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PC Professionale > Maggio 2015 132 SISTEMI OPERATIVI 1 | COME SALVARE L’ELENCO DEI FILE IN UNA CARTELLA Nonostante gli strumenti sempre più sofisticati dei sistemi operativi mo- derni, a volte capita di dover svol- gere un compito in teoria semplice ma apparentemente impossibile. Un esempio classico e frequente è la cat- tura o la stampa di un elenco di file, per esempio quelli contenuti in una cartella. In realtà esistono varie strade percorribili, ma non tutti gli utenti le conoscono. La più semplice prevede il passaggio dal prompt dei comandi, uno stru- mento ormai quasi dimenticato ma che invece può essere molto utile in tantissime circostanze. Vediamo come usarlo in questo caso. Aprite Esplora file e raggiungete la cartella da salvare o stampare; fate clic destro in una zona vuota della finestra mentre premete il tasto Maiusc sulla tastiera. Quan- do viene richiamato in questo modo, il menu contestuale include alcune voci aggiuntive, tra cui quella che ci serve: Apri finestra di comando qui. Se- lezionatela per passare al prompt dei comandi, che avrà già impostata la giusta directory attiva. Per visualiz- zare l’elenco dei file digitate dir. Oltre al nome dei file e delle sottocar- telle, questo comando mostra molte altre informazioni; per ridurre l’out- put a un semplice elenco, si può usare l’argomento /B. Inoltre, il comando dir non elenca i file in ordine alfabetico; per ottenere un elenco ordinato, uti- lizzate l’argomento /ON. Naturalmente, potete anche applicare un filtro, utilizzando le classiche ma- schere con caratteri jolly ? e *. Infine, l’argomento /S mostra anche i file con- tenuti nelle sottocartelle. Una volta composto l’elenco nel for- mato voluto e con i contenuti cercati, bisogna salvarlo o catturarlo: potete usare la redirezione verso gli appunti e poi incollare il testo in qualsiasi editor, Di Dario Orlandi Hacks 2 Questo simbolo indica che la linea di codice prosegue alla riga successiva 3 1

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PC Professionale > Maggio 2015132

RUBRICHE > Hacks

SISTEMI OPERATIVI1 | Come salvare l’elenCo dei file in una Cartella

Nonostante gli strumenti sempre più sofisticati dei sistemi operativi mo­derni, a volte capita di dover svol­gere un compito in teoria semplice ma apparentemente impossibile. Un esempio classico e frequente è la cat­tura o la stampa di un elenco di file, per esempio quelli contenuti in una cartella. In realtà esistono varie strade percorribili, ma non tutti gli utenti le conoscono. La più semplice prevede il passaggio dal prompt dei comandi, uno stru­mento ormai quasi dimenticato ma che invece può essere molto utile in tantissime circostanze. Vediamo come usarlo in questo caso. Aprite Esplora file e raggiungete la cartella da salvare o stampare; fate clic destro in una zona vuota della finestra mentre premete il tasto Maiusc sulla tastiera. Quan­do viene richiamato in questo modo, il menu contestuale include alcune voci aggiuntive, tra cui quella che ci serve: Apri finestra di comando qui. Se­lezionatela per passare al prompt dei comandi, che avrà già impostata la giusta directory attiva. Per visualiz­zare l’elenco dei file digitate dir. Oltre al nome dei file e delle sottocar­telle, questo comando mostra molte altre informazioni; per ridurre l’out­put a un semplice elenco, si può usare l’argomento /B. Inoltre, il comando dir non elenca i file in ordine alfabetico; per ottenere un elenco ordinato, uti­lizzate l’argomento /ON. Naturalmente, potete anche applicare un filtro, utilizzando le classiche ma­schere con caratteri jolly ? e *. Infine, l’argomento /S mostra anche i file con­tenuti nelle sottocartelle. Una volta composto l’elenco nel for­mato voluto e con i contenuti cercati, bisogna salvarlo o catturarlo: potete usare la redirezione verso gli appunti e poi incollare il testo in qualsiasi editor,

Di Dario Orlandi Hacks

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oppure salvare direttamente l’output in un file testuale. Nel primo caso ter­minate il comando con la redirezione |clip, mentre nel secondo aggiungete la stringa > elenco.txt. Ricapitolando, un comando per salva­re in un file di testo l’elenco dei brani mp3 contenuti nella cartella corrente e in tutte le sottocartelle potrebbe essere:

dir /B /ON /S *.mp3 > musica.txt

2 | ottenere la lista di tutti i driver installati

I driver di periferica possono essere un bel grattacapo, per esempio se qual­che dispositivo si rifiuta di funzionare correttamente oppure quando bisogna reinstallare il sistema operativo. In questo caso, in particolare, bisogna conoscere tutti i driver presenti nel sistema, per poi recuperarli e installarli nuovamente dopo aver completato il setup. Alcune utility permettono di salvare i driver in un pacchetto e ripristinarli sul nuovo Pc, ma questa strategia non è applicabile se si aggior­na Windows a una nuova versione; inoltre, la reinstallazione del sistema operativo può essere l’occasione ideale per scaricare driver aggiornati. L’elenco delle periferiche e dei com­ponenti può essere recuperato richia­mando la Gestione dispositivi: basta aprire la finestra di esecuzione con la scorciatoia Windows+R nel desktop, e digitare devmgmt.msc. L’elenco viene visualizzato con una struttura ad albe­ro; per conoscere i dettagli su ciascun dispositivo, bisogna selezionarlo e pre­mere il pulsante Proprietà nella barra degli strumenti. Per avere un elenco più dettagliato si può usare il prompt dei comandi; vediamo come.

Per aprire la finestra del terminate digitate cmd nella finestra di esecu­zione o nel motore di ricerca integrato. Il comando da utilizzare è driverquery; per suddividere l’output in più pagine, aggiungete il suffisso |more. Driver­query può anche mostrare molte in­formazioni avanzate: basta aggiungere l’argomento /V. Per salvare le informa­zioni in un file, oppure negli appunti di Windows, potete utilizzare gli stessi trucchi illustrati nel primo hack di questa sezione; la riga di comando per salvare tutti i dettagli in un file di testo sarà la seguente:

Mantenere il computer sempre aggiornato è essenziale per garantire la sicurezza e il funzionamento ottimale dell’hardware e dei programmi installati. In Windows, lo strumento principale

di aggiornamento è Windows Update, che permette di scaricare e installare patch e correzioni in modo quasi del tutto automatico. Windows Update non risolve tutti i problemi di aggiornamento del computer (non supporta, per esempio, i software di terze parti, e non propone le versioni più recenti di molti driver di periferica), ma rimane comunque uno strumento prezioso. Microsoft analizza e verifica con attenzione tutti gli update prima di renderli disponibili attraverso i canali di aggiornamento, ma può capitare che qualcosa vada storto, in particolare con i driver di periferica. In questi casi ci sono alcune contromisure che permettono di annullare l’aggiornamento e ripristinare il corretto funzionamento del computer. Ecco come utilizzarle in Windows 8.Per disinstallare uno o più aggiornamenti è opportuno innanzitutto avviare il sistema operativo in modalità provvisoria. Con le versioni precedenti di Windows l'operazione era semplicissima: bastava premere il tasto F8 al momento opportuno, durante il boot del sistema, per raggiungere il menu di caricamento di Windows. Con il lancio di Windows 8 questa soluzione non è più percorribile, dato che Microsoft ha implementato una nuova sequenza di boot più veloce ma non interattiva: vediamo

4 | AnnullAre un AggiornAmento di WindoWs uPdAte

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Driverquery /V > drivers.txt

Chi non ama il prompt dei comandi dovrà rivolgersi a utility di terze parti: vi consigliamo ad esempio di provare InstalledDriverList di Nirsoft, scarica­bile all’indirizzo www.nirsoft.net/utils/installed_drivers_list.html.

3 | CamBiare le impostazioni della tastiera in linux

Il terminale continua a essere uno stru­mento molto utilizzato in Linux; nel caso di molte virtual appliance e dei sistemi server, è la principale o addi­rittura l’unica interfaccia disponibile. A volte capita di aprire una sessione di terminale e iniziare a digitare qualche comando solo per rendersi conto che alcuni caratteri non corrispondono a quelli della propria tastiera: molto spesso, infatti, i terminali sono pre­configurati per il layout americano internazionale. Lettere e numeri ri­mangono nella stessa posizione, ma la maggior parte degli altri caratteri è distribuita in modo diverso: alcuni di essi, come lo slash (/), il trattino (–) o l’asterisco (*), sono essenziali in moltissimi comandi Linux, e di con­seguenza è molto utile ripristinare il layout corretto. Vediamo come proce­dere, in Ubuntu.Se l’installazione del sistema operativo comprende anche l’interfaccia grafi­ca, la configurazione è semplicissima: aprite le Impostazioni di sistema, sele­zionate Inserimento testo e poi fate clic sul pulsante +, sotto l’elenco Sorgenti di input da utilizzare. Scorrete l’elenco delle sorgenti disponibili, selezionate una delle varianti per l’italiano e fate clic su Aggiungi.Se invece è presente solo l’interfac­cia a carattere, digitate il comando seguente:

sudo dpkg-reconfigure

keyboard-configuration

Inserite a questo punto la password dell’utente e poi utilizzate il menu a carattere per specificare le caratte­ristiche della tastiera italiana. Se do­veste faticare a individuare il caratte­re – (trattino) nel layout americano, provate a premere il tasto apostrofo (subito a destra del tasto 0 nella ta­stiera italiana).

di che cosa si tratta. Se usate WIndows 8 o 8.1, per raggiungere la modalità provvisoria richiamate per prima cosa la schermata Start, tenete premuto il tasto Maiusc e fate clic su Spegni/Riavvia il sistema (figura A). Al riavvio Windows vi mostrerà un menu di manutenzione (figura B); selezionate Risoluzione dei problemi/Opzioni avanzate/Impostazioni di avvio (figura C) e fate poi clic sul pulsante Riavvia per riavviare nuovamente il sistema. A questo punto Windows vi proporrà un nuovo menu (figura D): premete F4 per caricare finalmente il sistema in modalità provvisoria. Terminato il caricamento, aprite il Pannello di controllo, selezionate Programmi/Disinstalla un programma e fate clic sul collegamento Visualizza aggiornamenti installati, nel riquadro a sinistra. Selezionate infine l’update problematico e per completare fate clic sul pulsante Disinstalla (figura E).

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APPlIcAzIOnIoffiCe 20131 | evidenziare le Cartelle e i file frequenti

Nell’ultima versione di Office, gli svi­luppatori di Microsoft hanno rivolu­zionato le funzioni legate al carica­mento e al salvataggio dei documenti: basta aprire una delle applicazioni senza caricare un documento per ren­dersi conto di come la tradizionale pagina bianca sia stata sostituita con un’interfaccia molto più ricca (e, per qualcuno, confusa). Questa pagina mostra i modelli di documento più usati e permette di raggiungere velocemente l’elenco de­gli ultimi file e delle ultime cartelle utilizzate, tramite i collegamenti diretti dell’elenco Recenti e il link Apri altri/e Documenti. La pagina Apri (accessi­bile anche dal menu File, dopo aver aperto un documento) è organizzata in due livelli: a sinistra si trovano le “posizioni”, ossia le diverse sorgenti registrate che contengono i documenti. Le posizioni di default sono OneDri­ve, Computer (il file system locale) e Recenti, che elenca gli ultimi do­cumenti aperti, ma si possono ag­giungere nuove sorgenti tramite il pulsante Aggiungi una posizione. Le cartelle più importanti possono essere mantenute sempre a portata di clic, bloccandole tramite l’icona a forma di puntina che compare accanto a ciascun

elemento quando lo si sorvola con il puntatore del mouse. Questa icona è disponibile, per esempio, nell’elenco delle cartelle recenti visualizzate nella posizione Computer. Nello stesso modo si possono mantenere in evidenza anche singo­li documenti: basta fare clic sulla scheda File nella barra multifunzione, se­lezionare Apri e poi Do-cumenti recenti. Scegliere infine il documento cer­cato nell’elenco di destra e fare clic sull’icona a forma di puntina.

Chrome2 | spegnere l’audio di singole sChede

A tutti sarà capitato di infastidire ami­ci, familiare o colleghi con un suono o una musica ad alto volume partiti senza preavviso all’apertura di una pagina Web. Quando poi si aprono più link in schede diverse, la somma delle tracce audio diventa rapidamente una cacofonia indistinguibile. Da diverso tempo Chrome aiuta gli utenti a individuare le schede “rumo­rose” inserendo un’icona a forma di altoparlante accanto al tasto di chiu­sura, nella parte destra dell’etichetta della scheda. Fino a oggi, questa in­formazione era poco utile: al massimo

semplificava l’individuazione del pro­blema, ma non aiutava a risolverlo a meno che non si decidesse di adot­tare un rimedio drastico e chiudere

la scheda. Le ultime versioni di Chrome, invece, offrono una

funzione molto più utile che consente di ammu­tolire al volo l’audio generato dalla pagina Web caricata in una scheda. Purtroppo que­

sta funzione non è ancora attiva per default; vediamo

come sbloccarla e utilizzarla. Innanzi tutto, verificate che Chrome

sia aggiornato alla versione più recen­te: fate clic sul pulsante Personalizza e controlla Google Chrome (quello con tre righe orizzontali, a destra nella toolbar principale) e selezionate Informazioni su Google Chrome nel menu a discesa.Nella pagina si aprirà troverete il numero di versione attuale, ed even­tualmente i pulsanti per scaricare gli aggiornamenti. Dopo aver verificato l’assenza di nuove versioni aprite la pagina delle funzioni sperimentali, digitando l’indirizzo chrome://flags. Scorrete il lungo elenco fino a indivi­duare la voce Attiva il controllo UI di disattivazione dell’audio delle schede, e fate clic sul collegamento Attiva subito sotto. Il funzionamento di questa nuo­va opzione è semplicissimo: basta fare clic sull’icona a forma di altoparlante presente in una scheda per attivarne o disattivarne l’audio.

Un po'di silenzio!

Una funzione sperimentale di Chrome

consente di spegnere con un clic l'audio di

una pagina Web

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4 | APrire e Convertire i file WebP

Da quando Android ha iniziato la sua inarrestabile crescita nel mercato dei dispositivi mobile, un nuovo formato di immagine è diventato sempre più comune:

stiamo parlando di WebP, uno standard sviluppato da Google sulla base del codec video VP8. Questo formato compresso è stato studiato per ottimizzare i tempi di caricamento della grafica all’interno delle pagine Web, ed è molto utilizzato in particolare nei siti e nei servizi relativi al mondo Android. A parità di resa, il formato WebP è in media più compatto del 30% rispetto al classico standard Jpeg, ed è quindi utile per minimizzare i tempi di caricamento e l’uso di banda. Chrome e Opera lo supportano in modo nativo, mentre gli altri browser possono comunque caricare le immagini grazie a particolari librerie Javascript. Per visualizzare un’immagine WebP basta trascinarla nella finestra di uno dei browser compatibili. Ma se invece si vogliono creare o convertire fotografie ed elementi grafici in questo formato servono gli strumenti giusti. Esistono numerosi tool, anche gratuiti, che supportano questo standard e permettono

exCel3 | aggiungere una riga vuota da tastiera

A volte, i problemi apparentemente banali non sembrano avere una solu­zione semplice e rappresentano una grossa fonte di frustrazione. Per esempio, Excel offre moltissimi strumenti per il trattamento e la for­mattazione delle celle, ma sembra non

supportare una funzione semplicissi­ma e molto utile: l’inserimento, usando la sola tastiera, di una nuova riga alla posizione del cursore. La sequenza di azioni più comune prevede una procedura non proprio comoda: selezionare l’intera riga, con un clic sull’etichetta a sinistra delle celle, fare clic destro per richiamare il menu contestuale e selezionare il comando Inserisci. Si tratta di una se­quenza tutt’altro che pratica quando si lavora da tastiera, poiché costringe

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C

a spostare la mano sul mouse, e poi a modificare la selezione muovendo il cursore. Come spesso accade nei programmi di Office, la soluzione esi­ste, ma non è facile trovarla: nel caso specifico, lo strumento risolutivo è quello che garantisce la compatibilità con le scorciatoie da tastiera delle pre­cedenti versioni del programma. Per attivare questa modalità basta premere la combinazione di tasti Alt+I (anche non contemporaneamente); un popup avviserà che la funzione è attiva. Il

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PC Professionale > Maggio 2015 137

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4 | APrire e Convertire i file WebP PhotoshoP

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terzo componente della formula è il tasto R, che aggiunge una nuova riga vuota nella posizione corrente, sen­za neppure dover prima selezionare l’intera riga. Se le righe da aggiungere sono più di una, si può ripetere la combinazione più volte, oppure sfruttare un’altra scorciatoia di Excel: il tasto F4, che ripete l’ultimo comando impartito. Il trucco per inserire una nuova co­lonna è molto simile: la sequenza da utilizzare è Alt-I-C.� •

la conversione, ma la maggior parte dei professionisti del Web utilizzano Photoshop: per loro l'approccio migliore è senza dubbio mettere il programma di Adobe in grado di aprire e salvare i file in questo formato. WebP non è supportato direttamente da Photoshop, ma l’architettura espandibile del software Adobe, basata sui plug-in, permette di ampliarne facilmente le funzioni. Il plug-in necessario è disponibile sul sito http://telegraphics.com.au/sw/product/WebPFormat, nelle versioni a 32 e 64 bit per Windows. Le due varianti non si riferiscono alla versione di Windows, ma a quella di Photoshop (anche se Photoshop a 64 bit può girare solo con l’edizione a 64 bit di Windows). Scaricate il file più adatto alla vostra configurazione, aprite la cartella Download in Esplora file e decomprimete l’archivio Zip, facendo clic destro e selezionando Estrai tutto nel menu contestuale (figura A). All’interno dell’archivio si trova un file con estensione .8bi e la cartella dist, che contiene un paio di file di informazioni. Aprite un’altra istanza di Esplora file e raggiungete la cartella di

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e

Photoshop: normalmente si trova in %ProgramFiles%\Adobe. Il nome cambia a seconda della versione installata: nel nostro caso, per esempio, la cartella cercata è C:\Program Files\Adobe\Adobe Photoshop CC 2014 (figura B). All’interno di questa cartella si trova la sottodirectory \Plug-ins; apritela e copiate o spostate il file con estensione .8bi dalla cartella di download (figura C). Ora aprite Photoshop; per verificare la corretta installazione del plug-in, selezionate Aiuto/Info sui Plug-in. In questo menu si dovrebbero trovare due voci relative al formato WebP; apritele per visualizzare la finestra di informazioni (figura D). A questo punto, il più è fatto; per aprire un’immagine WebP trascinatela nella finestra di Photoshop, oppure caricatela come di consueto con il comando File/Apri. Per convertire un file da un altro formato, invece, apritelo e poi selezionate File/Salva con nome; nella finestra di dialogo fate clic sulla casella a discesa Salva come, selezionate il formato WebP (o WebP Lossless) nell’elenco (Figura E), e infine selezionate Salva.

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1 | evitare gli installer Contenenti adware

Ormai da anni gli sviluppatori di sof­tware gratuito hanno trovato una nuova strada per guadagnare denaro con i loro prodotti: creare pacchetti d’installazione che propongano anche programmi di terze parti (denominati genericamente adware), quasi sempre superflui. Questa strategia è stata adottata anche da alcuni giganti del settore: perfino Adobe ha in­cluso adware nell’installer di alcuni pro­dotti molto diffusi, come per esempio il runtime Flash. In altri casi, come per esempio i portali Sourceforge o Down­load.com, vengono proposti downloa­der che scaricano il programma cercato, e contemporaneamente propongono software di terze parti o altri messaggi di carattere pubblicitario. Imparando a conoscere i vari siti si possono evitare queste trappole e scaricare direttamente il file desiderato, ma ogni portale e ogni software ha una sua impostazione, che tra l’altro cambia spesso. Per evitare molte di queste trappole si possono utilizzare userscript che individuano i downloader e li nascondono, sostituen­doli con i link corretti. Vediamo come utilizzarli, in Firefox.Per caricare gli userscript in Firefox biso­gna prima installare l’estensione Grease­Monkey: richiamate il menu principale con il tasto Alt, poi selezionate Strumenti/

Componenti aggiuntivi (oppure usate la scorciatoia da tastiera Ctrl+Maiusc+A); digitate greasemonkey nel campo di ricer­ca in alto a destra e fate clic su Installa, a fianco dell’elemento giusto (general­mente il primo) nell’elenco dei risultati. Oltre a Firefox, molti altri browser sup­portano gli userscript, tramite estensioni dedicate: Tampermonkey per Chrome, Violentmonkey per Opera o Ninjakit per Safari. Una volta completata l’installa­zione, fate clic sul collegamento Riavvia adesso per ricaricare il browser e attivare Greasemonkey; esistono vari script uti­lizzabili per eliminare le applicazioni indesiderati; tra i migliori segnaliamo AntiAdware (https://github.com/HandyU-serscripts/AntiAdware) e Fake­Download Bypasser (http://userscripts-mirror.org/scripts/show/417459). Nel momento in cui scriviamo il primo è il più aggiornato, e quindi rappresenta la scelta migliore. Aprite il sito Web dello script, scor­rete la pagina fino in fondo e fate clic

sull’icona a fianco della scritta Download AntiAdware.

Il codice dello script sarà caricato nella pagina; Greasemonkey lo identifiche­rà come un nuovo script e proporrà di installarlo; fate clic sul pulsante Install script e poi su Installa, nella finestra suc­cessiva, per completare la procedura. Per testare lo script basta visitare uno dei siti supportati (l’elenco si trova all’indiriz­zo https://github.com/HandyUserscripts/AntiAdware/wiki/Supported-Websites).

2 | dropBox anChe per gmail

I servizi di webmail e di cloud storage sembrano nati per stare insieme: è uti­lissimo uno spazio di memorizzazione remoto, in cui poter salvare velocemente gli allegati ricevuti e a cui potersi appog­giare per ospitare documenti di grandi dimensioni da condividere con i propri interlocutori. Google ha già integrato da tempo le funzioni di Gmail con quelle del cloud storage Drive.

Ma da qualche settimana Dropbox ha presentato un’estensione che abbina la mail di Google con il suo servizio di sto­rage remoto. L’estensione è disponibile per Google Chrome, e funziona molto bene anche se attualmente è disponibile soltanto in versione beta. Vediamo come installarla e utilizzarla. Aprite il Chrome Web Store all’indirizzo https://chrome.google.com/webstore/category/extensions e digitate dropbox gmail nella casella di ricerca, in alto a sinistra. Individuate il risultato giusto (dovrebbe essere il primo nella sezione Estensioni), fate clic sul pulsante +Gratis e poi su Aggiungi nella finestra di conferma. Una volta conclusa l’installazione passate a Gmail e fate clic sul pulsante Scrivi per aprire

InTERnET

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PC Professionale > Maggio 2015 139

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UTIlITy1 | advanCed network Configurator

Chi si occupa di informatica da molti anniricorderà probabilmente con un bri­vido le procedure di configurazione che bisognava svolgere quando era necessa­rio collegare il computer (generalmente portatile) a una nuova rete locale, per esempio mentre ci si trovava in viaggio per lavoro oppure si visitava un cliente. La diffusione del protocollo Dhcp ha in gran parte risolto il problema: questo standard permette di ricevere tutti i detta­gli necessari per la configurazione diret­tamente dagli apparati di rete, quando si collega il cavo alla porta Ethernet oppure dopo aver completato l’autenticazione in una rete senza fili. Ma il Dhcp non è sempre attivo, e non sempre fornisce la configurazione migliore per le proprie

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la finestra di composizione. Nella barra degli strumenti troverete un nuovo pulsante, evidenziato da un grande pannello popup; fate clic sul pul­sante e completate la procedura di au­tenticazione. La finestra popup mostra l’elenco dei file memorizzati in remoto e permette di aggiungere facilmente un documento alla mail, creando un collegamento al volo: basta selezionare il documento e fare clic su Inserisci link. L’estensione aggiunge anche funzioni di anteprima per i collegamenti inseriti nelle mail ricevute, e può anche salvare rapidamente su Dropbox gli allegati ai messaggi ricevuti.

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3 | eliminare i Commenti fastidiosi da YoutuBe

I commenti alle notizie e ai contenuti pubblicati su Internet sono spesso di bassa qualità, e quelli dei video di You­Tube sono anche peggiori della media: qualsiasi argomento sembra scatenare un infinito litigio tra ammiratori e de­trattori, critiche feroci, insulti e tutto il campionario di bullismo telematico a cui i navigatori sono fin troppo abituati. Ma in alcuni sporadici casi, nei commenti si trovano anche informazioni utili, appro­fondimenti e rimandi ad altri video. Per eliminare i commenti superflui, si può provare a utilizzare l’estensione Hide

Fedora, disponibile per Firefox e Chro­me. Vediamo come procedere in Chro­me. Aprite il Chrome Web Store (https://chrome.google.com/webstore) e digitate hide fedora nella casella di ricerca; fate clic sul pulsante +Gratis accanto all’e­lemento giusto (generalmente il primo dell’elenco) e confermate l’installazione con un clic su Aggiungi nella finestra successiva. Aprite poi il menu principale con un clic sul pulsante Personalizza e controlla Google Chrome, a destra nella barra degli strumenti, selezionate Altri strumenti/Estensioni e individuate Hide Fedora nell’elenco. Fate clic su Opzioni per aprire la pagina di configurazione. Il suo funzionamento è molto semplice: nella scheda Options si può scegliere se nascondere i commenti o sostituirli con testo segnaposto, men­tre le schede Banned Profiles e Banned Words contengono due blacklist, relative a utenti e termini specifici. Entrambi gli elenchi sono inizialmente vuoti, e de­vono essere personalizzati dall’utente. La blacklist delle parole va compilata a mano, mentre quella degli utenti può essere aggiornata durante la navigazio­ne: l’estensione aggiunge un’icona (HF) a fianco dei tradizionali collegamenti di valutazione dei commenti. Basta un clic per cancellare il commento, oppure rimpiazzarlo con un testo segnaposto.

esigenze: alcune aziende, per esempio, non lo attivano di proposito, per ave­re maggiore controllo sui dispositivi connessi, mentre in altri casi potrebbe essere necessario utilizzare parametri (per esempio l’indirizzo del server Dns) diversi rispetto a quelli di default, per

effettuare test specifici o per raggiungere server altrimenti inaccessibili. Esistono vari strumenti pensati per semplificare le procedure di configurazione, ma sono quasi tutti piuttosto datati. Advanced Network Configurator invece è un pro­getto recente, sviluppato attivamente e ancora in fase beta. Il tool può esse­re scaricato dal sito http://techuniverse.net/?page_id=2, come archivio Zip; la versione attualmente disponibile può salvare un massimo di cinque profili.L’interfaccia è piuttosto ricca, ma è or­ganizzata in modo chiaro; i grandi pul­santi nella barra superiore controllano la creazione e la manipolazione dei profili, mentre il pannello sul lato destro elenca tutte le caratteristiche modificabili. Lungo il margine inferiore si trova una serie di pulsanti per richiamare alcuni strumenti utili nella configurazione della rete: Ping, Trace Route e Route. Advan­ced Network Configurator aggiunge un’icona all’area di notifica della barra

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PC Professionale > Maggio 2015140

RUBRICHE > Hacks

delle applicazioni: con un clic si raggiun­ge un menu che propone molti strumenti utili, per cambiare velocemente il profilo attivo o per mappare i dischi di rete.

2 | autorun organizer

Sono molti i programmi che si avviano automaticamente al boot del sistema operativo: alcuni sono realmente indi­spensabili (per esempio le utility legate ad alcuni componenti hardware), men­tre altri offrono semplicemente funzioni accessorie a volte di dubbia utilità. Tutti questi software caricati insieme a Win­dows allungano inevitabilmente il tempo di boot, specialmente sui computer meno recenti e performanti, oltre ad occupare risorse quando il Pc è attivo. Esistono vari tool per la gestione dei programmi ad avvio automatico: dal potentissimo

Autoruns di SysInternals agli strumenti integrati in Windows, come MsConfig.Molto interessante è Autorun Organi­zer, un programma gratuito scaricabile dalla pagina www.chemtable.com/autorun-organizer.htm. Il tool ha un’interfaccia gradevole e semplice da consultare: elenca i software dell’elenco di avvio automatico e mostra graficamente i tempi di caricamento misurati da Windows. Gli elementi dell’elenco possono essere abilitati e disabilitati, singolarmente o in gruppo (tramite la modalità Bulk Entries Changing), e si può anche decidere di ri­tardare il caricamento di alcuni strumenti utili ma non essenziali, per recuperare più in fretta il controllo della macchina. Autorun Organizer può anche analizzare gli elementi dell’elenco e confrontarli con quelli installati nei computer degli altri utenti del programma, per individuare i

programmi disabilitati più spesso. Le funzioni del menu contestuale per­mettono di raggiungere facilmente i sin­goli programmi nel file system (Open the Containing Folder) o di visualizzare la configurazione che controlla l’avvio automatico, nel registry, nella cartella di avvio automatico e perfino nell’Utilità di pianificazione (con il comando Show the Startup Entry Location).

3 | mediaelCh

Organizzare una collezione di file multi­mediali è un compito difficile, se non si hanno a disposizione gli strumenti giusti. Ma per sfruttare al meglio le funzioni di molti software e hardware di riprodu­zione (dai media center agli streamer), video e musica devono essere catalogati in modo efficace e consistente. Un ottimo strumento per svolgere queste operazioni è MediaElch, scaricabile dal sito www.kvibes.de/en/mediaelch per Windows, Mac OS X e Linux. MediaElch è ottimizzato per lavorare con il media center Xbmc (in realtà da qualche mese il suo nome ufficiale è di­ventato Kodi), ma il formato utilizzato è compatibile con molti altri software e hardware. MediaElch supporta quattro diverse tipologie di contenuti: film, serie tv, concerti e (da un paio di versioni) musica. MediaElch non è un “renamer”, e quindi non rinomina e riorganizza i file della collezione multimediale; anzi, richiede che i contenuti siano già ordinati per funzionare al meglio. Il suo compito è quello di riconoscere ogni elemento e recuperare informazioni aggiuntive da varie fonti: nel caso dei film, per esempio, MediaElch scarica moltissimi metadati (attori, regista, sinossi, valutazione e così via) e vari file di contorno, come locandi­na, logo, anteprime e fanart, salvandoli con il formato e la denominazione op­portuna per renderli leggibili dal media center. Il riconoscimento è semiautoma­tico: bisogna intervenire a mano soltanto sugli elementi che il programma non è in grado di riconoscere automaticamente, oppure sui rari falsi positivi. MediaElch può essere configurato per scaricare in­formazioni in italiano, e offre moltissime altre opzioni di personalizzazione. Le funzioni relative all’archivio musi­cale sono molto recenti, e non funzio­nano sempre in maniera perfetta, ma per tutte le altre categorie di contenuti MediaElch offre un aiuto preziosissimo nelle operazioni di riconoscimento e organizzazione. •

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