& tempo libero prova magnani · 2010-10-19 · francesco cafiso è salito alla ribalta...

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Auditorium Due «enfant prodige» del jazz, entrambi di origini siciliane, si incontreranno stasera alle ore 21 all'Auditorium (tel. 06.80241) per la rassegna Dialogo. Il sassofonista Francesco Cafiso è salito alla ribalta all'età di nove anni, tanto che Wynton Marsalis decise di farlo entrare giovanissimo nel suo sestetto per un tour europeo. Da quel momento il talento e la fama del giovane siciliano sono cresciuti in maniera impressionante e lo hanno portato a suonare con grandissimi musicisti. Dino Rubino è un altro impressionante talento del jazz italiano che alla tromba alterna il pianoforte. Nel 1994 durante un concerto del grande trombettista Tom Harrell rimase affascinato dalla tromba e decise di dedicarsi da autodidatta allo studio di questo strumento. A 20 anni la decisione di lasciare la tromba per ricominciare lo studio del pianoforte. Non è un caso che i suoi musicisti di riferimento, oggi, come in passato, restino Miles Davis, Chet Baker e Keith Jarrett. Mariangela D’Abbrac- cio incontra di nuovo Anna Magnani. L’attrice napoletana si trova per la seconda volta a inter- pretare un ruolo che, sul grande schermo, fu dell’attrice romana, la mitica Nannarella. Nelle passate stagioni, si è trattato di «Nella città l’inferno», straordina- rio film del 1958 e straor- dinario successo in pal- coscenico per la D’Ab- braccio. Ora è «La rosa tatuata», film del 1955 dalla commedia di Ten- nessee Williams, in sce- na al Teatro Quirino fi- no a domani. In entram- bi i casi la regia teatrale è stata affidata a Francesco Tavassi. «È vero - ammette Mariangela - mi ritrovo alla "prova Magnani", anche se stavolta mi sono sentita un po’ vaccinata, avendo superato la pri- ma». Vaccinata al confronto e una seconda volta vincente, dato il con- senso di pubblico e di critica: «Il fatto è - spiega l’attrice - che in real- tà con Anna Magnani non ci si con- fronta». In che senso? «Lei non fu soltanto un’enorme attrice, un’ico- na del cinema italiano e internazio- nale, ma fu sempre anche coautri- ce, nel senso che non si limitava a interpretare una sceneggiatura, bensì la riscriveva con la sua recita- zione, completava il suo ruolo. Di conseguenza, pur trovandomi da- vanti a un modello di per sé insupe- rabile - aggiunge - non ho dovuto far la fatica di dimenticarlo, sem- mai lo sforzo di capirlo, approfon- dirlo per poi farlo mio». Tuttavia, ripercorrere le orme di Nannarella, resta in ogni caso una responsabilità onerosa: «Una re- sponsabilità che non è incombente - ribatte - perché dell’interpretazio- ne che la Magnani dà di un perso- naggio, io devo scegliere l’aspetto che mi somiglia di più, per restitui- re al pubblico qualcosa di diverso. E poi - sottolinea - qui la diversità è ancora maggiore, dato che noi non portiamo in scena il film, ma pro- prio la commedia originale di Wil- liams: una commedia, appunto, che a volte sfocia perfino nella far- sa, e non un dramma come era il film». È la commedia che alla D’Abbrac- cio, in questo momento della sua carriera, interessa di più. La prossi- ma stagione, infatti, sarà protagoni- sta insieme ad Elisabetta Pozzi de «La strana coppia» in versione fem- minile, ancora con la regia di Tavas- si. «C’è un precedente illustre, in te- atro - avverte l’attrice - con la cop- pia Monica Vitti-Rossella Falk, ma Elisabetta ed io porteremo la vicen- da ai nostri giorni». La commedia di Neil Simon, anche questa diven- tata un successo a Hollywood con Jack Lemmon e Walter Matthau nel 1968, è notissima: Felix e Oscar, di- vorziati da poco, occupano lo stes- so appartamento: uno è felice del nuovo stato, l’altro non sa come consolarsi. «Nel nostro spettacolo - racconta Mariangela - Elisabetta è una giornalista televisiva rampan- te, una donna in carriera assoluta- mente contenta e soddisfatta della sua libertà e del suo lavoro. Io, inve- ce, sono una casalinga frustrata, che aveva investito tutto nella fami- glia, il marito, i figli e, una volta crollate tutte le sue certezze, si sen- te persa». Dunque, nel gioco dei ruoli, la Pozzi incarna il carattere di Matthau, la D’Abbraccio quello di Lemmon: «Esattamente e forse io sarò in scena ancora più isterica e maniaca dell’ordine di quanto non lo fosse il personaggio di Oscar. Perché sono una donna e si sa che noi donne, quanto a isteria, non ci batte nessuno». Un’autocritica del femminile che parte dal femmini- le? «È certamente un modo per ve- derci un po’ allo specchio, per ri- metterci in discussione, per capire, sia pure allegramente, dove stia an- dando la nostra femminilità. E so- prattutto, dove ci stanno portando le nostre nevrosi». Emilia Costantini Francesco Cafiso sassofonista sarà stasera alla rassegna «Dialogo» con Dino Rubino Cafiso e Rubino, gli «enfant prodige» della musica jazz Cultura & Tempo libero Têtes de Bois protagonisti in bicicletta Mariangela D’Abbraccio: «Recito a modo mio “La rosa tatuata » Domani all’Auditorium, al- le ore 21, i Têtes de Bois (foto) e gli ospiti Sergio Staino, Moni Ovadia, Licio Esposito, presenteranno in occasione della tappa ro- mana che chiuderà il cente- simo Giro d’Italia, lo spetta- colo «I Riciclisti» fatto di musica, racconti, poesie. Il titolo è anche quello del romanzo (più cd) d’esor- dio di Andrea Satta, voce dei Têtes de Bois, pubblica- to da Ediciclo. Al libro è al- legato «I Riciclisti - Radio a pedali», quattro canzoni per pedalare suonate dai Têtes De Bois, tre delle qua- li inedite, tutte legate a doppio filo al tema del ro- manzo; il testo de «Le bal des cols» è firmato da Gianni Mura. «I Riciclisti» è dedicato all' amore per la bicicletta in tutte le declinazioni possi- bili. La bicicletta della fati- ca, delle montagne, degli orizzonti aperti, delle caro- vane pubblicitarie, la bici- cletta partigiana, la biciclet- ta contadina, la bicicletta della povertà, degli extra- comunitari, delle ragazze e degli amori a primavera. Nello spettacolo è il ’75, Francisco Galdos e Fausto Bertoglio si contendono per pochi secondi il Giro d'Italia nell'ultima tappa sui tornanti dello Stelvio. Nel testa a testa fra i due grandi campioni. Galdos vincerà la tappa, ma la ma- glia rosa alla fine andrà a Bertoglio... Carlotta De Leo Giro d’Italia Prova Magnani Mariangela D’Abbraccio al Quirino nella pièce di Tennessee Williams; sopra, Anna Magnani e Burt Lancaster nel film 15 Tempo Libero Corriere della Sera Sabato 30 Maggio 2009 RM

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Auditorium Due «enfant prodige» del jazz,entrambi di origini siciliane, siincontreranno stasera alle ore 21all'Auditorium (tel. 06.80241) per larassegna Dialogo. Il sassofonistaFrancesco Cafiso è salito alla ribaltaall'età di nove anni, tanto che WyntonMarsalis decise di farlo entraregiovanissimo nel suo sestetto per untour europeo. Da quel momento iltalento e la fama del giovane sicilianosono cresciuti in manieraimpressionante e lo hanno portato asuonare con grandissimi musicisti.

Dino Rubino è un altroimpressionante talento del jazzitaliano che alla tromba alterna ilpianoforte. Nel 1994 durante unconcerto del grande trombettista TomHarrell rimase affascinato dallatromba e decise di dedicarsi daautodidatta allo studio di questostrumento. A 20 anni la decisione dilasciare la tromba per ricominciare lostudio del pianoforte. Non è un casoche i suoi musicisti di riferimento,oggi, come in passato, restino MilesDavis, Chet Baker e Keith Jarrett.

Mariangela D’Abbrac-cio incontra di nuovoAnna Magnani. L’attricenapoletana si trova perla seconda volta a inter-pretare un ruolo che,sul grande schermo, fudell’attrice romana, lamitica Nannarella. Nellepassate stagioni, si ètrattato di «Nella cittàl’inferno», straordina-rio film del 1958 e straor-dinario successo in pal-coscenico per la D’Ab-braccio. Ora è «La rosatatuata», film del 1955dalla commedia di Ten-nessee Williams, in sce-na al Teatro Quirino fi-no a domani. In entram-bi i casi la regia teatraleè stata affidata a Francesco Tavassi.«È vero - ammette Mariangela - miritrovo alla "prova Magnani", anchese stavolta mi sono sentita un po’vaccinata, avendo superato la pri-ma». Vaccinata al confronto e unaseconda volta vincente, dato il con-senso di pubblico e di critica: «Ilfatto è - spiega l’attrice - che in real-tà con Anna Magnani non ci si con-fronta». In che senso? «Lei non fusoltanto un’enorme attrice, un’ico-na del cinema italiano e internazio-nale, ma fu sempre anche coautri-ce, nel senso che non si limitava ainterpretare una sceneggiatura,bensì la riscriveva con la sua recita-zione, completava il suo ruolo. Diconseguenza, pur trovandomi da-vanti a un modello di per sé insupe-rabile - aggiunge - non ho dovutofar la fatica di dimenticarlo, sem-mai lo sforzo di capirlo, approfon-dirlo per poi farlo mio».

Tuttavia, ripercorrere le orme diNannarella, resta in ogni caso unaresponsabilità onerosa: «Una re-

sponsabilità che non è incombente- ribatte - perché dell’interpretazio-ne che la Magnani dà di un perso-naggio, io devo scegliere l’aspettoche mi somiglia di più, per restitui-re al pubblico qualcosa di diverso.E poi - sottolinea - qui la diversità èancora maggiore, dato che noi nonportiamo in scena il film, ma pro-prio la commedia originale di Wil-liams: una commedia, appunto,

che a volte sfocia perfino nella far-sa, e non un dramma come era ilfilm».

È la commedia che alla D’Abbrac-cio, in questo momento della suacarriera, interessa di più. La prossi-ma stagione, infatti, sarà protagoni-sta insieme ad Elisabetta Pozzi de«La strana coppia» in versione fem-minile, ancora con la regia di Tavas-si. «C’è un precedente illustre, in te-

atro - avverte l’attrice - con la cop-pia Monica Vitti-Rossella Falk, maElisabetta ed io porteremo la vicen-da ai nostri giorni». La commediadi Neil Simon, anche questa diven-tata un successo a Hollywood conJack Lemmon e Walter Matthau nel1968, è notissima: Felix e Oscar, di-vorziati da poco, occupano lo stes-so appartamento: uno è felice delnuovo stato, l’altro non sa comeconsolarsi. «Nel nostro spettacolo -racconta Mariangela - Elisabetta èuna giornalista televisiva rampan-te, una donna in carriera assoluta-mente contenta e soddisfatta dellasua libertà e del suo lavoro. Io, inve-ce, sono una casalinga frustrata,che aveva investito tutto nella fami-glia, il marito, i figli e, una voltacrollate tutte le sue certezze, si sen-te persa». Dunque, nel gioco deiruoli, la Pozzi incarna il carattere diMatthau, la D’Abbraccio quello diLemmon: «Esattamente e forse iosarò in scena ancora più isterica emaniaca dell’ordine di quanto nonlo fosse il personaggio di Oscar.Perché sono una donna e si sa chenoi donne, quanto a isteria, non cibatte nessuno». Un’autocritica delfemminile che parte dal femmini-le? «È certamente un modo per ve-derci un po’ allo specchio, per ri-metterci in discussione, per capire,sia pure allegramente, dove stia an-dando la nostra femminilità. E so-prattutto, dove ci stanno portandole nostre nevrosi».

Emilia Costantini

FrancescoCafisosassofonista saràstasera allarassegna «Dialogo»con Dino Rubino

Cafiso e Rubino,gli «enfant prodige»della musica jazzCultura

&Tempo libero

Têtes de Boisprotagonistiin bicicletta

Mariangela D’Abbraccio: «Recitoa modo mio “La rosa tatuata”»

Domani all’Auditorium, al-le ore 21, i Têtes de Bois(foto) e gli ospiti SergioStaino, Moni Ovadia, LicioEsposito, presenteranno inoccasione della tappa ro-mana che chiuderà il cente-simo Giro d’Italia, lo spetta-colo «I Riciclisti» fatto dimusica, racconti, poesie.Il titolo è anche quello delromanzo (più cd) d’esor-dio di Andrea Satta, vocedei Têtes de Bois, pubblica-to da Ediciclo. Al libro è al-legato «I Riciclisti - Radioa pedali», quattro canzoniper pedalare suonate daiTêtes De Bois, tre delle qua-li inedite, tutte legate adoppio filo al tema del ro-manzo; il testo de «Le baldes cols» è firmato daGianni Mura.«I Riciclisti» è dedicato all'amore per la bicicletta intutte le declinazioni possi-bili. La bicicletta della fati-ca, delle montagne, degliorizzonti aperti, delle caro-vane pubblicitarie, la bici-cletta partigiana, la biciclet-ta contadina, la biciclettadella povertà, degli extra-comunitari, delle ragazze edegli amori a primavera.Nello spettacolo è il ’75,Francisco Galdos e FaustoBertoglio si contendonoper pochi secondi il Girod'Italia nell'ultima tappasui tornanti dello Stelvio.Nel testa a testa fra i duegrandi campioni. Galdosvincerà la tappa, ma la ma-glia rosa alla fine andrà aBertoglio...

Carlotta De Leo

Giro d’Italia

Prova Magnani

Mariangela D’Abbraccio al Quirino nella pièce di Tennessee Williams; sopra, Anna Magnani e Burt Lancaster nel film

15Tempo LiberoCorriere della Sera Sabato 30 Maggio 2009

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