaggiatori internazionali una tra le più rinomate eccellenze
della Penisola.
The Grand Wine Tour nasce per essere il primo webmagazine, in lingua inglese, edito da un network
di prestigiose aziende vinicole italiane, accomunate dalla qualità delle loro produzioni e
dall’accoglienza di alto livello.
Protagonisti assoluti del progetto The Grand Wine Tour sono i contenuti, ricchi di idee e
suggerimenti per chi viaggia attraverso l’Italia, redatti da giornalisti, blogger e social media influencer
autorevoli.
Il network, che andrà progressivamente ad estendersi su tutto il territorio nazionale, è
attualmente costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette: il Piemonte(Cascina Chicco,
Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina), il Veneto
(Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia (Castello
di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la Puglia
(Leone De Castris).
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili
in grado di orientare con certezza i visitatori - racconta Max Coppo,portavoce del progetto The
Grand Wine Tour - da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno
aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza. The Grand Wine Tour, non è un progetto commerciale
e non conterrà pubblicità di alcun tipo".
"Non è neppure un sito aziendale – aggiunge – sebbene supportato da importanti aziende vinicole
italiane. Il nostro intento è raggiungere quel pubblico che ancora non ci conosce: lo faremo
parlando di tematiche differenti e per così dire “trasversali” senza incentrarci unicamente sul tema
vino. Racconteremo infatti le aree vinicole più importanti d’Italia ma con gli occhi di chi è alla
ricerca del bello, in tutte le sue forme, nel suo personale ed unico “viaggio di formazione”, che gli
amici di Musement faranno diventare realtà”.
"Siamo entusiasti di collaborare a questo progetto, perché contribuirà a rafforzare la nostra offerta
di attività legate al turismo enogastronomico, richieste dai nostri utenti in tutto il mondo - ha
commentato Paolo Giulini, co founder di Musement - Grazie alla partnership con The Grand
Wine Tour, Musement potrà unire esperienze straordinarie con alcune delle più rinomate realtà
vinicole del nostro territorio, scelte da professionisti che da anni presidiano questo settore,
all'enorme offerta di attrazioni che possono regalare le città circostanti, offrendo proposte di viaggio
uniche e accessibili in pochi tocchi dal proprio smartphone o pc."
WINE NEWS – 31 MARZO 2017
LE AZIENDE DEL VINO DEL BELPAESE APRONO LE PORTE
ALL’ENOTURISMO INTERNAZIONALE: “THE GRAND WINE
TOUR” ANNUNCIA LA PARTNERSHIP CON “MUSEMENT”,
PORTALE DI ESPERIENZE DI VIAGGIO ATTIVO IN 55 PAESI.
OBIETTIVO LA GRANDE BELLEZZA, TRA ARTE E
DEGUSTAZIONI
Il mondo del vino si unisce a quello dei servizi digitali, per avvicinare un pubblico di enoturisti
sempre più vasto con una nuova modalità di comunicazione: il webmagazine “The Grand Wine
Tour” (www.thegrandwinetour.com), nato a luglio 2016, ha scelto la Vigna di Leonardo a
Milano per annunciare la partnership con “Musement” (www.musement.com), portale che fa
scoprire e prenotare esperienze di viaggio in 450 città di 55 Paesi, disponibile in inglese, italiano,
francese, spagnolo, tedesco, portoghese, russo e olandese.
Facile intuire che il target di riferimento saranno gli stranieri, ma le protagoniste dell’operazione sono
le 18 aziende enoiche delle sette Regioni coinvolte: Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo,
Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina), Veneto (Bortolomiol, Col
Vetoraz, Zenato), Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), Lombardia (Castello di Cigognola),
Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), Umbria (Falesco), Puglia (Leone De Castris).
Un network che andrà progressivamente ad estendersi, su tutto il territorio nazionale, con le cantine
che potranno raccontarsi e offrire esperienze di degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal
team di Musement, con nuovi strumenti digitali in grado di veicolare a un pubblico di viaggiatori
internazionali alcune tra le più rinomate eccellenze della Penisola.
Il Grand Tour era un viaggio di formazione che, nel Settecento e nell’Ottocento, i giovani delle
famiglie aristocratiche europee e gli artisti intraprendevano attraverso l’Italia, visitandone in
particolare le città d’arte. Oggi sempre di più il tour si declina anche attorno al vino, dando vita
ad un progetto ambizioso, che arriva in un momento in cui il turismo legato al vino sta crescendo
in maniera esponenziale. Gli appassionati di enogastronomia, arte, cultura e, in generale, gli
estimatori dello stile che contraddistingue la Dolce Vita, potranno conoscere meglio questo mondo
grazie ai contenuti pubblicati da The Grand Wine Tour, e prenotare su Musement attività uniche nelle
migliori cantine d’Italia: dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di veri e propri
capolavori architettonici a tour immersi nelle più suggestive strade del vino italiane.
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili
in grado di orientare con certezza i visitatori - ha detto Max Coppo, portavoce del progetto The
Grand Wine Tour - da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno
aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza. The grand wine tour è un marchio di qualità, che
riunisce aziende che eccellono nella volontà di fare accoglienza: chi visita una delle aziende si può
aspettare i medesimi standard di accoglienza. Per fare degli esempi - spiega Coppo - le cantine devono
poter accogliere in diverse lingue straniere, offrire diversi format, non solo di degustazione, dare un
servizio ed essere sempre aperti perché molti stranieri si lamentano del fatto che alcune aziende sono
chiuse nel weekend. La qualità dell’accoglienza va ben oltre la qualità dei vini”.
L’enoturista, oltre al vino, cerca un’esperienza a 360 gradi: sempre più cantine ospitano ristoranti di
livello e l’arte sta diventando un altro elemento molto forte. “I turisti si aspettano un’esperienza,
vogliono portare a casa un ricordo - ha detto Paolo Giulini, co-fondatore di Musement - quello che
facciamo noi è costruire assieme alle cantine l’esperienza che l’enoturista vuole”. “The Grand Wine
Tour - riprende Max Coppo - non è un progetto commerciale e non conterrà pubblicità di alcun tipo.
Non è neppure un sito aziendale, sebbene supportato da importanti aziende vinicole italiane. Il nostro
intento è raggiungere quel pubblico che ancora non ci conosce: lo faremo parlando di tematiche
differenti e “trasversali” senza incentrarci unicamente sul tema vino. Racconteremo le aree vinicole
più importanti d’Italia ma con gli occhi di chi è alla ricerca del bello, in tutte le sue forme”. Su
Musement ci sarà un’area dedicata che sarà presentata a tutti i partner di Musement, italiani ed esteri
e tradizionali come la rete di agenzie di viaggio affiliate, oltre 200 in Italia. A breve, sul webmanagine
The Grand Wine Tour ci sarà un link a Musement. Oltre a entrare nel business dell’enoturismo, l’altro
valore aggiunto per le aziende vinicole è il rafforzamento del posizionamento brand: “Questo - ha
concluso Coppo - è il vero potenziale”.
Fausta Chiesa
VINITALY – 31 MARZO 2017
Le aziende del vino del Belpaese aprono le porte all'enoturismo
internazionale: "The Grand Wine Tour" annuncia la partnership con
"Musement", portale di esperienze di viaggio attivo in 55 Paesi.
Obiettivo la grande bellezza, tra arte e degustazioni
Il mondo del vino si unisce a quello dei servizi digitali, per avvicinare un pubblico di enoturisti
sempre più vasto con una nuova modalità di comunicazione: il webmagazine "The Grand Wine
Tour" (www.thegrandwinetour.com), nato a luglio 2016, ha scelto la Vigna di Leonardo a
Milano per annunciare la partnership con "Musement" (www.musement.com), portale che fa
scoprire e prenotare esperienze di viaggio in 450 città di 55 Paesi, disponibile in inglese, italiano,
francese, spagnolo, tedesco, portoghese, russo e olandese.
Facile intuire che il target di riferimento saranno gli stranieri, ma le protagoniste dell'operazione sono
le 18 aziende enoiche delle sette Regioni coinvolte: Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo,
Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina), Veneto (Bortolomiol, Col
Vetoraz, Zenato), Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), Lombardia (Castello di Cigognola),
Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), Umbria (Falesco), Puglia (Leone De Castris).
Un network che andrà progressivamente ad estendersi, su tutto il territorio nazionale, con le cantine
che potranno raccontarsi e offrire esperienze di degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal
team di Musement, con nuovi strumenti digitali in grado di veicolare a un pubblico di viaggiatori
internazionali alcune tra le più rinomate eccellenze della Penisola.
Il Grand Tour era un viaggio di formazione che, nel Settecento e nell'Ottocento, i giovani delle
famiglie aristocratiche europee e gli artisti intraprendevano attraverso l'Italia, visitandone in
particolare le città d'arte. Oggi sempre di più il tour si declina anche attorno al vino, dando vita
ad un progetto ambizioso, che arriva in un momento in cui il turismo legato al vino sta
crescendo in maniera esponenziale. Gli appassionati di enogastronomia, arte, cultura e, in generale,
gli estimatori dello stile che contraddistingue la Dolce Vita, potranno conoscere meglio questo mondo
grazie ai contenuti pubblicati da The Grand Wine Tour, e prenotare su Musement attività uniche nelle
migliori cantine d'Italia: dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di veri e propri
capolavori architettonici a tour immersi nelle più suggestive strade del vino italiane.
"Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili
in grado di orientare con certezza i visitatori - ha detto Max Coppo, portavoce del progetto The
Grand Wine Tour - da ciò l'idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno
aspettarsi la medesima cura nell'accoglienza. The grand wine tour è un marchio di qualità, che
riunisce aziende che eccellono nella volontà di fare accoglienza: chi visita una delle aziende si può
aspettare i medesimi standard di accoglienza. Per fare degli esempi - spiega Coppo - le cantine devono
poter accogliere in diverse lingue straniere, offrire diversi format, non solo di degustazione, dare un
servizio ed essere sempre aperti perché molti stranieri si lamentano del fatto che alcune aziende sono
chiuse nel weekend. La qualità dell'accoglienza va ben oltre la qualità dei vini".
L'enoturista, oltre al vino, cerca un'esperienza a 360 gradi: sempre più cantine ospitano ristoranti di
livello e l'arte sta diventando un altro elemento molto forte. "I turisti si aspettano un'esperienza,
vogliono portare a casa un ricordo - ha detto Paolo Giulini, co-fondatore di Musement - quello che
facciamo noi è costruire assieme alle cantine l'esperienza che l'enoturista vuole". "The Grand Wine
Tour - riprende Max Coppo - non è un progetto commerciale e non conterrà pubblicità di alcun tipo.
Non è neppure un sito aziendale, sebbene supportato da importanti aziende vinicole italiane. Il nostro
intento è raggiungere quel pubblico che ancora non ci conosce: lo faremo parlando di tematiche
differenti e "trasversali" senza incentrarci unicamente sul tema vino. Racconteremo le aree vinicole
più importanti d'Italia ma con gli occhi di chi è alla ricerca del bello, in tutte le sue forme". Su
Musement ci sarà un'area dedicata che sarà presentata a tutti i partner di Musement, italiani ed esteri
e tradizionali come la rete di agenzie di viaggio affiliate, oltre 200 in Italia. A breve, sul webmanagine
The Grand Wine Tour ci sarà un link a Musement. Oltre a entrare nel business dell'enoturismo, l'altro
valore aggiunto per le aziende vinicole è il rafforzamento del posizionamento brand: "Questo - ha
concluso Coppo - è il vero potenziale".
_Fausta Chiesa
MILANO WEEKEND – 31 MARZO 2017
Gli eventi gastronomici a Milano dal 31 marzo al 6 aprile 2017
_Alessandra Favaro
Notizie Gourmet
-> E’ nato il nuovo progetto di Musement con The Grand Wine Tour, che offrirà esperienze di
viaggio nelle più belle cantine vinicole d’Italia. Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal
team di esperti di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme, offrire esperienze di
degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal team di Musement, con nuovi strumenti digitali.
ADRIANO SALVI – 1APRILE 2017
Le cantine diventano esperienze con The Grand Wine Tour e
Musement
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una nuova
modalità di comunicazione. È questa l’idea alla base del progetto che lega The Grand Wine Tour -
magazine di viaggi e lifestyle on line - e Musement - il servizio per scoprire e prenotare le più belle
esperienze di viaggio a livello globale. Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal team di esperti
di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme, offrire splendide esperienze di
degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal team di Musement, con nuovi strumenti digitali
in grado di veicolare a un pubblico di viaggiatori internazionali una tra le più rinomate eccellenze
della Penisola.
The Grand Wine Tour nasce per essere il primo webmagazine, in lingua inglese, edito da un network
di prestigiose aziende vinicole italiane, accomunate dalla qualità delle loro produzioni e
dall’accoglienza di alto livello.
Protagonisti assoluti del progetto The Grand Wine Tour sono i contenuti, ricchi di idee e
suggerimenti per chi viaggia attraverso l’Italia, redatti da giornalisti, blogger e social media influencer
autorevoli.
Imperdibili racconti di esperienze di degustazione, cultura, natura e storia che Musement metterà a
disposizione di tutti i viaggiatori attraverso il suo portale.
L’evoluzione del fenomeno enoturistico ha infatti portato le cantine a divenire vere e proprie
esperienze da vivere nell’esplorazione delle bellezze artistiche e culturali italiane. Gli appassionati
di vino, buon cibo, arte, cultura e, in generale, gli estimatori dello stile che contraddistingue la Dolce
Vita potranno conoscere meglio questo mondo grazie ai contenuti pubblicati da The Grand Wine
Tour e prenotare su Musement attività uniche nelle migliori cantine d’Italia: dalle degustazioni alle
visite guidate, dalla scoperta di veri e propri capolavori architettonici a tour immersi nelle più
suggestive strade del vino italiane.
Il network, che andrà progressivamente ad estendersi su tutto il territorio nazionale, è
attualmente costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette: il Piemonte (Cascina Chicco,
Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina), il Veneto
(Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia (Castello
di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la Puglia
(Leone De Castris).
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili
in grado di orientare con certezza i visitatori - racconta Max Coppo, portavoce del progetto The
Grand Wine Tour - da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno
aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza.
The Grand Wine Tour - ci tiene a sottolineare Max Coppo - non è un progetto commerciale e non
conterrà pubblicità di alcun tipo. Non è neppure un sito aziendale – aggiunge – sebbene supportato
da importanti aziende vinicole italiane. Il nostro intento è raggiungere quel pubblico che ancora
non ci conosce: lo faremo parlando di tematiche differenti e per così dire “trasversali” senza
incentrarci unicamente sul tema vino. Racconteremo infatti le aree vinicole più importanti d’Italia
ma con gli occhi di chi è alla ricerca del bello, in tutte le sue forme, nel suo personale ed unico
“viaggio di formazione”, che gli amici di Musement faranno diventare realtà”.
"Siamo entusiasti di collaborare a questo progetto, perché contribuirà a rafforzare la nostra offerta
di attività legate al turismo enogastronomico, richieste dai nostri utenti in tutto il mondo - ha
commentato Paolo Giulini, co founder di Musement. Grazie alla partnership con The Grand Wine
Tour, Musement potrà unire esperienze straordinarie con alcune delle più rinomate realtà vinicole
del nostro territorio, scelte da professionisti che da anni presidiano questo settore, all'enorme offerta
di attrazioni che possono regalare le città circostanti, offrendo proposte di viaggio uniche e
accessibili in pochi tocchi dal proprio smartphone o pc."
THE GRAND WINE TOUR
The Grand Wine Tour (www.thegrandwinetour.com) è un viaggio nella cultura italiana realizzato
attraverso uno dei suoi elementi più iconici: il vino. Un portale online, in lingua inglese, realizzato
da un pool di cantine accomunate dalla volontà di fare accoglienza garantendo standard di qualità
molto elevati, che ha come obbiettivo principale quello di dare riferimenti attendibili e referenze
affidabili in grado di orientare con certezza gli enoturisti. Le tematiche affrontate dal magazine non
saranno incentrate solo sul food&wine, ma spazieranno dall’arte al travel, dal fashion al lifestyle.
The Grand Wine Tour è su Twitter, Facebook e Instagram
MUSEMENT
Musement (www.musement.com) è il servizio che ti permette di trovare le più belle esperienze in
giro per il mondo, oggi disponibile in 450 città, su 55 Paesi. Creato con l’idea di aiutare i viaggiatori
a scoprire e prenotare cose da fare, dà accesso a un mondo di attività, facendo sentire ogni utente un
esperto del luogo, ovunque si trovi. Musement è disponibile in Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo,
Tedesco, Portoghese, Russo e Olandese su www.musement.com iOS e Android.
Musement è su Twitter, Facebook e LinkedIn
Le Cantine Coppo di Canelli (AT)
LANGOLODELGUSTO-ENORSE – 1 APRILE 2017
The Grand Wine Tour il vino è esperienza
_Camilla Guiggi
The Grand Wine Tour un nuovo modo di raccontare il vino non attraverso tecnicismi, ma con
evocando appassionate storie di vita.
Nella suggestiva cornice della Vigna di Leonardo a Milano, il 30 di marzo, è stato presentato The Grand Wine Tour .
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto, ma con una nuova modalità di comunicazione. Ecco il trait d’union tra The Grand Wine Tour – magazine di viaggi e lifestyle on line – e Musement – il servizio per scoprire e prenotare le più belle esperienze di viaggio a livello globale. Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal team di esperti di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme, offrire splendide esperienze di degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal team di Musement, con nuovi strumenti digitali in grado di veicolare a un pubblico di viaggiatori internazionali una tra le più rinomate eccellenze della Penisola.
The Grand Wine Tour nasce per essere il primo webmagazine, in lingua inglese, edito da un network di prestigiose aziende vinicole italiane, accomunate dalla qualità delle loro produzioni e dall’accoglienza di alto livello.
Protagonisti assoluti del progetto The Grand Wine Tour sono i contenuti, ricchi di idee e suggerimenti per chi viaggia attraverso l’Italia, redatti da giornalisti, blogger e social media influencer autorevoli.
Imperdibili racconti di esperienze di degustazione, cultura, natura e storia che Musement metterà a disposizione di tutti i viaggiatori attraverso il suo portale.
L’evoluzione del fenomeno enoturistico ha infatti portato le cantine a divenire vere e proprie esperienze da vivere nell’esplorazione delle bellezze artistiche e culturali italiane. Gli appassionati di vino, buon cibo, arte, cultura e, in generale, gli estimatori dello stile che contraddistingue la Dolce Vita potranno conoscere meglio questo mondo grazie ai contenuti pubblicati da The Grand Wine Tour e prenotare su Musement attività uniche nelle migliori cantine d’Italia: dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di veri e propri capolavori architettonici a tour immersi nelle più suggestive strade del vino italiane.
Vigna di Leonardo
Il network, che andrà progressivamente ad estendersi su tutto il territorio nazionale, è attualmente costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette: il Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina), il Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia (Castello di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la Puglia (Leone De Castris).
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili in grado di orientare con certezza i visitatori – racconta Max Coppo, portavoce del progetto The Grand Wine Tour – da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza.
The Grand Wine Tour – ci tiene a sottolineare Max Coppo – non è un progetto commerciale e non conterrà pubblicità di alcun tipo. Non è neppure un sito aziendale – aggiunge – sebbene supportato da importanti aziende vinicole italiane. Il nostro intento è raggiungere quel pubblico che ancora non ci conosce: lo faremo parlando di tematiche differenti e per così dire “trasversali” senza incentrarci unicamente sul tema vino. Racconteremo infatti le aree vinicole più importanti d’Italia ma con gli occhi di chi è alla ricerca del bello, in tutte le sue forme, nel suo personale ed unico “viaggio di formazione”, che gli amici di Musement faranno diventare realtà”.
“Siamo entusiasti di collaborare a questo progetto, perché contribuirà a rafforzare la nostra offerta di attività legate al turismo enogastronomico, richieste dai nostri utenti in tutto il mondo – ha commentato Paolo Giulini, co founder di Musement. Grazie alla partnership con The Grand Wine Tour, Musement potrà unire esperienze straordinarie con alcune delle più rinomate realtà vinicole del nostro territorio, scelte da professionisti che da anni presidiano questo settore, all’enorme offerta di attrazioni che possono regalare le città circostanti, offrendo proposte di viaggio uniche e accessibili in pochi tocchi dal proprio smartphone o pc.”
THE GRAND WINE TOUR
The Grand Wine Tour (www.thegrandwinetour.com) è un viaggio nella cultura italiana realizzato attraverso uno dei suoi elementi più iconici: il vino. Un portale online, in lingua inglese, realizzato da un pool di cantine accomunate dalla volontà di fare accoglienza garantendo standard di qualità molto elevati, che ha come obbiettivo principale quello di dare riferimenti attendibili e referenze affidabili in grado di orientare con certezza gli enoturisti. Le tematiche affrontate dal magazine non saranno incentrate solo sul food&wine, ma spazieranno dall’arte al travel, dal fashion al lifestyle.
The Grand Wine Tour è su Twitter, Facebook e Instagram
MUSEMENT
Musement (www.musement.com) è il servizio che ti permette di trovare le più belle esperienze in giro per il mondo, oggi disponibile in 450 città, su 55 Paesi. Creato con l’idea di aiutare i viaggiatori a scoprire e prenotare cose da fare, dà accesso a un mondo di attività, facendo sentire ogni utente un esperto del luogo, ovunque si trovi. Musement è disponibile in Inglese, Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco, Portoghese, Russo e Olandese su www.musement.com, iOS e Android.
Musement è su Twitter, Facebook e LinkedIn
UPONTIMEITALY.COM – 2 APRILE 2017
A hidden surprise to visit in Milan
All cities have been described, at one point, as “full of surprises.” After all, cities are inherently
guaranteed to be diverse, made of different neighborhoods, hidden streets, and pockets of culture. But
not many cities hide unexpected surprises with the same pedigree as Milan.
Tucked away in Zona Magenta, just off the southwestern side of Parco Sempione, is the Vineyard of
Leonardo da Vinci and the Church of Santa Maria delle Grazie where he painted The Last Supper.
I always pictured Leo hanging out with the Medici in Florence, and obviously he did a lot of that. But
in the late 1400s, he also befriended Ludovico Sforza, Duke of Milan and of famed ruling family of
the Lombardy region (15th-16thcenturies) during the Renaissance. Ludovico gave Leonardo—both 30
at the time, by the way—a stunning villa and his own vineyard.
Friends in high places, and all that.
Today, the villa, called the Casa degli Atellani, can be visited for a guided tour, and the vineyards
were replanted in 2015 in occasion of Expo. The vineyards have an especially interesting history
behind them: in 1919, a Leonardo da Vinci expert confirmed that the vineyards planted in the vicinity
were Leonardo’s, and that they were incredibly still intact; photos were taken, fortunately, as the
vineyards were later destroyed in a fire.
The photos were used as a reference to replant the vines. An enologist, a professor, and a geneticist
put their heads together and ascertained the grape variety historically planted there to be a Malvasia
strain (a popular variety at the time). Today, the vineyards are Malvasia di Candia, and will be used
to make a sweet wine. They won’t be ready to produce wine for another several years, but when they
are, this small plot of vineyards will join the ranks of the world’s rare urban vineyards—the others
being in Vienna, Paris, and Turin.
Producers talking together
I was fortunate enough to visit the villa this past week on a hot spring day for a media event for
(shameless plug) The Grand Wine Tour. It was the first official press conference for the website and
project, and I especially loved how all the wineries attended, coming from as close to home as
Lombardy to as far away as Puglia: a show of solidarity in an industry and business where, often,
producers of the very same region never meet.
The Grand Wine Tour was presented in this fabulous carved wood-paneled room, Ettore Conti’s
Studio. The paneling dates back to the 1600s.
And then came the tasting! Each winery brought their flagship wine, the label that best represents
their winery, and here I just have to say, they were the top wines from truly some of Italy’s best
wineries.
Here’s what you’re seeing:
▪ Altesino – Brunello di Montalcino Montosoli
▪ Bortolomiol – Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore “Grande Cuvèe del Fondatore”
▪ Cascina Chicco – Roero Riserva DOCG Valmaggiore
▪ Castello di Cigognola – Oltrepò Pavese DOC Barbera La Maga
▪ Ceretto – Barolo DOCG Bricco Rocche
▪ Col Vetoraz – Valdobbiadene DOCG Prosecco Superiore di Cartizze
▪ Coppo – Babera d’Asti DOCG Pomorosso
▪ Falesco – Lazio IGP Rosso Montiano
▪ Fattoria Le Pupille – IGT Maremma Toscana Saffredi
▪ Leone De Castris – Salento IGT Five Roses
▪ Lunae – Colli di Luni Vermentino DOC Etichetta Nera
▪ Poggio dei Gorleri – Riviera Ligure di Ponente Pigato D.O.C. Cycnus
▪ Rocche dei Manzoni – Barolo DOCG Perno Vigna Cappella di S.Stefano
▪ Sapaio – Bolgheri DOC Superiore Sapaio
▪ Tenuta Carretta – Roero Arneis DOCG Cayega
▪ Travaglini – Gattinara DOCG Riserva
▪ Villa Sparina – Gavi DOCG Monterotondo
▪ Zenato – Valpolicella Ripasso DOC Superiore Ripassa
And you can’t have wine without food, naturally, so in addition to the wines we sampled a fantastic
spread with Castelmagno cheese (from Caseificio La Bruna), the salumi Culatello di Zibello, Coppa,
and Fiochetto (Podere Cadassa), and some crunchy “lingue di suocera,” or crackers called “mother-
in-law’s tongue” and grissini (Mario Fongo).
And to finish it off, some wonderful nougat, torrone, from Basano Coraglia. Made with egg white,
honey, and nuts, from Piedmont it’s traditional to fold in toasted hazelnuts; and Basano Coraglia also
had some tasty bits covered in dark and white Domori chocolate.
HOSPITALITY NEWS – 2 APRILE 2017
Le cantine diventano esperienze con The Grand Wine Tour e
Musement
Cantina Monsordo Bernardina
L’evoluzione del fenomeno enoturistico ha portato le cantine a divenire vere e proprie
esperienze da vivere nell’esplorazione delle bellezze artistiche e culturali italiane e che saranno
ora prenotabili su Musement. Gli appassionati di vino, buon cibo, arte, cultura troveranno
attività uniche nelle cantine selezionate e presentate dagli esperti dal webmagazine in lingua
inglese, The Grand Wine Tour, edito da un network di prestigiose aziende vinicole italiane.
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una nuova
modalità di comunicazione è l’idea alla base del progetto che lega il magazine di viaggi e lifestyle on
line The Grand Wine Tour - e Musement - il servizio per scoprire e prenotare le più belle esperienze
di viaggio a livello globale.
Le cantine selezionate dal team di esperti di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme,
offrire esperienze di degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal team di Musement, con
nuovi strumenti digitali in grado di veicolare a un pubblico di viaggiatori internazionali una tra le
più rinomate eccellenze della Penisola.
Il network è attualmente costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette:
il Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini,
Villa Sparina), il Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri),
la Lombardia (Castello di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio),
l’Umbria (Falesco), la Puglia (Leone De Castris).
L'intento è raggiungere quel pubblico che ancora non conosce questo mondo parlando di tematiche
differenti e trasversali senza incentrarsi unicamente sul tema vino con gli occhi di chi è alla ricerca
del bello, in tutte le sue forme e con l'ampia offerta di attrazioni che possono regalare le città
circostanti, offrendo proposte di viaggio accessibili in pochi tocchi dal proprio smartphone o pc.
WEBITMAG – 3 APRILE 2017
Vino e cantine da vivere con The Grand Wine Tour e Musement
Il vino come esperienza in The Grand Wine Tour
Il vino come esperienza e soprattutto come porta d’ingresso al territorio. Nasce in quest’ottica il
progetto che lega il magazine di viaggi e lifestyle The Grand Wine Tour con Musement, il servizio
per scoprire e prenotare esperienze di viaggio.
Appena presentato a Milano, The Grand Wine Tour è il primo webmagazine in lingua inglese del
settore ed è edito da un network di 18 prestigiose aziende vinicole italiane, accomunate, come
sottolinea il portavoce del progetto Max Coppo, dagli alti standard nell’accoglienza e nei servizi al
visitatori. Molto, molto di più, per intenderci, di una semplice visita alla cantina o di una normale
degustazione.
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili
in grado di orientare con certezza i visitatori – sottolinea ancora Coppo – da ciò l’idea di creare un
network di aziende, da cui i visitatori potranno aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza”.
Lontano dal format commerciale (il webmagazine non contiene pubblicità), come da quello del sito
aziendale, The Grand Wine Tour punta a raggiungere il pubblico più ampio. “Lo faremo parlando di
tematiche differenti e per così dire ‘trasversali’, senza incentrarci unicamente sul tema vino – dice
ancora Coppo -. Racconteremo infatti le aree vinicole più importanti d’Italia ma con gli occhi di chi
è alla ricerca del bello, in tutte le sue forme, nel suo personale ed unico “viaggio di formazione”, che
gli amici di Musement faranno diventare realtà”.
Entusiasta del progetto, il cofounder di Musement Paolo Giulini sottolinea la sua importanza in
termini di implementazione dell’offerta di turismo enogastronomico. “Grazie alla partnership con
The Grand Wine Tour – dice Giulini – Musement potrà unire esperienze straordinarie con alcune
delle più rinomate realtà vinicole del nostro territorio, scelte da professionisti che da anni presidiano
questo settore, all’enorme offerta di attrazioni che possono regalare le città circostanti, offrendo
proposte di viaggio uniche e accessibili in pochi tocchi dal proprio smartphone o pc”.
TRAVELNOSTOP – 4 APRILE 2017
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una nuova
modalità di comunicazione. È questa l’idea alla base del progetto che lega il magazine The Grand
Wine Tour e Musement, il servizio che consente di prenotare le esperienze di viaggio in tutto il
mondo.
Dunque, grazie a questo accordo, decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal team di esperti di
The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme, offrire esperienze di degustazione, cultura,
natura e storia, interpretate dal team di Musement, con nuovi strumenti digitali in grado di veicolare
a un pubblico di viaggiatori internazionali una tra le più rinomate eccellenze della Penisola.
In pratica, gli appassionati di vino, buon cibo, arte, cultura potranno conoscere meglio questo mondo
grazie ai contenuti pubblicati da The Grand Wine Tour e prenotare su Musement attività uniche nelle
cantine d’Italia: dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di veri e propri capolavori
architettonici a tour immersi nelle più suggestive strade del vino italiane.
Il network, che andrà progressivamente ad estendersi su tutto il territorio nazionale, è attualmente
costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette: il Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto,
Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina), il Veneto (Bortolomiol, Col
Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia (Castello di Cigognola), la
Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la Puglia (Leone De Castris).
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti attendibili
in grado di orientare con certezza i visitatori – racconta Max Coppo, portavoce del progetto The
Grand Wine Tour – da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno aspettarsi
la medesima cura nell’accoglienza”.
ENOLO – 4 APRILE 2017
ENOTURISMO IN ITALIA: IL BENE, IL MALE E LE
SCOMMESSE DA VINCERE
ANTICIPAZIONI DEL RAPPORTO CITTÀ DEL VINO: L'ITALIA PIACE, MA CI SONO
ANCORA TANTE CRITICITÀ. I TEDESCHI QUELLI CHE SPENDONO DI PIÙ E
MENTRE PUBBLICO E PRIVATO FATICANO A TROVARE COORDINAZIONE I
GRANDI BRAND PUNTANO SUL DIGITALE
Innegabile il fascino dell’enoturismo in Italia. Bene il fatto che si guardi con positività al
futuro. Meno bene tutto quel che si poteva fare e che non si è fatto per la difficoltà di abbattere
quel muro che divide il pubblico dal privato. Eppure le iniziative non mancano a cominciare
da quelle che ogni anno promuove il Movimento Turismo del Vino. I numeri sono
incoraggianti e, soprattutto, il segnale di un potenziale che andrebbe agevolato per diventare
un vero e proprio motore dell’economia.
Alla legge ci si pensa, ma forse sarebbe il caso di concretizzarla. Nel frattempo Città del
Vino, una dei migliori esempi di come pubblico e privato possono trovare una strada comune
come testimonia il prestigioso riconoscimento ottenuto qualche mese fa con il capitolo
dedicatogli sul “2017 Best Wine Tourism Book in the Usa”, anticipa i risultati del XIII
Rapporto dell’Osservatorio del Turismo promosso con l’Università di Salerno che sarà
presentato alla #Bit2017 di Milano.
Non solo. l’indagine presentata al Premio Italia a Tavola traccia l’identikit
dell’enoturista straniero in terra italica, mentre le grandi aziende aprono le porte
all’internazionalità con la partnership tra “The Grand Wine Tour e Musement“.
ENOTURISMO IN ITALIA: LÀ DOVE SI FANNO NUMERI SCARSEGGIANO I
SERVIZI. L’OBIETTIVO QUANTITÀ DIVENTA VANO SENZA QUALITÀ
Se scomodassimo Nietzsche potremmo dire che l’eterno ritorno (dell’enoturista) senza
un’adeguata accoglienza sarebbe quanto meno improbabile. Evitare che l’enoturismo
diventi il “ci vado una volta, ma non so se ci torno” è l’obiettivo da perseguire. Numeri
in Italia l’enoturismo ne fa. E pesano anche sull’economia dei territori, dei Comuni, delle
Strade del vino e delle aziende che ne fanno parte.
Ma già solo il fatto che solo il 27,62% dei Comuni aderenti a Città del Vino e 25 delle
133 Strade che ne fanno parte hanno risposto al questionario del Rapporto la dice lunga
su quanta strada (perdonate l’eufemismo) c’è ancora da fare. Di buono c’è che dalle
risposte avute si può fare un quadro della situazione attuale. Quadro che non è meraviglioso,
ma neanche a cupo. Tingendolo dei colori del vino potremmo definirlo da “rosso di sera
bel tempo si spera”. Sperare però non è sufficiente. E’ il fare e il come fare che contano.
RAPPORTO OSSERVATORIO DEL VINO: COSA VA E COSA NO
I NUMERI
Dall’indagine condotta risulta che nel 2016 le presenze enoturistiche sono se non
aumentare quanto meno rimaste invariate rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerso
dalle risposte date dalle Città del Vino che hanno partecipato all’indagine (116 su 420). Sono
stati circa 14 milioni gli enoturisti che hanno fatto tappa in Italia. Il fatturato che hanno
prodotto si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. Percezione di miglioramento ancor più
sentita dalle Strade del Vino sebbene solo 25 siano state quelle che hanno risposto al
sondaggio sulle 133 iscritte.
LA PRESENZA SUL WEB
Problema. Anzi: problemi. Quasi la metà dei Comuni non ha un ufficio turistico né fisico
né, ovviamente, sul portale istituzionale. Le Strade nel 96% ce l’hanno, ma quel 4% su
un campione così piccolo pesa. Senza considerare che come ammesso da Città del Vino e
Università di Salerno la difficoltà maggiore è stata quella di inviarlo il
questionario. Molte strade non esistono più e non lo hanno comunicato. Altre,
semplicemente, non hanno proprio alcun servizio web. La domanda è ovvia: come si può
allora fare promozione? Impossibile.
E anche laddove internet c’è e funziona anche bene mancano le App. Immaginate un turista:
non avere una mappa interattiva su Smartphone o un portale dove consultare il “cosa c’è da
vedere”, quali cantine sono dei dintorni è una mancanza di non poco conto. Vuol dire non
riuscire ad indirizzarli verso l’obiettivo: portarli nelle aziende e nelle cantine del territorio.
Certo il fatto che il 24% delle Strade se ne sia fornito è comunque un buon segnale.
I SERVIZI E L’INDOTTO
D’altra parte il dato più sconcertante è proprio questo: poco più del 5% e meno del 7% dei
Comuni e delle Strade del Vino trova sufficienti i collegamenti. Insomma: uno arriva e
poi…buio! Buio anche nella formazione che sembra un alt ro problema da risolvere. Chi
accoglie deve imparare a farlo. Possibilmente anche con un’ampia conoscenza delle lingue
straniere.
Eppure nonostante questa incapacità di relazionarsi di pubblico e privato che porta ad
una spaventosa carenza di servizi l’enoturismo funziona. Dal punto di vista dei Comuni
gli enoturisti che arrivano nel territorio rappresentano il 26,94% del fatturato delle
aziende vitivinicole della zona e ben il 34,15% di quello delle attività collaterali:
ristoranti, alberghi, aziende di altro genere ecc… . Percentuali che variano poco se si
guarda a quanto dichiarato dalle Strade. Nel primo caso, per loro, l’incidenza è del
19,08%, nel secondo del 22,21% Cosa vuol dire? Che con un po’ di organizzazione in più
si potrebbero far crescere ad un ritmo costante!
Avere gli uffici turistici vorrebbe dire poter monitorare realmente i flussi. Città del Vino, da
parte sua, si impegna a rafforzare l’Osservatorio del Turismo promuovendo la collaborazione
con enti istituzionali e associativi! Un primo passo che non può che far bene.
ENOTURISMO IN ITALIA: MA CHI SONO I VIAGGIATORI DEL VINO E DA DOVE
ARRIVANO?
A questa domanda ha dato una risposta il Premio Italia a Tavola che ha presentato
un’indagine ad hoc. Il 75% dei turisti che scelgono l’Italia arrivano da 11 Paesi compresi
Usa, Cina, Messico e India. Ed è bello pensare che sia così. La spesa per i viaggi
enogastronomici in un solo anno (il 2016) è cresciuta del 3,3% con tedeschi, americani,
francesi, inglesi e svizzeri primi in quanto al non badarci.
L’enogastronomia attrae turisti poco meno di quanto lo fanno le bellezze artistiche del nostro
territorio. Sposarle, diciamo così, è la strada migliore per coniugare due aspetti tanto
rappresentativi del nostro Paese da renderci unici. Di qui il ritorno al discorso iniziale:
pubblico e privato non possono vivere su mondi diversi, devono non solo incontrarsi, ma
costruire le strade giuste sulle stesso pianeta. Quelle del vino, se percorse insieme, sono
certamente quelle dove canalizzare quanti più enoturisti possibile.
“L’Italia – ha affermato il sottosegretario ai Beni Culturali Dorina Bianchi – è un Paese
‘biodiverso’. Ciò spinge a fare esperienze gustative in tanti territori, spesso vicini alle
città d’arte, creando tante piccole economie e occupazione a misura di giovani”. Mettere
tutti a sistema vorrebbe dunque dire mettere a sistema l’economia intera del Paese. E i benefici
per musei, cantine ed esercizi commerciali non sono neanche lontanamente immaginabili.
Pensate quanto potrebbe fare un sistema ben organizzato per la ristorazione che, in Italia,
detiene un vero e proprio record: sono 325 mila i locali in cui…si cucina!
ENOTURISMO IN ITALIA: LE GRANDI AZIENDE DEL VINO PUNTANO SULLA
COMUNICAZIONE DIGITALE
Per ora sono 18, ma il numero delle aziende è destinato a salire. Se è vero che gli
enoturisti arrivano da tutto il mondo allora bisogna trovare il modo di comunicare con
tutto il mondo. Era il luglio 2016. Alcuni grandi brand italiani si sono incontrati su “The
Grand Wine Tour” e hanno iniziato a produrre l’eccellenza enologica dei loro territorio.
Ora si sono alleate con un gigante del turismo: Musement, il portale che permette di
organizzare viaggi in 450 città di 55 Paesi del mondo…in otto lingue: inglese, italiano,
francese, spagnolo, tedesco, russo e olandese.
Diciotto pionieri produttori di grandi eccellenze enologiche italiane che cercano così nuove
ed efficaci strade per promuovere l’enoturismo. Un fenomeno che, d’altra parte, gli utenti di
tutto il mondo vogliono perché alla continua ricerca di viaggi fatti di scoperta ed esperienze.
Proprio quel concetto di città d’arte e buon vino qui si incontrano. Sette le regioni teaser delle
18 aziende coinvolte. Parliamo di Piemonte con Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, rocche
dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini e Villa Sparina. Veneto con Bortolomiol, Col
Vetoraz e Zenato. Liguria che aderisce con due aziende: Lunae e Poggio dei
Gorleri.Lombardia, Umbria e Puglia ci sono con rispettivamente il Castello di Cigognola,
Falesco e Leone De Castris. non poteva di certo mancare la Toscana che al progetto iniziale
fa il suo ingresso con tre cantine: Altesino, Fattoria Le Pupille e Spaio.
COME FUNZIONERÀ
Tutti gli appassionati di enogastornomia e bellezze artistiche del bel Paese troveranno le
informazioni su The Grand Wine Tour. Da lì, con un click si accederà alle prenotazioni
direttamente su Musement che proporrà tutte le attività possibili nelle migliori cantine
d’Italia: degustazioni, visite guidate e tutto quanto possa fare da corollario
all’esperienza da vivere visitando i più bei monumenti e musei italiani arrivandoci
attraverso…le Strade del vino!
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora riferimenti
attendibili in grado di orientare con certezza i visitatori – ha detto Max Coppo, portavoce
del progetto The Grand Wine Tour – da ciò l’idea di creare un network di aziende, da cui
i visitatori potranno aspettarsi la medesima cura nell’accoglienza. The grand wine tour è un
marchio di qualità, che riunisce aziende che eccellono nella volontà di fare accoglienza: chi
visita una delle aziende si può aspettare i medesimi standard di accoglienza”.
Non è un caso che proprio la formazione (quella di cui parlavamo prima) è stata messa al
centro del progetto. “Le cantine – ha infatti aggiunto Coppo – devono poter accogliere in
diverse lingue straniere. Offrire diversi format, non solo di degustazione. Dare un servizio
ed essere sempre aperti perché molti stranieri si lamentano del fatto che alcune aziende sono
chiuse nel weekend. La qualità dell’accoglienza va ben oltre la qualità dei vini”.
La stagione per eccellenza è iniziata. Primavera e estate sono quelle in cui gli enoturisti
viaggiano di più. I numeri ci sono. Il potenziale anche. Le iniziative non mancano. Il fare
sistema è sempre meno chimera, ma ancora troppo…sogno!
CLHUB – 5 APRILE 2017
7 cose che la settimana scorsa non sapevi
L’innovazione continua a fare passi da gigante unendo la tecnologia alla psicologia e a darne conferma è
la startup WATCh-ME che ha sviluppato un dispositivo che aiuta i bambini con ritardi cognitivi nella
riabilitazione domestica.
Il ritardo cognitivo è una condizione di incompleto sviluppo psichico che compromette le capacità
cognitive, linguistiche, motorie e sociali; il disturbo si manifesta prima dei 18 anni e può essere di 4 tipi:
lieve (QI da 50-55 a 70), moderato (QI da 35-40 a 50-55), grave (QI da 20-25 a 35-40), gravissimo (QI
inferiore 20-25).
Grazie al dispositivo studiato da WHATCh-ME sarà possibile supportare i bambini affetti dal disturbo, e i
loro genitori, in modo coinvolgente e stimolante anche a casa. La startup ha deciso di prendere un
impegno importante, ma allo stesso tempo nobile, coraggioso e necessario, visto che la tecnologia
applicata al ritardo cognitivo è in grado di aprire nuovi spazi di azione.
Oltre alla innovativa startup nata presso il Centro 0-3 dell’Istituto Scientifico IRCCS Medea, la nostra
rubrica questa settimana vi propone tutte le novità per le startup del territorio genovese, i vini e le
cantine da visitare grazie a The Grand Wine Tour e Musement, il nuovo programma di Aruba,
come noleggiare la propria vettura tra privati, la chiusura del round di Hundredrooms e infine il contest
globale di Sanofi.
Nasce a Milano The Grand Wine Tour, il primo webmagazine in lingua inglese del settore vinicolo,
edito da un network di 18 prestigiose aziende vinicole italiane.
REPUBBLICA.IT – 10 APRILE 2017
Se lo chef lavora in cantina
Alcuni dei migliori ristoranti italiani si trovano nelle tenute dei grandi
produttori di vino
di FEDERICO DE CESARE VIOLA
Sedersi alla tavola di un grande chef, ma al centro di una vigna: per un enoturista è
tutta un’altra storia. Andar per cantine, oggi, non vuol dire (solo) scoprire le etichette del
territorio ma anche provare alcuni dei migliori ristoranti d’Italia. Il turismo del vino sta
cambiando rapidamente e la cucina diventa parte integrante della proposta delle aziende,
dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, dalla Toscana alla Sicilia. Che oggi ci sia una nuova
cultura dell’accoglienza lo dimostrano progetti come "The Grand Wine Tour”, appena
presentato alla Vigna di Leonardo di Milano, un viaggio attraverso diciotto cantine italiane
capaci di offrire esperienze sartoriali di eccellenza (disponibili poi sul portale Musement):
visite guidate, ospitalità di charme o cucina di qualità. Di questo network fanno parte, ad
esempio, Tenuta Carretta a Piobesi d’Alba e Villa Sparina a Gavi, i cui ristoranti sono
diventati una destinazione nella destinazione.
Il nome più celebre in Piemonte è naturalmente Piazza Duomo: oltre dieci anni fa Ceretto,
oltre che sui Barolo e Barbaresco, ha voluto investire sul fine dining e oggi quello di Enrico
Crippa, nel cuore di Alba, è il 15mo miglior ristorante al mondo. D’obbligo citare pure Guido,
l’insegna della famiglia Alciati simbolo dell’alta ristorazione di Langa, che oggi si trova
all’interno della Villa Reale della Tenuta Fontanafredda: qui lo chef Ugo Alciati propone
classici come il vitello tonnato, la finanziera e, naturalmente, gli agnolotti al tovagliolo
secondo la ricetta di mamma Lidia, da abbinare alle centinaia di bottiglie della carta.
Anche in Toscana sono ormai così tanti i ristoranti delle wineries da poter delineare
agevolmente un itinerario dedicato: dal ristorante Campo del Drago di Castiglion del Bosco
a Montalcino all’Osteria del Borro a San Giustino Valdarno, da Rinuccio 1180 di Antinori a
Bargino alla Foresteria di Cecchi a Castellina in Chianti, dal Falconiere a Cortona al Ristoro
di Castello di Ama a Gaiole in Chianti. Aziende di lunga tradizione che oggi si trasformano
in cantine “totali”, capaci di attrarre i visitatori anche grazie a strutture ricettive di livello e
cucine curate e coerenti con l’identità vitivinicola.
Scendendo più a Sud si fa tappa in Campania, al ristorante Morabianca del Radici Resort
di Mastroberardino, circondato dai vigneti di Aglianico, e al Marennà di Feudi San Gregorio.
Nel Salento, terra del Primitivo, ecco il Vinilia Wine Resort, un maniero dei primi del ‘900
recuperato con gusto e rispetto. Anche l’offerta gastronomica non è stata trascurata, tanto
che il menù del ristorante gourmet Casamatta è stato creato dalla cuoca due stelle Michelin
Valeria Piccini e interpretato con tecnica sicura dal resident chef Pietro Penna. Il tour si può
chiudere idealmente in Sicilia, un’altra delle regioni che sta registrando la crescita maggiore
(per numeri e qualità) del fenomeno enoturistico. A Capofaro, lo spettacolare resort della
famiglia Tasca a Salina, non si va solo per godere di un panorama unico al mondo, immersi
tra le vigne di Malvasia, ma anche per assaggiare i raffinati ravioli con foglie di cappero,
palamita affumicata e finocchio fermentato dell’ottimo Ludovico De Vivo. Dalle Eolie a Menfi,
dove l’azienda Planeta ospita i turisti del vino nella sua Foresteria, un resort
circondato da colline vitate e da cespugli di erbe aromatiche. La cucina si muove tra le ricette
tradizionali di casa (raccolte anche nel bellissimo libro “Sicilia”) e proposte più innovative
firmate da Angelo Pumilia, bravo a valorizzare i prodotti dei piccoli artigiani locali.
TG TOURISM – 13 APRILE 2017
Enoturismo: The Grand Wine Tour in partnership con Musement
_Melania Di Clemente
The Grand Wine Tour è un network di 18 cantine italiane che offrono esperienze emozionali come
degustazioni, visite guidate e tour culturali.
Il progetto vede la collaborazione del webmagazine The Grand Wine Tour e del portale di
prenotazione di esperienze di viaggio Musement. Scopo dell’iniziativa è favorire l’enoturismo in
Italia facendo conoscere la storia e l’ospitalità delle cantine selezionate e offrendo la possibilità di
prenotare online le esperienze emozionali da vivere all’interno e all’esterno delle aziende vinicole:
dalle degustazioni alle visite guidate, dalla scoperta di capolavori architettonici a tour immersi nelle
strade italiane del vino.
Il network è attualmente costituito da 18 aziende in 7 regioni:
Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa
Sparina)
Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato)
Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri)
Lombardia (Castello di Cigognola)
MILANO WEEKEND – 14 APRILE 2017
Gli eventi gastronomici a Milano dal 14 al 20 aprile 2017
_Alessandra Favaro
Notizie Gourmet
-> E’ nato il nuovo progetto di Musement con The Grand Wine Tour, che offrirà esperienze di
viaggio nelle più belle cantine vinicole d’Italia. Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal
team di esperti di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e, insieme, offrire esperienze di
degustazione, cultura, natura e storia, interpretate dal team di Musement, con nuovi strumenti digitali.
361MAGAZINE.COM – 24 APRILE 2017
Le cantine diventano esperienze con The Grand Wine Tour e Musemen Barbara Giglioli
Al centro dell’esperienza: degustazione, cultura natura e storia
Appassionare e avvicinare al mondo del vino un pubblico sempre più vasto ma con una
nuova modalità di comunicazione. È questa l’idea alla base del progetto che lega The
Grand Wine Tour (il primo web magazine in lingua inglese) e Musement (il servizio
per scoprire e prenotare le più belle esperienze di viaggio a livello globale, oggi
disponibile in 450 città su 55 Paesi). Decine di cantine da tutta Italia, selezionate dal
team di esperti di The Grand Wine Tour, potranno raccontarsi e offrire splendide
esperienze. Protagonisti assoluti del progetto The Grand Wine Tour sono i racconti di
esperienze di degustazione, cultura, natura e storia che Musement metterà a disposizione
di tutti i viaggiatori attraverso il suo portale. L’evoluzione del fenomeno enoturistico ha
infatti portato le cantine a divenire vere e proprie esperienze da vivere nell’esplorazione
delle bellezze artistiche e culturali italiane.
Le aziende coinvolte nel Wine Tour
Il network è attualmente costituito da 18 aziende e le regioni coinvolte sono sette: il
Piemonte (Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta,
Travaglini, Villa Sparina), il Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria
(Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia (Castello di Cigognola), la Toscana (Altesino,
Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la Puglia (Leone De Castris).
La parola ai produttori
“Nonostante il fenomeno enoturistico sia in continua crescita, mancano ancora
riferimenti attendibili in grado di orientare con certezza i visitatori. Da qui l’idea di
creare un network di aziende, da cui i visitatori potranno aspettarsi cura nell’accoglienza
– racconta Max Coppo, portavoce di The Grand Wine Tour – Questo progetto non è
commerciale e non si tratta neppure di un sito aziendale. Il nostro intento è unicamente
raggiungere quel pubblico che ancora non ci conosce. Lo faremo parlando di tematiche
differenti e trasversali, senza incentrarci unicamente sul tema vino. Racconteremo infatti
le aree vinicole più importanti d’Italia ma con gli occhi di chi è alla ricerca del bello, in
tutte le sue forme, nel suo personale ed unico viaggio di formazione, che gli amici di
Musement faranno diventare realtà”.
DEGUSTARE – 2 MAGGIO 2017
THE GRAND WINE TOUR, L’ITALIA SI SCOPRE CON IL VINO BY DANIELE COLOMBO
Nasce un network di cantine che attraverso The Grand Wine Tour vuole far conoscere l’Italia, le
sue bellezze e le sue tipicità partendo dal vino
«Italomania». Così veniva definita la moda del Gran Tour in Italia nel Settecento, grazie a celebri
viaggiatori come Goethe e in seguito Stendhal. Una pratica in voga dal Quattrocento, quando il nostro
Paese era una meta obbligatoria per l’educazione aristocratica. Oggi quello spirito rivive in
un’iniziativa unica nel genere. Sarà il vino il motore della bellezza italiana, che è insieme arte, cultura,
architettura, natura.
Promuovere un viaggio emozionale sul territorio alla scoperta delle tante bellezze
Diciotto importanti cantine italiane, accomunate dalla qualità delle loro produzioni e dall’accoglienza
di alto livello, si sono riunite nel progetto The Grand Wine Tour. Una rete che trova voce in un
magazine online e che farà da vetrina non solo alle cantine, ma a tutto quello che rappresentano per
il territorio in termini di viaggio e lifestyle. Un webmagazine in lingua inglese perché destinato in
particolare al viaggiatore americano e anglofono, ma non solo. E che potrà anche trovere una
declinazione concreta, dal punto di vista della volontà dell’esperienza enoturistica, grazie alla
partnership con Musement, specializzata nel fornire servizi di prenotazione delle più belle
destinazioni di viaggio a livello globale, in 450 città di 55 Paesi, con pacchetti tailor made.
Il progetto e la partnership sono stati presentati ufficialmente alla stampa a Milano, alla Casa degli
Atellani, che ospita la Vigna di Leonardo. Un luogo di grande fascino, quasi a volere rimarcare il
senso dell’iniziativa. «Il progetto, partito due anni fa anche se è online da otto mesi, è aperto – ha
spiegato Max Coppo, portavoce del progetto The Grand Wine Tour – l’intenzione è estendere la rete
delle diciotto aziende per andare a coprire l’intera mappa enologica italiana, turisticamente rilevante,
avendo almeno un’azienda alfiere per ogni territorio. Ci vorrà del tempo, essendo un progetto
qualitativo. Il nostro utente – ha sottolineato – è prevalente americano, viene da Paesi di lingua
anglofona o dalla Germania. Abbiamo speso più di un anno in ricerche strategiche per capire come
si muove la nostra audience sul web e cosa cerca. Ma vogliamo parlare anche al giapponese,
all’italiano: all’enoturista di qualità che va a cercare determinate esperienze emozionali e parla
l’inglese. Le aziende vinicole del pool – ha precisato – non parlano solo di vino. C’è chi è patrimonio
dell’Unesco, chi è segnalata per l’arte o l’architettura, chi ha un relais, chi ospita ristoranti stellati.
L’offerta è a trecentosessanta gradi: l’importante è essere trasversali».
«Oggi il visitatore vuole fare esperienze memorabili di viaggio: fare sistema nel mondo del vino per
veicolarlo è fondamentale – ha commentato Paolo Giulini, cofounder di Musement – Noi abbiamo
rapporti con alcune migliaia di agenzie in diverse parti del mondo: loro hanno bisogno di un
aggregatore di fiducia, un channel manager che raccolga il prodotto e lo distribuisca. Siamo entusiasti
di collaborare a questo progetto – ha dichiarato – perché contribuirà a rafforzare la nostra offerta di
attività legate al turismo enogastronomico. Avviando la partnership con The Grand Wine Tour,
avremo sul nostro sito delle campagne ad hoc e ci sarà un’area dedicata. Possiamo fare prodotti tailor
made con food and wine, arte, cultura, sport. Noi dobbiamo far capire che è facile cliccare e andare a
visitare la cantina».
La bellezza italiana vuole essere il cuore del progetto. Mai come in questi anni sta crescendo il turista
del vino. L’enoturismo (dato Movimento del vino) vale 2,6 miliardi di giro d’affari, escluso l’indotto.
L’identikit è però cambiato. Un tempo era solo visita in cantina e acquisto di qualche bottiglia e
magari la visita al museo annesso. Oggi si vuole avere un’esperienza a trecentosessanta gradi: sì il
vino, ma dentro un’esperienza gastronomica forte, qualcosa che abbracci l’arte, l’architettura e la
cultura, la natura. E sono sempre di più i ristoranti di livello legati alle cantine.
«Ѐ il momento di parlare in modo diverso – ha sottolineato Coppo – altrimenti parliamo a noi stessi.
Il vino è suggestione. Il wine lover vuole sempre più racconto evocativo: si beve un territorio. I
produttori oggi continuano, invece, a comunicare in modo obsoleto e autoreferenziale, con i
tecnicismi. Ѐ il momento di cogliere questa sfida. Significa saper accogliere, offrire servizi. La chiave
è la trasversalità degli argomenti. L’azienda – ha rimarcato – diventa un pretesto per un viaggio nel
territorio. Il fil rouge è lo standard di qualità, che va dall’accoglienza dell’ospite in diverse lingue,
all’architettura, alla sostenibilità ambientale (tutte le aziende del pool sono indirizzate su questa linea,
quasi tutte sono in agricoltura integrata, bio o biodinamica), a offrire tour di diverso genere.
L’obiettivo è lasciare una traccia emozionale all’ospite».
Il network è attualmente costituito da diciotto aziende e le regioni coinvolte sono sette: il Piemonte
(Cascina Chicco, Ceretto, Coppo, Rocche dei Manzoni, Tenuta Carretta, Travaglini, Villa Sparina),
il Veneto (Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato), la Liguria (Lunae, Poggio dei Gorleri), la Lombardia
(Castello di Cigognola), la Toscana (Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio), l’Umbria (Falesco), la
Puglia (Leone De Castris).
MILANO FINANZA, CLASS LIFE – 11 MAGGIO 2017
http://video.milanofinanza.it/classlife/viaggi-sapori/Il-Grande-Tour-del-vino-64501/
TRAVELNOSTOP – 28 LUGLIO 2017
Con Musement le esperienze abbracciano anche il buon cibo
L’Italia offre tanti percorsi e proposte enogastronomiche da provare in vacanza o anche solo
per un weekend. Dalle degustazioni guidate in cantina, alla cena in riva al mare firmata da
uno chef stellato fino allo street food e al rito dell’aperitivo ma con prodotti
d’eccellenza. Anche nei mesi più caldi non si fermano le proposte di Musement, il servizio
multi piattaforma di esperienze di viaggio in tutto il mondo, che ha selezionato tante idee
golose da provare percorrendo la penisola da Nord a Sud.
Piemonte: nelle terre del vino, patrimonio Unesco, una giornata di degustazioni dei maggiori
vitigni autoctoni. Barbera, Barolo e Roero Arneis sono i protagonisti dell’appuntamento
organizzato negli splendidi spazi della Cascina Chicco tra Langhe e Roero. La cantina
supporta The Grand Wine Tour, un progetto che mette insieme alcune delle più prestigiose
cantine italiane.
Lombardia: a Milano l’aperitivo è un rito irrinunciabile. Il trend è proporli con prodotti
d’eccellenza. Non solo italiani. Al Brian&Barry Building di Milano trovano casa le eccellenze
agroalimentari spagnole: all’interno dello spazio di El Jamonero è infatti possibile gustare il
famoso Jamon Iberico de Bellota (Pata Negra) e comprare altre squisite specialità.
Veneto: la Valpolicella è nota per il suo Amarone e allora quale migliore occasione di
assaggiare alcune delle etichette migliori nella cantina leader, Masi. L’esperienza per i
visitatori prevede la visita del fruttaio per l’Appassimento delle uve e la visita delle cantine.
La visita continua nelle Possessioni Serego Alighieri che appartengono ai discendenti diretti
del Poeta Dante dal 1353. Infine c’è la degustazione di una selezione della cantina pensata
appositamente per gli ospiti.
Friuli Venezia Giulia: una giornata in compagnia della famiglia Zoff, che gestisce la prima
fattoria della regione certificata biologica nel 2016. Nella vecchia stalla ora ristrutturata
trovano posto cinque camere con colazione per chi vuole aggiungere all’esperienza anche
una vacanza rustica, rilassante e alla scoperta di sapori dimenticati.
Toscana: inel cuore della Maremma, la storia della Fattoria le Pupille fa da sfondo a una
giornata dedicata ai grandi vini di questo angolo di Toscana: Morellino di Scansano, Solalto
e Pelofino. La Fattoria le Pupille risale agli anni ‘60, quando Alfredo decise di trasformare
un’abitazione estiva in una tipica fattoria toscana.
Marche: alla scoperta di Offida e delle Marche con la visita alla cantina PS Winery, nata nel
2010 dalla passione dei due proprietari Raffaele Paolini e Dwight Stanford. Nel giro in cantina
i proprietari raccontano le fasi della vinificazione e si degustano i vini dalle botti in acciaio o
legno. Campania: una romantica cena con vista sul mare di Sorrento. E’ possibile prenotando
la proposta soggiorno di Laqua Charme & Boutique a Meta di Sorrento. Chi prenota qui può
cenare al Buco di Sorrento, ristorante stellato di un altro importante chef sorrentino, Peppe
Aversa.
Sicilia: un tour a piedi nel centro di Catania alla scoperta delle migliori specialità di cibo di
strada. È l’esperienza possibile in Sicilia, con l’itinerario dedicato allo street food.
SAVONANEWS.IT – 13 SETTEMBRE 2017
Alla Camera di Commercio di Asti un convegno su comunicazione, vino e territorio con Raspelli
L'evento si è tenuto nella giornata di lunedi nell'ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or
Nell’ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or, si è tenuto lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Asti un importante convegno dal titolo “Travel marketing days”, per fare il punto sulla comunicazione vitivinicola e territoriale. A fare gli onori di casa il presidente della Camera di Commercio Erminio Renato Goria che ha sottolineato l’importanza della comunicazione dei territori, in un momento in cui si punta sempre di più sulla qualità come ampiamente dimostrato dai risultati dell’annuale Concorso enologico nazionale. Al convegno, promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di
Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, hanno preso parte numerose personalità del mondo vitivinicolo e della comunicazione tra i quali anche Edoardo Raspelli, giornalista e noto conduttore della trasmissione televisiva “Melaverde” a cui è stato conferito per l’occasione l’Ordine dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato.
La prima tavola rotonda moderata da Federico Alberto CEO di Studiowiki ha visto la presenza di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection che riunisce i Consorzi di tutela dei vini piemontesi. “In questo momento è importante fare squadra tra i consorzi piemontesi. Un requisito indispensabile per presentarsi ai mercati esteri. Ai consorzi di tutela è affidata oggi la garanzia della qualità dei vini prodotti ma anche la comunicazione dei territori di produzione – ha detto Mobrici che ha aggiunto: crediamo che la Douja d’Or sia un elemento importante per quanto riguarda la promozione del vino e del territorio anche alla luce del recente riconoscimento dell’Unesco”. A Mobrici ha fatto seguito l’intervento di Davide Rosa direttore dell’Agenzia di formazione professionale delle Colline di Agliano. “La scuola alberghiera è presente ad Agliano da 45 anni. Dal 2010 abbiamo aperto una nuova sede proprio ad Asti per dare una risposta alle molte richieste provenienti dai giovani. La nostra missione è quindi quella di creare personale qualificato che possa spendere le proprie professionalità a servizio del territorio”. Formazione professionale ma anche universitaria come ha spiegato Michele Antonio Fino responsabile della ricerca presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La cosa che ci interessa di più è quella di fare incontrare i nostri studenti con il territorio. Il 15% dei nostri laureati opera nel settore della comunicazione e del marketing. I meccanismi della comunicazione sono essenziali per comprendere le dinamiche territoriali alla luce anche dell’internazionalità della nostra istituzione, tenuto conto che i nostri 500 studenti provengono da oltre 25 nazioni diverse”. Ma i territori non sono bulloni, come ha spiegato Pietro Stara, sociologo, storico, etnografo, docente presso la Scuola Italiana Sommelier. “Il termine tradizione ha due accezioni, quella di dare qualche cosa alle generazioni future ma anche quella di tradire. Quando noi ereditiamo qualche cosa siamo tendenzialmente abituati a rielaborarla. Se vogliamo comunicare l’identità territoriale, non dobbiamo farlo attraverso un’immagine fittizia e posticcia che non esiste più, ma attraverso una puntuale ricerca storica e sociale non artificiosa”.
È stato proiettato il documentario di Nereo Pederzolli, giornalista RAI, dal titolo Archevitis. Linda Nano, responsabile vini Liguria e Piemonte per la guida Vini buoni d’Italia edita dal Touring club ha raccontato il sistema di selezione dei vini che giungono in guida. Ma cosa vogliono oggi i consumatori? A spiegarlo è stato Vincenzo Gerbi consulente scientifico dell’Onav “Il consumatore oggi è molto attento e informato. Compra solo dopo aver avuto una precisa connotazione di quello che vuole. E’ quindi importante in questo ambito la comunicazione”. Perché nelle guide a volte non si critica? A spiegarlo è stato Fiorenzo Sartore editor e co-fondatore di Dissapori e Intravino: “Noi lo facciamo, e riceviamo a volte carte bollate dagli avvocati delle aziende”. Ma come si fa chiarezza in questo variegato mondo del vino? A svelarlo è stato Edoardo Raspelli: “Il Concorso enologico nazionale della Douja d’Or fa una grande scrematura. Arrivano 900 vini ed alla fine ne viene premiato circa un terzo. Per quanto riguarda invece la comunicazione, soprattutto oggi in Italia è condizionata dalla situazione economica”. Ma che ruolo giocano le agenzie di comunicazione nell’ambito della promozione vitivinicola? A chiarirlo è stato il terzo tavolo. “Ho coinvolto una serie di produttori che fanno grandi vini e sono in grado di offrire ospitalità ad alto livello. Un fatto per nulla scontato nelle aziende vinicole. Per fare questo abbiamo creato un’associazione ed una carta delle qualità che stabilisce una serie di standard oggettivi che diventerà ben presto un vero e proprio manifesto, ha spiegato Massimiliano Coppo, ideatore e capofila del progetto
The Grand Wine Tour che ha aggiunto - Il nostro concetto di base è stato quello di fare sì che le aziende si referenziassero reciprocamente evitando allo stesso tempo di essere autoreferenziali”. Quali sono le strategie per esplorare i nuovi mercati? “Spesso manca qualcuno che organizzi le informazioni anche se siamo iper connessi. Oggi è necessaria la velocità di esecuzione nelle strategie. Il web avanza ad una tale velocità che probabilmente è vicino alla sua fine. Un’azione di marketing digitale deve tenere necessariamente conto delle velocità per evitare di vanificarsi. L’intuizione può essere quella d’impostare le metriche corrette”, ha sottolineato nel suo intervento Michele Cornetto fondatore di Tembo agenzia specializzata in progetti di comunicazione online, branding strategy e eCommerce di cui è oggi amministratore delegato. A Cornetto ha fatto eco Gianluca Canè co-fondatore e vice presidente dal 2014 di Blu Lab. “Siamo in un momento storico in cui parlare di marketing digitale è ambizioso, tenuto conto che bisogna ancora lavorare sull’a b c. Il mondo del vino è fatto di persone molto competenti e molto autoreferenziali. Chi beve il vino a volte non ha questo livello di competenza”. A chiudere gli interventi della giornata è stato Andrea Palermo direttore tecnico di Studiowiki: “Nel primo tavolo di oggi abbiamo sentito parlare di sinergie e fare sistema. Lo vediamo con i grandi sistemi per la promozione territoriale. Bisogna sottolineare che prima di realizzare un sito internet bisogna avere una strategia. In questo ambito entra in gioco la figura dell’agenzia che è in grado di consigliare il cliente tenendo conto delle sue sensibilità. Oggi il mondo del digitale è assolutamente frastagliato. Le ricerche infatti non partono solo da Google ma anche dai social”.
Dopo il convegno il brindisi con i vini premiati alla Douja d’Or 2017 sempre in camera di commercio e poi un educational tour con tutti i relatori e i moderatori dei tavoli per le vie del centro di Asti, al Salone della Douja, al cortile dei vermouth insieme al Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino Roberto Bava e infine, una cena conviviale in un noto ristorante astigiano con un menù fatto di specialità rigorosamente monferrine.
“Un’ottima vetrina per Asti e la sua economia rivolta verso importanti personalità del mondo della critica gastronomica, vinicola e della comunicazione e del marketing che hanno passato una giornata con noi godendo e apprezzando l’ospitalità di questo territorio e di questa città”, ha commentato il Presidente Goria al termine della serata.
INFOVERCELLI24.IT – 13 SETTEMBRE 2017
Comunicazione, vino e territorio: convegno con Raspelli
INIZIATIVA NELL'AMBITO DELLA DOUJA D'OR
Nell’ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or, si è tenuto lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Asti un importante convegno dal titolo “Travel marketing days”, per fare il punto sulla comunicazione vitivinicola e territoriale. A fare gli onori di casa il presidente della Camera di Commercio Erminio Renato Goria che ha sottolineato l’importanza della comunicazione dei territori, in un momento in cui si punta sempre di più sulla qualità come ampiamente dimostrato dai risultati dell’annuale Concorso enologico nazionale. Al convegno, promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, hanno preso parte numerose personalità del mondo vitivinicolo e della comunicazione tra i quali anche Edoardo Raspelli, giornalista e noto conduttore della trasmissione televisiva “Melaverde” a cui è stato conferito per l’occasione l’Ordine dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato.
La prima tavola rotonda moderata da Federico Alberto CEO di Studiowiki ha visto la presenza di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection che riunisce i Consorzi di tutela
dei vini piemontesi. “In questo momento è importante fare squadra tra i consorzi piemontesi. Un requisito indispensabile per presentarsi ai mercati esteri. Ai consorzi di tutela è affidata oggi la garanzia della qualità dei vini prodotti ma anche la comunicazione dei territori di produzione – ha detto Mobrici che ha aggiunto: crediamo che la Douja d’Or sia un elemento importante per quanto riguarda la promozione del vino e del territorio anche alla luce del recente riconoscimento dell’Unesco”. A Mobrici ha fatto seguito l’intervento di Davide Rosa direttore dell’Agenzia di formazione professionale delle Colline di Agliano. “La scuola alberghiera è presente ad Agliano da 45 anni. Dal 2010 abbiamo aperto una nuova sede proprio ad Asti per dare una risposta alle molte richieste provenienti dai giovani. La nostra missione è quindi quella di creare personale qualificato che possa spendere le proprie professionalità a servizio del territorio”. Formazione professionale ma anche universitaria come ha spiegato Michele Antonio Fino responsabile della ricerca presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La cosa che ci interessa di più è quella di fare incontrare i nostri studenti con il territorio. Il 15% dei nostri laureati opera nel settore della comunicazione e del marketing. I meccanismi della comunicazione sono essenziali per comprendere le dinamiche territoriali alla luce anche dell’internazionalità della nostra istituzione, tenuto conto che i nostri 500 studenti provengono da oltre 25 nazioni diverse”. Ma i territori non sono bulloni, come ha spiegato Pietro Stara, sociologo, storico, etnografo, docente presso la Scuola Italiana Sommelier. “Il termine tradizione ha due accezioni, quella di dare qualche cosa alle generazioni future ma anche quella di tradire. Quando noi ereditiamo qualche cosa siamo tendenzialmente abituati a rielaborarla. Se vogliamo comunicare l’identità territoriale, non dobbiamo farlo attraverso un’immagine fittizia e posticcia che non esiste più, ma attraverso una puntuale ricerca storica e sociale non artificiosa”.
È stato proiettato il documentario di Nereo Pederzolli, giornalista RAI, dal titolo Archevitis. Linda Nano, responsabile vini Liguria e Piemonte per la guida Vini buoni d’Italia edita dal Touring club ha raccontato il sistema di selezione dei vini che giungono in guida. Ma cosa vogliono oggi i consumatori? A spiegarlo è stato Vincenzo Gerbi consulente scientifico dell’Onav “Il consumatore oggi è molto attento e informato. Compra solo dopo aver avuto una precisa connotazione di quello che vuole. E’ quindi importante in questo ambito la comunicazione”. Perché nelle guide a volte non si critica? A spiegarlo è stato Fiorenzo Sartore editor e co-fondatore di Dissapori e Intravino: “Noi lo facciamo, e riceviamo a volte carte bollate dagli avvocati delle aziende”. Ma come si fa chiarezza in questo variegato mondo del vino? A svelarlo è stato Edoardo Raspelli: “Il Concorso enologico nazionale della Douja d’Or fa una grande scrematura. Arrivano 900 vini ed alla fine ne viene premiato circa un terzo. Per quanto riguarda invece la comunicazione, soprattutto oggi in Italia è condizionata dalla situazione economica”. Ma che ruolo giocano le agenzie di comunicazione nell’ambito della promozione vitivinicola? A chiarirlo è stato il terzo tavolo. “Ho coinvolto una serie di produttori che fanno grandi vini e sono in grado di offrire ospitalità ad alto livello. Un fatto per nulla scontato nelle aziende vinicole. Per fare questo abbiamo creato un’associazione ed una carta delle qualità che stabilisce una serie di standard oggettivi che diventerà ben presto un vero e proprio manifesto, ha spiegato Massimiliano Coppo, ideatore e capofila del progetto The Grand Wine Tour che ha aggiunto - Il nostro concetto di base è stato quello di fare sì che le aziende si referenziassero reciprocamente evitando allo stesso tempo di essere autoreferenziali”. Quali sono le strategie per esplorare i nuovi mercati? “Spesso manca qualcuno che organizzi le informazioni anche se siamo iper connessi. Oggi è necessaria la velocità di esecuzione nelle strategie. Il web avanza ad una tale velocità che probabilmente è vicino alla sua fine. Un’azione di marketing digitale deve tenere necessariamente conto delle velocità per evitare di vanificarsi. L’intuizione può essere quella d’impostare le metriche
corrette”, ha sottolineato nel suo intervento Michele Cornetto fondatore di Tembo agenzia specializzata in progetti di comunicazione online, branding strategy e eCommerce di cui è oggi amministratore delegato. A Cornetto ha fatto eco Gianluca Canè co-fondatore e vice presidente dal 2014 di Blu Lab. “Siamo in un momento storico in cui parlare di marketing digitale è ambizioso, tenuto conto che bisogna ancora lavorare sull’a b c. Il mondo del vino è fatto di persone molto competenti e molto autoreferenziali. Chi beve il vino a volte non ha questo livello di competenza”. A chiudere gli interventi della giornata è stato Andrea Palermo direttore tecnico di Studiowiki: “Nel primo tavolo di oggi abbiamo sentito parlare di sinergie e fare sistema. Lo vediamo con i grandi sistemi per la promozione territoriale. Bisogna sottolineare che prima di realizzare un sito internet bisogna avere una strategia. In questo ambito entra in gioco la figura dell’agenzia che è in grado di consigliare il cliente tenendo conto delle sue sensibilità. Oggi il mondo del digitale è assolutamente frastagliato. Le ricerche infatti non partono solo da Google ma anche dai social”.
Dopo il convegno il brindisi con i vini premiati alla Douja d’Or 2017 sempre in camera di commercio e poi un educational tour con tutti i relatori e i moderatori dei tavoli per le vie del centro di Asti, al Salone della Douja, al cortile dei vermouth insieme al Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino Roberto Bava e infine, una cena conviviale in un noto ristorante astigiano con un menù fatto di specialità rigorosamente monferrine.
“Un’ottima vetrina per Asti e la sua economia rivolta verso importanti personalità del mondo della critica gastronomica, vinicola e della comunicazione e del marketing che hanno passato una giornata con noi godendo e apprezzando l’ospitalità di questo territorio e di questa città”, ha commentato il Presidente Goria al termine della serata.
NEWSBIELLA.IT – 13 SETTEMBRE 2017
Alla Camera di Commercio di Asti un convegno su comunicazione, vino e territorio con Raspelli
Nell’ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or, si è tenuto lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Asti un importante convegno dal titolo “Travel marketing days”, per fare il punto sulla comunicazione vitivinicola e territoriale. A fare gli onori di casa il presidente della Camera di Commercio Erminio Renato Goria che ha sottolineato l’importanza della comunicazione dei territori, in un momento in cui si punta sempre di più sulla qualità come ampiamente dimostrato dai risultati dell’annuale Concorso enologico nazionale. Al convegno, promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, hanno preso parte numerose personalità del mondo vitivinicolo e della comunicazione tra i quali anche Edoardo Raspelli, giornalista e noto conduttore della trasmissione televisiva “Melaverde” a cui è stato conferito per l’occasione l’Ordine dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato.
La prima tavola rotonda moderata da Federico Alberto CEO di Studiowiki ha visto la presenza di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection che riunisce i Consorzi di tutela dei vini piemontesi. “In questo momento è importante fare squadra tra i consorzi piemontesi. Un requisito indispensabile per presentarsi ai mercati esteri. Ai consorzi di tutela è affidata oggi la garanzia della qualità dei vini prodotti ma anche la comunicazione dei territori di produzione – ha detto Mobrici che ha aggiunto: crediamo che la Douja d’Or sia un elemento importante per quanto riguarda la promozione del vino e del territorio anche alla luce del recente riconoscimento dell’Unesco”. A Mobrici ha fatto seguito l’intervento di Davide Rosa direttore dell’Agenzia di formazione professionale delle Colline di Agliano. “La scuola alberghiera è presente ad Agliano da 45 anni. Dal 2010 abbiamo aperto una nuova sede proprio ad Asti per dare una risposta alle molte richieste provenienti dai giovani. La nostra missione è quindi quella di creare personale qualificato che possa spendere le proprie professionalità a servizio del territorio”. Formazione professionale ma anche universitaria come ha spiegato Michele Antonio Fino responsabile della ricerca presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La cosa che ci interessa di più è quella di fare incontrare i nostri studenti con il territorio. Il 15% dei nostri laureati opera nel settore della comunicazione e del marketing. I meccanismi della comunicazione sono essenziali per comprendere le dinamiche territoriali alla luce anche dell’internazionalità della nostra istituzione, tenuto conto che i nostri 500 studenti provengono da oltre 25 nazioni diverse”. Ma i territori non sono bulloni, come ha spiegato Pietro Stara, sociologo, storico, etnografo, docente presso la Scuola Italiana Sommelier. “Il termine tradizione ha due accezioni, quella di dare qualche cosa alle generazioni future ma anche quella di tradire. Quando noi ereditiamo qualche cosa siamo tendenzialmente abituati a rielaborarla. Se vogliamo comunicare l’identità territoriale, non dobbiamo farlo attraverso un’immagine fittizia e posticcia che non esiste più, ma attraverso una puntuale ricerca storica e sociale non artificiosa”.
È stato proiettato il documentario di Nereo Pederzolli, giornalista RAI, dal titolo Archevitis. Linda Nano, responsabile vini Liguria e Piemonte per la guida Vini buoni d’Italia edita dal Touring club ha raccontato il sistema di selezione dei vini che giungono in guida. Ma cosa vogliono oggi i consumatori? A spiegarlo è stato Vincenzo Gerbi consulente scientifico dell’Onav “Il consumatore oggi è molto attento e informato. Compra solo dopo aver avuto una precisa connotazione di quello che vuole. E’ quindi importante in questo ambito la comunicazione”. Perché nelle guide a volte non si critica? A spiegarlo è stato Fiorenzo Sartore editor e co-fondatore di Dissapori e Intravino: “Noi lo facciamo, e riceviamo a volte carte bollate dagli avvocati delle aziende”. Ma come si fa chiarezza in questo variegato mondo del vino? A svelarlo è stato Edoardo Raspelli: “Il Concorso enologico nazionale della Douja d’Or fa una grande scrematura. Arrivano 900 vini ed alla fine ne viene premiato circa un terzo. Per quanto riguarda invece la comunicazione, soprattutto oggi in Italia è condizionata dalla situazione economica”. Ma che ruolo giocano le agenzie di comunicazione nell’ambito della promozione vitivinicola? A chiarirlo è stato il terzo tavolo. “Ho coinvolto una serie di produttori che fanno grandi vini e sono in grado di offrire ospitalità ad alto livello. Un fatto per nulla scontato nelle aziende vinicole. Per fare questo abbiamo creato un’associazione ed una carta delle qualità che stabilisce una serie di standard oggettivi che diventerà ben presto un vero e proprio manifesto, ha spiegato Massimiliano Coppo, ideatore e capofila del progetto The Grand Wine Tour che ha aggiunto - Il nostro concetto di base è stato quello di fare sì che le aziende si referenziassero reciprocamente evitando allo stesso tempo di essere autoreferenziali”. Quali sono le strategie per esplorare i nuovi mercati? “Spesso manca qualcuno che organizzi le informazioni anche se siamo iper connessi. Oggi è necessaria la velocità di esecuzione nelle strategie. Il web avanza ad una tale velocità che probabilmente
è vicino alla sua fine. Un’azione di marketing digitale deve tenere necessariamente conto delle velocità per evitare di vanificarsi. L’intuizione può essere quella d’impostare le metriche corrette”, ha sottolineato nel suo intervento Michele Cornetto fondatore di Tembo agenzia specializzata in progetti di comunicazione online, branding strategy e eCommerce di cui è oggi amministratore delegato. A Cornetto ha fatto eco Gianluca Canè co-fondatore e vice presidente dal 2014 di Blu Lab. “Siamo in un momento storico in cui parlare di marketing digitale è ambizioso, tenuto conto che bisogna ancora lavorare sull’a b c. Il mondo del vino è fatto di persone molto competenti e molto autoreferenziali. Chi beve il vino a volte non ha questo livello di competenza”. A chiudere gli interventi della giornata è stato Andrea Palermo direttore tecnico di Studiowiki: “Nel primo tavolo di oggi abbiamo sentito parlare di sinergie e fare sistema. Lo vediamo con i grandi sistemi per la promozione territoriale. Bisogna sottolineare che prima di realizzare un sito internet bisogna avere una strategia. In questo ambito entra in gioco la figura dell’agenzia che è in grado di consigliare il cliente tenendo conto delle sue sensibilità. Oggi il mondo del digitale è assolutamente frastagliato. Le ricerche infatti non partono solo da Google ma anche dai social”.
Dopo il convegno il brindisi con i vini premiati alla Douja d’Or 2017 sempre in camera di commercio e poi un educational tour con tutti i relatori e i moderatori dei tavoli per le vie del centro di Asti, al Salone della Douja, al cortile dei vermouth insieme al Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino Roberto Bava e infine, una cena conviviale in un noto ristorante astigiano con un menù fatto di specialità rigorosamente monferrine.
“Un’ottima vetrina per Asti e la sua economia rivolta verso importanti personalità del mondo della critica gastronomica, vinicola e della comunicazione e del marketing che hanno passato una giornata con noi godendo e apprezzando l’ospitalità di questo territorio e di questa città”, ha commentato il Presidente Goria al termine della serata.
TARGATOCN.IT – 13 SETTEMBRE 2017
Edoardo Raspelli alla Douja D'Or e le Pro Loco premiate al Festival delle Sagre
Alla Camera di Commercio un convegno su comunicazione, vino e territorio con Raspelli
Nell’ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or di Asti, si è tenuto lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Asti un importante convegno dal titolo “Travel marketing days”, per fare il punto sulla comunicazione vitivinicola e territoriale.
A fare gli onori di casa il presidente della Camera di Commercio Erminio Renato Goria che ha sottolineato l’importanza della comunicazione dei territori, in un momento in cui si punta sempre di più sulla qualità come ampiamente dimostrato dai risultati dell’annuale Concorso enologico nazionale.
Al convegno, promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, hanno preso parte numerose personalità
del mondo vitivinicolo e della comunicazione tra i quali anche Edoardo Raspelli, giornalista e noto conduttore della trasmissione televisiva “Melaverde” a cui è stato conferito per l’occasione l’Ordine dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato. La prima tavola rotonda moderata da Federico Alberto CEO di Studiowiki ha visto la presenza di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection che riunisce i Consorzi di tutela dei vini piemontesi.
“In questo momento è importante fare squadra tra i consorzi piemontesi. Un requisito indispensabile per presentarsi ai mercati esteri. Ai consorzi di tutela è affidata oggi la garanzia della qualità dei vini prodotti ma anche la comunicazione dei territori di produzione – ha detto Mobrici che ha aggiunto: crediamo che la Douja d’Or sia un elemento importante per quanto riguarda la promozione del vino e del territorio anche alla luce del recente riconoscimento dell’Unesco”.
A Mobrici ha fatto seguito l’intervento di Davide Rosa direttore dell’Agenzia di formazione professionale delle Colline di Agliano. “La scuola alberghiera è presente ad Agliano da 45 anni. Dal 2010 abbiamo aperto una nuova sede proprio ad Asti per dare una risposta alle molte richieste provenienti dai giovani. La nostra missione è quindi quella di creare personale qualificato che possa spendere le proprie professionalità a servizio del territorio”.
Formazione professionale ma anche universitaria come ha spiegato Michele Antonio Fino responsabile della ricerca presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La cosa che ci interessa di più è quella di fare incontrare i nostri studenti con il territorio. Il 15% dei nostri laureati opera nel settore della comunicazione e del marketing. I meccanismi della comunicazione sono essenziali per comprendere le dinamiche territoriali alla luce anche dell’internazionalità della nostra istituzione, tenuto conto che i nostri 500 studenti provengono da oltre 25 nazioni diverse”.
Ma i territori non sono bulloni, come ha spiegato Pietro Stara, sociologo, storico, etnografo, docente presso la Scuola Italiana Sommelier. “Il termine tradizione ha due accezioni, quella di dare qualche cosa alle generazioni future ma anche quella di tradire. Quando noi ereditiamo qualche cosa siamo tendenzialmente abituati a rielaborarla. Se vogliamo comunicare l’identità territoriale, non dobbiamo farlo attraverso un’immagine fittizia e posticcia che non esiste più, ma attraverso una puntuale ricerca storica e sociale non artificiosa”.
È stato proiettato il documentario di Nereo Pederzolli, giornalista RAI, dal titolo Archevitis. Linda Nano, responsabile vini Liguria e Piemonte per la guida Vini buoni d’Italia edita dal Touring club ha raccontato il sistema di selezione dei vini che giungono in guida. Ma cosa vogliono oggi i consumatori?
A spiegarlo è stato Vincenzo Gerbi consulente scientifico dell’Onav “Il consumatore oggi è molto attento e informato. Compra solo dopo aver avuto una precisa connotazione di quello che vuole. E’ quindi importante in questo ambito la comunicazione”.
Perché nelle guide a volte non si critica? A spiegarlo è stato Fiorenzo Sartore editor e co-fondatore di Dissapori e Intravino: “Noi lo facciamo, e riceviamo a volte carte bollate dagli avvocati delle aziende”.
Ma come si fa chiarezza in questo variegato mondo del vino? A svelarlo è stato Edoardo Raspelli: “Il Concorso enologico nazionale della Douja d’Or fa una grande scrematura. Arrivano 900 vini ed alla fine ne viene premiato circa un terzo. Per quanto riguarda invece la comunicazione, soprattutto oggi in Italia è condizionata dalla situazione economica”.
Ma che ruolo giocano le agenzie di comunicazione nell’ambito della promozione vitivinicola? A chiarirlo è stato il terzo tavolo. “Ho coinvolto una serie di produttori che fanno grandi vini e sono in grado di offrire ospitalità ad alto livello. Un fatto per nulla scontato nelle aziende vinicole. Per fare questo abbiamo creato un’associazione ed una carta delle qualità che stabilisce una serie di standard oggettivi che diventerà ben presto un vero e proprio manifesto - ha spiegato Massimiliano Coppo, ideatore e capofila del progetto The Grand Wine Tour che ha aggiunto - Il nostro concetto di base è stato quello di fare sì che le aziende si referenziassero reciprocamente evitando allo stesso tempo di essere autoreferenziali”.
Quali sono le strategie per esplorare i nuovi mercati? “Spesso manca qualcuno che organizzi le informazioni anche se siamo iper connessi. Oggi è necessaria la velocità di esecuzione nelle strategie. Il web avanza ad una tale velocità che probabilmente è vicino alla sua fine. Un’azione di marketing digitale deve tenere necessariamente conto delle velocità per evitare di vanificarsi. L’intuizione può essere quella d’impostare le metriche corrette”, ha sottolineato nel suo intervento Michele Cornetto fondatore di Tembo agenzia specializzata in progetti di comunicazione online, branding strategy e eCommerce di cui è oggi amministratore delegato.
A Cornetto ha fatto eco Gianluca Canè co-fondatore e vice presidente dal 2014 di Blu Lab.“Siamo in un momento storico in cui parlare di marketing digitale è ambizioso, tenuto conto che bisogna ancora lavorare sull’a b c. Il mondo del vino è fatto di persone molto competenti e molto autoreferenziali. Chi beve il vino a volte non ha questo livello di competenza”.
A chiudere gli interventi della giornata è stato Andrea Palermo direttore tecnico di Studiowiki: “Nel primo tavolo di oggi abbiamo sentito parlare di sinergie e fare sistema. Lo vediamo con i grandi sistemi per la promozione territoriale. Bisogna sottolineare che prima di realizzare un sito internet bisogna avere una strategia. In questo ambito entra in gioco la figura dell’agenzia che è in grado di consigliare il cliente tenendo conto delle sue sensibilità. Oggi il mondo del digitale è assolutamente frastagliato. Le ricerche infatti non partono solo da Google ma anche dai social”.
Dopo il convegno il brindisi con i vini premiati alla Douja d’Or 2017 sempre in camera di commercio e poi un educational tour con tutti i relatori e i moderatori dei tavoli per le vie del centro di Asti, al Salone della Douja, al cortile dei vermouth insieme al Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino Roberto Bava e infine, una cena conviviale in un noto ristorante astigiano con un menù fatto di specialità rigorosamente monferrine. “Un’ottima vetrina per Asti e la sua economia rivolta verso importanti personalità del mondo della critica gastronomica, vinicola e della comunicazione e del marketing che hanno passato una giornata con noi godendo e apprezzando l’ospitalità di questo territorio e di questa città”, ha commentato il Presidente Goria al termine della serata.
TARGATOCN.IT – 13 SETTEMBRE 2017
Alla Camera di Commercio un convegno su comunicazione, vino e territorio con Raspelli
Promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, vi hanno preso parte numerose personalità del mondo vitivinicolo e della comunicazione
Nell’ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or, si è tenuto lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Asti un importante convegno dal titolo “Travel marketing days”, per fare il punto sulla comunicazione vitivinicola e territoriale.
A fare gli onori di casa il presidente della Camera di Commercio Erminio Renato Goria che ha sottolineato l’importanza della comunicazione dei territori, in un momento in cui si punta sempre di più sulla qualità come ampiamente dimostrato dai risultati dell’annuale Concorso enologico nazionale.
Al convegno, promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, hanno preso parte numerose personalità del mondo vitivinicolo e della comunicazione tra i quali anche Edoardo Raspelli, giornalista e noto conduttore della trasmissione televisiva “Melaverde” a cui è stato conferito per l’occasione l’Ordine dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato.
La prima tavola rotonda moderata da Federico Alberto CEO di Studiowiki ha visto la presenza di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection che riunisce i Consorzi di tutela dei vini piemontesi. “In questo momento è importante fare squadra tra i consorzi piemontesi. Un requisito indispensabile per presentarsi ai mercati esteri. Ai consorzi di tutela è affidata oggi la garanzia della qualità dei vini prodotti ma anche la comunicazione dei territori di produzione – ha detto Mobrici che ha aggiunto: crediamo che la Douja d’Or sia un elemento importante per quanto riguarda la promozione del vino e del territorio anche alla luce del recente riconoscimento dell’Unesco”.
A Mobrici ha fatto seguito l’intervento di Davide Rosa direttore dell’Agenzia di formazione professionale delle Colline di Agliano. “La scuola alberghiera è presente ad Agliano da 45 anni. Dal 2010 abbiamo aperto una nuova sede proprio ad Asti per dare una risposta alle molte richieste provenienti dai giovani. La nostra missione è quindi quella di creare personale qualificato che possa spendere le proprie professionalità a servizio del territorio”.
Formazione professionale ma anche universitaria come ha spiegato Michele Antonio Fino responsabile della ricerca presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La cosa che ci interessa di più è quella di fare incontrare i nostri studenti con il territorio. Il 15% dei nostri laureati opera nel settore della comunicazione e del marketing. I meccanismi della comunicazione sono essenziali per comprendere le dinamiche territoriali alla luce anche dell’internazionalità della nostra istituzione, tenuto conto che i nostri 500 studenti provengono da oltre 25 nazioni diverse”. Ma i territori non sono bulloni, come ha spiegato Pietro Stara, sociologo, storico, etnografo, docente presso la Scuola Italiana Sommelier.
“Il termine tradizione ha due accezioni, quella di dare qualche cosa alle generazioni future ma anche quella di tradire. Quando noi ereditiamo qualche cosa siamo tendenzialmente abituati a rielaborarla. Se vogliamo comunicare l’identità territoriale, non dobbiamo farlo attraverso un’immagine fittizia e posticcia che non esiste più, ma attraverso una puntuale ricerca storica e sociale non artificiosa”.
È stato proiettato il documentario di Nereo Pederzolli, giornalista RAI, dal titolo Archevitis. Linda Nano, responsabile vini Liguria e Piemonte per la guida Vini buoni d’Italia edita dal Touring club ha raccontato il sistema di selezione dei vini che giungono in guida. Ma cosa vogliono oggi i consumatori? A spiegarlo è stato Vincenzo Gerbi consulente scientifico dell’Onav “Il consumatore oggi è molto attento e informato. Compra solo dopo aver avuto una precisa connotazione di quello che vuole.
E’ quindi importante in questo ambito la comunicazione”. Perché nelle guide a volte non si critica? A spiegarlo è stato Fiorenzo Sartore editor e co-fondatore di Dissapori e Intravino: “Noi lo facciamo, e riceviamo a volte carte bollate dagli avvocati delle aziende”.
Ma come si fa chiarezza in questo variegato mondo del vino? A svelarlo è stato Edoardo Raspelli: “Il Concorso enologico nazionale della Douja d’Or fa una grande scrematura. Arrivano 900 vini ed alla fine ne viene premiato circa un terzo. Per quanto riguarda invece la comunicazione, soprattutto oggi in Italia è condizionata dalla situazione economica”.
Ma che ruolo giocano le agenzie di comunicazione nell’ambito della promozione vitivinicola? A chiarirlo è stato il terzo tavolo. “Ho coinvolto una serie di produttori che fanno grandi vini e sono in grado di offrire ospitalità ad alto livello. Un fatto per nulla scontato nelle aziende vinicole. Per fare questo abbiamo creato un’associazione ed una carta delle qualità che stabilisce una serie di standard oggettivi che diventerà ben presto un vero e proprio manifesto, ha spiegato Massimiliano Coppo, ideatore e capofila del progetto The Grand Wine Tour che ha aggiunto - Il nostro concetto di base è stato quello di fare sì che le aziende si referenziassero reciprocamente evitando allo stesso tempo di essere autoreferenziali”.
Quali sono le strategie per esplorare i nuovi mercati? “Spesso manca qualcuno che organizzi le informazioni anche se siamo iper connessi. Oggi è necessaria la velocità di esecuzione nelle strategie. Il web avanza ad una tale velocità che probabilmente è vicino alla sua fine.
Un’azione di marketing digitale deve tenere necessariamente conto delle velocità per evitare di vanificarsi. L’intuizione può essere quella d’impostare le metriche corrette”, ha sottolineato nel suo intervento Michele Cornetto fondatore di Tembo agenzia specializzata in progetti di comunicazione online, branding strategy e eCommerce di cui è oggi amministratore delegato.
A Cornetto ha fatto eco Gianluca Canè co-fondatore e vice presidente dal 2014 di Blu Lab. “Siamo in un momento storico in cui parlare di marketing digitale è ambizioso, tenuto conto che bisogna ancora lavorare sull’a b c. Il mondo del vino è fatto di persone molto competenti e molto autoreferenziali. Chi beve il vino a volte non ha questo livello di competenza”.
A chiudere gli interventi della giornata è stato Andrea Palermo direttore tecnico di Studiowiki: “Nel primo tavolo di oggi abbiamo sentito parlare di sinergie e fare sistema. Lo vediamo con i grandi sistemi per la promozione territoriale.
Bisogna sottolineare che prima di realizzare un sito internet bisogna avere una strategia. In questo ambito entra in gioco la figura dell’agenzia che è in grado di consigliare il cliente tenendo conto delle sue sensibilità. Oggi il mondo del digitale è assolutamente frastagliato. Le ricerche infatti non partono solo da Google ma anche dai social”.
Dopo il convegno il brindisi con i vini premiati alla Douja d’Or 2017 sempre in camera di commercio e poi un educational tour con tutti i relatori e i moderatori dei tavoli per le vie del centro di Asti, al Salone della Douja, al cortile dei vermouth insieme al Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino Roberto Bava e infine, una cena conviviale in un noto ristorante astigiano con un menù fatto di specialità rigorosamente monferrine.
“Un’ottima vetrina per Asti e la sua economia rivolta verso importanti personalità del mondo della critica gastronomica, vinicola e della comunicazione e del marketing che hanno passato una giornata con noi godendo e apprezzando l’ospitalità di questo territorio e di questa città”, ha commentato il Presidente Goria al termine della serata.
TORINOGGI.IT – 13 SETTEMBRE 2017
Douja d'Or: alla Camera di Commercio un convegno su comunicazione, vino e territorio con Raspelli
L'appuntamento, nell'ambito delle iniziative collaterali, si è tenuto nei giorni scorsi
Nell’ambito delle iniziative collaterali della Douja d’Or, si è tenuto lunedì pomeriggio nella sala conferenze della Camera di Commercio di Asti un importante convegno dal titolo “Travel marketing days”, per fare il punto sulla comunicazione vitivinicola e territoriale. A fare gli onori di casa il presidente della Camera di Commercio Erminio Renato Goria che ha sottolineato l’importanza della comunicazione dei territori, in un momento in cui si punta sempre di più sulla qualità come ampiamente dimostrato dai risultati dell’annuale Concorso enologico nazionale. Al convegno, promosso dall’agenzia di comunicazione Studiowiki di Savona e dalla Unicom, l’Unione nazionale delle imprese di comunicazione, hanno preso parte numerose personalità del mondo vitivinicolo e della comunicazione tra i quali anche Edoardo
Raspelli, giornalista e noto conduttore della trasmissione televisiva “Melaverde” a cui è stato conferito per l’occasione l’Ordine dei Cavalieri delle Terre d’Asti e del Monferrato.
La prima tavola rotonda moderata da Federico Alberto CEO di Studiowiki ha visto la presenza di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection che riunisce i Consorzi di tutela dei vini piemontesi. “In questo momento è importante fare squadra tra i consorzi piemontesi. Un requisito indispensabile per presentarsi ai mercati esteri. Ai consorzi di tutela è affidata oggi la garanzia della qualità dei vini prodotti ma anche la comunicazione dei territori di produzione – ha detto Mobrici che ha aggiunto: crediamo che la Douja d’Or sia un elemento importante per quanto riguarda la promozione del vino e del territorio anche alla luce del recente riconoscimento dell’Unesco”. A Mobrici ha fatto seguito l’intervento di Davide Rosa direttore dell’Agenzia di formazione professionale delle Colline di Agliano. “La scuola alberghiera è presente ad Agliano da 45 anni. Dal 2010 abbiamo aperto una nuova sede proprio ad Asti per dare una risposta alle molte richieste provenienti dai giovani. La nostra missione è quindi quella di creare personale qualificato che possa spendere le proprie professionalità a servizio del territorio”. Formazione professionale ma anche universitaria come ha spiegato Michele Antonio Fino responsabile della ricerca presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo: “La cosa che ci interessa di più è quella di fare incontrare i nostri studenti con il territorio. Il 15% dei nostri laureati opera nel settore della comunicazione e del marketing. I meccanismi della comunicazione sono essenziali per comprendere le dinamiche territoriali alla luce anche dell’internazionalità della nostra istituzione, tenuto conto che i nostri 500 studenti provengono da oltre 25 nazioni diverse”. Ma i territori non sono bulloni, come ha spiegato Pietro Stara, sociologo, storico, etnografo, docente presso la Scuola Italiana Sommelier. “Il termine tradizione ha due accezioni, quella di dare qualche cosa alle generazioni future ma anche quella di tradire. Quando noi ereditiamo qualche cosa siamo tendenzialmente abituati a rielaborarla. Se vogliamo comunicare l’identità territoriale, non dobbiamo farlo attraverso un’immagine fittizia e posticcia che non esiste più, ma attraverso una puntuale ricerca storica e sociale non artificiosa”.
È stato proiettato il documentario di Nereo Pederzolli, giornalista RAI, dal titolo Archevitis. Linda Nano, responsabile vini Liguria e Piemonte per la guida Vini buoni d’Italia edita dal Touring club ha raccontato il sistema di selezione dei vini che giungono in guida. Ma cosa vogliono oggi i consumatori? A spiegarlo è stato Vincenzo Gerbi consulente scientifico dell’Onav “Il consumatore oggi è molto attento e informato. Compra solo dopo aver avuto una precisa connotazione di quello che vuole. E’ quindi importante in questo ambito la comunicazione”. Perché nelle guide a volte non si critica? A spiegarlo è stato Fiorenzo Sartore editor e co-fondatore di Dissapori e Intravino: “Noi lo facciamo, e riceviamo a volte carte bollate dagli avvocati delle aziende”. Ma come si fa chiarezza in questo variegato mondo del vino? A svelarlo è stato Edoardo Raspelli: “Il Concorso enologico nazionale della Douja d’Or fa una grande scrematura. Arrivano 900 vini ed alla fine ne viene premiato circa un terzo. Per quanto riguarda invece la comunicazione, soprattutto oggi in Italia è condizionata dalla situazione economica”. Ma che ruolo giocano le agenzie di comunicazione nell’ambito della promozione vitivinicola? A chiarirlo è stato il terzo tavolo. “Ho coinvolto una serie di produttori che fanno grandi vini e sono in grado di offrire ospitalità ad alto livello. Un fatto per nulla scontato nelle aziende vinicole. Per fare questo abbiamo creato un’associazione ed una carta delle qualità che stabilisce una serie di standard oggettivi che diventerà ben presto un vero e proprio manifesto, ha spiegato Massimiliano Coppo, ideatore e capofila del progetto
The Grand Wine Tour che ha aggiunto - Il nostro concetto di base è stato quello di fare sì che le aziende si referenziassero reciprocamente evitando allo stesso tempo di essere autoreferenziali”. Quali sono le strategie per esplorare i nuovi mercati? “Spesso manca qualcuno che organizzi le informazioni anche se siamo iper connessi. Oggi è necessaria la velocità di esecuzione nelle strategie. Il web avanza ad una tale velocità che probabilmente è vicino alla sua fine. Un’azione di marketing digitale deve tenere necessariamente conto delle velocità per evitare di vanificarsi. L’intuizione può essere quella d’impostare le metriche corrette”, ha sottolineato nel suo intervento Michele Cornetto fondatore di Tembo agenzia specializzata in progetti di comunicazione online, branding strategy e eCommerce di cui è oggi amministratore delegato. A Cornetto ha fatto eco Gianluca Canè co-fondatore e vice presidente dal 2014 di Blu Lab. “Siamo in un momento storico in cui parlare di marketing digitale è ambizioso, tenuto conto che bisogna ancora lavorare sull’a b c. Il mondo del vino è fatto di persone molto competenti e molto autoreferenziali. Chi beve il vino a volte non ha questo livello di competenza”. A chiudere gli interventi della giornata è stato Andrea Palermo direttore tecnico di Studiowiki: “Nel primo tavolo di oggi abbiamo sentito parlare di sinergie e fare sistema. Lo vediamo con i grandi sistemi per la promozione territoriale. Bisogna sottolineare che prima di realizzare un sito internet bisogna avere una strategia. In questo ambito entra in gioco la figura dell’agenzia che è in grado di consigliare il cliente tenendo conto delle sue sensibilità. Oggi il mondo del digitale è assolutamente frastagliato. Le ricerche infatti non partono solo da Google ma anche dai social”.
Dopo il convegno il brindisi con i vini premiati alla Douja d’Or 2017 sempre in camera di commercio e poi un educational tour con tutti i relatori e i moderatori dei tavoli per le vie del centro di Asti, al Salone della Douja, al cortile dei vermouth insieme al Presidente dell’Istituto del Vermouth di Torino Roberto Bava e infine, una cena conviviale in un noto ristorante astigiano con un menù fatto di specialità rigorosamente monferrine.
“Un’ottima vetrina per Asti e la sua economia rivolta verso importanti personalità del mondo della critica gastronomica, vinicola e della comunicazione e del marketing che hanno passato una giornata con noi godendo e apprezzando l’ospitalità di questo territorio e di questa città”, ha commentato il Presidente Goria al termine della serata.
VIAGGIVACANZE.INFO – 5 NOVEMBRE 2017
A Limone Piemonte
A Limone Piemonte il Fiocco di neve Relais & SPA a due passi dalle piste da sci, romanticismo e il fascino delle Alpi
La posizione geografica rende Limone Piemonte una meta frequentata tutto l’anno, grazie a un clima alpino mite che risente della
vicinanza del mare della Costa Azzurra, che dista meno di 80 km. Situato a 1.000 metri di altitudine, d’inverno offre un comprensorio
sciistico che vanta 80 km di piste. Gli impianti vanno dai 1.050 ai 2.100 metri e godono di un innevamento naturale durante l’intera
stagione invernale.
Un percorso stradale agevole e panoramico e una comoda linea ferroviaria rendono la cittadina facilmente raggiungibile dalle località
della Pianura Padana, della Liguria e del Sud della Francia. Nato come centro di villeggiatura e soggiorno estivo verso la fine
dell’Ottocento, Limone Piemonte, già agli inizi del Novecento, è divenuto tra le prime località italiane in cui si sono diffusi gli sport
invernali.
Il centro storico, vivace e accogliente, i dintorni attrezzati per gli sport all’aria aperta, le passeggiate e gli itinerari nei parchi naturali
italo-francesi sono le componenti di una vacanza tranquilla e rilassante, ma non mancano le occasioni di divertimento.
Limone Piemonte fa parte del circuito delle Alpine Pearls, un network che comprende 25 tra le più belle località alpine unite dal
denominatore comune della sostenibilità e della mobilità dolce.
FIOCCO DI NEVE RELAIS & SPA è un nuovo e lussuoso hotel (4 stelle L) che si trova nel pieno centro storico di Limone
Piemonte, a due passi dalle piste da sci della Riserva Bianca e dalla partenza di alcune delle passeggiate più incantevoli delle Alpi.
Location raffinata in cui si respira l’aria di montagna, ideale per chi cerca relax e lusso, grazie alle camere ovattate, interamente
rivestite di boiserie e alla sua Spa, la struttura garantisce all’ospite un’oasi di pace e serenità, dove vivere rilassanti giornate.
Gli ospiti dell’hotel situato nella vivace e accogliente località alpina hanno modo di trascorrere un weekend alla scoperta di un
territorio magico, quello delle vicine Langhe, patrimonio Unesco, di gustare le eccellenze del territorio e di farsi coccolare durante
il loro soggiorno. Con i suoi borghi antichi e le cittadine storiche, come Alba, con il suo paesaggio da cartolina, le sue tradizioni e,
naturalmente, i suoi sapori è una terra dove appagare la propria sete di conoscenza e, perché no, anche il palato.
Questo angolo del Piemonte, infatti, è rinomato in tutto il mondo per la varietà e l’eccellenza dei suoi prodotti, dal tartufo al vino che
viene prodotto sulle dolci colline dove hanno sede alcune delle cantine più celebri d’Italia, come l’Azienda Vitivinicola Ceretto, una
delle tappe imperdibili di The Grand Wine Tour.
Pacchetto Leggerezza tra i sapori d’Autunno: prevede un soggiorno di tre giorni e due notti con sistemazione in camera matrimoniale
comfort. Tante sorprese tra SPA e gastronomia oltre alle escursioni, per un piacevole week end; costo € 410,00 a
persona www.fioccodineverelais.com
MEDITERRANEAONLINE.EU – 4 FEBBRAIO 2018
FOOD TOURISM DAY
Food Tourism Day: una giornata di turismo enogastronomico al BIT di Milano. Il programma della giornata dedicata al turismo enogastronomico, che si svolge lunedì 12 febbraio alla BIT – Fiera Milano City –
Milano dalle 10 alle 18. Sessione 1, dalle 10.00 alle 11.30, Sala Amber 7 Mercati ed intermediari per il turismo enogastronomico Il turismo enogastronomico è in forte crescita e il 2018 è l’anno del cibo. La sessione approfondisce la conoscenza delle caratteristiche dei principali mercati di riferimento per l’Italia per quanto riguarda l’enogastronomia (Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti), con particolare riferimento al profilo del turista, ai prodotti più richiesti
e ai canali di distribuzione utilizzati grazie alla testimonianza di tour operator di settore
Interviene e coordina: Roberta Garibaldi Relatori: • Sandro Chiriotti, titolare Tour Gourmet • Matteo Fornaca, titolare Jo In • Sonia Speroni, responsabile area Food and Wine Musement • Stefano Tulli, titolare Winedering Sessione 2, dalle 11.30 alle 13.00, Sala Amber 7 Regioni Europee della Gastronomia a confronto La sessione presenta l’offerta turistica enogastronomica delle regioni che hanno ottenuto il riconoscimento di Regione Europea della Gastronomia per gli anni 2018 e 2019, con East Lombardy regione premiata per l’anno 2017.
Coordina: Roberta Garibaldi Relatori: • Barbara Manfredini e Laura Castelletti, East Lombardy ERG 2017 • Brian Barrett, Galway West of Ireland (Irlanda) ERG 2018 • Lian Duif, Nord Brabant (Paesi Bassi), ERG 2018 • Maximilian Dragan, Sibiu (Romania), ERG 2019 • Heidi Lazani, Egeo Meridionale (Grecia) ERG 2019 Sessione 3, dalle 13.00 alle 14.00, Sala Amber 7 Enogastronomia e figure professionali innovative In collaborazione con Formazione Turismo – Bit for job Hopitality manager e destination manager sono due figure professionali che vengono ad oggi richieste in realtà che accolgono visitatori nel settore dell’enogastronomia. Sono necessarie nuove competenze per rispondere in modo adeguato non solo a un visitatore più esperto e preparato nel settore food and wine, ma con aspettative esperienziali e voglia di unicità rispetto a ciò che sta fruendo. Coordina: Roberta Garibaldi
Relatori: • Lucia Barzanò, Presidente Strada del Vino Franciacorta • Luigi Cremona, Touring Club Italiano • Elena Pasquazzo, Hospitality manager Cantine Rotari • Marina Ambrosecchio, UET Italia Sessione 4, dalle 15.30 alle 17.00, Sala Amber 7 Turismo food&beverage tra innovazione e creatività: esperienze a
confronto La sessione presenta best practice di esperienze enogastronomiche che si caratterizzano per la loro creatività e innovazione. Come costruire una visita accattivante? Quali componenti per un food tour di successo?
Coordina: Roberta Garibaldi Relatori: Sessione Food • Bruno Bertero, Direttore marketing PromoTurismo Friuli Venezia Giulia • Giulia Dalla Palma, Direttore Azienda per il turismo Val di Non • Rocky Malatesta, Responsabile prodotti Puglia Promozione Sessione Beverage • Max Coppo, Presidente The Grand Wine Tour • Maurizio Maestrelli, Giornalista Unionbirrai • Simone Monetti, Direttore generale operativo di Union Birrai
CRONACHE DI GUSTO – 3 LUGLIO 2018
Nasce "The Grand Wine Tour", il marchio di
eccellenza per l'accoglienza enoturistica
Al momento in tutto il paese, sono 19 le cantine che hanno ricevuto il marchio per i loro standard elevati di
accoglienza enoturistica
Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di
eccellenza nell’accoglienza enoturistica.
Il suo nome è "The Grand Wine Tour" e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è
legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a
partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed
accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi
oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella
dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai
prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e
oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende
vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno
creato un’associazione dedicata a tale scopo. Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard,
l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
IL MANIFESTO
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un
documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del marchio
e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
LA CARTA DELLA QUALITÀ
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente
rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri
precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di
ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una
novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita
con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale
non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto un Organo Tecnico per la verifica della conformità di
ciascuna azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione
della dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del
board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano
ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista
inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già
presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I MEMBRI DELL'ASSOCIAZIONE
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante
aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
ITALIANWINEJOURNAL.COM – 3 LUGLIO 2018
The Grand Wine Tour, nasce il primo marchio di qualità italiano
destinato all’enoturismo. 19 le Cantine ad oggi coinvolte
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole
che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand
Wine Tour, e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al
Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti
intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni
in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le
esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per
The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un
progetto mai realizzato prima in Italia. La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di
valutazione del marchio The Grand Wine Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità. Il
Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si
tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i
presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà
vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno
strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting,
ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire
all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel
panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita
con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di
sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto. L’associazione The Grand Wine Tour
ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri qualitativi fondamentali,
un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta della
Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa
Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro
del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi
compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità
delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate
agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi
ingressi.
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che
enoturistico italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e
valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò
è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal
desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato
un’associazione dedicata a tale scopo.
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero
è in costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini,
Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
SNAPITALY.IT – 3 LUGLIO 2018
The Grand Wine Tour, nasce il marchio di qualità sui servizi enoturistici
«Dall’associazione di 19 importanti aziende vitivinicole italiane nasce The Grand Wine Tour, marchio di qualità creato per fornire ai visitatori stranieri elevati standard di accoglienza.»
Novità assoluta nel panorama vinicolo ed enoturistico italiano, The Grand Wine Tour (sito ufficiale) è un marchio di qualità destinato alle eccellenze italiane nel campo vitivinicolo. Un nome affatto casuale, che unisce il Grand Tour, il viaggio artistico e culturale che i giovani europei hanno intrapreso verso l’Italia e altre mete europee a partire dalla fine del XVII secolo, e Wine, il vino, senz’altro una delle eccellenze di riferimento del Belpaese. Questo, appunto, è The Grand Wine Tour, dove ospitalità e vino si incontrano, dando vita ad un progetto inedito, almeno in Italia.
The Grand Wine Tour: il Manifesto e la Carta di Qualità
Come anticipato mai prima d’ora era stato creato un marchio di questo tipo, in grado di definire e valutare i servizi turistici offerti dal settore vinicolo. Per farlo è stato necessario l‘impegno di 19 tra le più importanti aziende vitivinicole italiane, mosse dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo in Italia. Non a caso, partendo da quest’obiettivo condiviso, è stata creata un’associazione, sorretta da due documenti di fondamentale importanza: il Manifesto e la Carta di Qualità. Di cosa si tratta?
Il Manifesto
Altro non è che un decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti al progetto. Un documento in 10 puntiche specifica in maniera chiara i presupposti di utilizzo del marchio e gli obiettivi che lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
Scarica Il Manifesto La Carta della Qualità
In questo secondo documenti sono determinati i parametri che le ziende devono rispettare per utilizzare il marchio di qualità The Grand Wine Tour. Si tratta di uno strumento che tramite 50 criteri suddivisi in tre sezioni, determina l’idoneità di ciascuna azienda ad
aderire al progetto e, di conseguenza, ad utilizzare il marchio. Come anticipato in precedenza si tratta di una novità assoluta nel panorama italiano, che fornisce un misuratore oggettivo della qualità ed una soglia minima al di sotto della quale non è possibile scendere.
Scarica La Carta della Qualità
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono al The Grand Wine Tour, utilizzandone il marchio, sono 19, numero destinato a crescere, coinvolgendo sempre più realtà alla ricerca di un marchio di qualità riconoscibile in Italia e in Europa:
• • Piemonte: Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco,
Travaglini, Villa Sparina; • Veneto: Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama; • Emilia Romagna: Umberto Cesari; • Liguria: Lunae e Poggio dei Gorleri;
• Toscana: Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio; • Lazio: Casale del Giglio • Campania Feudi di San Gregorio
EATPIEMONTE.COM – 3 LUGLIO 2018
THE GRAND WINE TOUR: UN LOGO PER L’ENOTURISMO
The Grand Wine Tour sarà la prima certificaizone italiana dei servizi enoturistici.
Un settore dell’industria turistica in grande fermento, dove si iniziano a registrare iniziative
strutturate promosse da realtà innovative.
Diciannove aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da
un Manifesto e una Carta della Qualità, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati
standard di accoglienza in cantina.
Primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard
di eccellenza nell’accoglienza enoturistica.
Il suo nome – The Grand Wine Tour – è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e
culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in
Europa, e in particolare in Italia.
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono, come
detto, diciannove e il numero è in costante aumento.
In Piemonte: Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini,
Villa Sparina.
The Grand Wine Tour: Manifesto e Carta della Qualità
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si
tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile,
i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà
vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità.
La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di
valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà
produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio.
È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva
della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati,
definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
The Grand Wine Tour: altri servizi
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei
parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di
ciascuna azienda alla Carta della Qualità.
La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione di Roberta Garibaldi,
ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board
dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism.
Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione
dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di
formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del
progetto, sia dei nuovi ingressi.
COMUNICATI.NET – 3 LUGLIO 2018
NASCE IL MARCHIO DI QUALITÀ THE GRAND WINE TOUR, LA PRIMA
CERTIFICAZIONE ITALIANA D’ECCELLENZA DEI SERVIZI ENOTURISTICI
19 importanti aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da un Manifesto
e una Carta della Qualità, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di
accoglienza in cantina
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che
adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e
la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio
formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del
XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di
alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si
ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella
dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour:
il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico
italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo
strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie
all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella
promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due
documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
IL MANIFESTO
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di
un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo
del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
LA CARTA DELLA QUALITÀ
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento
che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità,
vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza,
a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura
oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che,
sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei
parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna
azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione
della dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico,
membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi
compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle
strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli
hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in
costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa
Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
ADRIANO-SALVI.BLOGSPOT.COM – 3 LUGLIO 2018
NASCE IL MARCHIO DI QUALITÀ THE GRAND WINE TOUR, LA PRIMA
CERTIFICAZIONE ITALIANA D’ECCELLENZA DEI SERVIZI ENOTURISTICI
19 importanti aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da un Manifesto
e una Carta della Qualità,con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di
accoglienza in cantina
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che
adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e
la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio
formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del
XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di
alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si
ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella
dell’ospitalità si incontrano in un progettomai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour:
il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico
italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo
strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie
all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella
promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due
documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
· Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si
tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presuppostiper
l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
· La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento
che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità,
vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza,
a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura
oggettiva della qualità dell’accoglienza, definitacon l’attribuzione di punteggi ponderati che,
sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei
parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna
azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione
della dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico,
membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi
compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle
strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli
hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in
costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo,Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa
Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
More info: www.thegrandwinetour.com
LANGHEROEROMONFERRATO.NET – 3 LUGLIO 2018
NASCE IL MARCHIO DI QUALITÀ THE GRAND WINE TOUR, LA PRIMA CERTIFICAZIONE ITALIANA D’ECCELLENZA DEI
SERVIZI ENOTURISTICI
Le cantine piemontesi che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono Ceretto, Coppo,
Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
Diciannove importanti aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da un
Manifesto e una Carta della Qualità, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di
accoglienza in cantina
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano
standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica.
Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto,
è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti
intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi
meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour;
gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del
vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand
Wine Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano.
Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato,
condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19
importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo
di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti
fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un
documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del
marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente
rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50
criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce
l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il
marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della
qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una
soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri
qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta
della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa Roberta
Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board
dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano
ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è
prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle
cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante
aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
More info: www.thegrandwinetour.com
PIANETASALUTEONLINE.COM – 4 LUGLIO 2018
NASCE IL MARCHIO DI QUALITÀ THE GRAND WINE TOUR……
……….LA PRIMA CERTIFICAZIONE ITALIANA D’ECCELLENZA DEI SERVIZI
ENOTURISTICI
19 importanti aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da un Manifesto e
una Carta della Qualità, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di accoglienza
in cantina
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che
adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome, The Grand Wine Tour, è
legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti
intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia.
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano.
Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato,
condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19
importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo
di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti
fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità ed un Organo Tecnico per la verifica della conformità
di ciascuna azienda alla Carta della Qualità.
I membri dell’associazione
Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina,
Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama, Umberto Cesari, Lunae, Poggio dei Gorleri, Altesino, Fattoria
Le Pupille, Sapaio, Casale del Giglio, Feudi di San Gregorio
ITALIASQUISITA.NET – 4 LUGLIO 2018
NASCE LA CERTIFICAZIONE THE GRAND WINE TOUR
19 aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di accoglienza in cantina. un marchio destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome “The Grand Wine Tour” è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo. Le aziende che utilizzano il marchio The Grand Wine Tour: credono che attraverso il contatto diretto con il produttore e con il territorio d’origine si realizzi la miglior conoscenza del vino • sono consapevoli che un grande vino lo si onora condividendolo e facendolo degustare in modo adeguato • aprono le loro porte con la stessa passione e cura che utilizzano in vigneto per la produzione dell’uva e, in cantina, per la produzione e l’affinamento dei vini • ritengono che la qualità dell’accoglienza sia un messaggio essenziale per il visitatore • accolgono il visitatore sempre con cordialità, garantendo l’eccellenza qualitativa nell’ospitalità, nei servizi offerti e nei vini prodotti Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco: In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina. In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama. In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri. In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio In Lazio Casale del Giglio In Campania Feudi di San Gregorio
ASKANEWS.IT – 4 LUGLIO 2018
Nasce il marchio di qualità The grand wine tour Prima certificazione italiana eccellenza dei servizi enoturistici
Roma, 4 lug. (askanews) – Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle
aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica:
si chiama The Grand Wine Tour e il riferimento è legato al Grand Tour, il viaggio
formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire
dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi
meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le
esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna
per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano
in un progetto mai realizzato prima in Italia.
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che
enoturistico italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che
definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del
settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende
vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di
alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha
redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità. Il Manifesto
di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di
un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i
presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle
realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è
uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour
e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva
ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una
novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità
dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati,
definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al
progetto.
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il
numero è in costante aumento. In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele
Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina. In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz,
Zenato, Inama. In Emilia Romagna Umberto Cesari. In Liguria Lunae e Poggio dei
Gorleri. In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio. In Lazio Casale del Giglio e in
Campania Feudi di San Gregorio
ASA-PRESS.COM – 4 LUGLIO 2018
Nasce il marchio di qualità The Grand Wine Tour, la prima certificazione italiana d’eccellenza dei servizi enoturistici
19 importanti aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da un Manifesto e una Carta della Qualità, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di accoglienza in cantina
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
IL MANIFESTO
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
LA CARTA DELLA QUALITÀ
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama. In Emilia Romagna Umberto Cesari. In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri. In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio In Lazio Casale del Giglio In Campania Feudi di San Gregorio
Maggiori informazioni su www.thegrandwinetour.com
Ufficio Stampa Well Com
Annalisa Chiaazza
annalisa@wellcomonline.com
INFORMACIBO.IT – 4 LUGLIO 2018
Nasce “The Grand Wine Tour” per l’accoglienza enoturistica
19 aziende hanno già ricevuto il marchio con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard di accoglienza in cantina
di Cristiano Bacchieri07/2018
Nasce, primo in Italia, The Grand Wine Tour, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica.
La scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livelloerano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
Un progetto che nasce da una attenta osservazione del Rapporto del Turismo Enogastronomico di Roberta Garibaldi che, sottolineava, tra l’altro, che un viaggiatore italiano su tre che si è mosso almeno una volta motivato da bevande e golosità. Dallo stesso studio emerge anche che il 41% ha visitato un´azienda vitivinicola nei viaggi durante gli ultimi 3 anni.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio
di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo. Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifestoe la Carta della Qualità.
Il Manifesto decalogo
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
Ecco qui il Manifesto
La carta della qualità con tutti i parametri
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
La Carta della qualità QUI
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione di Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism.
Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di
formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante aumento.
Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco il primo elenco provvisorio:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
WINENEWS.IT – 4 LUGLIO 2018
Un marchio (e un decalogo) per
l’enoturismo di qualità: ecco il “The Grand
Wine Tour” Da Ceretto a Michele Chiarlo, da Bortolomiol a Zenato, passando per Feudi San Gregorio: sono 19 le griffe aderenti
Un marchio per l’enoturismo di qualità
Aspettando i decreti attuativi, fondamentali perché il quadro normativo sull’enoturismo sia pienamente efficace, il
mondo del vino muove i primi passi verso un’autocertificazione del turismo in cantina di alta qualità. Nasce
con questa intenzione il “The Grand Wine Tour”, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole
che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica, messi nero su bianco in un vero e proprio
Manifesto in dieci punti, che sancisce i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e
lega ognuna delle 19 realtà vinicole aderenti: Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina
Chicco, Travaglini e Villa Sparina in Piemonte, Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato e Inama in Veneto,
Umberto Cesari in Emilia Romagna, Lunae e Poggio dei Gorleri in Liguria, Altesino, Fattoria Le Pupille e
Sapaio in Toscana, Casale del Giglio nel Lazio e Feudi di San Gregorio in Campania.
Il marchio, “The Grand Wine Tour”, un nome che rimanda, in maniera assolutamente non casuale, al viaggio
formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in
Europa, e in particolare in Italia, come detto, poggia su un decalogo di requisiti fondamentali, che ogni azienda
deve rispettare: la cantina dell’azienda è aperta ai visitatori; le visite sono guidate da personale dedicato; le
attività di visite e degustazioni sono coordinate da un responsabile aziendale; le visite sono a pagamento, per
garantire un livello di servizio sempre professionale; le visite sono possibili in almeno due lingue; esistono
diverse tipologie di visita e proposte di degustazione; i vini sono serviti alla giusta temperatura di servizio, in
condizioni ottimali di conservazione e in bicchieri idonei e adeguati; esiste un punto vendita dove poter
acquistare i vini; i vini dell’azienda sono distribuiti sui mercati internazionali, e hanno ottenuto con
continuità riconoscimenti sulle guide e sulle riviste nazionali e internazionali; l’azienda possiede vigneti di
proprietà.
Inoltre, la “Carta della Qualità” determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente
rispettare, attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino)
che sanciscono l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il
marchio. Una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che,
sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto. Infine, ad
ulteriore conferma dell’importanza dei parametri qualitativi, c’è un Organo Tecnico per la verifica della conformità
di ciascuna azienda alla “Carta della Qualità”, con la valutazione dell’idoneità che viene effettuata con la
collaborazione della dottoressa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico,
membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti,
rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è
prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già
presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
NOTIZIE.YAHOO.COM – 4 LUGLIO 2018
Nasce il marchio di qualità The Grand Wine Tour
Roma, 4 lug. (askanews) - Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell'accoglienza enoturistica: si chiama The Grand Wine Tour e il riferimento è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell'ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai prima d'ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all'impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell'enoturismo di alta qualità, che hanno creato un'associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l'associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità. Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l'utilizzo del marchio e l'unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l'idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all'associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell'accoglienza, definita con l'attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l'accesso al progetto.
Le cantine che oggi aderiscono all'associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante aumento. In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina. In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama. In Emilia Romagna Umberto Cesari. In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri. In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio. In Lazio Casale del Giglio e in Campania Feudi di San Gregorio.
LE-ULTIME-NOTIZIE.EU – 4 LUGLIO 2018
Nasce il marchio di qualità The grand wine tour Prima certificazione italiana eccellenza dei servizi enoturistici
Roma, 4 lug. (askanews) – Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica: si chiama The Grand Wine Tour e il riferimento è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi... la provenienza: ASKA
EVENTIDOP.COM – 5 LUGLIO 2018
The Grand Wine Tour: la prima certificazione Italia dei servizi enoturistici
19 importanti aziende vitivinicole si sono associate per creare il marchio, sostenuto da un
Manifesto e una Carta della Qualità, con l’obiettivo di fornire ai visitatori stranieri elevati standard
di accoglienza in cantina.
Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano
standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle
parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico
e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e
in particolare in Italia.
Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le
esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand
Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima
in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour:
il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano.
Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato,
condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo.
Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal
desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione
dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti
fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
IL MANIFESTO
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un
documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del
marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
LA CARTA DELLA QUALITÀ
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente
rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50
criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce
l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il
marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della
qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una
soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
La Carta della Qualità
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri
qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta
della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa Roberta
Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board
dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano ispezioni
in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre
l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti
all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante
aumento.
Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
Maggiori informazioni su
www.thegrandwinetour.com
BEREILVINO.IT – 5 LUGLIO 2018
Nasce il marchio di qualità The Grand Wine Tour Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard
di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle parole non è
casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani
nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi
meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi
elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella
dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine
Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai prima d’ora
era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i
servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti
aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di
alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo. Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali:
il Manifesto e la Carta della Qualità.
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un documento
in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di
intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente
rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi
divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna
realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa,
una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza,
definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non
è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri qualitativi
fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta della
Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa Roberta
Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board dell’International
Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi
offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione
dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante aumento.
Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
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www.thegrandwinetour.com
ELECTORADIO.COM – 5 LUGLIO 2018
IL GRAND TOUR DELL’ENOTURISMO
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle
aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica.
Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento,
preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani
nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare
in Italia.
Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano
le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna
per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in
un progetto mai realizzato prima in Italia.
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che
enoturistico italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e
valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo.
Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal
desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato
un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto
due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
IL MANIFESTO
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si
tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i
presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà
vinicole presenti.
LA CARTA DELLA QUALITÀ
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno
strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting,
ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire
all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta
nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza,
definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima
al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza
dei parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di
ciascuna azienda alla Carta della Qualità.
La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione di Roberta Garibaldi,
ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board
dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti
rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle
strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli
hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi
ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero
è in costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini,
Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
Maggiori informazioni su
www.thegrandwinetour.com
FOODCOMMUNITY.IT – 5 LUGLIO 2018
Enoturismo: nasce il marchio di qualità The Grand Wine Tour
Dall’associazione di 19 aziende vitivinicole nasce The Grand Wine Tour, per investire nella
promozione dell’enoturismo di alta qualità. L’obiettivo del marchio è definire e valutare in modo
strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo.
Incontro tra la cultura del vino e quella dell’ospitalità, la prima certificazione italiana d’eccellenza
dei servizi enoturistici è sostenuta da un Manifesto e una Carta della qualità, per definire e
promuovere al meglio il marchio e i suoi standard: il primo è un documento in dieci punti che
sancisce i presupposti per il suo utilizzo e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà
vinicole presenti, la seconda raccoglie invece 50 criteri divisi in tre sezioni di valutazione – tour
e tasting, ristorante e ospitalità, vino – per analizzare l’idoneità di ogni realtà produttiva ad
aderire al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour, il cui nome rievoca i viaggi formativi, artistici e culturali
che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del diciasettesimo secolo in
Europa, dispone di un organo tecnico di verifica che agisce in collaborazione con la
dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico,
membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i
suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità
delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli
hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, da Nord a Sud:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina
Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio.
TYPI.IT – 6 LUGLIO 2018
In Italia nasce “The Grand Wine Tour”
di redazione
Si chiama “The Grand Wine Tour” ed è il marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Si tratta di una novità assoluta nel panorama vitivinicolo ed enoturistico italiano: infatti mai era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Sono diciannove le aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo: in Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina. In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama. In Emilia Romagna Umberto Cesari. In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri. In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio. In Lazio Casale del Giglio e in Campania Feudi di San Gregorio.
L’associazione ha definito il Manifesto e la Carta della Qualità per promuovere al meglio il marchio. Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
ILDENARO.IT – 9 LUGLIO 2018
Vino: nasce “The Grand Wine Tour”, la prima
certificazione di eccellenza enoturistica
Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano
standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e
la scelta delle parole non è casuale: il riferimento è legato al Grand Tour, il viaggio formativo,
artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII
secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi e accoglienza di
alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi
oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino
e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia. The Grand
Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico
italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in
modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato
possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio
di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato
un’associazione dedicata a tale scopo. Per definire e promuovere al meglio il marchio e i
suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta
della Qualità.
ADNKRONOS – 9 LUGLIO 2018
VINO: NASCE 'THE GRAND WINE TOUR', CERTIFICAZIONE ECCELLENZA ENOTURISTICA
Roma, 9 lug. (Adnkronos/Labitalia) - Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell'accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi e accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell'ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia. The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai prima d'ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all'impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell'enoturismo di alta qualità, che hanno creato un'associazione dedicata a tale scopo. Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l'associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
I GRANDI VINI – 11 LUGLIO 2018
ENOTURISMO: NASCE IL MARCHIO THE GRAND
WINE TOUR
FRUTTO DELLO SFORZO CONGIUNTO DI 19 AZIENDE ITALIANE,
IL PROGETTO COSTITUISCE UN RIFERIMENTO OGGETTIVO PER
TUTTE QUELLE REALTÀ CHE ADOTTANO STANDARD DI
ECCELLENZA NELL’ACCOGLIENZA ENOTURISTICA
In attesa di ulteriori sviluppi normativi, il comparto enoturistico italiano continua a regalare novità. Ultima, ma
non meno importante, la creazione di The Grand Wine Tour, un marchio di qualità destinato alle aziende
vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Primo in Italia, il nuovo brand è
frutto dell’impegno congiunto di 19 importanti realtà vinicole divise tra Piemonte, Veneto, Liguria,
Toscana, Lazio e Campania ed accomunate dalla volontà di investire nella promozione dell’enoturismo di
alta qualità.
Un progetto importante, che con il suo nome si propone di richiamare lo scenario incantevole e quasi
immaginifico di quello che in passato veniva definito “Grand Tour”: il viaggio formativo, artistico e culturale che
i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e soprattutto in Italia.
Esperienze uniche, improntate su soggiorni in luoghi meravigliosi e con un’accoglienza di alto livello. Gli stessi
elementi che oggi si congiungono a formare stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The
Grand Wine Tour, il primo marchio di qualità a valutare in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi
turistici del settore vinicolo. Al fine di definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione
ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto, decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti, e la Carta
della Qualità, un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per
l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
Una novità assoluta, che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting,
ristorante e ospitalità, vino) sancisce oggettivamente l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire
all’associazione e, di conseguenza, a fregiarsi del marchio.
CITTADELVINO.IT – 12 LUGLIO 2018
THE GRAND WINE TOUR
Giugno 2018: nasce, primo in Italia, un marchio di qualitàdestinato alle aziende vitivinicole che
adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour,
e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio
formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del
XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di
alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si
ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella
dell’ospitalità si incontrano in un progettomai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour:
il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico
italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo
strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile
grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire
nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a
tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due
documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta
di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per
l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno
strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting,
ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire
all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel
panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con
l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della
quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei
parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna
azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione
della dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico,
membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi
compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle
strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate
agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in
costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo,Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa
Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
Info: www.thegrandwinetour.com
LAVINIUM – 16 LUGLIO 2018
The Grand Wine Tour: nasce la prima certificazione italiana
di eccellenza dei servizi enoturistici
Postato da: Carmen Guerrieroi
Emozione ed eccellenza! Questi i cardini fondanti del marchio Grand Wine Tour, un marchio di
altissima qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza
enoturistica.
Primo in Italia, il nome evoca il “Grand Tour”, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani
nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, destinando, l’ultima tappa,
all’Italia, considerata la culla d’eccellenza per Arte, Bellezza e Storia.
Più tardi questo viaggio divenne alla moda anche per le giovani donne: chi non ricorda nel famoso “Le
piccole donne crescono”, di Louisa May Alcott, l’episodio dell’ambito viaggio culturale in Europa che la
zia March offrì alla piccola Amy, al posto di Jo?
Soggiorni in luoghi meravigliosi, esperienze vitalizzanti e formative ed accoglienza di alto livello erano i
tratti distintivi del Grand Tour, gli stessi parametri che, oggi, sono riproposti in chiave moderna per The
Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai
realizzato prima in Italia.
Per definire ed ottimizzare il marchio, gli standard ed i requisiti di accesso, l’associazione ha predisposto
una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati
che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al
progetto. redigendo due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
La cantina di Feudi di San Gregorio
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da 19 importanti aziende vitivinicole
aderenti di tutta Italia, accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta
qualità, strutturato in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per
l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
Mariella Cesari nella cantina di famiglia
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT, attraverso 50 criteri precisi,
divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) al fine di sancire
l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, all’utilizzo del
marchio.
A ulteriore garanzia, è stato, altresì, predisposto un apposito Organo Tecnico per la verifica della
conformità di ciascuna azienda alla Carta della Qualità con la collaborazione della dott.ssa Roberta
Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board
dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism.
Carmen Guerriero e Roberta Garibaldi
Le cantine aderenti all’associazione che utilizzano il marchio sono 19, da nord a sud:
Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina
Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama
Emilia Romagna Umberto Cesari
Liguria Lunae, Poggio dei Gorleri
Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille, Sapaio
Lazio Casale del Giglio
Campania Feudi di San Gregorio
ROBERTAGARIBALDI.IT – 3 AGOSTO 2018
Nasce il marchio di qualità The Grand Wine Tour |BY ROBERTA GARIBALDI
E’ il primo in Italia. Si tratta di un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia. La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand Wine Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole,accomunate dal desiderio di investire nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a tale scopo.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con
l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della prof.ssa Roberta Garibaldi: tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
In Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
In Emilia Romagna Umberto Cesari.
In Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri.
In Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
In Lazio Casale del Giglio
In Campania Feudi di San Gregorio
LANGOLODELGUSTO-ENROSE.IT – 20 AGOSTO 2018
The Grand Wine Tour CAMILLA GUIGGI NASCE IL MARCHIO DI QUALITÀ THE GRAND WINE TOUR, LA PRIMA
CERTIFICAZIONE ITALIANA D’ECCELLENZA DEI SERVIZI ENOTURISTICI
Nasce, primo in Italia, un marchio di qualità destinato alle aziende vitivinicole che adottano
standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica. Il suo nome è The Grand Wine Tour, e la
scelta delle parole non è casuale: il riferimento, preciso e voluto, è legato al Grand Tour, il viaggio
formativo, artistico e culturale che i giovani nobili erano soliti intraprendere a partire dalla fine del
XVII secolo in Europa, e in particolare in Italia. Soggiorni in luoghi meravigliosi ed accoglienza di
alto livello erano i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour; gli stessi elementi oggi si
ripropongono in chiave moderna per The Grand Wine Tour, dove la cultura del vino e quella
dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
La condivisione di intenti e i parametri oggettivi di valutazione del marchio The Grand
Wine Tour: il Manifesto e la Carta della Qualità
The Grand Wine Tour costituisce una novità assoluta nel panorama sia vinicolo che enoturistico
italiano. Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo
strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Ciò è stato possibile
grazie all’impegno di 19 importanti aziende vitivinicole, accomunate dal desiderio di investire
nella promozione dell’enoturismo di alta qualità, che hanno creato un’associazione dedicata a
tale scopo. Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione ha
redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della Qualità.
IL MANIFESTO
Il Manifesto di The Grand Wine Tour è il decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti. Si tratta
di un documento in dieci punti che sancisce, in modo chiaro e inequivocabile, i presupposti per
l’utilizzo del marchio e l’unità di intenti che anima e lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
LA CARTA DELLA QUALITÀ
La Carta della Qualità determina una serie di parametri che le aziende vinicole devono
necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno
strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting,
ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire
all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, questa, una novità assoluta nel
panorama enoturistico italiano: una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con
l’attribuzione di punteggi ponderati che, sommati, definiscono una soglia minima al di sotto della
quale non è possibile l’accesso al progetto.
L’associazione The Grand Wine Tour ha predisposto, a ulteriore conferma dell’importanza dei
parametri qualitativi fondamentali, un Organo Tecnico per la verifica della conformità di ciascuna
azienda alla Carta della Qualità. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la
collaborazione della dott.ssa Roberta Garibaldi, ricercatrice, consulente e docente di turismo
enogastronomico, membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and
Tourism. Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione
dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione
dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi
ingressi.
I membri dell’associazione
Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono 19, e il numero è in
costante aumento. Dall’Italia del nord alle regioni del sud, ecco l’elenco:
In Piemonte Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa
Sparina; in Veneto Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama; in Emilia Romagna Umberto Cesari;
in Liguria Lunae e Poggio dei Gorleri; in Toscana Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio;
in Lazio Casale del Giglio; in Campania Feudi di San Gregorio.
Maggiori informazioni su
www.thegrandwinetour.com
DIVINAEGIRL.WORDPRESS.COM – 30 SETTEMBRE 2018
Nasce The Grand Wine Tour, la
prima certificazione italiana
d’eccellenza dei servizi enoturistici.
Un tempo, i giovani aristocratici si recavano in Europa per una lunga esperienza di arte e cultura, chiamata Grand Tour, l’Italia non doveva mai mancare. È stato un viaggio galante in un momento in cui il mondo era molto più grande. E mentre i comfort moderni hanno reso il mondo piccolo, il Grand Tour esiste ancora oggi. Il Grand Wine Tour è un’esplorazione dello stile di vita italiano attraverso una delle sue creazioni più iconiche: il vino.
Nasce a Giugno 2018, primo in Italia, il Grand Wine Tour, un marchio di eccellenza nell’ospitalità che distingue le cantine italiane che adottano standard di eccellenza nell’accoglienza enoturistica.
Il nome scelto non è casuale infatti, è ispirato ai Grand Tour del XVIII e XIX secolo, quando i giovani aristocratici, in prevalenza inglesi, francesi e tedeschi, giravano per le grandi capitali europee. L’espressione Grand Tour sembra aver fatto la sua comparsa sulla guida The Voyage of Italy di Richard Lassels, edita nel 1670. Poteva durare da pochi mesi fino a svariati anni e, la loro destinazione finale era, il più delle volte, l’Italia. Si trattava di un viaggio formativo, infatti, durante il Tour i giovani imparavano a conoscere, arte, cultura e politica dei paesi europei. Durante il XIX secolo la maggior parte dei giovani istruiti fece il Grand Tour. Più tardi questo viaggio divenne alla moda anche per le giovani donne. Soggiornare in luoghi meravigliosi, nei quali un’accoglienza personalizzata e di alto livello erano sicurmente i tratti che accomunavano le esperienze del Grand Tour. Questi stessi elementi oggi si ripropongono in chiave moderna: la cultura del vino e quella dell’ospitalità si incontrano in un progetto mai realizzato prima in Italia.
“Sappiamo anche che i viaggiatori del vino sono interessati non solo al vino. Garantiamo un soggiorno coccoloso o una degustazione di vini di
lusso presso le cantine del Grand Wine Tour, ma sappiamo che ami anche l’autentica cucina italiana, i deliziosi villaggi italiani, le città di fama
mondiale, la moda italiana, la bella vita e la famosa arte e cultura italiana – in sostanza, tutto ciò che ha reso questo paese una destinazione per i
Grand Tours d’Europa in primo luogo.”
Mai prima d’ora era stato creato un marchio di qualità che definisse e valutasse in modo strutturato, condiviso e oggettivo i servizi turistici del settore vinicolo. Le cantine che oggi aderiscono all’associazione e utilizzano il marchio sono diciannove e il numero è in costante aumento.
Piemonte: Ceretto, Coppo, Tenuta Carretta, Michele Chiarlo, Cascina Chicco, Travaglini, Villa Sparina.
Veneto: Bortolomiol, Col Vetoraz, Zenato, Inama.
Emilia Romagna: Umberto Cesari.
Liguria: Lunae e Poggio dei Gorleri.
Toscana: Altesino, Fattoria Le Pupille e Sapaio
Lazio: Casale del Giglio
Campania: Feudi di San Gregorio
Per definire e promuovere il marchio e i suoi standard, l’associazione ha redatto due documenti fondamentali: il Manifesto e la Carta della qualità
Il Manifesto è un decalogo condiviso da tutte le aziende aderenti al progetto. Un documento in 10 punti che specifica in maniera chiara i presupposti di utilizzo del marchio e gli obiettivi che lega ognuna delle realtà vinicole presenti.
La Carta della Qualità determina invece, una serie di parametri che le aziende vinicole devono necessariamente rispettare per poter utilizzare il marchio di qualità TGWT. La Carta è uno strumento che attraverso 50 criteri precisi divisi in tre sezioni di valutazione (tour e tasting, ristorante e ospitalità, vino) sancisce l’idoneità di ciascuna realtà produttiva ad aderire all’associazione e, di conseguenza, a utilizzare il marchio. È, come detto, una novità assoluta nel panorama enoturistico italiano: si tratta una misura oggettiva della qualità dell’accoglienza, definita con l’attribuzione di punteggi ponderati che definiscono una soglia minima al di sotto della quale non è possibile accedere al progetto.
Per definire e promuovere al meglio il marchio e i suoi standard, l’associazione The Grand Wine Tour si è inoltre dotata di un Organo Tecnico. La valutazione dell’idoneità viene effettuata con la collaborazione della dott.ssa Roberta Garibaldi (la nostra intervista qui), ricercatrice, consulente e docente di turismo enogastronomico, membro del board dell’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism. Tra i suoi compiti rientrano ispezioni in cantina, verifiche dei servizi offerti e valutazione dell’idoneità delle strutture ricettive; è prevista inoltre l’organizzazione di giornate di formazione dedicate agli hospitality manager sia delle cantine già presenti all’interno del progetto, sia dei nuovi ingressi.
The Grand Wine Tour ha selezionato solo l’eccellenza nell’ospitalità, per garantire un’esplorazione della cultura italiana attraverso l’elemento più divertente dell’Italia: il vino.
WINENEWS.IT – SETTEMBRE 2018
Colli Berici alla ribalta nel segno del
territorio e delle Ville del Palladio: ecco i
#Palladiowines Appena 700 ettari vitati, un solo vitigno autoctono, il Tai rosso, tra gli internazionali, ma anche un terroir
destinato a grandi vini
Ritagliarsi uno spazio nel mondo, all’insegna delle proprie peculiarità vitivinicole ancora tutte da far
scoprire, legate ad un patrimonio culturale unico ed, invece, notissimo al mondo, come quello delle ville di
Andrea Palladio, uno degli architetti più importanti del 1500 (le cui celebri ville venete sono patrimonio
Unesco) all’insegna dell’hastag #Palladiowines. È questa la strada intrapresa dal territorio dei Colli Berici,
ai piedi di Vicenza.
Una denominazione molto vocata per i vini rossi, piccola e poco conosciuta. Solo 700 ettari vitati, poco meno di
15.000 ettolitri di vino, per il 72% rosso, quasi tutto imbottigliato, per una produzione di 1,8 milioni di bottiglie.
Niente a che vedere con le grandi denominazioni storiche poco lontane, come quelle del Valpolicella e del Soave,
che viaggiano intorno ai 60 milioni di bottiglie. E neppure con le nuove Doc “a due zeri”, come Prosecco Doc e
Pinot Grigio delle Venezie che hanno cambiato la base ampelografica della regione e spostato gli equilibri
produttivi di alcune Doc, a volte risolvendo problemi di collocazione sul mercato.
Queste colline, alte 300-400 metri a sud di Vicenza, note per gli edifici firmati dal Palladio e da Vincenzo
Scamozzi, hanno rappresentato, e ancora rappresentano, una sorta di terra di espansione per alcuni produttori,
spesso provenienti da aree a vocazione bianchista, in cerca di un gran terroir per rossi. E di gran terroir da rossi si
tratta, grazie alle argille rosse di origine calcarea ricche di scheletro e al microclima con temperature
particolarmente miti fino all’autunno inoltrato, una buona escursione termica tra giorno e notte e una limitata
precipitazione annua (500-600 mm). Non è quindi un caso se qui oltre all’autoctono Tai Rosso, prima chiamato
Tocai rosso e geneticamente simile a Cannonau sardo, Grenache francese e Garnacha spagnola, abbiano
messo radici il Merlot, il Cabernet Sauvignon e Franc e il Carmenère. Il loro arrivo risale ai tempi in cui la
sede papale fu trasferita ad Avignone (tra il 1309 e il 1377), probabilmente ad opera dei canonici di Barbarano in
contatto con i vescovi di Avignone, e poi alla recente ricostruzione post-fillosserica dei vigneti. Non a caso il
Cabernet Franc dei Colli Berici è stato il primo Cabernet a denominazione in Italia. Crescono molto (del 300%,
ma partendo da numeri relativamente esigui) le superfici a Carmenère, vitigno che qui trova le condizioni di
temperatura e piovosità scarsa ottimali per la sua maturazione tardiva, mentre dal bordolese è sparito a partire
dalla piccola glaciazione di fine Ottocento.
“I Colli Berici sono come un gioiello custodito in uno scrigno - racconta Giovanni Ponchia, direttore del
Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza - ci si passa accanto e dentro percorrendo l’autostrada A1 tra
Verona e Vicenza, ma non si ha la percezione di ciò che custodiscono, non si vedono la Villa La Rotonda di
Andrea Palladio, presa a modello per la Casa Bianca a Washington, né i vigneti. E neppure i boschi che coprono
queste colline per più del 50% rendendo il paesaggio vario e molto lontano dalla monocoltura di vite che si
osserva in altre aree, condizione che rende più facile la conduzione in biologico. I Colli Berici del vino sono un
po’ un laboratorio. Alcuni produttori hanno raccolto il testimone di chi già da tempo lì produceva bordolesi, come
prima i Conti Da Schio di Costozza e negli anni Sessanta e Settanta i Lazzarini del Ferro di San Germano dei
Berici, e mantenuto la curiosità e la voglia di sperimentare, di fare esperienze nuove possibili grazie alle
peculiarità vitivinicole dei Colli Berici. Non è un caso se in zona c’è un grande fermento, attenzione alla
sostenibilità e alle correnti dei vini naturali. Il territorio scarsamente antropizzato, i vigneti contornati da boschi,
che ricoprono il 50% della superficie della Doc, e le condizioni pedoclimatiche rendono agevole la coltivazione in
bio”.
E se per i rossi da vitigni internazionali a denominazione Colli Berici i paradigmi stilistici sono consolidati,
per il Tai rosso ci sono più “versioni”: quella fresca, scarica di colore e quelle più “concentrate”. “Per
affermare ulteriormente il nome del territorio - sottolinea Ponchia - puntiamo sul Colli Berici Rosso, che
diversamente dai Colli Berici da singolo vitigno proviene da un blend in cui il Tai rosso, dopo l’ultima modifica
del disciplinare, assume un ruolo più importante accanto al Merlot. Resta comunque la difficoltà di comunicare
una denominazione piccola che propone molte tipologie di rosso e anche di bianco da vigneti su terreni di origine
basaltica”.
Grandi risultati si otterranno quando il flusso turistico generato dalle ville palladiane - La Rotonda,
Valmarana “ai nani”, Pisani Bonetti - e dalla città stessa di Vicenza, con il Teatro Olimpico e la Basilica
Palladiana, sarà attratto da una rete di ospitalità nell’area più strettamente vitivinicola. Alcune aziende ci
stanno lavorando e altre vivono già di enoturismo e di vendita diretta. È il caso di piccole aziende come Le
Vegre (5,5 ettari per 20.000 bottiglie, 70% vendute in azienda anche grazie all’agriturismo) e come Pegoraro (8
ettari per 48.000 bottiglie) che punta sulle iniziative in cantina e ha elevate percentuali di acquisto nel punto
vendita nuovo di zecca e da parte di clienti esteri dell’Unione Europea grazie alla piattaforma del Movimento
Turismo del Vino, che permette di spedire il vino al privato straniero con il metodo dell’autospedizione. La filiera
dei privati annovera anche aziende più grandi, fino a circa 600.000 bottiglie, spalmate su due o tre denominazioni,
ed è la cooperazione, con Collis Wine Group e ViteVis, a detenere l’80% della produzione, conferita da
moltissimi soci con piccole superfici vitate. La forbice di prezzo è di conseguenza ampia - forse non abbastanza
da premiare le punte di eccellenza - e i canali distributivi differenziati.
“Il primo nostro obiettivo è salvaguardare il reddito dei soci - precisa Alberto Marchisio, direttore generale di
ViteVis, che dal 2015 riunisce tre cantine cooperative della provincia di Vicenza, Gambellara, Colli Vicentini e
Val Leogra, per un totale di 2.200 ettari, 1.500 soci e 360.000 quintali di uva - per questo ad oggi la produzione
imbottigliata è a 6 milioni e mezzo di bottiglie, ben al di sotto del nostro potenziale che è 10 milioni vista la
notevole quantità di vino venduto in fusti (quasi 100.000) e come sfuso in cisterne. Ritengo infatti che abbia senso
percorrere questa strada solo se si riesce ad avere un adeguato valore aggiunto sull’imbottigliato. Diversamente è
una politica che non giova alla base sociale. Non si possono vedere sullo scaffale bottiglie a un prezzo inferiore ai
costi di vetro e tappo. Abbiamo, tra l’altro, linee rivolte alla ristorazione che per il buon rapporto qualità-prezzo
emergono anche sui nostri mercati esteri importanti come la Russia. Un esempio è un’etichetta di Colli Berici
Rosso che facciamo solo nelle annate che meritano. Abbiamo, inoltre, grazie alla conduzione in biologico
intrapresa da numerosi soci, una linea di vini bio”.
“Non possiamo pretendere di spuntare con i vini del Colli Berici prezzi particolarmente elevati - sottolinea
Stefano Inama, dell’omonima azienda basata nella doc Soave che su queste colline, su circa 30 ettari,
produce i suoi pregiati rossi, la prima a scommettere sul Carmenère - diamo bontà vera a prezzi accessibili e
non possiamo che puntare a migliorarci. Il mondo dei vini rossi cambia, l’asticella della qualità si alza e noi la
rincorriamo con un nuovo progetto e la collaborazione di Stéphane Derenoncourt, visto che abbiamo suoli simili
alle migliori argille di Saint Èmilion. Faremo saltare i ponti dietro di noi e non potremo tornare indietro”. “Dopo
anni di sperimentazione - aggiunge Matteo Inama - cominceremo a rivendicare la Doc a partire dal Merlot e
contiamo sullo sviluppo di un turismo culturale che includa anche i Colli Berici e per questo abbiamo aderito al
Grand Wine Tour, un marchio di eccellenza nell’ospitalità che distingue alcune cantine italiane”. Finora, a parte il
Carmenère Riserva Colli Berici doc, le altre etichette dei rossi di Inama sono uscite come Igt Veneto. Un segnale
importante di investimento sulla denominazione annunciato anche da altre aziende.
“Nei Colli Berici facciamo rossi di grande struttura con un elevato potenziale di evoluzione - rincara Elena
Cavazza, dell’omonima azienda basata a Gambellara per i bianchi e che produce i rossi da vitigni
internazionali e da Tai rosso nella Tenuta Cicogna (300.000 bottiglie su un totale di 500.000) - sono vini che
vanno aspettati nel tempo e anche nel bicchiere una volta versati. Vini austeri da abbinare al cibo secondo le
nostre consuetudini e non costruiti per essere gustati da soli come usa oltreoceano. Aumenta la vendita diretta
anche grazie al web, ma c’è un anello debole tra noi e il consumatore: la ristorazione e gli enotecari che non
raccontano e non propongono i vini. A farne le spese sono le denominazioni meno conosciute come le nostre e noi
stessi i troviamo nostro malgrado a promuovere i nostri brand”.
La longevità caratterizza anche il vitigno bandiera dei Berici nell’interpretazione più recente. “Abbiamo
sempre creduto nel Tai rosso come emblema dei Colli Berici - racconta Alessandra Piovene dell’azienda
Piovene Porto Godi, 40 ettari a vigneto per il 70% a bacca rossa e 120.000 bottiglie - siamo stati tra i primi,
grazie a una intuizione di mio padre Tomaso, ad affiancare al Tai rosso dai profumi floreali, marcato sentore di
ciliegia e nota di pepe, una versione longeva giocando su rese molto basse, maturazione spinta delle uve e
passaggio in legno. E lo decliniamo anche in rosato”. Crede molto nei rossi della denominazione Colli Berici
anche la Dal Maso, azienda quasi centenaria, che copre altre due denominazioni venete: Gambellara, Monti
Lessini per un totale di 300.000 bottiglie. “Più della metà dei rossi che produciamo sono Tai rosso Colli Berici
Doc con tre etichette che valorizzano la sua duttilità. Oltre alla versione di Tai rosso dal colore brillante e profumi
intensi di frutta rossa, di medio corpo e acidità elegante, ne produciamo altre due. Uno di stile mediterraneo,
ottenuto riducendo le rese e con maturazione in vasche di cemento, di buona beva che piace molto ai mercati
internazionali e l’altro, di punta, ottenuto con bassissime rese in vigna e 16 mesi di legni piccoli nuovi al 30%, che
ci sta dando molta soddisfazione. Può guardare negli occhi molti bordolesi e mette in evidenza la longevità di cui
è capace il Tai rosso senza ricorrere a surmaturazioni o appassimenti”.
INDICE
HOT TRAVEL DESTINATION – 30 MARZO 2017
OMNIAGATE – 30 MARZO 2017
SETTIMANALE TRE BICCHIERI, GAMBERO ROSSO – 30 MARZO 2017
TRAVELQUOTIDIANO.COM – 30 MARZO 2017
CHIARA DEL BEN – 31 MARZO 2017
GAMBERETTA ROSSA – 31 MARZO 2017
PIEMONTE TERRA DEL GUSTO - 31 MARZO 2017
TTGITALIA – 31 MARZO 2017
LANGHE ROERO MONFERRATO – 31 MARZO 2017
WINE NEWS – 31 MARZO 2017
WINE NEWS NEWSLETTER – 31 MARZO 2017
VINITALY – 31 MARZO 2017
MILANO WEEKEND – 31 MARZO 2017
ADRIANO SALVI – 1APRILE 2017
LANGOLODELGUSTO-ENORSE – 1 APRILE 2017
UPONTIMEITALY.COM – 2 APRILE 2017
HOSPITALITY NEWS – 2 APRILE 2017
WEBITMAG – 3 APRILE 2017
TRAVELNOSTOP – 4 APRILE 2017
ENOLO – 4 APRILE 2017
CLHUB – 5 APRILE 2017
LA REPUBBLICA – 8 APRILE 2017
REPUBBLICA.IT – 10 APRILE 2017
TG TOURISM – 13 APRILE 2017
MILANO WEEKEND – 14 APRILE 2017
361MAGAZINE.COM – 24 APRILE 2017
DEGUSTARE – 2 MAGGIO 2017
MILANO FINANZA, CLASS LIFE – 11 MAGGIO 2017
MEDITERRANEAONLINE.EU – 4 FEBBRAIO 2018
MEININGER WEINWELT – APRILE 2018
CRONACHE DI GUSTO – 3 LUGLIO 2018
ITALIANWINEJOURNAL.COM – 3 LUGLIO 2018
SNAPITALY.IT – 3 LUGLIO 2018
EATPIEMONTE.COM – 3 LUGLIO 2018
COMUNICATI.NET – 3 LUGLIO 2018
ADRIANO-SALVI.BLOGSPOT.COM – 3 LUGLIO 2018
LANGHEROEROMONFERRATO.NET – 3 LUGLIO 2018
PIANETASALUTEONLINE.COM – 4 LUGLIO 2018
ITALIASQUISITA.NET – 4 LUGLIO 2018
ASKANEWS.IT – 4 LUGLIO 2018
ASA-PRESS.COM – 4 LUGLIO 2018
INFORMACIBO.IT – 4 LUGLIO 2018
WINENEWS.IT – 4 LUGLIO 2018
LA PRIMA DI WINENEWS – 4 LUGLIO 2018
NOTIZIE.YAHOO.COM – 4 LUGLIO 2018
LE-ULTIME-NOTIZIE.EU – 4 LUGLIO 2018
EVENTIDOP.COM – 5 LUGLIO 2018
BEREILVINO.IT – 5 LUGLIO 2018
SETTIMANALE TRE BICCHIERI – 5 LUGLIO 2018
ELECTORADIO.COM – 5 LUGLIO 2018
FOODCOMMUNITY.IT – 5 LUGLIO 2018
TYPI.IT – 6 LUGLIO 2018
ILDENARO.IT – 9 LUGLIO 2018
ADNKRONOS – 9 LUGLIO 2018
I GRANDI VINI – 11 LUGLIO 2018
CITTADELVINO.IT – 12 LUGLIO 2018
LAVINIUM – 16 LUGLIO 2018
IL CORRIERE VINICOLO – 23 LUGLIO 2018
ROBERTAGARIBALDI.IT – 3 AGOSTO 2018
LANGOLODELGUSTO-ENROSE.IT – 20 AGOSTO 2018
DIVINAEGIRL.WORDPRESS.COM – 30 SETTEMBRE 2018
WINENEWS.IT – SETTEMBRE 2018
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