a cura di daniela nieri e vincenzo tedesco in preparazione della visita on site relativa al pef...
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a cura di Daniela Nieri e Vincenzo Tedesco in preparazione della visita on site
relativa al PEF (Procedura External Feedback) del 22 dicembre 2011
Sintesi estratta dai documenti del CAF-Formez
ACRONIMICAF - Common Assessment Framework (griglia
comune di autovalutazione) è uno strumento di TOTAL QUALITY MANAGEMENT che si fonda sul principio che risultati eccellenti relativi alla performance organizzativa, ai cittadini/clienti, al personale e alla società si ottengono attraverso il perseguimento di OTTO principi fondamentali
QUESTI VALORI DOVREBBERO DIVENTARE PARTE INTEGRANTE DELLA CULTURA DELL’ORGANIZZAZIONE.
PEF – Procedura External Feedback volta a verificare se il modello CAF viene utilizzato in modo efficace
incontro autoformazione 20 dicembre 2011
PRINCIPI DI ECCELLENZA DELL’EFQM (European Foundation For Quality Management)1. Leadership e fermezza dei propositi2. Orientamento ai risultati3. Focalizzazione sul cliente4. Gestione per processi e obiettivi5. Coinvolgimento e sviluppo del personale6. Miglioramento continuo e innovazione7. Sviluppo delle partnership8. Responsabilità sociale
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PRINCIPIO 4: GESTIONE PER PROCESSI
Questo principio si basa sul presupposto che, se le risorse e le attività di un’organizzazione sono gestite come un processo e le decisioni si basano sull’analisi di dati e informazioni, i risultati a cui l’organizzazione ambisce si raggiungono più efficacemente
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DEFINIZIONE DI PROCESSO Insieme organizzato di attività fra loro correlate, finalizzate
al raggiungimento di obiettivi definiti, che devono soddisfare le attese dei clienti
Organizzato vuol dire che è progettato per raggiungere il fine ed è gestito in modo da contenere la variabilità. Nella sua rappresentazione più semplice il processo è caratterizzato dall’output atteso dal processo stesso e dagli input. Gli input principali, che normalmente si rappresentano, sono quelli su cui il processo opera per ottenere l’output. Tale attività di trasformazione degli input in output è normalmente ripetitiva. Il processo ha altri input, che però entrano in gioco solo in fase di progettazione, riprogettazione, miglioramento, verifica e quindi si possono ignorare nelle normali rappresentazioni.
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SCHEMA DI SINTESI
OUTPUT PROCESS
O
PROCESSO
Indagini di customer satisfaction
Qualità percepit
a
Attese del cliente
(interno/esterno)
CLIENTE
Obiettivi del
processo
2
Scelte dell’organizzazione
1
3 45
6
Qualità erogata
Organizzazione
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PROCESSIIn ambito pubblico pubblico può mancare
l’aspetto competitivo ma la soddisfazione delle attese del cittadino e dei portatori di interesse interni ed esterni rimane comunque strategicamente importante.
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GESTORE DEL PROCESSOE ’ opportuno sottolineare che il gestore del processo
potrà assicurare l’output definito solo se riesce a: monitorare l’andamento del processo stesso attraverso adeguati
indicatori, sia interni al processo che di input. Inoltre: i processi devono perciò essere visti come i luoghi della misura ciò che non si misura non si può gestire né, tanto meno, migliorare è possibile misurare qualunque variabile, anche intangibile, purché
si ampli il concetto di misura. Nel campo dell’intangibile si parla di “misure intersoggettive”,
basate su una chiara definizione verbale delle qualità significative della variabile da misurare; sulla definizione rigorosa degli skill necessari a esprimere il giudizio e dei criteri da seguire; sulla delega formale a un team di esperti qualificati del compito di misurare.
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PROCESSI DI SERVIZIONei processi di servizio, oltre agli indicatori di
processo che servono a monitorare gli aspetti di qualità specifici (ad esempio, per un processo formativo, i parametri relativi all’apprendimento), sono solitamente molto importanti i tempi (ad esempio, i tempi del procedimento). Senza indicatori per i diversi segmenti temporali, senza obiettivi definiti a priori, senza monitoraggio, senza controllo, il raggiungimento dell’obiettivo globale è assolutamente incerto
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PROCESSI COMPLESSIPer i processi ben integrati dal punto di vista
organizzativo, dove cioè la responsabilità è unica e definita, la gestione del processo è solo un problema tecnico, riportabile alla definizione degli indicatori e al controllo degli output attraverso di essi. Ci sono però processi che, per dimensioni e complessità, si snodano su settori organizzativi diversi, con una molteplicità di responsabili (e quando tanti sono responsabili, nessuno è responsabile). Tali processi vengono detti interfunzionali e per essi la gestione può presentare problemi organizzativi ben maggiori di quelli tecnici.
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SEQUENZA PDCALa sequenza PDCA è applicabile anche al
processo, perché esso deve essere progettato per rispondere alle attese dei “clienti”, deve essere gestito con tecniche appropriate, deve essere misurato, valutato, corretto quando necessario, migliorato.
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Possibili domande da parte dei valutatoriSono stati identificati i processi chiave relativi alle
aree significative?Le responsabilità dei processi chiave sono ben
definite?Gli obiettivi per i processi chiave sono definiti in linea
con la strategia e la pianificazione dell’organizzazione?L ’organizzazione misura i risultati dei processi chiave
in relazione agli obiettiviL ’organizzazione ha definito le basi di un sistema
informativo che supporti la gestione dei processi?L’organizzazione ha una panoramica dettagliata di
tutti i processi attraverso un sistema informativo?incontro autoformazione 20 dicembre 2011
Possibili domande da parte dei valutatoriLe persone conoscono i processi nei quali sono
coinvolte e conoscono gli obiettivi di tali processi?
Sono adottate apposite procedure per assicurare che gli obiettivi siano segmentati e i risultati siano utilizzati ai fini del miglioramento?
Viene effettuata attività di benchmarking per spingere al miglioramento?
Sono stati sviluppati validi sistemi di gestione delle richieste di informazione e dei reclami?
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