4237 - giuseppe, maestro del mondo e delle scienze

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    No part of this book may be reproduced or translatedin any form, by print, photoprint, microfilm

    and by other means, without written permissionfrom the publisher.

    8 by CESHE (Belgium) 1995che ha dato autorizzazione temporanea

    a Rosanna Breda,in data 5 aprile 1995, di pubblicare,

    sotto questa forma, la presente opera in lingua italiana

    11 novembre 2010

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    PRESENTAZIONE

    Il presente libro di Fernand Crombette, che egli ha scritto con l'aiuto dei dati raccolti nelsuo studio approfondito sulla storia dell'Egitto, unico nel suo genere. In effetti, egli avevamesso a punto un metodo di lettura dei geroglifici che differisce fondamentalmente da quel-lo di Champollion. Questo nuovo interrogativo sulla storia vera dell'Egitto comprende 8400pagine manoscritte e numerose carte geografiche.

    L'opera che avete sotto gli occhi, facile da leggere, getta una luce inattesa su una figura bi-blica di cui nessuno, fino ad ora, aveva misurato tutta l'importanza e l'intelligenza superio-

    re. Giuseppe, figlio di Giacobbe, ha marcato profondamente, pi di quanto non ci dica laBibbia, la storia, la cultura, l'organizzazione amministrativa dell'Egitto e le scienze del suotempo. Egli ha governato il regno pi esteso dell'antichit ed riuscito a mantenerlo in pa-ce per gli ottant'anni del suo regno.

    I lettori che non conoscono Fernand Crombette faranno, con questo libro, la conoscenzacon il suo metodo per leggere i geroglifici egiziani e tradurli (l'egiziano essendo il copto an-tico). Il suo studio di base si intitola "Libro dei nomi dei re d'Egitto" (in 14 volumi).Questo lavoro gli ha permesso di scrivere (in 3 volumi) una "Vera storia dell'Egitto anti-co", partendo dalla sua fondazione, fatta da Misram, fino agli imperatori romani.

    Noi abbiamo mantenuto carte, schemi e disegni dell'autore intervenendo il meno possibile.Abbiamo anche conservato gli antichi nomi geografici utilizzati nei manoscritti.

    Che questo libro, il 37 della serie delle opere di Crombette, possa incitare il lettore a inte-ressarsi agli altri soggetti trattati da questo erudito cattolico francese che durante la sua vita,per umilt, non ha mai firmato i suoi scritti con il suo vero nome.

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    IL GIUSEPPE BIBLICO

    Giuseppe, figlio di Giacobbe, generalmente conosciuto dalla storia che ne racconta laBibbia. questo racconto affascinante che noi ora rileggeremo per rinfrescare i ricordi al

    fine di meglio comprendere quanto avremo da aggiungervi in seguito.Non che il testo di San Gerolamo sia esente da correzioni; come il resto dell'ebraico bibli-co, esso richiederebbe di essere ritradotto con il copto che lo arricchirebbe di molti dettagli;ma nell'insieme il racconto, che aneddotico, coerente e d un'idea abbastanza esatta del-le situazioni perch noi non ci crediamo tenuti a una ricostruzione intera dei passaggi rela-tivi. Ecco dunque il testo:

    GENESI 30

    Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: "Dammidei f igli , se no io muoio!". Giacobbe s'i rr it contro Rachele e disse: "Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutt odel grembo?". Allora essa rispose: "Ecco la mia serva Bi la: uni scit i a lei, cos che partor isca sul le mie ginocchia e abbia anch'i ouna mia prole per mezzo di l ei". Cos essa gli diede in mogli e la propr ia schiava Bila e Giacobbe si un a lei. Bila concep e par-tor a Giacobbe un figlio. Rachele disse: "Dio mi ha fat to giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un f igl io" . Per que-sto essa lo chiam Dan. Poi Bil a, la schiava di Rachele, concep ancora e par tor a Giacobbe un secondo figli o. Rachele disse: "Hosostenuto contro mia sorella lotte difficili e ho vinto!". Perci lo chiam Nftali.

    Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver f igl i , prese la pr opria schiava Zil pa e la diede in moglie e Giacobbe. Zilpa, l a schia-va di Lia, part or a Giacobbe un figlio. Lia disse: "Per fortuna!" e lo chiam Gad. Poi Zi lpa, la schiava di Lia, partor un secondofiglio a Giacobbe. Lia disse: "Per mia felicit! Perch le donne mi di ranno felice". Perci lo chiam Aser.

    Al tempo della mieti tura del grano, Ruben usc e tr ov mandragore, che port alla madre Lia. Rachele disse a Lia: "Dammi un pdelle mandragore di t uo figl io". Ma Lia rispose: "E' forse poco che tu mi abbia portato via il mari to perch voglia portar via an-che le mandragore di mio figlio?". Riprese Rachele: "Ebbene, si corichi pure con te questa notte, in cambio delle mandragore dituo figlio". Alla sera, quando Giacobbe arr iv dalla campagna, Lia gli usc incontro e gli disse: "Da me devi venir e, perch io hopagato i l di ri tt o di averti con le mandragore di mio figlio" . Cos egli si coric con lei quella nott e. Il Signore esaud Lia, l a qualeconcep e part or a Giacobbe un quint o figlio. Lia disse: "Dio mi ha dato il mio salar io, per avere io dato la mia schiava a miomari to" . Perci lo chiam Issacar. Poi Lia concep e part or ancora un sesto figlio a Giacobbe. Lia disse: "Dio mi ha fat to un belregalo: questa volt a mio marit o mi prefer ir, perch gli ho partori to sei fi gli" . Perci lo chiam Zbulon. In seguito partor unafiglia e la chiam Dina.

    Poi Dio si r icord anche di Rachele; Dio la esaud e la rese feconda. Essa concep e partor un fi gli o e disse: "Dio ha tolto i l miodisonore". E lo chiam Giuseppe dicendo: "I l Signore mi aggiunga un alt ro fi glio!" .

    GENESI 37

    Giacobbe si stabil nel paese dove suo padre era stato forestiero, nel paese di Canaan. Questa la stor ia del la discendenza diGiacobbe. Giuseppe all'et di diciassette anni pascolava il gregge con i fr atelli . Egli era giovane e stava con i f igl i di Bila e i f iglidi Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe r ifer al loro padre i pettegolezzi sul loro conto. Israele amava Giuseppe pi di tut ti isuoi figli , perch era i l f igli o avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe maniche. I suoi fratell i, vedendo che il

    loro padre amava lui pi di tut ti i suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente. Ora Giuseppe fece un sogno elo raccont ai fratelli , che lo odiarono ancor di pi. Disse dunque loro: "Ascolt ate questo sogno che ho fatto. Noi stavamo legan-do covoni i n mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alz e rest dir it to e i vostri covoni vennero int orno e si prostra-

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    rono davanti al mio" . Gli dissero i suoi f ratel li : "Vorrai forse regnare su di noi o ci vorrai dominare?". Lo odiarono ancora di pia causa dei suoi sogni e delle sue parole.

    Egli fece ancora un alt ro sogno e lo narr al padre e ai f ratell i e disse: " Ho fatt o ancora un sogno, senti te: i l sole, la luna e undicistelle si prostravano davanti a me". Lo narr dunque al padre e ai fr atell i e il padre lo r improver e gli disse: "Che sogno que-sto che hai fat to! Dovremo forse venire io e tua madre e i t uoi fr atelli a prostrarci f ino a terra davanti a te?". I suoi fratell i perci

    erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in mente la cosa.

    I suoi fr atelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi fratel li sono al pa-scolo a Sichem? Vieni, t i vogl io mandare da loro". Gli ri spose: "Eccomi!". Gli disse: "V a vedere come stanno i tuoi fr atelli e comesta i l besti ame, poi torna a ri ferirmi" . Lo fece dunque part i re dalla valle di Ebron ed egli arr iv a Sichem. Mentr 'egli andava er-rando per la campagna, lo t rov un uomo, che gli domand: "Che cerchi?". Rispose: "Cerco i miei frat ell i. I ndicami dove si trova-no a pascolare". Quell 'uomo disse: "Hanno tolt o le tende di qui , infatt i l i ho sentit i di re: Andiamo a Dotan" . Allora Giuseppe andin cerca dei suoi fr atelli e li t rov a Dotan. Essi lo videro da lontano e, pri ma che giungesse vicino a loro, complottarono di far lomorir e. Si di ssero l 'un l 'alt ro: "Ecco, il sognatore arr iva! Ors, uccidiamolo e gett iamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Unabestia feroce l'ha divorato! Cos vedremo che ne sar dei suoi sogni!" . Ma Ruben sent e volle salvarlo dall e loro mani, dicendo:"Non togliamogli la vi ta" . Poi di sse loro: "Non versate il sangue, gett atelo in questa cisterna che nel desert o, ma non colpi telo

    con la vostra mano"; egli intendeva salvar lo dal le loro mani e ri condurlo a suo padre. Quando Giuseppe fu arrivat o presso i suoifratelli , essi lo spogli arono dell a sua tuni ca, quell a tuni ca dall e lunghe maniche ch'egli indossava, poi lo afferrarono e lo gett a-rono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua. Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi, videroarrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andava-no a portare in Egit to. Allora Giuda disse ai frat elli : "Che guadagno c' ad uccidere il nostro fratell o e a nasconderne il sangue?Su, vendiamolo agli Ismaelit i e la nostra mano non sia contro di l ui, perch nostro fratello e nostra carne". I suoi f ratell i loascoltarono.

    Passarono alcuni mercanti madianit i; essi t irarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicl i d'argento vendetteroGiuseppe agli Ismaelit i. Cos Giuseppe fu condotto in Egitto. Quando Ruben ri torn al la cisterna, ecco Giuseppe non c'era pi.Allora si stracci l e vest i, torn dai suoi fratelli e disse: " Il ragazzo non c' pi, dove andr io?". Presero all ora la t unica di Giu-seppe, scannarono un capro e int insero la tunica nel sangue. Poi mandarono al padre la tuni ca dalle lunghe maniche e gli elafecero pervenire con queste parole: "L'abbiamo trovata; r iscontra se o no la tunica di tuo figl io" . Egli l a riconobbe e disse: "E'la tunica di mi o figl io! Una bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe stato sbranato". Giacobbe si str acci le vesti , si pose un cil icioatt orno ai fianchi e fece lut to sul figl io per molti giorni . Tutt i i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volleessere consolato dicendo: "No, io voglio scendere in lut to dal figlio mio nella tomba". E i l padre suo lo pianse. Int anto i Madianitilo vendett ero i n Egit to a Potifar, consigl iere del faraone e comandante delle guardie.

    GENESI 39

    Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquist daquegli Ismaelit i che l'avevano condott o laggi. Allora i l Signore fu con Giuseppe: a lui t utto riusciva bene e rimase nella casadell'Egiziano, suo padrone. Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli intr aprendeva il Signore facevari uscir e nell e sue mani. Cos Giuseppe trov grazia agli occhi di lu i e divenne suo servit ore personale; anzi quegli lo nomin suomaggiordomo e gli diede in mano tut ti i suoi aver i. Da quando egli lo aveva fatt o suo maggiordomo e incaricato di t utt i i suoiaveri, il Signor e benedisse la casa dell 'Egiziano per causa di Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quant o aveva, in casa enella campagna. Cos egli lasci tut t i i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nul la, se non del cibo chemangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.

    Dopo questi fatt i, la mogli e del padrone gett gli occhi su Giuseppe e gli d isse: "Uniscit i a me!". Ma egli r if iut e disse all a mogliedel suo padrone: "Vedi, i l mio signore non mi domanda conto di quanto nella sua casa e mi ha dato in mano tut ti i suoi averi.

    Lui stesso non conta pi di me in questa casa; non mi ha proi bit o nulla, se non te, perch sei sua moglie. E come potrei f are que-sto grande male e peccare contr o Dio?". E, bench ogni giorno essa ne par lasse a Giuseppe, egli non acconsent di uni rsi, d i darsia lei.

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    Ora un giorno egli entr in casa per fare il suo lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici. Essa lo afferr per la veste, di-cendo: "Uniscit i a me!". Ma egli le lasci tra le mani la veste, fugg e usc. Allor a essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato t ra lemani la veste ed era fuggit o fuori, chiam i suoi domesti ci e disse lor o: "Guardat e, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzarecon noi! Mi si accostato per unir si a me, ma io ho gridato a gran voce. Egli , appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo,ha lasciato la veste accanto a me, fuggito ed uscito".

    Ed essa pose accanto a s la veste di lui f inch il padrone venne a casa. Allora gli disse le stesse cose: "Quel servo ebreo, che tu cihai condotto in casa, mi si accostato per scherzare con me. Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la vestepresso di me ed fuggito fuori" . Quando il padrone ud le parole di sua moglie che gli parlava: "Proprio cos mi ha fatt o il tuoservo!", si accese d'i ra.

    Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.

    Cos egli r imase l in pri gione. Ma il Signore fu con Giuseppe, gli concili benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del co-mandante dell a prigione. Cos i l comandante della pri gione affid a Giuseppe tutt i i carcerat i che erano nella pr igione e quantoc'era da fare l dentro, lo faceva lui. Il comandante della prigione non si prendeva cura pi di nul la di quanto gli era aff idato,

    perch il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore faceva riuscire.

    GENESI 40

    Dopo queste cose il coppiere del re d'Egit to e il panett iere offesero il loro padrone, il re d'Egitto. Il faraone si adir contro i suoidue eunuchi, contr o il capo dei coppieri e contr o il capo dei panett ieri, e li fece mettere in carcere nell a casa del comandantedelle guardi e, nell a pri gione dove Giuseppe era detenuto. Il comandante delle guardie assegn loro Giuseppe, perch li servi sse.Cos essi restarono nel carcere per un certo tempo.

    Ora, in una medesima not te, il coppiere e il panett iere del re d'Egit to, che erano detenuti nella pri gione, ebbero t utt i e due unsogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un signif icato part icolare. Alla mat t ina Giuseppe venne da loro e vide che erano affl it t i.Allora int errog gli eunuchi del faraone che erano con lui i n carcere nella casa del suo padrone e disse: "Perch quest'oggi avetela faccia cos tri ste?". Gli di ssero: " Abbiamo fatto un sogno e non c' chi lo interpreti" . Giuseppe disse loro: "Non forse Dio cheha in suo potere le interpretazioni? Raccontatemi dunque".

    Allora il capo dei coppier i r accont i l suo sogno a Giuseppe e gli disse: "Nel mio sogno, ecco mi stava davant i una vit e, sulla qua-le erano tre tral ci; non appena essa cominci a germogliare, apparvero i f iori e i suoi grappoli maturarono gli acini. Io avevo inmano il cali ce del faraone; presi gl i acini , l i spremett i nella coppa del faraone e diedi la coppa in mano al faraone".

    Giuseppe gli disse: "Eccone la spiegazione: i tr e tral ci sono tre giorn i. Fra t re giorni il faraone sollever l a tua t esta e ti resti tuir

    nella t ua carica e tu porgerai il calice al faraone, secondo la consuetudine di pri ma, quando eri suo coppiere. Ma se, quando sa-rai felice, t i vorrai ri cordare che io sono stato con te, fammi questo favore: par la di me al faraone e fammi uscir e da questa casa.Perch io sono stato por tato via ingiustamente dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fat to null a perch mi mettessero in que-

    sto sott erraneo".

    Allora il capo dei panett ieri, vedendo che aveva dato un' interpretazione favorevole, disse a Giuseppe: "Quanto a me, nel mio so-gno mi stavano sul la testa tre canestri di pane bianco e nel canest ro che stava di sopra era ogni sorta di cibi per il faraone, qualisi preparano dai panetti eri. Ma gli uccelli li mangiavano dal canestr o che avevo sulla testa" .

    Giuseppe r ispose e disse: "Questa la spiegazione: i t re canestri sono tr e giorni . Fra t re giorni i l faraone sollever l a tua testa e tiimpiccher ad un palo e gli uccelli ti mangeranno la carne addosso".

    Appunto al t erzo giorno - era il giorno natal izio del faraone - egli fece un banchett o a tutt i i suoi mini st ri e allora sollev la testadel capo dei coppieri e la testa del capo dei panett ieri in mezzo ai suoi mini str i. Resti tu il capo dei coppieri al suo uffi cio di cop-

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    piere, perch porgesse la coppa al faraone, e invece impicc il capo dei panett ieri , secondo l' int erpretazione che Giuseppe avevaloro data. Ma il capo dei coppieri non si ricord di Giuseppe e lo diment ic.

    GENESI 41

    Al termine di due anni, il faraone sogn di t rovarsi presso il Nilo. Ed ecco sali rono dal Nilo sette vacche, belle di aspetto e grassee si misero a pascolare tra i giunchi. Ed ecco, dopo quelle, sette alt re vacche salir ono dal Nilo, brutte di aspetto e magre, e sifermarono accanto all e pri me vacche sul la r iva del Nilo. Ma le vacche brut te di aspetto e magre divorarono le sette vacche bell edi aspetto e grasse. E il faraone si svegli.

    Poi si addorment e sogn una seconda volta: ecco sett e spighe spuntavano da un unico stelo, grosse e belle. Ma ecco sett e spi-ghe vuote e arse dal vento d'ori ente spuntavano dopo quelle. Le spighe vuote inghiot t ir ono le sette spighe grosse e piene. Poi i lfaraone si svegli: era stato un sogno.

    Alla mattina il suo spirito ne era turbato, perci convoc tutti gli indovini e tutti i saggi dell'Egitto. Il faraone raccont loro ilsogno, ma nessuno lo sapeva interpretare al faraone. Allora il capo dei coppieri parl al faraone: "Io devo ricordare oggi le mie

    colpe. Il faraone si era adi rat o contro i suoi servi e li aveva messi in carcere nella casa del capo delle guardie, me e il capo deipanett ieri . Noi facemmo un sogno nella stessa notte, io e lui; ma avemmo ciascuno un sogno con un signi fi cato part icolare. Oraera l con noi un giovane ebreo, schiavo del capo delle guardie; noi gli raccontammo i nostri sogni ed egli ce li interpret, dandoa ciascuno spiegazione del suo sogno. Proprio come ci aveva int erpretato, cos avvenne: io fui r estit uit o alla mia cari ca e l'alt rofu impiccato" . Allora il faraone convoc Giuseppe. Lo fecero uscire in frett a dal sott erraneo ed egli si rase, si cambi gli abit i e sipresent al faraone. I l faraone disse a Giuseppe: "Ho fatt o un sogno e nessuno lo sa interpretare; ora io ho sentito dire di te cheti basta ascoltare un sogno per int erpretarlo subit o".

    Giuseppe r ispose al faraone: "Non io, ma Dio dar la risposta per la salut e del faraone!". Allora il faraone disse a Giuseppe: "Nelmio sogno io mi t rovavo sulla ri va del Ni lo. Quand'ecco sali rono dal Nilo sette vacche grasse e bell e di forma e si misero a pasco-lare t ra i giunchi. Ed ecco sett e alt re vacche sali rono dopo quelle, deboli , brutt e di forma e magre: non ne vidi mai di cos brutt ein t utto il paese d'Egitto. Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche, quelle grasse. Queste entrarono nel lorocorpo, ma non si capiva che vi fossero entrat e, perch il loro aspetto era brut to come pri ma. E mi svegliai . Poi vidi nel sogno chesette spighe spunt avano da un solo stelo, piene e bell e. Ma ecco sett e spighe secche, vuote e arse dal vento d'or iente, spuntavanodopo quelle. Le spighe vuote inghiot t ir ono le sette spighe bell e. Ora io l'ho detto agli indovini, ma nessuno mi d la spiegazione".

    Allora Giuseppe disse al faraone: "I l sogno del faraone uno solo: quello che Dio sta per fare, lo ha indicato al faraone. Le settevacche bell e sono sett e anni e le sett e spighe belle sono sett e anni : un solo sogno. E le sette vacche magre e brut te, che salgonodopo quelle, sono sette anni e le sette spighe vuote, arse dal vento d'ori ente, sono sette anni: vi saranno sette anni di caresti a. E'appunto ci che ho detto al faraone: quanto Dio sta per fare, l'ha manifestat o al faraone. Ecco stanno per venire sette anni, incui sar grande abbondanza in tutt o il paese d'Egit to. Poi a questi succederanno sette anni di carest ia; si dimenticher tut ta

    quella abbondanza nel paese d'Egit to e la carestia consumer il paese. Si dimenticher che vi era stata l'abbondanza nel paese acausa della carestia venuta in seguito, perch sar molt o dura. Quanto al fat to che il sogno del faraone si ripetuto due volt e,significa che la cosa decisa da Dio e che Dio si affretta ad eseguirla.

    Ora il faraone pensi a trovare un uomo int ell igente e saggio e lo metta a capo del paese d'Egit to. Il faraone inol tre proceda adisti tui re funzionari sul paese, per prelevare un quinto1 sui prodott i del paese d'Egit to durante i sette anni di abbondanza. Essiraccoglieranno tutt i i viveri di queste annate buone che stanno per venire, ammasseranno i l grano sott o l'autori t del f araone e

    1 - Questo "quinto" dev'essere un errore di traduzione: non sarebbe bastato ad assicurane il rifornimento du-rante la carestia. L'ebraico Ouechimmsch, che si tradotto quinto, deve piuttosto comprendersi con ilcopto:

    Houo ime Moosdch;Aplius Salietas Pars;

    In pi Saziet Parte;.."La parte in pi della saziet"; in modo che, se il raccolto fosse stato il doppiodel normale, la met veniva immagazzinata.

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    lo terranno in deposit o nelle cit t. Questi viveri servi ranno al paese di r iserva per i sette anni di carestia che verranno nel paesed'Egit to; cos i l paese non sar di str utt o dalla caresti a".

    La cosa piacque al faraone e a tutt i i suoi ministr i. Il faraone disse ai mini str i: "Potremo trovare un uomo come questo, in cui sialo spir it o di Dio?". Poi i l faraone disse a Giuseppe: "Dal momento che Dio ti ha manifestat o tut to questo, nessuno int ell igente esaggio come te. Tu stesso sarai i l mio maggiordomo e ai tuoi ordini si schierer tutt o il mio popolo: solo per il tr ono io sar pi

    grande di te".

    Il faraone disse a Giuseppe: "Ecco, io t i mett o a capo di t ut to il paese d'Egit to". Il faraone si tolse di mano l 'anello e lo pose sullamano di Giuseppe; lo rivest di abi t i di li no finissimo e gli pose al collo un monile d'oro. Poi lo fece montare sul suo secondo car-ro e davanti a lui si gr idava: "Abrech". E cos lo si stabi l su t utt o il paese d'Egit to. Poi il faraone disse a Giuseppe: "Sono il fa-raone, ma senza i l tuo permesso nessuno potr alzare la mano o il piede in tutto il paese d'Egitto". E il faraone chiam GiuseppeZafnat -Paneach e gli diede in mogli e Asenat, fi gli a di Poti fera, sacerdote di On. Giuseppe usc per tutto il paese d'Egit to. Giusep-pe aveva tr ent'anni quando si present al faraone re d'Egit to.

    Poi Giuseppe si allontan dal faraone e percorse tut to i l paese d'Egitto. Durant e i sette anni di abbondanza la terr a produsse aprofusione. Egli raccolse tut ti i viver i dei sett e anni, nei quali vi era stata l 'abbondanza nel paese d'Egit to, e ripose i viveri nelle

    cit t, cio in ogni cit t r ipose i viveri dell a campagna circostante. Giuseppe ammass il grano come la sabbia del mare, in gran-dissima quantit, cos che non se ne fece pi il computo, perch era incalcolabile.

    Int anto nacquero a Giuseppe due figl i, pri ma che venisse l'anno della caresti a; glieli part or Asenat, fi glia di Poti fera, sacerdote diOn. Giuseppe chiam il pr imogenit o Manasse, "perch - disse - Dio mi ha fat to dimenticare ogni aff anno e tutta la casa di miopadre". E il secondo lo chiam Efraim, "perch - di sse - Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia aff li zione".

    Poi finirono i sette anni di abbondanza nel paese d'Egit to e cominciarono i sette anni di carestia, come aveva dett o Giuseppe. Cifu carestia in tutti i paesi, ma in tutto l'Egitto c'era il pane.

    Poi t utt o il paese d'Egit to cominci a senti re la fame e il popolo grid al f araone per avere il pane. Allora i l f araone disse a tutt igli Egiziani: "Andate da Giuseppe; fate quello che vi dir ". La caresti a dominava su tutt a la terra. Allora Giuseppe apr t utt i ideposit i i n cui vi era grano e vendett e il grano agli Egiziani, mentre la caresti a si aggravava in Egit to. E da tut ti i paesi venivanoin Egitt o per acquistare grano da Giuseppe, perch la carest ia infieriva su tutt a la terra.

    GENESI 42

    Ora Giacobbe seppe che in Egitto c'era i l grano; perci disse ai f igl i: "Perch state a guardarvi l 'un l 'altr o?". E continu: "Ecco,ho sentito dire che vi il grano in Egit to. Andate laggi e compratene per noi, perch possiamo conservarci i n vita e non morire".Allora i dieci fratell i di Giuseppe scesero per acquistare il frumento in Egit to. Ma quanto a Beniamino, frat ello di Giuseppe, Gia-

    cobbe non lo mand con i fratelli perch diceva: "Non gli succeda qualche disgrazia!" . Arr ivarono dunque i f igl i d'Israele per ac-quistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perch nel paese di Canaan c'era la carestia.

    Ora Giuseppe aveva autor it sul paese e vendeva il gr ano a tut to il popolo del paese. Perci i f rat ell i di Giuseppe vennero da lui egli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratell i e li ri conobbe, ma fece l'estr aneo verso di loro, parlduramente e disse: "Di dove siete venut i?". Risposero: "Dal paese di Canaan per comperare viveri". Giuseppe r iconobbe dunque ifr atell i, mentre essi non lo riconobbero. Si r icord allora Giuseppe dei sogni che aveva avuti a loro riguardo e disse loro: "Voisiete spie! Voi siete venut i a vedere i punt i scopert i del paese". Gli r isposero: "No, signore mio; i tuoi servi sono venut i per acqui-stare viveri. Noi siamo tut ti figli di un solo uomo. Noi siamo sinceri. I tuoi servi non sono spie!". Ma egli d isse loro: "No, voi sietevenuti a vedere i punti scopert i del paese!". Allora essi dissero: " Dodici sono i t uoi servi , siamo frat ell i, figli di un solo uomo, nelpaese di Canaan; ecco i l pi giovane ora presso nostro padr e e uno non c' pi" . Giuseppe disse loro: "Le cose stanno come vi

    ho detto: voi siete spie. In questo modo sarete messi al la prova: per la vi ta del faraone, non uscirete di qui se non quando vi avrraggiunto il vostro fr atello pi giovane. Mandate uno di voi a prendere il vostro fratell o; voi rimarrete prigionieri. Siano cosmesse all a prova le vostre parole, per sapere se la verit dall a vostra part e. Se no, per l a vit a del faraone, voi siete spie!" . E li

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    tenne in carcere per tr e giorni.

    Al terzo giorno Giuseppe disse loro: "Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri , uno dei vostri f rat elliresti pr igi oniero nel vostr o carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostr e case. Poi mi condurrete qui i l vostrofratello pi giovane. Allora le vostr e parole si dimost reranno vere e non morirete". Essi annuirono. Allora si dissero l 'un l 'alt ro:"Certo su di noi grava la colpa nei r iguardi di nostro frat ello, perch abbiamo visto la sua angoscia quando ci suppli cava e non lo

    abbiamo ascoltato. Per questo ci venuta addosso quest 'angoscia" . Ruben prese a dir loro: "Non ve lo avevo detto io: Non pecca-te contr o il ragazzo? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco ora ci si domanda conto del suo sangue". Non sapevano che Giuseppe licapiva, perch tra lui e loro vi era l'interprete.

    Allora egli si all ontan da loro e pianse. Poi torn e parl con essi. Scelse tra di loro Simeone e lo fece incatenare sott o i l oro oc-chi. Quindi Giuseppe diede ordi ne che si ri empissero di grano i loro sacchi e si r imettesse il denaro di ciascuno nel suo sacco e sidessero loro provviste per il viaggio. E cos venne loro fat to. Essi cari carono il grano sugli asini e parti rono di l . Ora in un l uo-go dove passavano la notte uno di essi apr il sacco per dare il foraggio all'asino e vide il proprio denaro alla bocca del sacco.Disse ai fratelli : "Mi stat o resti tui to i l denaro: eccolo qui nel mio sacco!". Allora si senti rono mancare il cuore e tremarono, di-cendosi l'un l'altro: "Che mai questo che Dio ci ha fatto?".

    Arri vati da Giacobbe lor o padre, nel paese di Canaan, gli r iferirono tutte le cose che erano loro capitate: "Quell 'uomo che i lsignore del paese ci ha parl ato duramente e ci ha messi in carcere come spie del paese. Allora gli abbiamo detto: Noi siamo sin-ceri ; non siamo spie! Noi siamo dodici f ratell i, f igli di nostro padre: uno non c' pi e il pi giovane ora presso nostr o padre nelpaese di Canaan. Ma l'uomo, signore del paese, ci ha ri sposto: In questo modo io sapr se voi siete sinceri: lasciate qui con meuno dei vostri fr atelli , prendete il grano necessari o alle vostre case e andate. Poi conducetemi il vostro frat ello pi giovane; cossapr che non siete spie, ma che siete sinceri; io vi render vostro fratello e voi potrete percorrere il paese in lungo e in largo".

    Mentre vuotavano i sacchi, ciascuno si accorse di avere la sua borsa di denaro nel propr io sacco. Quando essi e il lor o padre vide-ro le borse di denaro, furono presi dal t imore. E il lor o padre Giacobbe disse: "Voi mi avete privato dei figli ! Giuseppe non c'pi, Simeone non c' pi e Beniamino me lo volete prendere. Su di me tut to questo r icade!". Allora Ruben disse al padre: "Faraimorir e i miei due figli , se non te lo ricondurr. Affidalo a me e io te lo resti tui r". Ma egli r ispose: "I l mio figl io non verr laggicon voi, perch suo fratello morto ed egli rimasto solo. Se gli capitasse una disgrazia durante il viaggio che volete fare, voifareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi".

    GENESI 43

    La carest ia continuava a gravare sul paese. Quando ebbero f ini to di consumare il grano che avevano portato dal l'Egit to, il padredisse loro: "Tornate l e acquistate per noi un p di viveri" . Ma Giuda gli di sse: "Quell 'uomo ci ha dichiarato severamente: Nonverrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fr atello! Se tu sei disposto a lasciar part ire con noi nostro frat ello, an-dremo laggi e ti compreremo il grano. Ma se tu non lo l asci part i re, noi non ci andremo, perch quell 'uomo ci ha dett o: Non

    verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro frat ello!" . Israele disse: "Perch mi avete fat to questo male, cio farsapere a quell 'uomo che avevate ancora un fratell o?". Risposero: "Quell'uomo ci ha interrogati con insistenza intorno a noi e allanostra parentela: E' ancora vivo vostro padre? Avete qualche fratello? e noi abbiamo risposto secondo queste domande. Potevamosapere ch'egli avrebbe detto: Conducete qui vostro fratello?".

    Giuda disse a Israele suo padre: "Lascia venire il giovane con me; partiremo subito per vivere e non morire, noi, tu e i nostribambini. Io mi rendo garante di lui: dal le mie mani lo reclamerai. Se non te lo r icondurr, se non te lo riporter, io sar colpe-vole contro di t e per tut ta la vit a. Se non avessimo indugiato, ora saremmo gia di r it orno per la seconda volta". Israele loro pa-dre rispose: "Se cos, fate pure: mett ete nei vost ri bagagli i p rodott i pi scelti del paese e portateli in dono a quell 'uomo: un pdi bal samo, un p di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle. Prendete con voi doppio denaro, il denaro cio che statorimesso nella bocca dei vostri sacchi lo port erete indietr o: forse si t rat ta di un errore. Prendete anche vostro frat ello, part it e e

    tornate da quell 'uomo. Dio onnipotente vi faccia tr ovare misericordia pr esso quell 'uomo, cos che vi r il asci l 'alt ro f ratello e Be-niamino. Quanto a me, una volta che non avr pi i miei figli, non li avr pi...!".

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    Presero dunque i nostr i uomi ni questo dono e il doppio del denaro e anche Beniamino, part irono, scesero in Egit to e si presenta-rono a Giuseppe.

    Quando Giuseppe ebbe visto Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: "Conduci questi uomini in casa, macell a quello cheoccorre e prepara, perch questi uomini mangeranno con me a mezzogior no". Il maggiordomo fece come Giuseppe aveva ordina-to e int rodusse quegli uomini nella casa di Giuseppe. Ma quegli uomini si spaventarono, perch venivano condott i i n casa di Giu-

    seppe, e dissero: "A causa del denaro, r imesso nei nostr i sacchi l'alt ra vol ta, ci si vuol condurre l: per assali rci , piombarci addos-so e prenderci come schiavi con i nostri asini".

    Allora si avvicinarono al maggiordomo dell a casa di Giuseppe e parlarono con lui all 'i ngresso della casa; dissero: " Mio signore,noi siamo venuti gia un'alt ra volt a per comperare viveri. Quando fummo arrivat i ad un luogo per passarvi la nott e, aprimmo isacchi ed ecco il denaro di ciascuno si trovava al la bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con i l suo peso esatto. All ora noil'abbiamo port ato indietro e, per acquistare i viveri , abbiamo portato con noi alt ro denaro. Non sappiamo chi abbia messo neisacchi i l nostro denaro!". Ma quegli disse: "State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei padri vostri vi ha messo un tesoronei sacchi; il vostro denaro pervenuto a me". E port loro Simeone.

    Quell 'uomo fece entrare gli uomini nell a casa di Giuseppe, diede loro acqua, perch si lavassero i piedi e diede il foraggio ai l oro

    asini . Essi prepararono i l dono nell 'at tesa che Giuseppe arr ivasse a mezzogiorno, perch avevano saputo che avrebbero presocibo in quel l uogo. Quando Giuseppe arri v a casa, gli presentarono i l dono, che avevano con s, e si prostrarono davant i a luicon la faccia a terra. Egli domand loro come stavano e disse: "Sta bene il vostr o vecchio padr e, di cui mi avete parlato? Viveancora?". Risposero: " Il tuo servo, nostro padre, sta bene, ancora vivo" e si inginocchiarono prostrandosi. Egli alz gli occhi eguard Beniamino, suo fratello, i l figlio di sua madre, e disse: "E' questo i l vostr o fratello pi giovane, di cui mi avete parlato?" eaggiunse: "Dio t i conceda grazia, fi glio mio!" . Giuseppe usc in fretta, perch si era commosso nell' int imo all a presenza di suofratell o e sentiva il bisogno di piangere; entr nella sua camera e pianse. Poi si lav la faccia, usc e, facendosi forza, ordi n:"Servi te il pasto" . Fu servi to per l ui a part e, per loro a par te e per i commensali egiziani a part e, perch gli Egiziani non possonoprender cibo con gli Ebrei: ci sarebbe per loro un abominio. Presero posto davanti a lui dal primogenit o al pi giovane, ciascu-no in ordine di et ed essi si guardavano con meraviglia l'un l'alt ro. Egli fece portare loro porzioni prese dalla propri a mensa,ma la porzione di Beniamino era cinque volte pi abbondante di quella di tutti gli altri. E con lui bevvero fino all'allegria.

    GENESI 44

    Diede poi questo ordine al maggiordomo della sua casa: "Riempi i sacchi di quegli uomini di tant i viveri quanti ne possono con-tenere e mett i i l denaro di ciascuno all a bocca del suo sacco. Insieme metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca delsacco del pi giovane, con il denaro del suo grano" . Quegli fece secondo l'ordine di Giuseppe. Al matt ino, fat tosi chiaro, quegliuomini furono fat ti part ire con i loro asini . Erano appena uscit i dall a cit t e ancora non si erano allontanat i, quando Giuseppedisse al maggiordomo dell a sua casa: "Su, insegui quegli uomini, raggiungi li e d loro: Perch avete reso male per bene? Non forse questa la coppa in cui beve il mio signore e per mezzo dell a quale egli suole trar re i presagi? Avete fatto male a fare cos".

    Egli li raggiunse e ri pet loro queste parole. Quell i gl i dissero: "Perch il mio signore dice queste cose? Lungi dai t uoi servi i l fareuna tale cosa! Ecco, il denaro che abbiamo trovato all a bocca dei nostr i sacchi te lo abbiamo riport ato dal paese di Canaan ecome potr emmo rubare argento od oro dal la casa del tuo padrone? Quello dei t uoi servi , presso il quale si t rover, sar messo amort e e anche noi diventeremo schiavi del mio signore". Rispose: "Ebbene, come avete dett o, cos sar: colui , presso il quale sitrover, sar mio schiavo e voi sarete innocent i" . Ciascuno si aff rett a scaricare a terra i l suo sacco e lo apr. Quegli l i frug dalmaggiore al pi piccolo, e la coppa fu tr ovata nel sacco di Beniamino. Allora essi si stracciarono le vesti, r icaricarono ciascuno ilpropri o asino e tornarono in ci tt . Giuda e i suoi f ratell i vennero nella casa di Giuseppe, che si tr ovava ancora l , e si gett aronoa terra davant i a lui. Giuseppe disse lor o: "Che azione avete commessa? Non sapete che un uomo come me capace di indovina-re?". Giuda disse: "Che dir emo al mio signore? Come parlare? Come giusti fi carci? Dio ha scopert o la colpa dei tuoi servi. .. Eccocischiavi del mio signore, noi e colui che stato t rovato in possesso della coppa". Ma egli ri spose: "Lungi da me il far questo!L'uomo trovato in possesso della coppa, lui sar mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre".

    Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: "Mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio si-gnore; non si accenda la t ua ir a contro il tuo servo, perch il faraone come te! Il mio signore aveva int errogato i suoi servi :

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    Avete un padre o un fratell o? E noi avevamo risposto al mio signore: Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancor giovane natogliin vecchiaia, suo fratello morto ed egli rimasto il solo dei figli di sua madre e suo padre lo ama. Tu avevi detto ai t uoi servi :Conducetelo qui da me, perch lo possa vedere con i miei occhi. Noi avevamo risposto al mio signore: Il giovinetto non pu ab-bandonare suo padre: se lascer suo padre, questi mor ir . Ma tu avevi soggiunt o ai tuoi servi : Se il vost ro fr atell o minore nonverr qui con voi, non potrete pi venire all a mia presenza. Quando dunque eravamo rit ornat i dal tuo servo, mio padre, gl i r ife-ri mmo le parole del mio signore. E nostro padre disse: Tornat e ad acquistare per noi un p di viveri . E noi r ispondemmo: Non

    possiamo ritornare laggi: se c' con noi il nostro fratello minore, andremo; altrimenti, non possiamo essere ammessi alla pre-senza di quell 'uomo senza avere con noi il nostro frat ello minore. Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: Voi sapete che due figl imi aveva procreato mia moglie. Uno part da me e dissi: cert o stat o sbranato! Da allora non l' ho pi visto. Se ora mi porteretevia anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie nell a tomba. Ora, quando io arrive-r dal t uo servo, mio padre, e il giovinett o non sar con noi, mentre la vita dell 'uno legata al la vit a dell 'alt ro, appena egli avrvisto che il giovinetto non con noi, mor ir e i t uoi servi avranno fatt o scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo,nostro padre.

    Ma il tuo servo si reso garant e del giovinett o presso mio padre: Se non te lo ricondurr, sar colpevole verso mio padre per t ut -ta la vita. Ora, lascia che il tuo servo rimanga invece del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinett o torni l ass con isuoi fratell i! Perch, come potrei t ornare da mio padre senz'avere con me il giovinetto? Ch'io non veda il male che colpirebbe mio

    padre!".

    GENESI 45

    Allora Giuseppe non pot pi contenersi dinanzi ai circostanti e grid: "Fate uscire tut ti dalla mi a presenza!". Cos non rest nes-suno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere ai suoi fratelli . Ma diede in un gr ido di piant o e tutt i gli Egiziani lo senti-rono e la cosa fu ri saputa nella casa del faraone. Giuseppe disse ai fratelli : " Io sono Giuseppe! Vive ancora mi o padre?". Ma i suoifratelli non potevano ri spondergli , perch atterr it i dalla sua presenza. Allora Giuseppe disse ai fr atelli : "Avvicinatevi a me!". Siavvicinarono e disse loro: "Io sono Giuseppe, il vostro fr atell o, che voi avete venduto per l 'Egitto. Ma ora non vi rat tr istat e e nonvi crucciate per avermi venduto quaggi, perch Dio mi ha mandato qui pr ima di voi per conservarvi i n vita. Perch gia da dueanni vi la caresti a nel paese e ancora per cinque anni non vi sar n aratura n mieti tura. Dio mi ha mandato qui pri ma di voi,per assicurare a voi la sopravvivenza nel paese e per salvare in voi la vita di molta gente. Dunque non siete stati voi a mandarmiqui, ma Dio ed Egli mi ha stabil it o padre per i l f araone, signore su tutt a la sua casa e governatore di tutt o il paese d'Egit to. Af-frettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggipresso di me e non tardare. Abit erai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i t uoi f igli e i f igl i dei tuoi figli , i t uoi greggi e ituoi armenti e tut ti i t uoi averi . L io ti dar sostentamento, poich la caresti a durer ancora cinque anni, e non cadrai nell'indi-genza tu, la t ua famigl ia e quanto possiedi. Ed ecco, i vost ri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio f ratello Beniamino: lamia bocca che vi par la! Riferi te a mio padre tut ta la gloria che io ho in Egit to e quanto avete visto; affr ett atevi a condurre quag-gi mio padre". Allora egli si gett al collo di Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva st retto al suo collo. Poi baci tutt ii f ratell i e pianse str ingendoli a s. Dopo, i suoi f ratell i si mi sero a conversare con lui .

    Int anto nell a casa del faraone si era dif fusa la voce: "Sono venut i i fratel li di Giuseppe!" e questo fece piacere al faraone e ai suoiministri . Allor a il faraone disse a Giuseppe: "D ai tuoi fr atell i: Fate questo: caricate le cavalcature, part it e e andate nel paese diCanaan. Poi prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me e io vi dar i l meglio del paese d'Egit to e mangerete i mi-glior i prodott i della terra. Quanto a te, d loro questo comando: Fate questo: prendete con voi dal paese d'Egit to carr i per i vo-str i bambi ni e le vostre donne, prendete vostro padre e venite. Non abbiate ri ncrescimento per la vostra roba, perch il meglio ditut to i l paese sar vost ro".

    Cos fecero i f igl i di Israele. Giuseppe diede loro carr i secondo l'ordine del faraone e diede loro una provvi sta per i l viaggio. Diedea tut ti una muta di abit i per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque mute di abit i. Allo stesso modomand al padre dieci asini car ichi dei miglior i prodotti dell 'Egit to e dieci asine cariche di grano, pane e viveri per i l viaggio del

    padre. Poi conged i fratelli e, mentre part ivano, disse loro: "Non l it igate durante il viaggio!".

    Cos essi r it ornarono dall 'Egit to e arr ivarono nel paese di Canaan, dal loro padre Giacobbe e subito gli r if erir ono: "Giuseppe

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    ancora vivo, anzi governa tut to i l paese d'Egit to!". Ma il suo cuore rimase freddo, perch non poteva credere loro. Quando peressi gli ri feri rono tut te le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carr i che Giuseppe gli aveva mandati per t rasportar-lo, al lora l o spiri to del l oro padre Giacobbe si rianim. Israele disse: " Basta! Giuseppe, mio figlio, vivo. Andr a veder lo pr imadi morire!".

    GENESI 46

    Israele dunque lev le tende con quanto possedeva e arr iv a Bersabea, dove offr sacr if ici al Dio di suo padre Isacco. Dio di sse aIsraele in una visione nott urna: "Giacobbe, Giacobbe!". Rispose: "Eccomi!" . Ripr ese: "Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temeredi scendere in Egit to, perch laggi io far di t e un grande popolo. Io scender con te in Egit to e io cert o ti far tornare. Giusep-pe ti chiuder gli occhi".

    Giacobbe si alz da Bersabea e i figli di Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che ilfaraone aveva mandati per t rasportarlo. Essi presero il l oro bestiame e tutt i i beni che avevano acquistati nel paese di Canaan evennero in Egitt o; Giacobbe cio e con lui tut ti i suoi discendenti ; i suoi figli e i ni poti , le sue figlie e le nipot i, tutt i i suoi discen-denti egli condusse con s in Egitto.

    Questi sono i nomi dei fi gli d'Israele che entr arono in Egitt o: Giacobbe e i suoi f igli , il primogenit o di Giacobbe, Ruben. I f igli diRuben: Enoch, Pallu, Chezron e Carmi . I f igli di Simeone: Iemuel, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, f igl io dell a Cananea. I f igl i diLevi: Gherson, Keat e Merari. I f igli di Giuda: Er, Onan, Sela, Perez e Zerach; ma Er e Onan mor ir ono nel paese di Canaan. Furonofigli di Perez: Chezron e Amul. I f igl i di Issacar: Tola, Puva, Giobbe e Simron. I f igl i di Zbulon: Sered, Elon e Iacleel. Questi so-no i f igli che Lia partor a Giacobbe in Paddan-Aram insieme con la figl ia Dina; t utt i i suoi fi gli e le sue figlie erano tr entat r per-sone.

    I f igli di Gad: Zif ion, Agghi, Suni, Esbon, Eri , Arodi e Areli . I f igl i d i Aser: Imma, Isva, Isvi, Ber ia e la loro sorella Serach. I f igl i d iBeria: Eber e Malchiel. Questi sono i fi gli di Zilpa, che Lbano aveva dato alla f igl ia Lia; essa l i partor a Giacobbe: sono sedicipersone.

    I f igl i di Rachele, mogli e di Giacobbe: Giuseppe e Beniamino. A Giuseppe nacquero in Egit to Efraim e Manasse, che gli part orAsenat, fi glia di Poti fera, sacerdot e di On. I f igl i di Beniamino: Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naaman, Echi, Ros, Muppim, Uppime Arde. Questi sono i f igl i che Rachele partor a Giacobbe; in t utto sono quatt ordi ci persone.

    I f igli di Dan: Usim. I f igl i di Nftali: Iacseel, Guni, Ieser e Sil lem. Questi sono i fi gli di Bila, che Lbano diede alla figl ia Rachele,ed essa li partor a Giacobbe; in tutto sette persone.

    Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egit to, uscit e dai suoi f ianchi, senza le mogli dei fi gli di Giacobbe, sono sessanta-sei. I f igl i che nacquero a Giuseppe in Egitt o sono due persone. Tutte le persone dell a famiglia di Giacobbe, che entrarono in

    Egitto, sono settanta

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    .2 - Questo conto, cos com' presentato, inesatto: vi sono ben 33 nomi di uomini nella prima serie (e non difigli e di figlie come dice la traduzione), ma essi comprendono Her e Onan che, essendo morti in Chanaan,non entrarono in Egitto. D'altra parte, Giuda si separ dai suoi fratelli a causa della vendita di Giuseppe. Leparole Ouadjehidj Bohhath, con cui comincia il capitolo XXXVIII, si comprendono con il copto:Auo Dje Hdj Ph E Ht;Et Ultra Affligi Discindere Ab [o In] Cor;E In seguito Turbato Separare Da [o In] Cuore;"In seguito, turbato nel suo cuore, (Giuda) si separ (dai suoi fratelli)". Questo fu nel 1676. Giuda, essendosi maritato allora con una cananea, ne ebbe successivamente due figli,Her e Onan, che poterono nascere al pi presto nel 1675 e 1674. Supponendo (bench sia eccezionale) chequesti due giovani, segnalati come viziosi, abbiano preso moglie a 16 anni, Her si sarebbe sposato nel 1659 e

    Onan nel 1658 al pi presto. L'avventura di Thamar con Giuda, che ebbe luogo in seguito, da porre al mas-simo nel 1656 e la nascita di Phars e di Zara, che ne fu il risultato, come ultimo limite nel 1656. Alla pagina96 del tomo I de La Rivelazione della Rivelazione, noi abbiamo calcolato largamente questa nascita nel1636; riportata nel 1656, il termine medio della nascita della tabella di questa pagina da portare a 31 anni in

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    Ora egli aveva mandato Giuda avanti a s da Giuseppe, perch questi desse istr uzioni in Gosen pr ima del suo arr ivo. Poi ar ri va-rono al paese di Gosen. Allora Giuseppe fece attaccare i l suo carro e sal in Gosen incontro a Israele, suo padre. Appena se lo videdavanti, gl i si gett al collo e pianse a lungo stretto al suo collo. Israele disse a Giuseppe: "Posso anche morir e, questa volta,dopo aver visto la tua faccia, perch sei ancora vivo" . Allora Giuseppe disse ai fr atell i e all a famigl ia del padre: "Vado ad infor-mare il faraone e a dirgli : I miei fratell i e la famigl ia di mio padre, che erano nel paese di Canaan, sono venut i da me. Ora quest i

    uomini sono pastor i di greggi, si occupano di besti ame, e hanno condotto i loro greggi, i l oro armenti e tut ti i l oro averi . Quandodunque il faraone vi chiamer e vi domander: Qual il vostro mestiere?, voi r isponderete: Gente dedit a al besti ame sono stati ituoi servi , dall a nostra fanciul lezza fi no ad ora, noi e i nostri padr i. Questo perch possiate ri siedere nel paese di Gosen". Perchtutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.

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    Giuseppe and ad informare il faraone dicendogli: " Mio padre e i miei fr atelli con i loro greggi e armenti e con tut ti i loro averisono venuti dal paese di Canaan; eccoli nel paese di Gosen". Int anto prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratel li e li presental faraone. Il faraone disse ai suoi f ratell i: "Qual il vostr o mestiere?". Essi risposero al faraone: "Pastor i di greggi sono i tuoi

    servi , noi e i nostri padr i" . Poi dissero al faraone: "Siamo venuti per soggiornare come forestieri nel paese perch non c' pi pa-scolo per i l gregge dei tuoi servi; infat t i grave la carest ia nel paese di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi r isiedano nel paese diGosen!".

    Allora il faraone disse a Giuseppe: "Tuo padre e i t uoi frat ell i sono dunque venuti da te. Ebbene, il paese d'Egit to a tua disposi-zione: fa r isiedere tuo padre e i tuoi f rat ell i nella part e migl iore del paese. Risiedano pure nel paese di Gosen. Se tu sai che vi so-no tra di loro uomini capaci, costi tui scil i sopra i miei averi in qualit di sovrintendenti al besti ame". Poi Giuseppe intr odusseGiacobbe, suo padre, e lo pr esent al f araone e Giacobbe benedisse il far aone. Il faraone domand a Giacobbe: "Quanti annihai?". Giacobbe ri spose al faraone: "Centot renta di vi ta errabonda, pochi e tristi sono stat i gl i anni dell a mia vit a e non hannoraggiunto il numero degli anni dei miei padri , al tempo della loro vita nomade". Poi Giacobbe benedisse il faraone e si al lontandal faraone.

    Giuseppe fece ri siedere suo padre e i suoi f rat elli e diede loro una propr iet nel paese d'Egit to, nella par te migli ore del paese, nelterr it orio di Ramses3, come aveva comandato i l faraone. Giuseppe diede i l sostentamento al padre, ai f rat elli e a tut ta la famiglia

    luogo di 30. Ma, ammettendo che Phars e Zara fossero nati nel 1656, evidente che Phars non poteva, nel1655, al momento dell'entrata in Egitto, avere partorito Hesron e Hamul; questi ultimi appartengono a degliscaglioni molto pi tardivi e che si possono situare verso il 1345, giacch la filiazione illegittima di Phars edi Zara comportava legalmente l'eliminazione dalle liste genealogiche di nove dei loro discendenti successivi.Vi sono dunque quattro nomi almeno da dedurre dai 33 della prima serie; noi diciamo "almeno" giacch pu

    darsi che altri nipoti precitati di Giacobbe non siano nati che dopo il 1665.

    D'altra parte, Giuseppe non ebbe da entrare nel 1655 in Egitto dove si trovava gi dal 1676, e neppure i suoidue figli maggiori, poich vi erano nati. Giuseppe ebbe peraltro altri figli, cos come Giacobbe dir pi oltre(capitolo XXIII). Ma Beniamino, che era ancora un ragazzo nel 1655, non poteva avere avuto allora nessunodei dieci figli che gli sono attribuiti. Dunque vi sono ancora 13 nomi da dedurre, ossia almeno 17 dal totale di70.Per contro, sono nominate solo due figlie allorch ve ne furono senza dubbio all'incirca tante come i figli e inipoti. Forse ve n'erano anche di quelle che si erano maritate in Chanaan, ma c'erano anche in pi le moglidei dieci primi figli di Giacobbe e, chiss, forse ancora delle mogli del patriarca.

    Alla fine, il totale di 70 emigranti ci sembrato molto scarso. Anche quello di 75, avanzato dai Settanta, ancora lontano dalla realt. Bisogna contare su circa 50 uomini e ragazzi e altrettante donne e figlie. Il cro-nologo ebreo ha imbrogliato tutto volendo fornire al contempo una lista genealogica e una lista di emigrantiche non concordano. Un metodo rigoroso non sembra essere la qualit dominante dei giudei.

    3 - La traduzione di =Raehmess con Ramesse, sembra essere un controsenso, giacch la citt di Ra-messe non sar costruita in questo luogo che circa 400 anni pi tardi, sotto Ramesse il Grande. Il vero senso dato dal copto: Raihs-Mse-Se= Liber-Fnori-Dare-Utique =Libero-Dare interesse-Assolutamente =Asso-lutamente libero da cnoni, o Remhe-Set = Liberare-Imponere =Libero da imposta.

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    di suo padre, fornendo pane secondo il numero dei bambini.

    Ora non c'era pane in tutto il paese, perch la carestia era molto grave: il paese d'Egitto e il paese di Canaan languivano per lacarestia. Giuseppe raccolse tutto il denaro che si tr ovava nel paese d'Egitt o e nel paese di Canaan in cambio del grano che essiacquistavano; Giuseppe consegn questo denaro alla casa del faraone.

    Quando fu esaurito il denaro del paese di Egitto e del paese di Canaan, tutti gli Egiziani vennero da Giuseppe a dire: "Dacci ilpane! Perch dovremmo mori re sotto i tuoi occhi? Infat t i non c' pi denaro" . Rispose Giuseppe: "Cedetemi il vostro bestiame eio vi dar pane in cambio del vostro bestiame, se non c' pi denaro". Allora condussero a Giuseppe il loro bestiame e Giuseppediede loro i l pane in cambio dei cavalli e delle pecore, dei buoi e degli asini ; cos in quell 'anno li nutr di pane in cambio di t utt oil loro bestiame.

    Passato quell'anno, vennero a lui l'anno dopo e gli dissero: "Non nascondiamo al mio signore che si esaurit o il denaro e anche ilpossesso del bestiame passato al mio signore, non r imane pi a disposizione del mio signore se non il nostro corpo e il nostroterreno. Perch dovremmo peri re sotto i t uoi occhi, noi e la nostra terra? Acquista noi e la nostra terra in cambio di pane e di-venteremo servi del faraone noi con la nostra terra; ma dacci di che seminare, cos che possiamo vivere e non morire e il suolonon diventi un desert o!". Allora Giuseppe acquist per i l f araone tut to i l terreno dell 'Egit to, perch gli Egiziani vendett ero cia-

    scuno il proprio campo, tanto i nfieriva su di loro l a caresti a. Cos la t erra divenne propriet del f araone. Quanto al popolo, eglilo fece passare nelle cit t da un capo all 'altro della front iera egiziana. Solt anto i l terreno dei sacerdoti egli non acquist, perch isacerdot i avevano un'assegnazione fissa da par te del faraone e si nut ri vano dell 'assegnazione che il far aone passava loro; perquesto non vendett ero il loro terreno.

    Poi Giuseppe disse al popolo: "Vedete, io ho acquistato oggi per i l f araone voi e il vostr o terr eno. Eccovi i l seme: seminate il ter-reno. Ma quando vi sar il raccolto, voi ne darete un quint o al faraone e quattro part i saranno vostr e, per la semina dei campi,per i l nut rimento vostro e di quelli di casa vostra e per i l nut ri mento dei vostr i bambini ". Gli r isposero: "Ci hai salvato la vit a! Cisia solo concesso di trovar grazia agli occhi del mio signore e saremo servi del faraone!" . Cos Giuseppe fece di questo una leggeche vige fino ad oggi sui terreni d'Egit to, per l a quale si deve dare la quinta parte al faraone. Soltanto i terreni dei sacerdoti nondivennero del faraone.

    Gli Israel it i i ntanto si stabi li rono nel paese d'Egit to, nel t erri tor io di Gosen, ebbero propriet e furono fecondi e divennero moltonumerosi. Giacobbe visse nel paese d'Egitto diciassette anni e gli anni della sua vit a furono centoquarantasette. Quando fu vici-no il tempo della sua morte, Israele chiam il figlio Giuseppe e gli disse: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mett i la mano sott ola mia coscia e usa con me bont e fedelt: non seppell irmi i n Egit to! Quando io mi sar cori cato con i miei padr i, port ami viadall'Egit to e seppell iscimi nel loro sepolcro". Rispose: " Io agir come hai dett o". Riprese: "Giuramelo!" . E glielo giur; al loraIsraele si prostr sul capezzale del letto.

    GENESI 48

    Dopo queste cose, fu r iferit o a Giuseppe: "Ecco, tuo padre malato!". Allora egli condusse con s i due figli Manasse ed Efraim.Fu riferit a la cosa a Giacobbe: "Ecco, tuo fi glio Giuseppe venuto da te". Allora Israele raccolse le forze e si mise a sedere sul l et-to. Giacobbe disse a Giuseppe: "Dio onni potente mi apparve a Luz, nel paese di Canaan, e mi benedisse dicendomi: Ecco, io tirendo fecondo: ti molti pli cher e ti far di ventare un insieme di popoli e dar questo paese al la t ua discendenza dopo di te inpossesso perenne. Ora i due figl i che ti sono nati nel paese d'Egitto prima del mio arri vo presso di te in Egit to, sono miei: Efraime Manasse saranno miei come Ruben e Simeone. Invece i f igl i che tu avrai generati dopo di essi, saranno tuoi: saranno chiamat icon il nome dei loro fratell i nell a loro eredit . Quanto a me, mentre giungevo da Paddan, Rachele, tua madre, mi mor nel paesedi Canaan durant e il viaggio, quando mancava un tratt o di cammino per ar rivare a Efrata, e l'ho sepolta l lungo la strada diEfrata, cio Betlemme". Poi Israele vide i figli di Giuseppe e disse: "Chi sono questi?". Giuseppe disse al padre: "Sono i f igl i cheDio mi ha dati qui". Riprese: "Portameli perch io li benedica!". Ora gl i occhi di Israele erano offuscati dalla vecchiaia: non pote-

    va pi di st inguere. Giuseppe li avvicin a lui , che li baci e li abbracci. Israele disse a Giuseppe: " Io non pensavo pi di vederela t ua faccia ed ecco, Dio mi ha concesso di vedere anche la tua prole!". Allora Giuseppe li r it ir dal le sue ginocchia e si pr ostrcon la faccia a terr a. Poi l i prese tutt i e due, Efraim con la sua destra, alla sinistr a di Israele, e Manasse con la sua sini stra, al la

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    destra di Israele, e l i avvicin a lu i. Ma Israele stese la mano destr a e la pose sul capo di Efraim, che pure era il pi giovane, e lasua sini str a sul capo di Manasse, incrociando le braccia, bench Manasse fosse il pr imogenit o. E cos benedisse Giuseppe:

    "I l Dio, davanti al quale hanno camminato i miei padr i Abramo e Isacco, il Dio che stat o il mio pastore da quando esisto fino adoggi, l 'angelo che mi ha l iberato da ogni male, benedica questi giovinett i! Sia r icordato in essi il mio nome e il nome dei mieipadri Abramo e Isacco e si mol ti pli chino in gran numero in mezzo alla terra!".

    Giuseppe not che il padre aveva posato la destr a sul capo di Efraim e ci gl i spiacque. Prese dunque la mano del padre per to-glierla dal capo di Efraim e porla sul capo di Manasse. Disse al padre: "Non cos, padre mio: questo i l pr imogenito, posa la de-stra sul suo capo!". Ma il padre ri cus e disse: "Lo so, figli o mio, lo so: anch'egli diventer un popolo, anch'egli sar grande, mail suo fratello minore sar pi grande di lu i e la sua discendenza diventer una molt it udine di nazioni". E li benedisse in quelgiorno: "Di voi si servi r I sraele per benedire, dicendo: "Dio t i r enda come Efraim e come Manasse!". Cos pose Efraim pr ima diManasse. Poi Israele disse a Giuseppe: "Ecco, io sto per mori re, ma Dio sar con voi e vi far tornare al paese dei vostri padri .Quanto a me, io do a te, pi che ai t uoi f ratell i, un dorso di monte, che io ho conquistato dalle mani degli Amorrei con la spada el'arco".

    GENESI 49

    Quindi Giacobbe chiam i fi gli e disse: "Radunatevi, perch io vi annunzi quello che vi accadr nei tempi fut uri . Radunatevi eascolt ate, figl i di Giacobbe, ascolt ate Israele, vostr o padre! Ruben, t u sei il mio pr imogenit o, il mio vigore e la pr imizia della miavir il it , esuberant e in f ierezza ed esuberante in forza! Bollente come l'acqua, tu non avrai preminenza, perch hai invaso il tala-mo di t uo padre e hai violato il mio giaciglio su cui eri salit o. Simeone e Levi sono fratelli , str umenti di violenza sono i loro col-tell i. Nel l oro concili abolo non entr i l 'anima mia, al loro convegno non si uni sca il mi o cuore. Perch con ira hanno ucciso gliuomini e con passione hanno storpiat o i tori. Maledett a la loro i ra, perch violenta, e la loro collera, perch crudele! Io li divi-der in Giacobbe e li disperder in I sraele. Giuda, te loderanno i tuoi fratell i; l a tua mano sar sull a nuca dei t uoi nemici; da-vanti a te si prostreranno i figli di t uo padre. Un giovane leone Giuda: dalla preda, figlio mio, sei t ornato; si sdraiato, si accovacciat o come un leone e come una leonessa; chi oser far lo al zare? Non sar t olt o lo scett ro da Giuda n il bastone del co-mando tra i suoi piedi, f inch verr colui al quale esso appartiene e a cui dovuta l'obbedienza dei popoli . Egli lega alla vit e ilsuo asinello e a scelt a vite il f igl io della sua asina, lava nel vino la veste e nel sangue del l'uva i l manto; lucidi ha gl i occhi per i lvino e bianchi i denti per i l l att e. Zbulon abiter lungo il lido del mare e sar l'approdo delle navi, con il fianco rivol to a Sidne.Issacar un asino robusto, accovacciat o tr a un doppio recint o. Ha visto che il luogo di r iposo era bello, che il paese era ameno;ha piegato il dorso a portar la soma ed stat o ridot to ai l avori forzati. Dan giudicher il suo popolo come ogni alt ra t ri b d'I-sraele.

    Sia Dan un serpente sull a strada, una vipera cornut a sul sent iero, che morde i garrett i del cavallo e il cavaliere cade all 'indietr o.Io spero nella tua salvezza, Signore! Gad, assali to da un'orda, ne att acca la retroguardia. Aser, il suo pane pingue: egli forni-sce deli zie da re. Nft ali una cerva slanciat a che d bei cerbiat t i. Germoglio di ceppo fecondo Giuseppe; germoglio di ceppo

    fecondo presso una fonte, i cui rami si stendono sul muro. Lo hanno esasperat o e colpit o, lo hanno perseguit ato i t ir ator i di frec-ce. Ma rimasto intatt o il suo arco e le sue braccia si muovon veloci per le mani del Potente di Giacobbe, per il nome del Pasto-re, Pietra d'Israele. Per i l Dio di t uo padre - egli t i aiuti ! e per il Dio onnipotente - egli ti benedica! Con benedizioni del cielodall 'al to, benedizioni dell 'abisso nel profondo, benedizioni dell e mammelle e del grembo. Le benedizioni di tuo padre sono supe-ri ori al le benedizioni dei mont i ant ichi, alle att rat ti ve dei coll i eterni. Vengano sul capo di Giuseppe e sull a testa del pri ncipe trai suoi fratelli ! Beniamino un lupo che sbrana: al mat ti no divora la preda e alla sera spart isce il bott ino.

    Tutt i questi formano le dodici tr ib d'I sraele, questo ci che disse loro i l loro padre, quando li ha benedett i; ognuno egli bene-disse con una benedizione part icolare. Poi diede loro quest 'ordine: "Io sto per essere riuni to ai miei antenati : seppelli temi pressoi miei padr i nell a caverna che nel campo di Efron l'Hit ti ta, nell a caverna che si t rova nel campo di Macpela di fronte a Mamre,nel paese di Canaan, quella che Abramo acquist con il campo di Efron l 'Hit t it a come propr iet sepolcral e. L seppell irono

    Abramo e Sara sua moglie, l seppell ir ono Isacco e Rebecca sua moglie e l seppell ii Lia. La propr iet del campo e della cavernache si trova in esso proveniva dagli Hitt it i. Quando Giacobbe ebbe finit o di dare questo ordi ne ai f igl i, r it rasse i piedi nel lett o espir e fu riunito ai suoi antenati.

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    GENESI 50

    Allora Giuseppe si gett sull a faccia di suo padre, pianse su di lui e lo baci. Poi Giuseppe ordin ai suoi medici di imbalsamaresuo padre. I medici imbalsamarono Israele e vi impiegarono quaranta giorni , perch tant i ne occorrono per l' imbalsamazione.

    Gli Egiziani lo piansero sett anta giorni. Passati i giorni del lut to, Giuseppe parl all a casa del faraone: "Se ho trovato grazia aivostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole: Mio padre mi ha fatto giurare: Ecco, io sto per morire: tu deviseppell irmi nel sepolcro che mi sono scavato nel paese di Canaan. Ora, possa io andare a seppell ir e mio padre e tornare". I l fa-raone rispose: "Va' e seppell isci tuo padre com'egli t i ha fat to giurare". Allora Giuseppe and a seppelli re suo padre e con lui an-darono tut ti i ministr i del faraone, gli anziani della sua casa, tutt i gl i anziani del paese d'Egit to, t utt a la casa di Giuseppe e i suoifr atell i e la casa di suo padre. Solt anto i loro bambini e i loro greggi e i loro armenti essi l asciarono nel paese di Gosen. Andaro-no con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, cos da formare una carovana imponente. Quando arrivarono all 'Aia di Atad,che al di l del Giordano, fecero un lamento molto grande e solenne ed egli celebr per suo padre un lut to di sette giorni. I Ca-nanei che abitavano il paese videro il lutto alla Aia di Atad e dissero: "E' un lutto grave questo per gli Egiziani". Per questo la sichiam Abel-Mizraim, che si trova al di l del Giordano. Poi i suoi f igl i fecero per lui cos come aveva loro comandato. I suoifi gli lo port arono nel paese di Canaan e lo seppell irono nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva acqui-

    stato, come propriet sepolcrale, da Efron l'Hi tti ta, e che si t rova di f ront e a Mamre. Dopo aver sepolt o suo padre, Giuseppe tor-n in Egitt o insieme con i suoi f ratelli e con quanti erano andat i con lui a seppell ire suo padre.

    Ma i f rat ell i di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: "Chiss se Giuseppe non ci trat-ter da nemici e non ci r ender t utt o il male che noi gl i abbiamo fatt o?". Allora mandarono a dire a Giuseppe: "Tuo padre primadi mori re ha dato quest'ordine: Direte a Giuseppe: Perdona il deli tt o dei tuoi fratelli e il loro peccato, perch ti hanno fatto delmale! Perdona dunque il delit to dei servi del Dio di tuo padre!" Giuseppe pianse quando gli si parl cos. E i suoi frat elli anda-rono e si gett arono a terra davant i a lui e dissero: "Eccoci tuoi schiavi!" . Ma Giuseppe disse loro: "Non temete. Sono io forse alposto di Dio? Se voi avevate pensato del male contro di me, Dio ha pensato di far lo servire a un bene, per compiere quello cheoggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. Dunque non temete, io provveder al sostentamento per voi e per i vostri bambi-ni". Cos l i consol e fece loro coraggio. Ora Giuseppe con la famigli a di suo padre abit in Egit to; Giuseppe visse centodieci anni.Cos Giuseppe vide i figli di Efraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginoc-

    chia di Giuseppe. Poi Giuseppe disse ai f rat ell i: " Io sto per mor ire, ma Dio verr certo a visit arvi e vi far uscir e da questo paeseverso il paese ch'egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe". Giuseppe fece giur are ai f igl i di Israelecos: "Dio verr cert o a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa". Poi Giuseppe mor all 'et di centodieci anni; l o im-balsamarono e fu posto i n un sarcofago in Egitt o.

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    Il GIUSEPPE EGITTOLOGICO

    Il Giuseppe che la Bibbia ci ha dipinto un Giuseppe giudeo, descritto da un giudeo per deigiudei. Il narratore biblico insiste con molti dettagli, sovente minuziosi, su degli incidenti

    che si pu talvolta considerare come minori, mentre lascia nell'ombra la maggior parte dellavita del suo eroe. E cos si limita a dire che dopo la morte di Giacobbe egli abit in Egittocon tutta la casa di suo padre fino all'et di 110 anni. Il Giuseppe biblico folcloristico efamiliare.

    Certo il posto eminente che Giuseppe ha avuto nella conservazione della sua famiglia, nellostabilimento della sua trib, nello sviluppo della sua razza, ha ricoperto un'importanza pri-mordiale, poich il popolo ebreo era incaricato di mantenere, nel corso dei secoli e fino allavenuta del Cristo, in mezzo ad un mondo paganizzato, il culto del vero Dio che la ragiond'essere dell'umanit.

    Ma, proprio per questa sua preminenza, il personaggio Giuseppe merita uno studio moltopi completo che ne faccia risaltare e la funzione storica e le diverse forme della sua attivitumana. ci che noi cercheremo di fare. Lungi che questo aspetto nuoccia al suo caratteresoprannaturale, esso tale da stabilire la realt della sua esistenza e di conseguenza l'auten-ticit della sua missione.

    Quando Giuseppe arriv come prigioniero in Egitto, questo paese era sotto la dominazionedei re della XV dinastia chiamata Hyksos, di origine mezza egiziana e mezza cananea, cheavevano vinto e soggiogato i Sesostris, faraoni autoctoni della XII dinastia. Estinta questa,gli Hyksos avevano diviso l'Egitto in 12 reami vassalli che furono affidati, sotto la loro au-torit, ad altrettanti faraoni della XIII e XIV dinastia, l'una del nord, l'altra del sud. del

    faraone Hyksos sovrano, che era Khaion o Apophis il Grande, che Giuseppe divenne vice-r.

    Apriamo adesso un capitolo interamente nuovo della storia d'Egitto. Diciamo nuovo nonsolo per ci che ci riveler di inedito, ma anche perch, fino ad ora, non mai stato consi-derato sotto l'angolo che noi andiamo a esaminare. Vogliamo parlare del ruolo che gioc inquesto paese Giuseppe, il figlio di Giacobbe.

    Certo gli egittologi non ignorano Giuseppe; essi lo conoscono dalla Bibbia che hanno letto;sanno perci il nome che gli diede il faraone; ammettono, in generale, che egli fu un certotempo suo visir, e siccome il prete egiziano Manthon parla dell'espulsione dall'Egitto degliebrei condotti da Mos, possono anche credere che vi siano entrati al tempo di Giuseppe.Ma Manthon non menziona Giuseppe tra i re o vicer d'Egitto e non gli si riconosce alcunmonumento regale. Pertanto, gli egittologi lo ignorano come tale; essi tendono a considera-re il racconto biblico un po' come un racconto orientale, una bella storia che interessa so-prattutto i giudei, ma che ha cos poco rapporto effettivo con la vita pubblica egiziana, checontestano la realt dei lavori del Bahr-Jousouf, il canale laterale al Nilo che gli arabi attri-buiscono a Giuseppe. D'altronde, essi non hanno senza dubbio mai pensato a ricercare ilsuo nome sui monumenti.

    Che Manthon non ne faccia menzione nelle liste reali, lo si comprende molto bene; questo

    fanatico, che ha fatto della grande epoca dei Pastori Hyksos un tempo di desolazione, di di-sordini, di selvaggia distruzione, all'opposto di ogni verit, che ne ha menzionato i re semi-egiziani della XV dinastia solo perch non poteva lasciare nelle liste genealogiche una la-

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    cuna che sarebbe stata inconcepibile, si ben guardato dal citare la vicereggenza di unebreo, di un pastore puro e semplice, chiamato al trono da uno di quei re Hyksos aborriti:quel pastore straniero (oh, onta!) aveva reso all' Egitto i servigi pi grandi (oh, rabbia!).Quando gi "le iscrizioni... lasciate dagli Hyksos in Egitto erano state sistematicamentemartellate in odio ai nomi che esse erano destinate a trasmettere alla posterit"4 al puntoche, delle loro numerose costruzioni, non si scoprono pi che rari frammenti, non si pu

    certo attendersi di trovarne di Giuseppe.

    Ma c' ancora un'altra ragione per questa assenza di tracce: che i monumenti commemo-rativi non sono stati edificati che in occasione delle cerimonie di culto degli egiziani, e Giu-seppe, puro sia per dottrina che per costumi, non si sarebbe mai mescolato a queste festepagane, soprattutto per dirigerle e lasciarvi attaccato il suo nome. Ha forse anche avuto unoscudo come ne avevano i faraoni, e questo scudo poteva benissimo essere vuoto, giacch

    vuoto (vacuus), si dice in egiziano: = Ousf, cio Giuseppe.

    Significa forse che il ruolo di Giuseppe in Egitto sia stato cancellato? La soppressione del-le XIII e XIV dinastie, quando egli arriv al potere come dittatore ai viveri, basterebbe gia stabilire il contrario. Di ci Manthon dice semplicemente, dopo aver citato queste duedinaste: "Sotto il re Toutimaios, la divinit, non so per quale ragione, ci fu ostile; allora,contro ogni attesa, dei popoli dei paesi dell'est e di origine abietta osarono penetrare inEgitto e se ne impadronirono facilmente e senza combattere. Essi sottomisero i capi,ecc...". Ecco come, e in che maniera imbarazzata e inverosimile, dei sacerdoti egizianihanno scritto la storia del loro paese pur di non riconoscervi l'influenza del vero Dio.Quanto pi obiettiva appare quella del popolo ebreo! Vi tuttavia un punto sul quale laScrittura Sacra e Manthon sono in fondo d'accordo, quando la prima dichiara che il fa-raone stabil Giuseppe per comandare a tutto l'Egitto, e il secondo che gli stranieri domina-rono i re indigeni. Siccome, d'altra parte, Weigall5 ci dice che "dopo aver regnato una

    trentina d'anni, Khian [Apophis il Grande] soppresse gli ultimi vassalli indigeni dell'Alto edel Basso Egitto delle XIII e XIV dinastia", tutto si accomoda, grazie all'insegnamentofornito dalla Bibbia, senza bisogno di fare del romanzo storico, antico o moderno.

    Tuttavia, Manthon non ci dice come, dopo la soppressione delle XIII e XIV dinastie,riapparvero la XVI e XVII che, sempre secondo lui, videro regnare congiuntamente deiPastori e degli autoctoni, XVII il cui ultimo discendente indigeno rovesci la dominazionedei Pastori. C' qui un mistero che il prete egiziano si ben guardato dal chiarirci, lui, che"non sapeva per quale ragione la divinit si era mostrata ostile all'Egitto". Lo faremo noiper lui: lo stesso faraone, Apophis Khaion, che soppresse con misura amministrativa i revassalli per dare ogni potere a Giuseppe durante il periodo critico d'alimentazione dell'Egit-

    to, li ristabil tranquillamente quindici anni dopo, passato il pericolo, certo su richiesta dellostesso Giuseppe, per non urtare delle suscettibilit locali.

    Noi dovremmo dunque, per distruggere l'edificio d'iniquit redatto da Manthon, ricercare,nei rari frammenti dei monumenti egiziani che possono far allusione a Giuseppe, confermadi ci che dice la Genesi. Dal poco che potremo scoprire in questo dominio si giudicher dici che fu una grande realt.

    Di primo acchito, non possiamo quasi sperare, il perch l'abbiamo detto, di incontrare delleiscrizioni a nome dello stesso Giuseppe. Ma i faraoni che furono suoi vassalli durante ilunghi anni che seguirono la carestia, non furono tenuti a tale discrezione, e cos come for-

    4 - De Morgan: Les premires civilisations, Leroux, Parigi, 1909, p. 31.5 - Histoire de l'gypte ancienne, Payot, Paris, 1935, pag. 90.

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    mavano i loro nomi reali con elementi dei nomi dei loro sovrani Pastori, ugualmente dovet-tero fare delle allusioni elogiative al vicer. Noi abbiamo scoperto un'iscrizione che parti-colarmente espressiva in merito; quella di un re che Gauthier, nel suo "Livre des roisd'gypte", chiama Ousir... R Sebekemsaf III; noi ne trarremo ci che essenziale pergiustificare la nostra tesi.

    Eccone due scudi: nel primo, lo scettro a testa di sciacallo rovesciato (guarda all'indietro); questo segno si leggerdunque: Ousche Ehoun. La forcella che viene in segui-to, Furca, si dir Djan. Il segno martellato certamentel'immagine dell'animale setiano, caro ai Pastori; ma siccome la forca che ne termina soven-

    te la coda, qui riportata in avanti, l'animale sar rappresentato senza questa ap-pendice forcuta il che si dice St Tahe Nodj. La linea divisa si dice Ouei Sa Phadji;siccome qui inclinata, la sua lettura si completer in Henos. Questi diversi segni si trova-no dietro il sole puntato, il che si esprimer con Ha R Hi Oua. Il primo scudo si leggerdunque: Ousche Ehoun Djan [St Tahe Nodj] Ouei Sa Phadji Henos Ha R Hi Oua;

    il che si pu tradurre:Houo Sch Ehoun Djan Set ThaSuperfluum Hortus Introductio Cella Servare FinisSuperfluo Giardino Introduzione Granaio Conservare Paese

    Nout Ouei Sabe Djinhs Hareh Hiooue;Farina Magnitudo Prudens Laudatio Servare Gurgites;Farina Grandezza Previdente Lode Serbare Grande ammasso d'acqua;Ossia, in testo continuo; "Il superfluo dei giardini stato introdotto nei granai per conser-vare al paese della farina. Lode al molto previdente che ha serbato dei grandi ammassi diacqua".

    Questo testo designa gi molto chiaramente Giuseppe in perifrasi; ma comprende ugual-mente i suoi nomi nel geroglifico e si trova cos il nome proprio del suo vassallo, giac-ch Ouei Sa Phadji Henos, in primo luogo Yousuof = Ouei Sa Ph; poi phenath inSa Ph Henos, e Pahenach in Phadji Henos, i soprannomi che il faraone diede a Giusep-pe. Ed ecco ancora Giuseppe presentato sotto un aspetto religioso che non permette di con-fonderlo con un prncipe egiziano: Ouei Sa Phadji Henos si trascrive anche:

    Yousouf A Ti Henos;Joseph 1 Deus Inclinare;Giuseppe Uno Dio Inclinarsi; Giuseppe adoratore di un solo Dio.

    Egli descritto anche fisicamente:

    Yousouf Ha Dji Enas;Joseph Facies Vero Pulcher;Giuseppe Viso Veramente Bello; Giuseppe veramente bello di viso.

    Si pu anche trascrivere:

    Yousouf Asch He nese;Joseph Quantus Modus Formosus;Giuseppe Molto grande Proporzione Di belle forme;Giuseppe, di belle forme, molto perfettamente proporzionate.

    ci che ci dice esattamente la Bibbia: "Erat autem Ioseph pulchra facie et decorus adspec-tu". "Ora, Giuseppe era bello di viso e di aspetto molto gradevole".

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    Il figlio di Giacobbe doveva dunque essere di una bellezza notevole perch questo partico-lare esca cos dal nome stesso che gli davano i suoi vassalli. Lo fino al geroglifico utiliz-zato che lo designa, giacch assomiglia graficamente allo steccato del recinto delle pecore

    che i Pastori impiegavano al posto dell'onda , non vi differenza che nel nu-mero delle barre trasversali: tre in luogo di quattro. Giuseppe era dunque considerato sotto

    il suo aspetto di pastore di pecore; ma la barra era rialzata per mostrare che era stato elevatoin dignit.

    L'iscrizione non confermava solamente che Giuseppe aveva accumulato nei granai l'ecce-denza di grano degli anni di abbondanza, ma lo lodava anche per essere stato molto previ-dente costituendo dei grandi ammassi d'acqua. Il saggio visir non aveva dunque solo ac-cumulato le granaglie, come dice la Bibbia, ma anche immagazzinato l'acqua degli anni dipiena, di cui essa non parla. questo un aspetto della sua attivit che noi esamineremo inparticolare.

    Il vassallo prende dunque il nome di Giuseppe, e non senza una ragione speciale giacch

    Ouei Sa Phadji Henos si traduce anche:

    Yousouf Odji Henhoe;Joseph Tyrannus Consortes;Giuseppe Re assoluto Associato;"Uno degli associati di Giuseppe durante la sua regalit assoluta".

    Prima dunque di essere faraone regionale, il nostro re era stato ministro di Giuseppe quandoegli era dittatore ai viveri. Anche questo punto meriter un esame speciale.

    Il secondo scudo non meno eloquente. Cos come aveva marcato con un punto di doman-

    da la barra obliqua che termina il primo, Gauthier si chiesto cos'era l'ultimo segno del se-condo scudo che ha nondimeno letto "saf". Non che un embrione di lettura. Per com-prendere questo geroglifico, bisogna appunto riportarsi a un faraone che aveva un nome as-sai simile a quello di Giuseppe e che Ousaphais o Ousaphaidos, quinto re della primadinasta. Tra i suoi molti scudi, egli ne ha uno con questa forma .

    La parentela col geroglifico del secondo scudo di "Sebekemsaf" visibile.Cosa serve per realizzare la somiglianza? Far ruotare di 90 il gruppo deiprimi segni, unire fra loro le barre mediane, ingrossarne i tratti. Si ottiene cosun segno analogo a quello del primo scudo ma pi grande e guarnito di teste.Ora, il gruppo di Ousaphaidos si leggeva Ouei Sa Phaschi Schomti; se se ne

    fanno ruotare le estremit perch vengano in testa, vi si aggiunger: Sa Aphe = Versus-Caput; se uniamo le barre per il centro, ci si dir: Henhoe Pasche = Socii-Dimidium; lagrande figura realizzata sar qualificata Enaake = Magnus; l'ingrossamento dei tratti si dirDjadj = Crassus. Il geroglifico si legger pertanto: Ouei Sa Phaschi Schomti Sa ApheHenhoe Pasche Enaake Djadj.

    Cosa pu rappresentare questa figura, si chiesto Gauthier? Abbiamo gi incontrato deigeroglifici il cui tratto era ingrossato; in particolare nella titolatura di Snephres e in quelladi Ammnms III; in un caso come nell'altro, i segni rappresentavano le dighe costruiteda questi faraoni, una in Ofir, l'altra al Fayoum. Non sar lo stesso qui? Traduciamo la no-stra lettura:

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    Hoi Sa Phah Schi Schmou TheAgger Contra Disrumpere Fundamentum Paxilli SimilisDiga Contro Rompere Consolidamento Pali Simile

    Djoofe Enkot Pasche Enauh Khe Djadj;Plantare Coire Per Dimidium Vincula Contignatio Cervix;Piantare Riunirsi Con A met Legami Carpenteria Supporto;"La diga stata consolidata contro le rotture con dei pali simili piantati [dentro] e riunititra loro per il centro con dei legami e con dei supporti in carpenteria".

    Il geroglifico riproduce dunque l'armatura di una diga. Dove fu costruita? L'inizio del se-condo scudo, rappresentante un coccodrillo coricato e un uccello notturno, ce lo dir; essosi legge: Sh Efhu Koh St Amau. Traduzione:

    Sah O E Phe Kos th A Mau;Doctor Magnus Apud Clestis Magna Sepultura Foramen Fare Aqua;Dottore Grande Dopo Celeste Grande Sepoltura Foro Fare Mare;"Il grande dottore da un foro ha fatto un mare vicino alla grande sepoltura dei celesti".

    Cosa vuol dire? I celesti di cui si tratta erano i coccodrilli divinizzati le cui mummie veni-vano conservate nelle cripte del grande Labirinto edificato al centro della depressione delFayyum, ed ecco perch lo scudo rappresenta un coccodrillo coricato vicino a un notturno. nel "foro" formato dal Fayyum e dall'Uadi Rayan vicini che erano stati accumulati, comein un mare interno, i grandi ammassi d'acqua che la diga doveva contenere. Questo lavoroera stato prescritto dal "grande dottore", lo stesso che aveva accumulato il grano nei granai,cio Giuseppe.

    Abbiamo adesso la prova che Giuseppe costru al Fayyum e all'Uadi Rayan una diga percostituire l'immenso serbatoio dove avrebbe immagazzinato l'acqua dei sette anni di abbon-danza, precauzione indispensabile di cui la Bibbia non fa menzione nelle traduzioni accetta-te e che ignorano anche gli egittologi. E siccome la pressione dell'acqua stava per essereaumentata e di molto, noi sappiamo come l'abile ingegnere vi intervenne per evitare loscoppio delle pareti della diga: fece scegliere dei grossi tronchi d'albero, di pari grossezzaaffinch non vi fossero dei punti pi deboli nelle pareti, e li fece legare tra loro in catenacontinua in modo da mantenere la solidit in tutti i punti; per impedire l'affondamento ine-guale dei pali, li mun di traverse nella parte inferiore e fece lo stesso con la parte superiore,senza dubbio per facilitare un legame tra le teste con dei pezzi di travi, il che fu l'armaturadella diga.

    E perch non sussista nessun dubbio sulla paternit dell'opera, il geroglifico della diga danche il nome dell'autore:

    Yousouf Ach Djom Ti [o Dj M Ti]Joseph Propheta Substantia Dare [o Caput Mittere Deus]Giuseppe Profeta Nutrimento Dare [o Capo Inviare Dio]

    Sa Aphe Henhoe Pasche Enaake Dja Dj;phenath (ebreo) Pahenach (ebreo) Dicere Canere;phenath (ebreo) Pahenach (ebreo) Fare conoscere Profetizzare"Giuseppe, il profeta che d il nutrimento, il capo inviato da Dio, phenath Pahenach, ilrivelatore delle profezie".

    Si pu ancora vedevi:

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    Yousouf K M DjiJoseph Imponere Mittere DicereGiuseppe Imporre Dirigere Nominare

    Sa Aphe Henhoe Pasche Enaake Schsch O;phenath Pahenach Pastor Magnus;phenath Pahenach Pastore Grande;

    "Giuseppe, soprannominato come dirigente phenath Pahenach, il grande Pastore".E se riprendiamo l'inizio del secondo scudo possiamo ancora tradurlo:

    Sah O Hi Phe O Khko SetMagister Magnus Mittere Clestis Magnus Fames ServareMaestro Grande Inviare Celeste Grande Fame Preservare

    Hah Mah Ho [o Mah Hou];Multitudo Haurire Pejor [o Saturare Aqua];Moltitudine Superare Il peggio [o Soddisfare Acqua];"Il grande signore inviato dal grande Celeste per preservare dalla fame le moltitudini e su-

    perare il peggio [o: e soddisfarli in acqua]".

    In effetti, non bastava dar da mangiare al popolo durante la carestia, bisognava anche darglida bere supplendo all'inaridimento del Nilo, e inoltre procurare nella misura del possibilel'irrigazione delle culture.

    Non studieremo qui la totalit degli scudi reali dell'epoca di Giuseppe: l'abbiamo fatto nelnostro Libro dei nomi dei re d'Egitto. L'esempio che abbiamo scelto basta per mostrareche Giuseppe non rimasto ignorato dalle iscrizioni faraoniche, che la sua missione salva-trice stata altamente apprezzata dagli egiziani suoi contemporanei e che la sua autorit stata effettiva e generale sui pi alti funzionari di Apophis il Grande; egli era veramente

    l'alter ego del faraone, e il suo potere non aveva altri limiti che quelli della potenza del fa-raone supremo.

    Evidentemente, se anche noi ci fossimo limitati, come gli egittologi, a leggere i due scudistudiati Ousir... R Sbekemsafsenza cercare il senso di questa traduzione ultra somma-ria, senza tener conto della nota di San Clemente d'Alessandria che le iscrizioni faraonicheavevano numerosi significati non solo ovvii ma allegorici, avremmo, come i nostri prede-cessori, ignorato totalmente il ruolo eminente di Giuseppe in Egitto.

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    GIUSE P P E , SIGN ORE DEL MON DO

    Facciamo ora un passo indietro. Dio non si limit a prevenire Giuseppe con dei sogni sullegrandezze che l'attendevano; gli prepar le circostanze, utilizzando anche la malizia degliuomini, come dice Giuseppe ai suoi fratelli: "Voi avete t ramato un catt ivo disegno contro di me, ma Dio l 'hacambiato in bene per elevarmi, come voi ora vedete, e per salvare molti popoli".

    Ora, se Giuseppe fu venduto come schiavo dai suoi fratelli, fu per diventare l'intendente diPutifar, generale in capo dell'armata egiziana; e se la moglie perversa di questi fece gettareGiuseppe in prigione, fu perch vi incontrasse il gran coppiere del faraone che doveva farloconoscere al re.

    La Volgata ci dice che il gran coppiere e il gran panettiere avevano offeso il loro signore

    senza indicare la natura della loro colpa; ma se ritraduciamo con il copto la parola ebraicaLehadondjhm, tradotta: "offesero", che precede le parole Le Mlke,

    otteniamo:

    Ebraico: L Eha D On DjCopto: La Ehi Tha Odjne ScheLatino: Cessare Vita Pertinens ad Perdere FiliusItaliano: Commettere colpe Vita Giungere a Perdere Figlio

    H M Le M Lke;H M Leh Hmme Lesche;Initium Mittere Cura Regere Potens;

    Inizio Abbandonare Cura Reggere Potente;"Essi avevano commesso delle colpe che hanno portato, per abbandono di cure, alla perdi-ta della vita del figlio primogenito di quello che aveva la potenza regale".

    Ora la situazione si chiarisce: il gran coppiere e il gran panettiere avevano il compito di ve-rificare gli alimenti che doveva prendere il figlio maggiore del faraone; questi funzionariavevano mancato di sorveglianza, e l'erede al trono era morto avvelenato.

    ci che confermano delle iscrizioni egiziane. Noi abbiamo detto che gli egiziani, e spe-cialmente il sacerdote Manthon, avevano cercato di minimizzare le prove della grandezzadella XV dinastia Hykss. D'altronde, le diverse varianti di questa lista dinastica sono di-

    scordanti tanto per le denominazioni e le durate di regno che per l'ordine cronologico ed ilnumero dei titolari. Ecco perch la ricostruzione di questa dinastia non era mai stata fattain maniera soddisfacente prima dello studio approfondito che noi ne abbiamo fatto nel no-stro "Libro dei nomi dei re d'Egitto". Non solo Giuseppe che vi stato omesso in tuttele liste, ma in alcune anche vari faraoni, particolarmente un certo Sthos che non menzio-nato che su una delle liste e che sembra essere stato confuso con un re Aseth. L'omissioneabituale di Sthos ha una causa analoga a quella di