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  • 8/2/2019 1.Hardware Software

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    I sistemi Hardware e software Prof.Maurizio Muzzupappa

    I sistemi hardware e software

    1. INTRODUZIONE

    Nella scelta non facile del PC diventa fondamentale individuarne il campo di applicazioneprincipale. Infatti, se da una parte il PC si pu considerare costituito da pochi componenti

    fondamentali, dallaltra la capacit di soddisfare esigenze specifiche dellutente possibile solo

    grazie alla possibilit di combinare sapientemente questi componenti ed espandere le potenzialit di

    base con dispositivi ad hoc mediante i quali il PC assume una precisa connotazione.

    Nei paragrafi successivi verranno analizzati perci i componenti fondamentali che costituiscono un

    PC, e verr data particolare enfasi alle caratteristiche che pi influiscono nelle prestazioni di un

    calcolatore dedicato alla grafica 3D.

    2. I COMPONENTI INTERNI DI UN COMPUTER

    Allinterno del computer si possono individuare cinque tipologie principali di componenti: memoriaRAM, memoria ROM, processore, Hard Disk e schede di espansione. Questi componenti sono

    connessi tra di loro attraverso la scheda madre, che consente inoltre il collegamento tra questi

    componenti e i cosiddetti dispositivi di input e di output. Il funzionamento del computer si basa sul

    continuo rapidissimo trasferimento di segnali elettrici fra questi componenti e fra gli stessi e le

    periferiche esterne. Propagandosi fra i milioni di circuiti che compongono il computer questi segnali

    attivano /disattivano continuamente altri circuiti producendo nuovi segnali che vanno a comandare

    altre parti, e cos via per centinaia di milioni di volte ogni secondo.

    I dispositivi di input/output pi comuni sono: Tastiera, Mouse, Monitor, Lettore CD-Rom eFloppy, Stampante e Audio (casse, microfono), Modem, Masterizzatore, Scanner,Videocamera, ecc.; alcuni dei dispositivi di I/O, per poter essere collegati alla macchina,richiedono la presenza di una scheda di espansione inserita allinterno del computer.

    La scheda madre, o motherboard in inglese, uno dei componenti fondamentali di un personalcomputer; sulla scheda madre sono connessi tutti gli altri componenti, dal processore di sistema alla

    scheda video, passando per hard disk ed eventuali ulteriori periferiche.

    Scheda MadreScheda Madre

    CPU

    Memoria

    Centrale

    Scheda

    Video

    Memoria

    Esterna

    Schede di

    Espansione

    Porte

    I/O

    Il Microprocessore, sinteticamente chiamato CPU (dallinglese Central Processing Unit), ilcuore del computer in quanto adibita allo svolgimento delle funzioni pi importanti

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    dellelaboratore elettronico. La CPU ha la funzione di eseguire i programmi contenuti nella

    memoria centrale prelevando, decodificando ed eseguendo le istruzioni che li costituiscono.

    CPU

    CPUCPU

    SOCKET

    Classe

    Frequenza

    Memoria Cache

    FSB (Front Side Bus)

    Caratteristiche di una CPU

    Vediamo in dettaglio le caratteristiche principali di una CPU.

    Il tipo di collegamento (SOCKET) con la scheda madre. Ad ogni tipologia di connettore (p.e.Socket LGA775, Socket478, Socket754, Socket939, etc.) corrisponde un particolare gruppo diprocessori che possono essere utilizzati.

    La classe del processore definisce larchitettura interna del processore.La frequenza di funzionamento la frequenza alla quale lavorano i processori, cio il quantitativodi operazioni che ogni processore in grado di eseguire in un secondo.

    Il front side bus la velocit di comunicazione tra il processore e la scheda madre.La memoria cache una memoria interna al processore, generalmente di pochi Kb, ed unamemoria di tipo statico, molto veloce ed utilizzata per la memorizzazione delle informazioni piricorrenti.

    La velocit alla quale il processore elabora i dati quella di clock (ad esempio, 3000Mhz), mentre

    quella alla quale la memoria di sistema sposta i dati quella di bus, decisamente pi ridotta

    (1000Mhz); si deduce abbastanza chiaramente che la frequenza di lavoro della memoria di sistema

    rappresenta un collo di bottiglia alle prestazioni complessive, in quanto il processore costretto ad

    "aspettare" che i dati possano essere utilizzati dalla pi lenta memoria di sistema (fenomeno della

    latenza). La memoria cache lavora non alla frequenza di bus ma ad una frequenza pi elevata e

    serve per velocizzare le transazioni dei dati tra memoria di sistema e processore. In dettaglio,

    esistono due tipi di memorie cache:

    cache L1 o di 1 livello: in genere contenuta all'interno del Core del processore e opera allafrequenza di clock;

    cache L2 o di 2 livello: a seconda del tipo di architettura posta o all'interno del Core delprocessore oppure sulla motherboard; opera a frequenze differenti a seconda del tipo di

    architettura, variabili tra la frequenza di bus e quella di clock.

    Il quantitativo di memoria cache particolarmente ridotto ma essendo questo un tipo di memoria

    particolarmente veloce, sia per la sua frequenza di lavoro che per tipologia, si ottiene un notevole

    abbassamento della latenza complessiva tra memoria di sistema e processore nel trasferimento dei

    dati; a maggiori quantitativi di memoria cache corrispondono, in linea generale, prestazioni

    superiori, anche se queste aumentano meno che proporzionalmente.

    La Memoria RAM (Random Access Memory) uno dei componenti fondamentali nelfunzionamento di un Persona Computer. E la memoria dove vengono conservati i dati in corso dielaborazione (i documenti aperti) e le istruzioni del programma in esecuzione; si tratta di una

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    memoria temporanea che si cancella completamente quando si spegne il computer. Le schede madri

    possono montare differenti tipi di memoria di sistema, a seconda del chipset da esse utilizzato:

    Moduli SIMM: un tipo di memoria a 32 bit ed quella di pi vecchia concezione SDRAM PCxx: il primo tipo di memoria SDRAM pensato per frequenze di lavoro da 66

    MHz a 133MHz ed caratterizzato dalla presenza di 168 pin o contatti

    DDR (Double Data Rate): questa tecnologia, introdotta per la prima volta nelle memorie delleschede video, permette di raddoppiare la bandwidth della memoria a disposizione in quanto

    vengono utilizzati entrambi i fronti di clock (ascendente e discendente). Esistono memorie

    DDR2 e DDR3, evoluzioni della memoria DDR.

    Rambus: standard ormai in disuso era utilizzato per sistemi di alto livello tipo workstation oserver

    Memoria CentraleMemoria Centrale

    Memoria

    Centrale

    Caratteristiche della memoria RAM Tipo: SDRAM DDR DDR2

    Frequenza di funzionamento: PC2700 (333MHz), PC 3200

    (400MHz), PC3700 (467MHz), PC4000 (500MHz),

    Capacit (in MB)

    L'hard disk ha quale compito principale la memorizzazione e la conservazione dei dati. Negli harddisk i dati sono scritti sulla superficie di un disco, chiamato piatto, in forma magnetica; la testina,

    una per ogni faccia del piatto, permette di scrivere i dati proprio come se fosse la testina di un

    giradischi, senza per che avvenga un contatto fisico tra le due parti. I dati memorizzati nell'hard

    disk sono organizzati per cilindri, tracce e settori: i cilindri sono tracce concentriche poste sulla

    superficie del piatto, e ogni traccia divisa in settori. Negli hard disk, a motivo della loro sempre

    pi elevata capienza, possono trovarsi pi piatti e ogni loro faccia dotata di testina; ogni hard disk

    ha dei settori riservati per le informazioni, che vengono utilizzate automaticamente in caso di

    malfunzionamento. Vediamo quali sono le caratteristiche tecniche di un hard disk.

    Hard DiskHard Disk

    Memoria

    Esterna

    Caratteristiche di un HD Interfaccia (ATA100, ATA133, SATA150, SCSI)

    Capacit (in GB)

    Velocit del disco (5400rpm, 7200rpm, )

    Buffer (in MB)

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    Il tipo di interfaccia con la scheda madre pu essere di due tipi EIDE o SCSI. Rispetto a quellaEIDE (ATA100, ATA133 e SATA150) la SCSI un'interfaccia decisamente pi "professionale".

    La grande potenza dello SCSI sta nel fatto che le diverse periferiche possono utilizzare il bus SCSI

    anche contemporaneamente, mentre con un controller EIDE due unit collegate allo stesso canale

    non possono occupare il bus contemporaneamente.

    Hard DiskHard Disk

    INTERFACCIA

    ATA100 o ATA133 (rispettivamente 100 e 133

    MB/s)

    SATA150 (150 MB/s)

    SCSI (in configurazione Ultra Wide 3, 160

    MB/s)

    La velocit di rotazione: pi elevata, maggiore sar il numero di dati letti a parit di tempo; glihard disk EIDE hanno in genere velocit massima pari a 7.200 giri al minuto, mentre quelli SCSI

    arrivano a 15.000 giri al minuto. Il tempo di accesso ai dati: indica il tempo necessario alla

    meccanica dell'hard disk per accedere ai dati memorizzati; pi basso, migliori saranno le

    prestazioni.

    Hard DiskHard Disk

    VELOCIT DI ROTAZIONE:

    HD ATA100 e ATA133 hanno

    velocit massima pari a 5.400 o 7.200

    rpm,

    HD SCSI hanno velocit massima pari

    a 10.000 o 15.000 rpm.

    Il buffer: una piccola memoria interna all'hard disk che memorizza alcuni dati letti dalla testinama non ancora inviati alla cpu per essere elaborati; permette di velocizzare le operazioni e, pi

    grande, migliori saranno le prestazioni.

    Hard DiskHard Disk

    BUFFER: una memoria internaallHD che memorizza alcuni dati letti

    dalla testina ma non ancora inviati alla

    cpu per essere elaborati; permette di

    velocizzare le operazioni e, pi

    grande, migliori saranno le prestazioni(2 8 MB).

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    La tecnologia RAID nata per ovviare a 3 problemi specifici (tutti in funzione del costo): Capacit Sicurezza Velocit

    La tecnologia RAID (Redundant Array of Independent Disks) permette di utilizzare pi supporti di

    memorizzazione integrandoli tra loro. Un controller RAID integra degli algoritmi che glipermettono di disporre pi periferiche (almeno 2) di memorizzazione (HD) in 5 diverse modalit

    chiamate:

    RAID 0 RAID 1 RAID 4 RAID 0+1 RAID 5

    In dettaglio vedremo solo le prime due configurazioni.

    RAID 0. Modalit funzionante con almeno 2 unit ma che il sistema "vede" come un unico

    supporto fisico. I due (o pi) dischi posso funzionare in modalit Striping oppure in modalitSpanning.

    Striping. I dati sono divisi in modo tale da velocizzare la lettura/scrittura sequenziale: questo

    significa che l'utente finale vede un aumento delle prestazioni soprattutto nel caso di

    trasferimento di grosse moli di dati

    Spanning. I dati sono "spalmati" su tutte le unit fino al raggiungimento dell'ultimo Mbit

    disponibile. Quindi il totale, nell'esempio di sopra, 5+7+8= 20 GB. In questo caso l'unico

    vantaggio riscontrabile quello della sommatoria delle capacit dei singoli HD.

    Nella configurazione RAID 0 in modalit Striping all'aumentare del numero degli HD ci sar un

    aumento della velocit di lettura/scrittura (quasi) proporzionale al numero delle unit: ogni volta

    che avete intenzione di scrivere un dato sull'HD questo opportunamente spezzettato/diviso e

    salvato su tutti gli HD che sono in configurazione RAID 0 striping. In teoria un se un file di grossedimensioni impiega 10 secondi per essere letto, con 2 Hd il tempo scende a 5 secondi, con 3 HD

    scende a 3,3 secondi etc. ecc...

    RAID 1. Configurazione utile nel caso in cui si ha bisogno di sicurezza; RAID 1 infatti dettoanche Mirror, un metodo che spreca tanto spazio: supponendo di avere 2 HD da 20 GB in

    configurazione RAID 1 la capacit totale sar di 20 GB. Ogni volta che si intende scrivere un dato

    sull'HD questo duplicato su entrambi i dischi fissi occupando quindi il doppio dello spazio che

    occuperebbe normalmente. Ma se la prerogativa la sicurezza dai dati questo il metodo migliore:

    supponendo che l'HD 1 perda un dato questo sar subito recuperato dal controller RAID sull'HD 2,

    dando cos una continuit di lavoro e la possibilit di sostituire l'HD rotto.

    Hard DiskHard Disk

    CONFIGURAZIONE RAID

    RAID 0 : massime prestazioni

    RAID 1 : massima sicurezza

    BIOS (Basic Input/Output System): un componente che fa parte integrante della scheda madre. Ilsuo scopo quello di gestire la fase di accensione del computer. Il BIOS conserva in una ROM la

    sequenza di istruzioni di avvio che viene eseguita automaticamente ad ogni accensione del

    computer. L'operazione di avvio detta boot e passa per 3 fasi successive: - Test di funzionamento

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    del sistema (verifica dell'hardware), - Attivazione dell'hardware installato, - Verifica della presenza

    del sistema operativo e suo caricamento.

    ROM (Read Only Memory): contrariamente alla RAM, la memoria ROM non esiste in forma dicomponente separato e individuale, esistono invece numerose piccole ROM incorporate all'interno

    dei vari circuiti integrati (sulla scheda madre, sulle schede d'espansione, ecc.) come nel BIOS.

    Le Schede di Espansione sonoschede che espandono le funzioni della scheda madre per pilotaredispositivi interni od esterni. La pi importante la scheda video su cui si connette il monitor.Molto diffusa, sebbene non strettamente necessaria per il funzionamento della macchina, anche la

    scheda audio, attraverso cui il computer in grado di produrre o registrare suoni. Per leconnessioni dirette alla rete (senza modem) occorre invece dotarsi di una scheda di rete. Infine lascheda SCSI consente di pilotare dispositivi che richiedono una particolare velocit neltrasferimento dei dati. Esistono poi numerosi altri tipi di schede, create per funzioni particolari,

    quali ad es. la scheda di acquisizione video per collegarsi alla televisione, ad un videoregistratore oad una videocamera, e molte altre ancora di uso specialistico.

    Schede di EspansioneSchede di Espansione

    Schede di

    Espansione

    Si tratta di schede che espandono le funzioni della scheda

    madre per pilotare dispositivi interni od esterni.

    Se il microprocessore il cuore vero e proprio di ogni elaborazione effettuata da un Personal

    Computer, se la motherboard quel componente che permette di mettere in comunicazione tra di

    loro i diversi componenti e questi ultimi con la cpu, il chipset pu essere correttamente identificatocome quel componente della motherboard che gestisce tutti i processi da quest'ultima svolti,

    pertanto governa lo scambio di dati tra le differenti parti che compongono un PC (processore,

    sottosistema video, sistemi di memorizzazione, memoria di sistema, ecc..). Alla luce di queste

    affermazioni si capisce facilmente come la scelta di uno o dell'altro chipset non abbia conseguenze

    di secondo piano sull'ottimale funzionamento di un sistema.

    Anche se si parla di chipset sempre al singolare, questo quasi sempre composto da due differenti

    chip, il North Bridge e il South Bridge; il primo ha dimensioni maggiori rispetto al secondo ed in

    genere quello che viene indicato come il chipset vero e proprio, mentre il secondo pi piccolo e

    posto, generalmente, nella met inferiore della motherboard, nelle vicinanze degli Slot PCI e ISA.

    Mentre i primi chipset per sistemi Pentium (quelli montati su motherboard dotate di Socket 5) erano

    formati da pi di due chip, da un paio di anni a questa parte tutti i produttori si sono orientati verso

    una costruzione a due chip, il North Bridge e il South Bridge per l'appunto.

    Recentemente, Intel ha introdotto la cosiddetta struttura ad Hub: al posto dei tradizionali north e

    south bridge sono infatti presenti distinti chip, chiamati hub, che gestiscono alcuni particolari

    compiti. Ad esempio, il chip ICH (Input Output Controller Hub) gestisce tutti i dati di input output,

    cio il flusso di informazioni tra processore e periferiche di input output come ad esempio gli harddisk; il chip GMCH (Graphics and Memory Controller Hub) gestisce invece tutti i dati legati al

    video on board e quelli tra processore e memoria di sistema. In sostanza, cambiata la struttura del

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    chipset ma il risultato rimasto lo stesso, cio coordinare i dati che passano tra le differenti

    periferiche.

    ChipsetChipset

    Il chipset quel componente della

    motherboard che gestisce tutti i processi da

    quest'ultima svolti, pertanto governa lo

    scambio di dati tra le differenti parti che

    compongono un PC (processore, sottosistema

    video, sistemi di memorizzazione, memoria

    di sistema, ecc..).

    Il chipset composto da due differenti chip,

    il North Bridge e il South Bridge.

    2.1. LE PORTE DI INPUT/OUTPUT

    Le porte di I/O sono una serie di prese, localizzate sul lato posteriore del computer, che vengono

    utilizzate per collegare alla macchina tutti dispositivi esterni (monitor, tastiera, mouse, ecc.). La

    disposizione delle porte varia da computer a computer.

    Tipicamente sono poste direttamente sulla scheda madre le seguenti porte:

    Porte PS/2 per il collegamento del mouse e della tastiera (una dedicata al mouse e l'altra allatastiera; non si possono invertire).

    Porta Seriale per il modem, o in generale per dispositivi che non richiedono un flusso di dati moltoveloce (fino a qualche anno fa veniva usata anche per il mouse).

    Porta Parallela si usa quasi sempre per la stampante, ma in generale adatta per qualunquedispositivo che richieda un flusso di dati pi veloce rispetto alla capacit della porta seriale.

    Porta USB (Universal Serial Bus) di recente introduzione, adatta per connettere al computerqualunque tipo di dispositivo (purch compatibile col collegamento USB!). La tecnologia USB

    consente di creare "catene" di dispositivi collegati tutti su un'unica porta (fino a 127), inoltre

    consente il collegamento "a caldo" (cio a computer acceso), mentre tutti i dispositivi non USB

    devono sempre essere collegati a computer spento.

    Le schede di espansione che vengono montate sulla scheda madre rendono poi disponibili molte

    altre porte, fra cui le principali sono:

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    Porta Video (talvolta integrata direttamente sulla scheda madre, soprattutto nei modelli di marca)per connettere il monitor al computer.

    Porta di Rete per collegare la macchina direttamente ad una rete di computer, senza usare ilmodem. Ne esistono di vari tipi, ma ormai la presa RJ45 ha di fatto rimpiazzato tutte le altre.

    Porta SCSI per dispositivi che richiedono un flusso di dati molto veloce (scanner, masterizzatore

    esterno, ecc.). La tecnologia SCSI consente inoltre, come la USB, il collegamento di dispositivi acatena (fino a 7), ma non il collegamento a caldo.

    Tipologia velocit in MByte/s

    Porta seriale 0,014

    Porta Parallela standard 0.150

    USB 1.1 1,5

    Porta Parallella ECP/EPP 3

    FireWire IEEE1394 25

    USB 2.0 60

    Wide Ultra SCSI 2 80

    Wide Ultra SCSI 3 160

    Porte di ComunicazionePorte di Comunicazione

    3. I DISPOSITIVI DI INPUT/OUTPUT

    I dispositivi di I/O, o di Ingresso/Uscita, o Periferiche esterne sono tutti quegli apparecchi che

    servono per il trasferimento di dati e informazioni fra il computer e il mondo esterno. Molti

    dispositivi sono collegati al computer dall'esterno (attraverso le porte di I/O), ma talvolta alcuni

    possono essere inseriti all'interno del computer stesso: per esempio il modem pu avere la forma di

    una scheda di espansione.

    Dispositivi di Input/OutputDispositivi di Input/Output

    Tutti i dispositivi che mettono in comunicazione il

    computer con lesterno sono detti genericamente

    Periferiche oppure Dispositivi periferici diInput/Output.

    I dispositivi di ingresso inviano dati al computer ma

    non ne ricevono mai (come il mouse e la tastiera), i

    dispositivi di uscita ricevono dati dal computer

    senza inviarne mai (come il monitor e le casse

    audio)

    La Tastiera si collega ad una porta tipo PS/2 appositamente dedicata o tramite USB.Le tastiere moderne (dette "estese", per contrasto con un vecchio tipo "standard") possiedono 101

    tasti (o 104 se adattate per Windows), divisi in 4 gruppi (vedi figura).

    La tastiera "base" quella inglese che per non contiene le lettere accentate (perch in inglese nonsi usano), per questo motivo in molti paesi sono state adottate delle tastiere nazionali, sacrificando

    alcuni simboli poco usati come le parentesi graffe {} e la tilde ~ (presenti nella tastiera inglese) per

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    sostituirli con simboli propri dell'ortografia nazionale. In Italia, ad esempio, si usa una tastiera con

    le lettere accentate minuscole.

    In commercio si trovano anche modelli di tastiere ergonomiche, studiate per il comfort dell'utente

    (durezza dei tasti, sagomatura, inclinazione, ecc.) in modo da ridurre al minimo l'affaticamento

    delle dita e dei polsi.

    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    Tastiera:

    Il mouse fu introdotto assieme ai sistemi operativi di tipo grafico (Macintosh, Windows, ecc.) persemplificare l'invio dei comandi alla macchina, comandi che in precedenza venivano impartiti

    unicamente attraverso la tastiera. Lo spostamento del mouse controlla il movimento di unpuntatore

    sullo schermo, mentre i tasti inviano il comando. I mouse per Macintosh possiedono un unico tasto,

    quelli per Windows due o tre tasti.

    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    Mouse:

    ottico o a sfera

    cordless

    numero di tasti

    Il mouseIl mouse

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    Lalternativa del mouse la trackball che usa lo stesso meccanismo, avendo per la biglia sul latosuperiore invece che sul lato inferiore. Il movimento del cursore sullo schermo si comanda

    muovendo la biglia con le dita senza spostare la trackball. In questo modo non occorre lo spazio che

    serve invece per muovere il mouse. Lo svantaggio una certa scomodit d'uso (rapido

    affaticamento delle dita) ed una maggiore tendenza a raccogliere polvere e sporcizia. La trackball usata soprattutto sui portatili (che devono essere utilizzabili in ogni condizione, anche quando non

    c' spazio per muovere un mouse), sebbene sia stata sostituita dalla touch pad, un'area rettangolaresensibile al tocco delle dita.

    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    Trackball:

    Quando si deve usare il computer per disegni di precisione (tecnici o artistici) il mouse uno

    strumento del tutto inadeguato perch troppo difficile da controllare. Per questi casi esiste la

    tavoletta grafica, che comanda il cursore sullo schermo facendo uso di uno speciale stilo su un

    piano sensibile, esattamente come fosse una matita su un foglio di carta. Serve solo con iprogrammi di grafica avanzata.

    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    Tavoletta grafica:

    dimensione

    risoluzione

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    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    La tavoletta graficaLa tavoletta grafica un sistema di puntamento assoluto e nonun sistema di puntamento assoluto e nonrelativo come mouse erelativo come mouse e trackballtrackball

    schermo

    Lo Scanner un dispositivo che consente di acquisire testo e immagini stampate su carta pertrasferirle allinterno del computer. I modelli pi versatili consentono anche lacquisizione

    direttamente da diapositiva o da negativo fotografico. Somigliano a piccole fotocopiatrici. Gli

    scanner migliori usano la tecnologia SCSI per collegarsi al computer.

    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    Scanner:

    formato A4, A3, ..

    risoluzione (ottica, massima)

    interfaccia (usb, parallela, scsi)

    velocit di scansione

    Le fotocamere vengono usate per catturare immagini in formato digitale che possono esserefacilmente elaborate e/o trasmesse. Si va da fotocamere professionali per immagini di alta qualit, a

    piccole fotocamere. La differenza sostanziale nel sensore CCD che definisce la capacit di una

    fotocamera di registrare anche i pi piccoli dettagli di una scena. La risoluzione del sensore

    definita in Megapixel.

    Altro elemento fondamentale lottica utilizzata, cio la qualit della lente utilizzata dallobiettivo.

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    Dispositivi di InputDispositivi di Input

    Foto/Video camere digitali:

    risoluzione sensore CCD

    zoom ottico

    tipo di memoria

    5.0 Megapixel - Dimensione delle immagini: 2.560 x 1.920 pixels

    4.0 Megapixel - Dimensione delle immagini: 2.272 x 1.704 pixels

    3.0 Megapixel - Dimensione delle immagini: 2.048 x 1.536 pixels

    2.0 Megapixel - Dimensione delle immagini: 1.600 x 1.200 pixels

    Dispositivi di OutputDispositivi di Output

    La risoluzione dellimmagine

    216 x 302 pixel

    108 x 150 pixel

    54 x 75 pixel

    Dispositivi di OutputDispositivi di Output

    e la risoluzione di stampa

    216 x 302 pixel 108 x 150 pixel 54 x 75 pixel

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    3.1. LE STAMPANTI

    Dispositivi di OutputDispositivi di Output

    Stampanti. Si dividono in treprincipali categorie:

    - laser

    - a getto dinchiostro

    - ad aghi

    3.1.1. LE STAMPANTI INK JETLe stampanti a getto d'inchiostro vennero introdotte sul mercato negli anni 80 unitamente alle

    stampanti laser, ma solo in questi ultimi anni sono state in grado di acquisire fette di mercato

    sempre pi ampie relegando le stampanti ad impatto, che rappresentavano la tipologia di stampa pi

    diffusa, ad un settore di nicchia.

    I fattori hanno contribuito nel tempo a determinare l'attuale successo commerciale di queste

    periferiche, quali:

    la possibilit di eseguire stampe a colori l'economicit della periferica la silenziosit del processo di stampa una maggiore qualit di stampa rispetto ad una periferica ad impatto

    Le stampanti a getto d'inchiostro, pi comunemente note come "InkJet", sono stampanti che fanno

    parte della stessa categoria delle laser, cio della famiglia delle "non a impatto"; queste stampanti

    non interagiscono meccanicamente con il foglio di carta durante la stampa, a differenza di quanto

    non facciano le stampanti ad aghi. In commercio esistono varie tipologie di InkJet che si

    differenziano sia per il numero massimo di colori gestiti contemporaneamente, che pu andare da 1

    a 6, che per la velocit di stampa, risoluzione, e formato dei fogli, vedi A4, A3 e cos via. A seconda

    del numero dei colori gestiti possiamo parlare di stampanti monocromatiche, a colori in tricromia, o

    quadricromia e cos via.

    Il principio di funzionamento delle InkJet abbastanza semplice dato che consiste nel proiettare,

    con differenti tecnologie sviluppate dagli stessi produttori, delle minuscole gocce di inchiostro sul

    foglio di carta sul quale rimarranno impresse dopo la successiva fase di essiccazione. La stampa con

    una getto d'inchiostro, e quindi la formazione della pagina, si realizzata con successivi passaggi, in

    direzione orizzontale, della testina di stampa sul foglio seguiti da un avanzamento, o passo

    verticale, dello stesso; il foglio che deve essere stampato viene idealmente suddiviso in strisce e la

    stampante, governata dal software in dotazione, movimenta la testina sulla base dei segnali ricevuti

    dal PC. Ovviamente questo processo tender ad impegnare il nostro computer per tempi pi o meno

    lunghi ma il tutto fortemente condizionato dal quantitativo di memoria buffer di cui la stampante

    potr disporre; questa memoria in grado di ospitare le informazioni che dovranno essere inviate

    alla testina liberando di conseguenza le risorse del nostro PC, quindi maggiore questa memoria e

    prima il computer potr "liberarsi" dalle code di stampa.

    L'obiettivo comune di tutte le tecnologie impiegate quello di portare ad una certa pressione lagoccia di inchiostro all'interno della testina di stampa, in modo tale da "sparare" l'inchiostro verso il

    - 13 -

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    foglio; a seconda delle modalit con cui questa pressione viene creata parleremo di "Tecnologie

    basate sul calore" e di "Tecnologia Piezo-Elettrica".

    StampantiStampanti InkJetInkJet

    Le caratteristiche : risoluzione (1200x1200 dpi, 4800x1200dpi, )

    formato A4, A3

    velocit di stampa (8 ppm, fino a 20 ppm)

    numero di cartucce

    tipo di collegamento (parallela, usb)

    principio di funzionamento

    multifunzione I problemi maggiori che possiamo riscontrare con le stampanti a getto sono proprio legati alle

    testine di stampa e alla loro usura; il procedimento termico di gran lunga il pi usurante ed per

    questo motivo che la testina di stampa incorporata nella cartuccia di inchiostro e viene quindi

    sostituita ogni volta che viene cambiata la cartuccia stessa, mentre con la tecnologia piezoelettrica,

    molto meno usurante, le testine sono parte integrante della stampante; in questo caso per,

    l'eventuale rottura della testina che un problema non cos poco frequente e molto condizionato dal

    modo d'uso della periferica, comporterebbe una riparazione abbastanza costosa pari, per i modelli

    entry level, anche al 50% del loro valore commerciale.

    3.1.1.1. TECNOLOGIA BASATA SUL CALORE

    Questa tecnologia, meglio nota come Bubble Jet, stata ideata e sviluppata dalla societ Canon;

    essa provvede a creare la pressione per proiettare l'inchiostro sul foglio con il calore; in pratica la

    goccia d'inchiostro viene riscaldata all'interno degli ugelli di stampa da un termoresistore, cio da

    un dispositivo che si riscalda quando viene percorso da corrente elettrica, si forma progressivamente

    una bolla la quale espandendosi spinge l'inchiostro al di fuori degli ugelli; il vuoto lasciato dalla

    goccia proiettata verso il foglio con una velocit di circa 5 - 8 m/s (tra i 18 e i 29 Km/h), richiama

    altro inchiostro dai rispettivi serbatoi. Il dispositivo riscaldatore viene ovviamente disattivato in

    attesa che il nuovo inchiostro riempia nuovamente gli ugelli.

    - 14 -

    Tecnologia basata sul caloremeglio nota come Bubble Jet, stata ideata e sviluppata

    dalla societ CANON.

    La goccia viene proiettata verso il foglio con una

    velocit di circa 5 - 8 m/s (tra i 18 e i 29 Km/h),

    StampantiStampanti InkJetInkJet

    http://www.canon.it/http://www.canon.it/
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    Questo tipo di tecnologia impone l'uso di particolari inchiostri termo-resistenti, cio resistenti al

    calore, e il rispetto dei tempi dettati dal transitorio termico che si crea nelle fasi di: riscaldamento

    inchiostro - raffreddamento del dispositivo termico - riscaldamento della nuova goccia; questo

    transitorio quello che condiziona maggiormente la velocit di stampa in funzione, ovviamente,

    delle caratteristiche della testina di stampa. Gli stampati presentano, in generale, un caratteristico e

    leggero effetto "bagnato", dato che i tempi di essiccazione dell'inchiostro, a causa del suoriscaldamento, sono in media pi lunghi rispetto a quelli riscontrabili con altre tecnologie; questo si

    traduce in una maggiore diffusione dell'inchiostro sulla carta comune e quindi in risoluzioni di

    stampa inferiori; Canon ha comunque recentemente sviluppato una interessante tecnologia,

    denominata "P-POP", Plain Paper Optimized Printing, in grado di bloccare il processo di

    assorbimento e relativa diffusione dell'inchiostro anche su carta comune, migliorando sensibilmente

    la qualit delle stampe. I maggiori produttori che hanno abbracciato questo metodo di stampa sono

    Canon ed HP (Hewlett-Packard).

    3.1.1.2. TECNOLOGIA PIEZO-ELETTRICA

    Questa particolare tecnologia stata sviluppata, ed attualmente utilizzata, dalla societ EPSON.Non una tecnologia termica, ma bens elettro-meccanica e consente, in generale, di ottenere un

    miglior controllo sul processo di formazione della goccia di inchiostro. Il principio di

    funzionamento si basa sulla caratteristica piezoelettrica di alcuni cristalli, cio sul fatto che alcuni

    cristalli si possono elettricamente polarizzare se elasticamente deformati (effetto piezoelettrico

    diretto) oppure, processo inverso utilizzato per le stampanti, possono elasticamente deformarsi se

    sottoposti a particolari campi elettrici (effetto piezolelettrico inverso). L'inchiostro viene inviato

    nella testina di stampa di forma tronco-conica attraverso una particolare camera che a stretto

    contatto con l'elemento piezoelettrico; qui, con appositi campi elettrici, generati sulla base dei

    segnali inviati dal PC, si opera la deformazione dell'elemento piezoelettrico che si traduce in un

    aumento della pressione nell'inchiostro; quest'ultimo viene proiettato, attraverso la testina di stampa

    e gli ugelli, verso il foglio. Non essendo una tecnologia basata sul calore, l'inchiostro arriva sul

    foglio a temperatura ambiente e quindi tende ad asciugarsi in tempi pi ristretti rispetto al processo

    termico, eliminando quasi del tutto l'effetto "foglio bagnato".

    Tecnologia Piezo-Elettrica stata sviluppata, ed

    attualmente utilizzata, dalla

    societ Epson.

    StampantiStampanti InkJetInkJet

    Sfruttando questa tecnologia possiamo ottenere gocce di ridottissime dimensioni, perfettamente

    sferiche, in grado di asciugarsi rapidamente riducendo l'effetto diffusivo dell'inchiostro sul foglio a

    vantaggio della elevata qualit di stampa anche su carta comune.

    Mentre nella tecnologia Bubble Jet il transitorio termico era l'elemento condizionante la velocit del

    processo di stampa, con la tecnologia piezoelettrica questo limite viene dettato da problemi legati

    - 15 -

    http://www.hwupgrade.it/articoli/265/index6.htmlhttp://www.canon.it/http://www.hp.com/Italy/http://www.epson.it/http://www.epson.it/http://www.hp.com/Italy/http://www.canon.it/http://www.hwupgrade.it/articoli/265/index6.html
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    alle vibrazioni meccaniche che nascono a causa delle elevate frequenze con cui l'elemento

    piezoelettrico viene deformato nel tempo.

    Queste due particolari tecnologie, Bubble Jet e Piezo-Elettrica, si sono ovviamente perfezionate nel

    tempo e le case che le hanno adottate sono oggi in grado di rendere disponibili prodotti molto

    competitivi sia in termini di risoluzione, di velocit, di qualit di stampa per testi, grafica ed

    immagini fotografiche, e di economicit.

    3.1.2. LE STAMPANTI LASER

    Le stampanti laser fecero la loro comparsa negli anni 80 come d'altronde le stampanti a getto

    d'inchiostro; ad HP (Hewlett Packard) si deve la produzione della prima stampante laser costruita

    sulle basi di una tecnologia sviluppata da Canon.

    Le stampanti laser, a tutt'oggi, rappresentano il punto di riferimento per la qualit delle stampe di

    testo in B/N e si rivolgono ad un bacino di utenza che spazia dal privato, al piccolo e medio ufficio,

    fino a rappresentare il dispositivo di stampa per eccellenza per reti informatiche grazie all'ottima

    velocit, qualit di stampa ed economicit d'uso.

    L'evoluzione e la diffusione di queste periferiche sono state inizialmente contrastate dall'elevatocosto, ma col passare degli anni e con il progressivo miglioramento delle tecniche costruttive, della

    velocit e qualit di stampa, il prezzo di vendita diventato decisamente pi competitivo e questo

    ha contribuito ad una loro maggiore diffusione sul mercato; attualmente si possono trovare delle

    ottime periferiche laser monocromatiche sotto il milione di lire caratterizzate da una buona velocit,

    qualit di stampa e dotazione di memoria.

    Queste stampanti nascono per soddisfare le sempre pi crescenti richieste dell'utenza aziendali e

    professionali che ricercano periferiche in grado di stampare a colori con elevata qualit e velocit di

    stampa e con un costo per pagina limitato. Queste periferiche sono in genere utilizzate in rete, dove

    i volumi di stampa mensili sono tali da non consentire l'uso di InkJet, pi lente e con un maggiore

    costo per pagina, anche se economicamente pi convenienti come prezzo di acquisto. Queste

    stampanti consentono velocit molto elevate di pagine per minuto (ppm) sia a colori che in B/N.

    La risoluzione nelle stampanti laser parte dai 300 dpi, anche se oramai quasi tutte le entry level

    consento di raggiungere i 600 x 600 dpi, fino ai 1200 dpi per i modelli di fascia alta, mentre la

    velocit di stampa parte dalle 6 ppm fino ad arrivare a 60 pi pagine al minuto; in genere

    gestiscono formati di foglio pari all'A4, ma ci sono periferiche che utilizzano supporti A3.

    Le caratteristiche:

    risoluzione (300x300 dpi, 600x600 dpi, )

    velocit di stampa (8 ppm, , fino a 20 ppm)

    memoria (fino a 500MB)

    tipo di collegamento (parallela, usb, ethernet)

    Stampanti LaserStampanti Laser

    Il principio di funzionamento delle stampanti Laser abbastanza semplice da illustrare anche sequeste periferiche sono un concentrato di alta tecnologia e complessit costruttiva; all'interno della

    stampante troviamo una sorgente laser che genera un fascio di luce concentrato ed una lente

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    prismatica, cio una sorta di specchio rotante, in grado di indirizzarlo nei punti desiderati; questo

    fascio colpisce puntualmente e con grande precisione un rullo di stampa ricoperto da uno strato di

    materiale fotosensibile, cio in grado di caricarsi elettricamente se eccitato da un fascio di luce. Lo

    specchio viene movimentato sulla base dei segnali che arrivano dal PC, in modo tale da

    "disegnare", per linee orizzontali, l'immagine sul rullo fotosensibile rotante; un procedimento

    analogo a quello che governa le stampanti ad impatto ed InkJet, cio la formazione della paginaavviene per linee orizzontali (tecnologia RASTER). Il rullo elettricamente caricato entrando in

    contatto con una finissima polvere denominata Toner, costituita da piccole particelle di carbone e di

    resina, attira su di se queste particelle nelle zone caricate elettricamente per poi depositarle, per

    contatto, sul foglio di carta. Con un successivo processo termico si fissa il Toner al foglio; in

    pratica il foglio viene fatto passare tra due rulli riscaldati ad alta temperatura in modo tale che il

    calore fonda temporaneamente la resina contenuta nel Toner fissandolo sul foglio e dando origine a

    stampe con un nero molto marcato e duraturo nel tempo. Tutto il processo di stampa viene gestito

    da un apposito processore, in genere di tipo RISC, presente sul circuito integrato della stampante.

    laser

    specchio

    Rullo fotosensibile

    Dispositivi di OutputDispositivi di Output

    Dispositivi di OutputDispositivi di Output

    toner

    3.2. I MONITOR

    Il monitor rappresenta l'interfaccia di output per eccellenza e quindi il mezzo attraverso il quale

    possiamo visualizzare in modo diretto tutto quello che "succede" sul nostro personal computerAttualmente i monitor presenti sul mercato sono i tradizionali monitor CRT, oppure quelli LCD -

    TFT, e per ognuna di queste famiglie esiste unampia variet di prodotti che si differenziano per

    - 17 -

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    dimensioni, risoluzioni massime raggiunte, dispositivi opzionali quali porte USB, oppure Kit

    multimediali ed altro ancora.

    3.2.1. MONITOR CRT

    I monitor CRT (Cathode Ray Tube), cio costituiti da un tubo a raggi catodici. Questa tecnologiacostruttiva risale a parecchie decine di anni fa, esattamente nel 1897 per opera dello scienziato

    tedesco Ferdinand Braun.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    I monitor CRT si sviluppano attorno al loro componente fondamentale, cio il sopra citato Tubo

    Catodico, e l'evoluzione tecnologica di questo componente ha caratterizzato anche l'evoluzione

    delle periferiche che lo adottano. Un monitor CRT semplicemente costituito da un tubo di vetro

    nel quale si realizza il vuoto, cio si aspira tutta l'aria in esso contenuta, con una parte anteriore

    rivestita da fosfori, sostanze in grado di emettere luce se colpite da cariche elettriche in atmosferararefatta; la struttura molto simile a quella di un televisore domestico.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Nei CRT abbiamo la presenza di un catodo che produce elettroni (cariche elettriche di segno

    negativo), i quali vengono "sparati" verso la superficie anteriore del tubo tramite un acceleratore di

    cariche che sfrutta una elevata differenza di potenziale elettrico; questi elettroni acquistano una

    notevole energia funzione della velocit raggiunta, essendo la loro massa molto limitata. Gli

    elettroni vanno a colpire la parte anteriore del tubo interagendo con il rivestimento in fosfori, inquesto modo abbiamo la "conversione" della loro energia in luce e si vengono a creare delle

    immagini visibili dall'occhio umano. In generale nei CRT a colori abbiamo tre cannoni di elettroni

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    (vedi immagine sotto - Electron Gun), a differenza del singolo cannone presente nei monitor

    monocromatici oramai in disuso.

    Come sappiamo il nostro occhio reagisce ai tre colori primari verde, rosso e blu, e alle loro

    combinazioni che danno luogo ad un numero infinito di colori. I fosfori presenti sulla superficie

    frontale del tubo catodico sono particelle molto piccole che il nostro occhio non in grado di

    percepire e che riproducono questi tre colori primari; questi fosfori, come detto, vengono accesi secolpiti dagli elettroni generati dal catodo e sparati dai tre cannoni presenti nel CRT; ogni cannone

    viene abbinato ad uno dei tre colori primari. I tre cannoni inviano elettroni sui vari fosfori, questi si

    accendono combinando i tre colori primari e formando le immagini con i colori voluti.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Singolo punto sullo

    schermo

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Sintesi additiva dei colori

    nero

    bianco

    E' ovvio che per ottenere dei buoni risultati non sufficiente il solo tubo catodico, ma anche un

    ottimo circuito di controllo, cio tutta la parte elettronica che gestisce il funzionamento del monitor;

    questo in genere quello che differenzia, da un punto di vista qualitativo, i monitor che montano lo

    stesso tubo catodico ma adottano differenti circuiti di controllo sviluppati da differenti costruttori.

    Tale circuito ha il compito di gestire il segnale che arriva direttamente dalla scheda video del PC. Il

    circuito in questione deve ottimizzare l'amplificazione del segnale e il funzionamento dei cannoni di

    elettroni che vanno ad eccitare i fosfori creando, in questo modo, l'immagine a video. L'immagine

    che viene visualizzata sullo schermo del nostro monitor, a differenza di quanto ci possa apparire,

    non fissa e stabile, ma il risultato di un continuo accendersi e spegnersi di fosfori di differentecolore, da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso, con una frequenza cos elevata da farci

    apparire l'immagine fissa (da cui deriva il nome di terminale a scansione raster raster scan

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    display). Il nostro occhio in grado di "conservare" l'immagine visualizzata per un tempo molto

    limitato (fenomeno della permanenza retinica), circa 1/20 di secondo, mentre sullo schermo

    l'accensione del fosforo permane per un tempo pari a circa 1/10 di secondo, cio pi di quanto non

    permanga sulla retina dell'occhio; come conseguenza abbiamo che se un punto si sposta lentamente

    sul video noi siamo in grado di coglierne lo spostamento, ma se tal punto si sposta molto

    velocemente percorrendo in continuazione la stessa traiettoria in un numero di volte pari ad almeno20 al secondo, l'effetto che otteniamo che il nostro occhio non vedr pi un punto che si muove,

    ma bens una linea continua fissa nel tempo. L'abilit del circuito nell'accendere e spegnere in modo

    opportuno i fosfori viene misurata dalla larghezza di banda che risulta proporzionale al numero di

    pixel (dimensione minima di un punto fisico) che vengono accesi e spenti in un secondo.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Persistenza dei fosfori: 40 60 sec

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Persistenza dei fosfori: 40 60 sec

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    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Persistenza dei fosfori: 40 60 sec

    Il fascio di elettroni

    colpisce ogni fosforo apartire da quello in alto a

    sinistra fino ad arrivare a

    quello in basso a destra.

    La frequenza di refresh

    indica il numero di volte

    che tale operazione viene

    ripetuta ogni secondo

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Per evitare che ogni

    fosforo si spenga

    necessario che il fascio di

    elettroni li colpisca ad

    intervalli di tempo

    inferiori al loro tempo di

    persistenza.

    Tale valore

    direttamente correlato

    alla frequenza di refreshverticale che non deve

    mai essere inferiore a

    75Hz

    3.2.2. LE CARATTERISTICHE DI UN MONITOR CRT

    Le caratteristiche fondamentali di un monitor CRT sono: dimensione, risoluzione e refresh. Queste

    tre caratteristiche vanno sempre considerate contemporaneamente quando devono essere valutate la

    qualit di un monitor, oppure ci si appresta ad acquistarne uno, dato che sono tra loro strettamente

    dipendenti.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Caratteristiche dei monitor CRT

    Frequenza di Refresh Verticale

    Dimensione del tubo

    Forma del tubo

    Dot Pitch

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    La risoluzione in un monitor intesa come la dimensione dell'immagine visualizzata espressa dalnumero di punti che ne costituiscono la larghezza e l'altezza; dire che un monitor ha una risoluzione

    di 640x480 punti vuol dire, in pratica, che l'immagine sar formata da 640x480=307200 punti su di

    un rettangolo con base pari a 640 punti ed altezza pari a 480 punti. Questo spiega il perch ad una

    maggiore risoluzione corrisponda un maggior numero di contenuti visualizzati sullo schermo. E'

    ovvio che la risoluzione deve essere adeguata alle dimensioni del monitor, altrimenti si corre ilrischio di avere immagini cos rimpicciolite che risulteranno difficilmente visionabili. La

    risoluzione adottabile dipende da alcuni fattori quali, ovviamente, le caratteristiche del monitor,

    della scheda video e del quantitativo di memoria della stessa che limita anche il numero

    massimo dei colori visualizzabili.

    Esistono alcuni parametri, legati alle caratteristiche costruttive del tubo CRT, che vengono

    commercialmente assunti dai vari costruttori per definire la qualit delle loro periferiche.

    Il dot pitch rappresenta la misura del lato maggiore di un triangolo ideale ai vertici del qualeabbiamo i tre dot, o punti, del medesimo colore; la distanza tra dot del medesimo colore pu essere

    misurata in differenti modi ottenendo misure inferiori a quelle del reale dot pitch; questo potrebbe

    trarre in inganno l'acquirente per quanto concerne le reali caratteristiche qualitative del monitor in

    oggetto. Nell'immagine a lato possiamo visualizzare meglio questo concetto; in un monitor con dppari a 0,27mm la distanza tra i dot sull'orizzontale di 0,22 mm e sulla verticale di 0,16 mm.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Forma

    Sferica

    Cilindrica (Trinitron-sony)

    Piatta

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Il dot pitch rappresentala misura del lato

    maggiore di un triangolo

    ideale ai vertici del quale

    abbiamo i tre dot del

    medesimo colore

    - 22 -

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    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Il dot pitch perci unacaratteristica costruttivadel monitor che non pu

    essere variata. Si misura

    in mm ed assume valori

    pari a 0.27, 0.24, 0.22.

    La scelta della dimensione strettamente legata all'uso che faremo del nostro PC e quindi, adesempio, sar in base alla tipologia dei programmi utilizzati, vedi word processing, CAD,

    programmi di fotoritocco etc. In commercio ci sono unit con dimensioni variabili tra i 15" e i 24"in genere; bene ricordare che la dimensione di un monitor viene intesa come la lunghezza in

    pollici misurata lungo la sua diagonale, come da figura allegata, e che l'effettiva area di

    visualizzazione inferiore a quella dichiarata dal costruttore e che possiamo definire

    "commerciale", dato che parte dello schermo rimarr nascosto dal case plastico del monitor; questo

    si traduce in una diagonale effettiva pi corta di circa 1,2" 2.

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Dimensione

    Nominale

    15

    17

    19

    21

    24

    Effettiva

    13.5-14

    15.5-16

    17.5-18

    19.5-20

    21.5-22

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Definita la diagonale

    visibile e il dot pitch

    facile determinare qual

    la risoluzione massima

    di un monitor

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    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Monitor 17

    Dot pitch 0.27 mm

    432 mm

    345 mm

    260 mm

    345/0.27 = 1280

    punti

    260/0.27 = 962 punti

    La frequenza verticale, meglio nota come refresh rate, espressa in Hz (Hertz), indica il numero divolte che nel tempo pari ad 1 secondo l'immagine a video viene completamente ridisegnata; questo

    il parametro che pu caratterizzare lo sfarfallio del monitor se non adeguato alla risoluzione

    impostata. L'analisi di queste frequenza deve essere coadiuvata dalla conoscenza delle

    caratteristiche della nostra scheda video e quindi di quelli che sono i valori massimi di refresh e le

    relative massime risoluzioni impostabili. Per evitare il classico e fastidioso sfarfallio che ci

    impedisce di poter usare il monitor ad alcune risoluzioni bisognerebbe verificare il valore di refresh

    per ogni risoluzione e assicurarsi che per ognuna di esse il refresh rate non scenda mai al di sotto

    degli 85 Hz; questo ci garantir di poter lavorare a lungo davanti al nostro monitor senza che la

    nostra vista ne possa in qualche modo risentire. Il massimo refresh ovviamente funzione dellascheda video che lo deve produrre e del monitor che lo deve sopportare. In tabella sono indicate le

    minime e severe frequenze di refresh abbinate alle varie risoluzioni considerate dalla nuova

    normativa TCO 99:

    MONITOR CRTMONITOR CRT

    Dimensione Frequenza di refresh Risoluzione

    14" - 15" 85 Hz 800x600

    17" 85 Hz 1024x768

    19" 85 Hz 1280x1024

    20" - 21" 85 Hz 1280x1024

    24" 75 Hz 1600x1200

    Altro parametro da prendere in considerazione e che caratterizza i monitor dell'ultima generazione

    la multifrequenza, cio la capacit da parte della nostra periferica di autoregolarsi a seconda dellafrequenza che viene impostata direttamente dalla scheda video; abbinata a questa caratteristica

    - 24 -

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    abbiamo alcuni nomi commerciali che alcuni costruttori hanno dato ai loro prodotti come

    "multisync" o "multiscan".

    Altro aspetto importantissimo verificare se il monitor alla sua risoluzione ottimale di lavoro, o a

    quelle che avremo intenzione di sfruttare, funzioni in modalit non interlacciata; in pratica

    l'immagine a video si forma riga per riga pu essere costruita in due differenti modi:

    a) modalit interlacciata: vengono prima tracciate tutte le linee dispari e poi tutte le pari, quindi lariga 1, 3, 5, 7 ecc. e poi ripartendo sempre dalla parte alta del video le linee 2, 4 ,6 etc.

    b) modalit non interlacciata: le linee vengono tracciate in un solo passaggio una dopo l'altra e

    quindi la linea 1, 2, 3 ,4 etc.; questo comporta una maggiore stabilit dell'immagine e l'assenza dello

    sfarfallio, dato che si riesce a formare l'immagine a video in tempi pi brevi.

    3.3. I MONITOR LCD

    Oltre alla tecnologia CRT che rimane ancora la pi diffusa nel mondo dei monitor per PC, un'altra

    interessante tecnologia, quella denominata LCD (Liquid Crystall Display) si sta sempre pi

    diffondendo e a detta di molti sostituir completamente, in un prossimo futuro, la CRT.

    I monitor che sfruttano la tecnologia LCD sono le cosiddette periferiche a cristalli liquidi, ciocostituiti da una particolare sostanza il cui stato fisico a met strada tra un solido ed un fluido;

    questa sostanza possiamo ritenerla composta da tante piccole "bacchette o filamenti" orientabili.

    La scoperta dei cristalli liquidi avvenne nel lontano 1888, ma le prime applicazioni risalgono ad

    anni pi recenti ed ebbero inizio nel momento in cui si scopr che le piccole "bacchette" che li

    componevano, sotto lo stimolo di un opportuno campo elettrico, potevano modificare il proprio

    orientamento, in modo tale da modificare le caratteristiche del fascio di luce che le attraversava.

    Sulla base di questa scoperta e con gli studi successivi che vennero effettuati, si riusc a trovare un

    legame tra stimolo elettrico ed orientamento dei cristalli, tale da consentire la visualizzazione di

    immagini. Le prime applicazioni furono nel campo dei display per le calcolatrici e successivamente

    nei monitor dei PC portatili; attualmente gli enormi progressi compiuti in questo campo hanno

    permesso di avviare un nuovo ed interessante processo produttivo di monitor LCD per PC da tavolo

    approdando anche, pochi anni or sono, al colore.

    La scoperta dei cristalli liquidi avvenne

    nel lontano 1888, ma le prime

    applicazioni risalgono ad anni pi

    recenti ed ebbero inizio nel momento in

    cui si scopr che le piccole "bacchette"

    che li componevano, sotto lo stimolo disotto lo stimolo di

    un opportuno campo elettrico, potevanoun opportuno campo elettrico, potevano

    modificare il proprio orientamento,modificare il proprio orientamento, inin

    modo tale da modificare lemodo tale da modificare le

    caratteristiche del fascio di luce che lecaratteristiche del fascio di luce che le

    attraversava.attraversava.

    MONITOR LCDMONITOR LCD

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    3.3.1. CRT VS LCD

    Le dimensioni di uno schermo LCD sono quelle effettivamente sfruttabili con le immagini a video e

    non inferiori alla dimensione commerciale che si attribuisce ai CRT; come ben sappiamo su un

    CRT la dimensione effettiva del video inferiore a quella della classe dimensionale di appartenenza

    per il fatto che parte dello schermo rimane inglobato nel case plastico della periferica; in genere siha uno scarto che varia tra 1 e 2 pollici misurati sulla diagonale, quindi un CRT da 17" ha una

    effettiva diagonale variabile tra i 15 e i 16 pollici, mentre un LCD da 15" ha una effettiva diagonale

    di 15" quindi, in pratica, comparabile ad un CRT da 17".

    Altro aspetto apprezzato la totale assenza di emissioni dannose per la vista e il minor consumo

    energetico. Ovviamente esistono anche gli aspetti "negativi"; come meglio evidenzieremo in

    seguito, le caratteristiche dei monitor LCD fanno si che la qualit delle immagini, sotto alcuni

    aspetti, non sia ancora all'altezza dei CRT, dato il minor numero di colori visualizzabili, la minor

    luminosit alle alte risoluzioni (sono periferiche retroilluminate), la limitata possibilit di

    modificare la risoluzione a video senza incidere drasticamente sulla qualit delle immagini a causa

    dell'architettura "grid array", etc...

    Questa architettura si basa sul seguente concetto: il display composto da un numero di celle parialla massima risoluzione visualizzabile, dove ad ogni cella corrisponde un pixel; al variare della

    risoluzione la qualit dell'immagine cala perch sar formata da una interpolazione dei colori tra le

    varie celle.

    Altro aspetto "negativo", fin quando saranno in funzione schede video con uscita analogica, risiede

    nel fatto che la tecnologia su cui si basano gli LCD di tipo digitale; questo comporta una doppia

    conversione del segnale da digitale ad analogico nel PC e da analogico a digitale nel monitor LCD.

    I monitor LCD sono dotati di un convertitore DA (analogico/digitale) che incide in maniera

    significativa sul costo finale della periferica e, come detto, sulla qualit dell'immagine. Questa

    conversione che non avviene quasi mai in modo ottimale obbliga l'utente ad effettuare delle

    opportune regolazioni intervenendo sui "disturbi" del segnale, sul contrasto, sulla regolazione del

    clock e della fase etc. L'ultimo punto "dolente" quello che viene definito angolo di visione, insostanza la massima inclinazione che possiamo assumere nei confronti del nostro monitor senza che

    ne venga pregiudicata la qualit dell'immagine osservata, e questo sia in direzione orizzontale che

    verticale; i CRT emettono luce in tutte le direzioni sono quindi caratterizzati da un ampio angolo

    di visione mentre gli LCD hanno un campo pi limitato e sempre pi numerose sono le tecnologie

    che i vari costruttori stanno sviluppando per sopperire a questa particolare, e non trascurabile,

    limitazione.

    - segnale digitale in ingresso

    - spessore ridotto

    - assenza di radiazioni

    - nessuno sfarfallio

    - diagonale visibile = diagonale reale

    - angolo di visione limitato

    - costi elevati

    Caratteristiche deiCaratteristiche dei

    MONITOR LCDMONITOR LCD

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    3.3.2. COME FATTO E FUNZIONA UN MONITOR LCD

    I "Cristalli Liquidi" furono scoperti pi di 100 anni fa constatando che determinate sostanze con

    struttura cristallina tipica di un solido, se opportunamente riscaldate, assumevano una consistenza

    semiliquida, pur mantenendo una struttura cristallina al proprio interno; i cristalli, ad una

    osservazioni microscopica, appaiono come delle piccole bacchette o, meglio ancora, filamenti ed per questo che prendono il nome di nematici, dal greco "nemo", cio filo. Oltre ai nematici esistonoaltre tipologie di cristalli liquidi, ma sono poco utilizzati nella costruzione di display LCD.

    I "filamenti cristallini" facendo parte di una sostanza semifluida sono caratterizzati da una certa

    libert di movimento ed inoltre rifrangono i fasci di luce su di essi incidenti; ovvio che la rifrazione

    del fascio luminoso varier a seconda dell'orientamento degli stessi. Questi piccoli "filamenti" sotto

    lo stimolo di un apposito campo elettrico possono modificare il proprio orientamento e di

    conseguenza modificare le caratteristiche del fascio di luce che li attraversava.

    I monitor LCD sono costituiti da sette strati fondamentali; partendo dalla zona centrale abbiamo due

    pannelli di vetro che racchiudono i cristalli liquidi; questi pannelli presentano delle scanalature che

    vanno ad orientare i cristalli facendogli assumere una particolare configurazione ad elica. Tali

    scanalature infatti, sono disposte in modo tale che siano parallele su ogni pannello, maperpendicolari tra i due pannelli.

    Le scanalature rettilinee sono ottenute posizionando sui due pannelli di vetro delle sottili pellicole

    trasparenti di materiale plastico che vengono opportunamente trattate. I cristalli venendo in contatto

    con le scanalature si orientano di conseguenza; le scanalature tra i due pannelli sono tra loro

    ortogonali, i cristalli passando da un pannello all'altro sono obbligati a subire una torsione di 90

    assumendo, come detto, una configurazione ad elica.

    MONITOR LCDMONITOR LCD

    Illuminazione

    posteriore

    Filtro a

    polarizzazione

    verticale

    Transistor

    Cristallo

    Cristalli Liquidi

    Filtri colorati

    Filtro a

    polarizzazione

    orizzontale

    Pixel spento

    Pixel acceso

    La tecnologia ora descritta va sotto il nome di Twisted Nematic (TN), cio cristalli nematici ruotati.I due pannelli sono tra loro molto vicini, si parla di una distanza di circa 5 milionesimi di

    millimetro.

    Se i cristalli vengono attraversati da un fascio di luce questo segue l'andamento della disposizione

    dei cristalli e quindi subisce una rotazione di 90 nel passaggio da un pannello all'altro.

    L'applicazione di una tensione elettrica causa l'orientamento dei cristalli nella direzione del campo

    elettrico generato, si perde la precedente disposizione ad elica e si realizza una nuova disposizione

    ordinata dei cristalli in direzione verticale e non pi orizzontale; la luce attraversa direttamente i

    cristalli senza subire la rotazione di 90 (vedi immagine allegata).Questo diverso comportamento

    del fascio luminoso non pu essere colto dall'occhio umano se non adottando opportuni filtripolarizzanti.

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    Questi filtri hanno la caratteristica di far passare la luce solo lungo prefissati assi e quindi di non

    farla diffondere, come di consueto, a 360; in pratica se noi andiamo ad allineare l'asse del filtro con

    quello delle scanalature sul vetro, la luce entra allineata con le scanalature, incontra i cristalli

    disposti lungo un elica ed arriva al secondo vetro allineata con i solchi li presenti e quindi il secondo

    filtro far passare integralmente tutto il fascio di luce, ma se applichiamo una differenza di

    potenziale tale da orientare i cristalli e far passare la luce senza la caratteristica rotazione ad elica, ilfascio di luce giunger sul secondo vetro perpendicolarmente ai solchi e quindi non potendo uscire,

    dato che il secondo filtro lo blocca, vedremo lo schermo completamente nero (il fascio di luce viene

    catturato).

    MONITOR LCDMONITOR LCD

    Posizionando un elevato numero di elettrodi che generano differenze di potenziali in differenti punti

    dello schermo, le cosiddette celle di cristalli liquidi, si in grado di riprodurre in zone moltolimitate e localizzate questo fenomeno e gestendo in modo opportuno il loro funzionamento si

    anche in grado di rappresentare immagini, lettere ecc.; gli elettrodi essendo costruiti di materiale

    plastico trasparente possono essere realizzati con qualunque forma.

    L'evoluzione tecnologica ha permesso di rendere queste "celle" molto piccole, in pratica dei piccoli

    punti, aumentando di conseguenza la risoluzione degli schermi LCD, ogni punto corrisponde ad un

    pixel, e consentendo di visualizzare immagini complesse con buona definizione.

    3.3.3. LCD A COLORI E A MATRICE ATTIVA

    L'impiego del colore ha comportato la necessit di dover retro illuminare gli schermi, facendo in

    modo che la luce venisse generata nella parte posteriore del display LCD; ci consente un'ottimalevisione dell'immagine anche in condizioni di scarsa luminosit nell'ambiente circostante, a

    differenza dei precedenti dispositivi che realizzavano la retro illuminazione riflettendo, con uno

    specchio, la luce che arrivava dall'ambiente circostante.

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    I colori vengono ottenuto con l'impiego di tre filtri riproducenti i tre colori fondamentali rosso,

    verde e blu e facendo passare il fascio di luce attraverso i filtri stessi. Combinando per ogni singolopunto, o pixel, dello schermo questi tre colori fondamentali, siamo in grado di riprodurre il colore

    voluto nel punto desiderato; la combinazione dei tre colori base si ottiene gestendo in modo

    opportuno gli elettrodi che puntualmente generano la differenza di potenziale necessaria per

    orientare i cristalli.

    3.3.4. LCD A MATRICE PASSIVA VS LCD A MATRICE ATTIVA

    Il termine matrice viene introdotto per la caratteristica suddivisione dello schermo in punti, ognuno

    dei quali viene indirizzato separatamente dagli altri e quindi separatamente dagli altri pu essere

    acceso o spento a piacere. Si denomina matrice passiva la tecnologia che per la produzione deidisplay LCD utilizza elettrodi per il controllo del cristalli liquidi; mediante tale tecnologia le

    immagini si formano riga per riga, con il campo elettrico che passa da una riga all'altra

    provocandone l'accensione e la successiva dissolvenza, appena il campo stesso viene disattivato in

    quel punto; una volta tolto il campo elettrico l'immagine progressivamente si dissolve perch i

    cristalli rimangono in posizione orientata solo per qualche secondo.

    I display a matrice passiva hanno dei grossi limiti per quanto concerne l'aspetto qualitativo ed

    applicativo, hanno infatti un'immagine non perfettamente nitida e tendenzialmente sfarfallante; l'uso

    di cristalli lenti, dato che rimangono in posizione anche dopo aver tolto il campo elettrico, non

    permette una corretta visualizzazione di immagini in movimento. Non meno trascurabile il

    problema dell'interferenza tra i vari elettrodi che si manifesta sotto forma di aloni sul display.

    Risultati migliori sia per quanto concerne la stabilit, la qualit, la risoluzione, la nitidezza e labrillantezza dell'immagine si possono ottenere con gli schermi a matrice attiva che a fronte dellamaggiore qualit contrappongono un costo molto pi alto. La matrice attiva offre notevoli vantaggi

    rispetto a quella passiva, quali ad esempio la maggiore luminosit e la possibilit di guardare lo

    schermo anche con inclinazioni fino a 70-80 senza perdere in qualit di immagine, cosa

    impensabile con la matrice passiva che in pratica consente una visione ottimale solo da posizione

    frontale rispetto al display; possiamo visualizzare immagini in rapido movimento senza il fastidioso

    effetto scia e senza sfarfallii, dato che il tempo di risposta di un display a matrice attiva di circa

    10-15 ms rispetto ai 300 della passiva, inoltre si ha una qualit nel contrasto superiore a quella

    offerta dai monitor a tubo catodico CRT.

    Nella matrice attiva si abbinato ad ogni elettrodo un transistor di memoria in grado di

    memorizzare un'informazione digitale (numero binario 0 o 1) e quindi di mantenere quelladeterminata immagine fino al ricevimento di un altro segnale.

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    I transistors, come gli elettrodi, devono essere fabbricati con materiali trasparenti per evitare di

    bloccare il passaggio del fascio luminoso e vengono poi posizionati sul retro del display su uno dei

    pannelli di vetro che contengono i cristalli liquidi; a tal scopo si impiegano delle pellicole di

    materiale plastico "Thin Film Transistor", transistor a film sottile, da cui la nota sigla TFT,caratterizzate da uno spessore sottilissimo tra 1/10 e 1/100 di micron.

    Considerando lo spessore del "Thin Film Transistor", la tecnologia impiegata per la costruzione deitransistors non pu che essere altamente sofisticata, ma purtroppo non certo esente da possibili

    difetti qualitativi sul prodotto finale anche perch il numero di transistors utilizzati decisamente

    alto; basti pensare ad un display in grado di visualizzare immagini con una risoluzione di 800x600

    in modalit SVGA e con soli 3 colori e al fatto che in esso abbiamo la presenza di ben 1.440.000

    transistors individuali per capire quanto risulta delicata la costruzione di monitor con risoluzioni e

    numero di colori sempre pi elevato. I vari costruttori limitano ad un certo numero il quantitativo di

    transistor che possono risultare difettosi in un display LCD, per stabilire se il prodotto ottenuto

    buono oppure deve essere scartato. Diventa quasi inevitabile riscontrare anche in unit di fascia alta

    dei transistor difettosi che si presentano sottoforma di pixel, cio punti, difettosi.

    LCD a matrice passiva

    costituiti da una matrice degli elettrodi che

    governano le varie celle di cristalli liquidi

    che costituiscono il display.

    LCD a matrice attiva

    Costituiti da una pellicola di materialeplastico "Thin Film Transistor", transistor a

    film sottile, da cui la nota sigla TFT,

    MONITOR LCDMONITOR LCD

    3.4. LE SCHEDE GRAFICHE

    La scheda grafica composta da uno o pi processori grafici, dallamemoria video e dal ramdac. La

    scheda grafica lavora in parallelo con la CPU, facendosi carico dei processi riguardanti la grafica

    (maggiore il livello di implementazione in hardware della pipeline grafica da parte della scheda,

    migliori saranno le prestazioni grafiche del computer).

    La scheda graficaLa scheda grafica

    Una scheda video composta da tre

    elementi fondamentali:

    il ramdac

    il processore grafico

    la memoria video

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    Il processore grafico il cuore della scheda video e ad esso sono associate alcune funzionifondamentali quali la gestione della memoria video e le funzioni per la generazione della grafica

    bidimensionale (filling di superfici, blitting di porzioni di immagine, ecc.), pi una serie di

    funzionalit quali quelle per la generazione della grafica tridimensionale (implementazione in

    hardware di molte operazioni per la creazione di una scena 3D (Goudard shading, clipping, ecc.).

    Anche su una scheda video presente il BIOS. Questo di certo non ha le stesse funzionalit diquello presente sulla motherboard, infatti in questa memoria di tipo rom sono registrate tutte leinformazioni necessarie per il corretto funzionamento quali ad esempio la versione del chip, la

    quantit di memoria presente sulla scheda, ecc.

    Il ramdac ha il compito di trasformare i dati digitali che rappresentano il colore di ogni pixel insegnali elettrici adeguati e con i quali esternamente viene pilotato il monitor. Il controller si occupa

    di calibrare lintensit con la quale occorre colpire i fosfori. Esso converte il contenuto in bit di un

    pixel in un livello di intensit, cio la quantit di corrente sparata dal cannone per illuminare i

    fosfori.

    Il ramdac

    un componente fondamentale il cui

    compito e quello di trasformare i dati

    digitali che rappresentano il colore di ogni

    pixel in segnali elettrici adeguati e con i

    quali esternamente viene pilotato il

    monitor.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    La scheda graficaLa scheda grafica

    ramdac

    registro

    DAC 11001010

    Il tipo e la quantit di memoria video di cui dotata la scheda gioca un ruolo importante nellarisoluzione massima ottenibile e nel numero di colori che possibile visualizzare. La RAM video

    del tipo VRAM (Video RAM) pi veloce ma anche pi costose delle memorie ad accesso singolo.

    Oggi sulle schede grafiche sono montate memorie di tipo DDR2-DDR3 (Double Data Rate tipo 2 o

    tipo 3).

    3.4.1. LA MEMORIA VIDEO

    La memoria video costituisce un componente fondamentale delle schede video: in pratica ogni voltache viene creata una schermata, sia con contenuto grafico (tipico dell'ambiente Windows) sia in

    "modo testo" (tipico dell'ambiente Dos) viene coinvolta la Ram Video.

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    Una parte della RAM video viene sfruttata per la creazione del frame buffer, una matrice in cui

    viene memorizzata limmagine digitale da visualizzare. Le dimensioni della matrice (cio la sua

    risoluzione) dipendono dalla quantit di video ram. La risoluzione del frame buffer di due tipi:

    grafica e cromatica.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    Il processore grafico elabora limmagine e la

    scrive sulla ram video (frame buffer)

    Il ramdac legge i colori scritti sulla ram video e li

    mette a disposizione del monitor per essere

    visualizzati

    GPU RAM VIDEO RAMDAC MONITOR

    La risoluzione grafica si intende ilnumero di unit fondamentali di cui e

    composta limmagine. Questa unit di

    base prende il nome di pixelpixel.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    La risoluzione cromatica serve perdefinire la qualit di visualizzazione

    quindi quanti colori possono essere

    assunti da ogni pixel.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    8bpp (8 bit per pixel) = 256 colori

    16 bpp (16 bit per pixel) = 65.536 colori

    24bpp (24 bit per pixel)=

    16.777.216 colori

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    Per risoluzione grafica si intende il numero di unit fondamentali di cui composta limmagine.

    Questa unit di base prende il nome di pixel. Questa viene indicata con due numeri che indicano

    rispettivamente il numero di pixel presenti su ogni riga ed il numero di righe in cui limmagine

    stata suddivisa. La risoluzione cromatica (color depth) serve per definire la qualit di

    visualizzazione cio quanti colori possono essere assunti da ogni pixel.

    Per visualizzare un immagine in B/N di 640 x 480 pixel servono approssimativamente 38 kb diVRAM (1 bit*640*480/8= 38.400 bytes); nel caso di un immagine in scala di grigio (a 8 bit) la

    quantit di VRAM necessaria sale a circa 300 kb (8*640*480/8). Se invece vogliamo visualizzare

    unimmagine RGB (24 bit) abbiamo bisogno di quasi 1 Mb (moltiplichiamo per 3 il risultato della

    precedente formula).

    La scheda graficaLa scheda grafica

    Risoluzione MByte per 256colori MByte per 65000col. MByte per 16mil.di col.640x480 0,5 1 2800x600 1 2 21024x768 1 2 4

    1280x1024 2 4 41280x1024 2 4 41600x1200 2 4 8

    Nelle schede grafiche pi recenti, la memoria video supera di gran lunga gli 8 MB necessari per lavisualizzazione. La memoria video in pi che viene montata sulle schede grafiche di ultima

    generazione viene utilizzata per supportare la grafica 3D e le animazioni. In particolare unaltra

    quantit di memoria identica per dimensioni a quella utilizzata per il frame buffer, denominata

    double buffer, contiene le informazioni sul frame che verr visualizzato sul monitor listante

    successivo. Altra Video RAM viene sfruttata per lo Z-Buffer, area della memoria video che serve

    per la gestione della profondit in una scena 3D. Tutto il resto della memoria video disponibile in

    genere utilizzato per texture mapping.

    La scheda graficaLa scheda graficaLa ram video

    Frame Buffer

    Double Buffer

    Triple Buffer

    Z- Buffer

    Texture mapping

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    La risoluzione della scheda e la

    risoluzione del monitor

    La scheda graficaLa scheda grafica

    640x480

    Monitor 17 dot pitch 0.27

    La risoluzione della scheda e larisoluzione del monitor

    La scheda graficaLa scheda grafica

    1280x960

    Monitor 17 dot pitch 0.27

    La risoluzione della scheda e larisoluzione del monitor

    La scheda graficaLa scheda grafica

    1600x1200 Monitor 17 dot pitch 0.27

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    3.4.2. COME FUNZIONA UNA SCHEDA VIDEO

    La scheda video il componente responsabile della traduzione delle istruzione che la CPU invia al

    monitor in un linguaggio a questo comprensibile. Poich queste istruzioni riguardano qualsiasi

    elemento visualizzato sullo schermo, non solo grafica, ma anche lettere e segni di punteggiatura che

    viene digitata col un qualsiasi editor di testi, si comprende come la mole di lavoro a cui la schedavideo sottoposta sia notevole. La procedura di visualizzazione pu essere schematizzata da 4 fasi

    principali:

    i dati in partenza dal processore centrale vengono inviati tramite il bus al processore video cheprovvede alla loro elaborazione;

    dal processore video i dati passano alla memoria video dove viene registrata in forma digitaleuna copia dellimmagine che dovr essere visualizzata sul monitor;

    i dati procedono poi verso il RAMDAC che li converte a vantaggio del monitor; lultimo passo consiste nellinvio dei dati dal RAMDAC al monitor stesso.Ogni passaggio rappresenta un rallentamento dellintera procedura; il passaggio pi lento determina

    la rapidit con cui si svolge lintera procedura. Se nel primo caso il responsabile del rallentamento

    sono principalmente elementi estranei alla scheda video e precisamente la scheda madre e il businterno, i due passaggi successivi sono effettuati internamente alla scheda video e costituiscono

    laspetto pi importante ed impegnativo per questo componente e quindi il criterio pi utile per

    valutarne le prestazioni. La memoria video infatti, sollecitata in continuazione; da un alto c il

    processore che scrive sulla memoria ogni volta che limmagine sul monitor viene modificata (e ci

    avviene in continuazione poich sufficiente spostare il puntatore del mouse), dallatro c il

    RAMDAC che deve leggere i dati inviati alla memoria video con la stessa frequenza.

    A questo punto, chiaro che il vero collo di bottiglia di tutto il sistema rappresentato proprio dalla

    memoria video. I produttori di questo componente hanno affrontato il problema in vari modi.

    Il primo consiste nel rendere la memoria video accessibile da due parti contemporaneamente, in

    modo che il processore video e il RAMDAC non debbano attendere luno la fine delle operazioni

    dellaltro (memoria DDR). Una seconda tecnica consiste nellincrementare le dimensioni del bus

    della memoria video. Terza ed ultima soluzione: aumentare la velocit di clock del bus che presiede

    allo scambio di informazioni tra processore video, memoria video e RAMDAC.

    Le schede video meno recenti erano tipicamente schede video 2D, cos denominate per sottolineare

    lassoluta mancanza di qualsiasi funzione di accelerazione 3D. Se si utilizzano esclusivamente

    applicazioni da ufficio, una buona scheda 2D , tuttoggi, pi che sufficiente in quanto quella che

    influisce sulla velocit di scorrimento di testo e grafica, sulla rapidit con cui si aprono e chiudono

    nuove finestre e via dicendo: si tratta di soluzioni relativamente poco costose e di facile reperibilit,

    poich i produttori e relativi modelli sono numerosi e, almeno a grandi linee, equiparabili tra loro.

    Attualmente le schede video sono progettate per il bus AGP o PCIexpress.

    La tecnologia AGP stata introdotta per soddisfare le necessit sempre pi impellenti di disporre diadattatori grafici abbastanza veloci da poter sfruttare pienamente le enormi capacit dei computer

    correnti. Il bus AGP stato progettato per essere interamente dedicato alla grafica e fornisce

    uninterfaccia estremamente veloce tra il processore video e il processore centrale. Il bus PCI

    express un bus AGP pi veloce (8x per il bus AGP, 16x per il bus PCI express).

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    Le caratteristiche che opportuno

    considerare sono:

    La velocit, generalmente determinata infunzione del numero di triangoli elaborati in unsecondo.

    La compatibilit con il proprio sistema. Ilparametro da considerare assolutamente lavelocit del bus AGP. Una scheda costruita perfunzionare su un bus AGP 2X difficilmentefunzioner su un bus 1X.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    Le caratteristiche che opportuno

    considerare sono:

    La memoria video. La presenza sullamacchina del bus AGP rende possibile lutilizzo

    della memoria RAM anche come memoria video

    ma i chip presenti sulla scheda video stessa sono

    ancora oggi la forma di memoria pi veloce e pi

    sicura.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    Per ottenere la rappresentazione grafica di un oggetto tridimensionale necessario passare

    attraverso due fasi, la descrizione geometrica dell'oggetto in un sistema di assi cartesiani in tre

    dimensioni e la successiva rappresentazione bidimensionale dipendente dal punto di vista

    dell'osservatore. Con un software di grafica 3D, quindi, si creano gli oggetti in uno spazio

    tridimensionale virtuale descritto matematicamente nella memoria del computer; il passo successivo

    consiste nell'inviare sullo schermo del PC una specie di "fotografia" scattata sullo scenario

    contenuto in memoria. La differenza di questo tipo di gestione grafica, rispetto a quella tradizionale

    in due dimensioni, risulta pi chiara con il classico esempio della cartolina. In pratica la stessa

    differenza che c' tra l'osservare una cartolina di un paesaggio e trovarsi dentro il paesaggio stesso.Nel primo caso si pu vedere solo l'immagine realizzata dal fotografo, mentre nel secondo ci si pu

    spostare liberamente, a 360 gradi, per osservare ogni cosa da un punto di vista diverso. In entrambe

    le situazioni il risultato finale sar sempre un'immagine in due dimensioni rappresentata sullo

    schermo del PC, ma con la fondamentale differenza che la gestione 3D permette di ottenere

    rappresentazioni dinamicamente variabili degli scenari e degli oggetti, con tanto di animazioni ed

    effetti speciali. Con un programma o un gioco in due dimensioni si possono osservare solo le

    immagini create in origine dall'autore del software, mentre con un gioco 3D possibile spostarsi

    liberamente in uno spazio tridimensionale virtuale. Tutto questo, per, comporta non poche

    difficolt: mentre per generare le tradizionali immagini bidimensionali sufficiente "disegnarle"

    sotto forma di bit nella memoria lineare della scheda grafica ( frame buffer), per creare invece la

    rappresentazione di un oggetto tridimensionale necessario gestire una dimensione in pi in unamemoria dedicata dettaZ-buffer. Si passa, quindi, da un tipo di grafica basata sulla sovrapposizione

    di piani per mezzo del trasferimento di grossi blocchi di bit (bit block transfer) a un tipo

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    completamente diverso basato sulla descrizione matematica degli oggetti nello spazio. Ci richiede

    una notevole potenza di calcolo da parte del computer, che deve realizzare milioni di operazioni

    matematiche su matrici di punti per generare in tempo reale la rappresentazione in due dimensioni

    dello scenario 3D contenuto in memoria. Queste operazioni possono essere realizzate dai cosiddetti

    "motori di rendering" software, cio particolari programmi in grado di eseguire le operazioni

    richieste sfruttando la potenza di calcolo della cpu di sistema. In questo caso, per, si incontranoseri limiti quando si lavora con immagini ad elevata risoluzione e con molti colori; inoltre per

    rendere pi realistico uno scenario 3D necessario applicare una serie di "filtri" all'immagine, ad

    esempio per correggere l'effetto mosaico di alcuni motivi di riempimento (bilinear filtering e mip

    mapping) o per correggere la prospettiva, necessario aggiungere effetti di illuminazione (specular

    highlights e depth cueing), di nebbia (fogging) e di trasparenza (alpha blending). Per ottenere una

    rappresentazione realistica di uno scenario 3D con una risoluzione di almeno 640 x 480 punti, con

    65.536 colori e con una frequenza di 30 fotogrammi generati ogni secondo, necessario utilizzare

    un meccanismo di accelerazione hardware dedicato, cio di una scheda grafica che sia in grado di

    svolgere autonomamente questi calcoli.

    4. IL SOFTWARE

    4.1. I DRIVER

    Nel gergo informatico si tende spesso a fare confusione fra drive e driver, termini che siriferiscono in realt a due cose molto diverse. I drive (hardware) sono i lettori in cui si inseriscono i

    vari dischi del computer (floppy, cd, zip...); i driver (software) sono invece dei file accessori al

    sistema operativo che consentono la comunicazione fra il computer e le varie periferiche, servono

    cio da "interpreti" fra l'hardware e il sistema operativo. Per poter funzionare correttamente, ogni

    dispositivo deve avere il suo particolare driver registrato dal sistema operativo. Esistono perci i

    driver di stampante, modem, masterizzatore, lettore CD, scheda madre, scheda video, scheda audio,scheda di rete, ecc. Talvolta hanno i loro driver anche il mouse e il monitor, mentre non li hanno

    mai la RAM, la tastiera, le casse audio e il drive del floppy.

    I driverdella scheda grafica hanno il compito

    principale di smistare le operazioni

    necessarie alla visualizzazione tra la cpue la scheda video.

    La scheda graficaLa scheda grafica

    4.2. LE LIBRERIE GRAFICHE

    Le API ( Application User Interface) sono uninsieme integrato di interfacce di programmazione

    sviluppate per aiutare lo sviluppo di applicazioni multimediali. Queste interfacce si basano sul

    concetto di periferica virtuale, che permette una pi facile programmazione delle periferiche

    rendendo per impossibile laccesso diretto allhardware.

    delle interfacce tra i software e lhardware.

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