2016 science and urban planning theory 5. economy and planning, interesting but threatening marriage
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URBANISTICAPROGETTAZIONE URBANA SOSTENIBILE
Luca MarescottiScienza urbanistica e teoria dell'urbanistica. Economia e urbanistica, un'unione
interessante ma pericolosa
DOI: 10.13140/RG.2.1.1573.4647
2015-2016 2° semestre
Luca Marescotti 2 / 73
IL SENSO DELLE PAROLETHE MEANING OF WORDS
Le lezioni seguono il libro di testo:
Luca Marescotti, Urbanistica. Fondamenti e teoria.
Nelle diapositive sono riportati estratti del testo
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Nella lezione precedentea proposito della costruzione fisica e dell’espansione delle città avevamo ricordato la fine della città preconizzata da Erwin A. Gutkind …
era il 1962 e nello stesso anno …
L'URBANISTICA PER PROTEGGERE LA TERRA
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Nella lezione precedenteErwin A. Gutkind per spiegare la sua visione del mondo urbano scrisse The Twilight of Cities, il crepuscolo delle città, nel 1962, in cui sostenne la fine del concetto tradizionale di città, anticipando il villaggio globale. Il ciclo di ‘cinquemila anni’ di storia urbana si chiude preconizzando un unico futuro possibile, una disseminazione di piccoli e medi centri urbani, immersi nel paesaggio e legati in un’organizzazione reticolare.
era il 1962 e nello stesso anno …
L'URBANISTICA PER PROTEGGERE LA TERRA
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1962: il villaggio globale Marshall McLuhan, studioso delle comunicazioni di massa, teorizza in: La galassia
Gutenberg: nascita dell'uomo tipografico la nuova dimensione urbana del villaggio globale
LE NUOVE DIMENSIONE DEL PICCOLO PIANETA SONO QUELLE DEL VILLAGGIO:
● SENZA DISTANZE FISICHE E CULTURALI ● DOVE STILI DI VITA, TRADIZIONI, LINGUE, ETNIE SONO PLASMATE DA
FORME INTERNAZIONALI● DOVE IMPERA LA DECENTRALIZZAZIONE
DOVE TUTTO È COME SE SI FOSSE IN UN UNICO VILLAGGIO,
UN VILLAGGIO "ELETTRICO" con nuove parole chiave
DISCONTINUITÀ, DIVERSITÀ, DIVISIONE
DIFFICILE È FARE PREVISIONI: IL FUTURO NON È MAI QUELLO CHE PENSAVAMO!
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FUNDAMENTALS OF PLANNING
Il terzo capitolo riguarda
“FONDAMENTI DI URBANISTICA”[ovviamente fondamenti della scienza urbanistica]
COSCIENZA E CONSAPEVOLEZZA DELL'URBANISTICA
dalla storia verso l'attualità e l'impegno politico
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
Spettò a Giuseppe Samonà (1959) e a Leonardo Benevolo (1960) il merito di introdurre nell’attualità italiana la ricerca storica, in particolare la ricerca sulle origini dell’urbanistica
moderna, come chiave interpretativa dell’avvenire urbano.
Samonà svolse con preciso senso disciplinare dell’urbanistica e con coerenza l’analisi dei sistemi legislativi europei, i piani urbanistici e le realizzazioni tra XIX e XX secolo, allo
scopo di verificarne l’efficacia rispetto alle esigenze sociali e al contesto politico, specialmente per quanto riguardava le necessità della ricostruzione postbellica.
…. citava Tony Garnier e la costruzione di una città industriale & le realizzazioni
dell’amministrazione viennese tra il 1919 e il 1929, le sperimentazioni sovietiche, ...
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
Benevolo, al contrario, sviluppò il proprio studio partendo dalla storia dell’architettura e successivamente (1963), approfondendo alcuni temi che aveva già precisamente
delineato, sostenne che all’origine dell’urbanistica moderna si dovesse ricercare una duplice motivazione morale e tecnica: da questa si sarebbero sviluppate le proposte del
socialismo utopistico e la prassi delle pubbliche amministrazioni …
… Se in un primo tempo critica politica e proposte territoriali costituivano un unico campo di lavoro della sinistra, dopo il 1848 si verificò, secondo Benevolo, una scissione tra
critica politica e urbanistica, come dimostrerebbe l’assenza negli scritti di Marx e Engels di proposte concrete per l’edificazione della città socialista e per il superamento del
dualismo tra città e campagna, mentre al tempo stesso la rapidità delle trasformazioni territoriali imponeva interventi continui.
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
… Benevolo…
…ricordate gli utopisti socialisti ...
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
… Benevolo…
… le risposte …
Due anni dopo furono pubblicate le prime risposte ai quesiti sollevati, con Carlo Aymonino e con Aldo Rossi, che affrontarono direttamente lo scontro contrapponendo
alla tesi di Benevolo altri elementi di riflessione, in coerenza con quanto Samonà aveva già indicato.
Aymonino riesaminava la formazione della città industriale, riprendendo e approfondendo le tesi con cui Samonà aveva sostenuto l’importanza della pratica
professionale e delle applicazioni sperimentate in molte città.
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
… Benevolo…
… le risposte …
Carlo Aymonino riesaminava la formazione della città industriale, riprendendo e approfondendo le tesi con cui Samonà aveva sostenuto l’importanza della pratica
professionale e delle applicazioni sperimentate in molte città.
Aldo Rossi nella costruzione di una teoria dell’architettura della città, sviluppava un altro piano logico, che lo portava a ridurre l’importanza non solo dell’approccio degli utopisti,
ma anche del socialismo moralistico per l’ingenuità con cui si riteneva di risolvere settorialmente problemi la cui origine era più in generale insita nel sistema politico.
Secondo Rossi, le tesi di Bernoulli o di Hegemann appartenevano al socialismo moralistico, ma di Bernoulli apprezza il metodo con cui suffraga ogni affermazione con
l’osservazione di fatti urbani.
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
… Benevolo…
… le risposte …
… Aldo Rossi ... costruisce la sua teoria dall’analisi urbana: le città sono fatti urbani e opere d’arte, indipendente dalla dimensione; la loro costruzione è frutto delle scelte
politiche e non delle utopie o del moralismo:
«La domanda può essere posta in questi termini: se l’architettura dei fatti urbani è la costruzione della città, come può essere assente da questa costruzione, ciò che ne
costituisce il momento decisivo, la politica?».
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
… il tema di arricchisce di contributi…
George R. Collins e Christiane Crasemann Collins presentavano al pubblico inglese e statunitense la prima traduzione integrale del testo di Camillo Sitte a cui allegavano un
approfondito esame dell’ambiente culturale tedesco, dei reciproci rapporti e delle influenze che l’urbanistica tedesca ebbe all’estero.
Anche la filosofia si avvicina all'urbanistica:
Françoise Choay, laureata in filosofia e critica d’architettura, scelse la strada di catalogare e classificare i principali scritti (da un punto di vista letterario?) urbanistici.
un’analisi strutturale e semiologica del sistema urbano visto come un insieme di contatti e di rapporti, mezzi di comunicazione e informazione.
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
Fino al giudizio di Giorgio Piccinato che cerca di trarre insegnamenti per l’urbanistica
contemporanea da un passato «fallimentare»:
«Cento anni di storia disciplinare corrispondono a cento anni di insuccessi crescenti nei riguardi della realtà urbana. L’esito dell’impegno diretto dei tecnici e delle istituzioni nel
governo della città può essere esposto in termini meno crudi, ma la valutazione d’insieme rimane negativa. Il deterioramento della condizione urbana si verifica
contemporaneamente all’affermarsi di una specifica scienza della città (ciò che non è accaduto per esempio alla situazione sanitaria che ha registrato continui miglioramenti
insieme ai progressi della medicina) ed è un dato che sembra chiamare in causa direttamente le basi della disciplina e la capacità dei suoi addetti».
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀE ancora Giorgio Piccinato:
«la città del passato non è solo creazione collettiva, è anche proprietà di tutti (o di uno solo, il principe, ciò che è lo stesso in termini di uso dello spazio) ed è, come tale, un
bene pubblico usato e gestito nella sua interezza.»
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POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀE poi di nuovo nel 2000 Carlo Aymonino:
«la città socialista (o il ruolo della città nel socialismo o meglio quale sarà l’assetto nella previsione della scomparsa del contrasto città-campagna, per cui in ultima istanza il termine “città socialista” potrebbe essere un non senso o venire a coincidere con il
socialismo stesso).»
Questa annotazione aggiunta in premessa alla ristampa dei saggi sull’origine della città moderna si riferiva alle critiche di Edoardo Salzano, che vedeva nella città opulenta potenzialità positive per permettere una «fuoriuscita dall’ordinamento capitalistico-
borghese».
Luca Marescotti 24 / 73
POLITICA E URBANISTICA
DALLA STORIA ALL'ATTUALITÀ
Ancora una volta si può dire di tutto e tutto può essere contraddetto
… MA, ALLORA, DI CHE COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI URBANISTICA?
Luca Marescotti 25 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA
ECONOMIA E TERRITORIO
MODELLI DI ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE E RENDITA FONDIARIA
Luca Marescotti 26 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA
Nelle teorie formulate tra XVII e XIX secolo i principali indirizzi di indagine territoriale erano centrati su
1) interdipendenza dei settori produttivi
2) trasporti e fattori localizzativi delle attività
3) rendita fondiaria nella produzione e nella localizzazione delle attività.
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ECONOMIA E URBANISTICA
1) interdipendenza dei settori produttivi
L’avvio del primo raggruppamento è riconosciuto normalmente nelle tavole economiche di François Quesnay, anticipatrici tra gli altri di Vilfredo Pareto, Léon Walras, Wassily
Leontief e Walter Isard.
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ECONOMIA EURBANISTICA
ANNO DOPO ANNO
SETTORE PER SETTORE
DA UN SETTORE ALL'ALTRO
PROFITTO, INVESTIMENTO
E SPESE STERILI
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ECONOMIA E URBANISTICA
2) trasporti e fattori localizzativi delle attività
Nel secondo raggruppamento l’oggetto di interesse principale è la spiegazione dell’organizzazione territoriale delle attività umane in termini oggettivi e scientifici in
quanto basati su razionalità economiche e libere scelte degli individui; il precursore fu Johann Heinrich von Thünen e gli sviluppi hanno portato verso modelli della crescita
urbana e regionale, adottando diversi generi di approcci formali, dalla teoria dei sistemi agli insiemi sfumati o alle catastrofi.
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ECONOMIA E URBANISTICA
Anzi, della stessa posizione tecnicistica che vedeva nei modelli la soluzione automatica, o neutrale, sia ai quesiti posti dalla distribuzione delle attività e dal conseguente uso del
territorio, sia alla ricerca del consenso, sono emersi alcuni elementi tipici della pianificazione: in primo luogo, l’organizzazione del territorio costituisce un sistema
coerente, in cui qualsiasi intervento settoriale si ripercuote sull’intero assetto; in secondo luogo, l’esistenza di equilibri e squilibri, di accordi e di lotte sociali influenza la
formulazione e la scelta degli obiettivi generali e i compiti che il potere politico si assume e che realizza attraverso l’attuazione diretta, l’incentivazione o comunque il controllo
degli operatori pubblici e privati; in terzo luogo, spetta alla politica la formulazione degli obiettivi, delle scelte, delle risorse e delle priorità.
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ECONOMIA E URBANISTICA
Alla formulazione “tecnica” degli obiettivi, desunti da analisi o da previsioni più o meno corrette, si devono sostituire processi partecipativi, mirati a trovare risposte alle
necessità sociali e produttive, a governare le richieste di investimenti territoriali, a contribuire alla tutela e alla promozione dei valori ambientali. Si noti, per inciso, che il termine “partecipativo” implica trasparenza, responsabilità, capacità di ascolto, non
coincidendo assolutamente né con il “cittadino totale”, né con il mero consenso o con le assemblee.
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ECONOMIA E URBANISTICA
Le scelte conseguenti a loro volta esigono sia la sapienza amministrativa della cosa pubblica, sia la conoscenza approfondita della società, delle attività e delle risorse
economiche e risorse naturali, tutto in rapporto alla loro localizzazione.
Inoltre, poiché le risorse pubbliche e private sono una grandezza finita, significa anche decidere a quali necessità e a quali bisogni si debba prioritariamente far fronte, come
governare i processi finanziari sul territorio, in modo da delineare sia il percorso della pianificazione e della programmazione degli interventi, sia l’essenziale coordinamento tra azione pubblica e privata, tra risorse pubbliche e risorse private, un coordinamento
necessario per conseguire con efficacia gli obiettivi.
Tutto ciò è “politica”, saper agire.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
3) rendita fondiaria nella produzione e nella localizzazione delle attività.
Per il terzo raggruppamento il nucleo portante di riferimento è nell’economia classica con
gli studi di Thomas Robert Malthus, Adam Smith, David Ricardo, Karl Marx, centrati sulla definizione di valore, prezzo, rendita e produzione e sull’incidenza del regime fondiario
sia sulle relazioni sociali, sia nell’orientamento delle attività produttive.
Luca Marescotti 41 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
IL PAESAGGIO NON È UNA QUESTIONE ESTETICA
Nell’organizzazione territoriale si esprimono simultaneamente forme e sostanze delle relazioni economiche, sociali e ambientali; forme e sostanze sono invisibili all’abitudine,
ma restano chiaramente leggibili nella loro concretezza. Il fatto urbano va oltre la costruzione estetica: contiene ed esprime i rapporti di solidarietà, di accoglienza e di
liberalità, di dominio, di chiusura e di difesa.
Le sensazioni, la percezione superficiale si ferma all’estetica del paesaggio; “bello” e “brutto” troppo spesso non lasciano spazio per riflettere su ciò che sta oltre l’apparenza.
Luca Marescotti 42 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
IL PAESAGGIO NON È UNA QUESTIONE ESTETICA:
deforestazioni, disboscamenti, bonifiche, dissodamenti, alterazione dei corsi d’acqua, sistemi di irrigazione
Il valore del suolo nasce originariamente dalle sue caratteristiche intrinseche di produttività, in natura rare e aumentate solo attraverso un lavoro accumulato nel
tempo, anche se con un rischio non sempre prevedibile di consumo irreversibile delle risorse naturale.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
IL PAESAGGIO NON È UNA QUESTIONE ESTETICA:
la fertilità è un valore
Tra i primi analisti che studiarono il valore della terra in funzione della rendita agricola vi fu William Petty* (1623-1687), convinto assertore dell’utilità dell’analisi matematica e
della statistica nella politica[* Petty, medico generale con Oliver Cromwell, e la storia dell’Irlanda]
Fonte primaria della produzione = f(lavoro; terra); (valore della terra)
L’importanza della terra lo portò ad una prima definizione della rendita fondiaria, calcolata detraendo dal prezzo di vendita dei prodotti i costi sostenuti per la produzione
(costo del lavoro, costo del capitale, costo delle scorte)
PREMESSA: i prezzi sono determinati dai rapporti tra domanda e offerta.
Luca Marescotti 44 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
IL PAESAGGIO NON È UNA QUESTIONE ESTETICA:
la fertilità è un valore, il possesso della terra fornisce una rendita
… William Petty ...All’ipotesi iniziale semplificata si aggiungono altri fattori, basati sulla possibilità di aumentare il profitto senza variare la produzione, ma migliorando i fattori esterni: l’agricoltore, per esempio, potrebbe godere benefici grazie ad un’ubicazione
prossima al mercato (rendita di posizione), così riducendo il costo di trasporto, oppure potrebbe essere facilitato grazie a miglioramenti nelle vie di comunicazione per l’effetto
di investimenti in opere pubbliche.
Dall’iniziale rendita fondiaria si passa alla rendita differenziale
il metodo induttivo sistematico lo portò a superare l’approccio mercantilista,
fondatore dell’economia politica: Jean-Baptiste Say, Adam Smith, David Ricardo, Karl Marx, Friedrich Engels, Pierre-Joseph Proudhon.
Luca Marescotti 45 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
RENDITA: DUE ACCEZIONI SOSTANZIALMENTE DIVERSE ...
Le indagini e le elaborazioni teoriche sul valore-prezzo delle merci mettono al centro il bene suolo, accompagnato sin dall’inizio dal termine rendita, anche se, grosso modo,
secondo due accezioni. La prima accezione di rendita è collegata ad un privilegio oppure alla capacità di controllo di un certo bene nel mercato in modo assoluto o monopolistico; la seconda accezione di rendita indica la capacità un settore economico di remunerare
un investimento finanziario, produttivo oppure immobiliare.
Luca Marescotti 46 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
RENDITA: DUE ACCEZIONI, DUE VISIONI CONTRAPPOSTE ...
PRIMA FAMIGLIA DI IPOTESI: descrizione analitica della redditività degli investimenti e dei costi di produzione industriale. Nelle analisi sul prezzo del grano, il prezzo era
scomposto nei suoi costi elementari sostenuti per la produzione e la commercializzazione (costo di produzione, costo della terra e rendita fondiaria, profitto
agrario)
RENDITE DIFFERENZIALI, MERCATO E CONCORRENZA: diversità dei costi di produzione del grano, compreso il costo da pagare per lavorare la terra
CONDIZIONI PRIVILEGIATE: fissare il proprio prezzo e imporlo al mercato grazie alla quantità a disposizione, un aspetto che diventava ben evidente con l’espansione
coloniale e il basso costo della manodopera.
CONDIZIONI SFAVORITE: le coltivazioni sono possibile finché i costi di trasporto e la rendita fondiaria non fossero state tali da assorbire ogni profitto
Luca Marescotti 47 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
RENDITA: DUE ACCEZIONI, DUE VISIONI CONTRAPPOSTE ...
L’eterogeneità dei prezzi a sua volta stimolava ricerca per trovare regole e fattori che determinavano (influenzavano) i prezzi, quindi i costi di manutenzione, la loro incidenza
sul capitale investito, l’entità degli affitti e delle spese, aspetti apparentemente oggettivi e controllabili
La disciplina dell’estimo scompone il prezzo-valore in parti elementari, include talvolta elementi della domanda e dell’offerta, oppure caratteristiche del bene, spesso
appoggiandosi all’evidenza empirica di transazioni riguardanti beni analoghi a quello da peritare
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
RENDITA: DUE ACCEZIONI, DUE VISIONI CONTRAPPOSTE ...
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: Politica economica. Il mercato della terra e della casa non pare libero ma vincolato da forze monopolistiche, nel passato facilmente
identificate nella ristrettezza dei proprietari fondiari (il clero e la nobiltà).
Il prezzo dei terreni e delle case -secondo Engels- si forma dalla composizione di due fattori, di cui il primo è effettivamente rappresentato dai fattori di costo esposti
precedentemente (costo di produzione, costo di gestione e manutenzione, redditività dell’investimento), mentre il secondo riguarda la formazione del prezzo dei terreni
agricoli e urbani, comprensivo sia del costo delle infrastrutture e delle opere di urbanizzazione, sia di una quota rilevante attribuibile alla condizione della proprietà.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
RENDITA: DUE ACCEZIONI, DUE VISIONI CONTRAPPOSTE ...
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI:
Secondo tale ipotesi si richiederebbe una maggiore attenzione all’organizzazione sociale e alla parte giocata dai proprietari fondiari (i landlord in Inghilterra) e dalle corporazioni, in quanto fu proprio la presenza delle corporazioni nelle città del XVIII secolo che portò
Smith a notare una situazione di quasi-monopolio.
Più tardi per Marx questo aveva significato passare dal profitto normale al superprofitto (rendita o quasi-rendita)
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potereNei sistemi sociali con organizzazioni di tipo feudale la proprietà della terra è un
privilegio concesso a vario titolo o acquisito con la forza e tramandato generalmente per via ereditaria, che da una parte costringe i contadini a pagare la possibilità di lavorare la terra con tributi in natura, in lavoro o in denaro e, dall’altra parte permette di riscuotere
una rendita fondiaria.
La critica borghese all’organizzazione feudale si compose di due argomentazioni, una di interesse generale, l’altra particolare, tutte orientate a modificare radicalmente il diritto di
proprietà fondiaria.
Luca Marescotti 51 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potereDa un punto di vista degli interessi generali, la feudalità incideva in termini economici su
tutta l’economia di uno Stato, poiché causava l’arretratezza dello sviluppo del settore agricolo, se non addirittura l’abbandono delle terre, sottraendo risorse alla
modernizzazione e al miglioramento della produzione.
Da un punto particolare si poneva una questione sociale non tanto dei contadini, quanto della borghesia, per la quale l’abolizione dei privilegi significava l’inserimento della
proprietà fondiaria nel mercato.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potereIn Italia, per esempio, la feudalità fu abolita con le leggi nel 1806 nel Mezzogiorno e nel
1838 in Sicilia, ma non corrispose quasi mai alla sua scomparsa definitiva.
Lo strumento di abolizione dei latifondi fu la quotizzazione delle terre, che fu sostenuto con grande forza e molte argomentazioni come passo fondamentale e dirompente per
l’eliminazione del monopolio fondiario, in quanto avrebbe allargato il numero di proprietari terrieri. Secondo tale ipotesi la condizione “da pochi a molti” proprietari
avrebbe dovuto permettere, nei fatti, il superamento del regime feudale e l’instaurazione di forme moderne d’industrializzazione dell’agricoltura.
Luca Marescotti 53 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
PRIMA FAMIGLIA DI IPOTESI: la condizione “da pochi a molti” proprietari avrebbe dovuto permettere, nei fatti, il superamento del regime feudale e l’instaurazione di forme
moderne d’industrializzazione dell’agricoltura.
Le teorie economiche classiche ritenevano che in assenza di monopolio, il mercato avrebbe regolato il prezzo delle merci verso il loro prezzo naturale, così risolvendo gli
squilibri sociali.
Luca Marescotti 54 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: la modificazione della struttura proprietaria del suolo non avrebbe eliminato efficacemente il monopolio, poiché non solo si sarebbe
mantenuta la distinzione tra coloro che erano proprietari fondiari e coloro che non lo erano, ma anche si sarebbe originata una generalizzazione del monopolio
(documentazione di fatti noti e ampiamente discussi alla base delle teorie di Marx): teoricamente in primo luogo spostavano le definizione dal sovrappiù al plusvalore e in
secondo luogo richiamavano l’attenzione al rapporto tra plusvalore e proprietà dei mezzi di produzione.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx ipotizzavano che la prima ipotesi non sarebbe stato possibile. La sua dimostrazione, riprendendo quanto
sostenevano i fisiocratici francesi nella definizione di prezzo necessario, poneva quattro assunti:
in primo luogo che il prezzo naturale di una merce, o di un bene, coincidesse con la quantità di ore lavoro incorporate; in secondo luogo che, grazie alla funzione
regolatrice del mercato, si attuasse l’equivalenza tra ore lavoro e merce; in terzo luogo che il prezzo di mercato fosse espressione della quantità media di lavoro sociale
necessario, in condizioni medie di produzione, per fornire al mercato un certo bene in una determinata quantità; in quarto luogo che la regolazione automatica dei prezzi
possa avvenire in condizioni perfette nel rapporto tra domanda e offerta.
Tuttavia, poiché il mercato opera in condizioni imperfette, il quarto assunto non è dato.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: …
Ne consegue che la regolazione automatica dei prezzi e la funzione di regolazione si esplicita in una fluttuazione di prezzi, che tende all’equilibrio solo in un tempo sufficientemente lungo, solo allora il prezzo di una merce rappresenterà il prezzo
naturale. Ne consegue che il mercato assolve anche in un qualche modo una funzione di regolazione dei rapporti sociali e dei margini di riproduzione della
forza lavoro, intervenendo proprio nel differenziare il prezzo della merce dalle ore di lavoro incorporate.
Gli squilibri sociali derivano dall’impossibilità di far coincidere i tempi di equilibrio del mercato con i tempi di riproduzione della forza lavoro e questo, per esempio,
nell’acceso a beni fondamentali come la casa
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx …
Engels approfondì lo studio dei caratteri sociali impliciti nei rapporti economici e colse la presenza di ‘forme particolari, trasmutate, di profitto e rendita fondiaria’, concreti
impedimenti all’accesso alla terra e alla casa.
Luca Marescotti 58 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx …
….
Nonostante, l’abolizione della feudalità, la rendita fondiaria sopravviveva ben distinta in due forme (agricola e urbana) e in due generi (assoluta, cioè riconducibile alla sola
disponibilità del bene, e differenziale, se collegata a determinate posizioni di vantaggio). La redditività delle coltivazioni è funzione della fertilità dei suoli e delle condizioni
generali, che incidono sulla qualità dei suoli e sui costi di trasporto, grazie per esempio alle infrastrutture e alle bonifiche. Il produttore ubicato in regioni marginali, dove i profitti
sono assorbiti dai costi di trasporto, si trova in una condizioni limite.
Egli, per potere lavorare la terra, deve comunque pagare un prezzo d’acquisto o di affitto, ma la vendita di ciò che produce gli permette a malapena di sopravvivere,
compensando costi generali e spese di trasporto. Nel prezzo che quel produttore paga per accedere al terreno agricolo si manifesta sì una rendita fondiaria, che però tende ad
una forma limite definita “rendita assoluta”.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx …LA RENDITA FONDIARIA AGRICOLA ASSOLUTA
….
Per potere aumentare il profitto o per potere accumulare capitale dal suo lavoro senza migrare, dovrebbe puntare per esempio su altri prodotti (sempre che sia possibile)
oppure sulla riduzione drastica dei costi di produzione, per esempio riducendo i costi della manodopera, e dei costi di trasporto … La rendita assoluta indica una situazione
limite in aree ricche, mentre è diffusa localmente nelle aree periferiche, nelle aree depresse oppure temporalmente nei momenti di transizione economica, allorché si
verificano radicali trasformazioni su vaste regioni.
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx …LA RENDITA FONDIARIA AGRICOLA DIFFERENZIALE
….
Se normalmente la rendita assoluta è mascherata da fattori moltiplicatori esterni, la rendita differenziale si manifesta con chiarezza. Generata dalle diversità di fertilità dei
suoli e di condizioni generali, può essere distinta in due forme secondo Marx, dipendenti dai meccanismi di rafforzamento dei differenziali, la “rendita differenziale I” e la “rendita
differenziale II”.
La “rendita differenziale I”, detta anche rendita differenziale alla Ricardo, dipende essenzialmente dalla fertilità e dalla posizione dei terreni, quindi dalle caratteristiche
morfologiche, climatiche, fisiche e chimiche e dal costo di trasporto. Marx nel riprendere Ricardo ne accentua la caratteristica di essere «rendita fondiaria»:
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx …LA RENDITA FONDIARIA AGRICOLA DIFFERENZIALE
….
«Ricardo ha pienamente ragione quando enuncia i seguenti principi: “Rendita” (ossia rendita differenziale; egli presuppone in generale che non esista altra rendita all’infuori
della rendita differenziale) “è sempre la differenza fra il prodotto ottenuto con l’impiego di due quantità eguali di capitale e di lavoro” (Principles [Londra 1852], p. 59): Sulla stessa quantità di terra egli avrebbe dovuto aggiungere, in quanto si tratta di rendita fondiaria e
non di plusprofitto in generale.»
Luca Marescotti 62 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
SECONDA FAMIGLIA DI IPOTESI: … Le teorie di Marx …LA RENDITA FONDIARIA AGRICOLA DIFFERENZIALE
….
La “rendita differenziale II”, nota anche come rendita differenziale alla Marx, si realizza quando gli investimenti di capitale e di lavoro operano per incrementare la rendita molto
di più di quanto si fosse investito. Le modalità possibili secondo Marx sono essenzialmente due:
o si aumenta la produttività dei terreni migliori per innalzarne il differenziale produttivo
o si interviene su tutti i terreni con innovazioni capaci di ridurre i costi di produzione
Luca Marescotti 63 / 73
ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
La globalizzazione e l’urbanesimo mondiale mettono a disposizione enormi quantità di rendita assoluta (il passaggio da agricola a urbana) sia nell’espansione delle città
esistenti, sia nella costruzione di nuove città.
L’enorme diffusione della rendita fondiaria urbana assoluta a sua volta, e in tempi brevi, sostiene l’innalzamento delle rendite differenziali I, utilizzando aree urbane
assolutamente marginali a livello planetario come nuove centralità per clientele selezionate.
Soprattutto i promotori immobiliari e finanziari investono in moltiplicatori della rendita differenziale II, incorporando negli edifici materiali preziosi, innovazioni tecnologiche strutturali e infrastrutturali e, non ultime, tecnologie eco-sostenibili
PERDITA DELLO SCOPO INIZIALE DELLE TECNOLOGIE ECO-SOSTENIBILI
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
La rendita fondiaria come moltiplicatore finanziario in tempi brevi sposta capitali tra i continenti, imponendosi sugli indirizzi pianificatori e programmatori.
Queste spiega anche i mutamenti delle influenze dei meccanismi finanziari di breve termine (e speculativi), quando si autoalimentano oltre le coperture ammissibili.
fine del XIX secolo (Berlino 1872 e Roma 1888-1890): l’insolvenza del credito fondiario con effetti dirompenti ma interni ad uno Stato,
XXI secolo (crisi immobiliare statunitense 2007): costo del denaro, politiche creditizie, mutui e prezzi immobiliari, cartolarizzazioni e consumi interni = minori danni
immediati locali + conseguenze intercontinentali.
investimenti finanziari = f(rendita fondiaria; natura speculativa+velocità)
Incognite: esternalità ambientali, sociali, economiche (organizzazione territoriale)
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ECONOMIA E URBANISTICA: la rendita fondiaria
TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere e le risorse in gioco
(A) capitale sociale: si riproduce, è rinnovabile ma non è, né può essere considerata merce
(B) capitale economico: è un’astrazione dei rapporti di forza sociali e del lavoro; è rinnovabile, ma è limitata, non sostituisce i rapporti sociali, ma può fissarli.
(C) capitale territoriale e ambientale: non si produce e in certe condizioni non è rinnovabile
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TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
Come è facilmente comprensibile, gli urbanisti si sono sempre trovati a discutere dell’importanza del valore-prezzo del suolo. Thünen, Eberstadt , Bernoulli,
Hegemann, Campos Venuti, Alonso, Lipietz rappresentano in condizioni storiche diverse e con diversi orientamenti politici un ventaglio complesso della questione,
approfondita alla ricerca di motivazioni delle trasformazioni urbane.
Rendita fondiaria e valore del suolo assumono significati che dipendono fortemente da scelte di natura politica, sviluppate manipolando evidenza empirica e ipotesi
interpretative.
Nelle differenze emerge una difficoltà dovuta non solo alle contingenze storiche, ma a modi non confrontabili di interpretare la realtà, che peraltro hanno condizionato altri
studi, come le ipotesi sull’origine dell’urbanistica moderna fondate sul ruolo della morale, dell’utopia, del socialismo romantico, della politica locale, oppure come le ipotesi sugli
strumenti di governo e di controllo della rendita.
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TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
URBANIZZARE È GUADAGNARE?Il gioco è fatto
Il prezzo dei terreni diviene allora molto semplicemente valore del suolo
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TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
Il progressivo ritirarsi degli Stati dall’edilizia pubblica è stato reso possibile sostenendo l’accesso alla proprietà della casa, lasciando spazio all’abusivismo e al degrado (slum: i
nuovi jerry builders, costruire in fretta e male)
La proprietà della casa ha comportato l’indebitamento privato con mutui e prestiti.
conseguenze per le famiglie: una riduzione di risparmio (quindi di risorse per gli investimenti nei settori produttivi) e di consumi:
La questione delle abitazioni non è risolta, gli squilibri tendono ad ampliarsi, l’intera economia dei consumi è coinvolta nel dilemma tra favorire ulteriori indebitamenti privati, comprimere il costo del denaro, innalzare artificiale il prezzo della casa su cui spuntare
nuovi prestiti.
LIBERO MERCATO?
la collusione degli interessi indirizza ogni azione RECLAMANDO un mercato protetto, reclamato con la forza del ricatto: “mais protegée nous”, altrimenti tutto potrebbe crollare.
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TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
DOMANDA: è lecito trattare il territorio come merce governata dal mercato immobiliare? oppure come bene sociale e risorsa pubblica
UNA QUESTIONE che riguarda i principi costituzionali sulla proprietà privata, sui beni pubblici e sull’ambiente.
Nell’identificazione assoluta del diritto di proprietà con il diritto d’uso del suolo, il termine di rendita mantiene un significato diverso da interesse o profitto, un significato che
comporta l’appropriazione di valori sociali, di intervento sui processi di formazione dei prezzi in una situazione non solo non concorrenziale, ma oligopolistica, tesa a
valorizzare il differenziale grazie a investimenti pubblici, di gran lunga sempre superiori a qualsiasi possibile investimento privato.
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TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
LA QUESTIONE: il territorio come merce oppure come bene sociale e risorsa pubblica
Domanda e offerta non possono mai trovare punti di equilibrio, poiché il differenziale si valorizza negli squilibri e gli investimenti speculativi non possono ammettere altre
strategie.
A questa strategia si deve alleare anche il “piccolo” risparmio privato che cerca investimenti in beni durevoli.
Di fatto, l’anomalo mercato immobiliare mostra situazioni di vera e propria “ristrettezza” dei beni offerti, “generalizzando” il monopolio.
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TERRA, MONOPOLIO E RENDITA: la storia del potere
DUNQUE, LA FINE DEL FEUDALESIMO E LA DIFFUSIONE DELLA PROPRIETÀ PRIVATA DELLA CASA E DEL SUOLO NON HANNO
ELIMINATO LA RENDITA FONDIARIA, MA NE HANNO CAMBIATO SOLO ALCUNE CARATTERISTICHE SECONDARIE
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MECCANISMI DELLO SVILUPPO URBANO (DRIVERS)
Rivoluzione industriale, crescita demografica,igiene urbana e igiene edilizia
ECONOMIA & TERRITORIORENDITA FONDIARIA
DON'T FORGETWe live in complex social-ecological systems
COME CRESCONO LE CITTÀ
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